26 centesimi per il servizio più due euro per la banca, un mesetto di attesa e il certificato è tuo.
Posted on 15. mar, 2023 by L.P. in Argomenti
.jpg&h=380&w=280&zc=1&q=90)
Viviamo una stagione, nonevèro, in cui il progresso macina chilometri su chilometri, si dimostra infaticabile e detta nuove norme comportamentali di tutto beneficio per l’umanità.
Al Comune di Potenza, infatti, non si fanno più le file agli sportelli, il che costituisce una conquista di civiltà, cavolo. Certo mancano le chiacchiere e le relazioni che una fila stimolava, tipo il “Ah!, sti socialisti” di una volta, ora devi raccontartelo da solo mentre, che so, vedi il TG e sfila un politico.
Le file allo sportello sono state sostituite dagli accessi telematici che funzionano pressapoco così:
il 28 febbraio fai la tua bella richiesta di un certificato, tipo di residenza, specificando che il certificato va rilasciato in carta libera, cioè senza la vecchia marca da bollo.
Dopo 17 giorni, che non sono uno scherzo, ma neanche l’eternità, suvvia, brontoloni del piffero, il Comune si ricorda di te e ti scrive una bella letterina, recapitata con tutte le cerimonie che una pec comporta, dove più o meno leggi che per il rilascio del certificato, sebbene esente da bollo, bisogna pagare i diritti di segreteria, e ci mancherebbe, non fosse che per la solerzia, pari a ben 26 centesimi. La richiesta che, alla fine, è ingiusta, ma non esosa, però va assolta attraverso un bonifico o bollettino postale, che comportano una spesa che va da un euro a due euro, importo che intascano le banche. Cioè la meccanizzazione a me, cittadino, comporta solo un tempo di rilascio di, finora, 17 giorni, ma che diventeranno chissà 25, 30, boh, e alle banche un cospicuo e ingiusto gruzzoletto. Una mediazione bancaria imposta come quando eri piccolo e il medico ti introduceva la supposta. Dire che sono soldi rubati è reato? Non lo so, ma è un cincinin liberatorio.
Nella lettera che ti avvisa dell’obolo bancario, ti si dice anche che per ritirare il certificato allo sportello, quando sarà pronto, non viene infatti indicata una data perchè cazzo non sappiamo neanche se arriviamo a domani, diamine, occorre prenotarsi telefonicamente, altrimenti …. boh! Ovvio che al telefono non rispondono neanche se ti raccomandi al Padreterno (giuro ho testato il servizio personalmente e non mi hanno risposto in un arco di oltre un’ora), quindi occorre sperare che il certificato ti venga recapitato per pec. E dico sperare perchè la comunicazione non dice niente. Quando?
E che palle, sempre con questa fretta.
Ma la meccanizzazione, se non sveltisce, e non sveltisce, anzi, perbacco, rallenta in maniera spericolata, se non fa risparmiare, se fa guadagnare solo le banche, che già, poffarbacco e baccone ti spellano di loro, a cosa piffero serve?
Mistero dei misteri.
Ora la domanda più pertinente è: funziona così solo il Comune di Potenza o tutti i comuni d’Italia funzionano così?
Ho la prova che molti Comuni non chiedono soldi, alias marchette bancarie o per diritti di segreteria, e rispondono nel giro di un paio di giorni massimo.
C’era un sistema che funzionava, per la verità, gratuito e velocissimo e quindi è stato prontamente dismesso. Non sia mai che una cosa funzioni bene in Italia. Quindi, ciccia.
L’Italia prona subisce e il Comune di Potenza si sta specializzando in cilentanizzazione dei comportamenti, cioè, con calma, per piacere, seppur pagando e quando cazzo ci piace a noi.
Che dire? Niente, solo che cotanto efficiente scassamento del sistema riproduttivo è nel suo genere un’eccellenza.
Viva il Comune di Potenza, esempio di pubblica amministrazione efficiente, dove la burocrazia ha i connotati delle officine di un tempo, quando entrarvi comportava una buona dose di coraggio e una pazienza biblica, e dove o si è soddisfatti o non si è rimborsati.
Per dire, of course.
Commenti recenti