La preghiera della sera
Posted on 31. mar, 2014 by L.P. in Attualità, Commenti

Ne ho viste e sentite di tutti i colori.
Per esempio ho sentito ministri che parlavano senza sapere di cosa parlassero. Ho sentito parlamentari che non sapevano per cosa avessero votato, o ancora peggio, cosa recitasse un disegno di legge appena votato.
Ho visto premier proclamare la vendita di autoblu senza proclamarne il contestuale acquisto di altre nuove.
Ma ho visto anche assessori che non parlavano bene l’italiano, così come presidenti e statisti cosiddetti locali e non.
Ho visto sindaci agire con una estrema superficialità, e consiglieri comunali non sapere neanche quali sono le competenze consiliari.
Ne ho viste tante in politica, ma talmente tante che mi permetto di rivolgere un’umile preghiera ai politici:
egregi ed eminenti amministratori, politici e dei in terra, dal momento che ogni decisione presa può comportare un beneficio ovvero un danno, considerato che negli ultimi vent’anni, per non dire trenta, ogni decisione è stata per lo più fonte di danni, di vario genere, ivi compreso quello finale di una crisi senza sbocchi; tenuto conto che fino a oggi le vostre decisioni sono state sballate o contraddittorie o contraddette o semplicemente annullate; ebbene, d’ora in avanti, anziché azzardare a decidere qualcosa, provate col testa o croce; almeno avremo il 50% di possibilità che vada bene, altrimenti nessuna.
Anche voi ci guadagnerete, perché almeno non dovrete far finta di spremervi le meningi.
Tira a campare
Posted on 29. mar, 2014 by L.P. in Città di Potenza, Commenti
http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/candidati-programma-13128.php
Il Commissario Nolè in ebook, e altri racconti
Posted on 28. mar, 2014 by L.P. in Amenità, Argomenti, Attualità, Città di Potenza, Racconti

http://www.bookrepublic.it/book/9788868146870-il-commissario-nole-e-svogliato-e-altri-racconti/Era ora.
Finalmente un ebook come si deve.
Scherzo, ovviamente.
Bacioni a tutti.
Potrebbe anche accadere, ma …
Posted on 26. mar, 2014 by L.P. in Città di Potenza

http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/accadere-13075.php
Avvocati alla riscossa
Posted on 24. mar, 2014 by L.P. in Commenti, Diritto e giustizia

Ebbene sì, gli avvocati di Potenza lanciano il loro urlo disperato per una giustizia che fa flop.
Lo fanno attraverso una lettera pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno il giorno 21 marzo 2014.
La nota è bella, condivisibile, a tratti spregiudicata, e spiega, con un’ottima sintesi i malanni della giustizia.
Chi discettava di una classe forense pigra e indifferente è servito, perbacco!
A muso duro, gli avvocati di Potenza, hanno svelato ai più i segreti della mala-giustizia italiana e locale.
Peraltro lo hanno fatto con le stesse parole che tempo fa gli avvocati sardi avevano usato per rendere pubbliche le motivazioni della loro lotta, della loro protesta.
Alcuni periodi, infatti, sono letteralmente uguali.
La forza della verità!
La verità si esprime una volta sola, anche se per bocca di tanti, e quindi non meravigli se le espressioni, per lunghi periodi, sono le stesse. L’indignazione non poteva dettarle diversamente ai sardi e ai potentini. La disperazione non ha doppi linguaggi.
E così, per uno strano gioco del destino, la nota degli avvocati potentini ricalca quella del manifesto degli avvocati sardi che io ho avuto modo di leggere sulla pagina del gruppo “qui si parla di giustizia” su Facebook, perché postata dall’attenta collega Carmela Gioscia.
Non si pensi, quindi, a un minimale “copia e incolla”, ma ci si concentri su un coro che, dalla Sardegna al Basento, canta la stessa melodia di protesta.
Con la speranza che altri fori si uniscano alla protesta e con licenza di usare le medesime parole, ci mancherebbe, suvvia, rimane viva la speranza che qualcosa cambi finalmente in meglio e che la giustizia torni a essere quel servizio che merita di essere.
No, grazie. Apprezziamo il gesto ma non devi preoccuparti.
Posted on 20. mar, 2014 by L.P. in Città di Potenza, Commenti

