Wednesday, 31st May 2023

Depressione iperattiva, ovvero: Sessantotto e Berlusconi, gli ingredienti del nuovo nulla.

Posted on 25. ago, 2019 by in Argomenti, Attualità, Città di Potenza, Commenti, Regione Basilicata

Depressione iperattiva, ovvero: Sessantotto e Berlusconi, gli ingredienti del nuovo nulla.

Da Berlusconi in poi la politica è cambiata. Ha cambiato linguaggio, dai partiti si è passati alle persone simbolo; dando l’impressione di volersi avvicinare alla gente, ne ha mutuato i toni da strada, fingendo di essere più decifrabile, rispetto al “politichese” e rifuggendo ogni tipo di ideologia, tanto da sembrare, oggi, tutta dello “stesso sapore”, come i gelati statunitensi di qualche anno fa che cambiavano colore ma non sapore.

Infatti certo non può essere distinta la politica sui migranti di un Minniti e di un Renzi (aiutiamoli a casa loro) da quella di un Salvini che ha provato a chiudere i porti, per la verità più a parole che coi fatti.

Se parli con un politico dei nostri giorni, lui stesso non sa se definirsi di destra o di sinistra, o, anche quando lo fa, se ci parli gli senti dire cose che una volta sono tipicamente di destra e una volta di sinistra.

Non si tratta delle conseguenze del crollo delle ideologie, ma del crollo del ragionamento politico, che, è bene dirlo, non poggia più né su fedi radicali, né sullo studio, ma solo sull’opportunità del momento per quei pochi che si avventurano nella politica con la speranza di trovare uno stipendio e quell’autorevolezza altrimenti mai raggiungibile.

La scuola non mi sembra che formi come qualche decennio fa, poche nozioni appiccicate con la saliva, con pochi cervelli che ben presto capiscono che qui non si può crescere.

E’ come se la massa della popolazione mondiale sia stata espropriata di ogni capacità critica, proprio attraverso una scolarizzazione sempre più flebile. Non dico una stravaganza se affermo che culture solide siano ormai un vezzo costosissimo, intraducibili nell’unica cosa che appassiona, cioè il guadagno, e quindi corollario per lo più di pochi ricchi gaudenti del tipo depresso iperattivo.

Ogni tentativo di approfondimento, nello studio siccome nelle professioni, rimane appannaggio di pochi strambi, la stragrande maggioranza preferendo quel tipo di approfondimento light tipico da wikipedia, ricerca su google o passaparola, approfondimenti paragonabili ai Bignami di una volta.

E quindi la politica oggi sembra accessibile a tutti, per il semplice motivo che quelle ovvietà che si sentono finanche dal Presidente della Repubblica, sono davvero alla portata di tutti.

E questo da Berlusconi in poi. Dopo il sessantotto, la seconda rivoluzione culturale, e si badi bene, tutt’e due in peggio, è quella berlusconiana. Dal diciotto politico del sessantotto al ricco che gioca a fare lo statista. Questi due momenti hanno dato la stura a un processo democratico nel senso deleterio del termine: cioè non solo pari opportunità per chiunque, ma uguale possibilità di raggiungere una meta, senza verifica dei requisiti.

L’Italia si è impoverita, culturalmente e spiritualmente, per finire alle comiche di un governo nato in vitro, morto per un colpo di sole e di un altro governo che si appresta a nascere in laboratorio. I cervelli, invece, non nascono in laboratorio, ma finiscono presto nel congelatore.

Casaleggio? Passo.

Posted on 28. dic, 2017 by in Argomenti, Attualità, Politica nazionale

Casaleggio? Passo.

Ho guardato, ieri sera, 27 dicembre, la trasmissione della Gruber, Ottoemezzo. Ospite nientepopodimenoche Casaleggio.

Questi, alla fine, ha dichiarato che le sue apparizioni in TV saranno rarissime. Concordo con la decisione, magari l’avesse anticipata non sarebbe stata una cattiva idea.

In pratica a domande aperte, in risposta alle quali avrebbe potuto stilare un manifesto politico, ha balbettato letteralmente poche scemenze, dette e ridette a iosa dai parlamentari dei cinque stelle. Spesso, addirittura, non ha risposto.

Una figura misera pari quasi a quella che fece Grasso qualche giorno orsono.

Un politico dovrebbe invece spiegare, motivare, oso dire galvanizzare chi lo ascolta; certo, senza dire scemenze o promettere il paradiso in terra, ma almeno argomentare. Lui no. Imbarazzante, un serio invito a cambiare partito o movimento.

Certo non hanno aiutato la serata gli interventi degli altri ospiti, tutti, più o meno, è sembrato, intimiditi davanti a un uomo che celebrava il nulla.

Gli do il merito di non aver lanciato slogan, ma sarebbe stato finanche un lusso nel nulla della sua apparizione, anche un po’ sbiadita, spenta, tiè, moscia.

Rimane il dubbio se non sia stato un eccesso di riservatezza o timidezza a imbrigliarlo o se non ci sia proprio niente dietro Casaleggio.

Ma è Natale e opto per la prima ipotesi. Quindi, sì, ottima decisione. Mai più in TV.

PS: il sistema o lo accetti o lo combatti senza dividerci niente, vie di mezzo non ne esistono. Era meglio quando il M5S non compariva. Ora lo conosciamo e poco si distingue dalla fuffa generale.

Leggi, regole e peperoncino. Editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 18. ago, 2017 by in Amenità, Attualità, Società e costume

Leggi, regole e peperoncino. Editoriale del Roma Cronache Lucane

L’Italia vive una eterna contraddizione, da un lato vorrebbe un generale e compiuto rispetto delle leggi, dall’altro non le riesce proprio di sopportarle, le leggi.

Ma l’Italia che conosce bene l’arte di arrangiarsi, anche in questa tragica situazione psicologica, ha trovato la soluzione, che va assolutamente declinata in prima persona: tutti devono rispettare le leggi tranne che io.

La soluzione, invero geniale, non trova una rigida applicazione, ma rimane elastica, quindi adattabile a ogni particolare contingenza.

Quindi saremo tolleranti innanzitutto con la famiglia, poi con gli amici più stretti, infine con chi ci sta simpatico e non ci rompe le balle.

Sarete d’accordo che anche in questo frangente il genio italico ha fatto centro, che roba di noi, direbbero al nord.

Qualche esempio per chiarire meglio: non si fuma in luoghi chiusi, ma io alla mia sigaretta non rinuncio, oppure, bisogna battere gli scontrini per ogni consumazione, ma che vuoi che facciano due caffè. Come in ogni frangente calamitoso, di fronte alla legge, poi, si scopre la solidarietà che comporta la gratuita cessione dei diritti di furbata al vicino, al passante o a chi capita.

Quando ci capita cotanta generosità ringraziamo sorridendo, ovvero, se siamo noi a dispensare furbate, assumiamo la faccia di chi non vuole proprio tirarsela, anzi.

