Parlamentiade
Posted on 31. mar, 2011 by L.P. in Amenità

Il clima è arroventato.
Il sole al tramonto non è un buon presagio. La notte sarà lunga e dura.
I berluscones, armati di tutto punto stanno preparando un’imboscata al traditore Fini. Larussa non vuole armi, però, “mi bastano le mani” grida sbavando. Bondi indossa gli occhiali di plastica con elastico alla “Filini”, per non perderli in una eventuale colluttazione.
Gasparri, di vedetta, guarda da due parti contemporaneamente.
Maroni detta la strategia. Brunetta è il solo ad ascoltarlo, questione di statura.
I dipietristi, invece, tengono d’occhio, non visti, i berluscones. Leonida Di Pietro guida un gruppo di coraggiosi. Hanno indossato gonnellino di pelle con cintura, e le trippe debordano. Solo Donadi, magro come un chiodo, per paura del freddo indossa una calzamaglia di lana di ferro.
La Bindi impone un atteggiamento aggressivo e tattico, nel campo dei sinistriforever. I senatori sono dotati di tric trac, e gli onorevoli portano in mano bengalini di produzione russa.
Fini, ignaro, non ha guardie del corpo, e il suo esercito, ormai allo stremo, è in pizzeria per una margherita. Chiude la porta della presidenza e si avvia all’uscita.
A questo punto un furibondo Larussa lo assale al grido di “dagli al comunista”, Fini si arresta e portando le mani all’altezza del volto, le fa volteggiare con fare da Karateka. Ma ecco Rutelli che con un arco puntato scocca una freccia in difesa di Fini. La freccia, però, che è freccia d’amore, colpisce Fini e non Larussa.
Fini stramazza a terra, Larussa gode e Rutelli si china, affranto, sull’amato compagno. Piange Rutelli tenendogli il capo. Larussa scatta una foto e la manda per mail a Novella 2000, ridendosela di brutto. Rutelli, allora, si alza, dignitoso e gli dice “Cattivone!”
Ma all’improvviso arriva Bossi e tutti tacciono.
Bossi, con calma studiata, chiama al suo fianco il figlio e gli predice “Tutto questo, domani, sarà tuo”.
E si commuovono. Ne approfitta Berlusconi, il quale a cavallo di un rosso destriero, arriva e con una banconota di cinquecento euro mozza la testa a Tremonti.
Ma capo, Tremonti è con noi!
Cribbio, ho sbagliato.
Il Berlu, allora, prende la testa di Tremonti grondante tasse, la tiene alta col braccio teso e promette al parlamento: “GHE PENSI MI”.
Imodium
Posted on 31. mar, 2011 by L.P. in Amenità, Commenti

Lo spettacolo che offre il parlamento italiano in questi giorni è uno spettacolo coerente coi tempi che viviamo.
Gli atteggiamenti sono violenti, di sfida, privi di garbo, rozzi, maleducati, costituiscono un cattivo esempio, sono, semplicemente, una vergogna.
Almeno ci fosse fantasia.
Per esempio a chi dice una stupidaggine, del tipo, la prescrizione breve ce la chiede l’Europa, si potrebbe rispondere con una sonora e vibrante pernacchia.
Vuoi mettere col vaffa di Larussa?
Oppure, quando qualcuno ti offende basterebbe mettere il broncio, e, a chi ti invita a farla finita, ripetere “no! No! No!! Uffa!”
E invece in parlamento arrivano quasi alle mani.
Maestri di bon ton, anche quelli che appaiono imperturbabili, come Angelino Alfano.
Il bello è che sono tutti della stessa pasta. Più o meno.
L’autocelebrazione, poi, condisce al meglio una pietanza succulenta.
V’è da chiedersi se il popolo italiano merita un parlamento tanto squallido.
Temo di sì.
E che impari.
Cambiando discorso, ma non troppo, io chiedo, con questa mia, ufficialmente, nonevèro, che il parlamento vari anche una legge che sancisca la piena operatività della prescrizione basculante, e cioè quella di colore arancio, che si applica ai reati commessi nelle notti di luna piena, perché in quelle notti, si sa, il cervello può andare in leggero tilt.
E poi vorrei che venisse creata la prescrizione con appoggio, e cioè quella che si applica solo se c’è la raccomandazione di un politico di razza, e quella col fischio che si applica alle belle donne, e quella dark che si applica a sorte.
Uomini d’Italia, donne del belpaese, uniti, manifestiamo.
Manifestiamo a prescindere. Mettete il vestito buono e approntate un bel manifesto. La televisione ci riprenderà e i nostri nemici ci conteranno in duecento e gli amici in duemila.
In arrivo in Basilicata e comunque a pioggia sull’Italia di serie B, gli immigrati. Alla Padania non diamo fastidio, perché la Padania non sta in Italia, ma sull’Italia, anzi, dietro l’Italia, in maniera insinuante. Attenti a non piegarvi troppo, la Padania incombe.
Mi sono rotti i maroni. Battuta squallida e chissà quante volte ripetuta. E allora perché la dici? Per essere coerente col parlamento della repubblica italiana. Non basta? Devo osare di più? E allora beccatevi sto tomo della treccani in testa, a me non serve più.
Hanno alzato l’arco costituzionale. Infatti i tradimenti in politica sono di casa, e anche per quattro soldi, i traditi, quindi, sono ormai troppi, e ai traditi crescono le corna, ma con l’elevamento dell’arco è tutto a posto. Non sbatteranno più.
Bacioni.
Patapumf!
Posted on 31. mar, 2011 by L.P. in Regione Basilicata

