Wednesday, 31st May 2023

Un lunedì qualsiasi

Posted on 28. feb, 2011 by in Commenti, Politica nazionale, Regione Basilicata

Un lunedì qualsiasi

L’offensiva sulla scuola del premier sarebbe grave se non fosse comica.

L’allargare l’offerta formativa anche a forme maggiori di insegnamento privato, non passa necessariamente per l’abbattimento della scuola pubblica, anzi.

Quest’ultima, negli ultimi decenni, ha subito un livellamento verso il basso evidente, ma non perché nella scuola pubblica si provvede all’ “indottrinamento”, come sostiene il premier, ma piuttosto per l’incapacità dei governi che si sono succeduti di riuscire a tenere alto il livello qualitativo dell’insegnamento.

Sarebbe bastato dire che il governo sposa la causa di una maggiore liberalizzazione al riguardo, senza arrivare ad alzare sempre il tiro sparando all’impazzata, come, invece, ha fatto Berlusconi, in maniera propagandistica, e comunque goffa.

Il ministro Larussa ha affermato che non candidare Magdi Allam a governatore della Basilicata da parte del PDL è stato un errore. All’epoca se ne disinteressò. Oggi, dovendo fare il gentile all’ennesimo partitino che sposa la causa del premier, arriva anche a contraddire il suo partito. Roba da matti.

Fioroni lascia il PD. Non si sa se i fichi potentini lo seguiranno. Così facendo si troverebbero senza poltrone. Chi glielo fa fare? E allora via, si cambia di nuovo. Tanto per quello che conta…

Del resto anche “Io amo la Lucania”, a Milano e ovunque starà col PDL e in Basilicata no. I partiti contano sì, ma contano più gli interessi personali. Siamo in Italia o no?

Prescrizione più breve per gli incensurati. Questa l’ultima trovata per riformare la giustizia sotto il segno del “Non toccate Berlusconi”. Si articola così: chi è incensurato gode di un abbattimento dei termini di prescrizione. Secondo me è una cazzata pazzesca, anticostituzionale, illogica, e balorda. Ma tant’è. Dal cilindro del governo, in  materia di leggi, esce sempre di tutto e di più, salvo fare delle figure barbine. Ma l’imperativo “Dio salvi Berlusconi” è ormai la vera e propria urgenza italiana. Pensa te!

Il Palermo ha perso sette a zero in casa con l’Udinese. L’estremo nord est ha umiliato il profondo sud. Merda secca. Ma onore ai vincitori.

L’anno prossimo l’Oppido Calcio giocherà nei campionati nazionali. Un vero e proprio miracolo da salutare con simpatia.

Stasera c’è Milan-Napoli. Io tifo Napoli.

Democraticamente sudditi

Posted on 26. feb, 2011 by in Argomenti, Politica nazionale

Democraticamente sudditi

La democrazia. Ma cosa è davvero la democrazia? E la democrazia, quella che si vive in questa epoca, è davvero democratica?

Prendete un dittatore. Per quanto illuminato, prima o poi, la gente si ribella. E poi un dittatore, non avendo un consenso popolare alla base, impone le sue decisioni, e, anche solo per questo, è sempre inviso.

In democrazia, invece, una legge passa a maggioranza dei rappresentanti politici. Il concetto di rappresentanza ci fa metabolizzare che una legge è passata con il consenso della maggioranza degli italiani. Che, di conseguenza, non possono lamentarsi di quella legge, ma, semmai, ironia delle ironie, devono pure sostenerla. Eppure non hanno partecipato a creare quella legge. In verità neanche i rappresentanti eletti ci hanno partecipato. La legge viene imposta dal governo, e i nostri eletti alzano o meno una mano per ratificarla. Pure quando fa tanto schifo da essere, il giorno dopo, bocciata perché anticostituzionale.

Se non alzano la mano, o se decidono secondo scienza e coscienza, rischiano di essere cacciati dal partito, del quale sono semplici dipendenti.

E allora quanto c’è di democratico in una legge qualsiasi?

Se i nostri governanti godessero, poi, di una massiccia fiducia almeno potremmo credere che fanno il nostro bene senza la necessità di andare a verificare, alla cecata, per così dire, per un atto di fede. Ma visto che vengono coinvolti, in larga misura, in procedimenti giudiziari, misure cautelari, sentenze di condanna, evidentemente non possono oggettivamente godere della nostra fiducia. E, del resto, se chiedete agli italiani cosa pensino dei politici, sarà molto difficile sentire belle cose.

Ma poi se un premier dice “cambierò la Corte Costituzionale, sono solo comunisti”, oppure “farò la riforma della giustizia”, non v’è chi non veda che in quelle parole non c’è seme di democrazia, perché un premier non può neanche pensare di poter, da solo, fare leggi e cambiare il mondo. E questo perché semplicemente non è previsto dalla legge. E se lui anche questa legge intende cambiare, attraverso la farsa della votazione alle camere, ebbene vuol dire che quello che pensa Berlusconi della democrazia si ferma alla croce che si mette nell’urna. E cioè al momento della sua investitura a padrone del vaporetto. Un po’ poco per la patria del diritto!

E poi.

Nei regimi democratici, soprattutto all’italiana, v’è troppo margine per il clientelismo. Il dibattito democratico serve solo a spartire, secondo le proporzioni dei risultati elettorali, la tavola imbandita.

Col bipolarismo muscolare che ci ritroviamo, ancora, le cose sono, se vogliamo, peggiorate, perché le spartizioni avvengono all’interno dell’orticello di casa, e alle opposizioni viene riconosciuto solo il cosiddetto osso in bocca per non abbaiare. E in Basilicata, al riguardo, facciamo scuola, pare.

Ma allora è meglio un regime della democrazia?

Certamente no. Ovvio e scontato. Ma questa democrazia non ha nulla da invidiare ai regimi totalitari.

Perché la democrazia, la vera democrazia è difficile da attuarsi. Alla vera democrazia servono uomini responsabili, che conoscano i propri doveri e che abbiano una coscienza. Che credano nell’etica o soltanto nella buona educazione e nel rispetto, di tutti. E che pratichino il buon governo, che rispettino le regole, anche le più semplici, come dare la precedenza ad un pedone da parte degli automobilisti, o fermarsi se si investe qualcuno, o altre cose che altrove sono pacificamente accettate e in Italia no. Nella vera democrazia a chi ricopre un ruolo pubblico, le spalle pesano per la responsabilità, chi è eletto non corre a comprare l’auto nuova, impreziosendola con gli stemmi delle istituzioni dalle quali riceve il sostentamento e i privilegi.

Nella vera democrazia il funzionario pubblico sa di essere al servizio degli altri, non di essere il dispensatore di contentini. Nella vera democrazia ognuno ha rispetto per il proprio lavoro e per quello degli altri, e la solidarietà non è di facciata, o espressa solo davanti al televisore quando danno l’ultima sciagura in diretta.

Insomma nelle vere democrazie, si ama il proprio paese, e si lavora insieme perché sia sempre migliore.

La democrazia è ricerca del bene, dialogando da parti diverse, laddove per bene si intende quello generale, e mai quello particolare.

