Wednesday, 31st May 2023

Il controllo permanente di De Filippo e la Val d’Agri, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 25. set, 2017 by in Regione Basilicata

Il controllo permanente di De Filippo e la Val d’Agri, editoriale del Roma di Basilicata

Il web è inclemente, ha la memoria di cento elefanti e mette a dura prova soprattutto l’operato di amministratori e politici nel tempo.

Ecco, per esempio, cosa ha conservato, intatto, il web, a proposito di salute, politica e estrazioni petrolifere.

Nel 1998 veniva sottoscritto un protocollo d’intesa fra Eni e Regione Basilicata. Fra le altre cose prevedeva la realizzazione di un Osservatorio Ambientale che raccogliesse dati sul rapporto fra salute e attività estrattiva, uno strumento per operare nel rispetto delle regole minime attraverso la conoscenza dei possibili effetti sulla salute di elementi eventualmente inquinanti.

Bene. Previdenti e responsabili.

Dopo ponderata riflessione, approfondimenti culturali, scientifici, sociologici, durati quasi tredici anni, un periodo di tempo, cioè, tale da poter avere le idee ben chiare, la macchina da guerra della politica lucana fra squilli di tromba e rullo di tamburi, annunciò la nascita dell’Osservatorio Ambientale con sede nella Val d’Agri, più precisamente a Marsico Nuovo.

Nell’occasione non mancarono i nastri tricolori, che un De Filippo in splendida forma ci onorò di tagliare, telecamere, testate giornalistiche e gli immancabili proclami.

Il Dirigente Generale della Regione Viggiano parlò di raccolta di dati, loro messa a sistema e loro, udite udite, certificazione. L’assessore all’ambiente  Mancusi parlò di data storica per la Basilicata e il governatore De Filippo, poi assurto al governo, sempre ramo salute, parlò dell’Osservatorio come punto di forza per un “controllo permanente” dei dati sulla salute. Bene. Tutto a posto. Previdenti e responsabili.

Dando una occhiata al sito dell’Osservatorio, però, si può legge che la “sezione operativa” non è mai stata istituita e molte sezioni del sito sono rimaste in perenne aggiornamento.

Dell’Osservatorio facevano parte di diritto, sindaci, presidenti e governatore.

Di che stare tranquilli, insomma, ci pensa la politica e l’amministrazione a coprirci le spalle.

Poi, accade che, in questi giorni, a prescindere dai funerei presagi di molti e degli SOS di tanti altri, si scopre che l’attività estrattiva fa male alla salute, oh!, se fa male.

Sono passati 19 anni dal protocollo d’intesa Eni-Regione e sei dall’istituzione del “controllo permanente” di De Filippo, cioè dalla data storica del già assessore Mancusi.

Non so quanto sia costato l’Osservatorio, ma certo è che, senza incidere più di tanto, pare si sia trasformato in fondazione nel 2015, con soci la Regione Basilicata e il Comune di Viggiano e forse con obiettivi un tantino diversi da quelli originari.

L’utilità della Fondazione è sotto gli occhi di tutti. Pare che molto di recente si siano sprecati nel sottoscrivere ulteriori protocolli d’intesa con tizio e con caio, hanno creato il comitato scientifico, ma non hanno ancora emesso un solo dato o giudizio, pare.

Nel frattempo si muore in Basilicata. Ma questo è un dato assolutamente secondario, quasi irrilevante, a oggi, anche per la Procura della Repubblica, per la quale evidentemente, dopo anni di estrazione, è davvero impossibile capire se e quanto si inquini in Basilicata con le estrazioni.

Ora si grida all’immediata chiusura o quantomeno alle misure minime di sicurezza. Certo! Ma ho un’idea! Perché non si fa un bell’Osservatorio, quale controllo permanente, messa a sistema di dati, loro certificazione con una bella inaugurazione nastrotricoloremunita, telecamere proclami e sorrisi d’occasione? Così si morirà pure, ma almeno abbiamo fatto tutto il possibile. Un Osservatorio a quinquennio sono sicuro sia la prova indiscutibile che davvero di più non si poteva fare.

Centro democratico a chi???? Editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 22. set, 2017 by in Politica nazionale, Regione Basilicata

Centro democratico a chi???? Editoriale del Roma di Basilicata

Centro democratico, quella formazione politica imponente, importante, nota al paese per le sue idee politiche nuove e coraggiose, fantasmagoriche, notoriamente sistemata nell’ambito del centro sinistra, fra Pisapia e una poltrona, Renzi e un assessorato, non ci sta. Lo ha detto a chiare lettere a Benedetto, l’assessore regionale lucano che dalle fila di quel partito ha scalato le vette regionali per poi sedere alla corte di Quagliariello, capo di un’altra imponente formazione politica che, sebbene costituita da chi alfanizzava nel centro sinistra, dopo aver discettato dai banchi del centro destra, ivi è tornata per conquistare il governo del paese, delle regioni, delle contrade e dei rioni.

Non ci sta, e lo ha anche detto a Pittella, al quale ha rivolto la impertinente domanda se continui a presiedere una giunta di centro sinistra o non più, vista, appunto, la presenza di Benedetto che nei fine settimana ha frequentazioni impossibili.

Il buon Pittella, che al Comune di Potenza appoggia addirittura un sindaco di destra, come da sua stessa dichiarazione, proveniente da destra ed eletto dalla destra, ha sorriso alla domanda come solo chi ha fatto il militare a Cuneo poteva.

Destra, sinistra, ma siamo ancora a questo punto? Deve aver pensato il governatore della regione più ricca d’Italia e nel contempo la più povera e inquinata, secondo un machiavellico disegno divino che ci sta mettendo alla prova della pazienza, della sopportazione e del sacrificio.

Deve aver riso di gusto, Pittella, poi deve aver rabbonito l’inquieto Benedetto con un paterno buffetto invitandolo a pensare al bene della Basilicata. Cosa che l’assessore ambidestro deve aver confuso col suo bene personale se fosse vero, come sembra, che stia già preparandosi un futuro da ancor più prima donna per conto del miglior offerente.

Del resto Alfano, ottimo maestro, ci ha insegnato che si può governare da una parte con tizio e da un’altra con caio, senza che un tanto scalfisca l’integerrima strategia politica del suo partito e dei suoi uomini. Quindi perchè Tabacci non la smette di cianciare e non si prende quello che arriva dai suoi uomini di punta, quando questi dimostrano una ubiquità di idee che li rende divini, immanenti, persistenti, icone della modernità, e perché no, anche simpatici e affascinanti?

Ma pare che Benedetto non ci sia rimasto bene,  “Cosa vogliono questi qui”? “Hanno dimenticato che mi sono “scocchiato”? Insomma pare abbia rinnegato l’appartenenza al Centro Democratico, sfoggiando una libertà politica e una insofferenza ai legami che lo rende quasi eroico.

Chissà se a destra, e dintorni, lo accoglierebbero a braccia aperte, come un Higuain qualsiasi proveniente dalle fila del più acerrimo avversario.

Dice, ma ancora ti meravigli?

Mannaggione, sì, mi continuo a meravigliare, ingenuo che non sono altro, ma con questa confusione di ruoli, partiti, posizioni politiche, con questa parte di mezzo della politica con un piede a destra e uno a sinistra, anche contemporaneamente, non riesco a capire la vera, unica, questa sì, immanente, regola della vita politica, ben sintetizzata da chi ha ironizzato sulla mitica figura del senatore Razzi nella frase “fatti li cazzi tua”.

Posto preso, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 21. set, 2017 by in Regione Basilicata

Posto preso, editoriale del Roma di Basilicata

Chi lo ha detto che il cervello dei politici in carriera non si affatica più di tanto? Di sicuro qualche balordo. Questa malsana idea che il politico si giri i pollici dalla mattina alla sera, senza preoccupazioni o ansie, è una conclamata e infondata balla.