Sarà per questa genetica propensione alla illegalità che non ci mette a disagio sapere che un amministratore è sotto processo per corruzione o che il tal cassiere lo è per furto, anzi, elevando il concetto a raffinata speculazione abbiamo esteso l’ambito di azione del principio di non colpevolezza, da concetto giuridico e processuale, a regola di vita. Processi rigorosamente lumaca, poi, affievoliscono le bramosie dei fanatici dell’onestà, ai quali, beninteso si ammicca sempre col sornione sorriso di chi, oltre a saperla lunga, pare ricordare al censore di turno che non gli conviene, in Italia, assumere rigide posizioni, chè prima o poi capita a tutti di violare la legge e sentirsi pure beato.

E sì, perché il violare la legge è un metodo di vita, una filosofia, un vezzo, oltre che una comodità economica e non.

Il limite di velocità è di settanta orari?, va bè, che sarà andare a settantacinque, dai. E via discorrendo.

Il fenomeno è talmente cromosomico che farsi beccare nel pieno rispetto di leggi, regolamenti e prassi, quasi fa vergognare: ma come, fai la fila? T’insegno io come si fa. Ma no, che dici, mi ero solo distratto.

Evidentemente vivere con questo credo induce anche e sempre a tentare di far cambiare idea a chi, beccatici in piena infrazione, provi a sanzionarci. “Guardi che devo andare a prendere il bimbo a scuola” e scuse del genere pur di evitare una multa. Segue, inevitabilmente, il dispetto per chi non abboca, se non il più profondo disgusto, del resto se è una religione, violare uno dei comandamenti è sconveniente, un vero e proprio peccato.

Sarà anche per questo che i tutori dell’ordine, i giudici e gli ispettori somo persone malviste, salvo quando si mostrano con noi elastici. Che vuoi siamo tutti italiani e non è concepibile che il mondo della giustizia inteso in senso ampio non abbia delle profonde crepe. E quindi tutto torna. Dicono che siamo cattolici, dai, siamo solo imbroglioni.

Mafiopoli, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 11. ago, 2017 by in Attualità, Diritto e giustizia, Politica nazionale, Società e costume

Mafiopoli, editoriale del Roma Cronache Lucane

Val la pena chiedersi se lo Stato italiano abbia ben in mente quanto sia diffusa, potente e tentacolare la delinquenza organizzata. Nel nostro paese, dalla cultura giuridica millenaria, esistono sacche di illegalità dalle dimensioni enormi. Pare ci siano territori letteralmente inaccessibili per le forze dell’Ordine, che, in questi casi, fanno la parte delle guardie giurate in un attacco alla banca da parte di un esercito di delinquenti, cioè, carne da macello.

I tanto decantati successi dello Stato, quando per esempio catturano uno che era latitante da vent’anni, sono fuochi d’artificio buoni per dare un segnale di esistenza, ma non sono pochi a ritenere che una cattura ogni tanto sia solo l’osso che la mafia offre in pasto ai tutori dell’ordine.

Gli enormi guadagni della malavita organizzata, poi, vengono investiti in attività lecite e spendibili con tanto di biglietto da visita e inaugurazione col politico di turno. I figli della malavita, infine, provano anche la strada dello studio, diventando professori, medici, avvocati e magistrati, oltre che imprenditori.

Lo Stato è accerchiato e incapace di combattere seramente la malavita, tanto che verrebbe da pensare che non lo voglia fare, preferendo trovare un’intesa.

La situazione è a dir poco allarmante sol si pensi a come il campo di azione della mafia non conosca più confini, essendosi esteso anche al nord e alle istituzioni. Nel parlamento più corrotto d’Europa, infatti, sarebbe da stupidi non pensare che qualche parlamentare, se non molti di loro, siano in odore di malavita.

Quando poi territori ancora poco malavitosi godono del presidio di quelle che vengono chiamate mafie bianche, dove cioè il sistema mafioso investe direttamente le istituzioni, che gestiscono l’unica ricchezza, costituita dal danaro pubblico, è più facile pensare a rapporti di affari che altro, per quanto attiene ai due tipi di mafie, quella vera e quella bianca. Perché il sostegno reciproco rimane alla base del successo di entrambe.

Io continuo a pensare che truccare un concorso per far vincere tizio anziché caio sia mafioso, poco cambiando se per imporsi invece della minaccia o dell’omicidio basti saper aprire le buste.

Ma le scene da far west, abituali nel napoletano o nel profondo sud, ora sono quotidiane anche nel foggiano e presto arriveranno ovunque, tenendo conto che, ove mancanti, significa solo che si è trovata una maniera per convivere, null’altro.

Il marciume è manifesto e arriva ovunque, temo anche nella magistratura, oltre che nel parlamento e nei salotti buoni.

Se non è materia, questa, per stabilire delle priorità irrinunciabili, priorità che vedano la lotta alle mafie quale primo scopo di un paese che, diversamente, deve rincorrere se stesso avvilendo la vita di chi rimane per bene, vuol dire che il marcio è arrivato ai vertici massimi.

Se lo ius soli o la legge elettorale, per fare due esempi, sono prioritari sulla lotta alle mafie, vuol dire che a decidere sono già le mafie, non vedo altre spiegazioni.

Traffico di droga immane, prostituzione, gioco d’azzardo, scommesse clandestine, appalti, corruzione, e, di fronte, forze dell’Ordine umiliate con stipendi da fame, autoveicoli vecchi e in numero sempre più ridotto, con paesi privi della stazione dei carabinieri, una volta presidio irrinunciabile per finire ai tribunali eliminati, sono lo specchio di un paese alla deriva, che gioca a essere civile, apparendo solo goffo, ignorante e truffaldino fin nelle sue viscere.

Nell’attesa della prossima sparatoria sentitamente ringraziamo.

Chi me l’ha fatta fare, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 26. lug, 2017 by in Attualità, Città di Potenza

Chi me l’ha fatta fare, editoriale del Roma Cronache Lucane

Stanchi, tutti, di cose che non vanno, del malaffare diffuso capillarmente, delle coppole e dei loro privilegi, del radical chic, dei fondamentalismi, dei leccaculi, dei “io sono buono e caro ma..”, delle autocelebrazioni, dell’informazione a tutti i costi, della globalizzazione, ma anche della decrescita felice, chè non lo è mai, dei colti dell’ultima ora e di tutti i cuochi messi assieme e mescolati con cura, affronterò oggi un tema comune a tutti, mai seriamente affrontato, anzi evitato e cioè il tema del “chi me lo ha fatto fare”.

Per esempio a fare l’avvocato, cioè una professione totalmente immersa nel sistema che meno funziona in Italia, la giustizia. Ebbene sì, chi me lo ha fatto fare. Tornassi indietro…, vabbè, fosse così facile. Oppure, per esempio, a nascere nel paese più civilmente malfamato, dove il malaffare veste Armani e siede in Parlamento. Ma, dice, non te lo scegli tu dove nascere. Storie. Volere è potere, basta impegnarsi subito senza perdere tempo a giocare fra le nuvole.

Oppure ancora a non aver preso i voti in un monastero buddista già a dodici anni, preferendo servire messa e osservare i miei compagni di giochi trafugare le elemosine.

Chi me lo ha fatto fare a non scegliere di studiare quello che avrei preferito, ma meglio ancora chi me lo ha fatto fare a non avere le idee chiare prima. Chi me lo ha fatto fare a non iscrivermi alla Democrazia Cristiana da ragazzo, portare le borse e aspirare, e magari arrivarci, alla poltrona di sottosegretario alla ciambotta e guardare tutti dall’alto della mia coppola. Chi me lo ha fatto fare a non investire in lingua; due colpi a destra due colpi a sinistra e passava pure il disgusto per culi inguardabili e magari ora ero un baby pensionato con un incarico ministeriale.

