Wednesday, 31st May 2023

BasilicUnesco, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 31. ago, 2017 by in Argomenti, Regione Basilicata

BasilicUnesco, editoriale del Roma Cronache Lucane

Ben cinque siti lucani candidati a patrimonio dell’Unesco, come dire che si sono scatenati. Dopo decenni di torpore gli amministratori lucani hanno scoperto la Basilicata. Era ora?

O forse basta il “non è mai troppo tardi” dei primi anni della TV in bianco e nero?

Certo è che a oggi la Basilicata conta solo la città di Matera coi suoi Sassi nel patrimonio Unesco, proporne ben cinque tutti assieme è una bella sfida, ma avere la capitale della cultura evidentemente ha fatto aumentare la consapevolezza delle proprie bellezze.

Certo ci sono volute commissioni speciali, studi regolarmente finanziati, approfondimenti, ricerche e sacrifici, roba che ha stremato più di qualcuno, sebbene, forse, sarebbero bastati i Comuni interessati a pensarci. Ma a noi italiani la burocrazia piace, eccome se piace, senza ci sentiremmo come nudi con la sola foglia di fico a nascondere le vergogne, come si diceva un tempo.

I siti individuati, e cioè le Rabatane di Tricarico, Tursi e Pietrapertosa, il paesaggio di Maratea e i calanchi di Montalbano Jonico sono tutti meritevoli di candidatura, anche se probabilmente ce ne erano altri altrettanto meritevoli. Ma visto lo sforzo politico-burocratico-amministrativo sì massiccio, in effetti, a conti fatti, si poteva candidare l’intera Basilicata, vieppiù se si considerino le fatiscenti infrastrutture, tanto desuete quanto ancorate temporalmente a un passato neanche tanto recente che ne fanno un territorio unico anche perché inaccessibile.

Come se la tortuosità e la problematicità dei percorsi per raggiungere le nostre bellezze ne acuisse i pregi, rendendole vere e proprie scoperte, un po’ come quando si scala una vetta e finalmente ci si arriva.

L’impegno regionale profuso nel proporre le candidature non è pareggiato dalla cura per il mantenimento di cotanti struggenti bellezze, però. Non oso pensare a quanto venga stanziato annualmente specificamente per questo fine. Ma tant’è, le nostre bellezze rimangono tali.

Come un bell’uomo cui difficoltà, tempo e dolori non riescono a cancellare i tratti della sua bellezza, anzi che semmai aumentano.

Ma, dicevo, tenuto conto che fra i requisiti per ambire a diventare patrimonio dell’Unesco c’è anche l’essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa, ebbene tutta la Basilicata potrebbe ambire alla candidatura.

Prendiamo i nostri treni o le nostre corriere, raccontiamo lo stato delle nostre strade, la più moderna quasi cinquantenaria, o poco di meno, pubblicizziamo la rigorosa bassa velocità dei nostri trasporti pubblici, ebbene tutto questo racconta di una Italia che non c’è più, dell’Italia della ripresa del dopo guerra. Il fallimento di buona parte delle esperienze industriali, racconta poi, di un territorio riottoso alla modernità, oltre che di un feroce attaccamento all’agricoltura. Certo, c’è Eni con le sue estrazioni, c’è la ex Fiat, che raccontano di invasioni che ci hanno portato qualche mollica di benessere e una montagna di problemi, ma è bene sottolineare come le new entry non abbiano modificato la struttura originaria della viabilità, per esempio, né abbiano condizionato l’agire strategico e visionario dei nostri politici che rimane incollato all’opportunità della raccolta del consenso senza andare oltre. Beh, non proprio, in effetti, perché la nostra classe politica si è attrezzata per le candidature, come vedevamo, riuscendoci anche bene; basti pensare anche ai capodanni Rai, per dire.

Quindi avanti così. Lucani, contadini eterni, e ora anche candidati di professione.

 

 

Balzerani, dalla rivoluzione alla letteratura passando da Rionero, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 30. ago, 2017 by in Argomenti

Balzerani, dalla rivoluzione alla letteratura passando da Rionero, editoriale del Roma Cronache Lucane

“Non vedo perché devono protestare verso di me con tutto quello che succede in questo paese”. Magari fosse stata zitta sarebbe stato meglio. Barbara Balzerani, ergastolana per via di qualche omicidio, debitamente rivendicato, qualche giorno fa ha presentato un libro a Rionero in Vulture. Sì, ora è scrittrice, fino a ieri una rivoluzionaria omicida che, in nome di una idea politica aveva pensato bene di armarsi per cambiare il mondo ammazzando un po’ di innocenti.

Qualcuno ha protestato, civilmente, pare, e la ex brigatista, pardon, la scrittrice, ha pensato bene di rispondere che in Italia ne succedono tante e poi tante che non è il caso di protestare contro una ergastolana.

Vero, e che sarà mai stato uccidere un po’ di gente per migliorare il mondo, con quello che succede, poi, dai, su, sveglia! Che poi, a pensarci, se il mondo di oggi è quello che è, magari un po’ dipende anche da quello che è stato fatto e pensato nei decenni precedenti.

Ma al di là della rispostaccia che fa dubitare del senso civico della Balzerani, evidentemente solo lievemente edulcoratosi negli anni di carcere, mi chiedo se oggi dobbiamo definirla scrittrice, brigatista, ergastolana o tutte e tre le cose.

Io non so se sia stato giusto, o solo opportuno, ospitarla in pompa magna nel palazzo di Giustino Fortunato, certo è che oggi si diventa scrittori non appena si smette di essere qualcos’altro. Non fa niente cosa facevi prima, sicuramente hai però maturato una esperienza che ti permette di raccontarci delle storie, la tua, o quella di un altro, oppure di inventarne un’altra ancora. La fedina penale ti impedisce, magari, di ottenere un impiego pubblico, anche molto modesto, pure se porta scritti reati di minor rilevanza che qualche omicidio di innocenti, ma non di scrivere. Forse, c’è da pensare, più sei famoso per l’efferatezza dei tuoi delitti, più ti cercano per farti firmare un contratto.

Un curriculum devastante può aprirti molte porte. Tanto che mi domando se le doti di scrittrice della Balzerani, avesse fatto nella vita una qualsiasi lecita professione, sarebbero mai assurte alla pubblicazione e agli inviti letterari.

Ma tornando alla perla della Balzerani davanti ai microfoni di TeleNorba, sopra riportata, cosa accade in Italia di tanto più sconcertante di qualche omicidio di innocenti da dover far passare per esagerata la protesta dei cittadini di Rionero in Vulture?

Forse il fatto che anche Renzi scrive libri? Che Alfano da destra è finito a sinistra? Che la legge elettorale non decolla?

Beh!, perbacco, forse la Balzerani ha ragione, roba che, ci fossero ancora le Brigate Rosse, magari farebbero una strage. Con seguito romanzato, edito da una casa editrice famosa e importante e invito presso qualche Istituzione sensibile alle rivoluzionarie, anche se sanguinarie.

Un mondo alla rovescia?