In Italia non c’è democrazia. E gli italiani non sono pronti per vivere appieno la democrazia. Sono torbidamente portati alla scappatoia, alla furbizia, alla sudditanza comoda all’ombra di un potente.

Temo che di questo si tratti, in Italia. E quindi mi viene spontaneo commentare:” Merda secca”.

Parlamentare offresi. Formula convenienza.

Posted on 24. feb, 2011 by in Amenità

Parlamentare offresi. Formula convenienza.

Verdini è rimasto scandalizzato dalle richieste che qualche parlamentare gli ha avanzato perché cambiasse partito.

Considerato che Verdini ha avuto l’incarico di rinforzare le truppe, è indiscutibile che Verdini è a caccia di parlamentari. Soltanto questo giustificherebbe richieste di ogni tipo. Del resto se la domanda supera l’offerta il prezzo sale. Gli economisti del Pdl dovrebbero conoscere queste semplici regole.

Il problema è che parliamo di un mercato speciale: un mercato di uomini-mercenari-politici che sono disposti a cambiare idea in cambio di qualcosa, e non a seguito di un travaglio interiore.

Prendete, per esempio, Barbareschi, che ha cambiato più volte idea in pochi mesi, arrivando anche a commuoversi a ogni passaggio. Cosa possa convincere un parlamentare a rimangiarsi quello che ha proclamato il giorno prima non è facilmente individuabile. Studiosi emeriti ci stanno lavorando sopra.

Nel frattempo si fanno spazio metodi di appartenenza politica per così dire precari. L’appartenenza a tempo determinato ne è un bell’esempio. E si modula così: il parlamentare si offre, col suo bagaglio di portaborse, idee, consenso personale, camicia con polsino e cravatta a tinta, per periodi che vanno da una semplice votazione a periodi di due o tre settimane. Per i fine settimana, quando generalmente non si vota, per i mesi di agosto, e feste comandate i prezzi sono da autentica svendita, ma il parlamentare garantisce un paio di comunicati stampa e apparizioni a richiesta.

Poi c’è l’appartenenza a tempo indeterminato, salvo disdetta, e viene pagata a forfait.

Poi c’è l’assenza programmata al momento delle votazioni. Costa poco e garantisce il colpo di scena, e, fra l’altro, non compromette troppo da un punto di vista diciamo strutturale, non comportando uscite ed entrate in gruppi diversi.

Di moda è, poi, l’uscita dal gruppo di appartenenza e l’ingresso nel gruppo misto. Utile per indebolire l’avversario senza rinforzare il pagante, ottimo in tempi di magra.

Poco di moda rimangono le votazioni da franco tiratore. Utili nelle votazioni segrete, ma francamente antipatiche. Buone per i vigliacchi puri, per i traditori di professione.

Decisamente out restano i cambi per coltivare un’idea diversa. Non costano niente e, per mancia, passi pure per imbecille. In genere sono l’anticamera dell’abbandono della politica giocata, o meglio pagata, cioè, e mi spiego, quella che fa vivere con un congruo reddito. Cambiare idea destabilizza, condiziona il libero mercato dei parlamentari, e rimane ancorato a valori ormai desueti, da soffitta, da imbecilli, appunto.

E ora si apra una seria discussione sul perché le squadre italiane di calcio in Europa fanno pena. Chi interviene?

Scoop mondiale. Ecco il testo integrale della telefonata fra Berlusconi e Gheddafi

Posted on 23. feb, 2011 by in Amenità

Scoop mondiale. Ecco il testo integrale della telefonata fra Berlusconi e Gheddafi

-       Parola d’ordine

-       Figa

-       Meglio in due?

-       Meglio in tre

-       E delle checche?

-       Ce ne fottiamo

-       E alle puttanelle?

-       Noi diamo le memelle

-       Bene, prova superata, le passo il Colonnello

-       Hello?

-       Ma cosa mi combini mai, colonnellononvogliolacqua? Sono Silvio. Sai, ti sono vicino.

-       Io con te non parlo!

-       Ma non crederai a quelle voci che mi volevano al fianco dei rivoltosi?

-       Tu tradire me!

-       Ma neanche per sogno. Sai come si dice dalle mie parti? Amico di frecata amico senza data. Eh!

-       E giura!

-       Giuro.

-       Su chi?

-       Ma, amico, su quello che abbiamo di più caro

-       Sulla figa?

-       Sulla figa.

-       E allora stringimi forte

-       Ti stringo forte

-       E sentiamoci più spesso

-       Tu non esagerare, però. E se ti arriva qualche voce strana, non crederci, è solo tattica.

-       Va bene

-       Un bacio

-       Anche a te

-       Lo sai che ti voglio bene

-       Lo so, lo so

-       E chiudi

-       No chiudi tu

-       No tu

-       No tu

-       Assieme

-       Va bene

-       Uno due e tre

-       Ciao

Sasso, Colombo, comuniste in cachemire, cultura ma non di massa

Posted on 22. feb, 2011 by in Argomenti, Commenti, Società e costume

Sasso, Colombo, comuniste in cachemire, cultura ma non di massa

Il nord Africa ribolle, e, sebbene la guerriglia sia figlia di un contesto affatto diverso da quello dell’Europa, non è discutibile che il fenomeno ci riguardi.

E’ possibile che la crisi che incombe, oltre al disagio di dover immaginare una vita diversa e basata su valori finalmente etici, e più seri, in fondo, non costituisca il momento dal quale rinascere. Soprattutto moralmente e spiritualmente.

Perché il disagio maggiore è dato dalla trasversalità dell’immoralità. Le nuove, ma vecchie, vicende dell’affittopoli milanese ne sono un fulgido esempio.

Finanche la Sasso, compagna del candidato sindaco Pisapia, giornalista di Repubblica, nei tempi andati feroce cronista delle vicende di tangentopoli, gode dei benefici della cattiva e clientelare gestione del patrimonio pubblico. Il sistema dei privilegi è assolutamente trasversale, e non ha niente da invidiare ai sistemi democristiani e socialisti dei tempi che furono. Segno evidente che il migliore “ha la rogna”.

E il peggio è che non sono solo i politici a sguazzare in questo pantano melmoso, ma anche i giornalisti, che dovrebbero invece contargli le pulci.

Il “da quale pulpito” rimane l’obiezione più in voga in Italia.

E allora a chi ci si può rivolgere senza tenere la mano sulla tasca dove è riposto il portafogli?

A destra si festeggia a champagne e caviale per una puttanella, o per il ritorno di un parlamentare-mercenario, a sinistra si gioca ai nobili e al popolino.

Sentite l’ultima.

Daria Colombo, moglie di Vecchioni, neo vincitore del Festival di Sanremo, girotondina, donna di cultura di sinistra, afferma in un’intervista rilasciata al Riformista che la sinistra deve smettere di avere la puzza sotto il naso e che deve cominciare a rifrequentare le masse. Roba da non credere. Ma chi crede di essere? Mi sembra di immaginare una nobildonna che, facendosi violenza, va a fare la crocerossina per mero interesse personale, e non per soddisfare un’esigenza dell’anima.

