Bossolo, l’ottavo nano.
Posted on 13. apr, 2012 by L.P. in Attualità

Non mi dispiace la fine che sta facendo la Lega. Si riempivano la bocca con volgari, anche se veritieri, slogan.
Che Roma sia ladrona, è una verità sacrosanta. Ma lo sono anche Milano, Napoli, Bari, ecc. Dove c’è politica c’è ladrocinio, anche autorizzato, perbacco. Vedi i rimborsi ai partiti.
Filtri e controlli non esistono più. Man bassa.
E Monti ci stritola, a noi che paghiamo tasse, facciamo sacrifici, e abbiamo perduto la speranza.
Con un colpo di genio Monti potrebbe azzerare i finanziamenti ai partiti, dimezzare gli stipendi, dimezzare il numero dei parlamentari, abolire le Province, umanizzare le prebende delle Autority, eliminare scorte e auto blu, a ogni livello. E poi potrebbe ritirare le truppe dai territori di guerra. Combattere seriamente l’evasione, andando a cercare i patrimoni nascosti. Velocizzare la giustizia. Insomma una serie di cose dette e ridette, ma che Monti non ha alcuna intenzione di fare.
Lo spread sale e scende indifferente alla “cura montiana”, e tutto sommato dovremmo cominciare a impostare ogni politica ben diversamente dall’attuale sistema che ci vede succubi della finanza, sia buona che cattiva.
In Italia le rendite che non diminuiscono mai il loro valore sono quelle da posizione, le uniche, cioè, che non dovrebbero valere un fico secco.
Ma del resto come possono fare buona politica apprendisti stregoni, imbroglioncelli da quattro soldi, emeriti incolti, gente senza un mestiere né un’arte, quali sono il settanta per cento dei politici d’Italia?
Ho conosciuto politici locali non in grado neanche di mettere quattro o cinque parole una dietro all’altra, figuriamoci i pensieri. E vanno anche per la maggiore.
Dicevano che l’Italia doveva vergognarsi quando, su palcoscenici mondiali, era rappresentata da Berlusconi. Era vero, ma dovremmo vergognarci di tanti altri nostri rappresentanti.
Quando c’è un convegno politico, a parte la “star” e cioè l’invitato di turno, prima dell’intervento clou si fa a gara a recitare slogan, ognuno ne ha un paio quale patrimonio culturale, e va avanti con questi, senza provare vergogna.
Comunque, tornando a bomba: Bossi ha detto che se risulterà che il figlio ha ricevuto soldi per uso personale -quest’ultimo se è consentito con la droga, figuriamoci col vil danaro- lo restituirà. Ma che bravo, che onest’uomo. Io penso che la sola eventualità dovrebbe far vergognare, oltre che dimettere.
Ma c’è una formula per sintetizzare tutto: che schifo.
E un’imprecazione da usare ogni quattro frasi: merda secca.
Per concludere. Le vicende della Lega fanno apparire Bossi piccolo piccolo, quasi un nano, rispetto al gigante di qualche tempo fa. Va bè, fa niente, magari lo chiemeremo Bossolo, e i nani saranno otto.
Vai Belsito, tutto il mondo è paese e l’Italia è più unita che mai.
Posted on 03. apr, 2012 by L.P. in Argomenti

Belsito, duro e puro, leghista, per le Procure non vale più di un imbroglioncello terrone.
Soddisfatto? Certo che sì. Anche a Milano fanno il pacco del mattone, insomma. Tutto il mondo è paese, Pulcinella maschera nazionale, nanì nanera.
Roma ladrona. Che roba. Vai Bossi gridacelo ancora che ci manca.
Musicalo anche, semmai sulle note di “o sole mio”.
Romaaaaaaa ladroooooonaaaaa
Caro Bossi anche tu hai famiglia, allora.
Caruccia, ma sempre famiglia è.
E allora, signore e signori, dopo Lusi, ecco Belsito.