Macchè. Nulla esclude che un conclamato assassino possa avere una vena letteraria. Ecco, magari quanto alle apparizioni in pubblico, forse sarebbe preferibile ottenere prima una redenzione pubblica, con quello che comporta, dal pentimento al perdono, anche tacito, tiè, e poi semmai accettare inviti nelle case delle Istituzioni, sì, quelle tanto avversate fino a ieri, tanto da volere morti i suoi rappresentanti e oggi buone per vendere qualche copia in più.

 

 

Articolo Uno, Alfano no, De Luca sí, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 29. ago, 2017 by in Argomenti

Articolo Uno, Alfano no, De Luca sí, editoriale del Roma Cronache Lucane

Può un Dario De Luca valere un Alfano? O viceversa, se preferite, può un Alfano valere un Dario De Luca?

Il quesito se lo è posto ironicamente il senatore Margiotta, al quale non sfugge come l’irreprensibile rifiuto di un collegamento col partito di Alfano in Sicilia, da parte di Articolo Uno, per le prossime regionali, si traduca in Basilicata in una elasticità politica da compromesso storico di una volta.

Infatti a Potenza il Movimento di Bersani e Speranza sostiene, decisamente, un Sindaco venuto da destra, che si professa di destra e che si tiene stretti un paio di assessori provenienti da destra e che si professano di destra, o che almeno lo hanno fatto fino a ieri.

I sostenitori di Bersani e Speranza il problema non se lo pongono; il loro è un approccio fideistico: se si fa così, vuol dire che si deve fare così, pare sostengano. Del resto a Potenza questa elasticità da molla di slip fa comodo, quindi perché parlarne? Tantomeno perché rispondere a Margiotta? Gli elettori, poi, di Articolo Uno, mica guardano a Potenza, che rimane un laboratorio, hihi, oppure uno scantinato oppure quello che volete voi ma che comunque non fa testo.

Ma oltre che sorridere ci tocca una valutazione, ehm, politica. Così come è doveroso non porsi semplicisticamente al di sopra dei fatti ma penetrarli, metabolizzarli, assaporarne il gusto, valutandone densità e colore, suvvia, come fosse un bel bicchiere di vino.

Orbene, va da sé che De Luca non ha molti capelli come Alfano. Entrambi con fronte spaziosa, entrambi meridionali, quindi, il che non è poco.

Roberto Speranza, invece, ha capigliatura folta, con attacco medio del cuoio capelluto sulla fronte, compensando la lucida superficie della testa di Bersani.

Quindi, a fronte di una coerente prospettazione frontale dei due possibili alleati, Articolo Uno risponde con completezza di esemplari, con o senza capelli, per una totale comprensione degli accadimenti politici.

La completezza estetica delle fronti, in Articolo Uno, presuppone una capacità di valutazione migliore, evidentemente. E allora ecco che, da una apparente somiglianza di situazioni, vengono fuori, invece, diversità enormi, ma che dico, abissali, fra il nostro De Luca e il ministro Alfano, siccome le due situazioni politiche, quella potentina e quella siciliana, sono invero davvero molto differenti, soprattutto dal punto di vista di approccio di Articolo Uno.

Infatti, tanto per cominciare, a Potenza De Luca si è dichiarato distante dai partiti, eh eh, mentre Alfano questo non lo ha mai detto. De Luca va alle inaugurazioni, qualche battesimo e a Messa ogni domenica, Alfano, invece, è meno disponibile. De Luca denuncia quasi semestralmente gli amici e gli amici degli amici –fa niente se si rivolga anche agli esponenti di Articolo Uno- Alfano se ne guarda bene. De Luca ha un minimo di pancetta, che rassicura tanto, Alfano è un po’ più piatto.

Quindi differenze come dicevo abissali che rendono l’ironia sul diverso approccio bersaniano a Potenza e in Sicilia, niente più che una battuta. Una battuta che ci ha fatto sorridere, è vero, ma alla quale ha fatto doverosamente seguito un approfondimento, condensato in queste poche righe, che ci rende consapevoli del concetto di elasticità della politica, sì, come dicevo, come una molla di slip, o di mutanda, come vi è più gradevole.

 

 

Romeo e Giulietta

Posted on 28. ago, 2017 by in Argomenti

Romeo e Giulietta

Uno sguardo intenso, una promessa.

Dibattito politoco-filosofico, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 28. ago, 2017 by in Argomenti

Dibattito politoco-filosofico, editoriale del Roma Cronache Lucane

Dibattito politico-filosofico.

 

-La domanda è: può un partito sostenere attraverso i suoi maggiori rappresentanti due idee completamente contrapposte senza creare confusione quantomeno fra i suoi sostenitori?

In altri termini può un partito sostenere il bianco e il nero senza sembrare ridicolo?

-Il problema è mal posto, mio caro. Esistono le opinioni personali ed esistono le posizioni politiche dei partiti. Le persone possono, ma che dico, devono pensarla diversamente, ma, attraverso il dibattito interno, producono la linea di partito che si traduce in atti politici.

-Il che comporta, però, un’altra domanda. Possono i rappresentanti politici di un partito esternare al di fuori del dibattito del partito, o almeno prima di questo le loro idee contrastanti?

-Dipende tutto dalla disciplina del partito, ovvero dal suo modus operandi. Può valer la pena esternare le diverse opinioni in uno alla linea ufficiale del partito, dimostrando il percorso logico-politico seguito per stabilire la linea comune. Determinando il percorso di maturazione di una politica partendo dalle monadi costituite dai singoli. Del resto ci si unisce in un organismo poitico per portare avanti una idea comune, sebbene sia ammissibile, naturale e fisiologico avere delle posizioni di partenza differenti. Indiscutibilmente ci sono sacche di tematiche che i partiti possono lasciare alla libertà etica di ognuno, senza dhe un tanto comporti confusione, ma se un partito è fondato sui singoli, questo non può significare annullare le coscienze di fronte a problemi spiccatamente morali.

-Negli ultimi anni si è verificato un fenomeno impensabile solo l’altro ieri e cioè che un partito possa non avere una idea su un determinato problema, ovvero farsela secondo e seguendo gli umori della maggioranza.

-Vero. Ma questo è dovuto alla politica speculativa, quella del “se non governiamo cosa esistiamo a fare?”, caratteristica, questa effettiva e realissima, di vera e propria antipolitica. Guarda, mio caro, spesso, troppo spesso, per antipolitica si spaccia altro, ma la vera antipolitica è assenza di pensiero, vuoto culturale, immaginazione delegata, valori imposti da lobby funanziarie. Il politico innanzitutto, invece, pensa, non può farne a meno.

-Ma questa specie, oggi, è rara.

-Magari. È invece inesistente, o rinvenibile in autonomi microrganismi sociali non determinanti per le sorti comuni e coi quali è stata interrotta ogni comunicazione scientemente. Chi pensa non può pensare anche ad altro in maniera significativa, per esempio a fare soldi, il politico ha un pensiero avulso dall’egoico approccio scarsamente valoriale.

-Quindi, in definitiva, venendo al quotidiano, un politico cosa deve pensare degli sgomberi forzati a Roma, e così come deve comportarsi un partito?

