Ei fu
Posted on 28. ott, 2012 by L.P. in Amenità, Commenti

Un urlo squarcia la calma piatta di Arcore: “Ghe pensi mi!!!”
Silvio convoca i fidi con urgenza, ma uno si dà malato, un altro se la prende comoda, puntuale è solo l’avvocato plurisconfitto Ghedini.
Comunque una riunione si riesce a tenerla.
Berlusconi detta la nuovissima linea.
“Ci hanno buggerato. Avevano assicurato una assoluzione, e invece mi hanno fregato. Che ingenuo che sono stato. Mi sono dimesso, ho votato provvedimenti inqualificabili, ho fatto buon viso a cattivo gioco, ho sopportato tutto, ora basta.
Monti deve cadere.
Prenderemo due piccioni con una fava.
Il prestigio nostro subirà una impennata, schierandoci al fianco di un popolo oppresso, e anticipando Vendola e Bersani, ruberemo una fetta di protesta a Grillo, e niente niente vinciamo pure le elezioni”.
I presenti guardano per terra. Uno cambia discorso e chiede del Milan.
Berlusconi capisce l’antifona e tuona “Vi licenzio tutti!”
“Ma no, Silvio, calmati, pensiamoci bene. L’opinione pubblica potrebbe ritenerci inaffidabili, ora che l’Italia si sta riprendendo”.
“Riprendendo cosa!, che le mie aziende stanno finendo tutte malissimo!”
“e va bene se proprio insisti, ma chiediamo consiglio a qualcuno, riflettiamo, guardiamoci attorno”.
E fu così che il buon Silvio da furbo d’Italia, venne raggirato due volte in due giorni.
Leonida e il minestrone
Posted on 26. ott, 2012 by L.P. in Attualità, Commenti

Una colata di cemento. Così hanno progettato le città negli ultimi cinquant’anni. Poi, più di recente, un rigurgito di sensibilità ha convinto tanti sindaci che con meno cemento e più servizi si può vivere meglio.
Ma la smania cementizia non era solo degli amministratori: anche la popolazione è stata pervasa da una smania di costruire di tutto e di più e soprattutto ovunque.
Le conseguenze le paghiamo ancora e le pagheremo per tanto tempo.
Il cemento, però, a New York fa un bell’effetto. In mezzo a quei grattacieli ti senti al centro del mondo.
Un po’ meno al Serpentone. Chissà perché.
Sarà il contorno e il contesto che sono ben diversi.
Domani mette neve al nord. Forse possiamo cominciare a cacciar fuori i piumini. Questo significa che dovrei riporre la bici. Ma non cederò, solo mi attrezzerò, cribbio.
Berlusconi si è ritirato dalle competizioni elettorali, il Milan sfiora la serie B, e il coniglietto Alfano (per i due dentoni, beninteso), sta per organizzare le primarie.
In relazione alle primarie dei due partiti che hanno lottato per lo scudetto negli ultimi anni avverto un profondo senso di indifferenza. Mi solletica la curiosità, però, il conoscere chi nonevèro scenderà in campo. Ultimamente in molti usano questa orribile espressione, scendere in campo, e quindi l’utilizzo che ne faccio io ha tanto di sarcastico e tanto di prefendo. Per dire.
L’autoreferenzialità è il male di quest’epoca. Perchè io di qua, quando io nenenè, io ho blablablà, io sono cippiripì. Il piacere di sentirsi fare un complimento da un’altra persona è un gusto perso, anche perché ognuno pensa a complimentarsi con se stesso, figuriamoci se c’è spazio per accorgersi delle qualità di un altro.
La Basilicata senza una provincia vivrà come ha vissuto come con due province, e cioè farà la sua solita vita di merda, senza treni, aerei, strade. Io sono riuscito a sfasciare un braccetto (pare si chiami così) di una mercedes sulle nostre mulattiere, ed è quanto dire, poffarbacco.
De Filippo ha ceduto a Matera e ha pattuito con il Governo una risoluzione che non gli competeva. Almeno così raccontano le cronache. Lui non ha smentito. Aveva altro da fare. Il Sindaco di Potenza si allena nel durissimo esercizio di “un colpo alla botte e uno al cerchione”, non accusa la regione, non se la prende con Matera. Se la prende solo col Governo. Ma chi non se la prende col Governo, con questo Governo?
Fini non si dimette, neanche da marito e cognato, pare. Non c’è reato, insiste, e la casa non è pubblica ma fa parte di un patrimonio privato. Santoro lo bacchetta, ma non infierisce. Renzi lo chiama vecchio, e lui non risponde a tono, anzi fa veramente il vecchio nelle sue risposte: quando avrai la mia esperienza, e boiate del genere. Quando si dice il tramonto di una persona.
Grillo non va in TV, e dice le cose che pensa la gente, da sempre. Sarà difficile affermare che tutti la pensano in modo antipolitico, e se pure fosse, a questo punto sarebbe antipolitico, e lo è, il comportamento dei politici che non sentono il baratro che li aspetta, non vedono quanto sono invisi, non capiscono che hanno fatto terra bruciata.
Gli antizemaniani stanno friggendo. Ma non è affar mio. Io ho sposato la causa di Zeman una trentina d’anni fa, e punto alle nozze d’oro. Del resto l’ho seguito in B, in C, in Turchia e in Jugoslavia. Lo trovo più attuale di facebook, più sensato dei nostri soloni, e più coraggioso di Leonida.
Col diabete si convive, con Monti anche, ma solo per poco tempo. Per favore se ne vada a casa sua, che sarà pure confortevole.
La mediazione? Anticostituzionale, per gradire. Da Basilicata24
Posted on 25. ott, 2012 by L.P. in Attualità, Diritto e giustizia

