Depressione iperattiva, ovvero: Sessantotto e Berlusconi, gli ingredienti del nuovo nulla.
Posted on 25. ago, 2019 by L.P. in Argomenti, Attualità, Città di Potenza, Commenti, Regione Basilicata

Da Berlusconi in poi la politica è cambiata. Ha cambiato linguaggio, dai partiti si è passati alle persone simbolo; dando l’impressione di volersi avvicinare alla gente, ne ha mutuato i toni da strada, fingendo di essere più decifrabile, rispetto al “politichese” e rifuggendo ogni tipo di ideologia, tanto da sembrare, oggi, tutta dello “stesso sapore”, come i gelati statunitensi di qualche anno fa che cambiavano colore ma non sapore.
Infatti certo non può essere distinta la politica sui migranti di un Minniti e di un Renzi (aiutiamoli a casa loro) da quella di un Salvini che ha provato a chiudere i porti, per la verità più a parole che coi fatti.
Se parli con un politico dei nostri giorni, lui stesso non sa se definirsi di destra o di sinistra, o, anche quando lo fa, se ci parli gli senti dire cose che una volta sono tipicamente di destra e una volta di sinistra.
Non si tratta delle conseguenze del crollo delle ideologie, ma del crollo del ragionamento politico, che, è bene dirlo, non poggia più né su fedi radicali, né sullo studio, ma solo sull’opportunità del momento per quei pochi che si avventurano nella politica con la speranza di trovare uno stipendio e quell’autorevolezza altrimenti mai raggiungibile.
La scuola non mi sembra che formi come qualche decennio fa, poche nozioni appiccicate con la saliva, con pochi cervelli che ben presto capiscono che qui non si può crescere.
E’ come se la massa della popolazione mondiale sia stata espropriata di ogni capacità critica, proprio attraverso una scolarizzazione sempre più flebile. Non dico una stravaganza se affermo che culture solide siano ormai un vezzo costosissimo, intraducibili nell’unica cosa che appassiona, cioè il guadagno, e quindi corollario per lo più di pochi ricchi gaudenti del tipo depresso iperattivo.
Ogni tentativo di approfondimento, nello studio siccome nelle professioni, rimane appannaggio di pochi strambi, la stragrande maggioranza preferendo quel tipo di approfondimento light tipico da wikipedia, ricerca su google o passaparola, approfondimenti paragonabili ai Bignami di una volta.
E quindi la politica oggi sembra accessibile a tutti, per il semplice motivo che quelle ovvietà che si sentono finanche dal Presidente della Repubblica, sono davvero alla portata di tutti.
E questo da Berlusconi in poi. Dopo il sessantotto, la seconda rivoluzione culturale, e si badi bene, tutt’e due in peggio, è quella berlusconiana. Dal diciotto politico del sessantotto al ricco che gioca a fare lo statista. Questi due momenti hanno dato la stura a un processo democratico nel senso deleterio del termine: cioè non solo pari opportunità per chiunque, ma uguale possibilità di raggiungere una meta, senza verifica dei requisiti.
L’Italia si è impoverita, culturalmente e spiritualmente, per finire alle comiche di un governo nato in vitro, morto per un colpo di sole e di un altro governo che si appresta a nascere in laboratorio. I cervelli, invece, non nascono in laboratorio, ma finiscono presto nel congelatore.
Alla tedesca. Jawohl! Editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 01. giu, 2017 by L.P. in Argomenti, Attualità, Politica nazionale

E allora pare che si voterà presto, a settembre addirittura, sempre che la nuova legge elettorale venga pubblicata. Si parla di un sistema elettorale alla tedesca, anche se c’è da aspettarsi sempre qualche italico accorgimento, di quelli decisivi per essere bocciati dalla Consulta, per dire.
La scelta sembra essere scaturita dalla possibilità di una coalizione più o meno allargata, da realizzare a urne chiuse, come una volta suvvia. Il tempo del maggioritario è passato, colpa del M5S, contro il quale anche cani e gatti diventano amici.
