Depressione iperattiva, ovvero: Sessantotto e Berlusconi, gli ingredienti del nuovo nulla.
Posted on 25. ago, 2019 by L.P. in Argomenti, Attualità, Città di Potenza, Commenti, Regione Basilicata

Da Berlusconi in poi la politica è cambiata. Ha cambiato linguaggio, dai partiti si è passati alle persone simbolo; dando l’impressione di volersi avvicinare alla gente, ne ha mutuato i toni da strada, fingendo di essere più decifrabile, rispetto al “politichese” e rifuggendo ogni tipo di ideologia, tanto da sembrare, oggi, tutta dello “stesso sapore”, come i gelati statunitensi di qualche anno fa che cambiavano colore ma non sapore.
Infatti certo non può essere distinta la politica sui migranti di un Minniti e di un Renzi (aiutiamoli a casa loro) da quella di un Salvini che ha provato a chiudere i porti, per la verità più a parole che coi fatti.
Se parli con un politico dei nostri giorni, lui stesso non sa se definirsi di destra o di sinistra, o, anche quando lo fa, se ci parli gli senti dire cose che una volta sono tipicamente di destra e una volta di sinistra.
Non si tratta delle conseguenze del crollo delle ideologie, ma del crollo del ragionamento politico, che, è bene dirlo, non poggia più né su fedi radicali, né sullo studio, ma solo sull’opportunità del momento per quei pochi che si avventurano nella politica con la speranza di trovare uno stipendio e quell’autorevolezza altrimenti mai raggiungibile.
La scuola non mi sembra che formi come qualche decennio fa, poche nozioni appiccicate con la saliva, con pochi cervelli che ben presto capiscono che qui non si può crescere.
E’ come se la massa della popolazione mondiale sia stata espropriata di ogni capacità critica, proprio attraverso una scolarizzazione sempre più flebile. Non dico una stravaganza se affermo che culture solide siano ormai un vezzo costosissimo, intraducibili nell’unica cosa che appassiona, cioè il guadagno, e quindi corollario per lo più di pochi ricchi gaudenti del tipo depresso iperattivo.
Ogni tentativo di approfondimento, nello studio siccome nelle professioni, rimane appannaggio di pochi strambi, la stragrande maggioranza preferendo quel tipo di approfondimento light tipico da wikipedia, ricerca su google o passaparola, approfondimenti paragonabili ai Bignami di una volta.
E quindi la politica oggi sembra accessibile a tutti, per il semplice motivo che quelle ovvietà che si sentono finanche dal Presidente della Repubblica, sono davvero alla portata di tutti.
E questo da Berlusconi in poi. Dopo il sessantotto, la seconda rivoluzione culturale, e si badi bene, tutt’e due in peggio, è quella berlusconiana. Dal diciotto politico del sessantotto al ricco che gioca a fare lo statista. Questi due momenti hanno dato la stura a un processo democratico nel senso deleterio del termine: cioè non solo pari opportunità per chiunque, ma uguale possibilità di raggiungere una meta, senza verifica dei requisiti.
L’Italia si è impoverita, culturalmente e spiritualmente, per finire alle comiche di un governo nato in vitro, morto per un colpo di sole e di un altro governo che si appresta a nascere in laboratorio. I cervelli, invece, non nascono in laboratorio, ma finiscono presto nel congelatore.
A noi piace sporco
Posted on 24. giu, 2019 by L.P. in Città di Potenza

Con il lunedì comincia una nuova settimana, tranne che per il parco di Montreale, laddove il lunedì è la prosecuzione di un prosaico week end, con la prova materiale che tutto è andato bene, ci si è divertiti e le libagioni non sono mancate.