Anarchia!
Posted on 23. ott, 2012 by L.P. in Argomenti, Attualità, Città di Potenza

Il gioco delle Province. Monti gioca ad azzerare qualche provincia, tutte no, perbacco, e i politici fanno finta di scannarsi.
Le popolazioni non vengono neanche sentite. Il gioco avviene sopra le loro teste.
Ieri, al consiglio comunale di Potenza, un consigliere ha ringraziato per la presenza “gli ospiti”, e cioè i cittadini presenti. Voleva essere gentile, ma invece è stato offensivo, perché la casa comunale non è casa dei politici, ma è casa dei potentini. Il concetto di ospite presuppone il concetto di proprietà: la casa è mia e tu sei un ospite. Per dire!
Monti ha fatto la cosa più stupida e democristiana (nel peggior significato possibile) che poteva immaginare: non ha abolito tutte le province, cosa che sarebbe stata accettata da tutti con gradimento alle stelle, no, ne ha abolito qualcuna, secondo criteri di una stupidità enorme, e lasciando le parti ad azzuffarsi. Bravo e complimenti.
I politici, poi, fanno la loro parte. Strepitano e …. dimenticano. Dimenticano, per esempio, che avevano promesso l’eliminazione di tutte le Province. Perché non la propongono ora? Perché fa loro comodo che non vengano eliminate tutte le loro belle postazioni? Che non vengano sconquassate completamente le loro belle filiere?
E allora coerenza vuole che la politica imponga una scelta che sia una a questo governaccio pseudo-tecnico e molto paraculo: no a tutte le Province.
Ma non lo farà mai.
Una ragione in più per cominciare a gustare il profumo della vera anarchia. No a qualsiasi sistema, o qualsiasi potere. Sì alle regole per tutti.
Lettera al mio giudice
Posted on 18. ott, 2012 by L.P. in Argomenti