De Filippo perde le staffe sulle eccezioni del consigliere Rosa in riferimento al bilancio preventivo dell’Arpab.
Se ci sono falsi c’è il palazzo di giustizia, ha tuonato il governatore. Ma dai! Davvero?
Come dire excusatio non petita, accusatio manifesta. Che roba.
Un plauso comunque a Rosa, erano anni che il governatore non veniva messo alle strette. Forse non era mai stato messo alle strette.
Che roba.
Ritengo la Regione Basilicata una autentica prateria per chi voglia far politica seriamente. Dove tocchi, fai male.
E allora, forza!
Senza pudore
Posted on 30. mar, 2011 by L.P. in Argomenti

Berlusconi ha comprato casa a Lampedusa. Gli italiani applaudono. Il governo incalza i problemi prendendoli per le orecchie, non c’è che dire.
Nel frattempo, quatto quatto il governo cercava di far passare la legge sulla prescrizione istantanea per i galantuomini invertendo l’ordine del giorno.
Berlusconi ha inferto in poche ore due seri colpi alla sua credibilità, già in ribasso e da tempo.
Ho sentito dire da qualche parlamentare infatuato di Berlusconi “tanti processi e nessuna condanna!”
Bè, certo, se ogni volta si fa una legge, è difficile condannarlo.
Ma la prescrizione breve apre il campo a riflessioni e speculazioni molteplici.
Gli statisti arrivano a dire che “ce lo chiede l’Europa”. Ma cosa, di non processare Berlsuconi? Non credo proprio. L’Europa ci chiede processi brevi, ma questa è un’altra cosa, perché anche gli imbecilli hanno capito che la prescrizione breve non accorcia i processi, li evita.
I processi continueranno a essere biblici e a nessuno fregherà più di tanto, dico dalle parti del governo. Berlusconi si eviterà una condanna e potrà dire, un processo in più e nessuna condanna.
Sembra incredibile, ma è vero. In Italia c’è una maggioranza prona che fa le leggi per salvare l’imperatore, e per nessun altro motivo.
Di certo una particolare persecuzione giudiziaria c’è stata, ma quando sta per arrivare una condanna, zac!, arriva la leggina.
E poi. Se oggi Berlusconi o chi per lui usufruisce della prescrizione breve, domani se capita un altro processo risulterà sempre incensurato, o verrà cancellata anche la prima prescrizione breve?
Bella domanda. Infatti dopo la prima applicazione, non si può più ritenere incensurato il responsabile, sebbene graziato.
Credo comunque che l’Italia sia abituata ai soprusi, e quindi, uno in più non cambia le cose. In fondo basta che ci sta il sole, che ci è rimasto il mare, na nenna core a core, e na canzone p’ cantà, chi ha avuto….
Forum imperiale
Posted on 29. mar, 2011 by L.P. in Commenti