Non finirà mai di stupirmi la generosità dei politici. Per il bene del paese farebbero di tutto, affrontando qualsiasi sacrificio.
E anche a noi potentini tocca l’atto di generosità. Dopo il Santarsiero bis, ecco un Falotico che si offre, vittima sacrificale, a ricoprire la carica di primo cittadino della città.
In molti stanno già apprezzando il gesto, ricordando, nonevèro, che non è da tutti rendersi disponibile per cotanto impegno. “Gesto coraggioso”, viene chiamato, e dovrà pur essere così, diamine.
Immaginatevi a dover amministrare, voi, una città capoluogo di regione, che fatica, e che scocciatura, poi, per un politico di professione che, magari, rinuncia a fare il ministro per la sua città, per giove, è un gesto di profonda e umile generosità, al limite della prodigalità.
Ma, e veniamo al dunque, ce lo meritiamo? Siamo davvero i perfetti destinatari di cotanta bontà? Noi sempre pronti a brontolare, a polemizzare, e chi la vuole cotta e chi la vuole cruda; noi, che abbiamo anche criticato Santarsiero nonostante ci abbia migliorati culturalmente, arricchiti urbanisticamente, alleggeriti nelle tasche, resi più responsabili con un debito immane, resi meno schizzinosi con la spazzatura sparsa lungo le vie; ebbene noi, dico noi, ci meritiamo un gesto nobile e garbato come quello di Falotico?
Forse dovremmo declinare, apprezzare l’estrema galanteria, ma declinare, e provarci da soli. Inutile addossare sempre ad altri, e per di più sempre ai politici di professione, quelli che stanno sulla breccia da un paio di esistenza, tutto il peso dei nostri affari.
Per una volta dobbiamo avere il coraggio di dire “no, grazie”.
Dai Falotico che te lo meriti proprio.
Basta a dare sempre, Tu e i tuoi colleghi. Stavolta tocca a noi.
Sempre grati, comunque, e memori di tanta nobiltà d’animo.
Bacioni, estensibili in partito.
Una eccellente normalità
Posted on 18. mar, 2014 by L.P. in Argomenti, Attualità, Commenti

Se chiedete a un onorevole i particolari di una legge in discussione non saprà rispondervi. Se poi, al culmine dell’audacia, chiedete a un politico cosa significhi essere di sinistra, se è di sinistra, o di destra, se è di destra, più di qualche luogo comune non saprà dirvi.
Magari non è più neanche tanto facile, oggi, distinguere un cavolo da un cetriolo, per dire, ma il vero problema non è questo. Il vero e angosciante problema è che essere politici oggi significa, per lo più, non avere idee.
La politica dovrebbe essere il paradiso delle idee, il suo habitat naturale.
E’ invece il paradiso degli affari, grandi o meschini, con o senza spennellata di sesso –a pagamento o no- la tana dell’ambizione, se non, in taluni casi un vero e proprio ammortizzatore sociale. Talvolta ammortizzatore di lusso, talaltro di basso profitto, ma si può sempre sperare di fare pian piano carriera. Oppure farla in un baleno, nel caso in cui sei gnocca, tipo la Boschi di oggi, o una delle tante di Berlusconi di ieri.
Una volta Berlusconi disse di una delle sue belle ministre che studiava tanto da politico; che conforto, diamine! Prima, certo, non aveva potuto studiare, aveva altro da fare.
E io che pensavo che politici si nasce, per talento, spiccata propensione, capacità particolari. No, ora lo si diventa. Basta portare per decenni una borsa (rigorosamente di altri), fare il servo in un grande partito, fare da ombra a un politico affermato, oppure fare la gnocca a servizio del politico potente. Certo, puoi diventare politico anche se sei brutto, come Alfano, ma in questi casi devi avere altre capacità, che, francamente, ignoro, né voglio conoscere.
Per esempio non capirò mai come lo sia diventato, politico, uno come Fassina, che fa a pugni con l’italiano e la logica in un combattimento a tre quotidiano.
Insomma, il migliore fra i politici è un’eccellenza di normalità.
Basti pensare che oggi come oggi a sfondare ci sono riusciti solo gli imbonitori.
Ecco, forse le caratteristiche richieste, che all’estero rimangono competenza e serietà, in Italia sono la faccia tosta, il culo, e la paraculaggine, sempre senza dimenticare la virtù naturale dello gnocchismo.
Il risultato sono elettroencefalogrammi pressocchè piatti, chiacchiere da bar, tacchi dodici a Palazzo Chigi, e uno slogan al giorno.
Viviamo il dramma della democrazia, quello fatto di pari opportunità per tutti, con uso consentito di furbizia e colpi al di sotto della cintola, quelle armi, cioè, mai nelle mani delle persone perbene, degli intelligenti –veri-, e sempre a portata degli affaristi, dei senza-scrupoli, dei villani.
Il dramma è che non ci sarà mai la vera rivoluzione, quella degli onesti, delle persone perbene, degli intelligenti, per il semplice motivo che sono pochi, anzi sempre di meno. Tocca loro subire la dittatura dei dritti, dei furbi e degli imbroglioni. Non si spiegherebbe diversamente il dilagare della corruzione, del clientelismo e il basso profilo generale imperante, cui siamo costretti ad assistere, anzi che siamo costretti a subire.
Del che è verbale.
Concentrazione
Posted on 18. mar, 2014 by L.P. in Racconti