Questo lunedì appena passato, allegri bambini giocavano al parco, lato monumento ai caduti, sulle attrezzature, non moderne ma sempre funzionali, sorvegliati da qualche incaricata. La zona era disseminata di cartacce, scatoli di cartone di pizze, bottigliette di plastica di minerale, bottiglie di vetro di birre, sacchetti di patatine, tovaglioli e tovagliolini, pacchetti di sigarette. I raccoglitori di rifiuti erano stracolmi e debordanti. Erano le tredici, preciso, non le sei del mattino, segno, quindi, che se qualche operatore fosse stato incaricato di pulire, o era già passato senza fare niente o non sarebbe passato più.
Ma le reprimende sui cittadini incivili e un Comune che non pulisce hanno francamente stancato, tanto non servono a niente, quindi è obbligatorio provare a dare una chiave di lettura diversa della potentinità.
Bene, un parco più è vissuto e più è affascinante. Perché un parco sia vissuto, bisogna, appunto, viverlo; ma non in punta di piedi, stando cioè attenti a non disseminare cartacce o cicche, giammai. Vissuto significa che si sia lasciata traccia della propria presenza. In un deserto la sensazione di solitudine che ti prende è angosciante, non rimane traccia dell’uomo, si sente solo il sibilo del vento che solleva la sabbia. A Montreale, invece, i segni della presenza umana sono ben visibili, e confortanti. Qualcuno ha lasciato anche due bottiglie di spumante vuote, in equilibrio sul bordo della fontana, come una firma d’autore sotto un dipinto di valore. Certo puoi cadere su una bottiglia e farti male. Ebbè? Nella giungla non sarebbe peggio? Si vabbè, ma qui siamo a Potenza. E allora? La natura qua vive incontaminata, nel senso che anche i resti dell’uomo sono intesi come natura vivente, in un’accezione moderna che fa del riciclo uno strumento di civiltà. Ma il riciclo è un’altra cosa. Ancora? Riciclare significa solo utilizzare una cosa al di là dell’uso preconfezionato che ha quando è nuova. Ma una bottiglia vuota va riciclata e allora ecco che diventa ornamento per una fontana pubblica, dissuasore per malintenzionati, se in frantumi, opera d’arte se incastonata nel marciapiedi, palla se la fai rotolare calciandola con delicatezza. Oppure. La busta delle patatine lasciata per terra e trascinata dal vento serve a ricordare quei rovi che rotolano nelle aree desertiche e le bottiglie di plastica servono per calpestarle e riceverne in dietro quel fragoroso rumore che fa tanto passatempo. Senza contare che un fazzolettino, se ancora non totalmente sfruttato, puoi usarlo per pulirti le scarpe o per soffiarti il naso in caso di bisogno.
Insomma a Montreale siamo oltre. Sbaglierò, ma cotanto lussurioso disordine urbano vede protagonisti i giovani, prima degli adulti e degli anziani. Allora perché non cogliere questa volontà innovativa, fresca e già tradizionale e non utilizzarla per il definitivo riscatto di questa città? In fondo sarebbe un’operazione non solo a costo zero, ma con la possibilità di recuperare risorse finanziarie. Visto che ci piace vivere fra l’immondizia ad arte riciclata, vietiamo definitivamente, e non solo a macchia di leopardo, la raccolta dei rifiuti e facciamo in modo che la città ne rimanga sommersa. Potremmo cominciare, finalmente, a camminare su superfici morbide, spesse, senza lamentarci per le buche, chè sarebbero tutte colmate dal riciclo e, se un cattivo odore cominciasse a impadronirsi della città, potremmo sempre dire che ogni grande città ha il suo odore e il nostro ce lo siamo conquistato giorno per giorno.
Abbiamo un futuro di nuova civiltà. Basta con le prediche sulle città pulite e vivibili, a noi, a Potenza, piace sporco. Serve solo regolamentare il tutto. Gli spazzini, finalmente, potranno dedicarsi ad altro: appesa la scopa al chiodo potranno godersi una birra al bar o raccogliere le lamentele per qualche zona della città ancora pulita.
Forse è questo il vero populismo: fare delle abitudini di tutti una norma da rispettare.
Stato della democrazia.
Posted on 16. gen, 2019 by L.P. in Amenità, Città di Potenza, Commenti, Regione Basilicata

Stato della democrazia.