La presunta diversità e/o superiorità dei leghisti si infrange sull’indagine in corso. C’è poco da fare, l’Italia è più unita che mai, e a unirla è la truffa, l’imbroglio, la spudoratezza.
Altro che Padania. Qua finisce che i pochi onesti si arroccheranno da qualche parte e chiederanno l’indipendenza.
Loro sì che ne hanno diritto.
Ma non sputiamo sentenze, per favore. Le indagini devono fare il loro corso. Calma e gesso. Esprimiamo solidarietà, e per aggiunta un bel gnegnegnè, a Belsito e ai malcapitati.
Giammai si pensi che in Italia non vale il principio della presunzione di innocenza. Questo principio, del resto, combinato con i termini di prescrizione e i processi tartaruga, formano un bel cocktail. E allora cin cin, salute a te, abballi? No grazie!
Lo stile firmato Bossi
Posted on 20. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Mentre Calderoli e i calciatori, eroi di casa nostra, litigano su chi è più bambacione fra il politico e, appunto, il calciatore, per la verità gran bella disputa, un garbatissimo Bossi ha dato del nano d…. a quel povero ministro di Brunetta.
La peggiore Italia è così vendicata.
Per la verità del nano gliel’ha già gridato, a Brunetta, l’esercito degli statali, ma, detto da Bossi, evidentemente, fa un altro effetto.
Bossi fa spesso sfoggio di volgarità gratuite, distribuite come viene, a destra e a manca, agli avversari e agli alleati; si dice di lui ancora che sia un fine politico, a me sembra un autentico zoticone e nulla più, peraltro al limite del rincoglionimento.
Certo!, perbacco!, ha creato dal nulla la Lega; va bene, ma è pur altrettanto vero che ora la sta distruggendo, caduto come è nel più bieco nepotismo.
La saggezza di lasciare andare quando si è al culmine è roba per pochi nobili di animo; i nostri sedicenti statisti, invece, incollano il culo alla sedia, e poi ci vuole la sega elettrica per riportarli coi piedi per terra e col culo a casa propria.
Un’avida presunzione si impadronisce del politico fin da quando diventa consigliere comunale, e non lo abbandona più.
Dicevano che dovevano lavorare anche in agosto, poi si sono ritrovati in pochissimi; gli altri sotto l’ombrellone, semmai a firmare autografi. Un senato vuoto ha fatto da ignobile scenario a una finanziaria selvaggia che ha salvato, come sempre, solo i privilegiati e gli evasori.
Bella roba.
Ma è una scelta come un’altra. Altri avrebbero potuto fare qualcosa di altrettanto severo, ma più giusto. Altri, appunto, non i nostri politici che non rinunciano neanche alla coca cola a due centesimi.
Berlusconi è in balia degli eventi. Cerca di ottenere luce da un manipolo di incompetenti di cui da anni si circonda. Dopo averli inutilmente strizzati per ottenere leggi ad personam, oggi pretende che risolvano i problemi dell’Italia.
Dicono in molti, nel centro destra, che questa finanziaria avrebbe potuto farla tranquillamente Visco. Io dico di più: questa manovra potevamo farla anche noi, nel senso di io, o il mio barista, o il mio vicino di casa, o l’assessore del comune di Pontebba, con tutto il rispetto che questi merita. Non c’era bisogno di avere l’erre moscia, e di sprizzare presunzione come schiuma da una spugna zeppa di sapone.
Ma va bene anche così, ci mancherebbe.
In fondo potrebbe andare anche peggio. Per esempio potrebbe piovere, come recitava una famosa gag di uno spassosissimo film di qualche anno fa.
