Lettera aperta a un sottrattore di veicolo a pedale.
Posted on 30. mag, 2013 by L.P. in Città di Potenza

(Indicazioni di lettura: far partire prima il brano sotto postato e poi leggere. Servirà a capire lo stato di non belligeranza, la rassegnazione, lo sconforto. Grazie.)
In un’epoca in cui ogni mestiere, o professione, o arte, o lavoro, ha subito dei mutamenti nel nome, mi sembrava fuori luogo chiamarTi ladro, e ho pensato che “sottrattore di veicolo a pedale” sia molto più opportuno, attuale e tragicamente deviante, quindi in linea con i tempi, dello storico “ladro di biciclette”.
E allora caro sottrattore, come va? Spero che la mia bici stia bene e che venga da Te trattata così come l’ho sempre trattata io, e cioè con affetto e premura.
Mi dispiacerebbe saperla abbandonata, poco usata e maltrattata. La mia bici (perché rimane mia) non ha bisogno di troppe cure e smancerie, ma è abituata a non rimanere sola. Quindi se non la usi abbastanza, cura di salutarla ogni tanto, magari con un buffetto sulla sella.
Immagino ti abbia spinto alla sottrazione un improvviso amore che deve essere traboccato dal tuo cuore alla sua vista; a meno che tu non l’abbia sottratta per farne commercio, nel qual caso immagino che la mia bici sia stata svenduta al primo che capitava, senza neanche quella gentilezza di modi cui era comunque abituata.
Lei è fedele e non ti lascia mai per strada, merita quindi rispetto e amicizia.
Se ti è sembrata dispettosa non farci caso, lei è abituata alle mie chiappe, e magari le tue sono più ridondanti o flaccide, e quindi deve abituarsi a un padrone meno atletico. Non credo infatti che le tue chiappe siano più muscolose delle mie, perché se così fosse saresti un ciclista e avresti la tua bici e non guarderesti le bici degli altri, anzi saresti invaso da quella solidarietà fra ciclisti che porta al rispetto del collega e della sua fidanzata a due ruote.
Spero anche che tu ti diverta insieme a lei come ci siamo divertiti noi, percorrendo in poco tempo quasi settemila chilometri.
Certo fra poco avrà bisogno di qualche pezzo nuovo, come i copertoni o le pasticche dei freni, ma ti assicuro che se mi avessi avvertito della sottrazione avrei provveduto io, senza costringerti a onerose incombenze. Avrei cioè fatto in modo che tu sottraessi una bici come nuova.
Se poi non te ne sei innamorato e hai voluto fare un dispetto a me, sappi che lo hai fatto prima di tutto a lei, perché io, di fede buddhista, non posso che ringraziarti per avermi fatto esercitare al “non attaccamento”, seppure abbia sofferto abbastanza.
Ma la sofferenza è di questo mondo, e chissà quante volte avrai sofferto tu, e quante altre ti capiterà di soffrire nella vita. Immagino tu abbia dovuto cambiare città perché la mia bici a Potenza avrebbe sofferto troppo la nostalgia, ma l’importante è che tu sia ora contento.
Io ho sofferto abbastanza, ora basta: conservo la foto della mia bici sul comodino e sulla scrivania, così sto sempre un po’ con lei. A te non dispiacerà vero?
Comunque salutamela tanto e dalle un bacio. Io penso sempre a lei, e sono sicuro che anche lei mi pensa.
Sappi curarla, ti prego, e se devi andare a schiantarti contro un muro o cadere in un fossato, fallo con un’altra bici, chè lei non merita gesti goffi e manovre pazze.
Curati di te come di lei, mi raccomando.
Bacioni.
San Gerardo Protettore
Posted on 30. mag, 2013 by L.P. in Città di Potenza

