E Scajola si spara una memoria difensiva
Posted on 31. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Ma insomma cosa deve dirci di più?
Non ne sapeva niente; il povero ex ministro si è visto gratificato di un po’ di danaro, e, essendo per natura discreto, non ha inteso ficcare il naso nelle cose degli altri, né ha voluto sapere l’autore del regalo, bastava il gesto, perdinci.
E invece in Procura insistono. Che testoni.
Ma ora farà una bella memoria difensiva, che, a sentire i notiziari, sembra qualcosa di originale, mentre è un normalissimo mezzo di difesa previsto dal codice.
Berlusconi non ha fatto a tempo a gioire per la sua berlusconata dell’ultima ora (stravolgimento della manovra finanziaria secondo dettami più liberisti, ma è vietato ridere), che già si cambia. Roba da non credere, ma il colmo è che temo non si vergognino punto.
Pare che alla fine non paghi un lira nessuno. Forse la manovra è ritenuta inutile, tanto si sa come va a finire.
E dire che avevano interrotto le sacre feste per partorire la ricetta delle ricette. Ma la ricetta non arriva a essere determinata.
Mi sbaglierò, ma lì uno che abbia palle, conoscenze e intelligenza, proprio non c’è.
Ora abbiamo la prova che i parlamentari sono troppi e troppo incompetenti: migliaia di emendamenti quando la ricetta è una sola: dimezzare le spese dello stato.
Ma lo sapete che se un parlamentare ormai in pensione si ammala ha diritto all’assistenza di infermiere specializzate 24 ore su 24? E sapete chi paga? Pagano coloro che non hanno i soldi per pagare neanche una multa.
Mondo boia. Ci tocca pagare le siringhe ai politici acciaccati e non possiamo, semmai, pagarci un loculo. Per dire.
Ma domani ne sapremo delle altre: previsto un passaggio di un quarto d’ora sull’aumento dell’età pensionabile, poi venti minuti con l’aumento dell’iva, e un paio d’ore con la patrimoniale. Poi non se ne farà niente.
Ma del resto se a comandare l’Italia c’è un condensato di rimbambimento succube, fra l’altro, del presunto consenso, cosa vogliamo aspettarci?
PS: sono convinto che gli italiani promuoverebbero chi, pur chiedendo sacrifici, lo facesse con fermezza, equanimità e intelligenza. Sbaglio?
Rimasugli di estate
Posted on 30. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Leggo di polemiche nate dall’ennesimo ritardo del treno per Salerno.
E’ da quando ero universitario, e parliamo degli anni settanta, che il problema è grave. E irrisolto.
Solo che allora un ritardo, per quanto epocale, era digerito, metabolizzato, come cosa assolutamente naturale. Oggi, invece, ci si sente in diritto di lamentarsi. E va meglio così.
Ma, dicevo, dagli anni settanta il problema dei trasporti, in Basilicata, è sempre allo stesso livello.
Bisognerebbe chiedere un conto alla classe politica che ha governato la regione; ma questo pare non sia politically correct, e allora si arriva a dire che se De Filippo iniziasse a volare alto…. noi voleremmo con lui. Fantastico. E se lo dice un giornalista di valore, sarà così. E Franti rise.
Il mondo va avanti e noi lucani no. E’ un dato.
Ma noi lucani non siamo capaci di dotarci di amministratori bravi. Siamo negati in materia. Diamo fiducia al portaborse di ieri, onorevole di domani, e non rischiamo oltre.
Nel PDL lucano il consigliere Rosa chiede di conoscere il manuale dell’oppositore politico per potercisi uniformare. Pare che il PDL lucano sia diviso fra falchi e colombe. La differenza, pare, consista nei comportamenti, gridati i primi, sussurrati i secondi. Nella sostanza cambia davvero poco. L’opposizione rimane non credibile a fronte di una maggioranza dal rendimento nauseabondo.
La manovra finanziaria cambia ogni settimana. La versione attuale è quella light, come dire che quella hard era stata immaginata solo per spaventare. Certo che espropriare i diritti di chi aveva riscattato gli anni di laurea mi sembra leggermente anticostituzionale, perché i diritti acquisiti non si possono rapinare. E poi, per quello che rende. Davvero roba da pazzi. Le cose da fare sono poche e chiare a tutti, meno che a quei cacasotto dei governanti che non vogliono perdere consenso, e difatti ne perderanno a iosa.