Potremmo ritrovarci Brunetta ministro di Renzi e Alfano a faticare: due possibili scenari, ma altri mille possiamo immaginarci, come per esempio Alfano che rientra in Forza Italia o Verdini che si propone quale nuovo autista di Berlusconi.
Il tentativo è quello di eliminare gli estremi. In tempi di revival, vista la resurrezione del proporzionale, Articolo Uno potrebbe tornare a chiamarsi Partito Comunista Italiano e Fratelli d’Italia Movimento Sociale Italiano. L’accoppiata Renzi – Berlusconi interpreterebbe, invece, la parte del centro-sinistra di una volta. Se anche il mago tornasse sulla panchina dell’Inter o Graziani e Pulici tornassero a segnare per il Torino, il quadro sarebbe perfetto.
Una sorta di restaurazione dell’Ancien Regime italico, per dire, con l’aggiunta del web, un tantino di globalizzazione della mediocrità e un carico da novanta di supponenza e arroganza.
Quando parlavano i democristiani o i socialisti, ma anche i comunisti i liberali e i missini, dell’epoca, infatti, il loro eloquio era scorrevole, forse un pò criptico, ma finanche elegante o fantasioso. L’uso dello slogan era talmente raro da risultare gradevole e originale. Non mancava mai un riferimento seriamente politico al domani se non addirittura al dopodomani. Poi i difetti erano gli stessi: debito pubblico e tassazione sempre crescente, ma anche riformismo non esagerato e talvolta finanche brillante (penso per esempio alle poche -questo è un evidente pregio-
rivoluzioni dei codici di procedura) e comunque ricordo, sempre per esempio, che una volta una causa durava molto anche per i ripetuti rinvii che chiedevano le parti, sempre accordati benignamente da una magistratura tollerante a dispetto di oggi; ora le cause non vengono mai rinviate su richiesta delle parti ma durano comunque di più. I nuovi eroi parlano solo per slogan, hanno una dimestichezza bislacca col vocabolario della lingua italiana e pensano più ad apparire che a fare seriamente politica.
Renzi da rivoluzionario rottamatore, però, a restauratore coalizzato con Berlusconi, ha fatto un salto triplo anche carpiato che Klaus Dibiasi era un pivello.
Ma almeno si voterà, diamine, e chi governerà avrà finalmente piena legittimazione e a chi lamenta che votare a settembre o prima della fine della legislatura, e che legislatura!, sia un danno, possiamo rispondere che per gli italiani difficilmente è ipotizzabile un maggior danno di quello provocato negli ultimi anni.
Una proposta provocatoria: per le prossime candidature, cari partiti, fareste bene a predisporre test attitudinali tesi a escludere semidei e bambole e bambolotti, pregiudicati e condannati, anche dalla Corte dei Conti, evidentemente, quantomeno, sempre che lo riteniate giusto, altrimenti fate come credete, tanto, ormai…..
Splenetenetonete del 3 febbraio, Mons. Todisco, Berlusconi e storie ai confini della realtà
Posted on 03. feb, 2017 by L.P. in Amenità, Città di Potenza, Politica nazionale, Regione Basilicata, religione
Perle napolitane
Posted on 11. feb, 2014 by L.P. in Argomenti, Attualità, Politica nazionale

http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/perle-napolitane-12223.php
Il colpo di stato
Posted on 27. set, 2013 by L.P. in Argomenti, Attualità, Commenti

La vicenda Berlusconi non cessa mai di stupire.
Brunetta ha affermato che se Berlusconi venisse estromesso dal Parlamento verrebbe violata la costituzione.
Ragionando in questi termini, facendo sillogismi fatti in casa, arriveremmo al paradosso che eseguire una sentenza definitiva significa violare la costituzione. Diabolico.
I parlamentari del PDL, con una fune alla gola, stanno consegnando le loro dimissioni, obbedendo non alla coscienza ma al padrone, che, come li ha portati lassù, ora vuole che facciano un passo indietro se proprio lo deve fare lui. Consequenziale, suvvia: se le carriere politiche dipendono da una persona sola, mi sembra anche giusto.
