E tu che italiano sei?
Posted on 11. mag, 2020 by L.P. in Argomenti

Negli Stati Uniti, ma anche in altri paesi meno affermati economicamente, come la Spagna, per tacer degli altri, gli aiuti statali sono piovuti con diretta semplicità nelle tasche dei cittadini.
In Italia sono arrivate briciole buone per i passerotti, mentre per il resto Conte e la sua immane squadra di prezzolati esperti sta per partorire un mostro a cento teste. Il futuro decreto sarà di difficile lettura, immagino quindi di complessa applicazione e di scarso risultato.
Il perché l’Italia si ostini a essere complicata o dipende dalla mancanza di risorse o dalla dabbenaggine dei governanti o è il frutto di un mefistofelico intento di renderci la vita impossibile.
La terza e ultima ipotesi rimane la più tenebrosa ma anche la più affascinante.
Però non si scappa, una delle tre ipotesi è quella giusta. Dal momento che le prime due, non c’è una lira ovvero sono degli incapaci, hanno una facile giustificazione, mi soffermerò sulla terza.
L’italiano è un cittadino diverso dagli altri. Gode di una vasta immunità, in genere. Infatti se è debitore o se è un reo ha degli ottimi strumenti per tirare a campare senza problemi: il processo.
L’italiano in difetto trova sempre solidarietà, il che ci rende un popolo dalla grande umanità, una spalla su cui piangere e non di rado corre il rischio di diventare una vera e propria vittima.
L’italiano in regola, seppur anch’egli in buon numero, fa meno chiasso, è un invisibile, al più mugugna, ma obbedisce, quantunque si senta un po’ sfruttato. E’ come il fratello del figliuol prodigo, per lui non c’è mai una festa, il maiale più grasso da ammazzare e cucinare, il miglior vino da mescere. Ma, proprio per questa connaturata tendenza al sadismo, non si contano levate di testa dell’italiano in regola dalla notte dei secoli e finisce per fungere da cuscinetto per gli strali statuali.
E’ il prototipo del cittadino che ti fa sentire un’autorità, a te che governi, chè l’altro italiano ti disegna sempre come una macchietta, un inutile comandante la cui truppa se ne fa semplicemente beffa.
Ecco, quindi, che uno stato in difficoltà, rabbioso perché non può semplicemente portare la coppola con disinvoltura, impegnato come appare dalle continue emergenze e tragedie, per sfogare la sua compressa invidia nei confronti di quelli che pur in difetto campano cent’anni, si abbatte come un’ascia vichinga sull’italiano in regola, torturandolo. E così sarà anche col nuovo decreto: promesse, chiacchiere e tanta, e della peggiore, burocrazia.
Riassumendo in Italia esiste questo tipo di gerarchia: al primo posto l’italiano in difetto che se ne fotte di tutto e di tutti, paga mazzette, corrompe, si fa corrompere, viene raccomandato, imbroglia, salta le file, evade, eccetera, poi lo stato, e alla fine l’italiano in regola.
Il primo frega il secondo che frega il terzo. Attenzione, non è un cane che si morde la coda, quindi il terzo a sua volta non fregherà il primo, la corsa finisce lì.
E tu quale italiano sei?
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