Signori gioca il Pescara, arrivederci.
Calcio e ammenicoli
Posted on 29. ago, 2011 by L.P. in Sport

Ho visto Udinese Arsenal e quello che più è stato evidente è stato il baratro, tecnico, tattico e atletico, che divideva le due squadre. L’Udinese ce l’ha messa tutta ma non era proprio cosa.
Poi sento che l’Arsenal in Inghilterra le prende di santa ragione, addirittura otto, dal Manchester United, e, se due più due fa quattro, il calcio italiano sta al calcio inglese come un nano a un pivot.
E non sono solo i soldi che segnano la differenza.
La prima differenza la fanno i vivai. Le prime squadre inglesi sono zeppe di giovani provenienti dai vivai a costo pressocchè zero, mentre le nostre no. La seconda grande differenza la fanno i tecnici. I nostri non esprimono novità da molti anni, mentre in Spagna, Portogallo, Germania e, appunto, Inghilterra, i tecnici sono coraggiosi e innovativi.
Mi vien da pensare che anche nel calcio, qui da noi, giocatori e tecnici seguono le logiche del malaffare e della raccomandazione: ci sono i clan, e lavori solo se ci vai d’accordo.
D’altro canto non si spiegherebbe diversamente uno Zeman che naviga fra B e C, perché messo al bando da Moggi e compagnia.
Finita comunque l’epoca di Sacchi, e fuggito Mourinho, siamo ripiombati nella mediocrità. Testimoniata dalla Nazionale e dalle pessime figure finora registrate nelle coppe europee.
Già fuori Roma, Palermo e Udinese, e le prime due umiliate da squadre slovacca la prima e svizzera la seconda, e neanche di prima fascia.
L’Inter fa i saldi. Vende tutto il possibile, e contesta anche il nuovo allenatore che, è evidente, era l’ultima scelta, non la prima.
A Roma chi tocca Totti muore.
Napoli e Lazio si son date un gran da fare, nel mercato, ma alla prova europea ho paura che topperanno di brutto.
Per il nostro campionato provinciale in prima fila Milan e Juventus, in seconda Napoli e Inter, outsider Fiorentina, Lazio e Roma.
Io ho fatto l’abbonamento Sky al Pescara, e sono convinto che mi divertirò di più che seguendo l’Inter.
Vai Zeman!
Arturo Gigliottesio
Posted on 29. ago, 2011 by L.P. in Amenità

Un fondo stradale sconnesso mi da il benvenuto.
Se do fastidio me ne vado.
Non è che dai fastidio, solo non rompere.
Una vocazione turistica scambiata per una vita amministrativa da turista.
Potenza città cultura. Quale?
Giornalisti che non le mandano a dire, ma che fanno voti, cercano voti per, votano.
Buongiorno, quando comincia il campionato di calcio in questa città?
Spiacente, c’è lo sciopero.
Anche qua?
Qua sempre.
Woodcock, aiutaci, non ci sono turisti a Potenza, e tutti si dimenticano di noi.
Bene, è fine agosto. Sarai riposato.
Ho pedalato molto.
Tanda c…i.
Giusto.
I miei ossequi alla signora.
Bentornato allora.
http://www.youtube.com/watch?v=nvH1a-n9p5U
Vademecum per turisti
Posted on 27. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Un lungo applauso ha salutato l’entrata trionfale di Penati fra i corrotti e/o concussori d’Italia. Seppur col beneficio della presunzione d’innocenza, che non si nega a nessuno, ma che vale come un fico secco, Penati ha pareggiato i conti con gli avversari politici.
La trasversalità della corruzione non è un mezzo gaudio, ma un disastro completo. La Bindi tuona, e fa tenerezza nel suo tentativo di continuare a tenere alto il vessillo dell’onestà. Bersani tace.
Penati si è autosospeso, come di moda, dal PD, e pare abbia addirittura presentato le dimissioni da consigliere regionale, anche se i tempi della burocrazia reclamano calma.
Ma il Gip, alla richiesta di arresto, ha risposto picche: reato prescritto, ha affermato. Travaglio reclama: colpa di Berlusconi che ha diminuito i termini della prescrizione.
Insomma l’Italia che lavora, che può lavorare, e cioè quella del malaffare e della giustizia, non conosce ferie.
