Manifesto per una democrazia reale e una giustizia sociale
Posted on 27. dic, 2017 by L.P. in Argomenti, Diritto e giustizia, Politica nazionale, religione, Società e costume
Manifesto per una democrazia reale.
Parte Prima
Il Garante
In democrazia ci si è inventata la figura del Garante quale baluardo di specifici interessi, ritenuti preminenti e di attenzione superiore, di carattere diffuso e concernenti settori importanti della popolazione.
I cittadini, cioè, vengono considerati in gruppi, ognuno contenente specifiche caratteristiche. L’infanzia, i consumatori, i risparmiatori, i lavoratori, ecc. Molte di queste fasce di popolazione si è pensato abbiano dei diritti, spesso affidati, per la loro tutela, a una figura di garanzia che è appunto chiamata, spesso, garante.
A prescindere dalla effettività di queste figure nelle dinamiche sociali e giuridiche che sfiorano questi interessi particolari, spesso prive di poteri effettivamente incidenti nei processi decisori o sanzionatori, può essere utile riconsiderarne ruoli e poteri in termini di democrazia effettiva.
Le figure dei garanti andrebbero innanzitutto tipizzate, quindi la loro autonomia non dovrebbe essere solo dichiarata ma concretamente realizzata.
Tanto per cominciare andrebbe consolidato il filo diretto che lega il garante alla fascia di popolazione che deve tutelare, indi bisogna rendere questa tutela effettiva.
Ne consegue, innanzitutto, che la loro nomina non possa essere politica: dovendo rappresentare e tutelare gli interessi della popolazione nei confronti, anche, dell’attività propriamente amministrativo-governativa provvedimentale e di controllo, che rimane di appannaggio della politica, la loro nomina non può che discendere da libere elezioni circoscritte al territorio di competenza.
Il momento elettorale, inoltre, non dovrebbe vedere protagonisti i partiti per le medesime considerazioni che soddisfano l’esigenza di autonomia della figura del garante.
Conseguenza ovvia per chi scrive, meno per chi fa politica, è che un garante non possa fare politica, neanche dopo la scadenza del suo mandato e per un considerevole lasso di tempo, per evitare che l’esercizio della sua funzione possa essere determinato proprio da un obiettivo personale politico.
Il garante deve diventare, poi, interlocutore privilegiato, in ogni ambito che solo lambisca gli interessi tutelati, se non con poteri autentici di veto, quantomeno con poteri che condizionino l’attività amministrativa in termini significativi.
Corollario di tutto questo è che il garante costituisca figura di sicuro spessore e competenza., non garantita dal semplice favore di un diffuso consenso. E’ immaginabile realizzare una specifica scuola per garanti, anch’essa gestita con autonomia dalla politica, dalla quale sia possibile ottenere un titolo utile per la candidatura.
In tempi in cui la scienza, tutta considerata, è asservita al potere politico ma soprattutto economico e finanziario, però, contemporaneamente sarebbe il caso di garantirne la totale autonomia, anche della scienza, attraverso misure di salvaguardia che rendano effettiva la democrazia.
Sono misure minime di salvaguardia della democrazia, se proprio questo deve essere il sistema politico del futuro, da attuare immediatamente. Misure che dovranno tener conto di ogni momento decisivo della vita di un popolo, se non di più popoli, se è vero che un futuro non è prevedibile se non in una visione unitaria, e non solo di Europa.
Un governo del mondo presto sarà immaginato e realizzato concretamente, soprattutto con riferimento a quegli argomenti di comune interesse, quali l’ambiente, la salute e la giustizia.
Segue.
Tornano le grandi interviste di Fred Mulligam, stavolta tocca al Padreterno, scoop immenso.
Posted on 02. mar, 2017 by L.P. in Amenità, religione, Società e costume