Ogni anno a fine maggio nella ridente cittadina di Potenza si festeggia il Santo Patrono, San Gerardo.
Indiscutibile il clima di festa. Diverse le manifestazioni.
Potenza, cittadina lucana che negli ultimi anni ha spiccato per episodi di rara bruttezza, ha, però, un fiore all’occhiello: l’ironia, ma un’ironia accentuata, tanto da sconfinare spesso nel sarcasmo. Durante la festività questa ironia trova il suo apice nella realizzazione delle magliette della festa. Sono una più bella dell’altra, strappano il sorriso, se non proprio una bella risata, e mettono in evidenza, appunto, quella dote, tutta potentina, di dipingere sarcasticamente qualsiasi realtà.
Epicentro della festività è la sfilata dei turchi, di recente cresciuta di popolarità, e vestita anche dei panni della storia, della leggenda e della tradizione.
I politici locali amano inventarsi attori della sfilata, e, quindi, con una buona dose di protagonismo, sfilano insieme a tanti altri volontari. Il Sindaco, per esempio, da anni recita una parte importante in una “scena” della sfilata che si svolge in una delle Porte della città.
Per l’occasione la città viene invasa da commercianti ambulanti, autorizzati e non, e questi ultimi più che tollerati, vengono ospitati dalla città sebbene non venga loro offerto un servizio a cinque stelle.
Nelle strade adiacenti il centro, infatti, chi ama passeggiare di buon’ora può gustarsi la scena di macchine dormitorio con scarpe diligentemente posate fuori della portiera, o fontane assalite per i lavaggi mattutini, o veri e propri accampamenti nel parco della città, quale luogo scelto dal Comune per l’assalto dei non autorizzati.
I vigili, la Finanza, e le altre forze dell’Ordine, sposano il clima di festa e tollerano tutto: dalla vendita degli alcoolici ai minorenni (seppur vietata) al commercio abusivo e alla presenza di probabili numerosi clandestini. La città tollera, mugugna, ma tollera. La saggezza montanara insegna che è inutile prendersela troppo e che il cane è inutile che morda lo strazzato e allora delle leggi si fa finta che non esistano. Certo, ogni tanto un abbozzo di controllo pur vien fatto, ma in maniera dolce, soft. Quindi i commercianti di colore ben di rado sono costretti a raccoglier tutto e nascondersi, per poi risistemarsi; anche perché la scena del raid dell’Autorità è una scena che, mal conciliandosi con il clima della festa, alla fine disturba i festaioli che non possono tranquillamente godersela.
Ma è stato detto che la festa di San Gerardo è la festa dei giovani, ed è vero. I giovani alla fine di maggio, a Potenza, sono liberi di divertirsi a loro piacimento. E appare strano che la voce non abbia fatto il giro del mondo per attirarne anche dall’estero. Come raccontavo, il vino e la birra –e chissà cos’altro- possono scorrere a fiumi, la loro vendita non è contingentata, e le relative ordinanze sindacali servono solo per darsi un tono, ben sapendo tutti che non vanno applicate.
E quindi si beve, si vomita e si beve di nuovo, in un festival dell’abbrutimento collettivo che lascia ben sperare le case farmaceutiche per le future gastriti, i futuri diabeti, e i futuri malanni.
Ma a Potenza si tollera. Se alla città di Potenza togli la festa di San Gerardo davvero resta poco. E allora fa niente se qualche benpensante storca il muso e se qualche abitante del centro mostri sdegno, fa niente, la festa non si tocca, e, così come è, non può che migliorare. In tutti sensi, in quelli positivi e in quelli negativi.
Bacioni.
Chi sarà il nuovo imperatore di Basilicata?
Posted on 25. mag, 2013 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Regione Basilicata