-Dovrebbe ragionare in termini di leggi, diritti umani, opportunità e programmazione della risoluzione completa. Niente che competa oggi a nessuno. Provano a dire quello che gli passa per la mente sperando di farsi nuovi proseliti, robetta tipica del deserto culturale in atto.

-Ma ti riferisci a grillini?

-Mi riferisco a tutti. Perchè tu hai sentito qualcosa di sensato che rispondesse a un ragionamento compiuto?

-No, per niente.

-Come volevasi dimostrare. L’antipolitica imperante. Ma la politica non può morire, le sue braci non devono spegnersi, la fiamma tornerà a riscaldare l’umanità.

-Dici?

-Dico. Ma ci vorranno molti anni e tanto disagio, materiale e soprattutto morale.

-Cioè a noi non toccherà rivedere la luce?

-Non credo, a noi compete, però, conservare le braci.

Dal Roma Cronache Lucane, la saga di Dario e Rocco, il campionato di calcio

Posted on 28. ago, 2017 by in Amenità, Città di Matera, Città di Potenza

Dal Roma Cronache Lucane, la saga di Dario e Rocco, il campionato di calcio

-Rocco, mi hanno detto che è cominciato il campionato di calcio.

-Sì, è cominciato, e già c’è un big macth: Inter-Roma.

-Ah, l’Inter è la tua squadra.

-Sì, nerazzurro fino alla morte.

-Per mille bicchieri di rum.

-E tu Dario per chi tifi?

-Ma per gli undici leoni!

-Vabbè, pure io, dico di squadre di serie A.

-Perché gli undici leoni non giocano in A?

-Seeee, buonanotte.

-Ah no? Pensavo che quest’anno finalmente battevamo la Juve, sai, mi dicono che siamo forti.

-Dario devi sceglierti una squadra di serie A.

-Va bene, scelgo ….. vediamo ….. mumble …… mumble …… il Matera, dai, rimaniamo pur sempre lucani.

-Ssssssshhhhhhhh, non ti far sentire, ma sei impazzito. E poi il Matera non gioca in serie A, figurati.

(Rocco comincia a canticchiare “chi non salta materano è”, ma entra, inaspettato il consigliere Alessandro)

-Chi tifa per il Matera?

(Rocco e Dario si guardano senza parlare, Alessandro alza la voce)

-CHI TIFA PER IL MATERA?

(Rocco e Dario all’unisono indicandosi reciprocamente col dito indice)

-Lui!

-Bene! Chiederò le dimissioni immediate!

(Rocco e Dario rimangono soli)

-Ok, da oggi lezioni, caro Dario. Ripetimi la formazione dell’attacco raffica.

-Sì, dunque …. Ducati, Vaini ….. Facchetti …

-Sbagliato, ripeti daccapo.

-Allora, Sarti, Vaini Merkuza …

-Sbagliato, ripeti.

-Buffon, Guarnieri, Picchi ….

-Ripeti.

-Uffa, voglio Furia.

-Ho detto ripeti!!!!

Istituzioni e social, editoriale del Roma Cronache Lucane.

Posted on 25. ago, 2017 by in Argomenti

Istituzioni e social, editoriale del Roma Cronache Lucane.

La Boldrini, qualche settimana orsono, ha minacciato querele a chi l’avesse ingiuriata, d’ora in avanti, via social. Ha postato anche qualche commento obiettivamente indecente a dimostrazione che quando è troppo è troppo.

Immediatamente ho pensato che io avrei già abbondantemente e da tempo querelato di fronte a inutili violenze verbali, e mi ha lasciato perplesso il fatto che la Presidente della Camera non l’avesse ancora fatto.

Cosa abbia fatto cambiare idea alla Boldrini non è desumibile dai fatti ma qualcosa deve aver fatto pensare alla Presidenta che è meglio mostrare i muscoli. Ma a chi, poi?

A chi trova giovamento ad esternare putridume espanso da un telefono?

Immagino quanti processi si terranno, centinaia, dei quali si darà debita notizia a mò di insegnamento. Mi chiedo se in questi processi le Procure adotteranno gli stessi tempi utilizzati per i comuni mortali. Se mostreranno coerenza ne parleremo sicuramente fra cinque o sei anni. Dovessero usare una corsia preferenziale avremmo la certificazione che in Italia c’è chi conta e chi non conta un cazzo.

Ma è probabile si sia trattato solo di una minaccia, un avvertimento, tiè, un monito!

Certo è che, a prescindere dalla totale condanna che meritano gli autori dei commenti ai post della Boldrini, non va trascurata la circostanza che i social non sono un salotto buono, o un palcoscenico per le istituzioni. Sono, invece, il luogo più democratico che esista, dove ognuno davvero dice quello che pensa e che semmai non ha neanche mai pensato di dire verbalmente a qualcuno.

Luogo di estrema libertà, che tracima il lecito e invade la sfera degli altri. Ma alla Boldrini non è accaduto niente di nuovo o che non sia mai accaduto a chi esterna un pensiero, specie se si tratta di un pensiero che divide.

I social, per certi versi, stante la libertà totale di frequentazione, sono talvolta un salotto buono, il più delle volte una bettola dove sia consentito ruttare e dire sconcezze.

Insomma a una riunione dei Lions posso stare tranquillo che nessuno bestemmierà, ma nel retro di un bar dove si gioca a carte, a biliardo o alle macchinette, dove si beve fino a ubriacarsi e la legge non prova neanche a entrare, beh!, è difficile sentir argomentare con rispettoso sussiego raffinati ragionatori.

In altri termini se il Sindaco va in visita ai Rotari riceverà reverenti e ossequiosi saluti, se entra in una bisca clandestina bene che và lo guardano storto, come si dice.

Quindi chi va per social sa già prima di affermare con altezzosa sicumera qualcosa che ci sarà chi non solo non condividerà, ma rappresenterà il suo sdegno nella maniera più eclatante che conosca.

Il che pone un serio problema sul cosa ci facciamo le istituzioni sui social. Le istituzioni italiane sono le più vituperate del cosmo, frequentare i luoghi del duello verbale più fantasioso, significa sapere a cosa si va incontro; nei vicoli di una capitale malfamata una Boldrini verrebbe trattata come il sottoscritto, in definitiva, senza alcuna differenza; questo accade sui social.

Con una differenza, che il virtuale aumenta rabbia, sicurezza e sicumera, ingigantendo le proprie personali opinioni che vengono spacciate per oracoli.

Insomma la Boldrini Presidenta sui social stona come qualsiasi altro personaggio pubblico che sia il frutto di una competizione, elettorale o altra. A meno che non si aspettava, la Boldrini, solo un vile e untuoso, gigantesco e unanime “mi piace”. Ora aspettiamo le querele e i processi, se arriveranno, con la certezza che dove c’è il massimo della libertà vuol dire che non ce ne è di effettiva, come un far west. E ora mi armo per un post!

