Votare, ovvero provare a scegliersi il boia
Posted on 30. lug, 2022 by L.P. in Argomenti

Mentre a sinistra si fa la conta di chi ci sta o meno, giammai a proporre un serio programma, ma di chi vuole combattere la destra, che, pure, come programma politico ha la sua bella coerenza con la pochezza mostrata, anche, in occasione dell’avventura con Draghi (a proposito mai innamorato fu scaricato con cotanta rapidità), a destra si va sul concreto.
Pensioni minime sulla soglia dei mille euro per darsi ai bagordi e, nientepopodimenoche, una dentiera per tutti. Berlusconi punta evidentemente sui coetanei, di prima battuta. Il contorno va immaginato: a parte qualche ulteriore sortita, che potrà riguardare l’assistenza medica gratuita per gli animali o un biglietto gratis all’anno per la squadra del cuore, avremo il refrain incentrato su pace fiscale e flat tax.
Giorgia Maloni, forse poco capace a sparare balle, ha avvertito gli alleati che giammai vanno promesse cose non attuabili, ma è un autogol, perché se a sputtanarli, dico Berlusconi e Salvini, è un’alleata, beh, ci vuole stomaco a continuare a illudersi che il paradiso sia dietro l’angolo. Anche i più tenaci sostenitori dello slogan per lo slogan potrebbero avere difficoltà. Quindi presto Giorgia Meloni o prometterà qualche regalia a qualcuno o passerà per un’avara. Insomma se neanche in campagna elettorale una politica di professione (pare sia nata già in Parlamento) ha cura degli italiani, figuriamoci nella vita parlamentare, che segue le elezioni per quel periodo di realismo crudo che accompagna alla prossima campagna elettorale.
In Italia, ma anche, vivaddio, in Basilicata, cambiare colore politico dei governanti significa solo assistere alle manifestazioni di ingordigia di chi ha vinto, ai miracoli di San Gerardo (collaboratori politici a 1.000 euro al mese, o vecchi militanti, che diventano esperti e competenti direttori di massimi enti) e al generale pressappochismo amministrativo.
Raccontiamone una.
Arpab e Parco Regionale del Vulture. Due nomine bipartizan (alias consociativismo, o divisione degli incarichi) assolutamente e soltanto politiche, senza opposizione alcuna, nonostante siano scelte scellerate, proprio perché solo politiche e irridenti la preesistenza di requisiti specifici, giacchè evidentemente concordate con il classico e altamente democratico metodo dell’uno a testa, basato esclusivamente sulla più spudorata meritocrazia, pardon, appartenenza, ma ora si chiama così, la meritocrazia.
Nel frattempo al Consiglio Comunale di Potenza salta il numero legale e non vengono riconosciuti debiti sacrosanti fuori bilancio. Irresponsabili o grandi tattiche della più sofisticata politica?
A me sembra solo che sia stata consegnata una potente macchina a neo patentati che non sanno discernere fra i dispetti e la responsabilità, confondendo i primi con la seconda e viceversa.
Sì, anche per questo non voterò.
Non ho voglia di contribuire a mandare qualcuno in Parlamento a prendersi gioco degli italiani. Fatelo voi che siete responsabili, che amate partecipare e sapete bene quali siano i doveri civici. Io passo. Non mi sembra dignitoso scegliermi il boia, questa scelta fatela voi che ne capite, io l’elemosina continuo a rifiutarla.
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