Il calcio di Cantiere Aperto. Salernitana Napoli, il derby della noia.
Posted on 22. gen, 2023 by L.P. in Argomenti

Una squadra in sofferenza per eccesso di umiltà e un’altra perdutamente innamorata di se stessa che provano a dare spettacolo secondo canoni che, in buona parte, ormai, frantumano la pazienza dello spettatore più paziente. Tolta la passione del supertifoso, infatti, Salernitana Napoli è stato uno spettacolo ammorbante.
La Salernitana scende in campo col chiaro intento di non prenderne altri otto e da questo punto di vista ha vinto la sua partita. Del resto Nicola, buon comunicatore, assunte le vesti del mendicante grato dello spicciolo, ha accettato di essere maltrattato da Iervolino, subendo il licenziamento e accettando di ritornare solo perchè nessuno tra i contattati aveva la giusta nobiltà o, se ce l’aveva, ha sdegnosamente rifiutato. Qualcosa significherà.
E dicevo, Nicola, novello mendicante di panchina, invece di mandare a quel paese Iervolino, non al momento del licenziamento, ma al momento della richiamata, ha trasmesso gli stessi valori alla squadra che, con dedizione, ha accettato di giocare solo per prendere pochi gol. Non che potesse ambire a altro, ma rinunciarci a prescindere non è calcio.
Il Napoli invece ha preso le sembianze del Barcellona di dieci anni fa, solo che oggi, il passaggio all’indietro fa venire l’orticaria. Non è il primo Napoli di quest’anno, altrimenti ne avrebbe fatte dieci, ma un Napoli vanitoso che, pur potendo fare meglio, con nobile discrezione preferisce giocare come il gatto col topo, chissà se perchè ha meno birra o perchè si è montata la testa.
Risultato finale: due palle!
Il magnificato Lobotka che si spreca in passaggetti inutili da geometra in pensione, quando sa fare molto meglio, un Kim appesantito, uno Zielinski meno efficace, quasi banale, sono il segnale di una preparazione fisica carente abbinata a una vanità crescente.
Dovranno correre ai ripari anche se perdere il campionato è quasi impossibile.
Ora, parliamoci chiaro, il calcio non è, non può essere solo il risultato, sull’altare del quale sacrificare ogni ipotesi di bellezza. Il calcio si gioca negli stadi per fare spettacolo. Ve la immaginate una rappresentazione teatrale che faccia sbadigliare? Il calcio non può essere solo dei supertifosi, altrimenti non avrebbero spezzettato le giornate per farcele vedere tutte alla TV; è uno spettacolo che può essere entusiasmante: un bel dribbling entusiasma come un gol. Quindi anzichè passarsi la palla mille volte, per cambiare il fronte dell’attacco e mettendoci una vita, riuscendo addirittura, a volte, a tornare dal portiere quando si era arrivati al limite dell’area di rigore, è da sadici, da pomodori in faccia, cazzo.
Oppure vedere undici giocatori rinchiusi in area per non prendere troppi gol, cioè perdere già prima di cominciare, non è un bello spettacolo, visto che ci privano anche dello spettacolo dell’umiliazione dell’avversario, come avveniva una volta nell’arena dove o si era eroi o superuomini o si moriva (lo dico ovviamente figurativamente). Se non è ricerca del colpo a effetto, del gol, della giocata, in ogni momento della partita, diventa, una partita di calcio, da guardare come si può essere spettatori di una partita di bridge. Una cuglia, per dirla alla maniera potentina.
Conclusioni: la Salernitana quei punti che ha li ha fatti giocando, non negando ogni sua capacità a priori. Nicola riconquisti dignità: essere troppo disponibile, fino all’umiliazione, gli darà un paio di giornate in più in panchina e un altro calcio in culo a breve. Il Napoli smetta di fare il Barcellona d’altri tempi e rivedesse la preparazione atletica: se l’Atalanta ne ha fatti otto alla Salernitana, il Napoli non può arrivare a farne solo due fra sbadigli e messaggini alla fidanzata.
Cantiere Aperto.
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