Chissà come fervono le trattative, le schermaglie, i tatticismi, per arrivare alla scelta del futuro imperatore di Basilicata.
Diverse sono le strategie. Proviamo a schematizzarle.
Casa PDL.
Il problema maggiore è trovare una collocazione, con relativo reddito, all’ex parlamentare Vincenzo Taddei. Problema di non poco conto. Altro problema è trovare una collocazione ai maggiorenti orfani di poltrona. Penso ai Pici, ai Pagliuca, e via discorrendo. Un occhio, benevolo, poi, a chi ha fatto la fila e meriterebbe un palcoscenico più luminoso.
L’ordine dei problemi è per importanza, ovviamente.
Allora, Taddei potrebbe essere candidato governatore, beninteso non per vincere, chè costerebbe una fatica enorme, responsabilità e noie che a una certa età pure pesano, soprattutto per chi conta ancora oggi le gocce di sudore profuso nel corso della vita solo con le dita, nonevèro, ma soltanto per ottenere un comodissimo posto da consigliere, e quindi il tanto agognato stipendiuccio, da contraccambiare col solito catalogo di frasi fatte, di qualche incarico distribuito, e di tante strette di mano ai militanti. Altra collocazione per Taddei potrebbe essere la poltrona di candidato Sindaco della città. Scelta minimale e di riserva, perché il gettone di consigliere è poca cosa rispetto allo stipendio di consigliere regionale, ma unito alla buonuscita parlamentare, e alla pensioncina, insomma fa cassa.
Poi rimane il nodo da sciogliere: gli indagati vanno ricandidati o no? Problema irrisolvibile, e quindi ci pensiamo dopo, tempo passa e Dio provvede.
Un programma per la regione o per la città? Cazzo, è caduta la linea!
Casa PD.
Il problema viene qui vissuto in maniera manageriale: c’è da sfruttare un prodotto, il prodotto Basilicata, e va sfruttato al meglio. Tutto sommato il consenso bulgaro costa molto; bisogna infatti alimentarlo come un maiale avido, ed è rischioso perché si rischia sempre qualche indagine, anche se la Procura sembra più orientata alle briciole che alla panella. Insomma da rifletterci.
La scelta, conseguentemente, finirà per beneficiare una filiera anziché un’altra, anche se c’è da sempre una stanza di compensazione fra correnti, nella quale il bilancino è il metodo più collaudato per non scontentare nessuno.
I nomi sono sempre quelli. Folino, Speranza, De Filippo, Lacorazza, Santarsiero, Margiotta, Santochirico, Pittella. Non c’è speranza in un nome vergine perché la classifica va rispettata.
Certo un ampio e schiacciante consenso consente una maggiore possibilità di collocazione per baronetti e loro fidi, ma l’apparato è elefantiaco, e una cura dimagrante sarebbe in linea coi tempi, come si accennava dianzi. Magari sacrificando qualcuno si potrebbe cedere un pacchetto di voti al centro destra, casomai contribuendo a scelte ponderate e condivise nel sottobosco amministrativo, e continuando a gestire tutto il potere facendo finta di averlo perso.
Progetti per il rilancio della Basilicata? Cazzo, a questo punto cade sempre la linea.
A ogni modo la partita a scacchi è ben cominciata.
Avremo una regione-cultura? Rimarremo al centro del futuro? Avremo una linea diretta con l’Europa? O vincerà la fuffa, oppure il pane e salsiccia? Vedremo.
L’importante è che non cambi nulla. Stiamo tanto male che cambiare per un non meglio identificato mondo migliore spaventa un po’. Tieniamoci stretta la nostra bella mediocrità, e non abbandoniamo la via maestra della sudditanza senza se e senza ma.
Sempre Vostro.
La città di Potenza e il fantasma Formaggino
Posted on 24. mag, 2013 by L.P. in Città di Potenza, Regione Basilicata

http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/fantasma-formaggino-8634.php
Il boia
Posted on 24. mag, 2013 by L.P. in Argomenti

Per salvare la faccia, devo credere, i maggiori partiti italiani continuano a beccarsi in TV e sui giornali. E sembrano fare seriamente. Immaginarli insieme al governo diventa difficile.
Tutto però si spiega con la circostanza, di non poco conto, che a governare non sono il PDL e il PD, bensì un potere diverso, trasversale, superiore e probabilmente internazionale.
I burattini, mossi con sincronia divina, discettano di riforme e scarabocchiano appunti di lavoro che rimangono bozze.
Nel frattempo non si muove una foglia che sia una. Il tempo pare si sia fermato. Lo stagno Italia non mostra increspature. Si aspetta il botto (la notizia cattiva che allarmerà), poi le vittime (i cittadini italiani), indi passeranno per il raccolto. Che sarà come al solito pingue.
La colpa non è mai del boia, ma di chi gli consente di tagliar le teste.
Considerazioni in pillole
Posted on 24. mag, 2013 by L.P. in Argomenti, Commenti

