Estate potentina: istruzioni
Posted on 05. ago, 2009 by L.P. in Amenità, Città di Potenza

Nell’estate potentina, al di là delle escursioni fuori comune (leggasi Pantano, Maratea, Metaponto, Paestum, Tito scalo), l’agenda degli appuntamenti è più che mai fitta. Non c’è che da scegliere. Cinema all’aperto, teatro di strada, concerti e concertini nelle tante piazzette del centro storico, e nei rioni, ville comunali e prefettizie aperte fino a notte fonda, dove è possibile, al fresco, gustarsi un gelato o bere una limonata, giochi per bambini, bar e trattorie con i tavolini all’aperto; insomma chi è rimasto in città non si sente abbandonato. “Hei!, ma a Potenza non c’è niente di quello che dici!”; “Oh, scusatemi, avevo sbagliato appunti”. Bene ricominciamo, e stavolta spero di non sbagliare. Nell’estate potentina l’agenda non è fitta di appuntamenti. Solo se ti imponi una escursione fuori porta potrai imbatterti in iniziative estive. Per chi rimane in città è bene seguire le seguenti istruzioni: – se vai in Villa Santa Maria, bada bene a non prendere sonno al fresco su una panchina, perché alle ventidue, se va bene, la villa chiude, e rischieresti, quindi, di passare tutta la notte al fresco, manco ti avessero arrestato; – se vuoi andare al Pantano a passeggiare, o a Tito al cinema, devi avere un automezzo proprio, perché non esistono collegamenti fruibili; In ogni caso puoi dedicarti alle visite, non guidate, ai mausolei del capoluogo. Il ponte attrezzato è bello e sinuoso (qualcuno lo chiama il lombricone), e lo si può apprezzare nella sua magnificenza dal belvedere di Porta Salza; attorno al ponte c’è già tanta mitologia sul perché non abbia mai funzionato, ma gli storici del più recente passato sono restii a parlarne, e quindi, rimane avvolto nel mistero. A Montereale c’è poi la baita dei desideri: in questi giorni di caldo, puoi sedere di fronte ad una grande baita di legno e immaginare di trovarti nella stazione di una cabinovia che può portarti in vetta ai duemila metri del monte San Gerardo Protettore dove poter fare una bella scampagnata, con cestino e tovaglia a fiori da stendere sui prati della felicità; I ruderi della città non sono ben segnalati ma te li trovi davanti molto facilmente: trattasi di agglomerati di una antica civiltà, fermi allo stato in cui li lasciò il terremoto del 1980, e parliamo del secolo scorso, perbacco. Un veloce rally per cantieri ti porterà, poi, nell’atmosfera della Parigi Dakar. Uno stazionamento nel traffico ti farà vivere le ansie e i tormenti del traffico napoletano, senza i piaceri, però, delle pizzelle e dei panzarotti, e alle 14.00 entrerai in una atmosfera messicana da siesta, con strade vuote e assolate. Tutto in pochi chilometri quadrati. Ci vuole poco, in fondo, per vivere bene. Una buona immaginazione e un palcoscenico idoneo. Buona fortuna.
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