Vero è invece che il cervello del politico non conosce pause, sempre in attività, frenetica quanto ottimizzata a risultati concreti e utili, soprattutto per lui.

Ma se, cocciuto come un mulo, qualcuno volesse una prova, eccola qua.

In regione Basilicata in discussione, pare addirittura urgente, la modifica allo Statuto che prevede la possibilità, per i consiglieri regionali nominati assessori, di poter tornare a fare il consigliere ove mai avesse un anticipato termine l’incarico assessorile.

Semplicemente geniale, ma soprattutto molto attuale. Viviamo, infatti, tempi frenetici, nei quali cambiare assessori è il vezzo più vistoso dei governatori, che, evidentemente, non hanno idee durature, e che, facilmente si “scocchiano” con i prediletti di ieri, oppure, avendo stretto nuove alleanze politiche, anche se correntizie, scelgono di gratificarle, le alleanze, con incarichi concreti, a discapito di chi c’era prima.

Il consigliere sa, insomma, che niente è certo, men che meno un assessorato, a prescindere se sei una eccellenza –quale assessore non lo è al momento della nomina- se hai operato bene, male, mediocremente o abulicamente, illuminando la scena o facendo mettere le mani nei capelli. L’incertezza del quadro politico –così usa dire nelle stanze della politica moderna- cioè, le guerre fra correnti, detto in italiano, la mancanza di progetti, obiettivi e ideali, hanno creato un quadro altamente e perennemente sismico. Quindi giusto tutelarsi con una bella legge ritagliata su misura per i consiglieri di oggi, ma anche di domani. Fare l’assessore è bello, perbacco, ma correre il rischio che Pittella si fidanzi, politicamente, con Lacorazza e abbandoni in lacrime Pace, oggi, e domani semmai il contrario, e che quindi la bella poltrona abbandoni il tuo culo precocemente, no, è semplicemente intollerabile.

Insomma, se uno ha fatto tanto per arrivare in consiglio deve rimanerci fino alla fine, a costo di fare una legge, appunto, che elimini storture ed evidenti ingiustizie.

L’altra favola, quella della lentezza della burocrazia e della pigrizia dei legislatori, pure è destinata a rimanere tale. Il disegno di legge di cui sopra ha toccato la velocità di un Freccia Rossa sulla tratta Roma-Firenze, a dispetto delle altre nobili bozze di legge che, invece, corrono sul Potenza-Melfi in una giornata di sciopero dei treni.

Dice “Ma grazie, è una legge che si sono fatta su misura per i cavoli loro”. Balle! I politici hanno dimostrato attitudine, reattività, sprint e lucidità. Basta questo per dedurne l’assoluta capacità a legiferare in genere. Sono cavalli di razza, perdindirindina, e la legge del “posto preso” di futura pubblicazione ne costituisce la prova provata, direbbe un avvocato dal vocabolario problematico.

Quando avranno la certezza di non perdere il posto, anche se per una gita da assessore con coppola e autista, saranno ovviamente in grado di portare la Basilicata in capo al mondo. Ma che dico! In capo alla stratosfera. Ma che dico! In capo alla galassia.

E da lassù sarà per noi tutti divertente guardare il resto dell’Italia brancolare fra insipienze e incertezze, mentre noi, felici, forti di consiglieri sereni e capaci, rideremo di gusto, come sulla ruota panoramica, quella alta alta, con tanto di zucchero filato e trombetta arrotolata.

 

L’ignoranza che scusa, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 20. set, 2017 by in Commenti

L’ignoranza che scusa, editoriale del Roma di Basilicata

Che poi, a pensarci bene, pure avrà ragione l’avv. Di Genio, Carmen Di Genio, sull’ignoranza dei migranti in materia di leggi italiane.

Nel bel mezzo di un convegno, il legale salernitano, infatti, ha illuminato la scena affermando che i migranti non conoscono le leggi italiane e fra queste quella che punisce uno stupro in spiaggia.

Forse i migranti si erano fermati al comma precedente, quello che punisce gli stupri a casa dello stuprato, vai a capire.

Ma la tesi è affascinante e meritevole di interpretazione estensiva.

Per esempio io potrei non sapere che in Austria è vietato rubare e, quindi, prendere a volo un libro da una libreria pensando che ce l’avevano messo proprio per me, gentili.

Così un migrante potrebbe ben pensare che una donna sulla spiaggia ci sta proprio per dar sfogo alla sua sessualità e non per, che ne so, godersi il fragore delle onde e del loro risucchio.

Ma la illuminante dichiarazione mi fa immaginare un mondo, in Africa, che deve essere davvero il paradiso in terra per qualcuno, dove certi maschi possono fare quello che gli pare, o quantomeno, in spiaggia, violentare chiunque incontrino sul loro cammino.

Roba che le donne in Africa devono pensarci bene a scendere in spiaggia, se intravedono maschi che non appagano i loro gusti estetici.

La spiaggia in Africa, discetta l’avv. Di Genio, evidentemente, è un luogo di appuntamenti fra sconosciuti, un luogo per lo scambio di coppia, o soltanto per appagare le smanie di generosità delle donne verso maschi in calore, e tanto basta per giustificare anche comportamenti all’estero.

Chissà se uguale tesi, la nostra eroa, si dirà così al tempo della Boldrini chissà, userebbe in un processo, tipo  “e quindi, signori della Corte, non egoico e irrefrenabile istinto sessuale spinse l’imputato, ma soltanto la certezza della benevola disponibilità della parte offesa che, altrimenti, cosa ci stava a fare in spiaggia”?

Ma poi mi dico, uguale ignoranza dovrebbe essere perdonata anche agli italiani, magari ai più zoticoni, tipo quei politici che si fanno corrompere: cosa ne possono sapere mai della legge penale? Loro, cui non viene chiesto neanche un mediocre uso del congiuntivo, circondati da un groviglio di leggi e leggine, non possono certo conoscerle tutte? Diamine. Ma anche gli evasori potrebbero essere soltanto degli indolenti ma innocenti ignoranti, suvvia.

Il principio fondante il nostro sistema giudiziario e sociale, quello cioè che non è ammessa l’ignoranza della legge, principio che giocoforza deve estendersi a chi calpesta la nostra terra, è stato frantumato nel volgere di un discorso ma da chi poi? Da un contadino con la terza media? No! Da un filosofo che vive sulle nuvole? Giammai! E’ stato frantumato da un avvocata, da una, cioè, che con le leggi ci fa pranzo e colazione. Poffarbacco, ma allora sarà proprio così. Ulla Peppa!!

Quante cause avrei potuto vincere con due sole parole: era ignorante, signori della Corte.

Vabbè, non esageriamo, diciamo che vale solo per i migranti, ok! Non è giusto, ma va bene. Fortuna comunque che a Potenza non ci sono spiagge, possiamo stare tranquilli. Esiste via Due Torri, dove pure si è tentato uno stupro, ma è obiettivamente diverso. No? Dice la Del Genio che via Due Torri vale una spiaggia?

Accipicchia, allora è colpa della vittima, infatti pare non avesse con sé neanche paletta e secchiello, per mostrare i suoi reali intendimenti, quindi era là sapendo cosa poteva succedere.

E ditelo prima, allora!

PS: l’avv. Del Genio ha poi chiarito che voleva solo sollecitare la prevenzione nei confronti di maschioni che nel loro paese delinquono per abitudine. Tipo?

Vabbè lasciamo perdere.

Il meno peggio, per dire, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 20. set, 2017 by in Commenti

Il meno peggio, per dire, editoriale del Roma di Basilicata

Da più parti si celebra il funerale anticipato del M5S. Si dice che è in fase calante, che non suscita più entusiasmo, che comincia a far parte di quel mondo consolidato della politica che tanto distacco crea nella gente.