E’ il risultato del sistema elettorale che vuole l’elezione di chi sceglie il capo. Non si pretende più una coscienza, ovvero una responsabilità nei confronti di chi ha votato, consentendo loro l’entrata nella casta delle caste, no; esiste solo un debito nei confronti del capo del partito cui si appartiene.
Basta questo per renderci conto di quanto poco democratica sia questa democrazia.
La democrazia si bassa essenzialmente sulla responsabilità, ma se i parlamentari non lo sono, è evidente che il nostro voto non serve a nulla.
Chi ci dà il conto di queste dimissioni?
Le ha decise il popolo del PDL, prima ancora che di Forza Italia?
Sono il frutto della volontà popolare?
O sono la dimostrazione che Berlusconi comanda un manipolo di mercenari disposti a tutto, pur di vedersi garantita la profumata paghetta?
Quella che sembra la manifestazione di una coerenza politica e di un’etica alta, è invece uno schiaffo in faccia alla democrazia.
D’altronde non si discute la leadership politica di Berlusconi, chè politica si può fare anche non sedendo in senato. Non si discute del futuro dell’Italia. Non si discute di idee, proposte, progetti; no!, si discute del destino di una persona che, a torto o a ragione, ma per legge a ragione, è stata condannata e, come se non bastasse, ha in corso un discreto numero di ulteriori processi, il quale chiama a raccolta le truppe cammellate per difendere non l’Italia dall’invasore, ma la sua persona dalla giustizia.
Non so cosa impedisca a Berlusconi di approfittare della situazione per fare la vittima. Una vittima acquista contorni umani, nutre la solidarietà degli altri, fa tenerezza, e, se capace, può addirittura far valere il proprio sacrificio per indicare una strada buona per tutti. Esempi ce ne sono a bizzeffe.
L’ostinazione o nasconde qualcosa di molto importante per Berlusconi, o nasconde il capriccio di chi non la vuol dare vinta, costasse quel che deve costare. In entrambi i casi è un’ostinazione pericolosa e malvagia, e di nessun interesse generale.
Vero è che i condor già volano sulla testa di Berlusconi, ma ogni cadavere in pectore subisce la stessa attenzione da parte dei rapaci. Questo però non è sufficiente per gridare al colpo di stato, che rimane parola grossa, da non usare a ogni piè sospinto. La giustizia fa davvero schifo, questo è vero, ma non per le sentenze di Berlusconi, bensì per l’andazzo quotidiano di ogni tribunale. Per l’andazzo zoppicante di quasi tutti i tribunali. E, diciamolo pure, perché l’avvocatura ha abdicato alla sua vera funzione, snaturandosi e prostituendosi, consentendo, così, che una magistratura onnipotente segnasse i tempi e i modi della giustizia senza doverne rispondere mai a nessuno, e men che meno alla politica, incapace di renderla il servizio della giustizia un servizio quantomeno decente.
Si aprirà una crisi? Si voterà di nuovo?
Poco male, in fondo, perché in Italia, che ci sia un governo o che non ci sia, non fa differenza.
I cento metri della Cassazione
Posted on 10. lug, 2013 by L.P. in Argomenti

http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/100-metri-cassazione-9241.php
Chiuso per fuffa
Posted on 06. giu, 2013 by L.P. in Argomenti

Una volta si diceva che l’Italia era malata di calcio.
Perché pechè la domenica mi lasci sempre sola… cantava ritapavone, e il maschio italico si sfamava di partite, prima allo stadio, chè la tv dava solo un tempo registrato, poi in tv da quando l’offerta di sport è eccezionalmente straripante.
Oggi è malata di politica. Al processo di Biscardi, mitica trasmissione del lunedì, dove si celebrava la fuffa autentica, ritorta e ricamata, oggi ci sono i processi alla politica, intesa ovviamente in maniera generosa, e quindi includendovi di tutto, dal peto del Presidente, al rutto di Berlusconi, dai vizi dell’uno, alle cisti sebacee dell’altra.