Depositari della cultura. Ma andate a scopare il mare!

Quindi, è pacifica l’ammissione della colta Colombo, che i girotondi erano una protesta di elite, ben distinta dalle “masse”, cui i radical-chic intendono ricorrere per non morire.

Dice ancora la Colombo che la sinistra deve andare a trovare anche la De Filippi, e uscire da quei luoghi nei quali si era rinchiusa. La concessione che fa all’Italia dei più, alla quale offre la magica e finalmente disponibile sinistra, è una manifestazione di scadente nobiltà rivoltante, che tradisce l’effettiva presunta superiorità morale e culturale che attanaglia i comunisti in cachemire.

Ovviamente, poi, alla fine, riemerge la doppia morale, infatti la Colombo, nell’ultima parte dell’intervista, arriva a dire che l’appartamento della Sasso a Milano è modesto, senza accennare al fatto che la Sasso gode di un privilegio negato ai più. Ma questa è un’altra, la solita storia.

La verità è che è bene auspicare che la crisi incombente travolga tutto il mondo di chi ci governa e di chi, parassitariamente, gli sta intorno; e che la crisi faccia risvegliare negli italiani il senso di cittadinanza, di appartenenza alla società, e la consapevolezza di essere titolari di diritti, la cui difesa è dovere di ogni popolo.

Mediocrazia. Stop. SOS. Cittadini cercansi. Stop.

Posted on 20. feb, 2011 by in Commenti, Politica nazionale, Regione Basilicata

Mediocrazia. Stop. SOS. Cittadini cercansi. Stop.

In molti parlano di meritocrazia.

Qualcuno, invece, coerentemente, non la nomina mai, se non per se stesso.

Barbareschi era commosso al primo convegno dei finiani, parlò col groppo in gola.

Berlusconi “Cambio la Corte Costituzionale!”, “troppi comunisti”, “d’ora in poi per abrogare una legge che ho fatto io, che per definizione è una buona legge, ci vorrà il 101%. Impossibile? Sarebbe ora.”

Berlusconi voleva il numero di telefono di Naomi Campbell. Mi sembra coerente.

Morandi è stato un conduttore mediocre, quindi ottimo.

Sanremo: sessantenni e passa alla ribalta. Come ovunque in Italia. Non si rinnova niente. I politici sono gli stessi da decenni. I finanzieri, uguale. I politici locali, pure. Anche le squadre di calcio italiane sono le più vecchie in Europa. E in Italia si gioca un pessimo calcio.

Il sistema di Berlusconi è un sistema leninista: sta ficcando i suoi servi ovunque.

La politica italiana non è ben regolamentata. Nel calcio la campagna acquisti-cessioni è limitata a due periodi nell’anno; nella politica il mercato è sempre aperto.

Le riforme di Berlusconi, siccome quelle precedenti delle altre parti politiche non mi hanno mai cambiato la vita, se non in peggio.

In Basilicata un manipolo di ex consiglieri regionali, diventati parlamentari, hanno indebitamente percepito un doppio stipendio, ma non si convincono a restituire il maltolto. Solo in Italia accade? Solo in Italia.

Ci sono politici che sommano le pensioni, da consigliere regionale, da parlamentare, io per farmene una di merda sudo sette camicie.

Molti non se la stanno facendo proprio.

Va male, molto male.

Il Governo contro i magistrati. Un parlamento che non legifera. La crisi che incombe. I popoli che si ribellano. I mediocri che comandano. Io ho paura.

L’italiano dorme. E mostra insofferenza solo se interrompono il campionato di calcio. Per il resto assorbe tutto. E’ una spugna.

Bersani, uno dei mediocri, annaspa. Di Pietro tace. Nessuno parla più di cambiare la legge elettorale. La giustizia fa schifo, e non perché processano Berlusconi.

La mediocrazia, questa ci tocca. Se non sei mediocre ti manca l’aria.

Benigni racconta la storia, e ci sta pure, se i politici, per esempio, continuano a fare i pagliacci.

Gli italiani sono degli spettatori perfetti: guardano, applaudono, fischiano, pagano il biglietto, anche salato, qualcuno entra gratis, e poi tornano a casa ed entrano in coma fino all’orario di inizio dell’isola dei famosi.

Abbiamo delegato tutti ai politici. Anche la cultura. E dio sa solo cosa ci combinano al riguardo.

Affittopoli a Milano: ci sono tutti, di tutti i partiti di tutte le professioni. Che contano.

Ma voi non avete paura?

I rigurgiti di dignità civica sono flebili vagiti di cittadini appena neonati. Siamo sudditi e della peggior specie.

E’ questa la furbizia italiana?

Ieri a un convegno politico di esordio di un partito a Potenza, praticamente c’erano solo loro: i politici e gli aspiranti tali o aspiranti portaborse, e i giornalisti. Mancavano i cittadini, guarda un po’. E se ce ne era qualcuno si sentiva come un cavolo a merenda, spaesato, si chiedeva cosa ci facesse lì.

Vogliamo cominciare ad avere paura?

O vogliamo aspettare di morire da spettatori di uno squallido spettacolo?

Questo è un S.O.S. autentico.

Un’ultima chiamata.

Altrimenti si salvi chi può.

La controriforma della giustizia

Posted on 18. feb, 2011 by in Argomenti, Politica nazionale

La controriforma della giustizia

Arriva la riforma della giustizia. Ovvero la controriforma della giustizia, se è vero, come pare, che è prevista anche l’immunità per i parlamentari.

Ce ne era bisogno.

Il cerchio si chiude. Dopo tangentopoli e la manifestazione di trasparenza data dalla politica con l’abolizione dell’immunità, rieccoci ai tempi bui.

E come ogni riforma che si rispetti, in Italia, serve innanzitutto al cittadino. Al cittadino parlamentare, beninteso, chè di altri cittadini non ce ne frega niente.

Ora possiamo stare sereni. Con l’immunità nessuno disturberà più il manovratore. Nessuno potrà intralciare il corso del progresso che ci porterà, tutti, nel paradiso terrestre.

Signori, la volevamo da anni questa riforma; ci abbiamo passato, nella speranza, notti insonni, con lo stomaco bucato dalla acidità conseguenza del pensiero dei nostri parlamentari impediti a delinquere.

Bene, giustizia sarà. A presto.

PS: a meno che anche questa riforma non si schianti al primo ostacolo di diritto. Tutto può essere. Gli esperti giuridici del governo ci hanno abituato a cantonate in serie. Ma prima o poi ce la faranno a varare una legge che non venga restituita al mittente.

Dai, Forza, Su!

Nolè e la Champions

Posted on 18. feb, 2011 by in Città di Potenza, Racconti

Nolè e la Champions

“Un giorno o l’altro ci rimetterò la salute”, pensò Nolè alla fine della partita.

Spaparanzato sulla poltrona osservava, per niente soddisfatto, la leggera curva che il suo stomaco assumeva sempre più di sovente.