Diagnosi: difese immunitarie della popolazione al livello di guardia. Rischio infiammazioni, contaminazioni, malattie virali, peste e lebbra. Il sistema di difesa ha alzato bandiera bianca e non filtra più i tweet, le foto, le divise indossate da ministri sempre in clima carnevalesco. Del pari i virus provenienti dalle opposizioni varie colgono impreparati i cittadini, bersaglio fisso dei social e del televisore.
I leader, in continuo contatto unilaterale con la popolazione, respingono ogni tentativo di mediazione, rimanendo arroccati nella suite extra lusso riservata alla casta dei politici, i quali vivono ai confini, o meglio fuori della realtà.
Terapia: spegnere televisore durante i talk show, rimanendo collegati solo per campionato e champion, eliminare l’applicazione Twitter o segnalare come sgraditi i leader, bannandoli inesorabilmente. Durante le occasioni di incontro coi politici, indossare mascherina bianca, guardare per terra ed evitare i contatti.
Stato della malattia: grave.
Tempi di guarigione: un paio di generazioni, un paio di anni di 5G, salvo complicazioni. In alternativa intervento chirurgico, con asportazione totale del corpo politico tutto e quarantena di tre mesi in ambiente sterile.
Il Bradascio pensiero.
Posted on 16. gen, 2019 by L.P. in Città di Potenza, Regione Basilicata
Bradascio, sul Quotidiano del Sud, picchia duro sul governatore Pittella, ma lo indica come padre nobile.
Un “promoveatur ut amoveatur” in saldo.
I padri nobili, in genere, hanno una certa età -Pittella è ancora un ragazzino- ma sono, appunto, nobili.
A parte i processi pendenti, che pur sentenziando sull’onestà, a prescindere dall’esito, hanno già sentenziato sulla nobiltà politica, il gesto di Bradascio è sembrato solo un argine all’esplosione negativa di giudizio.
Cioè proprio quello di cui accusa Pittella impedisce che lo si possa invitare a vestire i panni del padre nobile.
Allora non può che trattarsi di ironia, quindi ben venga Bradascio col suo carico di verità postume.
Il PD, almeno sui social, a riguardo, tace. Aspetta che passi sotto silenzio lo sfogo, un classico comportamento da prima repubblica, tipico del PD e dintorni nostrano.
Ma c’è da scommettere che lo spettacolo continui. Forza, prodi eroi, confessatevi, chè il giudizio è vicino.
Sculture e bidoni
Posted on 12. gen, 2019 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza

Potenza, piazza 18 agosto, il punto più attraversato dai potentini, che, di recente ha vista arricchirsi la rotonda dal mitico Leone, già sede di un’opera d’arte nella foto riprodotta, da tempo fa bella mostra anche dei bidoni della spazzatura. Questi risaltano meglio sotto la scultura che, dal suo canto, guadagna da un contorno sì variopinto. A specifica richiesta, su chi fosse l’autore del variegato quadretto, il comune ha risposto che è opera degli assegnatari dei bidoni, i quali, evidentemente possono scegliere dove sistemarli. Penso ad altre città e immagino bidoni davanti all’altare della patria a Roma, sotto il campanile di San Marco, davanti al duomo di Milano, sempre con le debite proporzioni. Un regolamento proprio no, nella città del bello, cugina della capitale della cultura e dove la squadra del cuore è uno squadron. A proposito il fil rouge che unisce l’arte a Potenza lo si coglie dai particolari: lo sguardo del leone è infatti rivolto ai bidoni. I love Potenza.
Basilicata, paradiso degli indifferenti.
Posted on 12. gen, 2019 by L.P. in Città di Potenza, Commenti

Va bene si va al voto, ma per votare chi?
E, ancora, per votare quali intenzioni politiche e amministrative?