Non guardo mai la trasmissione Forum, ma so che è molto seguita.
Ragion per cui si è pensato bene, da parte dei fan di Berlusconi, di utilizzare quella trasmissione per un bel messaggio subliminale al popolo italiano.
Il regista è ignoto; l’opera è stata mirabile.
Una coppia di coniugi abruzzesi si sono finti litiganti, si sono spacciati per aquilani, e hanno inneggiato alla ricostruzione del dopo terremoto, così, incidenter tantum, fra una falsa accusa e l’altra. Incredibile.
E’ scontato che non è stata una loro iniziativa. E’ stato qualcosa di programmato. Che vergogna!
Evidentemente sono mille i messaggi subliminali che ci bombardano.
E tutto questo lo trovo semplicemente osceno.
Tornando a Forum.
Ignobile, ma di prassi, inventarsi le storie, interpretate da attorucoli improvvisati; ma arrivare a inventarsi gli encomi al regime, è davvero pietoso.
Comunque l’Italia è stata esclusa dal summit fra le grandi potenze anti Gheddafi. A noi tocca solo affrontare una grave emergenza.
A saperlo fare!
Ovvero ad avere un’idea di cosa si debba fare!
Bacioni.
Educazione civica. Tutti a scuola dall’assessore Mancusi
Posted on 28. mar, 2011 by L.P. in Regione Basilicata

Ieri mattina, a Lagopesole, convegno a cura dei terzopolisti, o presunti tali.
Fra le altre cose è risultato determinante, ai fini della ufficializzazione della totale mancanza di senso civico dei lucani, almeno tanto a detta dell’oratore, l’intervento dell’assessore Agatino Mancusi, UDC, terzopolista, forse, magari, a patto che, convinto assertore della bontà del governo della regione, il tutto miscelato e condito con olio extravergine e un po’ di cumino.
Ha dichiarato l’assessore che, fintantochè era un politico qualunque, cioè senza i galloni di assessore all’ambiente, la sua sensibilità alle questioni ambientali era talmente bassa, ma io direi inesistente, che, da fumatore, finito un pacchetto di sigarette lo buttava per terra.
Giuro l’ha detto!
Qualche considerazione va fatta, a questo punto.
Evidentemente l’assessore al ramo voleva spiegare al volgo che, tutto sommato, non avere sensibilità è roba comune, e che, quindi, non deve essere considerato peccato mortale, al più una dimenticanza. Insomma se c’è passato lui, figuriamoci il volgo.
E che quindi è necessario cominciare a sensibilizzare la gente.
Passando a una fase esecutiva si potrebbe immaginare che avendo la sedia assessorile adempiuto all’onere educativo nei confronti di Mancusi, ora possa passare ad altri zoticoni. Potremmo, a turno, sederci a fare gli assessori, tutti, e, nel giro di qualche decennio avremmo una popolazione responsabile e attenta.
Oppure potremmo immaginare che non tutti sono zoticoni come l’assessore, e che se lui, da medico e politico affermato, non ha avuto l’educazione civica sufficiente per essere considerato a tutti gli effetti “cittadino”, dovrebbe dare il conto di quali scuole ha fatto, e di quale trauma non gli ha consentito di rappresentare i lucani con il giusto senso della responsabilità civica, o semplicemente come ha fatto a non sensibilizzarsi prima dell’assegno assessorile.
Poi si potrebbe passare alle domande impertinenti, del tipo “quanti altri politici hanno la stessa bassa cultura civica?”, oppure “Ma davvero prima di fare l’assessore non immaginava neppure che sporcare la città è da maleducati per non andare oltre?”, “E non sarebbe il caso di chiedere formalmente scusa a tutti i lucani per il cattivo esempio?”, “si può sputare per terra?” e giù di lì.
Ieri mio figlio ha guardato di sbieco un uomo che ha buttato la carta della caramella per terra e stava per redarguirlo. Io ho sorriso e pur non immaginando cosa farà da grande, per certo so già che non ha i requisiti per fare l’assessore regionale all’ambiente.
Quando si dice la meritocrazia!
Il conto cifrato
Posted on 27. mar, 2011 by L.P. in Racconti