Nell’arco dei fatidici due tempi, oltre l’intervallo, Nolè aveva festeggiato ogni gol dell’Inter con un’ abbondante sorsata di calvados, e per creare un ambiente favorevole al profumato liquore, aveva ingurgitato, fra una sorsata e l’altra, pezzi enormi di cioccolato al latte con le nocciole.

Complice uno stato di forma sfavillante dell’attacco dell’Inter, che aveva costretto tifosi e cronisti all’uso del pallottoliere per tenere il conto dei gol, il risultato personale di Nolè era stato: una tavoletta, di quelle grandi, tipo familiare, di nocciolato, e tre quarti della sinuosa bottiglia di calvados.

Sazio, era sazio. Ma era anche euforico e disposto alle relazioni sociali.

Dal momento che non era ancora molto tardi chiamò al telefono Maria, l’amica delle notti brave, e l’invitò per un ulteriore cicchetto in un locale alla moda.

Maria, come sempre, non si negò, e dopo pochi minuti, Nolè a bordo della sua anonima e usatissima berlina, col sorriso beffardo di chi veleggia nei fumi dell’alcool, aprì, da vero galantuomo, la portiera all’amica e complice di sempre.

L’acre sapore della sigaretta, sul palato ancora impastato da cioccolata e calvados, gli regalava momenti di estasi, e il mescolarsi dei diversi sapori sembrava orchestrato da sapienti maestri.

Una sinfonia di gusti suonava nella sua bocca, mentre con un sorriso ebete faceva finta di ascoltare una Maria infervorata in un racconto di chissà quale storia.

La serata fu piacevole. Maria parlava senza smettere un attimo, mentre Nolè sorseggiava un whisky torbato senza né ascoltare né pensare a niente.

A mezzanotte Nolè sentì di avere appetito, fermò il cameriere e chiese se servivano ancora da mangiare. “No, commissario, la cucina è chiusa. Possiamo servirle arachidi e patatine.”

“No grazie”, rispose Nolè,  e poi pensò “Città di merda!”.

Allora guardò Maria. “Capito! A casa mia per uno spaghetto. Forza, commissario dei miei stivali”.

Nolè le sorrise e le baciò la mano.

Lo spaghetto, secondo la filosofia di Nolè, costituiva il miglior alimento notturno; perchè segnava, a suo modo di vedere, la chiusura della giornata aprendo, nel contempo la porta ovattata del sonno, come niente altro al mondo.

Lo volle aglio, olio e peperoncino, come sempre. Molto al dente, e in misura ridotta, e cioè quei magici settanta grammi che gli avrebbero lasciato voglia di un’altra forchettata.

In fondo aveva gusti semplici, Nolè.

Ci bevve sopra un bicchiere di bianco, perché non trovò altro nel frigo di Maria.

“Rimani?”, gli chiese Maria.

“Non se ne parla. Domattina devo interrogare un losco individuo e alle otto devo essere già in forma.”

L’aria gelida di quella notte potentina di un febbraio che sembrava finalmente volgere a neve, lo avvolse premurosa, e decisa a fargli smaltire quella anarchica serata culinaria in pochi secondi. Nolè le fu grato e tornò a casa a piedi. La macchina l’avrebbe recuperata l’indomani.

Un minestrone qualunque

Posted on 15. feb, 2011 by in Attualità, Commenti, Politica nazionale

Un minestrone qualunque

Sono stato al congresso fondativo di FLI.

L’organizzazione è stata ottima.

Degli interventi che ho ascoltato mi ha colpito una frase di un tal “Compagno”, di cognome, il quale ha parlato di “incompetenze stratificate”, riferendosi generalmente all’Italia.

Mi è piaciuto. Molto.

Il discorso finale di Fini mi è pure piaciuto.

Credo, anzi temo, che Fini sia una decina di spanne al di sopra di tutti i parlamentari di FLI messi assieme e moltiplicati per tre.

Ha comunque indicato un percorso, come dicono i politici banali. Ed è quello del bipolarismo europeo, quello fra schieramenti moderati e contrapposti. Ha inoltre dichiarato che il progetto di FLI è quello iniziale, inattuato, del PDL.

Si è dichiarato convinto assertore del federalismo; ma non quello impiastricciato che vogliono far passare, e comunque senza aggravio di tasse, e con la logica conseguenza di una riforma costituzionale che abroghi una delle due camere per istituire il senato delle regioni.

Ha poi affermato che gli organi di partito saranno eletti dalle assemblee, che si terranno entro l’anno, e che nelle segreterie locali non v’è posto per gli eletti rappresentanti nelle istituzioni.

Rimarchevole!

Purchè sia fatto davvero.

Nel frattempo, mentre nasceva un nuovo partito su nuove logiche, tutte ben condivisibili da chi, come me, ha patito gli anni oscuri di AN e del PDL, i luogotenenti di Fini già litigavano, per un posto, per una coppola.

Pare che Fini li abbia mandati a scopare il mare.

Spero sia davvero così.

Nel frattempo le donne manifestavano.

Contro Berlusconi.

Rivendicando dignitosamente e con orgoglio, non so esattamente cosa.

Ma erano tante. Almeno così pare.

Una manifestazione non politica. Hanno detto.

C’erano anche tanti uomini.

In tempi di guerra si faceva di tutto per mangiare. Ora non so se siamo in tempi di fame come quelli di guerra, ma comunque si fa tutto per il danaro, non so se per mangiare, ma comunque per danaro.

E per tanti genitori, avere una figlia che prende regali da un premier, sembra un buon affare.

Questi sono fatti.

Come sono fatti le mercificazioni del corpo femminile sui giornali e sui muri, per pubblicizzare qualsiasi cosa.

Popolo di guardoni? Può essere.

Molte donne, poi, sanno sapientemente usare il corpo per avvantaggiarsi nella vita, fosse solo uno sguardo languido, un sorriso ammiccante, e fosse anche soltanto per saltare una fila.

Popolo di imbecilli? Può essere.

C’è ancora gente, in Italia, che si volta per guardare un paio di cosce o un di dietro.

Popolo di arrapati? Può essere.

Tutti al voto!

Riportiamo alle camere i nominati delle segreterie dei partiti. Le mogli di, le figlie di, i segretari di, i medici di, tutta gente di valore politico indiscutibile, poffarbacco.

Anzi no, facciamo un nuovo governo purgato di Berlusconi, oppure, tiriamo avanti con Berlusca e con Bossi che mostra crepe nella lucidità politica.

L’Inter e la Juve, il Milan e la Roma, sotto il segno del Napoli.

Ah!, il calcio è tornato a Potenza, e la notizia non è di poco conto. Peccato solo che la squadra si chiama Fortis Murgia. Ma questo è un dettaglio, perbacco.

PS: Berlusconi a giudizio per rispondere dei reati di concussione e altro, questa è la notizia dell’ultima ora. Auguri a tutti.

Questioni referendarie

Posted on 05. feb, 2011 by in Calcio, Società e costume

Questioni referendarie

Forte sconcerto, sbalordimento intellettuale, sbigottimento cerebrale.

Ma come è possibile?

Arrivano e subito si inseriscono, segnano, sorridono e vengono acclamati.

E’ un segnale positivo o tutto il contrario?

