Quando la giustizia funziona come un orologio
Posted on 21. lug, 2021 by L.P. in Argomenti
La consapevolezza, i marciapiedi e il magistrato.
Posted on 21. lug, 2021 by L.P. in Argomenti
Uno dei più elementari insegnamenti zen è la consapevolezza. Tale viene considerata l’attenzione riposta in ogni attività quotidiana, foss’anche lavare la tazzina sporca del caffè o allacciarsi le scarpe.
Anche nel camminare è necessario avere consapevolezza. Del movimento delle gambe, per esempio, della respirazione, del suolo che si calpesta. Ecco che quindi la consapevolezza diventa anche strumento di conoscenza approfondita di quell’attività che stiamo svolgendo.
Oggi ho camminato per un bel pezzo, ripetendo lo stesso percorso due volte perché avevo appunto mancato di consapevolezza e avevo dimenticato di trasportare un documento da un luogo a un altro. Ho deciso di farlo con consapevolezza e ….. ho avuto modo di conoscere lo stato dei marciapiedi nella mia città.
Le strade, beh, quelle le stanno rifacendo, mentre i marciapiedi versano in uno stato comatoso.
Brutti a guardarsi, difficili da percorrere, figuriamoci per un genitore col carrozzino o un anziano con la busta della spesa.
E allora ho pensato che se il grado di civiltà di un paese si calcola dai marciapiedi siamo messi male.
Poi ho pensato a chi un marciapiedi non ce l’ha, in TV si vedono realtà da terzo mondo simili, e ho maturato l’idea che bisogna accontentarsi e ringraziare il cielo che, al massimo, possiamo slogarci una caviglia. Certo un marciapiedi malridotto mal si concilia con una pressione fiscale fra le più alte al mondo, ma poi ti ricordi che bisogna pur mantenere burocrazia, vizi parlamentari, enti per raccomandati, bustarelle negli appalti, malavita, subappalti e inefficienze tanto varie quanto frequenti, illegalità spalmate equamente, indennizzi per galera gratuita o per un processo che dura troppo e altre mille sciocchezzuole, e, guardandoti allo specchio, ti fai il segno della vittoria con la mano destra e ti dici che è sufficiente ci sia la salute.
Certo ancora, se apri la TV ti dicono che la salute è a rischio se non vivi da galeotto volontario, mascherato e plurivaccinato e che anche così, speriamo che vada bene, e un momento di esitazione arriva, le certezze cominciano a vacillare, senti di aver bisogno di una speranza, prendi un amuleto e ti riempi le tasche, tocchi ferro e torni a pregare come un bambino a ogni ansia. Perché poi ti prende l’ansia.
Ma se ti ammali per l’ansia poi devi distrarti, uscire, fare un viaggio, curarti, evitare attività e luoghi che ti spediscono al buio, ma non puoi farlo se prima non arriva la visita fiscale, che non arriva se non il penultimo giorno di malattia, e nel frattempo non ti sei curato, ma devi tornare al lavoro e addio distrazioni, viaggio e cose belle.
Insomma sembra che siamo finiti in un labirinto senza uscita.
Ma l’importante è starci con consapevolezza. Facile che ti accorgi come i marciapiedi del labirinto siano fatiscenti come quelli della tua città, anzi sono quelli della tua città e allora …. Ti rassegni e pensi che magari per una bella vita sarà il caso di riprovarci. In un futuro più o meno prossimo. Magari rinascendo direttamente magistrato.
Inconsapevolmente
Posted on 15. lug, 2021 by L.P. in Argomenti
Buongiorno, vorrei entrare.
Mi dica la su password.
Luciano04.
Troppo facile, la cambi, per esempio può usare Wwert5***breHH87619_stumpfl
Va bene, me la scrivo.
Non le conviene, la impari a memoria.
Va bene. Ora posso entrare?
Mi mostri il pass vaccinale.
Eccolo.
Bene, ma il suo telefono non è protetto adeguatamente, ci pensi.
Va bene, posso entrare?
Mi dia tessera sanitaria, carta di identità e codice fiscale.
Aspetti, li cerco, eccoli.
Bene, li scannerizziamo. Ora lasci l’impronta, qui.
Indice destro?
No, tutte le dita.
Va bene. Posso entrare?
Manca il certificato penale, quello dei carichi pendenti e quello di avvenuto regolare pagamento delle tasse. Compili un’autocertificazione. Si metta lì e non ingombri la fila.
Ma ce ne è una anche al tavolo dove mi sta mandando.
E cosa vuole da me, io faccio il mio lavoro.
Vuole che le lasci anche il DNA?
Ovvio, glielo avrei chiesto. Si faccia tirare un capello.
No, ne ho pochi. Mi tiri un pelo da qui, aspetti che mi sbottono.
Immagino stia proponendo una cosa figurata, non vorrà davvero che le tiri un pelo da lì.
Ovvio, scherzavo, intendevo dire che non mi interessa più entrare, me ne vado.
Bene allora si accomodi all’uscita n. 4 per le formalità di rinuncia e uscita.
Posso suicidarmi?
Uscita 21, troverà uno psicologo, ma dovrà prima compilare i moduli.
(Finì male. L’avventore colpì il commesso con un calcio e gli morse un braccio. Morirono entrambi per l’agitazione. Non intervenne nessuno. Ma vennero girati dei filmati che puoi vedere su youtube, sottoscrivendo il relativo abbonamento).
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