L’irresponsabile mondo della politica nostrana non ha approfittato della proroga gentilmente concessa da una Franconi stile Paperon de Paperoni, quanto a eccesso di risparmio, neanche per formulare una proposta concreta del futuro della Basilicata. Macchè. Troppo presi a salvaguardare le proprie poltrone, i propri cappelli, le proprie prerogative, hanno dimenticato che la politica, alla fine, oltre che nella celebrazione del loro potere, si concretizza nel governo del territorio, con tanto di idee e programmi.
Niente di niente. Roba da metterli al muro per bersagliarli con pomodori andati, mele marce e bucce di mandarino.
La politica, per loro, si limita a una candidatura, alla raccolta del consenso e all’esercizio, bieco, della distribuzione delle coppole minori, tutte rigorosamente affidate a fidi imbecilli o giù di lì.
Qualche eccezione c’è, per la verità. Un 5 Stelle in giro per la regione che qualche idea la sta provando a mettere insieme, ma nulla a che vedere con un programma definito, un esponente del PD che prende chiare posizioni sul petrolio, e poi il nulla, il buio in sala alla fine dell’opera con macchinista che dimentica di accendere le luci.
Quindi, a oggi, non conosciamo chi si propone per la massima carica, eccezion fatta per Mattia, chi si candida a consigliere, quali sono le coalizioni, ma, soprattutto, quali sono i programmi.
Su questi molti pseudopolitici dicono che i programmi sono tutti uguali, ma quali!, che non ci vuole niente a prepararne uno decente, evidentemente spolverano sempre lo stesso di qualche decennio orsono, affidandosi alle chiacchiere che verranno dispensate a un microfono o in un tweet. Roba da matti!
Lo scempio della politica.
Eppure in questo meraviglioso territorio ce ne sono di cose da dire e programmare, dalle infrastrutture, che pure vanno adeguatamente teorizzate, sul tipo e sulla localizzazione, sull’emergenza ambientale, su un’agricoltura da rilanciare o destinare ad attività di nicchia e di ripiego, su una industrializzazione che va sollecitata o definitivamente debellata, sulla naturale predisposizione del nostro territorio, invero variegato, a essere destinato a un obiettivo piuttosto che a un altro, sul ruolo delle province, sulla valorizzazione dei nostri borghi, sulla caratterizzazione turistica e/o cos’altro; tutti argomenti sui quali i nostri partiti, se interrogati, saprebbero rispondere con frasi fatte, slogan appunto, ma senza aver speso un minuto che sia uno allo studio delle nostre problematiche.
Il deserto più arido esistente sulla faccia della terra è quello dei cervelli politici nostrani, abili solo nel comporre i puzzle del potere, promettere manciate di briciole, rigorosamente quelle avanzate, e fare leggi destinate a essere cestinate o provvedimenti a essere annullati.
Nulla scuote il piatto elettroencefalogramma politico dei nostri eroi che, ora, sono pure in affanno perché le elezioni incombono e questo loro affanno testimonia di quanto, in definitiva tutti, tranne i ricorrenti, avessero a cuore il rinvio.
Un quadro mostruosamente negativo che, però, non scuote i lucani. E su questo punto davvero non riesco a capacitarmi. Ma è possibile che non si avverta l’esigenza di una politica di qualità? Ma è possibile che siamo tutti così piatti da meritarci questo inguardabile spettacolo?
Trovo che anche la stampa davvero si sia adeguata al livello sotterraneo della qualità intellettuale e culturale della nostra politica; così come i sedicenti intellettuali, indifferenti o collusi con un potere marcio che non ha niente da dare di buono, non danno segni di vita, ma vivacchiano fra un libro e una mostra.
E’ quindi normale che l’agenda politica della nostra regione continueranno a dettarla le Procure, tutte, i Tar e le varie Corti, giammai un consesso politico che non ha davvero motivo di esistere in questi termini. Per quanto mi riguarda sarebbe meglio abolirla la Regione Basilicata, o tutte le regioni, chè hanno dimostrato di meritare l’autonomia solo in pochissime, le altre figlie della sciatteria, degli interessi di pochi e dell’ignoranza, meriterebbero di scomparire definitivamente.