Il terremoto è una livella, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 24. ago, 2017 by in Argomenti, Politica nazionale, Società e costume

Il terremoto è una livella, editoriale del Roma Cronache Lucane

Per scoprire l’abusivismo e come sono state costruiti i fabbricati senza permesso ci vuole un terremoto, con annesse vittime, in Italia.

Non bastano svariati corpi di difesa, dalla polizia municipale alla guardia di finanza, passando per carabinieri e polizia; così come non bastano un giudice penale, uno amministrativo e un sindaco per disporne la demolizione.

Faccio un esempio, rimanendo al nostro territorio.

Ti sei fatto il tuo bel manufatto abusivo. Dopo qualche anno, complice un vicino invidioso, vieni scoperto dalla polizia municipale, che, da sola, difficilmente ci sarebbe arrivata e chissà poi perché; parte l’iter solito che porta, da un lato, al provvedimento di demolizione, dall’altro in Procura della Repubblica.

Il procedimento penale è facile che cada in prescrizione; quello amministrativo, che non conosce prescrizione, languirà fra il Tar e il Consiglio di Stato per una decina d’anni, se ti va male, altrimenti anche il doppio.

Nel frattempo ti avranno negato le richieste di sospensiva, ma il fabbricato non andrà giù, perché? Beh!, dai, vediamo prima come finisce il giudizio, finito il quale l’abbattimento comunque non viene disposto. Non ci sono fondi, perché mettersi contro e nanì e nanera. Risultato: ti tieni il tuo bel fabbricato; certo,  non potrai venderlo, ma per il resto tutto ok, lo abiterai tranquillamente.

Insomma se non ci pensa il terremoto a buttartelo giù, perché lo avevi costruito con la farina doppio zero, nessuno te lo leva.

Poi arriva pure qualche politico che decide che non è il caso di buttarlo giù se lo abiti con la tua famiglia, o almeno non prioritariamente rispetto agli altri mille e il gioco è fatto.

L’illecito diventa nella sostanza lecito.

Ma è la vecchia storia dell’Italia, dove ci sono tante leggi, ma davvero tante, forse troppe, calmierate, però, dalla loro generale violazione. Una realtà virtuale, quella prevista dalle norme e dai codici, con tanto di giochi e giochini, sempre virtuali, come i processi, i ricorsi, i condoni, gli handicap e i premi se arrivi al via e ci stazioni pure. Nella realtà la tua violazione della legge rimane un fatto insormontabile. Ripristinare la legalità è solo una minaccia. A vedersela completamente ripristinata sono solo i disgraziati, i maledetti e quelli rifiutati anche da Satana, per il resto una via si trova sempre.

Ma il bagno di retorica moralizzatrice a ogni disgrazia non ce la leva nessuno. Si parte dalla solidarietà per finire alle assicurazioni passando dalle promesse. Un teatrino nauseabondo, contraddetto dall’impatto con la quotidianità già all’indomani della puntuale tragedia.

In fondo non è tanto coi condoni che dobbiamo prendercela, chèalmeno questi prevedono una regolarità tecnica e/o sismica, quindi un controllo. Lo sconcerto viene fuori dal fatto che è facilissimo aggirare e violare la legge. Tu puoi costruire beatamente senza che nessuno ti dica niente fino a opera finita e strafinita e solo dopo, ma molto dopo, l’Autorità fa capolino per cominciare quella tarantella che porterà a un nulla di fatto, come spiegato prima.

La catena della illegalità parte soltanto dall’originario abuso, ma si estendi alle catene del controllo e della prevenzione che, sistematicamente, non funzionano o funzionano malissimo.

A che serve una sentenza che conferma l’abbattimento se non verrà mai eseguita?

Chiediamolo a Mattarella, qualcosa saprà dircela, diamine. Ma non è detto, potrebbe anche non dire niente. Tanto il suo compito arriva alle condoglianze di Stato e alla assicurazione che lo Stato ci sarà vicino. Forse per non applicare la legge e chiudere un occhio quando la violiamo, però? In fondo è pure questa una forma di vicinanza, dai.

Risparmiamo su pane e pasta ma non sull’amaro! Editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 23. ago, 2017 by in Città di Potenza, Regione Basilicata

Risparmiamo su pane e pasta ma non sull’amaro! Editoriale del Roma Cronache Lucane

Perché noi si abbia una idea completa di come si tutelano ambiente e sicurezza, è sufficiente dare ascolto alle lamentele che provengono in questi giorni dalla Polizia Penitenziaria e dai Vigili del Fuoco di Potenza.

Entrambi i corpi parrebbero allo stremo, a sentire le loro voci sindacali, e non è difficile crederci.

L’emergenza incendi, infatti, pare abbia palesato una organizzazione buona per un agosto al polo, dove è difficile accendere anche soltanto un falò, non altrove, giammai lì dove temperature, delinquenti e alberi si sono dati un mortale appuntamento. Il famoso buon padre di famiglia,  accumulata tanta esperienza e dopo aver fatto il militare a Cuneo, avrebbe previsto ferie diversificate o programmato rientri immediati, per sopperire agli immaginabili straordinari, dalle nostre parti pare né l’uno, né l’altro, in un festival dell’approssimazione di rara perfezione.

Il controcanto, come dicevo, arriva dalla Polizia Penitenziaria, che lamenta turni gravosi e fuori regola, orari impossibili e altre variegate doglianze, tutte, per la verità, meritevoli di attenzione.

Sapevamo già che ciclicamente, Polizia e Carabinieri, lamentano budget sempre minori, oltre a vere e proprie carenze di mezzi e personale, il tutto condito con stipendi, pare, mediocri.

Di che stare allegri, dai. Lo Stato si è fatto seriamente carico di tutelarci e lo fa alla grande, riuscendo a spendere sempre meno, magicamente.

Il costo delle opere pubbliche, si sa, in Italia è il più alto d’Europa, e non perché si usa l’oro al posto dell’acciaio e i bulloni sono abbelliti con brillanti, macché, solo perché v’è il sovrapprezzo della corruzione, della cattiva burocrazia e della inefficienza. Su queste voci, il nostro previdente e sapiente Stato, aveva pensato di porre rimedio, almeno parzialmente, unificando gli acquisti attraverso la Consip. Sappiamo bene in quale stato vegeta l’ente e come sia attenzionato dalla magistratura, per poter concludere che accentrando gli acquisti si sia accentrata anche la corruzione. In fondo perché far guadagnare tante persone illecitamente regione per regione, ente per ente, meglio che a raggranellare il gruzzoletto siano in pochi, ben sistemati a Roma.

Questo per dire che se si risparmia sulle necessità primarie, non può poi sprecarsi tanto danaro a beneficio di malfattori, senza intervenire seriamente. Cosa, invero, abbastanza semplice anche in Italia, patria dell’imbroglio, dell’imboscamento e della tangente.

Ecco basterebbe inserire una persona onesta in ogni organismo e farla lavorare serenamente. Un onesto si accorge immediatamente delle manovre illecite, ne sente l’odore e non le sopporta. Quindi denuncia. Ora il problema è che finora i pochi onesti in azione sono stati isolati, ghettizzati, depotenziati, dai disonesti o dagli omertosi.