Il numero delle cose che aveva da sbrigare era enorme, cionondimeno sedeva tranquillo alla scrivania senza muovere un dito. Le pratiche gli rivolgevano sguardi un po’ imploranti e un po’ minacciosi, lasciandogli intravedere il cumulo di responsabilità che si accavallavano sulle sue spalle a ogni minuto di ritardo. Lui, però, non ci faceva caso, con la testa stava altrove.
Stava catalogando i pensieri che gli arrivavano nella mente, seguendo un metodo zen che aveva leggiucchiato da qualche parte. Aveva finanche redatto una classifica dei pensieri più ricorrenti, dopo averli raggruppati per materia.
In testa c’era una pratica urgente che doveva affrontare, con 12 pensieri da quando si era seduto alla scrivania, seguiva l’immagine della riunione di partito della sera scorsa, con 7 apparizioni, pensieri genericamente erotici con 5 apparizioni, la birra con 2, la nutella con 1, e altri pensieri del tipo ambizione a go-gò tutti a 1.
Lo squillo del telefono mandò in frantumi la classifica dalla sua mente e non gli riuscì di ricostruirla, anche perché il telefono non la smetteva di squillare.
Allora cominciò un altro gioco: “vediamo se si stanca il telefono o mi saltano prima le staffe”. Sapeva di vincere, dopo gli anni di allenamento con la spia sonora delle cinture di sicurezza dell’autovettura. E vinse a mani basse.
Soddisfatto della manifestazione di autocontrollo appena mostrata, si dedicò a sfogliare vecchie fotografie sul computer, poi temperò tutte le matite che aveva e infine tolse il cellophan dai libri giuridici nuovi che aveva acquistato nell’ultimo mese.
Con rammarico si accorse che si era fatto tardi e che aveva fame.
Spense le luci, salutò e andò via con la vaga sensazione di aver guadagnato finalmente una giornata.
L’accordo
Posted on 17. mar, 2014 by L.P. in Racconti

Capì che era inutile parlare. E del resto quando mai lo era stato? Così sorrise beato e fece di sì con la testa.
Tutti pensarono di averlo convinto e comunque di aver acquisito il suo consenso e sembravano soddisfatti, gratificati della soluzione che il suo cenno di assenso apriva.
Nel rendersi conto di ciò, l’uomo esitò un attimo, quasi tentato di spiegare che il suo non era un consenso ma una rassegnata presa d’atto, ma poi tornò a far ampi cenni di sì con il capo e a sorridere in quella maniera ebete che lo faceva passare sempre per quello che non era.
In un attimo provò insofferenza per la situazione; voleva rimanere solo, senza nessuno davanti, almeno senza nessuno di quei personaggi, vittoriosi, secondo loro, e tronfi per la capacità che avevano mostrato di convincere e persuadere.
Mentre i commenti soddisfatti si sprecavano, lui si rigirò la stilo fra le mani mentre il suo sguardo da ebete diventava freddo, quindi si alzò e li salutò, facendo cenno che avrebbero dovuto accomodarsi fuori. Tutti, sorpresi e un po’ offesi, si guardarono l’un l’altro e affollandosi verso la porta della stanza cominciarono a uscire uno ad uno non senza riuscire a evitare qualche reciproca spinta che li rese oltremodo goffi.
Stavolta sorrise beffardo. L’ultimo a uscire, forse il più importante o il più prudente, ribadì “allora siamo rimasti d’accordo su tutto?”
L’uomo trasalì e innocentemente rispose “su cosa?”.
Il bluff lucano
Posted on 16. mar, 2014 by L.P. in Regione Basilicata

http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/terra-bluff-12860.php
Diversamente libero
Posted on 15. mar, 2014 by L.P. in Racconti