Aspetta che ti nomino. Atto secondo.
Posted on 11. gen, 2019 by L.P. in Città di Potenza

Aspetta che ti nomino. Commedia in vari atti purtroppo ridotti a causa dello stato di agitazione indetto dal Tar Basilicata.
Secondo atto.
-ehm .. Silvio, ehm … noi avremmo deciso, ecco… se vuoi darci il via libera …. potremmo ufficializzare la notizia.
-ma che bravi. Dunque, metodo usato?
-Bigliettini.
-Ancora usate i bigliettini? Cominciamo male. Noi puntiamo alla comunicazione, è importante sfondare il video.
-ehm … Silvio …., parliamo delle regionali.
-quali regionali?
-Basilicata.
-Basilicata? E dove sta?
-Matera …. Potenza …. braciole, come ti posso spiegare … Maratea …. sfilata dei turchi …. petrolio …..
-sì, qualcosa mi viene in mente, vabbè, è poco importante, allora ditemi pure, di cosa parliamo?
-delle elezioni, abbiamo scelto il candidato governatore …
-voi? E con quale diritto, bah! E ditemi, come veste?
-Silvio, come dici tu, è disponibile …..
-doppio petto, cravatte scure, polsini, mi raccomando, e scarpe sempre lucidissime.
-va bene. Lo prepariamo, ma vuoi dare uno sguardo al nome?
Silvio si accinge ad aprire una busta che gli viene consegnata con le stesse cautele che si usano manovrando una mina, ma lui invece all’improvviso la getta nel camino.
-non sapete parlare? Vi hanno mozzato la lingua? Ma da dove venite, diamine, dalla Basilicata?
Silvio comincia a ridere e anche gli ospiti si ritengono in dovere di sbellicarsi dal ridere per la battuta.
Fine del secondo atto, ma la saga continua, ah!, se continua.
C’è spot e spot
Posted on 10. gen, 2019 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Regione Basilicata

Due sono le pubblicità che non avrei mai voluto girare da protagonista.
Non nascondo, infatti, una certa tendenza esibizionistica che mi avrebbe spinto, ne avessi avuta l’occasione, a girare spot pubblicitari.
Ebbene i due spot sono: quello del vino San Crispino, sia nella vecchia versione con la neolaureata che arriva in vigna e mangia con tutti i lavoratori o familiari che nella nuova, con l’attendente di Montalbano sugli scudi, e l’altra è quella recente del Festival di Sanremo.
L’antipatia è a pelle.
Ma questo è il periodo di Baglioni, da adesso ad almeno metà marzo non si parlerà che di lui, della sua grande professionalità, di qualche, lieve, difettuccio, invero ben perdonabile, del suo fascino e nanì nanera.
Se poi si dovesse considerare che questi spot vengono immediatamente prima e immediatamente dopo il TG regione, beh, l’attentato è bello e provato.
Attentato alla nostra dignità, innanzitutto. E poi a quello che volete.
E dire che se ne potevano fare di molto belli, di spot, dicevo.
Pure per il San Crispino, giuro.
Ve la immaginate una massaia che mentre prepara si attacca al cartone di vino e quando si va a tavola è bell’e finito e tutti che, dal tavolo lungo all’aperto, la guardano in cagnesco?
Oppure un intenditore che discetta di vini pregiati a una bella platea, con tanto di prova aroma, prova colore e prova palato e uno in ultima fila che si sborraccia il cartone di San Crispino?
Ma tornando a Sanremo e all’icona Baglioni, se ne poteva pensare uno del tipo” Baglioni sta seduto sul bagno di casa coi pantaloni a mezza gamba quando una voce fuori campo grida “Claudio, le prove!” e lui che si alza di botto, inciampa e finisce steso? Dai, sarebbe stata tutta un’altra musica.
Invece va di moda il politicamente scemo e corretto. Che, poi, sarà pure difficile farle tanto stupide le pubblicità, ci vuole talento anche per questo.