Eppure hanno restituito al circuito economico parte dei loro indennizzi; eppure affermano di aver già rinunciato al vitalizio che hanno maturato qualche giorno fa. Ma qualcosa nel meccanismo che li legava alla gente si è rotto. E’ vero.

Sia chiaro: le rinunce a parte delle prebende faceva piacere ma non poteva essere l’unica arma di convincimento. Gli italiani, se ben governati, e sul punto dovremmo anche capire cosa intendono per “ben governati”, fanno poco caso ai privilegi. Anzi, ben vengano, se contribuiscono al buon governo. Parliamo, infatti, di spiccioli nella generale economia.

I partiti, poi, hanno fatto finta di rincorrersi sulle questioni dei cosiddetti privilegi, non suscitando, però, né entusiasmo e nemmeno curiosità.

Il banco di prova dei grillini sono stati i governi delle città e la banalizzazione dei problemi; l’ambiguità del messaggio su problemi centrali (vedi uscita dall’Europa o dall’euro, politica sui migranti) ovvero la mancanza di messaggi seri su altri temi importanti, come la giustizia, il lavoro, le tasse.

Nell’area di centro sinistra vige, invece, il caos. Hanno perso di vista la politica, ottenebrati dalla necessità di stare al governo. Non hanno categorie protette (una volta erano i lavoratori), non hanno una visione, una prospettiva, una idea affidabile. Navigano a vista fra convenienze e slogan. Renzi ha portato il minimalismo del pensiero, i vecchi hanno perso il contatto con la teoria, le nuove generazioni hanno studiato su Twitter.

Ed ecco che ritorna in scena il centro destra, poco tempo fa ai minimi storici. Ci torna con un Salvini spaccone, che cavalca utopie, magari realizzabili, come le tasse al 15% e la cacciata dei migranti irregolari, un redivivo Berlusconi, rifatto da capo a piedi, ma coi meccanismi di sempre, una combattiva Meloni e una somma di sigle difficili anche solo da ricordare.

Non ha però idee innovative, non propone politiche alternative, sfrutta solo il momento storico e soprattutto la caduta libera degli avversari.

Ecco, in Italia, ormai, si vive delle disgrazie altrui, giammai dei propri meriti.

Il M5S era esploso sulla incapacità della politica di leggere il momento storico e darsi una regolata. Il PD era risorto sulle disgrazie di Berlusconi, che, ma molti già se lo sono dimenticato, aveva fatto una infornata di parlamentari del gentil sesso, quasi confondendo il parlamento con il suo harem.

E oggi il centro destra risorge per l’insipienza degli avversari, che, come detto prima, da un lato cominciano già a specchiarsi e a chiedersi chi sia il più bello (vedi M5S) e dall’altro inciampano su tutto.

A livello locale, invece, vige la confusione più totale: sindaci di destra sostenuti dalla sinistra più estrema, assessori di sinistra che partecipano a convention di destra, partiti senza guida, accordi nuovi ogni giorno destinati a fallire dopo una settimana, politiche asfittiche, amministrazioni della cosa pubblica che non vanno oltre la realizzazione di una rotonda.

Un panorama variegato che rappresenta quello che è riuscito a costruire l’uomo politico negli ultimi decenni, cioè il nulla 4.0.

L’acquario della politica, insomma, non ha più pesci rari; solo pesci ordinari, ma molto voraci e soprattutto solidali con la specie per il nuovo politicamente corretto al gusto egoico di eau facciamocigliaffainostrifintantochequestibambacionicelopermettono.

 

Complotto, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 20. set, 2017 by in Commenti

Complotto, editoriale del Roma di Basilicata

Complotto! Complotto!

Passano gli anni, cambiano le repubbliche, la prima, la seconda, di nuovo la prima, cambiano le vittime, ma c’è sempre qualcuno che mette a serio rischio la democrazia in Italia.

In genere questo qualcuno assume le sembianze del magistrato inquirente, con la presenza variegata di carabinieri, poliziotti e giornalisti.

Dai tempi di Craxi, da quando cioè la magistratura ha assunto un ruolo politico, questa ha preteso le prime pagine e il monopolio della morale del paese, il refrain è sempre uguale.

I complotti, ovviamente, servono per sbarazzarsi di qualcuno, hanno un obiettivo specifico, e, soprattutto, hanno un mandante.

Nella storia degli ultimi 25 anni tutti i complotti non hanno mai avuto un mandante.

Basta gridare al complotto, creare confusione, inventarsi vittime e il gioco è fatto. Quando si dice l’importanza della distrazione di massa.

Magari avrebbe più senso, perché è facile individuare quantomeno i registi, parlare di complotto ogni volta che la volontà popolare è stata capovolta da decisioni del Presidente della Repubblica, ma questo non usa, no.

Allora ogni volta che si muove qualche Procura si grida al complotto.

L’abuso del temine lo ha persino svuotato di significato, perché un presunto complotto senza mandanti, registi e solo con un paio di esaltati, non dovrebbe chiamarsi complotto, ma con un termine molto ma molto meno insinuante.

Dicevo esaltati. Sì, perché ce ne sono a iosa. Nelle Procure siccome fra le Forze dell’Ordine. E non dico eresie, basta guardare i fatti.

Quante indagini partite col botto e le prime pagine sono finite con una pernacchia e tanti danni per le vittime sfortunate? Davvero troppe. Io non sono un tifoso del giudicante a dispetto delle Procure, ma, pensando alla umana natura degli uni come degli altri, immagino molto reale la possibilità che incorrano in errori emtrambi. Solo che i loro errori hanno effetti devastanti.

Lo sanno tutti, ma nessuno pone rimedio al fenomeno.

Un eccesso di protagonismo negli ultimi trenta anni si è impossessato della magistratura, complice una politica disgraziata e di livello scadente, protagonismo che non smette di manifestarsi a prescindere dal colore politico dei governi.

In provincia, poi, il fenomeno si attenua: la politica e l’amministrazione quotidiana, a livello più locale, sono meno attenzionate, usando un termine poliziesco, che vuoi, nei centri piccoli si fa più facilmente squadra, scambiarsi piccole cortesie diventa politicamente corretto. Quindi si parla molto meno di complotto, per esempio.

Ma il problema è solo uno: la guerra fra istituzioni, la magistratura e la politica quando amministra. La prima eccessvamente protagonista, la seconda moralmente tanto evanescente da sembrare eterea.

La fortuna è che, a livello nazionale, non troveranno ma una intesa totale, che, invero, stroncherebbe anche quella parvenza di democrazia che ci ritroviamo. Ci sono le fazioni e le schegge impazzite, e si giocano questa infinita partita. A noi propinano la sciocchezza del complotto, accusa tanto generica quanto inconsistenze, che la avanzi Berlusconi o che la avanzino i giornalisti e i politici renziani, perché lui, il buon Renzi, nobilmente si astiene, dopo aver mollato i guinzagli.

E niente, è sempre la solita storia, si sbranano per il potere, senza esclusione di colpi, approfittando dei colpi di testa delle schegge impazzite, tanto brave a montare inchieste, quanto incapaci nel portarle a una condanna.

Dario, Rocco e “chiamo la moglie”? Dal Roma di Basilicata

Posted on 20. set, 2017 by in Amenità, Città di Potenza

Dario, Rocco e “chiamo la moglie”? Dal Roma di Basilicata

-Rocco, sono stanco, sai?

-Non ti va di fare oltre il Sindaco?

-Ma no, cosa hai capito. Sono stanco di questo borbottio continuo sulla mia appartenenza alla destra. Insomma cosa devo fare per dimostrare la mia totale, assoluta e immarcescibile apartiticità?

