Draghi e Letta come Cip e Ciop.
Posted on 12. mar, 2021 by L.P. in Argomenti

Il PD è alla ricerca di una nuova fisionomia. Più elegante, raffinata e snob di quelle messe in mostra da Renzi e Zingaretti, che erano fisionomie quantomeno bislacche, stando ai nuovi canoni imposti dal draghismo.
Infatti i due hanno tanti punti in comune, dal comportamento, sobrio, raffinato e discreto, al modo di porgere, dalla conclamata caratteristica intellettuale a una altrettanto conclamata o presunta competenza.
Sono personaggi che non hanno dovuto scalare l’Everest per affermarsi, stavano già alla ribalta da sempre.
Nessuno li ricorda al momento della crescita: erano già cresciuti, fin dal loro primo giorno.
Ma devono avere anche tanto altro in comune, deve esserci un fattore di comune appartenenza a un mondo frequentato da pochi, ma tutti importanti.
Letta, già paracadutato sulla scena politica qualche anno fa, non ha retto per un rigurgito socialmente proletario di quella parte della politica alla strenua ricerca del salvatore della patria.
Ora può tornare perché Draghi gli copre le spalle, anzi lo sospinge, o soltanto gli ha riaperto la strada.
Draghi, Letta e altri, fanno parte di quel mondo del quale non si può che dire bene e del quale si sospetta il peggio; di quel mondo del quale il solo appartenervi qualifica; di quel mondo nel quale una zucca può diventare un diamante attraverso l’ovvietà, perché non è il singolo che viene giudicato, ma il gruppo a imporsi come potente, importante, cionondimeno all’apparenza elegante, raffinato e pure sensibile.
Un’aristocrazia potente che non ha aperto le porte neanche a un miliardario come Berlusconi e che oggi, con la trovata del governo di responsabilità, fagocita Salvini, già trasformato da bestia feroce a pecorella del gregge ed emargina Meloni, con l’obiettivo di sgonfiare entrambi.
Questi, già mutilati da un complesso di inferiorità sociale latente, smessi i panni della loro truce baldanza, ora non sanno che fare, col risultato che il loro è diventato un balbettio sempre meno ascoltato e sempre meno sostanzioso.
A destra, ovvero fuori dell’aristocrazia, la vita potrebbe essere meno dura di quello che sembra, a fronte del monopolio culturale e morale, supposto, della sinistra e della sua aristocrazia, solo si seminasse culturalmente. Invece gli intellettuali vengono emarginati senza diventare mai aristocrazia, facendo così un doppio danno: alla destra e ai suoi intellettuali.
Draghi e Letta parlano la stessa lingua e ora dominano la scena.
E’ un bene o un male?
Diciamo che è il risultato della mediocrità politica, della insufficienza dell’offerta politica e della immaturità di un popolo che con la democrazia ancora non ha confidenza.
E allora passa le chiavi, dopo un inutile tentativo, ai potenti, agli aristocratici, che c’hanno una laura (vera) e sanno come si fa, e magari ci lasciano spiluccare qualche briciola. Punto. Due punti. Punto esclamativo.
Commenti recenti