E’ sintomo della generale crisi o rappresenta il barlume di una tanto attesa ripresa?

E mi spiego.

In questi giorni si sta verificando questo strambo fenomeno: le squadre di calcio hanno effettuato degli acquisti di calciatori più o meno bravi. Prendiamo l’Inter; acquista un nazionale, Pazzini, e una riserva del Genoa, Kharja. Entrambi giocano e trionfano.

Ma è tanto facile entrare immediatamente nei meccanismi di una squadra collaudata? O questa squadre non hanno moduli, schemi o particolari tattiche, e improvvisano di volta in volta?

C’è da chiederselo.

Lo stesso al Milan e in molte altre squadre.

No, alla Juve no, ma lì è diverso. Incombe la sindrome del brocchismo, chiunque arrivi, calciatore o allenatore, diventa un brocco matricolato, salvo rinsavire spostandosi altrove.

E allora?

Al Barcellona, squadra autentica, con tanto di meccanismi ben collaudati, è difficile vedere che arriva l’ultimo, e si impone come una stella.

In conclusione io credo che l’Italia soffra di italianità anche nel calcio, dove, come altrove, regna l’approssimazione e la superficialità, e l’ultimo fesso rischia di apparire un genio, casomai col placet di qualche presunto potente.

Irricevibile. Prego riprovare.

Posted on 04. feb, 2011 by in Città di Potenza, Commenti, Politica nazionale

Irricevibile. Prego riprovare.

Napolitano al governo: imparate.

L’irricevibilità è il provvedimento più umiliante per un avvocato. Quando un Giudice dichiara irricevibile un ricorso vuol dire che l’avvocato ha toppato di brutto.

Mutatis mutandis il governo, come un avvocato pivellino, un po’ ignorante, un po’ presuntuoso, molto superficiale, ha toppato. E non è la prima volta.

L’approssimazione giuridica è il bagaglio a mano della squadra di governo, quello che non lasciano mai, ma che portano sempre dietro, non sia mai lo perdono.

E questo è il dato più preoccupante.

A sentirli tutti, ieri sera, sembrava la cosa più legittima della faccia della terra. E invece.

Ora Bossi ha garantito che verrà compiuto quel passo che avevano dimenticato, chissà se per la fretta o per l’ignoranza. Ci crede ancora, evidentemente, e le elezioni, garantite in caso di esito negativo, sono rimandate a data da destinarsi e a credibilità da riguadagnare. L’agonia continua, insomma.

Il popolo leghista comincia a mostrare i denti anche nei confronti dei loro rappresentanti.

Ma spieghiamolo questo federalismo municipale.

In definitiva consiste in questo:

i comuni del nord, stanchi di vedere destinati i loro soldi ai comuni del sud, pretendono di non dover regalare più un euro. Tremonti ha detto “bene”, così al sud impareranno ad arrangiarsi. Ma l’Anci si è messa di traverso, soprattutto per la spinta critica propulsiva proprio di qualche comune del sud, fra i quali quello di Potenza. A conti fatti, con le esigue entrate, ridicole per quanto riguarda la tassa di soggiorno, un Comune come quello di Potenza fallirebbe: sommerso di debiti, con minori entrate e prospettive pessime, non avrebbe via di scampo.

E allora Tremonti ha detto ok all’aumento del prelievo fiscale. Al nord vanno di lusso, come suol dirsi, dalle nostre parti c’è da tremare: abbiamo il maggior numero di disoccupati, il maggior numero di emigranti, e ci aumentano pure le tasse. Pazzesco.

Ma non è detto: potremmo anche inventarci qualcosa, ridurre il costo delle raccomandazioni e del familismo, evitare lo sperpero della inutile formazione, sfruttare meglio gli incassi del petrolio, reinventarci un turismo giudiziario, ben florido ai tempi di Woodcock, rilanciare l’amaro lucano, portare la gazzosa Avena a Time Square, e rivendere le “t”, le “p”, mai totalmente sfruttate nel nostro parlare quotidiano, e così facendo, ritrovare una ricchezza insospettata che ci faccia girare su luccicanti Rolls, sebbene rialzate come i pick-up americani, per superare le buche.

E ora speriamo di passare un sereno fine settimana.

Il vero collante dell’Italia è l’italianità, uguale dalle Alpi in giù.

Posted on 04. feb, 2011 by in Argomenti, Politica nazionale

Il vero collante dell’Italia è l’italianità, uguale dalle Alpi in giù.

Il Federalismo è bocciato, il Federalismo è legge. Tutto in una giornata.

Il risultato è che il Parlamento non conta niente. Una inutile istituzione. Un branco di pseudo politici, gonfi di privilegi, presuntuosi, che si immaginano vere star, televisive e non, che, a conti fatti, non contano un beneamato neppi.

Si potrebbe pensare, allora, di farli fuori, farli tornare a fare il loro mestiere di prima, se ce lo avevano. In fondo ci costano parecchio e sono totalmente inutili.

La pagliacciata di ieri, con un governo che si riunisce e smentisce il parlamento in un battibaleno, potevano evitarsela e evitarcela, quantomeno per non costringerci a considerare i parlamentari una autentica nullità, quali sono.

Poi c’è un’altra considerazione da fare:

il federalismo, seppur ben datato, come idea, costituirebbe una rivoluzione. Benefica o malefica lo potrà dire solo il tempo. Immaginare che si sia espresso un voto estremamente politicizzato e condizionato da scopi indiretti (far cadere il governo), e non un voto tecnico, sentito, maturato solo a difesa dell’interesse pubblico, è cosa che fa male.

Se, come pare, così è accaduto, ebbene avremmo tutte le carte in regola per mandare tutti, per l’ennesima volta, a scopare il mare. Nei dibattiti televisivi, parlando di ferderalismo, si sono affrontati temi generici, e ancora non si sa se il carico fiscale aumenterà o no. Visto che da una parte si dice che no, e da una parte che sì, senza che vengano portate argomentazioni serie, o specifiche, è evidente che una parte politica mente, e forse, neanche sapendo di mentire, il che è peggio, e testimonia di una supeficialità dilagante.

Intanto si gridano contro nell’unico palcoscenico che li galvanizza, e cioè la TV. Neanche consci di offrire spettacoli di basso rango, senza lasciar trapelare un minimo di approfondita conoscenza dei problemi, ma arruffando, annaspando, e circumnavigando i problemi che, ormai ne sono convinto, in pochi conoscono bene.

Ma l’importante è essere federati, senza sapere cosa significhi. Altrimenti Bossi si incazzava e addio governo.

Ma ora si passa ai ringraziamenti. Berlusconi nominerà un mare di nuovi sottosegretari, per fare cosa non si sa, ma la fantasia a chi governa non manca mai, basti pensare al sottosegretariato della Santanchè alla “attuazione del programma”, che è quanto dire, uno perchè il programma è saltato da tempo, e poi perchè fa ridere e basta, e infine perchè vorrei proprio vedere in che consiste il lavoro di un sottosegretario così. E quindi ci sarà una infornata di nuovi potenti il cui merito consiste solo nell’aver cambiato opinione, e non dopo un travaglio ideologico, ma solo per dare una mano a Berlusconi. Il quale, si sa, sa essere riconoscente, ma nel caso di specie, come nel caso della Minetti, coi soldi di tutti. A proposito di quest’ultima, se è vero che è stata la fidanzata di Berlusconi, mi chiedo se la nomina a consigliere regionale non sia una forma di assegno alimentare dopo lo scioglimento del fidanzamento.