L’altra notizia del giorno è lo sciopero dei calciatori. Quelli di serie A, beninteso, non i lavoratori normali che militano nelle serie inferiori. Non si è capito bene perché. Qualcuno dice per il contributo di solidarietà, che ancora non c’è (!), altri per presunti diritti dei meno bravi.
Non entro nel merito, mi porta nausea. Ma il giorno che sciopereranno altre categorie di privilegiati mi trasferisco in Lapponia. Per esempio potrebbero scioperare i parlamentari, stufi degli attacchi ai loro privilegi. O potrebbero scioperare i presidenti di camera e senato, perché la donna delle pulizie non indossa il reggicalze. Roba da matti.
Ad ogni modo, ora che a scioperare sono anche i più che benestanti, ai veri disgraziati non rimane più niente, neanche la protesta. I ricchi sono come gli orsi, che secondo un bambino cilentano “si futtono tutto per la madonna cazzo!”
La crisi non fa più paura, ma presto scatterà un altro allarme, e tutti corrugheremo la fronte.
Italia, ti amo, se non ci fossi dovrebbero inventarti. Ma come vorrei amarti da lontano, quanto più lontano possibile.
La riforma delle riforme
Posted on 22. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Varata la riforma, tanto attesa, della politica.
Per la prima volta in Italia, una legge è stata votata dalla unanimità dei parlamentari. Alla fine brindisi e pizzette per tutti. E giochi di società. L’euforia a mille. Gruppi di parlamentari dell’estrema sinistra con colleghi di destra a giocare ai mimi, socialisti e repubblicani a giocare a nascondino, ex dc e ex pci allo schiaffo del soldato. I più sviluppati a ballare con la spazzola.
Proclamato anche un giorno di festa nazionale, scuole chiuse.
Ma quale sarà mai questa legge che ha sconvolto il quadro politico?
Ecco qua:
il politico non dovrà più sudarsi i voti. O meglio lo dovrà fare una volta soltanto. Il parlamento diventa a numero chiuso, chi c’è c’è. Soltanto dopo qualche decesso si riaprono i giochi, ma solo per colmare il vuoto. In commissione, però, già si lavora per una leggina che consenta di allungare la vita dei parlamentari. Basterà sacrificare qualche persona normale per ottenere una decina di anni in più.
Ma è fra le righe della legge che si scoprono le chicche. I parlamentari maschi, infatti, godranno, a prescindere dall’età, di erezioni costanti, esemplari e a comando, mentre le femminucce potranno scegliere, ogni anno, per tette nuove, culi rialzati, o labbrone da trombettiere.
Poi c’è la libertà cosiddetta etica. I parlamentari, cioè, non saranno sottoposti alle solite valutazioni della gente secondo criteri di etica vigente. Potranno, quindi e finalmente, partecipare ufficialmente a festini a base di quello che si vuole, orgette, e, nella vita sarà liberalizzato il furto, anche con scasso, la corruzione, la mazzetta ecc. ecc.
Evidente lo scatto in avanti della società italiana, affrancata, ed era ora, dai soliti lacciuoli che hanno impedito una effettiva e naturale crescita e uno sviluppo proporzionato al valore espresso dai nostri politici.
Ma la festa è stata interrotta per un minuto di silenzio in favore degli eroi , di quei parlamentari che hanno ingiustamente pagato di persona nei tempi bui, quelli costretti a dimettersi per un appartamentino al Colosseo, o per una mazzettina da quattro soldi. Quei parlamentari che con il proprio personale sacrificio hanno contribuito, con gli anni, a creare i presupposti per la riforma delle riforme.
Ma per ultimo la norma di chiusura: d’ora in avanti i parlamentari, siano maschi o siano femmine, sono per legge belli. La vanità è appagata. Niente più distrazioni per massaggi durante l’orario di lavoro, cerette estemporanee, lifting, e roba del genere.
In extremis evitata la pur proposta possibilità di accoppiamento esclusivamente all’interno della categoria. I parlamentari potranno quindi mischiarsi con la gente normale, e accoppiarsi con chi vogliono. I prescelti non potranno rifiutarsi, ovviamente, pur dovendo, comunque, gratificare i parlamentari dando l’impressione di rimanere incantevolmente turbati dal loro fascino, che, pure, gli viene riconosciuto per legge.
