Campagna elettorale, promesse e procure.
Posted on 24. lug, 2022 by L.P. in Argomenti
Insomma siamo in campagna elettorale.
A destra già ci si attrezza con le fregnacce, alias promesse elettorali, mentre a sinistra, troppo seri per raccontare frottole, sicuramente più prosaici, stanno facendo scaldare i muscoli alle procure; non funziona sempre, ma fa brodo.
L’umanità italiana ha un cospicuo numero di rispettabili cittadini che si accontentano di parole vuote e di affermazioni senza controllo, come quelle tipiche di Berlusconi, davvero inimitabile, anche se Salvini studia da primo della classe a riguardo. V’è un ulteriore cospicuo numero di italiani che non ci crede e questi sono in vistoso aumento. Poi ci sono i seguaci della sinistra: mantengono un numero abbastanza stabile, perché governano sempre, anche se non vincono. Sono privi totalmente di idee, neanche le frottole sanno inventare, ma, come si dice, fanno squadra, o gregge, o branco, tiè, sempre pronti a sbranare l’avversario accusandolo anche dell’incendio della fontana di San Gerardo o a difendere il proprio sodale. Spocchiosi, sanno sempre come si fa e come andrà a finire, salvo vivacchiare succhiando il sangue a ogni governo. Hanno la capacità, se non vera arte, di sposare cause secondarie che abbelliscono con effetti speciali, propagano coi microfoni di mille testate, duemila emittenti radio e tutte le TV, salvo mostrare l’umanità più becera davanti a un sigaro, una barca a vela, un cachemire.
Quindi il panorama è misero.
Beninteso, a me Draghi non scendeva proprio giù: munito della prosopopea e della spocchia tipica di sinistra, con un’alea di nobiltà, sfacciatamente legato ad ambienti che con l’umanità e l’interesse del popolo davvero non hanno niente da spartire, curriculum impeccabile, bravo per antonomasia, alla fine dove stavamo siamo ora, con l’aggravante che nessun problema è in via di risoluzione e solo i debiti sono stati contratti ad arte.
Conte e i suoi prodi, Salvini e i punti dei suoi ragionamenti che, fatalmente, numera con le dita della mano partendo dal pollice, Letta e il suo latente bersanismo, fatto di metafore meno rozze ma ugualmente ridicole, Di Maio e il suo terzo mandato, costi quel che costi, anche fare un nuovo partito, Berlusconi e la pensione minima a 1.000 euro, Brunetta che lascia Forza Italia, con la bellona e la zia acida, Toti e i suoi guanciotti teneroni, Meloni e il suo romanesco, Speranza e la sua tristezza congenita, offrono poche chanches di risalita verso un benessere economico auspicato da tutti ma chissà poi se tanto necessario.
Fossi uno che conta nel centro destra indicherei Tremonti come prossimo primo ministro, chè i tre moschettieri non mi ispirano nulla se non risolini isterici o grasse risate o, ancora, indifferenza politica, avessi influenza invece nel centro sinistra, invece, non saprei chi indicare, stante il livello uguale, mediocremente uguale, di tutti i suoi adepti e papabili.
L’ipotesi di fare un gesto politico di astensione, non è da escludere a priori, ma aspettiamo che i partiti partoriscano le loro liste, che, fatalmente, non sorprenderanno nessuno, purtroppo, ma è bene aspettare. All’esito sarebbe il caso di fare la scelta -politica- dell’astensione, quale gesto -politico- di rifiuto di una classe politica che ha avuto la necessità di babbo Draghi anche per pulirsi il culetto e lavarsi i denti.
Certo, le vacanze aiutano a disertare la campagna elettorale, della quale arriverà una sbiadita eco sotto l’ombrellone o in bici per chi pedala. Né farà ingresso nei locali dove si sfornano pizze o dove si beve.
E questa pure è una conquista di civiltà.
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