Ancora con le cuffie alle orecchie si ritrovò con le mani poggiate sulle cosce un po’ piegate stremato dalla fatica di una lunga corsa.
Madido di sudore sorrideva inebetito.
Guardò il cielo e mandò con la mano un bacio verso il sole splendente.
Poi si inginocchiò e chinò il capo con le mani giunte. Aveva voglia di ringraziare qualcuno, chissà chi, non lo sapeva neanche lui.
Vi rimase a lungo. Poi nelle orecchie suonò una canzona dolcissima e ritmata. Allora baciò il suolo e si rialzò e seguendo il ritmo cominciò a ballare quella musica che sentiva soltanto lui.
Mentre ballava si ricordò di quel giovane di colore che vide ballare a Central Park qualche anno prima al ritmo che veniva fuori da una grossa radio.
All’epoca aveva pensato che il giovane fosse un po’ spostato e rise pensando che ora lo si poteva pensare di lui.
Riflettè sul labile confine che divide l’essere sempre in sé e il lasciarsi andare.
Ora faceva parte della seconda schiera e la cosa gli dava sicurezza; non appena realizzò la sua soddisfazione alzò le braccia al cielo come un centravanti dopo un gol.
La gente cominciò ad allontanarsi in fretta e capì che non sarebbe stato più accettato dagli altri.
Alzò le spalle e bevve avidamente alla fontana.
L’uomo in blu
Posted on 14. mar, 2014 by L.P. in Racconti

Un impeccabile vestito blu di sartoria. Camicia bianca coi polsini. Cravatta regimental con un nodo perfetto.
Guance morbide, lisce, rasate, profumate.
Pochi capelli grigi.
Magro, alto.
Mani lunghe, bianche.
Non ride mai. Solo in privato, ma è un sogghigno, mai una grassa risata.
Lo sguardo è umido, freddo, distante.
Ha in mano una stilo bombata, nera, con fregi dorati.
La giacca è chiusa, senza una piega.
Lui siede con la schiena dritta.
Ha peli sulle dita.
Ci pensa un po’ e firma.
-Con quella firma verranno spazzati via tanti esseri umani che diventeranno feccia, refuso umano, scarto, falliti.-
L’uomo non è né soddisfatto, né dispiaciuto.
Si aggiusta il polsino, posa la penna, e beve un goccio d’acqua.
Piazza Vito Santarsiero
Posted on 14. mar, 2014 by L.P. in Città di Potenza

Ho invano chiesto a qualcuno di famiglia o dello studio di nominarmi parlamentare, ma tutti si sono rifiutati.
Ho capito allora la differenza fra me e un politico, fra me e Santarsiero.
Questi riesce a infatuare chi lo circonda tanto da trasfigurare, per loro, in altre vesti. L’autista lo vede parlamentare, probabilmente ministro in pectore. L’assessore Pesarini, più mistico, lo vede cardinale, accanto al Papa, anzi suo consigliere personale.
L’assessore Lovallo lo vede come un fiero condottiero alla conquista di nuove contrade col suo manipolo di soldati fedeli.
Altri lo vedono come polo umano della cultura, centrifuga del sapere, talent scout di giovani pittori, intellettuale prestato alla politica.
Io, nel mio piccolo, lo vedo bene in una scultura al centro di piazza Matteotti, già all’indomani dell’infausto giorno nel quale smetterà di fare il sindaco. Nella cerimonia di presentazione della scultura al volgo, potrebbe essere annunciato il cambio del nome della piazza, da piazza Matteotti o Sedile, in piazza Vito Santarsiero, magari.
Poi ognuno si farà l’idea che vuole: chi penserà alla celebrazione del politico che regalò un profilo di alta cultura alla città, chi penserà al riconoscimento al grande amministratore, quello delle opere d’arte moderna a Gallitello e ci sarà immancabilmente chi penserà soltanto al ringraziamento per aver tolto il disturbo. Ma questi ultimi non lo faranno sapere in giro, se lo diranno in segreto, magari diventa pure padreterno e ci spedisce all’inferno. Bè, poco male, ci stiamo già da una trentina d’anni.
Sindaco, consigliere ora pure parlamentare. Ad honorem. Auto blu, nun te regge più.
Posted on 12. mar, 2014 by L.P. in Attualità, Città di Potenza, Commenti

http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/parlamentare-consigliere-sindaco-12788.php
)
Totò, Peppino e il palazzo di giustizia
Posted on 09. mar, 2014 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza

http://potenza.basilicata24.it/rubriche/parliamone-12732.php
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