Per finire: come mai all’estero è così difficile essere disturbati, stando stesi al sole, dai casuali vicini di spiaggia? In una qualsiasi spiaggia d’Italia, insieme al sole e al mare, devi beccarti anche il rompimento di cabasisi di chi ti gioca a palla sopra i piedi, di chi ti inzacchera di sabbia camminandoti accanto, e di chi ti strilla nelle orecchie qualsiasi cosa, dal “mamma i panini!”, al “passami l’acqua!”. Mistero dei misteri. Ma il bel paese è anche questo: scostumatezza e villaneria.
Toh!, proprio come Bossi.
Che roba di noi.
Milano ladrona
Posted on 27. lug, 2011 by L.P. in Commenti

Napolitano di nuovo costretto a esercitare la tutela su un governo che non ne combina una giusta. Stavolta è per i ministeri al nord. E francamente l’intervento ci voleva proprio. Questa nuova moda di privilegiare le bizze di Bossi e compagnia cantante solo per ottenere, poi, un consenso e rimanere a galla, è insopportabile e irrispettosa.
Berlusconi si lamenta come un monello ripreso più volte con le mani nella marmellata. Roba dell’altro mondo, il nostro, appunto.
Il Presidente della Provincia di Matera nomina suo difensore in un procedimento penale il capo dell’opposizione alla Provincia. Non si capisce più niente. Un Presidente indagato farebbe bene a dimettersi; quanto al difensore ne scegliesse uno che non è quotidiano avversario in politica, altrimenti l’elettorato cosa deve pensare? E noi cosa dobbiamo pensare? Davvero incredibile. Oggi ci vediamo in studio per studiare la strategia difensiva e domani te ne canto quattro dal banco dell’opposizione. Tutto molto bello. Quanto costa il biglietto? E’ gratis? Che meraviglia.
Non ho richiesto la card per lo sconto sulla benzina accordato a quegli straccioni dei lucani. Caro Governatore De Filippo con quei soldi, cioè, con la mia elemosina, fatti un regalo, da condividere col governo, beninteso. Del resto tanta generosità va ripagata, e che diamine.
E dal momento che ho come la sensazione che voialtri amministratori a tutti i livelli, riteniate la cosa pubblica la dependance di casa vostra, mi devo disobbligare personalmente con voi.
Anche quest’anno niente calcio a Potenza. A Matera, dove pure sono andati incontro a un fallimento, comunque faranno almeno la serie D, con l’Irsinese. Beati loro. Sempre un centimetro avanti a Potenza, perbacco.
A rappresentare il calcio lucano sarà il Melfi in C2.
Borghezio da spettacoli indecenti, ed è un europarlamentare. Napolitano pensaci tu, per favore, il nuovo Bossi-Feliciano (domenica in TV, con occhialoni neri, e mi è sembrato, anche con qualche ruga in meno, dava proprio quest’idea) pare non si sia accorto delle monate che dice il suo alfiere in Europa, tutto preso com’è dalla apertura delle giostre ministeriali anche al nord. A proposito dopo Roma ladrona, possiamo gridare anche Milano ladrona, o no?
Buona giornata a tutti.
Dal medico
Posted on 21. lug, 2011 by L.P. in Commenti

“Dottore ho dolore allo stomaco, come una leggera nausea.”
“Ha mangiato qualcosa che può averle fatto male?”
“Non mi sembra. Sa, a casa mangiamo in bianco per risparmiare”
“Quando le è cominciato il fastidio?”
“E’ più di qualche giorno. Mi ricordo che stavo guardando il telegiornale. Anzi, guardi, ricordo che il primo accenno di dolore con conseguente nausea mi è venuto quando parlavano della P4, del coinvolgimento di un parlamentare che volevano addirittura arrestare. Poi ho avuto un aggravamento alla notizia della finanziaria, e quando ho saputo che la casta sta in grazia di Dio, ho rimesso la pasta scondita che avevo mangiato”
“Non credo sia collegabile quello che vedeva con il malore”
“Certo. Lo so bene. Ma era per riferirle quando mi era cominciato. Poi, non avendo lavoro, ho assistito ai lavori parlamentari per la richiesta di arresto di Papa, al tatticismo della Lega, allo sconforto di Berlusconi, ho sentito discorsi strani su garantismo, libertà, PM sconsiderati, un ritorno al 1992, e poi di un amministratore in Lombardia che prendeva super mazzette, e in Basilicata che fanno strane assunzioni, insomma me ne stavo tutto tranquillo davanti alla TV quando ho cominciato a vomitare l’anima.”