Gli italiani attoniti assistono, e si chiedono: ma non era già così?
Lo stile firmato Bossi
Posted on 20. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Mentre Calderoli e i calciatori, eroi di casa nostra, litigano su chi è più bambacione fra il politico e, appunto, il calciatore, per la verità gran bella disputa, un garbatissimo Bossi ha dato del nano d…. a quel povero ministro di Brunetta.
La peggiore Italia è così vendicata.
Per la verità del nano gliel’ha già gridato, a Brunetta, l’esercito degli statali, ma, detto da Bossi, evidentemente, fa un altro effetto.
Bossi fa spesso sfoggio di volgarità gratuite, distribuite come viene, a destra e a manca, agli avversari e agli alleati; si dice di lui ancora che sia un fine politico, a me sembra un autentico zoticone e nulla più, peraltro al limite del rincoglionimento.
Certo!, perbacco!, ha creato dal nulla la Lega; va bene, ma è pur altrettanto vero che ora la sta distruggendo, caduto come è nel più bieco nepotismo.
La saggezza di lasciare andare quando si è al culmine è roba per pochi nobili di animo; i nostri sedicenti statisti, invece, incollano il culo alla sedia, e poi ci vuole la sega elettrica per riportarli coi piedi per terra e col culo a casa propria.
Un’avida presunzione si impadronisce del politico fin da quando diventa consigliere comunale, e non lo abbandona più.
Dicevano che dovevano lavorare anche in agosto, poi si sono ritrovati in pochissimi; gli altri sotto l’ombrellone, semmai a firmare autografi. Un senato vuoto ha fatto da ignobile scenario a una finanziaria selvaggia che ha salvato, come sempre, solo i privilegiati e gli evasori.
Bella roba.
Ma è una scelta come un’altra. Altri avrebbero potuto fare qualcosa di altrettanto severo, ma più giusto. Altri, appunto, non i nostri politici che non rinunciano neanche alla coca cola a due centesimi.
Berlusconi è in balia degli eventi. Cerca di ottenere luce da un manipolo di incompetenti di cui da anni si circonda. Dopo averli inutilmente strizzati per ottenere leggi ad personam, oggi pretende che risolvano i problemi dell’Italia.
Dicono in molti, nel centro destra, che questa finanziaria avrebbe potuto farla tranquillamente Visco. Io dico di più: questa manovra potevamo farla anche noi, nel senso di io, o il mio barista, o il mio vicino di casa, o l’assessore del comune di Pontebba, con tutto il rispetto che questi merita. Non c’era bisogno di avere l’erre moscia, e di sprizzare presunzione come schiuma da una spugna zeppa di sapone.
Ma va bene anche così, ci mancherebbe.
In fondo potrebbe andare anche peggio. Per esempio potrebbe piovere, come recitava una famosa gag di uno spassosissimo film di qualche anno fa.
Per finire: come mai all’estero è così difficile essere disturbati, stando stesi al sole, dai casuali vicini di spiaggia? In una qualsiasi spiaggia d’Italia, insieme al sole e al mare, devi beccarti anche il rompimento di cabasisi di chi ti gioca a palla sopra i piedi, di chi ti inzacchera di sabbia camminandoti accanto, e di chi ti strilla nelle orecchie qualsiasi cosa, dal “mamma i panini!”, al “passami l’acqua!”. Mistero dei misteri. Ma il bel paese è anche questo: scostumatezza e villaneria.
Toh!, proprio come Bossi.
Che roba di noi.
Novole candisce
Posted on 16. ago, 2011 by L.P. in Racconti

Era bastato randare la scusa e ogni scrutello aveva piagnucolato sulla spalla di un amico.
Ce ne volle di goffra per accendere di nuovo speranze chiattose.
Ciononostante i gelidi parnicchi aiutavano a dimenticare la solita chiattanza.
Energumeni del bosco recitavano al chiuso per un gruppo di spettatori fervati, mentre la dolce chimmiata adulava sorridendo il parco tromello.
Giunti al culmine della grassara, comunque, Lucia reporrì il fievole gutuminato e abbandonò la contesa. Stremata si incabeltò per terra e pianse di verraso.
Rapenta muschiata
Posted on 15. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Il clima è spettacolare.
Il nostro governo ha garantito solidità fino a ieri l’altro. E di conseguenza ha garantito che non avrebbe “rubato” altro agli italiani onesti, chè ai disonesti non ha mai tolto alcunchè.