Si versò un sofisticato cognac prima di sedere nella sontuosa poltrona che si era regalato dopo trent’anni di magistratura.
Ripercorse i primi anni della sua vita professionale da giudice d’assalto nella provincia napoletana. Scacciò il pensiero con una smorfia. Con voluttà accese un sigaro molto costoso, perché raro, buonissimo, amarissimo. Poi ricordò il suo arrivo in Cassazione. III sezione civile. Che emozione. Ma scacciò anche questo ricordo.
Quanto era cresciuto in quegli anni.
Ora sapeva che una decisione aveva un costo, un valore in moneta; un valore tanto grande quanto, in proporzione, appariva misero il seppur lauto stipendio che gli garantiva lo Stato.
Ogni decisione aveva un valore per le parti, e la più generosa fra di loro, poteva garantirsi una vittoria schiacciante pagando il dovuto.
La sua vita era cambiata.
Aveva cominciato ad avere confidenza con il lusso, a volte con lo spreco. E provava un piacere immenso a sapere di non avere più problemi economici. Ora era potente.
Il diritto seguiva le esigenze del miglior offerente, adeguandosi alla fattispecie.
Il diritto aveva una elasticità che mai, da giovane, avrebbe saputo riconoscergli.
Contemporaneamente alla sensazione di potenza, si era sviluppata, nel suo carattere, una forma di melanconia cronica. Non rideva più, e il suo volto era una maschera dura e impenetrabile.
Neanche con i nipotini che gli aveva regalato la figlia, magistrato anch’essa, riusciva ad essere allegro.
La sua rincorsa del potere era troppo seria, drammatica, tragica.
Arrivò la telefonata che aspettava.
Il mediatore, un personaggio insospettabile della cancelleria, gli riferì che il ricorso che avevano assegnato a sentenza, spettava vincerlo alla parte resistente, e che il giusto sarebbe stato versato sul conto cifrato che aveva a Ginevra.
Allora telefonò al collega componente il collegio “Ricorso da rigettare. Non è fondato. Domani camera di consiglio, sto già stendendo la motivazione”.
Terminò il cognac e si spostò al computer. Ci avrebbe impiegato pochi minuti e giustizia sarebbe stata fatta.
Fozzie Folino, illuminaci tu!
Posted on 27. mar, 2011 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale, Regione Basilicata

Qualche giorno orsono, il programma televisivo “le iene” ha offerto uno squarcio, importante, dell’ignoranza di tanti nostri parlamentari.
Una domanda si impone: ma dove hanno studiato? Non sarà che la nostra scuola pubblica ha toccato davvero il fondo, se riesce a far completare gli studi a gente che è ignorante in maniera tanto clamorosa? Probabilmente quei parlamentari erano quegli asini che stavano all’ultimo banco e giocavano a cerbottana con la bic vuota e caricata a palline di carta. Chissà. E oggi rappresentano l’Italia. Demenziale!
L’Italia è uno strano paese, per certuni, leggi parlamentari ignoranti, è ben più dell’America del “sogno americano”, anzi è una giostra felice e divertentissima, per altri, i bravi che emigrano, un inferno pazzesco. Stucchevole.
Un paese di raccomandati, come è l’Italia, o come è per esempio la Basilicata, è un paese che ha eluso le norme, anzi che le ha violate in lungo e in largo, per poter consentire ai raccomandati di fare carriera. Non dico eresie, è un dato incontestabile, e confermato dagli stessi politici, che l’Italia, e in particolare la Basilicata, sono paesi fondati sulla raccomandazione. Lo sanno le pietre, finanche.
Quindi, conseguentemente, l’Italia, inclusa la Basilicata, è un paese dove si vive nella illegalità più totale.
La magistratura, al riguardo, ha cercato e trovato solo le briciole. Non si sente in colpa? O tiene famiglia pure la magistratura?
Oggi a Lagopesole, provincia di Potenza, Italia, pare, si sono tenute prove tecniche di terzo polo.
Al tavolo c’era parte della Giunta regionale. Il terzo polo ci dicono essere alternativo al centro destra e al centro sinistra. Bene, scusatemi, ma non mi raccapezzo tanto.
La fortuna era che erano solo prove tecniche. Per il minestrone finale aspettiamo la benedizione di Fozzie Folino!
In Basilicata esiste la mafia bianca, parola di De Magistris.
In Basilicata non esiste alcuna mafia. Parola del giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, del quale ho dimenticato il nome.
Indiscutibilmente nel pianeta giustizia c’è democrazia, e si possono sostenere tesi diverse, l’una il contrario dell’altra. Peccato che parliamo di giustizia e non di calcio o filosofia.
Ad ogni modo i tifosi della Basilicata pulita e di quella sporca si fronteggiano da tempo.
La cosa meravigliosa è che, quando prevale una, i suoi sostenitori aumentano, così come aumentano quelli dell’altra, quando è quest’ultima a prevalere. In ogni caso mi sembra uno spettacolo ignobile.
Da cittadino non so che pesci pigliare, non so quale tesi sposare, anzi, se fosse possibile, vorrei non sposare tesi, ma vorrei che la giustizia non fosse opinabile più di tanto, diciamo il giusto, non oltre, e vorrei una terra accogliente che non prende a calci nel culo chi non ha un padrino, pardon, un politico sensibile che ne prende le difese.
La prima domenica senza l’ora legale volge al tramonto. La giornata è bellissima, e a pochi chilometri si festeggia con mortaretti e tric trac ad altezza uomo. Ma all’italiano seduto davanti alla Tv non frega più di tanto. Però manca qualcosa a questa splendida giornata primaverile….. mumble…. Mumble…. Ah!, ecco, manca il campionato di calcio. Pensate con tutto il tempo a disposizione in Tv non hanno dato niente che non facesse rimpiangere le inutili interviste del dopo partita; troppo buoni, volevano farci stare per strada a godere questo magnifico tepore primaverile.
Bacioni. Estensibili.
Mediocre
Posted on 25. mar, 2011 by L.P. in Argomenti