In effetti ogni giorno si può gustare (si fa per dire) un siparietto con politici d’attacco, politici riflessivi, politici rissosi, politici che parlano del paese, politici che governano e che ci raccontano cosa si deve fare pur non facendolo, politicanti, amministratori, ciarlatani, venditori di bufale, e poi giornalisti, economisti, qualche volta un parroco, un disgraziato, un disperato, un senza lavoro, a fare da contorno alla solita fuffa.
In pratica la sostanza non è cambiata, perché è sempre fuffa, ma è cambiato il genere di fuffa, e forse, per giove se è vero, forse era meglio Biscardi.
Fra la mole di cazzate che vengono sparate e le gocce di cose che vengono fatte, fra le ritrite considerazioni spacciate per pensieri profondi e la loro esecuzione, v’è sempre di mezzo l’oceano Pacifico, isole comprese.
Un giorno accadrà che gli storici racconteranno la storia delle riforme dal dopoguerra in poi in Italia, sottotitolo, storia di pezze al culo, rabberci e paranoiche leggi che di riforma avevano solo il sentore, richiamandosi la parola riforma al cervello degli autori indubbiamente da riformati al servizio di leva.
Le ultime riforme, quelle di Monti, sono state spazzate via come cartuscelle dal vento, e dire che si trattava di esperti, anche se dubito che ci sia ancora qualcuno tanto coraggioso da chiamarli ancora esperti.
Ora abbiamo i saggi, che saranno più o meno la stessa cosa.
Letta “se non riesco nelle riforme fra diciotto mesi me ne vado”. Fortuna che non ci crede neanche lui, nelle riforme e nelle sue dimissioni.
Lo stato comatoso generale di mediocrità cronica è purtoppo contagioso, e ogni giorno una intelligenza viene inghiottita dalle sabbie mobili della pochezza. Questa è la vera fuga di cervelli in atto.
Dicono che la media generale l’abbia abbassata Berlusconi. Non ci credo. Io penso che vi abbiano contribuito tutti, basta sentire Fassina per non avere dubbi.
Non danno più in tv Di Pietro e Fini. Ne sentite la mancanza?
Pare stiano scrivendo le loro memorie. Smessi i panni dei politici di grido, ora hanno assunto quella dei letterati, insomma privi del palcoscenico se ne stanno inventando un altro. Ma loro non hanno bisogno di lavorare, ci pensiamo noi a far loro quotidianamente la spesa, dal cornetto del mattino, alla grappa serale.
Porcodiunmondoladro.
I piazzisti
Posted on 21. feb, 2013 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

Tre sono gli avvenimenti dell’ultima campagna elettorale che mi hanno particolarmente colpito.
Il primo, in ordine di tempo, è la lettera che Berlusconi ha mandato a non so quanti italiani. Ebbene, al di là del metodo da venditore ambulante, non è difficile scorgere la bufala sottesa. Ma quand’anche non fosse una bufala, è comunque un tozzo di pane in confronto ai veri problemi degli italiani. Insomma, questi sarebbero ben disponibili a continuare a pagare l’Imu se solo i loro figli trovassero lavoro, se i servizi fossero decenti e se l’Italia divenisse un luogo civile dove va avanti chi merita, e, infine, dove la corruzione retrocedesse invece di espandersi come un’epidemia. Anche perché non è che senza Imu il carico fiscale diventi sopportabile, ahimè, no, lo rimarrebbe comunque, insopportabile.
Il secondo avvenimento è il pacco agli italiani di Oscar Giannino. Si è comportat0, quest’ultimo, come stesse ad un motel dell’autostrada e tentasse di rifilare al primo incontrato il pacco con la telecamera nuovissima dentro, facendoci trovare, invece, il mattone.