Accade come quando un lavoratore si trova in una squadra di sfaticati, dopo un pò scoppia e comincia a protestare, quindi viene fatto fuori dalla maggioranza.

Dicevo, quindi, basta metterci un onesto e coprirgli le spalle, farà tutto lui, poi basterà raccogliere i frutti.

Ma mi rendo conto che oltre a essere troppo complicato, alla fine non guadagnerebbero più alcun extra i furboni del quartierone, e quindi, ok, tagliatemi i finanziamenti ai vigili del fuoco, alle guardie penitenziarie, alla sanità e a quello che veramente serve, ma non toccatemi gli appalti, quelli mai.

 

I riformati, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 22. ago, 2017 by in Argomenti, Politica nazionale

I riformati, editoriale del Roma Cronache Lucane

Militari per volontà dello Stato.

 

Esistevano le guardie forestali, poi un ministro in quota rosa ha pensato che non ne valeva la pena e le ha abolite, facendole confluire nell’esercito italiano, lato carabinieri.

Una militarizzazione d’ufficio.

Pare si sia resa necessaria, la riforma, per spendere meno danaro, quasi che i servizi fondamentali siano suscettibili di risparmio.

Il danaro speso per la tutela dell’ambiente e la difesa del territorio era troppo, evidentemente, uguale spreco non è riscontrato negli emolumenti dei parlamentari. Alla facile obiezione di cosa c’entri una cosa con l’altra rispondo “niente”, ma è bene sottolineare come, in determinati campi, il legislatore italiano non ritenga si debba risparmiare. Come se in una famiglia si risparmiasse su carne e pasta e non sull’Amaro Lucano, per dire.

Nel frattempo l’Italia brucia e di ettari e ettari di bosco non restano che carboni. Sarà una coincidenza, ma con l’abolizione delle guardie forestali, gli incendi si sono moltiplicati. Il miracolo italiano, dopo i pani e i pesci di Gesù, i boschi arsi.

Ma la riforma non piace ai giudici amministrativi italiani. Pare siano la militarizzazione di ufficio oltre ad altre raffinate sciccherie giuridiche ad averli fatti inorridire. I magistrati amministrativi, evidentemente d’intesa con gli altri organi di giustizia, hanno deciso di fare piazza pulita delle riforme del ministro Madia: delle due l’una, o il ministro e il suo staff non ne azzeccano una, cosa possibile, invero, o la categoria dei giudici italiani ha dichiarato guerra alla Madia, cosa forse meno probabile.

Il Tar dell’Abruzzo ha deciso, infatti, qualche tempo fa, che la riforma Madia vada guardata con la lente d’ingrandimento da parte della Corte Costituzionale, perché presumibilmente viola la carta fondamentale.

Il Tar della Basilicata, come da notizia di ieri, in casi analoghi, ha deciso che è bene aspettare cosa ne pensi la Corte, e ha sospeso i ricorsi proposti in terra lucana.

La Corte avrà bisogno di tempo per decidere, perché la giustizia italiana, a ogni livello e davanti a qualsiasi organismo, deve riflettere con la dovuta calma. Nel frattempo una riforma forse completamente incostituzionale spiegherà i suoi effetti come se nulla fosse.

E questo è un altro miracolo italiano: una riforma forse balorda che viene applicata regolarmente, siccome un ministro che un domani potrebbe essere dichiarato reo, continua a lavorare per il bene degli italiani. Sia chiaro, ho detto ministro solo per sintetizzare, ma intendevo oltre che ministro, governatori, assessori, consiglieri e cos’altro si sia inventata la politica in tema di incarichi e uffici.

Ma tornando alle riforme riformate, residua una domanda. Ma se non ci fossero i tribunali, di ogni genere e specie, a bollare le leggi, come saremmo governati?

Evidentemente non si tratta tanto e soltanto di un ministro incapace, quanto di un parlamento che vota di tutto e di più, senza filtrare, controllare, verificare, sondare, fare, cioè, quello che gli compete. Ma i loro emolumenti, tornando all’incipit, non sono modificabili. Diamine con i guai che combinano forse sarebbe il caso di pagarli a risultato, o di eliminarli, come le guardie forestali, accorpandoli a un qualche ufficio dove lavorino davvero. Ed è da scommetterci che non se ne accorgerebbe nessuno.

Primo nemico lo Stato, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 21. ago, 2017 by in Argomenti, Politica nazionale

Primo nemico lo Stato, editoriale del Roma Cronache Lucane

Non è raro leggere, sui giornali o sui social, l’elenco dei problemi che affliggono l’umanita di questi tempi, lasciando intravedere un prossimo caos generale.

Il problema mondiale della migrazione, il terrorismo che si è inventata una forma di guerriglia apparentemente invincibile, la crisi economica e da noi anche la disoccupazione, il disagio e la povertà.

Ma anche un regresso morale enorme, una crudeltà sociale mai vista se non in tempi di guerra e una criminalità praticamente onnipotente.

Il quadro, dipinto da tanti, è più o meno questo, inquietante, desolante, tragico.

Fra l’altro sembra che a fronte di legislazioni nazionali o sovranazionali capillari, viga un’anarchia impressionante, ovvero una facilità di violazione delle leggi davvero gigantesca.

Le Costituzioni statali sono opuscoletti desueti, difficilmente applicate, raccontano mondi irrealizzati e ormai irrealizzabili; quando raccontano di comunità fondate sul lavoro e che aborrono la guerra, poi, sembra che scherzino.

La disperazione on line è evidente, salvo postarla fra una forchettata di spaghetti e una birra, come numerosi sono i lai generali siccome le proposte di soluzioni brutali.

Ma fin tanto che ad avere confusione, rassegnazione, paura, siamo noi, umili spettatori dell’irriverente mondo nel quale viviamo, tristi e sconsolati personaggi da schermo, grande o piccolo quanto un tablet, destinatari della violenza altrui e dell’insipienza di chi ci governa, passi.

Il guaio è che a vivere una pari confusione, anche se non accompagnata da uguale disagio, siano i politici, non solo italiani, ma oserei dire della maggioranza dei paesi della terra.

Se non riescono a collaborare, a scambiarsi informazioni, a unire le forze per combattere il terrorismo e risolvere i problemi più urgenti, fra i quali spicca la tutela dell’ambiente, bene, o valgono una cicca o gli va bene così.

Prepotenze di uno stato su un altro, nel 2000 e passa, sono inconcepibili se non alla luce di una follia generale che spinge uomini senza scrupoli a provare a essere onnipotenti, per il piacere di passare alla storia, evidentemente, ben sapendo che non potrebbero leggere quei libri nei quali si dovessero raccontare le loro gesta belliche.

Lo Stato, o gli Stati, stanno mostrando i loro evidenti limiti. Nella formula dell’unione europea sono anche peggio, se vogliamo. Non esiste una politica di difesa comune, ovvero fiscale, ovvero ancora del lavoro. Quindi, cui prodest?

Ma quando, poi, gli Stati, come quello italiano, diventano il peggior nemico del cittadino, allora è notte fonda.