Caro Giudice,
non ti invidio.
Tu non puoi perdonare. Devi essere severo, nel senso che devi applicare la legge, e se proprio ti capita di perdonare vuol dire che te lo ha imposto la legge.
Il perdono è una delle poche cose che nobilita l’uomo, e gli restituisce serenità d’animo riconciliandolo col mondo intero. E a te non compete.
Eppure quante volte lo faresti, e quante volte lo fai, ma solo in cuor tuo, perché nella sentenza non può esserci traccia del tuo sentimento.
E allora stai lì a giudicare, codice alla mano, troppo spesso stupidi avvenimenti di qualche anno fa, quando ti va bene. Ascolti pigri testimoni che devono riferirti a modo loro quello che videro, che sentirono o fecero.
Brutto lavoro, il tuo.
Sei immerso nelle nefandezze della vita, senza neanche poter prendere le parti di qualcuno, senza poter sposare una tesi, senza poterti appassionare alla vita, che, quindi, diventa un verbale, un documento, un fascicolo.
Se vedi uno sguardo preoccupato, teso, ansioso, al di là del tuo scranno, volgi lo sguardo altrove, per non farti condizionare e non dare l’idea di poter soltanto comprendere il disagio altrui; questo non compete a un giudice.
Anche Dio pare perdoni. Tu, no.
E ti pagano per questo, per non aver mai pietà.
Puoi gettare per strada una famiglia, puoi distruggere una vita, o far fallire un’impresa, perché lo dice la legge; può anche dispiacerti, ma lo fai.
Brutto lavoro il tuo.
Se poi penso che qualche tuo collega, del fatto di non conoscere il perdono, se ne fa un vanto o un motivo per ritenersi un padreterno in terra, bene, allora sorrido, sorrido e poi rido di cuore, mi sganascio come quando vedo qualcuno con una macchina lussuosa che immagina di valere più degli altri solo perché possiede quella macchina.
Ovviamente ho torto io a ridere di ciò, ma è più forte di me.
Mi immagino più una figura di giudice contratta, lacerata da quel ruolo di censore, sfigurata dal perenne dubbio di aver fatto bene o male, e eternamente flagellata dal rimorso di non aver mai potuto perdonare nessuno. Ecco, così ti immagino.
Poi, forse, nella realtà giudici così ce ne saranno pochi, ma come pochi sono gli onesti e i saggi, gli umili, i nobili.
Ma questa è la vita che ci tocca.
Ciao giudice, giuro, non ti invidio.
E se ne andò sbattendo la porta.
Posted on 16. ott, 2012 by L.P. in Città di Potenza

Fa sempre specie notare che un politico sbatta la porta oggi, e si accasi, con incarico di prestigio, il giorno dopo da qualche altra parte. Viene da pensare che fosse tutto preordinato, calcolato, stabilito. Insomma esprimo il mio disagio, sbattendo la porta solo dopo che mi è stata assicurata un’altra coppola.
Sono, invero, quisquilie, certo, in questo mare magnum di squallida politica di quartiere, ma il passaggio di Luigi Modrone dal PDL alla Destra di Storace, simboleggia il contesto politico in cui siamo costretti a navigare.
Senza voler essere considerato un ingenuo, io mi immagino che un puro, come Modrone si dichiara, se abbandona un partito lo fa perché davvero non è in sintonia con le linee di partito, e che tale disagio costituisca una sofferenza tale da impedirgli di portare avanti contemporaneamente le trattative per il suo futuro incarico da qualche altra parte.
Poi può anche succedere di transitare altrove perché fulminati da una nuova illuminazione.
Sembra, insomma, di star di fronte alla campagna acquisti del calcio: professionisti della politica che cambiano squadra, ogni volta fulminati da nuove intuizioni, e sempre, beninteso, per il bene comune, perché mai a farci mancare il supporto di cotante personalità, che non possono abbandonare la politica perché senza di loro e come facciamo?
Ma Modrone non è il primo e non sarà l’ultimo.
Rimango incantato, infine, di come i partiti facciano a gara a riciclare l’usato, mai a puntare su una nuova faccia, un giovane illuminato, o qualcuno scelto per determinate e determinanti caratteristiche.
Quando ci sarà il giudizio universale della politica si ripartirà da zero, e io non vedo l’ora che arrivi questo momento.
Fred Mulligam intervista un consigliere regionale dopo il blitz della finanza.
Posted on 15. ott, 2012 by L.P. in Le grandi interviste di Fred Mulligan