Eppure per anni ha discettato di economia e altro, pressocchè ovunque. Ospite ambito la cui opinione era tanto considerata da consentirgli di fondare in men che non si dica addirittura un partito. Le cose che dice rimangono cose serie, ma è il pulpito che viene a mancare clamorosamente. Come se Berlusconi ci parlasse del valore della confessione e della castità.
Un’ultima considerazione è che hanno ragione quelli che ritengono si debba togliere il valore legale ai titoli di studio. Hanno ragione. Certo per anni Giannino si è messo in tasca centinaia di persone che avevano davvero studiato. Che dire, se non che in Italia è possibile tutto?
Terzo avvenimento, Monti che rivela le preferenze politiche della Merkel in riferimento all’Italia, e la smentita arrivata immediatamente dal cancelliere tedesco.
O Monti ha sparato, anche lui, una balla astronomica, o si è dimostrato poco affidabile sul piano internazionale, se è capace di spiattellare le confidenze per raggranellare voti.
Tre episodi. Tre episodi diversi ma tutti riconducibili all’antico mestiere del piazzista.
Sono tre candidati premier, perbacco, di che rimanere di stucco.
Di questi tre autogol dovrebbero avvantaggiarsi in buona sostanza Bersani e Grillo, che, in effetti, sentitamente ringraziano.
E infine un’amara conclusione: se quasi tutti i candidati tentano di prenderci per il culo, che futuro abbiamo? Non sarà che anche gli altri tre candidati sono della stessa specie? Può essere, visto che in Italia se non sei piazzista in politica non ti ci vogliono.
Caro Gigio Gigi, vengo con questa mia … Da Basilicata24
Posted on 24. dic, 2012 by L.P. in Città di Potenza, Commenti

Berlusconi, Bersani, Monti, Grillo, Zeman. Come guardare la vita con crescente ottimismo.
Posted on 09. dic, 2012 by L.P. in Argomenti, Commenti

Del perché noi italiani si debba pagare l’enorme debito fatto da pochi, e non per fini di interesse pubblico, rimane un mistero che Monti non intende chiarire.
Per esempio sui miliardi che vengono spesi per imprese militari e armamenti, Monti, né chiunque altro prima di lui, ha inteso spiegare perché costituiscano una spesa sì necessaria.
Così come non si capisce perché non si dia un taglio netto ai costi della politica e degli enti inutili. Così come, ancora, non si capisce perché in Italia sia tanto facile evadere, da un lato, e svolgere vere e proprie attività criminali in forma di impresa, dall’altro.
Su questi argomenti, che costituiscono l’obiettivo programmatico di ogni coalizione si candidi a governare il paese di Pulcinella, un governo di tecnici, senza gli imbarazzi dei governi politici, avrebbe potuto spiegare perché non se ne parla oppure perché siano problemi irresolubili.
In questo silenzio, ovvero in questa mancanza di chiarezza, il popolo italiano, che per la Costituzione è sovrano, non riesce a esprimere neanche un’opinione su questi argomenti che, pure, condizionano la loro vita in maniera determinante.
Le ragion di stato non appartengono a vere democrazie, così come i segreti, militari, di stato e non. E infatti la nostra è una democrazia solo sulla carta.
Bello il duetto fra Monti e Berlusconi, con Napolitano arbitro di parte.
Berlusconi non vive più la trance nervosa che lo aveva portato alle dimissioni, e ha deciso di tirare uno scherzetto a Napolitano. Monti reagisce con sprezzante alterigia dichiarando che si dimetterà.
Trovo sia il primo che il secondo davvero irresponsabili.
Berlsuconi, anzi, più che irresponsabile mi sembra un personaggio da farsa, però con tanto di esercito al seguito; Monti, invece, è davvero irresponsabile. Reagisce come una bertuccia al normale dibattito parlamentare. “Non mi votate sempre a favore? E io sbatto la porta, e vediamo che vi succede?”, e puntuali arrivano le bacchettate europee.
Eppure un tecnico, un nobiluomo, avrebbe dovuto dire “votate come ritenete. Io farò fino in fondo il mio dovere”.