Una democrazia perfetta è sempre sospesa su un più o meno lieve equilibrio fra i maggiori partiti, che, in generale, sono due. Quanto maggiore è il divario di consensi fra forze politiche, tanto è minore il livello di democrazia. Il prevalere schiacciante dell’uno, infatti, è determinato da un controllo dei consensi anomalo. E’ quello che succede in Basilicata. A livello nazionale c’è evidentemente più democrazia, contemperata, però, da un consociativismo dei partiti di larga portata, che quindi, rende inutile la democrazia. Il consociativismo dei partiti, poi, col potere economico e giudiziario, nonchè finanziario, stravolge la forza della costituzione, delle leggi, delle istituzioni, rendendole meri paraventi delle ignominie più schifose.
Allora non vaneggiavo …
Posted on 23. mag, 2013 by L.P. in Argomenti

http://www.beppegrillo.it/2013/05/m5s_senato_gioco_dazzardo_e_partiti.html
Il ticket e il medico
Posted on 13. mag, 2013 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Regione Basilicata

Scoop straordinario. Fred intervista l’astro nascente del PD Roberto Speranza.
Posted on 10. mag, 2013 by L.P. in Argomenti, Le grandi interviste di Fred Mulligan, Politica nazionale

F: E allora, carissimo Presidente, un bel risultato, però, così giovane e già capogruppo e probabile segretario nazionale del PD.
S: Un bel risultato che premia non il singolo, ma il gruppo. Guardi Fred, mi permetta di approfittare di questa intervista per ringraziare pubblicamente innanzitutto il mio maestro Bersani, e poi tutti i dirigenti del PD lucano che hanno riposto nella mia persona tanta fiducia, spingendomi a dare sempre il meglio. Guardi io sono nato con la passione per la politica e ho cominciato subito a coltivare questa passione, senza neanche immaginare che avrei raggiunto questa posizione. Ho tratto, però, insegnamento da tutte le esperienze che mi sono capitate, metabolizzandole e facendole entrare in un circuito personale di vissuto al quale attingo in ogni circostanza particolare. Non le sembrerà vero ma i miei primi mesi come consigliere comunale sono stati altamente formativi. Ricordo di un consigliere, per esempio, eletto nelle file di una lista, che entrò in consiglio a seguito di un cosiddetto ripescaggio, e che questi si iscrisse direttamente a un’altra lista. Ebbene questo consigliere esordì parlando di coerenza. Nell’occasione risi tanto. Poi ho fatto tesoro dell’avvenimento catalogandolo prima come una delle cose che non bisognerebbe mai fare, poi come capacità di plasmare la realtà al pensiero, infine come elasticità mentale, dialogo interiore, crescita spirituale, indeterminatezza dell’obiettivo finale quale strumento di autorecepimento di un presente cui troppo spesso volgiamo le spalle.
F: Presidente Lei è un fiume in piena. Ma parliamo di cose amene, si faccia conoscere meglio. E quindi, sigaro?
R: Ci ho provato. Ma proprio non mi piace fumare. Anche se riconosco nel tabacco scuro una certa contiguità col pensiero di sinistra.
F: Letture?
S: Tex, Spinoza, seguendo i consigli di Vito De Filippo, che saluto, Sartre, ma quello giovanile, i pensieri di Marco Aurelio, che consiglio, e la Repubblica.
F: La prima cosa che farà da segretario nazionale.
S: Un’assunzione di responsabilità di questa portata rimarca un ruolo e una funzione che mi riprometto di svolgere nel rispetto della tradizione della maggior forza politica di sinistra e con la dovuta coerenza alle strategie di chi mi ha preceduto. Lo sforzo, che mi sento di assumere non da solo, ma con una squadra, e con lo spirito di una squadra, racchiude il segreto del successo della ideologia in un contesto realistico come quello italiano. Il percorso, che mi si para davanti, è un percorso complesso ma non impossibile, difficile e che richiede coraggio ma che non spaventa, intrigante quanto gratificante. Immaginare il futuro del paese e contribuire a costruirlo, col sudore delle braccia e con la profusione di un’attività intellettuale che non ammette pause, rimane attribuzione specifica del PD, quale forza riformatrice, democratica, tutta protesa a curare gli interessi dei più deboli, ma anche del ceto produttivo. Guardi, Fred, la missione che ci siamo posti è un’impresa POSSIBILE.
F: Spettacolare. Un’ultima domanda. Questa alleanza con Berlusconi non piace a tanti militanti del PD. Le manifestazioni di intolleranza si susseguono a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Non vi crea qualche preoccupazione?
S: Il dissenso è il motore della democrazia. Basta solo veicolarlo nella direzione giusta e farlo diventare benzina del progresso. Io cavalcherò il dissenso perché costituisca la prova della bontà di quello che stiamo facendo.
F: Superlativo. Presidente, ma …. quando la vedremo premier?
S: C’è tempo, e non sono ambizioso. Pensiamo a far star bene gli italiani, il resto è secondario.
F: grazie Presidente.
S: Grazie a te, Fred.
(Questa intervista è inventata di sana pianta)
Sotto la Set
Posted on 03. mag, 2013 by L.P. in Città di Potenza, Racconti, ricordi