Uno Stato serio dovrebbe star vicino ai cittadini, non vessarli; dovrebbe lavorare per loro, rassicurarli, provare a farli viver felici. Da noi si verifica il contrario. Non hai i soldi per vivere, far studiare i tuoi figli e pagare le tasse? Arrangiati, lo Stato penserà a pignorare i tuoi beni. Quanto a servizi, fin tanto che si continuerà a morire al Pronto Soccorso, te li puoi sognare.

E che dire della sicurezza, ormai una chimera, delle scuole, allo sfascio, e della sanità?

Allo Stato dovresti poterti rivolgere in caso di bisogno, al nostro no, ti volta le spalle, salvo sperperare i soldi in mille maniere, avere sacche di privilegiati, treni di raccomandati.

Il quadro è desolante, il disagio e l’ansia sociale in continua ascesa. Tutti sintomi, però, di una svolta sempre più vicina. Speriamo almeno sia indolore.

La saga di Dario e Rocco, Il ponte e Rumore, dal Roma Cronache Lucane

Posted on 19. ago, 2017 by in Amenità, Città di Potenza

La saga di Dario e Rocco, Il ponte e Rumore, dal Roma Cronache Lucane

-Rocco! Ma non dovevi essere al mare?

-Avevo qualche altra cosa da fare, Dario.

-Si, come andare in TV a pavoneggiarti per il MIO ponte sul Basento.

-Dario, ma quale tuo! E comunque bada che ho detto che in due o tre mesi il ponte è transitabile. Vedi di non farmi fare cattiva figura.

-E che devo fare io?

-Chiama Marcello e raccomanda la pratica.

-Uh! Non è meglio aspettare settembre?

–Meglio non perdere tempo.

-Ma non ho credito sul cellulare.

-Sai Dario, a volte penso che non è per te.

-Cosa Rocco?

-La politica. Dario sai, bisogna sapersi muovere.

-perché io non so farlo? Guarda!

(Dario manda un pezzo di Raffaella Carrà, Rumore, e comincia a ballare)

-Caspita ci sai fare davvero, aspetta (anche Rocco comincia a ballare)  … e io come vado?

-Caspita pure tu sei bravo.

-Che coppia che siamo.

-Magnifica.

Leggi, regole e peperoncino. Editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 18. ago, 2017 by in Amenità, Attualità, Società e costume

Leggi, regole e peperoncino. Editoriale del Roma Cronache Lucane

L’Italia vive una eterna contraddizione, da un lato vorrebbe un generale e compiuto rispetto delle leggi, dall’altro non le riesce proprio di sopportarle, le leggi.

Ma l’Italia che conosce bene l’arte di arrangiarsi, anche in questa tragica situazione psicologica, ha trovato la soluzione, che va assolutamente declinata in prima persona: tutti devono rispettare le leggi tranne che io.

La soluzione, invero geniale, non trova una rigida applicazione, ma rimane elastica, quindi adattabile a ogni particolare contingenza.

Quindi saremo tolleranti innanzitutto con la famiglia, poi con gli amici più stretti, infine con chi ci sta simpatico e non ci rompe le balle.

Sarete d’accordo che anche in questo frangente il genio italico ha fatto centro, che roba di noi, direbbero al nord.

Qualche esempio per chiarire meglio: non si fuma in luoghi chiusi, ma io alla mia sigaretta non rinuncio, oppure, bisogna battere gli scontrini per ogni consumazione, ma che vuoi che facciano due caffè. Come in ogni frangente calamitoso, di fronte alla legge, poi, si scopre la solidarietà che comporta la gratuita cessione dei diritti di furbata al vicino, al passante o a chi capita.

Quando ci capita cotanta generosità ringraziamo sorridendo, ovvero, se siamo noi a dispensare furbate, assumiamo la faccia di chi non vuole proprio tirarsela, anzi.

Sarà per questa genetica propensione alla illegalità che non ci mette a disagio sapere che un amministratore è sotto processo per corruzione o che il tal cassiere lo è per furto, anzi, elevando il concetto a raffinata speculazione abbiamo esteso l’ambito di azione del principio di non colpevolezza, da concetto giuridico e processuale, a regola di vita. Processi rigorosamente lumaca, poi, affievoliscono le bramosie dei fanatici dell’onestà, ai quali, beninteso si ammicca sempre col sornione sorriso di chi, oltre a saperla lunga, pare ricordare al censore di turno che non gli conviene, in Italia, assumere rigide posizioni, chè prima o poi capita a tutti di violare la legge e sentirsi pure beato.

E sì, perché il violare la legge è un metodo di vita, una filosofia, un vezzo, oltre che una comodità economica e non.

Il limite di velocità è di settanta orari?, va bè, che sarà andare a settantacinque, dai. E via discorrendo.

Il fenomeno è talmente cromosomico che farsi beccare nel pieno rispetto di leggi, regolamenti e prassi, quasi fa vergognare: ma come, fai la fila? T’insegno io come si fa. Ma no, che dici, mi ero solo distratto.

Evidentemente vivere con questo credo induce anche e sempre a tentare di far cambiare idea a chi, beccatici in piena infrazione, provi a sanzionarci. “Guardi che devo andare a prendere il bimbo a scuola” e scuse del genere pur di evitare una multa. Segue, inevitabilmente, il dispetto per chi non abboca, se non il più profondo disgusto, del resto se è una religione, violare uno dei comandamenti è sconveniente, un vero e proprio peccato.

Sarà anche per questo che i tutori dell’ordine, i giudici e gli ispettori somo persone malviste, salvo quando si mostrano con noi elastici. Che vuoi siamo tutti italiani e non è concepibile che il mondo della giustizia inteso in senso ampio non abbia delle profonde crepe. E quindi tutto torna. Dicono che siamo cattolici, dai, siamo solo imbroglioni.

Toh! I turisti. Editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 17. ago, 2017 by in Amenità, Città di Matera, Città di Potenza, Regione Basilicata

Toh! I turisti. Editoriale del Roma Cronache Lucane

Avvistati gruppi di turisti a Potenza. Il fenomeno, fin troppo usuale a Matera, nel capoluogo di regione è raro e, a memoria di potentino, è sempre stato un lusso per pochi eletti poter dare una indicazione a un forestiero.

Ragion per cui i pochi fortunati, quest’anno in felice aumento, postano increduli ma felici le loro emozioni su facebook, dopo aver assaporato l’esperienza di indicare la strada per il Duomo.

A Matera, dicevamo che, invece, il fenomeno della presenza dei turisti ha toccato apici che solo l’isola di Capri finora aveva toccato. Tanto che qualcuno comincia a lamentarsi di una persa intimità; incontrare un materano è diventata cosa difficile e c’è chi pensa a luoghi deputati alla frequentazione esclusiva di residenti, come bar, ristoranti o sale per fumatori.