“Senta ha provato a fare una passeggiata, a prendere aria?”
“Sì ci ho provato. Mi ha fatto bene. Poi, sono tornato a casa, ho acceso la Tv e mi sono sentito di nuovo male, quando stavano parlando di un tal Milanese. Non sarà il divano, dottore?”
“Potrebbe essere. Ma facciamo un piccolo esperimento. Si rilassi, respiri profondamente. Ora io le dirò delle parole e lei mi dice come si sente, va bene?”
“Certo, va bene”
“Ligabue”
“Sto bene”
“Buffon”
“Magnificamente”
“Bucatini al sugo”
“Dottore mi sento beato”
“Tremonti”
“Ho una fitta qui, dottore”
“Paolo Bonolis”
“Passata”
“Papa”
“Quale”
“Il Papa della Chiesa”
“Uh, mi sembrava una fitta, no, tutto bene”
“Bossi”
“Hai!Hai! dottore, dov’è il bagno?”
“Berlusconi, Bersani, Milanese, Maroni, Di Pietro, Franceschini”
“Aiuto! Sto malissimo, dottore, mi aiuti!”
“Su, si riprenda. Ho capito. Lei ha un male molto diffuso negli ultimi tempi. E’ uno strano virus curabile solo fuori dell’Italia.”
“Ma paga la mutua?”
“Magari. No, questa cura non la passa. C’è un ticket di 69.000 euro.”
“Ma allora, non guarirò mai!”
“Non disperi, la medicina fa miracoli. Basta aspettare. Però non escluda l’ipotesi di emigrare. Davvero. E ora vada, ho altra gente. Tutti che vomitano, ho la sala d’attesa che è un porcile.”
Se bastasse una sola canzone…
Posted on 26. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

Uno straripante Eric Clapton ha suonato e cantato con Pino Daniele venerdì scorso a Cava dei Tirreni. Io c’ero e ho goduto. Alla fine una Layla a due chitarre ha chiuso il concerto, e felice come una Pasqua me ne sono andato.
Dopo un concerto del genere le piccolezze del genere umano, italico, nel caso nostro, sembrano più lontane.
Ma basta un giorno per restituirtele nella loro grossolana pervasività.
Ma il fine settimana ha il pregio di tener lontana la politica dalla vita. I cinque giorni lavorativi bastano e avanzano. O comunque le riflessioni sono più distese, serene, profonde.
Per esempio fra una vongola e una birra ho pensato che Bossi ha fallito. Proprio quando tutti decantavano le lodi della Lega, unico vero movimento e partito, vicino alla gente, e nanì e nanera, ecco lo sputtanamento. Trovate come i ministeri al nord, essendo l’esatto opposto di una concezione federalista dello Stato, lasciano intravedere la deriva con sindrome da coppola (1)che ha contagiato anche i puri e duri (una volta, eh eh!).
E poi le lacerazioni interne riavvicinano la Lega al modello classico di partito italiano.
E poi ancora quello che si sente dire del contratto depositato dal notaio fra Bossi e il Berlu, in base al quale il Berlu ha pagato i debiti della Lega e Bossi ha garantito fedeltà, sa di prostituzione politica al pari di quella dei responsabili.
Ma con queste riflessioni lo schifo non lo avverto troppo perché le note della Fender di Eric ancora accarezzano le mie orecchie. Semmai domani, o dopo domani.
