Riflessioni sulla democrazia
Posted on 02. nov, 2009 by L.P. in Argomenti

Democrazia è partecipazione così come una democrazia senza discussione non è democrazia. Ma, alla fase della discussione, segue quella della decisione. Talvolta si hanno anche decisioni adottate all’unanimità, ma è un caso raro. Nella stragrande maggioranza dei casi, le decisioni vendono prese a maggioranza. Il che significa che se, prima di una discussione, si organizza una maggioranza, la discussione è una finzione, perchè la maggioranza ha già deciso. In questi casi, che costituiscono la generalità, la democrazia consiste nel fatto che, trascorso un certo periodo di tempo, possono prevalere maggioranze diverse. Il tutto si traduce nel fatto che, sempre e in ogni caso, le discussioni democratiche lasceranno spazio a decisioni a maggioranza. Le decisioni prese a maggioranza sono, per definizione, decisioni di parte, anche se la parte che le sostiene sia più numerosa di quella che le contrasta. Ciò non toglie, però, che queste decisioni siano tutto tranne che democratiche. Viviamo, quindi, un quotidiano assolutamente non democratico, mentre rimane democratica la periodica decisione di chi debba adottare decisioni di parte. Un tale sistema, che, nel quotidiano amministrativo e legislativo, democratico non è, necessita, quindi, di controlli, affinchè si eviti che le decisioni siano arbitrarie, contrarie alla legge, o soltanto ingiuste. Il sistema dei controlli, però, in Italia si è fortemente indebolito negli anni. Mentre qualche decennio orsono il sistema dei controlli, pur esistente ed efficace, lamentava, talvolta, corrosioni illecite. Il controllo, oggi, lo fa esclusivamente la magistratura, ma trattandosi di controllo esercitato al di fuori della politica e della amministrazione, diventa un controllo esercitato da un altro potere, con la conseguenza che detto ultimo potere può influenzare il primo. Circostanza, invero, inopportuna assai, perchè rischia di trasformare in normalità quella che dovrebbe essere soltanto una estemporanea eccezione. Il controllo dovrebbe, invece, essere prima di tutto interno alla politica, e affidato alla opposizione, che, per giustificare anche la propria esistenza, dovrebbe svolgere un ruolo, appunto, di controllo effettivo, di denuncia, di difesa dei diritti eventualmente calpestati. Una opposizione di questo tipo comporta la necessità della inesistenza di qualsivoglia forma di consociativismo, invece, ben avanzato in Italia, soprattutto ai livelli più bassi, ma non escluso neanche in quelli più alti. In conclusione, si può serenamente affermare che in Italia non esiste vera democrazia perchè nell’ordine: abbiamo la dittatura della maggioranza, l’opposizione non effettua alcun controllo, maggioranza e opposizione spesso si spartiscono il piatto. A peggiorare la situazione esiste un conflitto fra poteri di inaspettata mole. In questa situazione sperare che le cose vadano bene diventa una scommessa, ogni giorno che passa, difficilmente vincibile. Se si aggiunge che è venuta meno anche la possibilità di discutere all’interno dei partiti, come si dice, la frittata è completa. E allora sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche e rifondare questa squinternata repubblica.
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