L’ospitalità che offre il potentino, però, è di gran lunga superiore a quella degli altri centri di interesse turistico. Sarà il bisogno di sentirsi considerati, sarà il piacere dell’altrui curiosità per le nostre cose, da noi sempre maltrattate quasi fossero proprietà di un popolo alieno, a Potenza c’è abbondanza di gentilezza e cortesia, da destinare, evidentemente, solo ai turisti, perché fra di noi vigono sempre modi poco urbani, per qualcuno dovuti al clima, per altri al trauma dello sbarco dei turchi di qualche secolo fa.

Quindi, mentre al turista si dispensano volentieri sorrisi e garbate raccomandazioni, le macchine continuano a sostare in doppia fila se sol si deve gustare un caffè alla controra.

In regione abbiamo esempi, però, di coerente chiusura al forestiero, con modi di fare rudi che finiscono per essere apprezzati come dote di comunità tradizionalmente chiuse, ostili, ma sincere.

Accade sulla costa tirrenica, dove il turismo data qualche anno in più del resto del territorio lucano, ma cionondimeno non ha intenerito i cuori dei locali i quali sdegnosamente accettano i guadagni del turismo senza cedere a svenevolezze.

Dall’incredulità potentina, alla sufficienza materana, per finire alla dichiarata ostilità marateota.

Per il resto abbiamo una costa ionica già più usa al turismo e un interno o totalmente e storicamente impreparato, basti pensare ai laghi di Monticchio o alle piste della Sellata, o più evoluto grazie anche alla notorietà portata da qualche regista che, nel dipingerci più o meno come zotici montanari, ha però fatto intravedere, bontà sua, un animo gentile.

Insomma è una Basilicata che finalmente si propone al mondo non avendo ancora i mezzi necessari e probabilmente competenze e cultura di riferimento.

Per esempio la politica sta a guardare passiva senza neanche prevedere un progetto di coerenza turistica. I punti di interesse non sono collegati fra di loro, mentre invece lo potrebbero essere con piste ciclabili e strade dignitose. Penserei anche a treni regionali, ma sto fantasticando se non farneticando proprio.

Quindi continuiamo a vivere alla giornata, chissà non ci pensi Eni a darci una regolata, invece di depredarci senza obiettivi ritorni. Quanto ai politici, questi sono, immaginarne di migliori, con lo sbarramento intellettivo e caratteriale in atto da decenni nei partiti, in ossequio a una meritocrazia alla rovescia che funziona magnificamente, è pura utopia.

Ma le utopie servono a produrre idee, quindi sognare non solo non guasta, ma inventarsene qualcuna può addirittura far bene.

Ferragosto

Posted on 15. ago, 2017 by in Amenità

Ferragosto
<ul><li><strong>woo_feat_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_page</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_uploads</strong> - a:3:{i:0;s:75:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png";i:1;s:72:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/4-Luciano.jpg";i:2;s:69:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/3-logo.png";}</li><li><strong>woo_show_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_textlogo</strong> - false</li><li><strong>woo_gravatar</strong> - true</li><li><strong>woo_contactme</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_bio</strong> - </li><li><strong>woo_twitter</strong> - </li><li><strong>woo_highlights_tag</strong> - potenza</li><li><strong>woo_highlights_tag_amount</strong> - 6</li><li><strong>woo_featured_tag</strong> - </li><li><strong>woo_featured_tag_amount</strong> - 4</li><li><strong>woo_highlights_show</strong> - true</li><li><strong>woo_also_slider_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_slider_heading</strong> - Sul Blog si parla ancora di...</li><li><strong>woo_recent_archives</strong> - #</li><li><strong>woo_excerpt_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_contact_page_id</strong> - </li><li><strong>woo_featured_image_dimentions_height</strong> - 371</li><li><strong>woo_featured_sidebar_image_dimentions_height</strong> - 78</li><li><strong>woo_hightlights_image_dimentions_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_video_browser_init</strong> - 5</li><li><strong>woo_slider_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_slider_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_automate_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page</strong> - false</li><li><strong>woo_home_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_page_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_blog_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_also_slider_image_dimentions_height</strong> - 144</li><li><strong>woo_single_post_image_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_single_post_image_height</strong> - 380</li><li><strong>woo_archive_page_image_width</strong> - 200</li><li><strong>woo_archive_page_image_height</strong> - 220</li><li><strong>woo_themename</strong> - The Journal</li><li><strong>woo_shortname</strong> - woo</li><li><strong>woo_manual</strong> - http://www.woothemes.com/support/theme-documentation/the-journal/</li><li><strong>woo_alt_stylesheet</strong> - brown_boxed.css</li><li><strong>woo_logo</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png</li><li><strong>woo_custom_favicon</strong> - </li><li><strong>woo_google_analytics</strong> - <script type=\"text/javascript\">

  var _gaq = _gaq || [];
  _gaq.push([\'_setAccount\', \'UA-703470-4\']);
  _gaq.push([\'_trackPageview\']);

  (function() {
    var ga = document.createElement(\'script\'); ga.type = \'text/javascript\'; ga.async = true;
    ga.src = (\'https:\' == document.location.protocol ? \'https://ssl\' : \'http://www\') + \'.google-analytics.com/ga.js\';
    var s = document.getElementsByTagName(\'script\')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);
  })();