Ma così, allegramente, un po’ per gioco e un po’ seriamente, ma anche un po’ sguaiatamente, al ritmo di un blues di Eric, trovo gradevole rivolgere a Bossi e a tutta la mala politica italiana i segni della mia disistima, proferendo quella mitica e significativa locuzione che fa più o meno così “ma vafanc……” (2).
Note: 1) Dicesi sindrome da coppola, quella perversa malattia che ti fa star bene solo se hai un titolo, una presidenza, un qualche cosa da capo, foss’anche la presidenza del condominio. Altrimenti detta “attaccamento alla poltrona”.
2) Da pronunciare assolutamente con una sola “f”, per preferire la scorrevolezza, la profondità, la fluidità dell’imperativo invito.
Un bacione a tutti, di cuore.
Secessione!
Posted on 19. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

Il discorso di Bossi a Pontida è stato un discorso dai contenuti politici minimi, proprio lo stretto indispensabile.
Ha auspicato l’abbattimento dei costi della politica, meno auto blu, e naninanera, ma della soppressione delle Province non ha parlato.
Teme le elezioni ma ha avvertito Berlusconi che potrebbe non essere più il candidato premier in un futuro prossimo. Ha salvato qualche sciocchezza fatta dal governo mentre la clac scandiva “Secessione. Secessione.”
Insomma, poca cosa.
Vuole la riforma fiscale risparmiando sulle operazioni belliche e le auto blu, insomma. Roba da statisti, non c’è che dire.
La secessione, invece, la dovrebbe fare la Basilicata. Dovrebbe liberarsi dai defilippi e compagnia cantante e godersi le sue ricchezze come un emirato arabo.
Siamo saccheggiati quotidianamente, questa è la verità, e in cambio ci danno la Basentana con i cerotti, e le ferrovie del vecchio west.
Merda, merda e merda.
La politica è ai minimi termini, e i suoi attori, sono veri e propri guitti da quattro soldi.
Questo è il risultato di cinquant’anni di prima repubblica made in dc, e della seconda repubblica peggiore, se vogliamo, della prima. Con gli attori non protagonisti appiattiti su posizioni da passerotto che si ciba delle briciole.
E ora tutti a piazza Prefettura a gridare “Basilicata libera. Secessione!”
Boia di un mondo ladro!
Scusi, per Potenza? Sempre dritto. Dopo la dogana, subito a destra.
Posted on 03. mar, 2011 by L.P. in Argomenti

La Basilicata è a pezzi.
La Basentana distrutta, non collegherà, e per molto tempo, le due province lucane. Urge chiedere aiuti al governo; urge, altresì, cominciare a prevenire le catastrofi, e soprattutto dare una vernice di nuovo alle poche infrastrutture che abbiamo in regione.
Del resto per il loro esiguo numero, non saranno necessari ingenti investimenti.
Un’avvertenza però è necessaria: De Filippo, o chi per lui, alleghi alla domanda una cartina geografica. Non per niente, ma per evitare che qualcuno al governo si sbagli e invii i contributi alla Puglia o alla Campania.
Del resto se un ministro della Repubblica non conosce Potenza, facile che non conoscano neanche bene la Basilicata, e non sarebbe una sorpresa.
E poi, con un governo ormai leghista, e col federalismo, c’è da presumere che la geografia del sud dell’Italia venga studiata ancora meno di quello che comunemente si fa.
A proposito di studio e di scuola.
Berlusconi ha rilanciato per la scuola privata. Bene. Io mi chiedo, ma se la scuola pubblica ha creato tanta ignoranza, e penso ai nostri ministri che non conoscono la Basilicata (Meloni docet), e se la scuola privata, come dice il premier, seguirà gli indirizzi educativi che i genitori vogliono dare, ebbene, in terra di Padania, la Basilicata e dintorni finiranno nella geografia europea o africana?
Scherzavo, ovviamente.
So bene che la Meloni ha sbagliato capoluogo di regione per stare allo scherzo di Piroso, e che Bossi sta studiando, col figlio, la storia di Acerenza, così per cultura.