-Ehi, senti un po’, ma tu proprio di queste scemenze devi parlare, quando siamo tutti in ansia per il verdetto del Tar sulla data delle elezioni regionali?
Caspita!, me le ero dimenticate. Vabbè, pazienza, comunque vada sarà una sconfitta per i lucani, e dato che questo capita da secoli, una in più non ci cambia la vita. Suvvia proviamo a distrarci con la manifestazione del 12 del PD. Pare che sfileranno in girotondo attorno alla rotonda del leone, come ai tempi di Nanni Moretti attivista antiberlusconiano, mi pare, solo che noi ci abbiamo le rotonde, pare suggerite proprio per questo tipo di attività. Il cerchio, così, sarà perfetto e passeranno tutti una bella giornata. Magari, visto che si trovano, quelli del PD potrebbero anche manifestare a favore di un mandato elettorale settennale per i consiglieri regionali, come per il Presidente Valeriana della Repubblica.
OK, basta così, ora si sfiora il sacrilegio. Pardon a tutte le persone per bene, timorate di Dio.
Quale Dio? Non so, a ognuno il suo, inclusi i politici. (E Franti si limitò a sorridere con uno sguardo sofferente).
Morta? No, respira ancora. Sembra.
Posted on 09. gen, 2019 by L.P. in Città di Potenza, Commenti, Regione Basilicata

Dario, Rocco e il dissesto
Posted on 23. dic, 2017 by L.P. in Città di Potenza

-Rocco, aiutami a capire, ma noi abbiamo dichiarato il dissesto?
-Certo che sì.
-Rocco, quando si fa qualcosa in questo Comune io devo saperlo!
-Dario ma tu lo sapevi.
-Ma per favore, Rocco. E poi chi è questa Trotta di cui tanto si parla?
-Dario è la società cui abbiamo affidato i trasporti.
-Per mille cefalee da umidità, ma non potevamo sceglierne uno migliore? I trasporti fanno schifo.
-Zitto, Dario. Non farti sentire, ma tranquillo, prima andavano male uguale.
-Senti Rocco, a parte che non riesco a capire come fai a sapere tutto, questa storia della sentenza della Corte dei Conti, perché mi nominano tutti?
-Perché tu in passato hai parlato troppo.
-Io?
-Tu.
-E cosa ho detto?
-Che prima l’affidamento era uno spreco.
-E non lo era?
-Dario e che ne so io? Lo hai detto tu.
-Poffarbacco. Qualcuno me lo avrà suggerito.
-Andiamo bene.
-Ma, diamine, io qua non decido niente e tutti se la prendono con me. Ora basta. Io questo Comune lo rivolto come un calzino! Sgrunt!
-Dario e basta mò, piuttosto come chiudiamo la nostra consiliatura? Hai in mente qualcosa?
-Un altro paio di rotonde?
-Vabbè, Dario mangiamoci la pizza che è meglio.
Buongiorno vorrei un loculo. Fanno 5.000.
Posted on 29. nov, 2017 by L.P. in Città di Potenza

Generalizzare non è giusto, ma aiuta.
Ecco, quindi proviamo a generalizzare. Se in un Comune, per anni, si fa compravendita illecita di loculi e nessuno se ne accorge, ovvero nessuno denuncia, ovvero ancora qualcuno subodora ma non viene servito a domicilio con tanto di nomi , cognomi e fototessera, quindi tollera col dubbio che si possa delinquere, cos’altro accadrà mai al Comune di Potenza?
Ma figurati! E che diamine, ci vogliono le prove! Le hai? Allora fammi il piacere di non generalizzare.
Va bene allora rimaniamo ai fatti.
Si legge sui giornali che il Gip ha motivato il suo provvedimento cautelare sulla circostanza che il sistema cimiteriale potentino andava avanti da anni. Orbene, ma gli assessori, i sindaci e tutti i controllori o presunti tali davvero non sono capaci di bonificare gli uffici marci?