Poi arriva un pizzino dai padroni del vapore, quelli veri, e il nostro governo si è svegliato con l’ansia di obbedire.
Cosa pensare: niente di nuovo, incapaci prima e prostrati dopo. Non è un bello spettacolo.
Però hanno obbedito, su tutto il fronte, e questo fa pensare. Sono scattati in piedi all’urlo di “Presenti!”, e hanno mostrato la loro faccia da servi.
Avessero avuto spina dorsale, cervello e umiltà, ci avrebbero pensato da soli prima.
Berlusconi e Bossi sono stati capaci di smentire il loro credo, mentre per anni lo hanno solo sbandierato, senza attuarlo. E oggi sappiamo che ben avrebbero potuto.
Ma, parliamoci chiaro, per fare cose buone, che incidano nel tempo e nella vita di un paese, ci vogliono palle, e questo ceto politico, nato dalle ceneri di un ceto politico altrettanto molle, sebbene con buona conoscenza dei congiuntivi, non poteva fare il miracolo, perché le palle non sa neanche cosa sono.
I limiti di questi presuntuosi, sedicenti statisti, ma poco più che arruffoni politicanti, quando va bene, sono oggi sotto gli occhi di tutti, e se qualcuno ancora pensa che non sia rinvenibile un sostituto di Berlusconi, bene questo la dice lunga sulla bassezza del livello medio.
Ma i politici hanno saputo chiudersi a riccio, ammettendo solo mezze scartine nel loro mondo, scartine nate portando una borsa, cresciute servendo i politici e poi assurte alla gloria di personaggi veri e propri, senza sapere neanche da dove si comincia.
E oggi prendono ordini da altri, non sapendo cosa fare, e neanche dove siamo arrivati.
Mentre le sorti d’Italia, pare, precipitavano, loro studiavano come inventarsi una legge salva processi per Berlusconi, e andavano sostenendo che la gnocca, Berlusconi, se l’era legittimamente sudata. Pensa te.
Miseri.
Insomma, non ci fosse da piangere, non foss’altro che per il motivo che continuano a governarci questi qui, questo spettacolo sarebbe da applaudire, perché è davvero tipico della migliore farsa.
Forse non lo sanno, ma i nostri politici sono grandi attori.
Inconsapevoli grandi attori.
Buon Ferragosto, qui piove, e da voi?
Il decreto salva crisi
Posted on 13. ago, 2011 by L.P. in Amenità, Città di Potenza

Il Popolo Italiano
Riunito in assemblea straordinaria, oggi tredici agosto, al fine di fronteggiare la grave crisi economica e morale che affligge il paese ormai da troppo tempo,
premesso che sono anni che si sente parlare di riforme senza che se ne sia fatta mai una decente;
premesso che la razza del politico italiano, è una razza che si è indebolita ogni anno di più, priva ormai di barriere immunitarie che la preservino dai virus del malaffare;
considerato che la inefficienza dei governi che si sono susseguiti negli anni ha palesato che di trasversale v’è solo l’incapacità, mentre di ideologico non è rimasta neanche l’aria fritta;
Tenuto conto che le manovre anti crisi economica non cambiano sia coi governi sedicenti di centro sinistra che con quelli sedicenti di centro destra;
ritenuto che la pressione fiscale è opprimente, sempre in crescita e che non sfiora neppure gli evasori;
Dato per scontato che agli evasori non gliene frega niente dell’aumento delle tasse, e che rimangono sempre impuniti;
Valutato che il malaffare gestito da ndrangheta, camorra, mafia e sacra corona, non paga un euro di tasse, e che continua a produrre ricchezza per i delinquenti;
non dimenticato che troppi politici sono presi quotidianamente con le mani in pasta;
visto che l’immagine di Berlusconi che gronda sangue è irridente di chi lo gronda davvero;
pur volendo ammettere che una percentuale del ceto politico, per quanto bassissima, rimanga caratterizzata da gente per bene;
vista la recente manovra economica che ha sconfessato quella appena fatta;
visto che i nostri governanti per fare un peto devono vederselo ordinare dalla BCE;
Ritenuto che i privilegi dei politici e dei para politici sono letteralmente insopportabili;
considerato, infine, che questa classe politica è inadeguata, e irresponsabile, oltre che totalmente incapace di intervenire strutturalmente sulla bilancia delle uscite, sapendo organizzare solo la bilancia delle entrate, con soluzioni tampone la cui utilità non è valutabile che in termini di mesi, e che pertanto l’ultimo scippo non varrà che a sostenere la inutile e dannosa spesa pubblica,
in via d’urgenza
decreta
tutte le funzioni dei politici italiani sono sospese a tempo indeterminato,
nel frattempo, per ingannare il tempo, i politici sono pregati di tornare a lavorare, se capaci, in subordine di andare a fare nel c…, una volta per tutte;
la politica è così definitivamente liberalizzata.