Chi me lo ha fatto fare a essere pigro per una vita per ritrovarmi indaffaratissimo a sessant’anni.

-forse la risposta è molto semplice: non sarebbe stata cosa tua, non ne avevi le capacità, non sei buono per il paradiso in terra.

-ma mi toccherà almeno quello in cielo?

-stai fresco. Lì funziona come qui: se non lecchi culi appena arrivato, hai voglia a friggere.

-capperi, ma allora era già tutto scritto, inutile filosofeggiare sul “chi me lo ha fatto fare”, non avevo scelta; dovevo fare l’avvocato nel momento più basso della giustizia, nascere in Italia e vivere la più grande crisi del dopoguerra, eccetera eccetera. Però almeno posso parlare. Ahah! Nessuno me lo può impedire. Almeno sono LIBERO!

-dici? Ne sei sicuro? Guarda che ti fanno parlare e possono zittirti quando vogliono.

-ma cosa dici mai…. a me non mi comprano.

-e chi ti vuole comprare. Semplicemente ti fanno fuori, ti levano l’audio, o fanno allontanare chi volesse ascoltarti e poi ti fanno passare per pazzo, un alienato al quale non sta bene niente.

-subodoravo. E allora ……

-allora niente. Continua così e non rompere le balle. Tanto non cambierai niente, al più cambi tu.

-tipo?

-ti passerà ogni voglia e trascorrerai le giornate a guardare albe e tramonti.

-però, non mi sembra male.

-è la cosa più bella.

-senza Renzi, Salvini, Dario e Rocco….

-Boschi, Pisapia e Pittella…

-Cassano, Giletti, Giachetti, Allegri …

-cazzo!, perché non ci ho pensato prima?

 

Una cultura da 140 caratteri, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 12. lug, 2017 by in Argomenti, Attualità

Una cultura da 140 caratteri, editoriale del Roma Cronache Lucane

Avete presente le palle ai piedi? Quelle che impediscono la camminata? Ebbene il Renzi di questi tempi mi ricorda proprio le palle ai piedi, quelle dei carcerati. Questi vedono impedita la normale deambulazione perché hanno seriamente peccato nella vita e sono stati per questo giudicati, gli italiani, invece, condannati senza averlo neanche scelto, il buon Renzi, se lo ritrovano come una palla al piede che li frena.

Renzi non se lo fila più nessuno, come l’ultimo Berlusconi, ma questo non gli impedisce di inserirsi in ogni discorso, anche in quelli destinanti esclusivamente al primo ministro, quasi questi non esistesse.

I giornali gli danno corda, ma solo loro. Titolano ogni giorno sull’ultima proposta all’Europa, per esempio, sebbene il nostro campione non abbia voce in capitolo. Fortuna che in Europa, ma anche nel governo se ne fregano di quello che dice e che scrive. Possibile anche che sorridano alle sue uscite variopinte, ma non se ne fanno accorgere.

Attorno alla sua persona in parecchi stanno scavando un fosso, ma il PD, casa ormai solo dei suoi fedelissimi e di qualche illuso che conta di diventare il suo consigliere personale, gli dà ancora corda. Eppure di bestialità ne dice tante, nel suo libro devono essere davvero decine. Ma quella sui migranti è davvero speciale. Rubata goffamente alla Lega, Renzi cerca disperatamente di disegnarne l’abissale differenza, che, in effetti, non esiste.

Il problema dei migranti, se problema è, infatti a conti fatti pare sia un affare per qualcuno e nulla più, è sicuramente un problema più grande di Renzi e Salvini messi assieme e moltiplicati per tre. Non si risolve con gli slogan ma guardando lontano, immaginando che tipo di evoluzione possa avere e anticipando i problemi futuri ma anche le eventuali opportunità.

Il problema terrorismo pare un problema nel problema, ma non saranno sicuramente i simpatici neri che gironzolano per le città con le mani in tasca a produrne di nuovo, chè, se fossero terroristi, quantomeno dovrebbero perdere il tempo a esercitarsi, non a bighellonare.

Un discorso, serio, andrebbe affrontato con dati alla mano e conoscenze e non affidato ai tuttologi che finiscono per essere i nostri politici, ma a chi può studiare scientificamente il fenomeno, magari insieme a studiosi di tutta Europa, non tralasciando nessuna opzione e verificando tutte le effettive cause, dall’aggressione con rapina delle potenze mondiali a danno dei territori che vedono scappare la popolazione, agli armamenti di questi popoli, ai possibili atti di corruzione periodica delle potenze mondiali verso i loro governanti, per finire a ogni particolare che uno storico riuscirebbe in poco tempo a mettere assieme e che un sociologo o un vero politico sfrutterebbero per immaginare un domani più felice per tutti.

Sparare un “aiutiamoli ma a casa loro” è uno stupido slogan privo di contenuti. Mi piacerebbe sapere cosa significa, in concreto.  Così come sarebbe il caso di conoscere nei dettagli il fenomeno degli sbarchi, dalla raccolta dei profughi alla partenza, a quanto costa il loro viaggio, a chi ci guadagna. Combattere, per esempio, la malavita organizzata che ci sta dietro proprio non è il caso?

I politici da slogan credo abbiano finito il loro tempo; la loro cultura politica, dimensione tweet, la usassero per le parole crociate, magari limitandosi alle facilitate; apriamo le porte a chi qualcosa di politica seria ne sa. “Ma con questi partiti è impossibile”! Lo so, è che sognavo, ecco tutto.

Renzi scrittore, il plagio e la malafede, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 10. lug, 2017 by in Attualità, Politica nazionale

Renzi scrittore, il plagio e la malafede, editoriale del Roma Cronache Lucane

Renzi ha fatto un libro, la sua poliedricità è fuori di dubbio. Bastasse, sarebbe una Italia diversa. Non so se abbia affrontato anche i problemi seri, oltre quelli a effetto, tratti da un copione recitato già da altri. Mi riferisco, for example, al problema della corruzione e a quello della malavita organizzata. Non sfuggirà ai più che i due fenomeni, non so se e quanto collegati fra di loro ovvero se non dipendenti l’uno dall’altro, ma sicuramente figli entrambi di una cultura dell’illegalità tanto raffinata quanto millenaria, da Oscar o da Nobel perenne, fate voi, costituiscono oltre che un handicap economico e morale, anche un vero e proprio sistema che premia pochi e punisce tutti gli altri.

La malavita organizzata, si sa, produce utili ingenti che non resce neanche a spendere. Quindi li reinveste, anche per ripulirli. Questi soldi rientrano in giro lecitamente e creano imperi economici inattaccabili.

Un’economia in tal guisa dopata è un’economia malata. Ne consegue una società deviata, dove il male incurabile più dannoso, se non mortale, rimane l’onestà.

La corruzione, fenomeno conclamato che addirittura fa statistica, trasferisce l’illegalità a pieno titolo nelle istituzioni, infangando alla fonte ogni azione amministrativa.