Carissimi amici ecco la prima intervista a un consigliere regionale dopo il blitz della Finanza a viale Vincenzo Verrastro. Ovviamente non possiamo fare il nome, ma è sensazionale raccogliere le vere emozioni, il vero modo di pensare di un consigliere in questo momento davvero particolare.
Un’intervista per così dire fuori dai denti, che ci illumina sul reale stato delle cose.
F: e allora, consigliere, ma è possibile spendere i soldi della comunità per andare al ristorante con amici e votanti? Significa davvero fare politica?
C: Guardi, Fred, lei è una persona intelligente, e non può far finta di non capire. Fare il consigliere comporta tante spese e spesucce, che non è giusto far cadere sulle spalle del consigliere.
F: E’ per questo che vi portate a mangiare i votanti?
C: anche per questo. Se qualcuno ha fiducia in me, e mi garantisce una filiera, deve poter godere di un momento che più che ristorativo è ricognitivo. In queste riunioni si tirano i conti dell’attività di filiera. Si contano gli ultimi beneficiati da una raccomandazione. Si aggiornano i files. Si studiano strategie di allargamento della componente politica.
F: capisco. Ma queste cose perché deve pagargliele la comunità?
C: Fred, ma allora lei non è tanto intelligente quanto vuole apparire. Io sono un politico. E come tale devo garantirmi i voti. E questa è attività POLITICA! Chiaro? E poi non dica che non faccio l’interesse comune. Sa quante famiglie vivono grazie alla mia attività politica? Vada a fare il conto, per Giove, fra raccomandati, autisti, portaborse e destinatari di un incarico.
F: rimango sconcertato.
C: Ma che razza di imbecille è mai?
F: ma anche le penne …. Dobbiamo pagarle noi?
C: ovvio.
F: e magari anche la settimana enigmistica?
C: non perdo il tempo con queste fregnacce.
F: Ma leggerà qualcosa?
C: Vado pazzo per Tex.
F: E i Tex se li compra almeno lei?
C: Come no! Lei è proprio un baluba. Ma se mi garantisce che il mio nome non verrà fuori, le spiego come si fa. Bene, d’intesa col fornitore, si fa finta che mi ha consegnato un Sole 24 ore, che non leggerò mai, perché chissenefrega di tutte quelle cose economiche, e invece mi da l’ultimo numero di Tex.
F: furbissimo.
C: e così si fa anche per Playboy, e qualche altra rivista diciamo sfiziosa.
F: voglio diventare intelligente come lei.
C: devi farne di strada. Ma possiamo cominciare. Tu mi servi. Fammi qualche bell’articolo a mio favore e io ti insegno giorno dopo giorno come si fa.
F: per esempio?
C: non so come, ma a te ti seguono. Dì che i consiglieri regionali vengono vessati continuamente e ingiustamente. Dì che è una categoria da difendere.
F: non è facile, ma ci provo.
C: dai Fred che entrerai a far parte della squadra. Sali sul treno, la mia locomotiva passa solo una volta.
Nota redazionale: l’intervista è inventata. Se somiglia a qualche realtà? Non so, io invento, valutate voi. Comunque l’ultima espressione del consigliere nell’intervista, giuro, a me la disse davvero un politico cosiddetto importante.
Il bunker
Posted on 14. ott, 2012 by L.P. in Racconti

