Un Vaffa salva la vita, o almeno aiuta un pò.
Posted on 29. nov, 2021 by L.P. in Argomenti
Le contraddizioni governative nelle misure anticovid costringono, per accettarle, a un vero atto di fede, cui è disposta la maggioranza degli italiani.
L’esempio tipico è quello del greenpass. Questo prevede libertà di movimento per i vaccinati. Cioè, se lo mostro, entro al cinema, al ristorante, in palestra, a teatro ecc. ecc.
La libertà di movimento che mi consente il passaporto comporta che io possa frequentare ambienti affollati, dove posso essere contagiato. Perché, è bene ripeterlo, il vaccinato può rimanere contagiato e, a sua volta, contagiare. Quindi non si può escludere a priori che un vaccinato sia per così dire a posto.
Ciò nondimeno io vaccinato, senza che nessuno mi controlli, posso, quindi, andare a cinema e infettare chicchessia. Se invece, anche se non vaccinato, mi facessi un tampone avrei la certezza che, almeno per quella sera, danni non ne farei anche se facessi la fila alla posta senza mascherina e cantando a squarciagola “o sole mio”.
Bene, lo stato italiano preferisce il greenpass e il vaccino al tampone, senza quindi avere nessuna certezza che io non possa fare danni.
Una scelta chiaramente bislacca, per non dire idiota, che apre il ragionamento sul perché mai si vada avanti, e con quanta sicumera, in questa maniera.
Al più, se proprio fosse vero, ma non vedo dichiarazioni certificate in tal senso, che i vaccini evitano i ricoveri, si dovrebbe pretendere (dico pretendere) la vaccinazione, ma, per frequentare cinema, teatri, ristoranti e quant’altro (come direbbe il già assessore) bisognerebbe chiedere anche il tampone.
Questo stando alla logica più elementare.
Ma di chiedere conto di questa assenza di logica dovrebbero incaricarsi i giornalisti innanzitutto, i quali godono di una posizione privilegiata in tal senso e sono a tanto debitamente titolati.
Il giornalismo italiano, però, non va oltre la cronaca, il raccontino e la pappagallesca ripetizione dei mantra governativi, senza porsi una domanda del tipo di cui sopra che pure meriterebbe di essere posta. Niente. Riescono però ad alzare la voce contro quei disgraziati dei no-greenpass che hanno dato da mangiare abbondantemente a molti col pagamento dei tamponi, togliendosi, presumibilmente, in molti casi, il pane di bocca. Perché in Italia, al contrario dell’Austria, per esempio, i tamponi si pagano.
Il giornalismo italiano, foraggiato da un consistente numero di milioni di euro (che si sappia) dallo Stato per fare da eco acriticamente alle proprie ragioni, quindi, si fa beffa della sua specifica funzione, preferendo procedere prono al servizio di quello Stato che fa dire a un Mario Monti in spolvero che l’informazione va confinata nei limiti di convenienza del governo. A posto!
Ce ne è abbastanza per evocare Grillo e il suo Vaffa, con la preghiera di tornare a farne uso, anche nei confronti dei suoi prodi che, delle bandiere iniziali del M5S, hanno saputo farne spazzatura.
Potrei provarci io a spendere un sonoro Vaffa, ma non sarebbe la stessa cosa. Meglio se a farlo fosse il suo ideatore, anche se, oggi come oggi, non è più granchè credibile.
In definitiva, considerato che della libertà non conosciamo neanche l’odore, della capacità di critica sappiamo farne a meno e che si può fare di noi quello che si vuole, basta che non ci togliete la Champions, vogliate gradire il mio più fervido augurio di una settimana di social e di talk-show, di terrore di Stato e di varianti, di miracolosi vaccini e di inutili tamponi, di Monti e di Draghi, di Salvini e Mattarelli, di decreti e di prese per il culo.
Commenti recenti