Corollario di tutto questo inferno è un legislatore sensibile a interessi particolari, totalmente indifferente al bene comune e una giustizia severa con i ladri di galline e generosa, orba o soltanto maliziosamente lentissima, con chi effettivamente comanda.

Ulteriore conseguenza della nostra epoca è quella secondo cui il capitale si fa finanza, spersonalizzandosi sempre più. Il mondo della finanza non si sa da chi sia frequentato, ma certamente non da onesti lavoratori, più probabile sia composto da banchieri lestofanti, centri di poteri occulti e l’immancabile malavita.

Fantapolitica? Come no, può essere.

Ma visto che ci troviamo disegniamo uno schizzo di un possibile schema economico-finanziario italiano, sempre per gioco, ovviamente.

C’è una qualsiasi gara pubblica con un determinato prezzo base. I partecipanti provano a fare la migliore offerta dopo aver fatto un calcolo dei margini di redditività dell’operazione. Quindi arriva un altro che spara un prezzo irrangiungibile per un onesto lavoratore. Si aggiudica la gara, apparentemente con una operazioni antieconomica ma che gli consente di ripulire tanto di quel danaro che neanche si ha l’idea.

Il risultato è molteplice, ha sottratto l’erogazione di un servizio alla concorrenza e immette in circolo danaro finalmente pulito.

“Ma che testa malata che hai”, vero, ma lo avevo premesso, è un gioco di fantapolitica, di quelli indimostrabili, come è impossibile dimostrare che una sentenza favorisca tizio anziché caio o che la tal legge sia il frutto di un fangoso accordo.

Non è un gioco, però, che in Italia i processi siano sempre lentissimi, che la corruzione si combatta soltanto su Twitter  e che la malavita organizzata goda di una libertà di azione che neanche un Ronaldo marcato dal mio vicino di casa avrebbe.

Ma parliamo di migranti. Renzi ha cambiato opinione, il M5S mostra i muscoli e Salvini fa il bullo alla “c’ero prima io”, quindi tutto è a posto, i nostri cavalieri della Tavola Rotonda sui loro destrieri sono pronti a risolvere il problema e io mi sento sicuro e sereno, con questi paladini possiamo dormire tranquilli.

Eccellenze, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 26. giu, 2017 by in Attualità, Commenti, Politica nazionale

Eccellenze, editoriale del Roma Cronache Lucane

Ogni disavventura del M5S, meglio se giudiziaria, viene accolta dall’universo mondo politico con malcelata soddisfazione. È la logica conseguenza di una stagione trascorsa a giudicare gli altri dall’alto, forte, inizialmente, di una cristallina trasparenza, poi pian pianino trasformatasi in un andazzo comune agli altri. Certo, il numero di amministratori coinvolti in inchieste, in altre parti della politica è proporzionalmente più imponente, ma uno che ha gridato “onestà onestà” è normale faccia più specie. E rabbia, perché davvero sembrava fosse di un’altra pasta.

Poi possiamo perdere delle ore a discettare su reato e reato, mazzetta e falso, abuso e turbativa, ma purtroppo fanno tutti parte della famiglia del codice penale e non è assolutamente detto che un falso valga meno di una corruzione, per un amministratore.

E poi i discorsi sulla doppia morale, quella per se e quella per gli altri, i codici di autoregolamentazione, applicati, non applicati o applicati alla bisogna, francamente hanno stancato, soprattutto se tradotti nei talk show del “chi sono io e chi sei tu”  o negli editoriali del tal o talaltro giornale.

Purtroppo bisogna dare ragione a Davigo, l’Italiano eccelle nel violare la legge, per il resto è un popolo qualsiasi, con le debite eccezioni e con le conseguenti regole confermate.

Però come non sorridere dei giornali che sparlano della Raggi e nascondono la notizia della turbativa d’asta di Sala oppure del M5S che per il falso elettorale in Sicilia ha mostrato il cartellino rosso e per il falso della Raggi discetta sulle virgole.

Il M5S sembrava l’ancora di salvataggio, quantomeno da un punto di vista etico, aveva illuso molti, ma non c’e niente da fare, sarà disonestà congenita, sarà dabbenaggine, sarà opera dell’instancabile fantasma formaggino, certo è che in Italia un amministratore integro e completamente trasparente è raro come la neve a Roma, e meno male che ultimamente qualche spruzzatina bianca nella capitale pure si vede.

Ai sostenitori dell’innocente fino a sentenza definitiva” mi sento di dire che hanno ragione da vendere, ma è un concetto da penalisti, ovvero un problema di certificato penale, non è una questione politica. Piuttosto costoro brigassero per processi veloci e non per l’arresto del corso della prescrizione che consentirebbe a fior di furfanti di amministrare in attesa di una sentenza e non mi sembra il caso.

In definitiva in Italia è sempre in atto il festival dell’ipocrisia e della sceneggiata; questa non è vero che a Napoli trovi il teatro umano migliore, perché c’è Firenze, c’è Roma e c’è Milano, per citare qualche altra città, che non sono da meno, anzi. Ma è dalle Alpi in giù che queste doti attecchiscono meglio, sarà il sole o l’alimentazione, chissà. Un modello sociale, fra l’altro, da sempre ammirato e anche copiato, se è vero, come dicono, che viene commercializzato con buoni risultati all’estero. I successi dello schema mafioso fuori del belpaese, infatti, sono rinomati e indiscutibili.

Facciamocene una ragione e coltiviamo solo quello ce sappiamo fare e cioè vino, Ferrari, moda e mafiosi, oltre a un substrato di illegalità di base che dalla raccomandazione arriva al voto di scambio, e chi ci ferma più?

 

Il mini eolico selvaggio, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 20. giu, 2017 by in Attualità, Città di Potenza, Regione Basilicata

Il mini eolico selvaggio, editoriale del Roma Cronache Lucane

La questione del mini eolico a Potenza, ma non solo, avrebbe del paradossale solo non ci trovassimo in Basilicata e in Italia.

L’aggressione al paesaggio, alla natura, alla salute dei residenti è palese e certificata pure. La solidarietà di tutti i partiti è garantita, ci mancherebbe. Il Sindaco è al fianco dei residenti di Pian del Mattino, ovviamente. Ma chi potrebbe fare qualcosa tace. Cioè la Regione.

La Regione che, poi, è governata da quegli stessi partiti che pure danno solidarietà e si dichiarano vicini ai residenti e che sollecitano una moratoria per le recenti autorizzazioni rilasciate.

Tutti d’accordo, quindi? Macchè.

Gli uffici regionali tacciono e le imprese che hanno il cosiddetto pezzo di carta intendono farlo valere, avendoci investito danaro.

Siamo già circondati da questi mostri bianchi che non si capisce neanche se siano davvero un affare e per chi.

Un territorio andrebbe gestito, difeso e tutelato. Possiamo dire che in Basilicata questo è stato fatto? Temo di no, a guardare il panorama con le statue bianche e senza dimenticare le estrazioni in Val d’Agri. Arrivare a una regolamentazione a saturazione del mercato, oltre che irridente è anche buffo, ammesso che il regolamento regionale serva davvero a regolamentare. Immagino che, se il regolamento in vigore pone dei limiti, chi sapeva avrà approfittato per ottenere prima ogni tipo di autorizzazione, è evidente, così come è evidente che qualcuno ha reso possibile tutto ciò.