Caro Berlusconi,
tu troppo spesso chiami traditore chi è uscito dal PDL.
Io credo di poter dire, anche se sommessamente, che a tradire sei stato tu.
Hai tradito un’idea, un progetto, hai violato i valori nei quali avevi illuso credessi prima di tutto tu.
Chi ama la politica non prescinde da un’idea portante, quella della legalità. L’amore per la legalità, e la capacità di battersi per difenderne il primato, è patrimonio di ogni persona seria, responsabile, che appartiene a una comunità.
E soprattutto è patrimonio inalienabile di ogni uomo di destra.
Aver assistito, ormai per anni, a tentativi, spesso maldestri, di trovarti una scorciatoia per evitare i processi, mi ha prostrato. Ho un’idea della dignità che mal si concilia con la pretesa di imporsi a ogni costo, mettendo a rischio l’onorabilità delle istituzioni, che, invece, tu, hai reso zimbelli da deridere e combattere, senza aver mai dato prova di un effettivo complotto contro di te. Sarebbe bastato difendersi nei processi, fare in modo che si celebrassero subito e uscirne da vincitore. Tu, invece, ancora oggi ti inventi la prescrizione per i galantuomini, cosa che irride le leggi e il principio che la legge deve essere uguale per tutti.
Hai giocato con l’Italia parlando di meritocrazia, e oggi, mi ritrovo sempre le stesse persone ai posti di comando, anche quando sono indagate, imputate, talvolta condannate, o soltanto inette.
Hai cacciato dal PDL chi ha osato pensarla diversamente da te.
Hai dato inizio alla compravendita dei parlamentari, riducendo questi a morti di fame, e la politica a mercato delle bestie.
L’italico “tengo famiglia”, è diventato il tuo passepartout, per scardinare gli avversari.
Sei continuamente ricattato dai cosiddetti responsabili, i quali, in cerca di potere, ti presentano una cambiale che tu sei costretto a onorare, per evitare di perdere una maggioranza tenuta assieme solo dall’interesse personale e non da ideali comuni.
Hai fatto sfoggio della tua virilità con tale impudenza da farti apparire debole, attaccabile, o soltanto misero, perché incorniciato in una dimensione troppo umana e troppo poco politica.
Hai promesso tanto e mai mantenuto.
I posti di lavoro, le tasse da diminuire, la sburocratizzazione dello stato, le liberalizzazioni: tutte promesse mai mantenute.
Nella giustizia, poi, con la mediazione, e con i processi sempre più lunghi, hai dimostrato di non essere capace di risolvere il problema, ammesso che tu lo voglia risolvere il vero problema degli italiani con la giustizia, che è lenta, ingiusta e costosa.
Mi hai tradito, insomma, prendendomi per i fondelli.
Non avrei mai dovuto crederti; avrei dovuto diffidare.
Oggi non faccio parte della lunga schiera di chi ti difende costi quel che costi. Anzi, mi hai portato addirittura ad un eccesso di critica che hai meritato tutto, soprattutto quando devo assistere a discussioni sulla prescizione breve in tempi di guerra, o vedere che i cosiddetti responsabili, che, invece, in effetti non lo sono affatto, rimangono fuori dell’aula fino a nomina di Romano ufficiale.
Un Romano ministro e pluriindagato, ce lo dovevi risparmiare, così come avresti dovuto risparmiarci un premier pluriindagato.
Berlusconi hai tradito.
L’Italia sta peggio di prima, inutile dirlo, molto peggio di prima, e il livello generale etico si è abbassato di brutto.
Berlusconi, non ho tradito io, o chi come me, ha preso le distanze dal PDL, hai tradito tu un meraviglioso popolo forse di illusi, ma di gente che ha creduto in te e nella tua capacità di poter cambiare in meglio l’Italia.
Il guaio è che il tuo modo di fare ha influenzato anche tanti altri.
Ti sei circondato di mediocri, e hai allontanato i migliori.
Peccato, Silvio, poteva essere un’altra storia, e invece è sempre la solita squallida storia.
Sapete che c’è?
Posted on 24. mar, 2011 by L.P. in Commenti