Ricordo quando, a Potenza, alla fine di via Pretoria, praticamente in piazza Beato Bonaventura, c’era una fontana.
Prima le fontane erano più diffuse, forse perché c’erano meno bar. Un po’ più su, nella piazzetta che si trova di fronte al palazzo oggi dell’Inps, una volta sede della Regione, proprio al posto del palazzo appena nominato, c’era invece una scarpata dove noi ragazzini si giocava.
Quando cominciarono a costruire il palazzo le partite cominciammo a farle “sotto la set”, così chiamavamo quei portici che si trovano all’inizio di via San Luca.
Ora quei portici non sono frequentati, anzi, forse, malfrequentati, bui e sporchi. Noi ragazzini ci portavamo la vita con le nostre urla e le nostre pallonate.
Il portiere di uno degli stabili che aprivano nei portici ci faceva la posta. Era bellicoso e sempre minaccioso. A volte non beccando il pallone sequestrava per qualche minuto i nostri cappotti poggiati uno sull’altro sulla ringhiera. Poi seguivano trattative complesse e, in genere, se promettevamo di andar via per quella sera, ci restituiva i cappotti.
In quei tempi alle nove si rincasava per la cena.
Salendo via Pretoria, poi, c’erano due botteghe, tutt’e due targate Di Pietro: in una c’era il padre che affettava la mortadella a mano, e in un’altra il figlio. La seconda era una drogheria.
Salendo ancora, vicino al Municipio c’era il bar di Peppinella Barone, magrissima donna che io ricordo sempre vecchia, nella piazza c’era il bar Dragone, col suo forte profumo di caffè macinato, e Vittorio che vendeva i giornali in un portone.
Finiva lì la mia “zona”. Ogni uscita al di là di quel confine ideale era una gita.
Ricordo le gite domenicali a Montereale, in genere per una sfida a calcio su qualche polveroso spiazzo.
Centro importante della mia fanciullezza era la Cattedrale. Servivo messa, frequentavo la parrocchia e i catechismi, e ci stavo bene, con gli amici del rione.
Oggi percorro quotidianamente le stesse strade, perché abito sempre nella stessa casa, cinquant’anni dopo, ma non ho col rione il rapporto carnale di un tempo.
Un po’ di malinconia mi prende quando passo davanti al bar Tesoro e alle scale del Grande Albergo. In quei due posti cominciai a fumare e stazionai per anni.
Ora, grazie alla bici, ripercorro, negli orari morti, centinaia di volte quelle strade, e mi sembra di essere tornato ragazzino. Forse qualcuno nel vedermi, bello grosso e coi capelli bianchi, penserà che sono ben strano a gironzolare con uno zaino sulle spalle senza badare alla piega dei pantaloni.
Fa niente. Ma mi sto cominciando a riappropriare del rione, giorno dopo giorno, riacquistando una dimensione umana che mi stava sfuggendo di mano.
Forse sarà anche per colpa della crisi che ci sta riportando indietro. Ma stavolta io voglio dire grazie alla crisi, e non per colpa della crisi.
O no?
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