Renzi scrittore, il plagio e la malafede, editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 10. lug, 2017 by L.P. in Attualità, Politica nazionale

Renzi ha fatto un libro, la sua poliedricità è fuori di dubbio. Bastasse, sarebbe una Italia diversa. Non so se abbia affrontato anche i problemi seri, oltre quelli a effetto, tratti da un copione recitato già da altri. Mi riferisco, for example, al problema della corruzione e a quello della malavita organizzata. Non sfuggirà ai più che i due fenomeni, non so se e quanto collegati fra di loro ovvero se non dipendenti l’uno dall’altro, ma sicuramente figli entrambi di una cultura dell’illegalità tanto raffinata quanto millenaria, da Oscar o da Nobel perenne, fate voi, costituiscono oltre che un handicap economico e morale, anche un vero e proprio sistema che premia pochi e punisce tutti gli altri.
La malavita organizzata, si sa, produce utili ingenti che non resce neanche a spendere. Quindi li reinveste, anche per ripulirli. Questi soldi rientrano in giro lecitamente e creano imperi economici inattaccabili.
Un’economia in tal guisa dopata è un’economia malata. Ne consegue una società deviata, dove il male incurabile più dannoso, se non mortale, rimane l’onestà.
La corruzione, fenomeno conclamato che addirittura fa statistica, trasferisce l’illegalità a pieno titolo nelle istituzioni, infangando alla fonte ogni azione amministrativa.
Corollario di tutto questo inferno è un legislatore sensibile a interessi particolari, totalmente indifferente al bene comune e una giustizia severa con i ladri di galline e generosa, orba o soltanto maliziosamente lentissima, con chi effettivamente comanda.
Ulteriore conseguenza della nostra epoca è quella secondo cui il capitale si fa finanza, spersonalizzandosi sempre più. Il mondo della finanza non si sa da chi sia frequentato, ma certamente non da onesti lavoratori, più probabile sia composto da banchieri lestofanti, centri di poteri occulti e l’immancabile malavita.
Fantapolitica? Come no, può essere.
Ma visto che ci troviamo disegniamo uno schizzo di un possibile schema economico-finanziario italiano, sempre per gioco, ovviamente.
C’è una qualsiasi gara pubblica con un determinato prezzo base. I partecipanti provano a fare la migliore offerta dopo aver fatto un calcolo dei margini di redditività dell’operazione. Quindi arriva un altro che spara un prezzo irrangiungibile per un onesto lavoratore. Si aggiudica la gara, apparentemente con una operazioni antieconomica ma che gli consente di ripulire tanto di quel danaro che neanche si ha l’idea.
Il risultato è molteplice, ha sottratto l’erogazione di un servizio alla concorrenza e immette in circolo danaro finalmente pulito.
“Ma che testa malata che hai”, vero, ma lo avevo premesso, è un gioco di fantapolitica, di quelli indimostrabili, come è impossibile dimostrare che una sentenza favorisca tizio anziché caio o che la tal legge sia il frutto di un fangoso accordo.
Non è un gioco, però, che in Italia i processi siano sempre lentissimi, che la corruzione si combatta soltanto su Twitter e che la malavita organizzata goda di una libertà di azione che neanche un Ronaldo marcato dal mio vicino di casa avrebbe.
Ma parliamo di migranti. Renzi ha cambiato opinione, il M5S mostra i muscoli e Salvini fa il bullo alla “c’ero prima io”, quindi tutto è a posto, i nostri cavalieri della Tavola Rotonda sui loro destrieri sono pronti a risolvere il problema e io mi sento sicuro e sereno, con questi paladini possiamo dormire tranquilli.
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