Abbiamo un paio di nuovi ministri.
I responsabili sono entrati in aula per votare sulla missione in Libia solo quando hanno avuto la certezza della nomina a ministro di Romano. Rimarchevole. Ovviamente lo hanno fatto per il bene dell’Italia, nessun ricatto, ci mancherebbe. Vomitevole.
Il neo ministro Romano è indagato. Napolitano ha storto il naso e lo ha mandato a dire. Romano, indignato, è esploso “non sono imputato!”, vero. Peccato che il Quirinale abbia detto che è indagato, che è altra cosa. Ma confondere i termini giuridici indagato con imputato non è errore da poco. Ma tanto!
In definitiva dobbiamo registrare che puliti proprio non è possibile!
Se non hai una macchiolina (!), non sei buono. Poco affidabile.
Di certo Romano potrebbe dire “con un premier pluriimputato, un ministro solo pluriindagato è un lusso, ho margini di peggioramento!”
Il fatto è che l’Italia non merita persone trasparenti, senza ombra di sospetto. No, non le merita.
E quindi teniamoci pure Romano. Scajola ha ragione di inquietarsi, perbacco.
Ma Libero e il Giornale chiedono le dimissioni di Fini. Che non è neanche indagato.
Ma quante morali ci sono?
Verdone, in un film bellissimo, concludeva con un magnifico “andatevene tutti a vaff….”, detto da un povero cristo di emigrato al ritorno in patria per votare.
Io faccio mie le parole del personaggio di Verdone.
E voi?
Bibiribobiribù
Posted on 23. mar, 2011 by L.P. in Argomenti

Quando il benessere di troppe persone è legato ad un solo personaggio, non c’è democrazia.
In Italia troppe persone, troppi interessi vivono grazie a Berlusconi, e questo non è sano, da un punto di vista della democrazia e della parità fra i cittadini.
Una condanna in sede giudiziaria allontanerebbe il premier dalla politica, almeno dalla politica che comanda, è evidente. E tutto il baraccone andrebbe in malora.
Chi nasce suddito non può rimanere senza re. L’esercito di politici che con Berlusconi campano, vivono, appaiono, disquisiscono, eccetera, senza di lui dovrebbero fare la fila davanti a un altro re e aspettare un turno che potrebbe non arrivare mai.
E allora vai con l’appiattimento totale.
Ora se ne sono venuti di nuovo con la prescrizione breve, anzi brevissima, guarda un po’ salvaSilvio. Qualche settimana fa dicevano, ma no, non la faremo mai, è l’iniziativa spontanea di un parlamentare devoto, nella riforma nessuna legge ad personam, nanì, nanera.
E invece ecco la proposta che passa in commissione, e fra l’altro, approfittando di un momento nel quale di tutto si dovrebbe discutere tranne che della prescrizione salva processo Mills.
Una vergogna? Fate un po’ voi. Ognuno può giudicare come crede. Di sicuro un suddito nei cromosomi ha a cuore la lunga vita del re, così come i giullari di corte, e come gli uccellini che ripuliscono i coccodrilli.
Ma l’Italia è la patria dell’arte di arrangiarsi, dell’arte di aggirare la norma, e semmai farsene una su misura. Quando si può, è assurdo non approfittarne.
E ora andiamo a combattere, dobbiamo dare una mano ai ribelli.
In guerra!
Posted on 19. mar, 2011 by L.P. in Commenti

