Odio Sanremo.
Posted on 27. gen, 2023 by L.P. in Argomenti

La dimensione delle guerre, oggi, è data dalla loro adattabilità a ogni contesto.
Da fenomeno tragico, il peggiore dell’umanità, a discorso, pigro, da bar, ma ora anche da spettacolo leggero in mondovisione.
Zelensky a Sanremo, come i Duran Duran, Albano o Zucchero: una star per fare audience. E lui che si presta.
Cioè, mentre il suo popolo combatte, lui sfila in TV, fra ballerine, coriste, tromboni e Amadeus. Strano che non lo abbiano già propinato a “il parente misterioso”, anche se con passaporto da 3.000 e performance artistica.
Ci deve essere un secondo fine in questa apparizione, non può essere figlia dell’approssimazione o del desiderio di far finta di essere impegnati in qualcosa di serio, tremendamente serio, fra una canzone e l’altra, un costume e l’altro.
Che poi, a dirla tutta, trovate del tipo snaturano la tragedia guerra a spettacolo, come già abbondantemente si prova a fare da più parti. Quasi a indurci a credere che anche la guerra sia virtuale. Fra poco arriveranno tours guidati fra le trincee, facce incredule proveranno a imbracciare un mitra ripresi da telecamere insinuanti e verrà nominato il più bel soldato, il migliore in campo e la migliore sortita offensiva.
Il governo approva ogni tipo di fornitura militare, anche i 5 Stelle, pare, pur avendoci fatto campagna elettorale contro, a organizzare tutto un supercompetente, come Crosetto, mentre si invita la Russia, visto che i nuovi carri armati arriveranno fra mesi, a fare in fretta.
Sembra tutta una scena del teatro dell’assurdo. Cioè, io Germania decido di armare l’Ucraina e lo dico col megafono? Comunque spero tanto che i Maleskin, con le loro mise, e Lorella Cuccarini vogliano, alla fine, con Zalensky, offrirci un balletto che diventi, come si dice oggi?, ecco, virale, sono convinto che il popolo ucraino e gli italiani gradirebbero, con l’invidia del resto del mondo. Il made in Italy continuerebbe a trionfare e la guerra potrebbe continuare sigla munita.
Capisco lo spettacolo che vuol farsi bello con la politica e le tragedie, non capisco la politica tanto pronta a sputtanarsi da non vedere l’ora. Viviamo l’epoca nella quale le lacrime di gioia per una coppa del mondo sono uguali a quelle dei parenti delle vittime di una guerra. L’enfasi è uguale, anzi, il campione che vince ne gode addirittura di maggiore.
Bene oggi mi commuovo perché Meloni non si separa dalla figlia, perché Ronaldo è triste o per un missile che fa una strage? Bah! Non c’è partita, vince Meloni.
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