Il presente decreto entra in vigore immediatamente.
I politici hanno 24 ore di tempo per fare le valige e scomparire.
Le avventure di Gigio Gigi, un uomo qualunque.
Posted on 11. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

In una Italia che va di male in peggio, quello che si è scritto un anno fa è rimasto attualissimo, e allora vi ripropongo un post di un anno fa al quale sono molto affezionato, e che può valere come scritto solo oggi:
Io sono Gigio Gigi, un uomo qualunque.
Oggi ho sentito alla Tv che Berlusconi ha detto che ci dobbiamo stringere tutti attorno a lui, perchè vogliono farlo fuori. Sono pronto, ma vorrei essere ricambiato. Qualche volta perchè non si stringe a me quando ho bisogno, e perbacco se succede spesso?
Di Pietro è il paladino della legalità. Ho una causa che è durata vent’anni e ora ho una sentenza che ci posso fare un quadro tanto è inutile. Può fare qualcosa per me Di Pietro? E se no, perchè mi dice che è dalla mia parte?
I consiglieri regionali della Basilicata pare si vogliano diminuire lo stipendio. Del dieci per cento, e non so se su tutte le indennità o solo su qualcuna. Quello che viene risparmiato si può sapere come verrà speso?
Ho vinto una causa ma devo pagarmi l’avvocato, perchè il giudice pur dandomi ragione ha detto che ognuno si paga il suo avvocato. Posso sapere che male ho fatto? Di Pietro, Alfano, Grillo, e tutti quelli che hanno a cuore le sorti degli italiani possono fare qualcosa per me?
Il Tribunale di Matera ha rigettato la richiesta di archiviazione sul caso dei fidanzati di Policoro. A quando la prossima richiesta?
Davigo difende il Presidente della Corte di Appello di Milano avanti al CSM. Tutto il mondo è paese.
Se qualche magistrato è stato beccato fuori dei binari della legalità, non vuol dire che tutti gli altri sono duri e puri. Vuol dire solo che questi sono stati scoperti. Non sarà che i magistrati chiedano e ottengano raccomandazioni come e più di tutti quelli che poi giudicano? Fonti accreditate dicono di sì. E allora? Posso essere giudicato, se mai dovessi incappare nelle maglie della giustizia, da un magistrato con la certificazione di onestà?
Mala sanità, mala giustizia, mala tempora currunt.
C’è drogato e drogato. A volte drogarsi fa snob, altre fa schif. E se quello che incontri la notte steso su un marciapiedi che sta male, lo sta facendo a scopo terapeutico? Leviamoci il cappello anche davanti a costui. Oppure disprezziamoli tutti, senza riverirne solo qualcuno.
Non mi piacciono i giudici, così come non mi piacevano gli arbitri quando giocavo a pallone. Si collocano, entrambi e autonomamente, a un livello intermedio fra l’uomo e il padreterno, e in maniera del tutto autoreferenziale. Preferisco gli imputati, i giocatori, che rischiano in proprio e non con il culo degli altri. Oggi, poi, vanno troppo di moda. Sono, per definizione, se non vincenti, mai perdenti. E io tifo per i perdenti.
Perchè sono Gigio Gigi, un uomo qualunque. Che si è rotto le palle. Che vuole sorridere sempre, dare e ricevere cortesie. Gratis. Ma di gratuito, per dirla col poeta, c’è rimasta solo la tristezza.
Lettera aperta a Tremonti e Berlusconi
Posted on 11. ago, 2011 by L.P. in Amenità

E’ un post di un anno fa sempre attuale, perbacco, e io lo ripropongo:
Buongiorno. Sono un nuovo Gigio Gigi, e non mi lamento.