-Per esempio evitare di esporti in convegni, presentazioni e roba varia, quando hanno una evidente targa di destra o come suol dirsi di centro destra.

-Non devo?

-Evita. Anche se questo PD e questo Articolo vattelappesca non danno fastidio.

-Ecco. Quindi posso guardare serenamente e liberamente al mio futuro politico?

-Sì, come no, ma l’importante è rimanere credibili. Insomma governiamo col PD e Articolo vattelappesca e ci dichiariamo di destra, partecipando ai convegni. Qualcuno potrebbe marciarci e anche brillantemente.

-E’ tutta invidia, Rocco.

-Può essere.

-Quindi …. Che schiattassero. Anche perché, detto fra di noi, nessuno ha la statura, morale e politica, per combatterci seriamente. Ecco, l’ho detto!

-Noi siamo i gatti ……

-E loro tutti i topi. Hihihi. Dai Rocco, scateniamoci in un frenetico shake.

-Ci hai preso gusto col ballo, eh?

-Guarda …. Puff … pant …. Guarda questa giravolta …. Op  ……. (Spatabang, fragore di sedie che cadono).

-Uh, che caduta, Dario, …(rumore di risa soffocate), ti sei fatto male? Chiamo la moglie?

-Cretino!

Radical sessismo di Repubblica, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 15. set, 2017 by in Argomenti, Commenti

Radical sessismo di Repubblica, editoriale del Roma di Basilicata

Esistono ancora rubriche giornalistiche intitolate donne e motori. Il giovedì sui quotidiani, per esempio. Roba da anni settanta. Un accostamento che ha fatto felici gli uomini di più generazioni che si vedevano soddisfatti nella loro cupidigia motoristica e sessuale.

Un mondo di e per uomini, quindi, spiccatamente sessista.

A chi pensava che si fosse radicata una mentalità nuova, diversa, moderna, dopo anni di battaglie, polemiche e conquiste sociali e giuridiche, non resta che prenderne atto: solo fumo negli occhi. Le nuove generazioni si sono adagiate sulla tradizione maschilista e le donne protestano solo quando è certificata una certa provenienza politica dei comportamenti sessisti, accettandoli di buon grado dal resto del panorama politico.

Da un tanto scaturiscono polemiche virulente per la mancanza di rispetto verso la donna, se proviene da destra, rimanendo artistica l’esibizione di un paio di gambe se pubblicata da una testata di sinistra.

Roba da matti.

In verità le donne non sono mai state unite nel combatterre la loro battaglia di effettiva parità, facendosi una concorrenza, in ogni ambito, senza alcun dubbio scorretta. La prova è la massiccia presenza nelle istituzioni di amanti e pseudo-segretarie, tutte orgogliose di aver speso per bene la propria sessualità e per nulla imbarazzate nell’accettazione di un ruolo subalterno.

Ragion per cui una seria battaglia non è mai iniziata, solo schermaglie di un conflitto con tanto di spie, traditori e mercenari.

L’uomo, poi, non si è mai affrancato, nel lavoro, nella politica, nella vita sociale, da un eccesso di sessualità, confondendo fascino con coppola, e finendo per confondere l’uno con l’altro e dimostrando così uno stato di perenne adolescenza, con pulsioni irrefrenabili da cervello congelato.

Quindi vai con le rubriche anni settanta “Donne e motori” con la certezza che non un monito si alzerà contro sí conclamato e radicato sessismo se a curarle sia un bel giornale pro migranti, pro donne, pro parità di tutto.

È la modernità a chiacchiere, la cosiddetta fuffa stampata e letta e riletta. Del resto che un vero regresso sociale sia in atto è cosa scontata e sotto gli occhi di tutti.

I più barbari omicidi da parte, non di delinquenti di professione, ma di ragazzotti di famiglia, di quelle famiglie definite buone, cioè inserite nel contesto sociale, con genitori che lavorano, macchina e seconda macchina e cellulare in numero doppio rispetto ai componenti famigliari, ma questo è solo un esempio, politici che combattono i fantasmi del passato, passando le notti svegli per partorire norme fuori del tempo, una giustizia lumaca e scadente, la corruzione imperante e tutto il resto di questo quotidiano circo, testimoniano che siamo in un momento di grave allarme sociale, che alcuna partita di champions, vinta o malamente persa, perché nei confronti con l’estero scompaiamo, potrà mitigare.

Quindi, tornando alle rubriche giornalistiche sessiste, passo a qualche umile suggerimento per altre  nuove e mirabolanti manifestazioni di intelletual-sessismo. Che ne dite di un bel “donne e champions”, con tanto di vallette a gambe scoperte in copertina? Oppure un morbido “Curve e accelerazione” o, infine, un più tecnico “Frizione e reggicalze”?

Purché abbiano la benedizione della intellighenzia di sinistra, mi raccomando.

 

 

E se cambiare la linea è il Papa …. , editoriale del Roma di Baslicata

Posted on 14. set, 2017 by in Argomenti

E se cambiare la linea è il Papa …. , editoriale del Roma di Baslicata

Chissà quale opinione si sono fatta gli integralisti dell’accoglienza illimitata su Papa Francesco dopo la dichiarazione che plaude al Governo e alla nuova politica di contenimento degli sbarchi.

Immagino non gli daranno dello xenofobo razzista, come con un qualsiasi esponente della stessa teoria.

Ora che la prudenza sta avendo la meglio sull’ideologia, urge che gli integralisti cambino la loro linea. Papa Francesco, facendo ancora una volta politica, gli sta dando una mano.

Invero, la sua politica è quella del buon senso; buon senso finora assente negli atti di governo che hanno trasformato l’Italia in un’area di parcheggio costosissima e con guadagno illimitato per pochi.

Sui migranti aleggiano branchi di iene coi denti affilati che riempiono i loro portafogli senza particolare sforzo e fra queste anche tanti avvocati che vengono pagati dallo Stato per giudizi che al novantanove per cento portano alla espulsione che, però, difficilmente viene eseguita.

Problema complesso, europeo, con uno Stato, il nostro, ad oggi totalmente impreparato o inadeguato.

Poi arriva Minniti che dice qualcosa non tanto di sinistra, ma sensato. Poi arriva il Papa che ribadisce concetti non proprio di sinistra, ma assolutamente sensati.

Quindi ci rimangono gli integralisti a difendere le traversate dell’illusione che, però, contro hanno anche l’opinione pubblica.

Ma tornando a Papa Francesco, effettivamente quello che ha detto sa poco di cristiano e molto di politico. Il porgere l’altra guancia lascia il posto a un pragmatismo amministrativo che la dice lunga sull’influenza che l’opinione pubblica riesce ad avere ormai su tutti.

La ricerca del consenso fa tradire i credo più radicati, da parte del PD e da parte della Chiesa, entrambi in evidente crisi di proseliti.

La coerenza traballa e la faccia tosta di chi cambia linea dalla sera alla mattina la fa da padrona.

Una volta per una idea si moriva; oggi la si cambia, e non per nobili motivi, solo per convenienza.

Il mercato delle convinzioni è sempre aperto. Le ideologie, o soltanto le linee politiche, vengono costruite sugli slogan, non hanno nè basi, nè supporto teorico.

Di conseguenza un Alfano che siede, senza sconvolgimenti di coscienza, ora con governi di centro destra e ora con governi di centro sinistra, non è uno scandalo, ma la semplice conseguenza della mancanza di vera politica.

Pensate alle intercettazioni: all’inizio non piacevano a Berlusconi, ora a Renzi o chi per lui. Entrambi non mossi da principi ma dalla convenienza del momento. Da rimanere sgomenti, non fossimo italiani quindi avvezzi a comportamenti ballerini e coscienze evanescenti.

