Visioni.
Posted on 04. apr, 2023 by L.P. in Argomenti

Ai politici di oggi, non so fino a che punto anche a quelli di ieri, manca una visione del futuro. Tale deficit, che è di sostanza, non avendo nulla di utile per la comunità un politico che non ne abbia, insomma stanno lì per questo, è causato dalla impossibilità di avere due visioni contemporaneamente.
La visione che li sostiene è quella di se stessi: diventano consiglieri? E si vedono assessori. Da assessori si immaginano con la striscia tricolore. Da sindaci a Presidenti di regione e poi onorevoli, ministri e chissà qualcuno che ha una seria visione di se stesso, anche primi ministri.
Del resto chi mai dubita delle proprie capacità, soprattutto in un momento nel quale non se ne richiedono?
Ecco, forse una volta si riusciva a far coesistere le due visioni nella convinzione che, averne una buona del futuro, significasse poterne avere anche una di se stessi.
Vi renderete facilmente conto che, avendo in testa programmi ben precisi sul proprio personale futuro, che prevede, quali combustibili, ambizione e stipendio congruo, ma diavolo cosa cappero può importare se, per esempio, una città o una regione languono? In definitiva, e continuo con gli esempi, che un cantiere rimanga aperto, ma non operoso, per un tempo tanto indeterminato da sembrare immutabile, ma che gliene frega all’amministratore di turno?
Potenza e la Basilicata ne sono fulgido esempio.
Entrambe le amministrazioni nate sotto la stella illuminata e illuminante dell’epocale cambiamento, stagnano fra buchi finanziari e buche nelle strade;
fra sistemazioni di fedeli adepti (con riconoscimento doveroso e politicamente corretto anche di poltrone per gli avversari, che, sentitamente ringraziano e non fanno opposizione) e slogan rassicuranti (che, poi, rassicurano solo loro stessi); fra tavoli (si dice così, burple) e compromessi, percorsi e definitivi “detto questo”.
La scena è talmente scadente da preferire gli stucchevoli convegni di presentazione del tal libro o la partita del Potenza, con annessi rigori sbagliati, sempre dallo stesso calciatore che, evidentemente, sa davvero e sempre sbagliarli (l’importante è saperle prima certe cose per potersi regolare).
Dopo più di qualche anno di questa minestra, nonevèro, si potrebbe obiettare che, cavolo, uno pure può meritarsela qualcosa di meglio. E invece no! Stiamo pagando il conto di quella irresponsabilità civile che ci ha portati a mendicare una raccomandazione anzichè studiare di più e provare a meritarsela qualcosa.
I media, infine, sono davvero crudeli. Arrivano a parteggiare, quasi tutti, anche in zona, per una parte politica, per fini sicuramente non nobilissimi, ma di bottega, perpetuando quella mancanza di visione che dal politico si trasferisce, pari pari, all’informazione e poi alla cultura (quelle tracce rinvenibili) e alla conduzione di enti, club e associazioni varie (queste non mancano mai e sono come i quotidiani, letteralmente per lo più impalpabili).
Fortuna che esistono le letture buone, la Champions, la musica, i film, altrimenti varrebbe la pena di optare per una scelta minimalistica, tipo fare il barbone o clochard (a seconda se si è di destra o di sinistra, che balordi).
Il barbone, o clochard, ha di nobile, che, pur fra mille stenti, non alimenta questo sistema neanche con un nichelino di zio Paperone (fumetto statunitense, ma regolarmente tradotto in italiano, per la serenità di Ramelli), il che lo erige a eroe di questi tempi. Il secondo posto, in questa ideale classifica di eroi, va agli evasori e il terzo va ai disoccupati. Sarà per questo, e non per altro, che la nostra repubblica (tutti in piedi) è fondata sul lavoro.
Che roba.
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