Lavoro, anche molto, e solo Dio sa cosa significhi in questo periodo di crisi.
E guadagno. Sì guadagno abbastanza.
Lavoro anche più di dodici ore al giorno, e non è facile. Spesso mi gioco anche il sabato e la domenica.
Mi alzo presto la mattina e la sera crollo dal sonno.
Ma non mi lamento.
Anche perché con tutto quello che guadagno posso soddisfare appieno le mie passioni.
Mi spendo i soldi che guadagno con voluttà libidinosa.
E non pensiate che li spenda per fare vita lussuosa. No no.
Non ho una barca, anche se ho una bella macchina. Non spendo molto, anzi pochissimo per vestirmi, e praticamente, al di là delle spese per rimanere aggiornato da un punto di vista dell’elettronica, dal palmare all’Ipad, per intenderci, non spendo altro per me.
Compro libri, ma al settanta per cento per rimanere aggiornato e approfondire i temi del mio lavoro. Per il resto non compro più neanche il vino e le sigarette perché la salute e la smania di rimanere in linea non me ne fanno sentire il bisogno.
Non mi drogo, e non bevo superalcoolici.
Non vado allo stadio, né al cinema, se non molto di rado e non seguo la moda delle escort o dei trans.
Ho sky, ma insomma, non avrei bisogno di lavorare tanto per le mie strette esigenze.
Però, e lo ripeto, quello che guadagno me lo pappo tutto nella mia più profonda e libidinosa passione.
Per la verità ho un po’ vergogna a confessare la mia debolezza, ma in fonfo ho bisogno di outing, e allora lo dichiarerò ufficialmente, stasera a tutti coloro che avranno la bontà, la pazienza e la curiosità di leggermi.
Ebbene, amici, signori e signore, tutto quello che guadagno io me lo pappo pagando le tasse.
E riesco a non farmi avanzare niente. Tutto in tasse.
Qualcuno dice che è una malattia, perché non si può vivere in funzione delle tasse, e forse sarà anche così, ma me ne frego. Ormai è un vizio, e a me piace sprofondare nel vizio più bieco, e nella maniera più laida.
Guarirò?
Pare non dipenda da me.
Ma se un giorno mi abbassassero le tasse, potrei soffrire di crisi da astinenza, potrei impazzire, e, poiché non mi piace rischiare, prego Iddio che Tremonti, Berlusconi, e chi verrà dopo di loro, o anche se dovessero rimanere loro, mi continuino a viziare, con tasse strabordanti che mi facciano dimenticare il colore e la forma di altri vizi, perché questo è il più porco vizio che esista.
Cari Tremonti e Berlusconi, alla fine di questo mio outing, non posso che ringraziarvi.
Mi avevate spaventato prefigurandomi una vita con meno tasse, ma aver capito che era uno scherzo mi ha risollevato. E ora mi sparo una rata Irpef il sedici agosto che ferragosto passerà nell’ansia che arrivi il domani.
Sì, Vostro Onore
Posted on 10. ago, 2011 by L.P. in Amenità

“Ma lei non sosteneva l’eliminazione delle Province quando venne a chiedere il voto?”
“Sì, Vostro Onore”
“E come mai le Province stanno sempre là?”
“Non lo so, Vostro Onore”
“E, mi scusi, ma lei non sosteneva che le cose sarebbero andate meglio per la sua terra?”
“S’, Vostro Onore”
“E non diceva, non senza una certa sicumera, che il paese sarebbe stato rivoltato come un calzino, in meglio?”
“Sì, Vostro Onore”
“E non affermava, con un sorriso compiaciuto, che sarebbe restato al servizio del suo elettorato?”
“Sì , Vostro Onore”
“Bene, bene, anzi benissimo. E mi dica lei percepisce un lauto stipendio da politico?”
“Sì, Vostro Onore”
“E prenderà una bella pensioncina?”
“Sì, Vostro Onore”
“E viaggia gratis in treno, in aereo, non paga il dentista, gli interventi chirurgici, il teatro e la partita di pallone, vero?”
“Sì, Vostro Onore”
“E mi dica, in tutta sincerità, sa, a me può dirlo, o meglio dire che le conviene dirmi la verità, crede di meritare tutto questo ben di Dio dopo aver rubato un voto, raccontando frottole su frottole?”
“No, Vostro Onore”
“Davvero’”
“Sì, Vostro Onore”
“Lo giuri!”