Massì. Basta che ci sta il sole, la musica, il mandolino e la pizza, ma mettiamoci pure la cotoletta alla milanese e qualche altra leccornia lombarda, e vedrete che, in fondo, siamo davvero tutti italiani. Possiamo festeggiare, quindi, in piena coscienza nazionale il 150° compleanno.

Iamme, iamme, iammeiammeià

e vai che canta pure Bossi!

Intervista a un ministro qualunque. Da “Le grandi interviste di Fred Mulligan”

Posted on 03. feb, 2011 by in Amenità, Diritto e giustizia, Le grandi interviste di Fred Mulligan

Intervista a un ministro qualunque. Da “Le grandi interviste di Fred Mulligan”

D: Ma ministro, ce lo spiega per bene cosa è il processo breve?

R: Come dice l’espressione, processo breve significa che un processo deve essere breve, e se non lo è, quel processo non si può fare più.

D: Ma ministro, mi scusi, ma allora vanno al macero l’ottanta per cento dei processi?

R: Mi scusi, ma a me cosa me ne frega, hanno fatto male a temporeggiare.

D: Determinato. E le parti offese?

R: Non si può accontentare tutti, e in uno stato di diritto, vale la presunzione di innocenza, le parti offese devono farsene una ragione. E’ una questione di civiltà giuridica.

D: Ma non sarebbe più giusto rendere la giustizia più veloce?

R: Bravo!, ne è capace lei? E poi perché dobbiamo cavare dal forno le castagne al posto dei giudici? Me lo dice cosa fanno dalla mattina alla sera? Leggono la Repubblica e il Fatto, invece di lavorare?

D: Giusto. Ma il processo breve ovviamente vale da oggi in poi!

R: E che facciamo figli e figliastri? Vale da sempre, punto e basta.

D: Ma secondo lei i giudici non lavorano abbastanza?

R: Non fanno un cazzo. Se vuole sapere come la penso.

D: E il fatto che Berlusconi se ne avvarrà per i suoi processi?

R: Le risulta che Berlusconi non sia cittadino italiano?

D: Ma non ci fosse Berlusconi e i suoi processi vi sarebbe venuto in mente lo stesso?

R: Certo che no. E proprio per questo dobbiamo ringraziare il premier, per l’ennesima opportunità che offre al paese.

D: Ma non ce la faranno mai a smaltire per tempo i processi accumulati.

R: Pazienza.

D: E tanti criminali e delinquenti la faranno franca.

R: Esatto.

D: E non è uno schifo?

R: Guardi con tutto lo schifo che c’è in giro questo è davvero il meno. Anzi.

D: Rimarchevole e pragmatico. Ministro, ma in tutta fede, e non faccia giurin giuretto, ma le sembra giusto il processo breve, è una riforma della giustizia o è un metodo per non far processare Berlusconi?

R: Guardi rispondo con le mani in alto, anzi, se non le dispiace, glielo dico ballando questo ritmo tribale che mi prende allo stomaco….

D: Ma non sento niente!, quale ritmo?
R: Lei non ha poesia. Allora Le dicevo, ops….., …..le piace questa figura……?, dunque, il processo breve è giusto, costituisce una riforma epocale, ed è il metodo per non far processare Berlusconi.

D: Evviva la sincerità. Ministro ma lei balla benissimo.

R: Su venga anche lei in pista, faccia come faccio io, segua il ritmo, deve astrarsi, non pensi sempre a Berlusconi, la vita è altro, ops, …..ops, …uno… due …tre.. giravolta…

D: perbacco, che bello, come vado?

R: Benissimo!!!!!

C’erano una volta le manifestazioni

Posted on 01. feb, 2011 by in Argomenti, Politica nazionale

C’erano una volta le manifestazioni

Le manifestazioni di piazza sono la maniera di un popolo, o di fette consistenti della popolazione, per far sentire la propria voce a chi governa.

Le manifestazioni, per chiamarsi tali, sono in genere di protesta.

Insomma si manifesta per una decisione impopolare, una legge ingiusta, o ritenuta tale, o per difendere un principio.

Lo disse anche il centro destra quando, con Prodi al Governo, vennero organizzate manifestazioni popolari, proprio dalla sinistra, affermando che una manifestazione è sempre, per definizione, antigovernativa.

E la spiegazione è facile facile.

Che bisogno c’è di manifestare per chi comanda?

Non sarebbe sfoggio di democrazia, questo, bensì sintomo di mancanza assoluta di libertà. Soprattutto, poi, se la manifestazione non fosse spontanea ma imposta dal partito che governa.

Eppure l’ordine è partito: manifestare per Berlusconi e contro i magistrati. I quali, beninteso, non legiferano e non incidono sulla vita degli italiani con provvedimenti generali, bensì fanno quello che gli viene chiesto dalla legge: e cioè indagano e giudicano.

Male, bene, così così, ma non fanno altro che quello per cui sono pagati.

E allora cosa gli si chiede? L’impunità per il premier?

Pazzesco.

Sarebbe uguale manifestare contro i carabinieri o contro i finanzieri, perché fanno i controlli e le multe.

Se un giudice sbaglia, si fa appello, o si fa un’azione perché il magistrato in mala fede venga condannato al risarcimento, ma non si fanno le manifestazioni preventive.

Non solo. Ma invogliare fette consistenti di cittadinanza a ribellarsi ai giudici induce sfiducia nell’ istituzione della giustizia, e questo è sbagliato, ingiusto, inopportuno e criminale.

Domani chiunque venisse attinto da un’indagine potrebbe gridare al complotto senza necessità di provarlo. Certo, non potrebbe movimentare le masse, ma questo sarebbe solo ancora più ingiusto a favore di chi, invece, può permetterselo.

Io auspico un retromarcia immediato, un ravvedimento significativo.

Mi rifiuto di pensare che altrove si manifesta per la libertà e per il pane e da noi si manifesta per sovvertire l’ordine democratico.

Nolè in vacanza. Sesto o settimo capitolo, non so. Le avventure del Commissario Nolè

Posted on 01. feb, 2011 by in Città di Potenza, Letteratura, Racconti

Nolè in vacanza. Sesto o settimo capitolo, non so. Le avventure del Commissario Nolè

Nolè dormì qualche ora, e al risveglio ebbe subito voglia di un caffè.

Andò in cucina e accese la macchina del caffè elettrica mentre preparava la cialda; avvertì, però, una sensazione strana. Si guardò attorno e gli tornò alla mente lo stato in cui aveva lasciato la cucina la sera prima.

Non c’erano bicchieri sporchi e non c’era la bottiglia di grappa; corse in camera da letto e non rinvenne la valigia di Corinne: tutto in ordine come se Corinne non avesse mai messo piede in quella casa.