</script></li><li><strong>woo_feedburner_url</strong> - </li><li><strong>woo_custom_css</strong> - </li><li><strong>woo_home_top</strong> - About</li><li><strong>woo_home_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_page_ex</strong> - </li><li><strong>woo_popular</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_content</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_resize</strong> - true</li><li><strong>woo_auto_img</strong> - true</li><li><strong>woo_home_width</strong> - 197</li><li><strong>woo_home_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_thumb_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_cat_nav_1</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_rotate</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_image_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_url_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_url_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_url_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_5</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_5</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_6</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_6</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_archive_content</strong> - false</li><li><strong>woo_search_content</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_menu</strong> - false</li><li><strong>woo_portfolio_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_port_in_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_port_prev_title</strong> - Thumbnails</li><li><strong>woo_port_prev_ins</strong> - Click on images below to load a larger preview.</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_a</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_a</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_a</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_b</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_b</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_b</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_c</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_c</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_c</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_d</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_d</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_d</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_minifeat_height</strong> - 110</li><li><strong>woo_nav_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_about_header</strong> - </li><li><strong>woo_about_text</strong> - </li><li><strong>woo_about_button</strong> - </li><li><strong>woo_button_link</strong> - </li><li><strong>woo_about_photo</strong> - </li><li><strong>woo_cat_box_1</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_box_1_image</strong> - </li><li><strong>woo_blog_navigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_subnavigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_permalink</strong> - </li><li><strong>woo_blog_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_featured_posts</strong> - 2</li><li><strong>woo_ad_header</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_header_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_header_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_top</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_top_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_top_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_top_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_content</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_content_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_content_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/728x90a.jpg</li><li><strong>woo_ad_content_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_300_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_300_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_ad_300_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_blog_cat_id</strong> - </li><li><strong>woo_the_content</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_mpu_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_3col_height</strong> - 150</li><li><strong>woo_ad_footer_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_cat_color_1</strong> - </li><li><strong>woo_pf_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_normal</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_portfolio_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_enable_all_category</strong> - false</li><li><strong>woo_bgr</strong> - darkblue.css</li><li><strong>woo_right_sidebar</strong> - true</li><li><strong>woo_archives</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_layout</strong> - blog.php</li><li><strong>woo_other_entries</strong> - 6</li><li><strong>woo_other_headlines</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_nav_footer</strong> - true</li><li><strong>woo_box_colors</strong> - </li><li><strong>woo_about</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_more1_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more1_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more1_url</strong> - </li><li><strong>woo_more2_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more2_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more2_url</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_url</strong> - </li><li><strong>woo_cat_ex</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_text</strong> - </li><li><strong>woo_feedburner_id</strong> - Feedburner ID</li><li><strong>woo_home_link</strong> - true</li><li><strong>woo_home_link_text</strong> - Home</li><li><strong>woo_home_link_desc</strong> - </li><li><strong>woo_header_layout</strong> - about.php</li><li><strong>woo_about_bio</strong> - </li><li><strong>woo_about_gravatar</strong> - </li><li><strong>woo_about_readmore</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_main</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_footer</strong> - </li><li><strong>woo_featured_layout</strong> - large_no_ad.php</li><li><strong>woo_ad_block_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_block_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-300x250-1.gif</li><li><strong>woo_ad_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_related</strong> - true</li><li><strong>woo_image_width</strong> - 430</li><li><strong>woo_image_height</strong> - 170</li><li><strong>woo_feat_alt_width</strong> - 130</li><li><strong>woo_feat_alt_height</strong> - 85</li><li><strong>woo_image_single</strong> - false</li><li><strong>woo_single_width</strong> - 180</li><li><strong>woo_single_height</strong> - 120</li><li><strong>woo_ad_content_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_homepage_image_link</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_left</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_right</strong> - false</li><li><strong>woo_minifeat_width</strong> - 218</li><li><strong>woo_pages_ex</strong> - </li><li><strong>woo_breadcrumbs</strong> - false</li><li><strong>woo_features_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_featured_tabs</strong> - </li><li><strong>woo_featured_category</strong> - Città di Potenza</li><li><strong>woo_featured_entries</strong> - 10</li><li><strong>woo_4col_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_flickr_id</strong> - </li><li><strong>woo_flickr_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_asides_category</strong> - Sport</li><li><strong>woo_asides_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ad_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_home_arc</strong> - false</li><li><strong>woo_tabs</strong> - false</li><li><strong>woo_popular_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_comment_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_video_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_content_feat</strong> - true</li><li><strong>woo_home_thumb_width</strong> - 247</li><li><strong>woo_home_thumb_height</strong> - 92</li><li><strong>woo_ad_top_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_250_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_250_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-250x250.gif</li><li><strong>woo_ad_250_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_flickr_url</strong> - Flickr URL</li><li><strong>woo_2col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_1col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_block_image</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/themes/livewire/images/300x250.gif</li><li><strong>woo_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_port_images</strong> - false</li><li><strong>woo_all_category_title</strong> - Categories</li><li><strong>woo_home_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_archive_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_show_carousel</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_home</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_mpu_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_author</strong> - true</li><li><strong>woo_home_one_col</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_image_width</strong> - 540</li><li><strong>woo_feat_image_height</strong> - 195</li><li><strong>woo_thumb_image_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_image_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_single_image_width</strong> - 100</li><li><strong>woo_single_image_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_post_size</strong> - false</li><li><strong>woo_single_thumb</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_footer_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-468x60-2.gif</li><li><strong>woo_twitter_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_twitter_username</strong> - woothemes</li><li><strong>woo_about_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_enable_blog_category</strong> - false</li><li><strong>woo_mid_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_email</strong> - </li><li><strong>woo_vidpage</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_video_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_thumb_width</strong> - </li><li><strong>woo_cat_thumb_height</strong> - </li><li><strong>woo_home_title</strong> - Latest from my blog...</li><li><strong>woo_portfolio_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_portfolio_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_resizer</strong> - false</li><li><strong>woo_twitter_user</strong> - </li><li><strong>woo_flickr</strong> - </li><li><strong>woo_delicious</strong> - </li><li><strong>woo_digg</strong> - </li><li><strong>woo_facebook</strong> - </li><li><strong>woo_linkedin</strong> - </li><li><strong>woo_lastfm</strong> - </li><li><strong>woo_youtube</strong> - </li><li><strong>woo_stumble</strong> - </li><li><strong>woo_content_home</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archive</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_inner_content</strong> - true</li><li><strong>woo_blog_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_mid_1</strong> - false</li><li><strong>woo_menupages</strong> - </li><li><strong>woo_intro</strong> - </li><li><strong>woo_featpages</strong> - </li><li><strong>woo_ex_featpages</strong> - true</li><li><strong>woo_featheight</strong> - </li><li><strong>woo_addblog</strong> - false</li><li><strong>woo_blogcat</strong> - </li><li><strong>woo_catmenu</strong> - false</li><li><strong>woo_about_button_1</strong> - </li><li><strong>woo_content_left</strong> - false</li><li><strong>woo_content_mid</strong> - false</li><li><strong>woo_image_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_not_mpu</strong> - false</li><li><strong>woothemes_settings</strong> - a:0:{}</li><li><strong>woo_button_link_1</strong> - </li><li><strong>woo_about_button_2</strong> - </li><li><strong>woo_button_link_2</strong> - </li><li><strong>woo_carousel_header</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_thumbnail_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_show_mostcommented</strong> - false</li><li><strong>woo_logo_left</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ex_cat_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list_footer</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_box_footer_1</strong> - false</li><li><strong>woo_image_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_archive_width</strong> - 140</li><li><strong>woo_archive_height</strong> - 90</li><li><strong>woo_ad_300</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_300_bot</strong> - false</li><li><strong>woo_exclude_pages</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_cats</strong> - </li><li><strong>woo_steps</strong> - Select Format:</li><li><strong>woo_contact</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_blog</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber</strong> - false</li><li><strong>woo_show_mpu</strong> - false</li><li><strong>woo_show_ad</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_below_image</strong> - /images/ad468.jpg</li><li><strong>woo_ad_below_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-728x90-2.gif</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_alt_colours</strong> - default.css</li><li><strong>woo_aboutlink</strong> - </li><li><strong>woo_side_image</strong> - /styles/clean-light/images/ad-120x240.jpg</li><li><strong>woo_side_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ads</strong> - false</li><li><strong>woo_disclaimer</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_subnav</strong> - </li><li><strong>woo_subnav</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_feat_height</strong> - 210</li><li><strong>woo_smallthumb_width</strong> - 56</li><li><strong>woo_smallthumb_height</strong> - 42</li><li><strong>woo_homepage</strong> - layout-default.php</li><li><strong>woo_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_tabber_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_left</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_right</strong> - false</li><li><strong>woo_mag_featured</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_mag_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_blog_navigation_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_embed</strong> - false</li><li><strong>woo_home_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_home_content</strong> - false</li><li><strong>woo_get_image_width</strong> - 190</li><li><strong>woo_get_image_height</strong> - 142</li><li><strong>woo_ad_200_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_image</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_url</strong> - </li></ul>