Lo stato di assedio continuava da giorni.
I politici si erano asserragliati nei bunker fatti costruire appositamente dal ministero della difesa. In ogni capoluogo di regione erano stati realizzati altri bunker per le assise locali.
La popolazione si dava i turni e presidiava l’imbocco dei bunker armata di tutto punto. Le attrezzature di offesa prevedevano dai pomodori alla frutta marcia, dalle bombette puzzolenti ai gessetti, dalle monetine alle più genuine sputazze.
La decisione di attaccare frontalmente l’esercito dei politici era arrivata al culmine di una video assemblea generale nazionale, e l’intenzione era quella di farli venir fuori dal bunker e processarli in piazza da tribunali popolari che avrebbero deciso in base al codice della dignità civica, insomma in base al grado di schifo provocato da ogni assise politica.
Nel frattempo i politici nel bunker facevano una vita niente male. I viveri erano di prima qualità, e, per il servizio, erano state prese in ostaggio le ultime generazioni di raccomandati. Il problema era l’approvvigionamento. Le scorte sarebbero durate solo un altro mese.
A ogni modo erano cominciate anche delle trattative, ma il popolo non derogava: voleva il processo in piazza.
In fondo non era possibile neanche praticare la via del risarcimento totale, perché molti dei soldi rubati, i politici, se li erano immancabilmente spesi. Restavano i depositi all’estero, ma i titolari non ne volevano ancora sapere.
Poi arrivò la decisione: consegniamo i 42 miliardi di depositi all’estero al popolo e patteggiamo per una sentenza che, seppur ci condanni, condoni la pena per avvenuto parziale risarcimento. Il popolo ci pensò su e disse: va bene, ma poi non vi dovete far più vedere, dovete sparire dalla circolazione, minimo minimo nel sud africa.
Le trattative andarono avanti spedite e alla fine l’accordo venne stipulato.
Vennero date disposizioni per il trasferimento dei fondi a favore del popolo, ma i politici tirarono un colpo mancino al nemico, fornendo una disposizione di trasferimento completamente falso.
Il popolo non avvezzo a operazioni bancarie internazionali provò a verificare l’avvenuto bonifico, ma gli rispose un funzionario corrotto che dichiarò il falso.
Finì che i politici godettero di un finale della loro vita beato, su spiagge dorate, e il popolo mangiò ancora per ventidue anni pane e cipolla.
Ma allo scadere già del secondo anno dopo la truffa cominciò a formarsi una nuova leva di politici ancora più furbi dei loro dante causa. Nel giro di un quinquennio si erano già impadroniti dei comuni e delle province, nonché degli enti pubblici. Lavoravano per il futuro, quello loro.
Lasciatemi fare politica. A tavola.
Posted on 13. ott, 2012 by L.P. in Regione Basilicata

Il solo fatto che un politico debba giustificarsi delle sue azioni, è squallido.
Dover poi giustificare spese obiettivamente inutili ricordandoci che servono per fare politica, cioè il nostro bene, è semplicemente penoso.
Si fossero almeno comprati i trenini elettrici.
Amen.
Ci sto. Ci sto.
Posted on 11. ott, 2012 by L.P. in Commenti

Come ti chiami?
Gigio Gigi.
Quanti anni hai?
55.
Quale è il tuo sogno?
Lavorare il giusto, guadagnare il giusto, essere sereno, godere di buona salute e non essere preso per il culo.
Pensi potrai realizzarlo?
Non in Italia.
E perché?
Perché in Italia non si può.
Bene. Bene. E dimmi un po’, per chi voti?
Vorrei votare per Grillo.
Ma che bravo. Per l’antipolitica?
Sì. Per l’antipolitica.
Ma guarda che noi potremmo offrirti quello che ti manca.
Noi chi?
Noi, il sistema. Basta che scegli di stare con noi. E non ti affaticherai più. Un buon lavoro, senza grattacapi. Uno stipendio normale e un futuro uguale per i tuoi figli.
Non ci credo mai.
Credici, baluba. Basta che ti rendi disponibile. Noi, di volta in volta, ti diremo chi votare. Capiterà di votare a destra siccome a sinistra. Non è importante.
Ma è uno schifo!
Sembra. Ma si vive bene, molto bene. Protezione totale. Da tutto. Tranne dalle malattie, eh eh, lì devi proteggerti da solo. Ma anche quanto ad assistenza medica, te la garantiamo noi.
Sicuro?
Sicurissimo. Ecco ti do una tessera. Non guardarla neppure, è una tessera in bianco. Vale per tutti i partiti, è del sistema. Ma devi giurarci fedeltà.
Ho il mutuo da pagare.
Lo procrastineremo.
Mia suocera ha bisogno di una Tac.
La faremo in settimana.
E ci sta uno che mi da fastidio.
Dicci chi è. Se è del sistema non ti darà più fastidio, se è contro di noi, si pentirà.
Ma siete troppo buoni. Non merito tanto, e poi, per un solo voto.
Non un voto ma tutti i tuoi voti futuri. I tuoi e quelli della tua famiglia. Siete molti vero?
Sì.
Una ventina?
Sì.
Bene tu ci garantirai venti voti per ogni consultazione elettorale. E dopo di te i tuoi figli.
Ma….
Ora basta chiacchiere. Ci stai o no?
Non so.
Ci stai, ci stai…..
Bè forse…
CI STAI!
Ho deciso, ci sto.
Avanti un altro!
Gigio Gigi scrive alla Regione
Posted on 10. ott, 2012 by L.P. in Attualità, Commenti