Senza che lo volesse si era fatta strada, nella sua mente, l’idea che Corinne lo aveva seguito a Potenza per sfuggire a una situazione grave, e nulla più. Ecco perché non provava più sensi di angoscia o rimorsi al riguardo. Ebbe la sensazione che, comunque, sarebbe venuto a capo di tutto. Ma incombeva la riunione e allora si lavò, si vestì e uscì di casa.

Sul pianerottolo incontrò uno degli studenti che stava uscendo di casa “Buongiorno commissario, di corsa?”

“Ciao, sì, di corsa. Ma ieri non c’era nessuno in casa? Avevo bisogno di una informazione, ho bussato, ma non mi ha risposto nessuno”

“No eravamo tutti via. Io ho fatto rientro pochi minuti fa e scappo a lezione. Di cosa aveva bisogno?”

“Niente, niente, poi ho risolto, grazie. Ciao.”

Situazione davvero ingarbugliata, pensò Nolè, che, complice l’aria tersa di una giornata spettacolare, per la fredda Potenza, non provava più il disagio e il terrore della sera precedente. “Chissà dov’è Mike?”, pensò il commissario che aveva ben impresso negli occhi il volto dell’uomo che tanto lo aveva terrorizzato.

Lo aveva battezzato Mike, così, forse per omaggio ai polizieschi americani che tanto amava.

Comunque era stranamente di ottimo umore.

In questura fu accolto come al solito benissimo, le nuove poliziotte, poi, gli sorridevano beate, perchè vedevano in lui un vero personaggio, affascinante, bello e coraggioso, e lui lo sapeva, e le ricambiava come un personaggio doveva fare: gentile ma assolutamente distaccato e riservato.

La riunione stava per iniziare e c’era nell’aria come una strana energia, quella che si avverte prima di un’operazione importante; buon segno, pensò Nolè.

La sala delle riunioni era l’ultima di un lungo corridoio subito dopo la sala del nucleo operativo speciale, una specie di superpoliziotti che il Ministero degli Interni aveva istituito l’anno precedente. Il nucleo aveva strani compiti che Nolè non aveva mai capito bene, e gli uomini addetti non avevano rapporti con nessuno in questura.

Passando davanti alla porta del Nucleo Speciale Nolè notò che la stessa era socchiusa, cosa invero molto rara, sbirciò e rimase quasi paralizzato. Quella mascella e quella capigliatura l’aveva già vista, e anche molto di recente.


<ul><li><strong>woo_feat_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_page</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_uploads</strong> - a:3:{i:0;s:75:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png";i:1;s:72:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/4-Luciano.jpg";i:2;s:69:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/3-logo.png";}</li><li><strong>woo_show_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_textlogo</strong> - false</li><li><strong>woo_gravatar</strong> - true</li><li><strong>woo_contactme</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_bio</strong> - </li><li><strong>woo_twitter</strong> - </li><li><strong>woo_highlights_tag</strong> - potenza</li><li><strong>woo_highlights_tag_amount</strong> - 6</li><li><strong>woo_featured_tag</strong> - </li><li><strong>woo_featured_tag_amount</strong> - 4</li><li><strong>woo_highlights_show</strong> - true</li><li><strong>woo_also_slider_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_slider_heading</strong> - Sul Blog si parla ancora di...</li><li><strong>woo_recent_archives</strong> - #</li><li><strong>woo_excerpt_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_contact_page_id</strong> - </li><li><strong>woo_featured_image_dimentions_height</strong> - 371</li><li><strong>woo_featured_sidebar_image_dimentions_height</strong> - 78</li><li><strong>woo_hightlights_image_dimentions_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_video_browser_init</strong> - 5</li><li><strong>woo_slider_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_slider_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_automate_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page</strong> - false</li><li><strong>woo_home_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_page_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_blog_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_also_slider_image_dimentions_height</strong> - 144</li><li><strong>woo_single_post_image_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_single_post_image_height</strong> - 380</li><li><strong>woo_archive_page_image_width</strong> - 200</li><li><strong>woo_archive_page_image_height</strong> - 220</li><li><strong>woo_themename</strong> - The Journal</li><li><strong>woo_shortname</strong> - woo</li><li><strong>woo_manual</strong> - http://www.woothemes.com/support/theme-documentation/the-journal/</li><li><strong>woo_alt_stylesheet</strong> - brown_boxed.css</li><li><strong>woo_logo</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png</li><li><strong>woo_custom_favicon</strong> - </li><li><strong>woo_google_analytics</strong> - <script type=\"text/javascript\">

  var _gaq = _gaq || [];
  _gaq.push([\'_setAccount\', \'UA-703470-4\']);
  _gaq.push([\'_trackPageview\']);

  (function() {
    var ga = document.createElement(\'script\'); ga.type = \'text/javascript\'; ga.async = true;
    ga.src = (\'https:\' == document.location.protocol ? \'https://ssl\' : \'http://www\') + \'.google-analytics.com/ga.js\';
    var s = document.getElementsByTagName(\'script\')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);
  })();

