Larve futuriste
Posted on 06. nov, 2017 by L.P. in Poesie
Guardò la pipa impolverata
amica di giornate tristi e allegre
se la girò fra le mani
grandi, scure, gonfie
come quelle dei morti
se la poggiò fra le labbra
avvertendo ancora il sapore stantio e amarognolo del tabacco
quindi si accomodò per vedere la partita di Champions.
Folco Saturnino, Monfalcone (1952-2012)
Gran tifoso di calcio, deluso per le sorti della Triestina, trovò luce nella poesia cui dedicò il suo ardore giovanile e la sua maturità prorompente. In vecchiaia indugiò troppo con la Vecchia Romagna ma mantenne un contegno sussiegoso da letterato riservato.
Parole tolte.
Posted on 04. nov, 2017 by L.P. in Amenità, Poesie
Ignaro, assecondava
il ritmo del suo respiro
battendo un piede
girando una mano.
Quando lo vide
o meglio
ne annusò l’odore
il respiro suo
rimase sospeso
nell’attesa di un funesto segno.
Che puntuale arrivò.
Lodovico Eugenio Mantegazza, Mantova, 1994.
Poeta per scrupolo, per volontà residua o per angoscia, si pensò scoria futurista ideologicamente impura, stante il suo odio-amore per il comunismo.
Lesse tanto da riuscire a farlo anche sotto la doccia, che faceva però raramente perchè, amava ripetere, annacquava il cervello, tonificando le gambe. E lui non amava camminare.
Morí col cruccio di un piatto di spaghetti al pomodoro che la moglie non seppe mai cucinare.
RESET
Posted on 23. mar, 2013 by L.P. in Poesie, Politica nazionale, Racconti, Regione Basilicata, religione
Accattivante ricordo
Posted on 10. nov, 2011 by L.P. in Poesie
Cauto
Non azzardo un pensiero
Mente come un lago piatto
Vivo
Nicoletto Branzi (Lecco, 1982). L’autore mentì alla polizia e venne arrestato proprio il giorno in cui aveva capito di essere un poeta.
I primi giorni di galera furono terreno fertile per diventare consapevole della nuova realtà.
Uscì di galera a fronte alta e sicuramente più spaziosa.
Riferiscono i vicini che tornato a casa non ne uscì più.
In molti apprezzarono il suo cantico per un amore mai nato. Dicono che passasse le notti sul terrazzo in attesa di un’astronave che lo portasse su Giove. Esperto di astrologia, morì colpito dal trigono di Venere con Mercurio Cromo.
Chimere
Posted on 23. set, 2011 by L.P. in Poesie
Tramonta l’illusione
frana il sogno
rimane l’oggi
e finalmente mi basta.
Federico Scaccialupi (1962, Amendolara). Carattere cupo, ma fiero e dignitoso, lo Scaccialupi adeguò la sua esistenza ad una professione impegnativa, che, però, non lo distolse dallo studio del buddhismo zen, cui è, evidentemente, ispirata l’ode. Studiò la maniera per dimenticarsi del fattore tempo e per rinvigorire gli affetti verso ogni cosa inanimata. Amò nell’ordine portaceneri, tenaglie, calendari, apparecchi radio e scopini del cesso. Quando, però, si innamorò di una donna esclamò: “qua si ferma l’orologio. Davvero”. E pianse di gioia. Morì ottantaduenne mentre lavorava di stuzzicadenti per estrarre pezzi di salsiccia calabrese da un dente bucato. Ora che in cielo non ha più la dimensione del tempo, faceto, ama chiedere a tutti ”cosa facciamo stasera?”
LAVORI IN CORSO
Posted on 14. set, 2011 by L.P. in Amenità, Argomenti, Attualità, Calcio, Città di Potenza, Commenti, Cronache marziane, La squallida della settimana, Le grandi interviste di Fred Mulligan, Letteratura, Letture, Oroscopo, pensieri e parole, Poesie, Politica nazionale, Provincia di Potenza, Racconti, Regione Basilicata, Società e costume
Questo modesto blog non presenterà nuovi post per un periodo di tempo che varierà da due giorni a due settimane, salvo ulteriori esigenze di ristrutturazione che dovessero presentarsi nel corso dei lavori.
La ristrutturazione prevede la demolizione di quanto accumulato, costruito, meditato e tradito nel corso degli ultimi anni a livello mentale, e la ricostruzione di una superficie mentale piana atta a consentire nuovi insediamenti immateriali.
Il progetto, assentito con permesso di costruire n. 7310, è a firma dell’ing. Temistocle Protocollo, mentre i lavori sono affidati alla ditta “Gli spalatori di nuvole”, nota per la assoluta e indiscussa capacità di lavorare sull’immateriale.
La stimatissima utenza è pregata di unirsi e di condividere l’auspicio dell’autore di un rinnovato impegno che proceda da un nuovo punto di partenza recitando almeno una volta nella giornata e per un tempo massimo di trenta secondi il mantra dei mantra: merda secca.