Ad ogni modo è bene chiarirlo, e una volta per tutte, prendetevi pure il petrolio, ma lasciateci la nostra classe dirigente. Specularmente al governo nazionale, nessuno potrebbe fare meglio di De Filippo, come nessuno potrebbe fare meglio di Berlusconi.
E ora spazio alle risate.
Ahahhhahahahahahahaha!!!!!
Ahahahahahahah!!!!! Ah! Ah!
Ahahahahahaha aha ahaha aahahahaha
Ihihihihihi ihihihi
Ohi ohi ohi, che mal di pancia
Uhuhuhuhuhuh
Ad libitum
Irricevibile. Prego riprovare.
Posted on 04. feb, 2011 by L.P. in Città di Potenza, Commenti, Politica nazionale

Napolitano al governo: imparate.
L’irricevibilità è il provvedimento più umiliante per un avvocato. Quando un Giudice dichiara irricevibile un ricorso vuol dire che l’avvocato ha toppato di brutto.
Mutatis mutandis il governo, come un avvocato pivellino, un po’ ignorante, un po’ presuntuoso, molto superficiale, ha toppato. E non è la prima volta.
L’approssimazione giuridica è il bagaglio a mano della squadra di governo, quello che non lasciano mai, ma che portano sempre dietro, non sia mai lo perdono.
E questo è il dato più preoccupante.
A sentirli tutti, ieri sera, sembrava la cosa più legittima della faccia della terra. E invece.
Ora Bossi ha garantito che verrà compiuto quel passo che avevano dimenticato, chissà se per la fretta o per l’ignoranza. Ci crede ancora, evidentemente, e le elezioni, garantite in caso di esito negativo, sono rimandate a data da destinarsi e a credibilità da riguadagnare. L’agonia continua, insomma.
Il popolo leghista comincia a mostrare i denti anche nei confronti dei loro rappresentanti.
Ma spieghiamolo questo federalismo municipale.
In definitiva consiste in questo:
i comuni del nord, stanchi di vedere destinati i loro soldi ai comuni del sud, pretendono di non dover regalare più un euro. Tremonti ha detto “bene”, così al sud impareranno ad arrangiarsi. Ma l’Anci si è messa di traverso, soprattutto per la spinta critica propulsiva proprio di qualche comune del sud, fra i quali quello di Potenza. A conti fatti, con le esigue entrate, ridicole per quanto riguarda la tassa di soggiorno, un Comune come quello di Potenza fallirebbe: sommerso di debiti, con minori entrate e prospettive pessime, non avrebbe via di scampo.
E allora Tremonti ha detto ok all’aumento del prelievo fiscale. Al nord vanno di lusso, come suol dirsi, dalle nostre parti c’è da tremare: abbiamo il maggior numero di disoccupati, il maggior numero di emigranti, e ci aumentano pure le tasse. Pazzesco.
Ma non è detto: potremmo anche inventarci qualcosa, ridurre il costo delle raccomandazioni e del familismo, evitare lo sperpero della inutile formazione, sfruttare meglio gli incassi del petrolio, reinventarci un turismo giudiziario, ben florido ai tempi di Woodcock, rilanciare l’amaro lucano, portare la gazzosa Avena a Time Square, e rivendere le “t”, le “p”, mai totalmente sfruttate nel nostro parlare quotidiano, e così facendo, ritrovare una ricchezza insospettata che ci faccia girare su luccicanti Rolls, sebbene rialzate come i pick-up americani, per superare le buche.
E ora speriamo di passare un sereno fine settimana.
Requiem per un uomo che dicevano vincente
Posted on 18. gen, 2011 by L.P. in Attualità, Politica nazionale

Non v’è dubbio che Berlusconi ha segnato una lunga stagione, non solo politica, ma anche di costume e società. Peccato solo che non abbia capito che è sempre meglio lasciare da vincente, oppure riconoscendo l’inizio del declino, e lasciando perdere tutto.