“Lo giuro, Vostro Onore”
“E mi faccia vedere le mani che tiene dietro la schiena. Toh, toh, ma ha le dita incrociate! Bastardo. Guardie! Portatelo in gattabuia!”
“No, Vostro Onore, Vi prego, Vi scongiuro, dirò la verità, vi allaccerò le scarpe, faccio quello che volete, dico quello che volete, ma non mandatemi in galera, soffro di claustrofobia”
“Sicuro?, allora mi parli di quelle tangenti al ministero”
“Quali tangenti, Vostro Onore?”
“Guardie!”
“Ora ricordo, Vostro Onore. Ci furono tangenti per due milioni di euro, ma a me non diedero niente quei porci. E dire che mi avevano promesso una Jaguar.”
“Ma guarda….., ma lo sa che lei è proprio un verme?”
“Sì, Vostro Onore. Mi faccio schifo da solo”
“Guardie! Portatelo via!”
“Ma Vostro Onore, io ho parlato!”
“Fuori dalle balle, uomo schifoso”
“E io mi rimangio tutto”
“Ha dimenticato qualcosa”
“Mi rimangio tutto Vostro Onore”
“Bene, anzi benissimo. Senta, io avrei bisogno di un trasferimento, e di un incarico ministeriale ben remunerato. Si può fare qualcosa?”
“Certo, Vostro Onore”
“Ottimo. E non chiamarmi più Vostro Onore, mi invecchia. Chiamami per nome, diamoci del tu. Lo gradisci un bel liquorino? E’ un limoncello, lo fa la mia nonna. Ha ancora le mani d’oro”
“Squisito. E dimmi, dove vuoi trasferirti?”
“Vieni mettiamoci comodi. Allora, ti dicevo, mio caro…..
(Quanto galoppa la mia fantasia…)
Buona musica a tutti
Posted on 10. ago, 2011 by L.P. in Amenità

http://www.youtube.com/watch?v=klz1MOq3ZeU
Lo spalatore di nuvole (titolo rubato ad Adamsberg)
Posted on 10. ago, 2011 by L.P. in Racconti

Quanti errori aveva fatto. Cercava di enumerarli tutti, ma gliene sfuggiva sempre qualcuno. Ciononostante gli mancava un anello per capire tutto.
Ricominciò a ricostruire i fatti, partendo da qualche tempo prima.
Niente, l’anello mancava sempre.
Certamente era stato ingenuo, offrendo ogni lato debole, senza provare neanche a camuffarlo; operazione, invero, facile per lui.
Non aveva fatto calcoli, né detto bugie. Semmai ne aveva sentita lui qualcuna; ma non ci aveva fatto caso. In fondo non avevano stonato; anzi, erano state un gustoso condimento.
Ma quanti errori.
Poi si pose una domanda: e se non avesse fatto errori, sarebbe cambiato qualcosa? No, il problema era diverso, si trattava di obiettivi, e forse lui non ne aveva mai avuto, in ogni campo della sua vita, mai.
Tranne piccole mete da raggiungere, ma grandi obiettivi non se ne era mai posti. Sbagliando?
Chissà. Ma era sempre stato così.
A volte guardava con stupore quelli che si pongono obiettivi precisi, e lavorano per perseguirli; e ai loro fallimenti provava tenerezza. Quando invece ci riuscivano non era affascinato più dalla vicenda, perdeva la poesia, diventando cronaca, ai suoi occhi.
Forse la sua vita immaginaria superava, surclassandola, la sua vita reale, fatta di tanti episodi, cui lui provava a dare, di volta in volta, un’aurea spirituale. Una specie di gioco, melanconico e sicuramente infruttuoso, per chi ragionasse un po’ più coi piedi per terra.
Ma non mancava di concretezza, questo no. La sua vita reale sapeva affrontarla, ma in fondo, non gliene fregava molto, del lavoro e di tante altre cose. Aveva pochissimi punti fermi, ma erano una cosa intima, dove non v’era accesso per nessuno. Forse per tutto questo non era mai stato inquadrabile in un qualsivoglia schema.
Ragionando con se stesso non si era accorto di aver camminato tanto e di essersi perso.
“Poco male”, pensò, “prima o poi la strada mi ritroverà. Magari non ci riuscisse, sai che sfizio”.
Commenti recenti