In Regione pensano di stare con la coscienza a posto, devo ritenere, stante il silenzio.

Volevate un regolamento e l’abbiamo fatto, ora basta e finitela di fare sterili polemiche, sembrano dire. Neanche una voce si leva da viale Verrastro, foss’anche una voce che dica che i residenti sono in torto e perché. Vivere sotto una pala eolica non deve essere qualcosa di eccitante, a meno che non si faccia di ogni pala una specie di gigantesco simbolo sacro da riverire quotidianamente. In tal caso fortunati loro che possono inginocchiarsi in ogni momento davanti al santo protettore, accenderci una candela e chiedere e semmai ottenere pure i numeri da giocare al lotto. E dire che qualcuno casomai aveva scelto di vivere nel silenzio della campagna, rotto solo dal rumore del vento o dallo scroscio della pioggia, con l’obiettivo della pace. Il cordone umano a protezione della zona, già abbondantemente violata da venti, dico venti, pale eoliche chissà quanto potrà durare. Poi le pale diverranno cinquantuno. La zona poco alla volta si desertificherà, con danni inimmaginabili alle famiglie, al territorio tutto, all’ambiente e solo allora i nostri amministratori potranno ritenersi soddisfatti dell’opera compiuta in virtù di un’impresa economica che sarà pure fallimentare.

Ci sarà un assessore in regione capace di spendere una parola? Ci sarà qualche esponente del partito che ci sgoverna da una vita capace di mostrare sensibilità inducendo il governatore a dire cosa pensa e se si può fare qualcosa?

Aspetto solo che qualcuno proferisca la fatidica frase “Ma se non avete fatto neppure ricorso”, sarebbe la beffa finale e spero che nessuno lo dica mai. Se ci vuole pure un giudice per affermare il diritto a vivere lontano da un mostro e dal suo rumore, beh!, stiamo messi davvero male, anzi malissimo.

 

 

Splenetenetonete di venerdì 16 giugno 2017, su Radio Potenza Centrale

Posted on 17. giu, 2017 by in Amenità, Attualità, Città di Potenza, Politica nazionale, Regione Basilicata, Società e costume

Splenetenetonete di venerdì 16 giugno 2017, su Radio Potenza Centrale

https://www.youtube.com/watch?v=NLCApK2DCFU

Ultimo numero di Splenetenetonete prima delle vacanze estive.

Una bella cavalcata fra fatti, commenti, notizie, interviste, frizzi, lazzi e considerazioni più o meno serie.

A presto risentirci.

 

Di processione in processione, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 12. giu, 2017 by in Attualità, Politica nazionale, Regione Basilicata

Di processione in processione, editoriale del Roma Cronache Lucane

Processione continua. Senza soluzione di continuità, da San Gerardo in poi. Solo che dalla tradizione del Santo Patrono siamo passati alla tradizione del Santo politico e paraggi.

Matera capitale della cultura induce i più a fare riferimento alla Basilicata, diventata teatro buono per ogni sceneggiata.

A quella di Gentiloni e del ministro De Vincenti ha fatto seguito quella di Boccia. Curiosa la posizione dei due sulla vicenda petrolio in Val d’Agri. Gentiloni dopo averci dato dei provinciali, in un impeto di snobismo elitario, a Matera ha taciuto sull’argomento, quasi si trovasse in Papuasia.Il secondo, a domanda ha risposto che Confindustria sta accanto a Eni, pur nel rispetto dell’ambiente, auspicando una risoluzione dei problemi. Grazie, troppo buono. Non meritavamo tanto. Che Confindustria stia accanto a Eni anzichè alla Basilicata o ai lucani, era immaginabile, ma che una tragedia così grande fosse minimizzata in queste poche battute, francamente, no.

Ma si trattava appunto di una processione, cioè di un rito nel quale si dicono le solite quattro chiacchiere, neanche tanto originali, ripetute semmai il giorno prima da qualche altra parte. Infatti i nostri eroi in missione lucana, hanno sempre parlato di Sud, badate bene, al più di Matera, non di Basilicata.

La Basilicata è una realtà a parte, sia chiaro. E’ a Matera che non c’è il treno, non a Bari, Brindisi o Foggia. La Potenza – Melfi, strada assassina, ce l’abbiamo noi, noi gli altri. Noi rimaniamo i più distanti da Roma, sia chiaro. Visto, quindi, che sono venuti in visita in Basilicata, forse un maggior riguardo, una specifica attenzione, la meritavamo. Ah, dimenticavo, Matera sarà pugliese e Potenza calabrese, la Basilicata ha le ore contate, insomma, meglio cominciare a dimenticarne anche il nome.

A ogni buon conto, però, i discorsi sono stati ottimistici, beneauguranti, oserei dire rosei, non fosse che alle promesse ci eravamo abituati, avendo ereditato la relativa assuefazione dai nostri padri.

Ma, ha ricordato Boccia, oggi siamo come nel dopo guerra, perbacco, e dobbiamo essere visionari, non contestatori, giammai. A noi tocca essere visionari, a loro no.

Le industrie, in Basilicata, le abbiamo conosciute. Sono costate allo Stato e hanno lasciato buchi enormi, truffe, fallimenti, bancarotte e qualche capannone industriale vuoto e da riconvertire.

Tranne poche eccezioni, pochissime, un paio diciamo, anche queste costate l’inimmaginabile, che pagano salari da terzo mondo, se non sbaglio, il resto è tragedia. Tanto che bisognerebbe chiedersi se un tentativo di industrializzare la Basilicata aveva davvero un senso compiuto. Altra vocazione, perbacco, sta venendo fuori, spontaneamente, a fronte della cocciuta “visione” dei politici che ci volevano con le industrie fra le montagne o in mezzo a una bella coltura e senza una infrastruttura che fosse una. Bella visione hanno avuto negli anni. Chissà se Boccia si riferiva a questa o se, incece, ora, possiamo contare su una visione migliore, diciamo almeno un otto decimi, senza sperare addirittura nei dieci decimi, ovviamente.

E non ci toccherebbe neanche contestare. Già le nostre proteste sono esili e “scudate” dagli scappellamenti istituzionali del governatore, ora non ci tocca neanche borbottare. Coi piedi immersi nel fango oleoso della Val d’Agri, fra uno sversamento e una fiammata, al suono di una littorina in affanno e di un Freccia Rossa autolimitato ai 70 km all’ora, nel dedalo dei sensi unici della Basentana, quindi, ringraziamo lor signori della visita e delle belle parole, ma la prossima volta, meglio che la Basilicata la evitate. Ah, già, c’è Matera, mi sa che la processione durerà parecchio.

Pare facile …….

Posted on 07. giu, 2017 by in Argomenti, Attualità, Politica nazionale, Regione Basilicata, Società e costume

Pare facile …….

 

Chissà cosa passa nella testa dei politici quando si fanno rimborsare le sigarette o la cena con gli amici. Mi piacerebbe assistere alla scena che si svolge nella loro testa.

Caso a): Ma sì, diamoci sotto, tanto paga Pantalone.

Caso b): Che pacchia, non mi sembra vero.

Oppure, con un’ombra di coscienza:

Caso c): giuro che è l’ultima volta.

Caso d): mi sento un verme, porca miseria.