F: Ma è vero che non esistono più le stagioni? Credo che nessuno meglio di lei possa rispondere a questa domanda.
P: Quando le creai, immaginai che, col tempo, i cicli così come progettati, avrebbero potuto subire l’usura del tempo. Non mi preoccupai della loro realizzazione materiale, come sempre del resto. Io curai la progettazione, sebbene anche nei dettagli e l’impresa che curò la materiale costruzione mi assicurò un paio di miliardi di anni di funzionamento garantito. Non vorrei sbagliarmi, ma manca ancora qualche centinaio di anni, insomma il prodotto è ancora in garanzia e ho cominciato la pratica per la sostituzione totale di inverno e autunno, le stagioni più accidentate, mentre per primavera ed estate basterà cambiare qualche pezzo.
F: Buone notizie allora. Ma muoio dal desiderio di chiederle se le sciagure naturali sono state previste e quindi date per scontate o non si tratti di difetti di produzione per i quali non sia prevista una qualsiasi forma di risarcimento.
P: Il discorso è lungo, ma se ha tempo le spiego tutto. La sciagura nasce come punizione divina una tantum in terra. Una specie di segnale di allarme. Affidata, però, nei secoli, a un Santo del quale preferirei non fare il nome, questi ha azionato un marchingegno elettronico che funziona, per spiegarle, come il vostro sistema delle slot machine, cioè in un dato periodo è prevista una sciagura che, però, può arrivare anche a ridosso del maturare del secondo periodo. Mi spiego meglio: prevista una sciagura per secolo, può passare un secolo senza e un secolo con due sciagure, ecco, mi sono spiegato?
F: alla grande. Ma, dico, non potrebbe revocare l’incarico a quel Santo?
P: sarebbe inutile, perché ha perso la Password. Andrebbe resettato tutto, ma è una manovra complicata assai, che, francamente, ci vuole pure testa per farla, e io in questo momento ho altro da pensare.
F: del resto comanda Lei …
P: infatti.
F: e per finire, potrebbe dirci chi vince il prossimo scudetto?
P: io tifo Napoli, ma credo che Satana abbia smosso un po’ le acque imbrogliando un po’, quindi temo vincerà la Juve.
F: e non può fare niente?
P: Guardi, Fred, a me basta che vinca Nibali il prossimo Tour, del calcio non me ne frega niente, pensi che non diedi neanche il mio benestare, quando venne inventato; è tutto abusivo.
F: ella peppa! Addirittura?
P: Sì, e ora si levi dalle scatole che voglio organizzare un piccolo tifone sull’oceano Atlantico, ho l’umore nero e l’oceano ingrossato mi concilia il sonno.
Splenetenetonete del 3 febbraio, Mons. Todisco, Berlusconi e storie ai confini della realtà
Posted on 03. feb, 2017 by L.P. in Amenità, Città di Potenza, Politica nazionale, Regione Basilicata, religione
Splenetenetonete, la tua trasmissione radio
Posted on 26. ott, 2015 by L.P. in Città di Potenza, Regione Basilicata, religione
RESET
Posted on 23. mar, 2013 by L.P. in Poesie, Politica nazionale, Racconti, Regione Basilicata, religione

I cinque riti tibetani
Posted on 30. nov, 2012 by L.P. in Argomenti, religione

I cinque riti tibetani.
Non avrai altro Dio all’infuori di lui. E vai Vito!
Posted on 01. mar, 2012 by L.P. in Città di Potenza, Regione Basilicata, religione

Questa storia del presidente, intellettuale prestato alla politica, mi incuriosisce un bel po’.
Cosa vorrà dire, innanzitutto?
Bè, tanto per cominciare che il presidente è un intellettuale.
Un senso di frustrazione mi assale: giuro, non me ne ero accorto. Chiedo scusa a tutti, è evidentemente un mio limite. Certo avrei potuto accorgermene, i sintomi erano evidenti. Che cecità! Mondo bastardo.
Scusato?
Bene.
Poi che c’è un mondo che da proprietario del nostro ha inteso prestarlo al mondo della politica. E dovrebbe trattarsi del mondo della cultura. Nel quale, ovvio, scontato, il nostro aveva un bel ruolo. Quale? Non lo so, ma sicuramente sì, l’aveva. Nel mondo della cultura, beninteso, il nostro c’era entrato piccolino se, come pare, è una vita che fa politica ed è tuttora un giovanotto.
Diciamo che sarà stato come quando una squadra di grido, diciamo la Juventus, cede in prestito la sua promessa in erba a una squadra dove possa giocare spesso per farsi le ossa.
Il fatto sta che il nostro nella squadra di provincia, la politica, c’è rimasto e si è guadagnato già un paio di pensioncine.
La prospettiva:
finirà il prestito? Tornerà alla cultura, rinfrancato e pieno di esperienza?
La politica trema, perché teme il divorzio, la cultura freme, perché ne ha bisogno.
Di fronte a tutto questo tumultuoso presente la popolazione lucana si interroga per capire dove lo preferirebbe.
La discussione è in atto ed è molto accesa, si profila, però, un compromesso fra i due mondi, anziché una guerra, e cioè, non volendo nessuno privarsi del superuomo, a proposito lo si è visto camminare sulle acque del Pantano, si offrirà part time a entrambi. La mattina farà il politico, e dalle 14 in poi l’intellettuale. Fine settimana alternati, Pasqua con l’uno e Natale con l’altro, d’estate quindici giorni per ognuno. Affido, ovviamente, congiunto. Il popolo lucano plaude.
E tutti vissero felici e contenti.
Perchè no?
Posted on 09. ago, 2011 by L.P. in religione
Berlusconi, Bossi, Frattini, D’Alema, Di Pietro, Casini, Rutelli, Scajola, Bersani, Vendola, Maroni, Borghezio, Tremonti, Alfano, De Magistris, Alemanno, Fini, Castelli, Mussolini, Prestigiacomo, Bonaiuti,Cicchitto e Gasparri, riuniti in conclave si sono posti, all’unisono, una domanda:
E SE DIO FOSSE UNO DI NOI?
Ognuno pare abbia risposto a modo suo.
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