</script></li><li><strong>woo_feedburner_url</strong> - </li><li><strong>woo_custom_css</strong> - </li><li><strong>woo_home_top</strong> - About</li><li><strong>woo_home_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_page_ex</strong> - </li><li><strong>woo_popular</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_content</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_resize</strong> - true</li><li><strong>woo_auto_img</strong> - true</li><li><strong>woo_home_width</strong> - 197</li><li><strong>woo_home_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_thumb_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_cat_nav_1</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_rotate</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_image_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_url_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_url_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_url_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_5</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_5</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_6</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_6</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_archive_content</strong> - false</li><li><strong>woo_search_content</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_menu</strong> - false</li><li><strong>woo_portfolio_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_port_in_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_port_prev_title</strong> - Thumbnails</li><li><strong>woo_port_prev_ins</strong> - Click on images below to load a larger preview.</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_a</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_a</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_a</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_b</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_b</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_b</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_c</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_c</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_c</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_d</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_d</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_d</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_minifeat_height</strong> - 110</li><li><strong>woo_nav_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_about_header</strong> - </li><li><strong>woo_about_text</strong> - </li><li><strong>woo_about_button</strong> - </li><li><strong>woo_button_link</strong> - </li><li><strong>woo_about_photo</strong> - </li><li><strong>woo_cat_box_1</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_box_1_image</strong> - </li><li><strong>woo_blog_navigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_subnavigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_permalink</strong> - </li><li><strong>woo_blog_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_featured_posts</strong> - 2</li><li><strong>woo_ad_header</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_header_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_header_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_top</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_top_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_top_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_top_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_content</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_content_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_content_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/728x90a.jpg</li><li><strong>woo_ad_content_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_300_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_300_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_ad_300_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_blog_cat_id</strong> - </li><li><strong>woo_the_content</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_mpu_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_3col_height</strong> - 150</li><li><strong>woo_ad_footer_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_cat_color_1</strong> - </li><li><strong>woo_pf_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_normal</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_portfolio_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_enable_all_category</strong> - false</li><li><strong>woo_bgr</strong> - darkblue.css</li><li><strong>woo_right_sidebar</strong> - true</li><li><strong>woo_archives</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_layout</strong> - blog.php</li><li><strong>woo_other_entries</strong> - 6</li><li><strong>woo_other_headlines</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_nav_footer</strong> - true</li><li><strong>woo_box_colors</strong> - </li><li><strong>woo_about</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_more1_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more1_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more1_url</strong> - </li><li><strong>woo_more2_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more2_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more2_url</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_url</strong> - </li><li><strong>woo_cat_ex</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_text</strong> - </li><li><strong>woo_feedburner_id</strong> - Feedburner ID</li><li><strong>woo_home_link</strong> - true</li><li><strong>woo_home_link_text</strong> - Home</li><li><strong>woo_home_link_desc</strong> - </li><li><strong>woo_header_layout</strong> - about.php</li><li><strong>woo_about_bio</strong> - </li><li><strong>woo_about_gravatar</strong> - </li><li><strong>woo_about_readmore</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_main</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_footer</strong> - </li><li><strong>woo_featured_layout</strong> - large_no_ad.php</li><li><strong>woo_ad_block_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_block_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-300x250-1.gif</li><li><strong>woo_ad_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_related</strong> - true</li><li><strong>woo_image_width</strong> - 430</li><li><strong>woo_image_height</strong> - 170</li><li><strong>woo_feat_alt_width</strong> - 130</li><li><strong>woo_feat_alt_height</strong> - 85</li><li><strong>woo_image_single</strong> - false</li><li><strong>woo_single_width</strong> - 180</li><li><strong>woo_single_height</strong> - 120</li><li><strong>woo_ad_content_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_homepage_image_link</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_left</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_right</strong> - false</li><li><strong>woo_minifeat_width</strong> - 218</li><li><strong>woo_pages_ex</strong> - </li><li><strong>woo_breadcrumbs</strong> - false</li><li><strong>woo_features_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_featured_tabs</strong> - </li><li><strong>woo_featured_category</strong> - Città di Potenza</li><li><strong>woo_featured_entries</strong> - 10</li><li><strong>woo_4col_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_flickr_id</strong> - </li><li><strong>woo_flickr_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_asides_category</strong> - Sport</li><li><strong>woo_asides_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ad_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_home_arc</strong> - false</li><li><strong>woo_tabs</strong> - false</li><li><strong>woo_popular_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_comment_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_video_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_content_feat</strong> - true</li><li><strong>woo_home_thumb_width</strong> - 247</li><li><strong>woo_home_thumb_height</strong> - 92</li><li><strong>woo_ad_top_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_250_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_250_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-250x250.gif</li><li><strong>woo_ad_250_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_flickr_url</strong> - Flickr URL</li><li><strong>woo_2col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_1col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_block_image</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/themes/livewire/images/300x250.gif</li><li><strong>woo_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_port_images</strong> - false</li><li><strong>woo_all_category_title</strong> - Categories</li><li><strong>woo_home_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_archive_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_show_carousel</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_home</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_mpu_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_author</strong> - true</li><li><strong>woo_home_one_col</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_image_width</strong> - 540</li><li><strong>woo_feat_image_height</strong> - 195</li><li><strong>woo_thumb_image_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_image_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_single_image_width</strong> - 100</li><li><strong>woo_single_image_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_post_size</strong> - false</li><li><strong>woo_single_thumb</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_footer_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-468x60-2.gif</li><li><strong>woo_twitter_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_twitter_username</strong> - woothemes</li><li><strong>woo_about_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_enable_blog_category</strong> - false</li><li><strong>woo_mid_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_email</strong> - </li><li><strong>woo_vidpage</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_video_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_thumb_width</strong> - </li><li><strong>woo_cat_thumb_height</strong> - </li><li><strong>woo_home_title</strong> - Latest from my blog...</li><li><strong>woo_portfolio_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_portfolio_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_resizer</strong> - false</li><li><strong>woo_twitter_user</strong> - </li><li><strong>woo_flickr</strong> - </li><li><strong>woo_delicious</strong> - </li><li><strong>woo_digg</strong> - </li><li><strong>woo_facebook</strong> - </li><li><strong>woo_linkedin</strong> - </li><li><strong>woo_lastfm</strong> - </li><li><strong>woo_youtube</strong> - </li><li><strong>woo_stumble</strong> - </li><li><strong>woo_content_home</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archive</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_inner_content</strong> - true</li><li><strong>woo_blog_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_mid_1</strong> - false</li><li><strong>woo_menupages</strong> - </li><li><strong>woo_intro</strong> - </li><li><strong>woo_featpages</strong> - </li><li><strong>woo_ex_featpages</strong> - true</li><li><strong>woo_featheight</strong> - </li><li><strong>woo_addblog</strong> - false</li><li><strong>woo_blogcat</strong> - </li><li><strong>woo_catmenu</strong> - false</li><li><strong>woo_about_button_1</strong> - </li><li><strong>woo_content_left</strong> - false</li><li><strong>woo_content_mid</strong> - false</li><li><strong>woo_image_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_not_mpu</strong> - false</li><li><strong>woothemes_settings</strong> - a:0:{}</li><li><strong>woo_button_link_1</strong> - </li><li><strong>woo_about_button_2</strong> - </li><li><strong>woo_button_link_2</strong> - </li><li><strong>woo_carousel_header</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_thumbnail_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_show_mostcommented</strong> - false</li><li><strong>woo_logo_left</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ex_cat_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list_footer</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_box_footer_1</strong> - false</li><li><strong>woo_image_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_archive_width</strong> - 140</li><li><strong>woo_archive_height</strong> - 90</li><li><strong>woo_ad_300</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_300_bot</strong> - false</li><li><strong>woo_exclude_pages</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_cats</strong> - </li><li><strong>woo_steps</strong> - Select Format:</li><li><strong>woo_contact</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_blog</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber</strong> - false</li><li><strong>woo_show_mpu</strong> - false</li><li><strong>woo_show_ad</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_below_image</strong> - /images/ad468.jpg</li><li><strong>woo_ad_below_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-728x90-2.gif</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_alt_colours</strong> - default.css</li><li><strong>woo_aboutlink</strong> - </li><li><strong>woo_side_image</strong> - /styles/clean-light/images/ad-120x240.jpg</li><li><strong>woo_side_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ads</strong> - false</li><li><strong>woo_disclaimer</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_subnav</strong> - </li><li><strong>woo_subnav</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_feat_height</strong> - 210</li><li><strong>woo_smallthumb_width</strong> - 56</li><li><strong>woo_smallthumb_height</strong> - 42</li><li><strong>woo_homepage</strong> - layout-default.php</li><li><strong>woo_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_tabber_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_left</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_right</strong> - false</li><li><strong>woo_mag_featured</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_mag_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_blog_navigation_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_embed</strong> - false</li><li><strong>woo_home_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_home_content</strong> - false</li><li><strong>woo_get_image_width</strong> - 190</li><li><strong>woo_get_image_height</strong> - 142</li><li><strong>woo_ad_200_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_image</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_url</strong> - </li></ul>