Illustri consiglieri regionali,
Esimi assessori,
Magnifici componenti tutti della Giunta Regionale della Basilicata
Giunge voce al volgo, del quale mi onoro di far parte, che, nell’encomiabile esercizio delle vostre sacrosante funzioni, abbiate dovuto sostenere qualche soverchia spesuccia. Normale, invero, ai tempi di oggi, ma vallo a spiegare ai miei colleghi del volgo.
Il popolo non riesce a capire che non si può fare seria politica senza, per esempio, aver letto la Repubblica, e il Corriere della Sera, il Sole 24 ore, e la Gazzetta del Mezzogiorno, Panorama e il Quotidiano, e mi fermo qui.
Il solo fatto che dobbiate occupare circa sette ore al giorno per tante letture ci imporrebbe di riconoscervi un supplemento di diecimila euro a titolo di indennità di preinvecchiamento del nervo ottico e di usura del dito indice deputato a sfogliare migliaia di pagine. Invero!
Così come dovremmo riconoscervi un ulteriore indennizzo di quindicimila euro, almeno, per essere costretti a tenere le dorate chiappe sul sedile di un’autovettura per migliaia e migliaia di chilometri, con conseguente appiattimento definitivo dell’arco delle natiche, particolare, per la verità, di non poco conto nella valutazione del sex appeal generale. E, invece, per tutti questi evidenti danni permanenti, non ci avete mai chiesto nulla, e dico nulla.
E ora stanno lì a farvi le pulci su pochi miserabili centesimi che, diciamocela tutta, messi insieme, fanno sì una bella cifra, ma che capperi e nanì e nanera, sorbole, uffa, e che ti attacchi alla lira?!
Non cedete, miei prodi.
Una volta che siete uniti dal cemento della dignità consiliare, di destra o di sinistra, NON CEDETE.
E non fatevi affascinare da quel populismo di bassa lega che vorrebbe indurre qualcuno a dimostrare che “io non c’entro e non voglio più niente, manco me ne ero accorto di spendere tanto”.
Non abbassate la guardia, insomma, e tutelatevi. Perchè tutelandovi mi tutelerete, e tutelandomi voi, io me la caverò, malconcio ma me la caverò.
Che dirvi oltre, che vi abbraccio forte forte, mi stringo a voi, e se c’è bisogno …., non abbiate dubbi: io ci sono, sempre pronto, fino a che guadagnerò un centesimo.
Gigio Gigi
Vai Basilicata, vai avanti così
Posted on 10. ott, 2012 by L.P. in Città di Potenza, Regione Basilicata

A stare a sentire i giornali, che ora si sono letteralmente scatenati, mentre prima avevano il prosciutto davanti agli occhi, i consiglieri regionali si sono fatti rimborsare l’ira di Dio.
Dai gelati (ma è mai possibile) alle sigarette (giuro non ci credo mai), dai quotidiani, alle riviste, dai libri di alimentazione, alla connessione internet. Insomma la regione era un eden. Ora tutti moralisti e tutti che dicono “basta non dateci più soldi, che non li vogliamo!”
Semplicemente ridicolo.
Poi ci sono i consiglieri regionali che hanno passato la vita sull’autovettura (4.ooo km al mese sono pari a oltre cento km al giorno, compresa la domenica e il sabato), o 66 euro al giorno per la benzina significa fare il giro del mondo.
Ma i moralisti di oggi –dicono che il pdl abbia chiesto addirittura la revoca di ogni rimborso- hanno regolarmente chiesto e ottenuto ogni schifoso reintegro di presunte e mai controllate spese.
Senza parlare della borsa portadocumenti in pelle pregiata di tizio o cos’ altro di caio.
Io, una borsa pregiata ci terrei a comprarla coi soldi miei. Ma io non faccio testo, anzi. E sarà anche per questo che se mi candido prendo due voti: a che serve un consigliere di tal fatta?
Vai Basilicata, vai avanti così.
Commenti recenti