Ordine e disciplina, manca l’olio di ricino.
Posted on 28. feb, 2022 by L.P. in Argomenti

Ma sì, parliamone. In un momento nel quale l’Italia intera si commuove per la guerra in Ucraina, beninteso, solo davanti alla tv, val la pena accennare a come vengono trattati i migranti presso la locale questura, quando vi accedono, previo appuntamento, beninteso.
Per esempio, oggi, ventotto febbraio.
Fa freddo, a tratti nevica.
Gli immigrati vengono convocati tutti alle ore nove, dove cominciano un’attesa di ore all’esterno dell’ufficio, che non si presta ad accoglierne molti.
Devono stare buoni e zitti, non chiedere informazioni, altrimenti vengono redarguiti severamente. Devono pazientare. Un’ora, due ore ma anche tre o quattro se non di più.
Se qualcuno si azzarda a dire qualcosa gli viene detto “finiscila di dare fastidio altrimenti non ti faccio entrare proprio”, giuro, l’ho sentito io di persona, chiamato in soccorso da un migrante in attesa del rilascio del permesso di soggiorno. Alla mia osservazione di rimando che l’affermazione del poliziotto era gravissima, questi ha prima tergiversato, poi ha glissato.
I modi sono scostanti, poco urbani, finanche sprezzanti. Informazioni non se ne possono chiedere, se non dopo aver fatto tutta la fila che dura ore, fila che devono fare tutti, non solo quelli che devono chiedere un’informazione.
L’attesa al freddo, inutile, è evidentemente punitiva del solo fatto di essere lì, altrimenti non si spiegherebbe una convocazione per tutti allo stesso orario. Ogni pratica dovrebbe essere già istruita, ma invece sembra di no, a giudicare dalle lungaggini. Certo, consegnare un permesso già bell’e pronto non dura più di cinque minuti, invece ci vogliono ore. Se tutto il tempo che si passa lì è giustificato, chissà da cosa, vuol dire che l’organizzazione è scadente; se invece non è giustificato, si è liberi di pensare cosa si vuole.
La tanto declamata solidarietà? A farsi benedire. L’educazione? Passo. La gentilezza? Andatela a cercare in Giappone, dove sanno cosa sia.
No, non sono sgomento, né sorpreso, ma indignato, questo sì.
Un italiano pentito. Ecco. E ho fatto pure outing.
Quanto a chi dovrebbe dare un codice di comportamento, ovvero controllarne il rispetto, dovrebbe cambiare mestiere, ma rimarrà lì, al suo posto, magari anche con un encomio per i muscoli mostrati, vigliaccamente, ma ben mostrati.
A quel paese!
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