Sul tema dei migranti ho il timore che l’approssimarsi delle elezioni abbia spinto più di qualcuno a rivedere le sue posizioni, anche se a scapito di un sistema che genera, sulla pelle dei migranti, begli affarucci, sistema abbondantemente avallato più o meno da tutti, ma con preponderanza di quella politica che si espande capillarmente attraverso le macchine da guerra di sinistra.

Che nostalgia per chi faceva politica perchè credeva in qualcosa, oltre alla indennità, alla pensione e al potere. Che nostalgia per le idee. Certo, anche accanto alle idee si sono coltivati orti privati, ma quantomeno le idee limitavano il saccheggio e facevano sperare in un mondo migliore.

Illusi?

Sì, forse sì, col senno di poi. Ma ora è davvero troppo.

 

Buona scuola a tutti, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 13. set, 2017 by in Regione Basilicata

Buona scuola a tutti, editoriale del Roma di Basilicata

Comincia la scuola e piovono i messaggi istituzionali di auguri.

Non ho niente contro i messaggi istituzionali, sebbene i social li abbiano moltiplicati e, purtroppo, banalizzati, purchè costituiscano un punto di riferimento, aprano una finestra sui problemi, siano l’occasione per affrontare tematiche problematiche, dimostrando di avere capacità e forza per risolverle.

Coi social, insomma, sembra doveroso fare il proprio annuncio dall’alto del proprio incarico.

Ed è così che anche il governatore della Basilicata ha lanciato il suo augurio, in verità sintetico, ma farcito di tutte le banalità in corso di legge, per l’inizio dell’anno scolastico, su Facebook.

Non mancano le parole chiave della politica by social 2.0, come la parola sfida, ripetuta due volte, la parola futuro, anch’essa al primo posto con due citazioni, la classica promessa di sostegno, tanto non costa un euro e non si traduce in niente, con la ostentata certezza, ovvio, che il sistema sarà all’avanguardia.

Non vi cito i commenti che, in verità, tracimano talvolta la buona educazione, ma sui social accade di tutto, inutile mostrare sorpresa. Ma quel che colpisce è l’assoluta, totale evanescenza del messaggio.

La scuola costituisce la colonna vertebrale delle conoscenze di un individuo. E’ vero che non si finisce mai di imparare, ma la scuola ci avvicina allo studio che poi ci accompagnerà nel resto della vita. La scuola in Italia è in evidente crisi: coi diplomi non ci fai niente e spesso corrispondono a un livello di preparazione approssimativo. Gli insegnanti sono maltrattati, economicamente e non, e non garantiscono più da anni una attitudine e una predisposizione all’insegnamento di livello. Gli edifici sono fatiscenti e mancano delle strutture minime; fra l’altro il futuro, citato dal governatore, non è tinto di rosa, anzi. A ogni terremoto viene giù una scuola e talvolta gli intonaci vengono via per caduta libera.

Ma soprattutto con il diploma e poi la laurea non è garantito il lavoro. Ecco, forse la sfida più grande è questa, per i nostri giovani, ed è una sfida autentica, contro il sistema, che non sarà mai all’avanguardia, o almeno non nei prossimi trent’anni, contro la classe politica, che dimostra quotidianamente una cronica incapacità anche a disfare i nodi al fazzoletto delle promesse, contro un intero paese che sollecita la fuga verso stati più civili e sicuramente una sfida senza l’aiuto dello Stato.

In un quadro del genere il messaggio di augurio del governatore al primo giorno di scuola, appare per quello che è: un tentativo di dimostrazione di sensibilità, presenza e attenzione mal riuscito, con tutte le caratteristiche dell’atto ritenuto dovuto e mal sopportato perché è evidente che la sua scrittura non ha impegnato più di qualche minuto.

Caro Governatore, un messaggio istituzionale è una cosa seria, non è un post di Facebook; può anche essere pubblicato su Facebook, ma non può avere le caratteristiche di un augurio di compleanno o di Buona Pasqua. Insomma un messaggio, oltre o al posto delle solite banalità sulle sfide della vita e del sostegno regionale, aria fritta, deve ergersi al di sopra del comune linguaggio da social, altrimenti rimarrà, soprattutto negli studenti, l’idea che anche il loro studio può avere la dimensione di un Tweet, la profondità di un post con tanto di superficiale approssimazione e superficialissima preparazione. Insomma un messaggio istituzionale o è originale e denso di contenuti o è meglio non farlo, o crea dibattito e pone domande o è una inutile ma ufficiale dimostrazione di poca sensibilità, appunto, istituzionale, oltre che di scarsezza di mezzi.

Questi social hanno rivoluzionato la nostra vita, e l’hanno semplificata, tanto semplificata da istituzionalizzare anche l’ovvio e renderlo anche eccellenza. Ahinoi!

 

Votazioni guidate, editoriale del Roma di Basilicata

Posted on 12. set, 2017 by in Argomenti, Politica nazionale

Votazioni guidate, editoriale del Roma di Basilicata

Si avvicinano le elezioni e un brivido mi percorre la schiena: finalmente potrò provare a metterci qualcosa di mio nella politica italiana. Potrò illudermi di scegliere il Renzi o il Letta o il Gentiloni del domani. Questi tre li ha scelti il Presidente della Repubblica, anche per conto mio, ma senza chiedermi un parere. Non pretendevo fosse vincolante, ma di tipo consultivo, dai, una repubblica democratica se lo poteva permettere.

Comunque finalmente si sceglie. Beh, si fa per dire. Noi potremo votare per uno schieramento, non potremo esprimere preferenze. Anche questa volta il nome del parlamentare mi verrà imposto.

In genere l’italiano, potendo esprimere una preferenza, sceglie il candidato che gli ha fatto una cortesia, o quello che gli sta simpatico, o quello che gli ha fatto la promessa più affidabile, o il parente o l’amico o l’amico dell’amico.

Invece ultimamente lo sceglie il partito secondo logiche imperscrutabili, a prescindere finanche dal rendimento o dal gradimento dei simpatizzanti.

Alle prossime elezioni, invece, avendo il Presidente Mattarella avvisato i partiti che la priorità è la legge elettorale, avremo delle belle novità. O almeno così dovrebbe essere. Ah, mi dite che non ci sarà alcuna novità? E perché mai? Uh, i partiti avevano altro da fare che studiare la legge elettorale? Per dindirindina!

Magari, però, sarà perché in fondo i partiti una legge elettorale nuova non la vogliono. Cioè, ognuno vorrebbe quella che gli consente di vincere o comunque di governare.

La punta del proprio naso è la meta ambiziosa della politica italiana, l’agognato traguardo è costituito dall’immediato domani. Certo, poi ci diranno che una legge elettorale è fatta per durare, che non è concepibile che ogni governo si fa la sua, e nanì e nanera, quindi bisogna andare coi piedi di piombo, ma, a ogni modo, questa legge pare che non si farà.

Quindi i moniti, per la verità di botto cessati, del Presidente Mattarella valgono quanto una rete del perdente sul 7 a 0 a un minuto dalla fine della partita ai fini del risultato finale, in pratica non gliene frega niente a nessuno.

E dire che questo governo doveva rimanere in carica anche se non soprattutto per colmare la falla di una legge elettorale azzoppata dalla consulta.

In fondo ai partiti sta bene così; pur di non affrontare l’opinione pubblica sulla loro indiscutibile avversione per le preferenze, al di là di qualche flebile proclama, meglio rimanga tutto com’è.