Insomma siamo in guerra. Da qualche ora. Un aereo francese ha colpito un bersaglio. Così leggo.
E’ giusto? Non è giusto?
Napolitano dice che stiamo servendo la pace.
Con la guerra.
Strano che noi non si serva la pace in quei paese che non hanno granchè da offrire, ma che sono in guerra civile da tempo.
Molto strano.
Il centro delle manovre belliche è Napoli. Che onore!
Sarà anche necessario. Chissà. Ma io non vorrei stare in guerra. Non vorrei servire la pace seminando morte.
Proprio non c’è un’altra maniera?
Vorrei che l’intervento dei paesi fosse disinteressato. Ma temo che non lo sia.
Se poi penso che le decisioni le prendono quei politici che non godono della fama di affidabilità, serietà e trasparenza, tremo ancora di più.
La Lega si è dissociata. Perché?
La Germania si è dissociata. Perché?
Quante domande non avranno mai risposta.
Intanto siamo in guerra. Per servire la pace.
Stamattina, a Potenza, si sfilava per la legalità, e dopo poche ore siamo in guerra. C’è coerenza fra le due cose? O siamo in un generale stato confusionale? O siamo burattini mossi da fili invisibili, manovrati da persone i cui volti non conosceremo mai?
E vai a servire la pace!
I leghisti. Italiani? No, barbari.
Posted on 17. mar, 2011 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

Oggi, 17 marzo 2011, ricorre il 150° compleanno del nostro paese, e io mi permetto di far notare che l’Italia è da qualche tempo commissariata.
E’ infatti governata da un branco di ministri barbari che non sono italiani per loro stessa ammissione: i leghisti.
Questi ultimi, speditici da chissà quale autorità, si sono ben inseriti nelle nostre amministrazioni, e brigano, ufficialmente, per dividere l’Italia.
Pertanto, possiamo registrare come dato ufficiale che l’Italia è governata da chi si proclama non italiano, ma padano. Da chi, oggi, non festeggia, ma lavora, come ha detto quel gran bel pezzo di Borghezio stamane in TV. Borghezio lavora, stamattina, come ieri e l’altro ieri, in rappresentanza dell’Italia, che lui non riconosce. Trattasi, evidentemente, di un chiaro esempio di sdoppiamento della personalità: da un lato il non italiano, ma padano Borghezio che si dissocia dagli italiani, e dall’altro il Borghezio che rappresenta l’Italia.
Borghezio, e gli altri illustri leghisti, oggi non cantano l’inno, se ne fregano dell’anniversario, ma ci rappresentano, perbacco, anche all’estero, ci governano, e dispongono come vogliono di un premier alla frutta, anzi agli amari con balletto finale e spogliarello.
L’italica anomalia, che preferisce farsi governare da chi ha in spregio il paese, si sposa perfettamente con l’italica ipocrisia. Infatti in questo gli stranieri leghisti sono uguali agli italiani; sputano infatti nel piatto nel quale mangiano, e come se mangiano, e continuano a vilipendere l’Italia senza che nessuno, nel governo, come dalle parti del Quirinale, si permetta di dire loro che hanno rotto i Maroni.
Forse, e neanche tanto, il loro atteggiamento di questi giorni, ivi compresa l’assenza preannunciata alla Camera oggi pomeriggio, costituiscono comportamenti ingiuriosi, oltraggiosi, vergognosi, che probabilmente costituiscono anche reato.
Berlusconi dovrebbe dire qualcosa, Gasparri, Larussa, uomini di governo che hanno inneggiato all’Italia, dovrebbero dissociarsi e chiedere che i leghisti vengano espulsi dal governo. Questo dovrebbero chiederlo anche gli italiani, per la verità.
Il comportamento, barbaro, dei nuovi barbari, va ufficialmente denunciato quale comportamento deprecabile e contrario alla Costituzione e all’ordine costituito.
Io non li reggo più.
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