E’ tanto difficile? E se hanno dei sospetti perché non si fanno aiutare dalle Autorità a tanto deputate?
“E’ vero che ogni tanto si vociferava di affari loschi all’interno del cimitero, ma nessuno mi ha portato fatti per quanto li abbia chiesti”, ha dichiarato il Sindaco, come riferisce un quotidiano locale.
Quindi c’erano sospetti ma non si denunciava. Peccato. Abbiamo una Procura apposta per indagare.
Quindi, vogliamo provare a generalizzare?
Non se ne parla proprio!
Ok, buon loculo a tutti.
Potenza 5 Francavilla 0
Posted on 05. nov, 2017 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Società e costume, Sport

Dopo tanti anni, come molti, sono tornato allo stadio. Bella giornata, anche se sul Viviani il sole scompare presto. Le emozioni sono diverse, che vuoi, con gli anni si mitigano passioni e ardori.Unico fremito iniziale è per la curva, rumorosa, festosa, compatta. Per il resto un gran pubblico, ma posato, riservato, come sempre, del resto, anche se, tanti anni fa, qualche tifoso appassionato lo si trovava anche in tribuna, dove, sempre raramente, si faceva anche a botte.
Il Potenza è forte, non c’è partita. Il Francavilla è ordinato, il dieci elegante e preciso, chissà come si chiamerà, ma si sente che al primo affondo sarà gol per il Potenza.
E così avviene, e poi ancora per altre quattro volte.
I gol sono stati tutti belli, costruiti, spettacolari, ma sembrava un’amichevole, forse è così quando si vincono i campionati: due o tre partite chiave e il resto allenamenti.
Ma non sarà facile, comunque, stare sempre concentrati e vincerle tutte, o quasi. Si vede che c’è un signor allenatore, anche se tante appassionate sgridate sembrano inutili, ma che ne capisco io, di calcio.
Al di là dello spettacolo, bello per i cinque gol, le emozioni, alla fine, le ragala sempre la curva: non ha smesso mai di cantare, tifare, sostenere, per il resto, ripeto, come al cinema, anzi come al teatro, con l’applauso finale, tutti in piedi, peccato non si possa chiedere il bis.
La squadra festeggia con tutti i settori dello stadio, ma la festa più appassionata è con la curva, come è giusto.
Era ora, comunque, che noi si fosse primi, non ti cambia la vita, ma ti inorgoglisce un po’. Una maniera per sentirsi potentini, una volta tanto.
Se si può trarre un auspicio dallo sport, beh, è un gran bell’auspicio.
Speriamo solo che le vittorie in fila non diano assuefazione, anche se la fame atavica dovrebbe compensare anche un campionato senza sussulti, con solo vittorie, nientepopodimenochè come la amata-odiata Juve.
Tornerò allo stadio? Non lo so. Può darsi, anche se mi sembra di rubare lo spettacolo a quelli che non ne hanno mai fatto a meno e che anche nei periodi di magra stavano al Viviani. Magari con il loro permesso, forse.
Santa Messa e campagna elettorale
Posted on 03. nov, 2017 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Politica nazionale, Regione Basilicata

La campagna elettorale entra in chiesa. A mergine della Santa Messa i candidati preferiti dal parroco possono fare il loro bel comizio ai fedeli, appena comunicati, quindi confessati, pronti, puliti, aperti a recepire le istruzioni elettorali.
È accaduto a Palermo, ma il vezzo potrebbe espandersi a macchia d’olio. Si arriverà a una distribuzione delle parrocchie secondo quote proporzionali, secondo il manuale Cencelli, o soltanto secondo l’orientamento politico del Parroco o del Vescovo? Chissà. Attoniti aspettiamo gli sviluppi.
Ma che a inaugurare il nuovo metodo sia stato il PD, la dice lunga sulle propaggini che questo partito mantiene nella società.
Roba che presto ce li troveremo al catechismo o alla riunione condominiale. Dicono sia la nuova frontiera della fede o della politica. Vedremo.
Che roba di loro, però.