Poi sentiremo il M5S che dirà che i candidati delle sue liste sono scelti dalla rete, che, però, non è la stessa cosa che poter indicare una preferenza col voto, e questo per un paio di ovvi motivi: non tutti i votanti del M5S sono iscritti alla rete, anzi solo una percentuale bassissima e poi, quando la rete sceglie una persona non gradita, la si sostituisce, come accaduto a Genova, e la magia è fatta, basta avere fiducia in Grillo con un atteggiamento fideistico che Papa Francesco sicuro invidia.

Quindi ci avviciniamo al voto senza che della legge elettorale se ne parli più e soprattutto nel silenzio di Mattarella il quale, come Paganini, non si ripete, neanche per un monito.

Un uomo tutto di un pezzo, per Giove.

La musica sarà uguale, i parlamentari saranno i soldati scelti dei capi partito e la democrazia aggiungerà un altro splendido tassello alla storia dell’Italia; ah!, dimenticavo: e il governo se lo sceglieranno sempre e soltanto loro. Loro chi? Quelli che hanno come portavoce il Presidente della Repubblica. E chi sono? A saperlo!!!

L’ignaro governatore, editoriale del Roma Basilicata

Posted on 11. set, 2017 by in Regione Basilicata

L’ignaro governatore, editoriale del Roma Basilicata

Tutti sapevano tranne lui, che, quindi, anima pura, autorizzava la riapertura del centro nonostante titolati esperti avessero relazionato sul pericolo conclamato per la salute dei valligiani dell’attività estrattiva.

Immagino che ora gli strali dell’ignaro governatore si abbattano su chi, pur sapendo, non glielo disse, considerandolo, evidentemente, o poco interessato o totalmente indifferente o talmente sensibile da non volervo gettare nello sconforto più assoluto.

In generale una giustificazione del tipo “non ne sapevo niente”, da parte di un governatore con cotanta personalità, dovrebbe far scompisciare dalle risate non fosse estremamente grave. Perché delle due l’una: se dice la bugia è un irresponsabile pericoloso, se dice la verità è inadatto al ruolo che occupa anzi non è proprio cosa sua.

Sconfortanti entrambe le soluzioni. Ce ne sarà una terza, chissà, che coinvolge il prezzemolino fantasma formaggino, ma la lasciamo come ipotesi da Corriere dei Piccoli.

Fatto sta che l’attività estrattiva fa male. Non bastassero gli sversamenti, per gradire, per colpa di un vigliacco forellino, ci si mette pure il fumo. Beh, che non guarisse la bronchite sembrava palese, ma che facesse pure male, molto male, ora è addirittura ufficiale.Va da se che se era encomiabile il finanziamento di una costosissima indagine da parte dei comuni interessati, non è da eroi averla taciuta invece di sbandierarla, ostentarla e gridarla, prima della riapertura del Centro.

Ora la Regione spenderà un’altra cospicua somma per verificare direttamente, per garantirci che la nostra salute vale di più di una royalty.

Sarà. Ma è bene ricordare come la Regione Basilicata sia passata dalla fiducia cieca nei controlli che Eni faceva su se stessa alle relazioni medico-sanitarie da lasciare nel cassetto per non rovinare l’estate a Eni, residenti, malati e ipotetici malati, eroica.

Magari i sindaci che erano sicuramente a conoscenza della relazione non hanno creduto ai professori che avevano incaricato, avranno avuto le loro nobili ragioni per non destare quell’allarme che oggi viene fuori, insomma qualcosa li avrà spinti a tacere e rinviare.

Magari ce lo dicessero non sarebbe cosa azzardata ma, suggerisco, doverosa.

Quanto al governatore, che, devo immaginare, quando faceva tardi a scuola accusava la sveglia che non suonava, si inventasse una scusa più plausibile oppure facesse i nomi di chi gli ha taciuto la notizia. Del resto visto che la relazione è di giugno e il centro è stato riaperto a luglio, forse, chi sapeva doveva avere qualche premura speciale. Perché non l’ha avuta?

A questa domanda sarebbe il caso di dare una risposta. Qualche volontario? No?

Mannaggione.

Certo è che si sta scherzando con la salute dei residenti. Io lo trovo gravissimo. Ma evidentemente esagero io, visto l’andazzo. Anche la Procura pare che farà una indagine espiodemiologica. E saranno tre. Chissà, forse una decisione la prenderanno dopo che sarà stata estratta l’ultima goccia di petrolio. Sì, dai, dopo, chè ora ci servono i soldi. Se poi con questi soldi ci finanziamo una indagine che non utilizziamo, almeno tempestivamente, beh, diamine, abbiamo quantomeno fatto girare l’economia. E se ci è costata qualche vita e la salute di qualcuno, pazienza, se pensiamo che c’è gente che si autodistrugge fumando, che senso ha impedire che ad avvelenarci sia un fumo ch produce danaro, fa niente se a noi non tocca niente?

 

Dario e Rocco e u Putenz, dal Roma di Basilicata

Posted on 09. set, 2017 by in Amenità

Dario e Rocco e u Putenz, dal Roma di Basilicata

-Il Potenza è sempre uno squadrone! Alè alè alè. Chi non salta è del Matera. Undici undici undici leoni. Rocco, hai visto? Sono ormai preparato per la prima di campionato allo stadio Alfredo Viviani.

-Piano, Dario. Non puoi parlare sempre in italiano. Certe cose si dico in putenzes.

-Ulla peppa, fammi capire.

-Si dice “u putenz è semb nu squadron”, e non il Potenza è sempre uno squadrone. Dai, prova.

-Il putenza è sempre nu squadron.

-No non ci siamo, devi allenarti, altrimenti domenica allo stadio sembri un polentone.

-Va bene mi allenerò. E senti, la fascia me la porto?

-Ma no … oppure …. Al limite …. Se la metti come una bandana, forse si può fare.

-Mai sia, la profanerei. La fascia è la fascia.

-Sì ma allo stadio si può fare quello che nella vita è vietato.

-Dici?

-E sì, diavolo. Dai prova a metterla in testa.

-Uh, come sto.

-Uno spettacolo. Dai, proviamo, assieme

“U putenz è semb nu squadron”

-Rocco, ci divertiremo, domenica, come con Furia.

-Cacchè.

Unico lusso il vaffa.

Posted on 09. set, 2017 by in Amenità, Argomenti, Commenti

Unico lusso il vaffa.

Buongiorno, sono Gigio Gigi, un uomo qualsiasi.

Un uomo normale.

Un uomo con un lavoro di merda e un guadagno di merda.

Evidentemente sono un uomo di merda, o come dice qualcuno per confortarmi, soltanto sono stato sfortunato.

Una laurea ce l’ho. Intelligente pure dovrei esserlo, anche se molti mi dicono che non lo sono perché non sono furbo, perché pago le tasse e faccio le file senza cercare di aggirarle.

Faccio un lavoro che mi costringe ad avere a che fare, quotidianamente, con tanti iddii in terra, i magistrati. E non li chiamo iddii per irriderli, tutt’altro, li chiamo così perché lo sono.

Fortuna che sono ateo/buddhista, così almeno mi evito di doverli osannare, come, invece, tanti colleghi usualmente fanno. Ma questo è un altro aspetto del mio “non essere furbo”, e quindi anche, probabilmente, poco intelligente.

Ma non mi lamento.

Se penso che altri, gente importante, di indiscusso valore, con titoli di studio e palmares strabilianti, per aggiustare l’Italia hanno per anni aumentato il costo della benzina, mi convinco sempre di più che sono le cose facili quelle che contano. Forse spesso ce ne dimentichiamo.

E le cose semplici, apparentemente addirittura stupide, le sanno fare i ricchi, gli uomini di potere.

Pensate che c’era un politico ricco e importante che per risolvere i suoi problemi semplicemente cambiava le leggi, pensate che fece anche scuola.

I Gigio Gigi come me, invece non possono fare miracoli facendo cose semplici, ma glieli chiedono, perbacco.