E sì, perché potrebbe anche sussistere un conflitto psicologico ovvero lo strafottimento totale.

Dipende dal carattere, dal livello culturale, dalle scuole fatte, dall’educazione impartita in famiglia, dall’influenza del parroco da piccoli, dalle amicizie, dal bisogno, dall’avidità.

Intanto in cielo il Padreterno si sta attrezzando e ha appaltato i lavori di realizzazione del girone dei politici. Il girone è diviso poi in due sottogironi; quello dei politici dal contributo monello e quelli dalla corruzione in poi.

Si teme un sovraffollamento, ma è giusto che si facciano le giuste distinzioni.

Finora accampavano fra i truffatori e gli imbroglioni, con reciproca insoddisfazione, dei politici, dico, e dei truffatori e imbroglioni.

Perché il vero truffatore non si confonde col politico che gioca sporco, sfruttando una posizione, il potere e la coppola. Vuoi mettere col gioco delle tre carte in un qualsiasi motel sull’autostrada, al freddo e al gelo, oppure sotto 35 gradi, e poi ore e ore di allenamento; roba da imbroglioni nati e cresciuti facendo vera gavetta, cappero.

Dall’altro lato i politici dicono loro un bel “vuoi mettere”, con la loro scalata attraverso la conquista dei voti, l’aggiramento delle regole, l’abile dissimulazione, la sfacciata protervia. Roba per pochi, ammettiamolo.

Il problema è che, come per ogni attività, professione o mestiere, è tempo di crisi.

I politici la vivono alla grande. Dopo anni nei quali hanno fatto che cazzo gli piaceva, tanto che sembrava dovuto da parte loro un certo approvvigionamento non ufficiale o ufficiale, ora si sono messi i giudici a rompere le balle. E poi certa stampa, che proprio non trova altre notizie, quasi scarseggino. Mano male che l’opinione pubblica se ne fotte. Perché è saggia. Lei sa da sempre come vanno le cose. Una popolazione che ha fatto il militare a Cuneo, perdinci, e non si meraviglia, sa come va il mondo.

Poi, però, si veste da PM e filosofeggia, e denuncia e nanì nanera. Mondo ladro.

Se solo tutti sapessero che anche loro, sì, anche loro, quando ripongono la maschera vanno dai politici a chiedere il posticino per il parente, o un incarico per il nipote o figlio, o che quel concorso si faccia alla maniera giusta perché concorre tizio piuttosto che caio.

Ah!, già lo sapete?

Vero, il popolo è davvero saggio. Peccato che la saggezza ancora non gli ha fatto drizzare la schiena.

Già, è vero, più ti pieghi e meno fa male. Giusto.

Augh!

 

 

Questo testo è protetto contro il plagio. Questo testo è depositato ed esiste una prova certa della sua data di deposito e/o pubblicazione. Chi ne fa un uso improprio è soggetto alle sanzioni di legge.

Basilicata Pride corretto alla politica, edit. del Roma Cronache Lucane

Posted on 06. giu, 2017 by in Argomenti, Attualità, Città di Potenza

Basilicata Pride corretto alla politica, edit. del Roma Cronache Lucane

Un Gay Pride politicamente corretto o corretto alla politica, come il caffè con la sambuca.

Il movimento naturalmente più controcorrente, in una Italia ancora troppo tutta chiesa e peccato, accetta di mostrarsi con la foglia di fico dopo un compromesso con la politica che ha offerto presenza e discorsi in cambio di un radicale cambiamento della maniera di manifestare.

La Potenza dei miracoli che dopo aver cacciato i turchi, secoli fa, doma il movimento ribelle che ripone tette e culi giacchè, Luxuria docet, non è più il tempo di proteste esibizioniste.

Siamo d’accordo. Soprattutto a Potenza se si vuole cominciare a entrare nel sistema bisogna accettarne le regole, soprattutto quelle della moderazione e dello spazio ai politici di professione, da preservare come la poltrona in tribuna allo stadio.

La politica lucana e potentina ha ufficialmente strizzato l’occhio al movimento, pronto a fagocitarlo con un paio di nomine o incarichi, c’è da scommetterci.

Io però mi domando, da che mondo e mondo, che protesta è quella che si fa a braccetto con chi ci governa? Se chi ci governa è il rappresentante dello status quo, contro il quale ci si batte, che esito può avere il connubio fra le due parti in gioco?

Il solito, perbacco, scambio di favori, qualche postazione (così si dice in gergo) contro qualche voto. Questa è la nuova frontiera della sinistra italiota, quella addomesticata da Renzi, col consenso dei più.

Cavalcare anche la protesta civile è genialmente perverso, significa ammaliare l’avversario per inglobarlo.

Non ce l’ho col Movimento, sia chiaro, se non per l’ingenuità mostrata, anche se Luxuria non può essere ritenuta ingenua, ma con la politica che ci ritroviamo. Lo sto dicendo da qualche giorno, sta ovunque, magari la troveremo pure nel prossimo uovo di Pasqua “Mamma mamma guarda chi ho trovato, Vito Santarsiero!”.

Una manifestazione per la tutela di diritti civili, trasformata in un festival con il solito programma.

Giuro organizzerò un “Normal Pride” di chi chiede solo di disintossicarsi dai politici, nel quale potranno prendere la parola tutti tranne loro. Ci saranno cordoni umani a impedire loro il passaggio, lontani, non dovranno sentire neanche una parola di quello che si dice. E pure, ne sono convinto, qualcuno riuscirà, blandendolo, a convincere qualcun che lo farà entrare e qualcun altro che lo farà parlare. Immancabilmente si dirà vicino ai problemi sollevati, che se ne farà portavoce, che la sua sensibilità lo sprona a fare in modo che sia fatta una legge che aggiusterà tutto. E qualcuno applaudirà, qualcun altro farà cenno di sì con la testa e qualche occhio si inumidirà. E così sarà certificato che non cambierà mi nulla, in questa terra, che chi sa protestare e accettare i consigli della moderazione (pensa te, che si sono inventati), chi coprirà una tetta, avrà accesso alle porte del sistema, una ideale balena che inghiotte tutto, e quello che non riesce a inghiottire, lo schiaccia.

La democrazia 4.0, quella che ti mette una mano sulla spalla e un’altra nella tasca col portafogli, a seconda del grado di libertà che pensavi di avere.

 

Da l’abecedario del Tomasi. Puledro.

Posted on 05. giu, 2017 by in Amenità, Attualità

Puledro: solido a forma di cavallo.

Alla tedesca. Jawohl! Editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 01. giu, 2017 by in Argomenti, Attualità, Politica nazionale

Alla tedesca. Jawohl! Editoriale del Roma Cronache Lucane

E allora pare che si voterà presto, a settembre addirittura, sempre che la nuova legge elettorale venga pubblicata. Si parla di un sistema elettorale alla tedesca, anche se c’è da aspettarsi sempre qualche italico accorgimento, di quelli decisivi per essere bocciati dalla Consulta, per dire.

La scelta sembra essere scaturita dalla possibilità di una coalizione più o meno allargata, da realizzare a urne chiuse, come una volta suvvia. Il tempo del maggioritario è passato, colpa del M5S, contro il quale anche cani e gatti diventano amici.