Dario, Rocco e “chiamo la moglie”? Dal Roma di Basilicata
Posted on 20. set, 2017 by L.P. in Amenità, Città di Potenza

-Rocco, sono stanco, sai?
-Non ti va di fare oltre il Sindaco?
-Ma no, cosa hai capito. Sono stanco di questo borbottio continuo sulla mia appartenenza alla destra. Insomma cosa devo fare per dimostrare la mia totale, assoluta e immarcescibile apartiticità?
-Per esempio evitare di esporti in convegni, presentazioni e roba varia, quando hanno una evidente targa di destra o come suol dirsi di centro destra.
-Non devo?
-Evita. Anche se questo PD e questo Articolo vattelappesca non danno fastidio.
-Ecco. Quindi posso guardare serenamente e liberamente al mio futuro politico?
-Sì, come no, ma l’importante è rimanere credibili. Insomma governiamo col PD e Articolo vattelappesca e ci dichiariamo di destra, partecipando ai convegni. Qualcuno potrebbe marciarci e anche brillantemente.
-E’ tutta invidia, Rocco.
-Può essere.
-Quindi …. Che schiattassero. Anche perché, detto fra di noi, nessuno ha la statura, morale e politica, per combatterci seriamente. Ecco, l’ho detto!
-Noi siamo i gatti ……
-E loro tutti i topi. Hihihi. Dai Rocco, scateniamoci in un frenetico shake.
-Ci hai preso gusto col ballo, eh?
-Guarda …. Puff … pant …. Guarda questa giravolta …. Op ……. (Spatabang, fragore di sedie che cadono).
-Uh, che caduta, Dario, …(rumore di risa soffocate), ti sei fatto male? Chiamo la moglie?
-Cretino!
Tornano le grandi interviste di Fred Mulligam, Gigio Gigi, autore della Saga di Dario e Rocco, si confessa.
Posted on 09. set, 2017 by L.P. in Città di Potenza
-Illustre Gigio Gigi, come nasce l’idea di una saga di Dario e Rocco?
-Caro Fred, non saprei dire precisamente. Credo che l’idea abbia preso corpo poco alla volta nella mia mente senza che me ne accorgessi. Una bella mattina mi sono visto scorrere nella mente una immagine, forse il sunto metabolizzato dalla mia coscienza di mille scene già viste. E la fantasia ha cominciato a lavorare.
-Se dovesse immaginare uno scrittore al quale si è ispirato, chi indicherebbe?
-Plauto, sicuramente, ma poi non posso fare a meno di ricordare Borges, Kant, Walt Disney e Shulz.
-Ci sono altri personaggi in cantiere?
-Mi affascina l’aplomb di Sergio Potenza, la verve di Lucia Sileo, l’adattabilità di Giuseppe Giuzio, e il sarcasmo di Luigi Petrone, che immagino affacciato alla balaustra di un ipotetico teatro, sede dei consigli comunali, come gli anziani del Muppet Show, a dirigere i lavori.
-Qualche volta ha fatto riferimento all’assessora Celi.
-Vero, ma non l’ho resa mai protagonista diretta. Rende di più evocata da altri personaggi. Ma non so se nascerà una nuova saga.
-Crede che comunque la saga ha un’influenza sulla politica cittadina?
-Mi basterebbe che incidesse sulle digestioni quotidiane di qualcuno, che strappasse qualche sorriso o qualche promessa di vendetta, sarei molto soddisfatto.
-Quanche editore le ha fatto proposta di pubblicazione?
-Certo, come no, la “Libri e Agopuntura” di Cersosimo, le “edizioni Menegatto” di Butrio, e la “Publitutten” di Arnoldstein.
-Perbacco, anche in Austria leggono la saga?
-Per la verità all’estero ne vanno pazzi. Pensi che in Buthan lo usano per le pratiche di preghiera Zen.
-Grazie Gigio Gigi.
-Grazie a te Fred, sempre sul pezzo, complimenti.
-Si fa quel che si può.
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