Invalidità e indotto. Dal Quotidiano della Basilicata
Posted on 27. set, 2019 by L.P. in Argomenti
Lo ammetto, sono incontentabile.
Di fronte alla scoperta dei finti invalidi non mostro soddisfazione, ma rammarico.
Da che mondo è democrazia, in Italia, esiste un ammortizzatore sociale, non ufficiale, ma efficiente assai, che risponde al nome di invalidità.
Sembrerà putridamente banale, ma, da decenni, famiglie e famiglie campano grazie alle invalidità, vere o presunte, gravi o lievi, supposte o temute.
E non mi riferisco solo ai malati o finti tali. Mi riferisco a tutto il cosiddetto indotto, come procacciatori, medici, sapienti, avvocati e forse anche qualche altra categoria, se non compiacente, quantomeno distratta.
Penso, per esempio, ai tribunali che hanno sfornato invalidi come una catena di montaggio senza mai chiedersi come mai una regione immersa nel verde, petrolio a parte, licenziasse tanta salute precaria. Penso ai partiti, ai sindacati, patronati inclusi, che hanno alimentato filiere di tecnici dell’indotto, tutti distrattamente, ovviamente, o ingenuamente o con l’inconsapevolezza di essere italiani, e quindi più sensibili di altri popoli al malaffare quotidiano, alias furbizia chè tengo famiglia.
Ma comunque, a campare, con l’invalidità, ci sono eserciti di persone, tutte alacremente impegnate nell’operazione che una volta era riservata a Dio, e cioè la creazione.
Certo, qui si parla della creazione dell’invalidità, una sottospecie della creazione pura, ma tant’è, sempre di miracolo si tratta.
Io, cristiano nei cromosomi, penso con amorevole misericordia a quante persone ha sfamato l’invalidità, mettendoci dentro anche i figli e i nipoti e mettendoci pure i lussi che, specie nell’indotto, deve aver favorito, la creazione fantasiosa, geniale, dell’uomo inventore.
Dice ma quello lavorava era ricco di suo e pure l’invalidità falsa doveva fregarsi?
Bravo!, e i consumi chi li tiene vivi? Il professionista che fattura tutto quel poco che guadagna, l’impiegato o il mantenuto di cittadinanza?
Balordo che non sei altro! Qua, se saltano invalidità e delinquenza organizzata va tutto a catafascio. L’Italia si regge su queste solide e ufficiose basi, diamine.
Lo sapevano bene i democristiani di una volta che non storcevano il naso se un paesino viveva sulle invalidità.
Ma ora insorge la giustizia, perbacco. Con un ritardo biblico, nonevèro, non potendo ignorare quante sentenze dichiarative dell’invalidità venivano pubblicate all’anno.
Dice che in Basilicata non esistono industrie. Balle! Voglio proprio vedere se in Lombardia o in Germania esiste una fabbrica così magica come quella lucana delle invalidità.
E noi invece di essere orgogliosi, ora, la demoliamo? Ma siamo impazziti? E cosa mangeranno domani quegli avvocati che partecipavano al banchetto, per dire? Vengono a casa vostra, indistruttibili moralisti?
Ma veniamo a noi. Ho un’unghia che cresce storta, i calli e una leggera flatulenza, alitosi e forfora. Quindi invalido,irrimediabilmente invalido. Impossibilitato a tenere rapporti sociali, come immaginerete. Quindi anche un po’ depresso pureperché il Napoli lo scudetto non lo vince mai. Ah!, devo andare a visita? E poi dall’avvocato? Mi date gli indirizzi? Perfetto, a buon rendere. Come? Devo lasciare un acconto? Caspita, siete cari. Vabbè, tanto da oggi sono invalido a tutti gli effetti.
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