Potremmo ritrovarci Brunetta ministro di Renzi e Alfano a faticare: due possibili scenari, ma altri mille possiamo immaginarci, come per esempio Alfano che rientra in Forza Italia o Verdini che si propone quale nuovo autista di Berlusconi.

Il tentativo è quello di eliminare gli estremi. In tempi di revival, vista la resurrezione del proporzionale, Articolo Uno potrebbe tornare a chiamarsi Partito Comunista Italiano e Fratelli d’Italia Movimento Sociale Italiano. L’accoppiata Renzi – Berlusconi interpreterebbe, invece, la parte del centro-sinistra di una volta. Se anche il mago tornasse sulla panchina dell’Inter o Graziani e Pulici tornassero a segnare per il Torino, il quadro sarebbe perfetto.

Una sorta di restaurazione dell’Ancien Regime italico, per dire, con l’aggiunta del web, un tantino di globalizzazione della mediocrità e un carico da novanta di supponenza e arroganza.

Quando parlavano i democristiani o i socialisti, ma anche i comunisti i liberali e i missini, dell’epoca, infatti, il loro eloquio era scorrevole, forse un pò criptico, ma finanche elegante o fantasioso. L’uso dello slogan era talmente raro da risultare gradevole e originale. Non mancava mai un riferimento seriamente politico al domani se non addirittura al dopodomani. Poi i difetti erano gli stessi: debito pubblico e tassazione sempre crescente, ma anche riformismo non esagerato e talvolta finanche brillante (penso per esempio alle poche -questo è un evidente pregio-

rivoluzioni dei codici di procedura) e comunque ricordo, sempre per esempio, che una volta una causa durava molto anche per i ripetuti rinvii che chiedevano le parti, sempre accordati benignamente da una magistratura tollerante a dispetto di oggi; ora le cause non vengono mai rinviate su richiesta delle parti ma durano comunque di più. I nuovi eroi parlano solo per slogan, hanno una dimestichezza bislacca col vocabolario della lingua italiana e pensano più ad apparire che a fare seriamente politica.

Renzi da rivoluzionario rottamatore, però, a restauratore coalizzato con Berlusconi, ha fatto un salto triplo anche carpiato che Klaus Dibiasi era un pivello.

Ma almeno si voterà, diamine, e chi governerà avrà finalmente piena legittimazione e a chi lamenta che votare a settembre o prima della fine della legislatura, e che legislatura!, sia un danno, possiamo rispondere che per gli italiani difficilmente è ipotizzabile un maggior danno di quello provocato negli ultimi anni.

Una proposta provocatoria: per le prossime candidature, cari partiti, fareste bene a predisporre test attitudinali tesi a escludere semidei e bambole e bambolotti, pregiudicati e condannati, anche dalla Corte dei Conti, evidentemente, quantomeno, sempre che lo riteniate giusto, altrimenti fate come credete, tanto, ormai…..

<ul><li><strong>woo_feat_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_page</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_uploads</strong> - a:3:{i:0;s:75:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png";i:1;s:72:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/4-Luciano.jpg";i:2;s:69:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/3-logo.png";}</li><li><strong>woo_show_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_textlogo</strong> - false</li><li><strong>woo_gravatar</strong> - true</li><li><strong>woo_contactme</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_bio</strong> - </li><li><strong>woo_twitter</strong> - </li><li><strong>woo_highlights_tag</strong> - potenza</li><li><strong>woo_highlights_tag_amount</strong> - 6</li><li><strong>woo_featured_tag</strong> - </li><li><strong>woo_featured_tag_amount</strong> - 4</li><li><strong>woo_highlights_show</strong> - true</li><li><strong>woo_also_slider_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_slider_heading</strong> - Sul Blog si parla ancora di...</li><li><strong>woo_recent_archives</strong> - #</li><li><strong>woo_excerpt_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_contact_page_id</strong> - </li><li><strong>woo_featured_image_dimentions_height</strong> - 371</li><li><strong>woo_featured_sidebar_image_dimentions_height</strong> - 78</li><li><strong>woo_hightlights_image_dimentions_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_video_browser_init</strong> - 5</li><li><strong>woo_slider_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_slider_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_automate_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page</strong> - false</li><li><strong>woo_home_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_page_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_blog_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_also_slider_image_dimentions_height</strong> - 144</li><li><strong>woo_single_post_image_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_single_post_image_height</strong> - 380</li><li><strong>woo_archive_page_image_width</strong> - 200</li><li><strong>woo_archive_page_image_height</strong> - 220</li><li><strong>woo_themename</strong> - The Journal</li><li><strong>woo_shortname</strong> - woo</li><li><strong>woo_manual</strong> - http://www.woothemes.com/support/theme-documentation/the-journal/</li><li><strong>woo_alt_stylesheet</strong> - brown_boxed.css</li><li><strong>woo_logo</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png</li><li><strong>woo_custom_favicon</strong> - </li><li><strong>woo_google_analytics</strong> - <script type=\"text/javascript\">

  var _gaq = _gaq || [];
  _gaq.push([\'_setAccount\', \'UA-703470-4\']);
  _gaq.push([\'_trackPageview\']);

  (function() {
    var ga = document.createElement(\'script\'); ga.type = \'text/javascript\'; ga.async = true;
    ga.src = (\'https:\' == document.location.protocol ? \'https://ssl\' : \'http://www\') + \'.google-analytics.com/ga.js\';
    var s = document.getElementsByTagName(\'script\')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);
  })();

