E Dio creò l’uomo.
Posted on 30. nov, 2013 by L.P. in Amenità

Ho avuto una soffiata, e penso che le cose siano andate pressappoco così:
il Padreterno, stanco di girarsi i pollici delle mani, decise di creare un nuovo gioco.
Prese un foglio di carta e con un carboncino buttò uno schizzo. Era l’abbozzo di quello che sarebbe diventato un uomo. Poi prese il PC ed elaborò qualche dato.
Quando ebbe una idea chiara di chi avrebbe inventato, programmò che si riproducesse, e decise che avrebbe avuto il predominio sulla Terra, che pure si accinse a creare quale luogo dell’umanità.
Il progetto prevedeva che l’uomo si sarebbe moltiplicato e avrebbe occupato tutta la superfice del pianeta. Quindi decise di fornirlo di intelligenza, necessaria per farlo sopravvivere e porlo in capo a ogni altra specie.
Il computer gli pose, però, una domanda, inattesa e impertinente: che grado di intelligenza va data in dotazione? Possibilità da zero a cento, tenuto conto che 100 è l’intelligenza del Padreterno.
Questi rimase dubbioso, e mentre in un primo momento era stato spinto a digitare 100, poi riflettè sul fatto che dando 100 avrebbe potuto essere un giorno spodestato dal trono dalla sua stessa creatura. Optò quindi per un bel 50%.
Poi riflettè ancora un po’, e decise che un uomo su dieci milioni avrebbe avuto un’intelligenza pari al 75%, creando così i geni, quelli che avrebbero consentito lo sviluppo scientifico e culturale dell’umanità.
Ma gli residuarono dei dubbi.
Pensò infatti che una popolazione ugualmente dotata di intelligenza non sarebbe stata troppo divertente. E allora decise che una parte avrebbe avuto una intelligenza decrescente, partendo dal 50% fino ad arrivare all’1 %.
E alla fine decretò:
oltre la minima quota di geni, il 10% avrà intelligenza al 50%, il 40% al 30% la rimanenza in misura decrescente fino ad arrivare alla categoria di idioti, fissata al 15%.
Sorrise soddisfatto, anche perché così facendo avrebbe creato un predominio dei fessi sugli intelligenti, evitando una crescita progressiva e creando le basi per un gioco duraturo e poco rischioso.
Pensò che così facendo i fessi si sarebbero consorziati, ghettizzando gli intelligenti. E, per blindare la questione, inventò l’arroganza, la supponenza e la presunzione, inoculandole nei cromosomi dei fessi, per evitare che questi arrivassero a riconoscere la superiorità degli intelligenti conferendogli ogni potere.
Quella notte il Padreterno riposò sereno con un bel sorriso disegnato sulle labbra.
Il giorno dopo si mise al lavoro e oggi, dopo tanti e tanti secoli il Padreterno ancora si diverte col suo gioco preferito: la terra.
Il microchip
Posted on 19. nov, 2013 by L.P. in Argomenti, Attualità