Ci ha preso gusto, insomma, e gli piace assai governare, e senza opposizione, sia chiaro. Gratis, poi, nel senso che non deve neanche promettere, solo sacrificarsi per la nazione. Che roba.
Gli editorialisti del Corsera, infine, giocano un gioco sporco. Massimo Franco, per esempio, se deve nominare il M5S, dice “il movimento del comico Grillo”; è stupidamente sprezzante, il giornalista, ignaro del cambiamento nella testa degli italiani, che, loro, credono ancora di addomesticare con poco.
Certo è un periodo di transizione: i partiti non sono più partiti, ma associazioni di dopo lavoro, i sindacati non sono più sindacati, ma comitati di potere e centri economici potenti, i politici sono avventurieri senza dignità, il capitalismo non è più il capitalismo ma un sistema che difende i creditori e vuole un popolo di debitori, il proletariato ha perso la sua personalità, e il ceto medio costituisce il nuovo proletariato, continuando a indossare, però, la cravatta, perché non prende coscienza del suo nuovo stato.
Qualcuno dice che in Italia scarseggiano i “lavoratori della conoscenza”, e forse è vero: da noi, infatti, spadroneggiano solo i mistificatori della conoscenza.
Forza Zeman. L’utopia continua.
A tal proposito, a voce molto bassa, va considerato che i giocatori della Roma sembrano aver capito che compongono una squadra. E sembra, anche, che si siano resi conto di poter scrivere una pagina di calcio rivoluzionaria. Pare, almeno. Ma non diciamolo a voce alta. Sussurriamolo soltanto. Una nuova Italia passa da una concezione della vita, della società e della politica, diciamo, zemaniana. Sssssshhhhh! però, che non si sappia troppo in giro, altrimenti il sistema prende le contromisure.
La casa di Hilde
Posted on 07. dic, 2012 by L.P. in Attualità, Commenti

Ma parliamo del Berlu.
Berlu è una persona eccezionale, ma solo per un motivo, per la faccia tosta.
Insomma ci ha consegnati a Monti, cioè al boia, che, per far scendere lo spread ci ha distrutto ogni avvenire, e anche un bel po’ di presente. Dice che lo ha fatto per senso della responsabilità, che dovrà pur significare qualcosa.
Ora, forse per lo stesso senso della responsabilità fa mancare i voti allo stesso Monti.
Domani si candiderà a governare l’Italia per recuperare quello che ci avrebbe tolto Monti al quale ci ha però consegnato, sempre per senso della responsabilità.
Sarà ma io sto senso della responsabilità di Berlusconi comincio a temerlo, anzi, ad averne terrore.
In fondo che si sia fatto le sue belle leggine è un dato di fatto. Che si stia opponendo alla modifica del porcellum, pure è vero, sebbene in ottima compagnia, che tema di rimanere fuori, pure è certo.
Ma quando dice, i miei me l’hanno chiesto, è imperiale nella sua faccia tosta.
Diciamo che è l’ultimo atto di gestione su un partito che ritiene la sua creatura e di sua proprietà.
Alfano è costretto a ubbidire poverino. Ma ci sono politici che senza Berlusconi non avrebbero calcato la scena che plaudono alla decisione per poter garantirsi un’altra volta un posto al sole.
Fra questi annovero il buon Viceconte, svegliatosi di botto da un letargo misto a terrore da fine carriera politica. E registro le sue dichiarazioni roboanti. “Solo Berlusconi può far ripartire l’Italia dopo Monti.
Roba da non credere.
Io, nel mio piccolo, credo che dopo Monti non rimarranno che briciole, e una sete di giustizia sociale impressionante per maestosità e grandezza. E queste cose non può guidarle né Berlusconi, né il Bersani dalle metafore grottesche. Né altri che calpestano il palcoscenico della politica da troppo tempo.
E allora?
Allora musica, dai Segretario Viceconte fammi vedere come ti scateni.
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