</script></li><li><strong>woo_feedburner_url</strong> - </li><li><strong>woo_custom_css</strong> - </li><li><strong>woo_home_top</strong> - About</li><li><strong>woo_home_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_page_ex</strong> - </li><li><strong>woo_popular</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_content</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_resize</strong> - true</li><li><strong>woo_auto_img</strong> - true</li><li><strong>woo_home_width</strong> - 197</li><li><strong>woo_home_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_thumb_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_cat_nav_1</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_rotate</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_image_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_url_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_url_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_url_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_5</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_5</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_6</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_6</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_archive_content</strong> - false</li><li><strong>woo_search_content</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_menu</strong> - false</li><li><strong>woo_portfolio_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_port_in_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_port_prev_title</strong> - Thumbnails</li><li><strong>woo_port_prev_ins</strong> - Click on images below to load a larger preview.</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_a</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_a</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_a</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_b</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_b</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_b</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_c</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_c</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_c</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_d</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_d</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_d</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_minifeat_height</strong> - 110</li><li><strong>woo_nav_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_about_header</strong> - </li><li><strong>woo_about_text</strong> - </li><li><strong>woo_about_button</strong> - </li><li><strong>woo_button_link</strong> - </li><li><strong>woo_about_photo</strong> - </li><li><strong>woo_cat_box_1</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_box_1_image</strong> - </li><li><strong>woo_blog_navigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_subnavigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_permalink</strong> - </li><li><strong>woo_blog_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_featured_posts</strong> - 2</li><li><strong>woo_ad_header</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_header_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_header_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_top</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_top_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_top_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_top_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_content</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_content_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_content_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/728x90a.jpg</li><li><strong>woo_ad_content_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_300_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_300_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_ad_300_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_blog_cat_id</strong> - </li><li><strong>woo_the_content</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_mpu_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_3col_height</strong> - 150</li><li><strong>woo_ad_footer_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_cat_color_1</strong> - </li><li><strong>woo_pf_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_normal</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_portfolio_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_enable_all_category</strong> - false</li><li><strong>woo_bgr</strong> - darkblue.css</li><li><strong>woo_right_sidebar</strong> - true</li><li><strong>woo_archives</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_layout</strong> - blog.php</li><li><strong>woo_other_entries</strong> - 6</li><li><strong>woo_other_headlines</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_nav_footer</strong> - true</li><li><strong>woo_box_colors</strong> - </li><li><strong>woo_about</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_more1_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more1_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more1_url</strong> - </li><li><strong>woo_more2_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more2_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more2_url</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_url</strong> - </li><li><strong>woo_cat_ex</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_text</strong> - </li><li><strong>woo_feedburner_id</strong> - Feedburner ID</li><li><strong>woo_home_link</strong> - true</li><li><strong>woo_home_link_text</strong> - Home</li><li><strong>woo_home_link_desc</strong> - </li><li><strong>woo_header_layout</strong> - about.php</li><li><strong>woo_about_bio</strong> - </li><li><strong>woo_about_gravatar</strong> - </li><li><strong>woo_about_readmore</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_main</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_footer</strong> - </li><li><strong>woo_featured_layout</strong> - large_no_ad.php</li><li><strong>woo_ad_block_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_block_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-300x250-1.gif</li><li><strong>woo_ad_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_related</strong> - true</li><li><strong>woo_image_width</strong> - 430</li><li><strong>woo_image_height</strong> - 170</li><li><strong>woo_feat_alt_width</strong> - 130</li><li><strong>woo_feat_alt_height</strong> - 85</li><li><strong>woo_image_single</strong> - false</li><li><strong>woo_single_width</strong> - 180</li><li><strong>woo_single_height</strong> - 120</li><li><strong>woo_ad_content_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_homepage_image_link</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_left</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_right</strong> - false</li><li><strong>woo_minifeat_width</strong> - 218</li><li><strong>woo_pages_ex</strong> - </li><li><strong>woo_breadcrumbs</strong> - false</li><li><strong>woo_features_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_featured_tabs</strong> - </li><li><strong>woo_featured_category</strong> - Città di Potenza</li><li><strong>woo_featured_entries</strong> - 10</li><li><strong>woo_4col_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_flickr_id</strong> - </li><li><strong>woo_flickr_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_asides_category</strong> - Sport</li><li><strong>woo_asides_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ad_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_home_arc</strong> - false</li><li><strong>woo_tabs</strong> - false</li><li><strong>woo_popular_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_comment_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_video_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_content_feat</strong> - true</li><li><strong>woo_home_thumb_width</strong> - 247</li><li><strong>woo_home_thumb_height</strong> - 92</li><li><strong>woo_ad_top_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_250_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_250_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-250x250.gif</li><li><strong>woo_ad_250_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_flickr_url</strong> - Flickr URL</li><li><strong>woo_2col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_1col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_block_image</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/themes/livewire/images/300x250.gif</li><li><strong>woo_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_port_images</strong> - false</li><li><strong>woo_all_category_title</strong> - Categories</li><li><strong>woo_home_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_archive_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_show_carousel</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_home</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_mpu_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_author</strong> - true</li><li><strong>woo_home_one_col</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_image_width</strong> - 540</li><li><strong>woo_feat_image_height</strong> - 195</li><li><strong>woo_thumb_image_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_image_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_single_image_width</strong> - 100</li><li><strong>woo_single_image_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_post_size</strong> - false</li><li><strong>woo_single_thumb</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_footer_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-468x60-2.gif</li><li><strong>woo_twitter_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_twitter_username</strong> - woothemes</li><li><strong>woo_about_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_enable_blog_category</strong> - false</li><li><strong>woo_mid_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_email</strong> - </li><li><strong>woo_vidpage</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_video_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_thumb_width</strong> - </li><li><strong>woo_cat_thumb_height</strong> - </li><li><strong>woo_home_title</strong> - Latest from my blog...</li><li><strong>woo_portfolio_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_portfolio_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_resizer</strong> - false</li><li><strong>woo_twitter_user</strong> - </li><li><strong>woo_flickr</strong> - </li><li><strong>woo_delicious</strong> - </li><li><strong>woo_digg</strong> - </li><li><strong>woo_facebook</strong> - </li><li><strong>woo_linkedin</strong> - </li><li><strong>woo_lastfm</strong> - </li><li><strong>woo_youtube</strong> - </li><li><strong>woo_stumble</strong> - </li><li><strong>woo_content_home</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archive</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_inner_content</strong> - true</li><li><strong>woo_blog_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_mid_1</strong> - false</li><li><strong>woo_menupages</strong> - </li><li><strong>woo_intro</strong> - </li><li><strong>woo_featpages</strong> - </li><li><strong>woo_ex_featpages</strong> - true</li><li><strong>woo_featheight</strong> - </li><li><strong>woo_addblog</strong> - false</li><li><strong>woo_blogcat</strong> - </li><li><strong>woo_catmenu</strong> - false</li><li><strong>woo_about_button_1</strong> - </li><li><strong>woo_content_left</strong> - false</li><li><strong>woo_content_mid</strong> - false</li><li><strong>woo_image_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_not_mpu</strong> - false</li><li><strong>woothemes_settings</strong> - a:0:{}</li><li><strong>woo_button_link_1</strong> - </li><li><strong>woo_about_button_2</strong> - </li><li><strong>woo_button_link_2</strong> - </li><li><strong>woo_carousel_header</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_thumbnail_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_show_mostcommented</strong> - false</li><li><strong>woo_logo_left</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ex_cat_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list_footer</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_box_footer_1</strong> - false</li><li><strong>woo_image_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_archive_width</strong> - 140</li><li><strong>woo_archive_height</strong> - 90</li><li><strong>woo_ad_300</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_300_bot</strong> - false</li><li><strong>woo_exclude_pages</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_cats</strong> - </li><li><strong>woo_steps</strong> - Select Format:</li><li><strong>woo_contact</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_blog</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber</strong> - false</li><li><strong>woo_show_mpu</strong> - false</li><li><strong>woo_show_ad</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_below_image</strong> - /images/ad468.jpg</li><li><strong>woo_ad_below_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-728x90-2.gif</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_alt_colours</strong> - default.css</li><li><strong>woo_aboutlink</strong> - </li><li><strong>woo_side_image</strong> - /styles/clean-light/images/ad-120x240.jpg</li><li><strong>woo_side_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ads</strong> - false</li><li><strong>woo_disclaimer</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_subnav</strong> - </li><li><strong>woo_subnav</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_feat_height</strong> - 210</li><li><strong>woo_smallthumb_width</strong> - 56</li><li><strong>woo_smallthumb_height</strong> - 42</li><li><strong>woo_homepage</strong> - layout-default.php</li><li><strong>woo_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_tabber_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_left</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_right</strong> - false</li><li><strong>woo_mag_featured</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_mag_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_blog_navigation_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_embed</strong> - false</li><li><strong>woo_home_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_home_content</strong> - false</li><li><strong>woo_get_image_width</strong> - 190</li><li><strong>woo_get_image_height</strong> - 142</li><li><strong>woo_ad_200_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_image</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_url</strong> - </li></ul>