A lungo ci si interrogherà sul fenomeno PD in Basilicata.
Il fenomeno è invero strano assai. Infatti a fronte di una generale critica al sistema Basilicata, al partito regione, all’unanime riconoscimento della regione del clientelismo, delle filiere, delle clientele, delle raccomandazioni, del malgoverno, della sciatteria amministrativa, dell’incapacità di programmare, dell’incapacità finanche di manutenere una strada o far arrivare, nel 2000 e passa, la ferrovia in un capoluogo di provincia, ebbene a fronte di tutto ciò, il partito regione si becca il 60% e passa dei consensi dei votanti.
Il fenomeno pare avere dell’anormale andante, senonchè c’è chi ha capito le genesi del fenomeno, che risiede, udite udite, in un miscrochip.
Ogni volta che un lucano trova lavoro, infatti, o riceve un incarico professionale, o vince una gara, o comunque intasca un centesimo, c’è il racket che passa alla riscossione; ma non pretende tangenti, perbacco, no no, quello è un altro discorso, pretende soltanto un voto.
Il problema sarebbe a questo punto quello del controllo del consenso, ed ecco che entra in ballo il miscrochip.
Al lucano in questione viene inserito sottopelle un miscrochip, appunto, che consente il controllo a distanza del voto. Non si può sbagliare, così. Ed infatti quei pochi che hanno tradito, sono stati poi condannati a vita all’esclusione dalla famiglia del PD.
I più arditi, comunque, e non sono pochi, hanno preferito lavarsi le mani: hanno cioè manifestato il proprio dissenso nella maniera meno dannosa per il partito regione, semplicemente non andando a votare.
Questa fascia di lucani viene automaticamente inserita in una categoria cosiddetta a rischio espulsione. Li si aspetta, cioè, al secondo atto, e quindi alle elezioni successive, durante le quali potranno riabilitarsi o andare incontro alla loro morte civile.
Questi lucani hanno però un’arma in mano, possono cioè esercitare un minimo di ricatto e contrabbandare un minimo compenso per il loro ritorno.
Meno di un lucano su otto, infine, esprime un dichiarato dissenso, votando per la mitica opposizione, non facendo però troppa differenza, per esempio, fra chi ama i rimborsi e chi no.
A tal proposito Pittella ha riproposto un problema tutto italiano: quello sulla magistratura, il cui operato viene messo in discussione dalla volontà popolare espressa col voto. Il lucano, infatti, ha già assolto gli scontrinisti, sebbene penda ancora una parvenza di giudizio. Pittella, indagato per un rimborso cosiddetto allegro e nel contempo miserabile, ha infatti ottenuto un consenso assolutorio dal popolo lucano, il quale, delle indagini giudiziarie, se ne sbatte i cabasisi, per dirla con Montalbano.
Riconosco, per la verità, che troppo spesso la magistratura fa cilecca, cionondimeno continuo a sostenere che un indagato non dovrebbe essere candidato, non foss’altro che per una questione di rispetto nei confronti di chi indagini non ne subisce.
Alla fine ha ragione Berlusconi, perché se è vero che di una indagine ce ne possiamo fregare, con una sentenza infine le cose non cambiano di molto, atteso che, in ogni caso, viene messo in discussione l’operato di un giudice, che sebbene rinchiuso in una sentenza, invece che in un’ordinanza, rimane sempre opera dell’uomo, e in quanto tale opinabile, e il gioco è fatto, con rispetto della logica e zumpapà.
Ma ora tutti si può festeggiare, giacchè già da stasera si può cominciare a parlar male della politica, del PD, di rimborsopoli, e che schifo, e che vergogna e trullallà.
Magica Basilicata, una regione dove non si muove una foglia, dove ieri è come oggi e oggi è come domani, dove per tradizione si è rimasti sudditi, dove è gesto naturale tenere il cappello in mano, accettare l’elemosina e farsi derubare di tutto, innanzitutto della dignità.
PS: aspetto il M5S al varco per veder cosa faranno in Regione; degli altri eletti si sa già cosa faranno: staranno comodi e si atteggeranno a politici di lungo corso ricchi di saggezza e pomposità, così come si sa già che sicuramente uno di loro saprà opporsi.
Stavolta speriamo che non resti da solo, anche a non ricevere rimborsi.
E chi li ferma più.
Posted on 04. nov, 2013 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Commenti

Mi sbaglierò, ma i nostri tempi mi sembrano ritmati al tempo dell’Arlesienne di Bizet; oppure della cavalcata delle valchirie.
Tiè, un crescendo rossiniano applicato alla realtà, alla scandalosa realtà italiana.
Scandalosa nel senso più letterale del termine, e quindi riferendomi, bell’e buono, al bombardamento di scandali che ci ricopre da mane a sera.
Non cannoni, mitraglie, o missili, bastano Tv, quotidiani, radio per i più snob; queste le armi di distruzione dell’onesto equilibrio dei cittadini normali.
Sembra essere stato abbattuto ogni limite, come se nella boxe eliminassero il divieto di colpi sotto la cintola, e fosse possibile anche sputare veleno o tirar calci nelle parti basse. Una specie di wrestling reale; anzi, sembra che sia in corso la partita a chi la fa più grossa, e a chi spara la giustificazione più inverosimile, che, però, nel gioco, diventa ipso facto la più verosimile, trasponendo il gioco alla realtà.
E, quindi, sotto le note di “Così parlò Zarathustra”, potremo assistere a un Lupi che ha appaltato l’acquisto di biro d’oro per il parlamento alla sezione mafiosa della Bic, Letta che fa entrare i trans a Palazzo Chigi ricevendoli con Napolitano che, però, li fa travestire da corazzieri, Alfano che fa la corte alla ex moglie di Berlusconi, la Cancellieri che ricicla danaro sporco, per scopi umanitari, ovviamente, la De Girolamo che a società col marito spaccia cocaina davanti alle scuole, le tasse che aumentano esponenzialmente, e i disoccupati che vengono dirottati ai lavori forzati. E mi fermo qua, per il semplicissimo motivo che la mia immaginazione non è nulla a fronte della realtà del nostro ceto politico.
Finiremo per avere terrore se un concorso premierà il migliore, o se un lavoro pubblico costerà il giusto. Ci sembrerà mostruoso, stupidamente giusto, laidamente lecito, insomma “na schifezza” assoluta.
Ma quest’incubo è lontano, grazie a Dio, molto lontano, i margini per un’esplosione colorata di una bomba atomica di nuovi scandali c’è eccome, perbacco. Ogni giorno fuochi di artificio, alleluja.
Un sentito ringraziamento alla regia, alla sceneggiatura, all’autore dei testi. Lo spettacolo Italia continua, immarcescibile, grintoso, volitivo, a fronte alta, mentre infuriano le note famose ci Strauss che pare non siano state scritte che per altro.
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