Nella consapevolezza che è stato bello, e che, forse, lo sarà ancora di più in futuro, l’autore è felice di porgervi i suoi sentiti ringraziamenti oltre che i suoi migliori saluti, estensibili in famiglia.
L’intossicato L.P.
Raggi di luna e orecchiette al ragù
Posted on 01. mar, 2011 by L.P. in Poesie
Veli nella mente
Assorbono e filtrano ogni stato dell’anima
Provo a spiegarmi
Per gioco o sul serio
Non ho vesti per nascondermi
Non ho menzogne da venderti
Provo a leggere
Con te la nostra storia
Ma non cedo ai ricordi
Semmai rinuncio.
Filippantonio Cerusola, Peschici, 46. Ingegnere meccanico, non mise mai a frutto gli studi. Vinse un concorso a 23 anni, neo laureato, come portalettere in un paesino della Lucania dove si sposò e mise su famiglia. Famoso per l’andatura ondeggiante che manteneva con la bicicletta, suo strumento di lavoro, venne soprannominato, dai ragazzi del paese, Adorni. Fedele frequentatore dell’osteria del posto, riuscì a capire, primo nel sud dell’Italia, l’importanza del clientelismo quale autentico ammortizzatore sociale. Cionondimeno osteggiò sempre la democrazia cristiana, rea, secondo il nostro, di favorire la sacrestia a discapito del circolo del dopolavoro della Posta che lui con passione dirigeva. Mitiche le gite che organizzava: tutte al suo paese natio per poter approfittare dell’occasione per fare visita alla anziana madre. L’ispirazione poetica lo coglieva sempre sulla tazza del bagno, e le sue bozze immancabilmente venivano redatte sulla carta igienica. Per questo motivo la sua poetica venne definita leggera e resistente. Ora è in pensione ed è un fan di Zucchero Fornaciari, di cui conosce vita, morte e miracoli.
Il rogo del libri
Posted on 27. gen, 2011 by L.P. in Poesie
Il rogo dei libri (trad. di F.Fortini)
di Bertolt Brecht
Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
- uno di quelli al bando, uno dei meglio – l’elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d’ira
e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l’ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!
Incertezza e jazz
Posted on 06. ago, 2010 by L.P. in Poesie
Chiuso in un eremo di parole
Sconfiggo il tormento del tempo
Granulose appaiono le idee
Stereotipati i sentimenti
Mi offri da bere
Ma andrà anche peggio
Troppo gelo e sintassi
Non voglio morire di forma
Ferdinando Paolo Gerindo. Acitrezza, 1976.
Autore poco conosciuto, in paese era amato da tutti. Alternava momenti di socialità perentoria, a momenti di solitudine agreste. Pare avesse tanta abilità nel cucinare i totani; riusciva a amalgamare sapori inusuali e aromi furtivi. Accoppiava il vino alle pietanze come pochi, salvo, poi, rifugiarsi in litri di chinotto per accompagnare originali degustazioni di pecorino. Tale cocente incoerenza culinaria gli valse l’appellativo di totano alla crema. Accusò il colpo, però, e da allora scrisse solo poesie.
Calamari al cappero
Posted on 25. mag, 2010 by L.P. in Poesie
Esistere quanto basta
mangiare di meno
invadere mai.
Pierclaudio Forchetta, 2000, Busto Arstizio. Celebre la sua arringa in un consilgio comunale, durante una discussione sulla possibilità di liberalizzare l’uso dell’epiteto volgare nel linguaggio politico, quando afferrò il microfono e lo scaraventò verso i banchi della maggioranza, proclamando la sua libertà di opinione. Musicò diversi inni attraverso i quali celebrò la purezza del bemolle diesizzato. Morì abbattuto da un alitata all’aglio.
Un anno dopo l’altro
Posted on 12. gen, 2010 by L.P. in Poesie
Languido aspettava che terminasse il turno
ne verrà un altro, si disse,
uguale
ma con rinnovata supponenza.
Basteranno poche ore (continua…)
La nave del tempo
Posted on 01. feb, 2008 by L.P. in Letteratura, Poesie
Angelo della vita accanto ad un fiore
scandisce il ritmo di un samba melanconico.
Il sole scalda la sabbia e le pietre
ma il mio cuore trema.
C’è gelo nella mia anima.
Gigliolo Parsenda, detto il vendemmiatore, 1959, Corigliano Calabro. L’eclettico poeta ama misurarsi con immaginari avversari in un fantastico campo di battaglia medioevale. Il profumo che promana dai suoi versi fa il pari con la loro hegeliana logica morale, accompagnandosi sull’identico binario diretto alla più profonda sensibilità del lettore. Ancora in vita, ma molto anziano, coltiva l’hobby della raccolta dei quotidiani sfigati, di quei quotidiani, cioè, che percepiscono il contributo statale ma che non legge nessuno. Pare ne abbia raccolti 2.497. Ama sempre ricordare agli amici che il vino buono non porta mai acidità.
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