Modalità banana
Posted on 28. gen, 2023 by L.P. in Argomenti

Continuo a meravigliarmi sul come si sia appiattito il livello comune del linguaggio e dei contenuti negli interventi dei personaggi pubblici o meno pubblici.
Innanzitutto i vocabolari si sono ridotti in maniera seria, poi il linguaggio si è standardizzato e i luoghi comuni, le autocelebrazioni e l’ovvio sono diventati, tutti, la struttura di ogni discorso, anche se già preparato, scritto per tempo, meditato e cos’altro, segno tangibile che di più proprio non è possibile.
Colpa delle scuole? Colpa della democrazia? Vai a capirlo.
Certo è che il panorama non cambia se si parla di politici, ministri, alti dirigenti, funzionari, alti magistrati, figuriamoci se poi sindaci, assessori, presidenti, procuratori o cos’altro.
Che poi uno finisce col chiedersi “ma, diamine, ma un libro lo leggono ogni tanto?”
Sentire le interviste in TV, i talk-show, i servizi dei telegiornali, che si tratti di una conferenza stampa, del messaggio del Presidente o di quello del Papa, dell’inaugurazione dell’anno giudiziario o dell’annuncio di uno sciopero a oltranza, non si va oltre l’ovvio, per condimento anche mal detto.
Salviamo, però, le eccezioni. Parafrasando Morandi potremo dire che “uno su mille ce la fa”, a essere all’altezza del ruolo, dico, a parlare bene, ad avere un suo stile, a dire cose di sostanza.
Sarà che hanno vinto i terrapiattisti, cioè i fanatici del livellamento in basso, quelli che intelligente è noioso o meglio ancora colto è uno strano.
Siamo tutti figli di Amadeus, Carlo Conti e nipoti di Pippo Baudo, grandi professionisti, perbacco, sì, ma dell’ovvio.
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