Per esempio dovrebbero, i Gigio Gigi, pagare i debiti contratti dagli altri, pur senza avere più una lira e mantenere un paio di branchi di nullafacenti. Ed ecco che, ai ricchi e importanti tocca fare cose semplici e ai Gigio Gigi fare i miracoli.

Anche se poi diranno che i miracoli li hanno fatti loro.

Ci fossi stato io, al posto del capo dello stato, niente niente, avrei pensato che un limone spremuto non caccia più succo, pensa te, che pensiero complicato e stupido.

Ma la borsa pare ci creda. Cacceranno ancora succo dai nostri limoni spremuti! Bene, bravi, bis! E il pil cresce.

Dicono che i ricchi se ne stanno andando all’estero, che gli industriali trasferiscono le loro aziende. Balle. Dove potrebbero stare meglio che in Italia? Sono protetti e coccolati, e se c’è ombra di crisi gli chiedono pure di governare. Altrove pagherebbero tasse profumate, pensa te, da noi posso evaderle.

Sono Gigio Gigi, e sapete che vi dico? Che tutta questa tragedia non mi condiziona. Tanto la mia vita non cambierà. Un lavoro di merda e guadagni di merda. Sono un uomo normale. Sempre piegato  a 90 gradi per aiutare gli altri, specie se ricchi, banchieri o politici in bolletta.

Mi ribellerò?

Certo fra qualche tempo potrei incrociare le braccia per qualche ora, dicono. Una protesta coi fiocchi. Una rivoluzione.

Sono Gigio Gigi, uomo normale  e da normale voglio concedermi il lusso di mandare tutti a cagare; è l’unico lusso che posso permettermi. E me lo tengo stretto, nessun governo potrà sottrarmelo.

Pare niente, ma conta ancora molto.

 

Integrazione e Acta

Posted on 09. set, 2017 by in Argomenti

Integrazione e Acta

Dalle dichiarazioni provenienti dal Comune di Potenza, quindi, l’Acta sperimenterà la prima vera integrazione di migranti. Dalla stessa fonte pare si tratterà di più di 200 volontari che verranno adibiti ad attività varie di pulizia della città.

Sempre dalla stessa fonte pare che l’integrazione non costerà nulla all’Acta, cioè i migranti lavoreranno gratis.

A prescindere dalla effettiva dubbia legalità di un lavoro non pagato e, quindi, immagino privo della copertura contributiva pensionistica e assistenzialistica, ivi compresi gli oboli dovuti per la assicurazione sugli infortuni, altrimenti non sarebbe a costo zero, e dando per buono quanto riferito dalla fonte comunale, rimane da valutare che tipo di integrazione sia mai questa.

Del tipo: io ti integro nel tessuto sociale della città consentendoti di farmi le pulizie dietro la corresponsione del vitto e dell’alloggio, a carico dello Stato, forse, chissà, ci aggiungeremo anche un corso di italiano, ma staremo a vedere i fondi a disposizione.

Capperi che bella integrazione.

Roba che se lo sente FCA ne assume un paio di migliaia.

Io continuo a pensare si tratti di altro che non di integrazione. Mi sembra più una forma di sfruttamento, fra l’altro, approfittando dello stato di bisogno.

Rimane da chiarire se questo sia di destra, di sinistra, di centro, liberale, socialista, comunista o conservatore.

Ma sull’argomento lascio che si scatenino i politologi, i politici, sindaco, assessore al ramo, sociologi, sindacalisti da falce e martello e compagnia cantante.

Se, invece, ai migranti verrà corrisposto lo stipendio, con relativa copertura contributiva, sarebbe il caso di rendere pubbliche le cifre, magari con l’annotazione di spiegazione perché un tanto non tocchi anche ai disoccupati.

Bacioni, estensibili.

 

<ul><li><strong>woo_feat_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_page</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_uploads</strong> - a:3:{i:0;s:75:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png";i:1;s:72:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/4-Luciano.jpg";i:2;s:69:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/3-logo.png";}</li><li><strong>woo_show_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_textlogo</strong> - false</li><li><strong>woo_gravatar</strong> - true</li><li><strong>woo_contactme</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_bio</strong> - </li><li><strong>woo_twitter</strong> - </li><li><strong>woo_highlights_tag</strong> - potenza</li><li><strong>woo_highlights_tag_amount</strong> - 6</li><li><strong>woo_featured_tag</strong> - </li><li><strong>woo_featured_tag_amount</strong> - 4</li><li><strong>woo_highlights_show</strong> - true</li><li><strong>woo_also_slider_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_slider_heading</strong> - Sul Blog si parla ancora di...</li><li><strong>woo_recent_archives</strong> - #</li><li><strong>woo_excerpt_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_contact_page_id</strong> - </li><li><strong>woo_featured_image_dimentions_height</strong> - 371</li><li><strong>woo_featured_sidebar_image_dimentions_height</strong> - 78</li><li><strong>woo_hightlights_image_dimentions_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_video_browser_init</strong> - 5</li><li><strong>woo_slider_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_slider_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_automate_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page</strong> - false</li><li><strong>woo_home_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_page_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_blog_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_also_slider_image_dimentions_height</strong> - 144</li><li><strong>woo_single_post_image_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_single_post_image_height</strong> - 380</li><li><strong>woo_archive_page_image_width</strong> - 200</li><li><strong>woo_archive_page_image_height</strong> - 220</li><li><strong>woo_themename</strong> - The Journal</li><li><strong>woo_shortname</strong> - woo</li><li><strong>woo_manual</strong> - http://www.woothemes.com/support/theme-documentation/the-journal/</li><li><strong>woo_alt_stylesheet</strong> - brown_boxed.css</li><li><strong>woo_logo</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png</li><li><strong>woo_custom_favicon</strong> - </li><li><strong>woo_google_analytics</strong> - <script type=\"text/javascript\">

  var _gaq = _gaq || [];
  _gaq.push([\'_setAccount\', \'UA-703470-4\']);
  _gaq.push([\'_trackPageview\']);

  (function() {
    var ga = document.createElement(\'script\'); ga.type = \'text/javascript\'; ga.async = true;
    ga.src = (\'https:\' == document.location.protocol ? \'https://ssl\' : \'http://www\') + \'.google-analytics.com/ga.js\';
    var s = document.getElementsByTagName(\'script\')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);
  })();

</script></li><li><strong>woo_feedburner_url</strong> - </li><li><strong>woo_custom_css</strong> - </li><li><strong>woo_home_top</strong> - About</li><li><strong>woo_home_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_page_ex</strong> - </li><li><strong>woo_popular</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_content</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_resize</strong> - true</li><li><strong>woo_auto_img</strong> - true</li><li><strong>woo_home_width</strong> - 197</li><li><strong>woo_home_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_thumb_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_cat_nav_1</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_rotate</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_image_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_url_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_url_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_url_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_5</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_5</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_6</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_6</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_archive_content</strong> - false</li><li><strong>woo_search_content</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_menu</strong> - false</li><li><strong>woo_portfolio_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_port_in_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_port_prev_title</strong> - Thumbnails</li><li><strong>woo_port_prev_ins</strong> - Click on images below to load a larger preview.</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_a</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_a</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_a</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_b</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_b</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_b</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_c</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_c</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_c</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_d</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_d</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_d</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_minifeat_height</strong> - 110</li><li><strong>woo_nav_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_about_header</strong> - </li><li><strong>woo_about_text</strong> - </li><li><strong>woo_about_button</strong> - </li><li><strong>woo_button_link</strong> - </li><li><strong>woo_about_photo</strong> - </li><li><strong>woo_cat_box_1</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_box_1_image</strong> - </li><li><strong>woo_blog_navigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_subnavigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_permalink</strong> - </li><li><strong>woo_blog_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_featured_posts</strong> - 2</li><li><strong>woo_ad_header</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_header_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_header_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_top</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_top_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_top_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_top_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_content</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_content_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_content_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/728x90a.jpg</li><li><strong>woo_ad_content_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_300_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_300_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_ad_300_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_blog_cat_id</strong> - </li><li><strong>woo_the_content</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_mpu_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_3col_height</strong> - 150</li><li><strong>woo_ad_footer_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_cat_color_1</strong> - </li><li><strong>woo_pf_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_normal</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_portfolio_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_enable_all_category</strong> - false</li><li><strong>woo_bgr</strong> - darkblue.css</li><li><strong>woo_right_sidebar</strong> - true</li><li><strong>woo_archives</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_layout</strong> - blog.php</li><li><strong>woo_other_entries</strong> - 6</li><li><strong>woo_other_headlines</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_nav_footer</strong> - true</li><li><strong>woo_box_colors</strong> - </li><li><strong>woo_about</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_more1_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more1_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more1_url</strong> - </li><li><strong>woo_more2_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more2_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more2_url</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_url</strong> - </li><li><strong>woo_cat_ex</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_text</strong> - </li><li><strong>woo_feedburner_id</strong> - Feedburner ID</li><li><strong>woo_home_link</strong> - true</li><li><strong>woo_home_link_text</strong> - Home</li><li><strong>woo_home_link_desc</strong> - </li><li><strong>woo_header_layout</strong> - about.php</li><li><strong>woo_about_bio</strong> - </li><li><strong>woo_about_gravatar</strong> - </li><li><strong>woo_about_readmore</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_main</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_footer</strong> - </li><li><strong>woo_featured_layout</strong> - large_no_ad.php</li><li><strong>woo_ad_block_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_block_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-300x250-1.gif</li><li><strong>woo_ad_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_related</strong> - true</li><li><strong>woo_image_width</strong> - 430</li><li><strong>woo_image_height</strong> - 170</li><li><strong>woo_feat_alt_width</strong> - 130</li><li><strong>woo_feat_alt_height</strong> - 85</li><li><strong>woo_image_single</strong> - false</li><li><strong>woo_single_width</strong> - 180</li><li><strong>woo_single_height</strong> - 120</li><li><strong>woo_ad_content_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_homepage_image_link</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_left</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_right</strong> - false</li><li><strong>woo_minifeat_width</strong> - 218</li><li><strong>woo_pages_ex</strong> - </li><li><strong>woo_breadcrumbs</strong> - false</li><li><strong>woo_features_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_featured_tabs</strong> - </li><li><strong>woo_featured_category</strong> - Città di Potenza</li><li><strong>woo_featured_entries</strong> - 10</li><li><strong>woo_4col_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_flickr_id</strong> - </li><li><strong>woo_flickr_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_asides_category</strong> - Sport</li><li><strong>woo_asides_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ad_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_home_arc</strong> - false</li><li><strong>woo_tabs</strong> - false</li><li><strong>woo_popular_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_comment_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_video_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_content_feat</strong> - true</li><li><strong>woo_home_thumb_width</strong> - 247</li><li><strong>woo_home_thumb_height</strong> - 92</li><li><strong>woo_ad_top_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_250_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_250_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-250x250.gif</li><li><strong>woo_ad_250_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_flickr_url</strong> - Flickr URL</li><li><strong>woo_2col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_1col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_block_image</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/themes/livewire/images/300x250.gif</li><li><strong>woo_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_port_images</strong> - false</li><li><strong>woo_all_category_title</strong> - Categories</li><li><strong>woo_home_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_archive_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_show_carousel</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_home</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_mpu_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_author</strong> - true</li><li><strong>woo_home_one_col</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_image_width</strong> - 540</li><li><strong>woo_feat_image_height</strong> - 195</li><li><strong>woo_thumb_image_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_image_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_single_image_width</strong> - 100</li><li><strong>woo_single_image_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_post_size</strong> - false</li><li><strong>woo_single_thumb</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_footer_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-468x60-2.gif</li><li><strong>woo_twitter_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_twitter_username</strong> - woothemes</li><li><strong>woo_about_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_enable_blog_category</strong> - false</li><li><strong>woo_mid_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_email</strong> - </li><li><strong>woo_vidpage</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_video_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_thumb_width</strong> - </li><li><strong>woo_cat_thumb_height</strong> - </li><li><strong>woo_home_title</strong> - Latest from my blog...</li><li><strong>woo_portfolio_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_portfolio_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_resizer</strong> - false</li><li><strong>woo_twitter_user</strong> - </li><li><strong>woo_flickr</strong> - </li><li><strong>woo_delicious</strong> - </li><li><strong>woo_digg</strong> - </li><li><strong>woo_facebook</strong> - </li><li><strong>woo_linkedin</strong> - </li><li><strong>woo_lastfm</strong> - </li><li><strong>woo_youtube</strong> - </li><li><strong>woo_stumble</strong> - </li><li><strong>woo_content_home</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archive</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_inner_content</strong> - true</li><li><strong>woo_blog_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_mid_1</strong> - false</li><li><strong>woo_menupages</strong> - </li><li><strong>woo_intro</strong> - </li><li><strong>woo_featpages</strong> - </li><li><strong>woo_ex_featpages</strong> - true</li><li><strong>woo_featheight</strong> - </li><li><strong>woo_addblog</strong> - false</li><li><strong>woo_blogcat</strong> - </li><li><strong>woo_catmenu</strong> - false</li><li><strong>woo_about_button_1</strong> - </li><li><strong>woo_content_left</strong> - false</li><li><strong>woo_content_mid</strong> - false</li><li><strong>woo_image_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_not_mpu</strong> - false</li><li><strong>woothemes_settings</strong> - a:0:{}</li><li><strong>woo_button_link_1</strong> - </li><li><strong>woo_about_button_2</strong> - </li><li><strong>woo_button_link_2</strong> - </li><li><strong>woo_carousel_header</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_thumbnail_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_show_mostcommented</strong> - false</li><li><strong>woo_logo_left</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ex_cat_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list_footer</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_box_footer_1</strong> - false</li><li><strong>woo_image_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_archive_width</strong> - 140</li><li><strong>woo_archive_height</strong> - 90</li><li><strong>woo_ad_300</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_300_bot</strong> - false</li><li><strong>woo_exclude_pages</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_cats</strong> - </li><li><strong>woo_steps</strong> - Select Format:</li><li><strong>woo_contact</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_blog</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber</strong> - false</li><li><strong>woo_show_mpu</strong> - false</li><li><strong>woo_show_ad</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_below_image</strong> - /images/ad468.jpg</li><li><strong>woo_ad_below_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-728x90-2.gif</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_alt_colours</strong> - default.css</li><li><strong>woo_aboutlink</strong> - </li><li><strong>woo_side_image</strong> - /styles/clean-light/images/ad-120x240.jpg</li><li><strong>woo_side_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ads</strong> - false</li><li><strong>woo_disclaimer</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_subnav</strong> - </li><li><strong>woo_subnav</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_feat_height</strong> - 210</li><li><strong>woo_smallthumb_width</strong> - 56</li><li><strong>woo_smallthumb_height</strong> - 42</li><li><strong>woo_homepage</strong> - layout-default.php</li><li><strong>woo_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_tabber_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_left</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_right</strong> - false</li><li><strong>woo_mag_featured</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_mag_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_blog_navigation_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_embed</strong> - false</li><li><strong>woo_home_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_home_content</strong> - false</li><li><strong>woo_get_image_width</strong> - 190</li><li><strong>woo_get_image_height</strong> - 142</li><li><strong>woo_ad_200_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_image</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_url</strong> - </li></ul>