Una questione di eleganza che, evidentemente, lui non ha. Si sta abbarbicando all’idea del complotto, ma, più che altro, sta cercando gente che ci crede.
E in effetti un certo accanimento è innegabile, così come però è innegabile che un premier del genere è impresentabile.
Insomma non può fare più la vittima della giustizia.
Ma non è il caso di parlarne oltre.
Parliamo, invece, di chi ancora ne difende le gesta, personali prima che politiche.
Tutti lì a dire che no!, non se ne può più! E questi giudici! E nanì e nanera.
Fedeltà o opportunismo? Di sicuro faccia tosta, e uno svolazzare attorno al corpo del moribondo.
Bossi, per esempio, lo avrebbe scaricato da tempo, se non fosse che, in punto di morte, cerca di spillare, a lui e agli altri, il federalismo, che, pare, sia qualcosa di funesto per una regione come la Basilicata, e in genere per il meridione. I decreti attuativi, infatti, smentiscono l’impianto normativo relegandoci ad un futuro di povertà e carità.
Lo difende, il Berlusconi, fintantochè non avrà ottenuto il federalismo, poi un calcio in culo e via.
Per questo dovrebbe andarsene con i suoi piedi, e prima che un processo sollevi altra cacca. Darebbe il benservito a quelle sanguisughe che gli devono tutto, dalla posizione immeritata, agli agi economici.
Celebrato il funerale, assisteremo a diverse morti annunciate: quelle di tutti gli antiberlusconi di professione, che, non avendo altre virtù, usciranno pazzi.
Dai Silvio, fatti da parte, e la prossima volta, anziché troie in carne e ossa, gente di cui non ci si può fidare, e tu l’hai fatto obnubilato dal delirio della tua supposta onnipotenza, circondati di bambole gonfiabili, sono comunque fredde, e sorridono scioccamente, ma non aprono bocca.
Ciao, ciao Silvio
Posted on 03. dic, 2010 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

In fondo non era difficile prevederlo.
Che Berlusconi fosse arrivato al traguardo e che perfino il fido (?) Bossi stesse meditando di riporlo in cantina, era cosa che solo in pochi, ottenebrati chissà da cosa, potevano ritenere impensabile.
La marcia funebre, intesa politicamente, è cominciata da tempo, invece.
Il centro destra si può non solo salvare, ma rilanciarsi seriamente, sostituendo Berlusconi e ricompattandosi con criteri e programmi diversi.
E’ finita una stagione.
I nemici forzati di FLI incominciano a ricredersi, e temono di rimanere fuori. Il centro destra non può essere confuso solo con Berlusconi, è altro, tanto altro.
Lo sa Bossi, lo sa Letta, lo sa Tremonti, lo sanno tutti, anche se tardano a dirlo, aspettando che si celebri la totale debacle di Silvio.
Chi ha sparato forte contro Fini e i suoi, ora faccia un pochino ammenda; non è mai troppo tardi.
Bossi – Fini preparano il benservito a Berlusconi
Posted on 11. nov, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

Bossi guarda oltre.
Oltre Berlusconi.
Non si spiega diversamente il tentativo di trovare un’intesa con Fini. Pare che offra sul piatto un Berlusconi bis e la legge elettorale: Sembrerebbe una resa a Fini, ma non è così.
L’asse Fini – Bossi è l’unico esistente. Berlusconi è ormai fuori dai giochi.
Potrebbero, i due, preparare il dopo Silvio, governando, e senza mischiare le carte. E se non troveranno un’intesa ufficiale, statene certi che si capiranno su tante cose. Che si accordino o meno, i due, ormai, corrono sullo stesso binario.
L’unico a non essersene accorto, sembra proprio Berluscnoni, pugile ormai suonato, rimasto ai margini del ring.
Le difese di facciata nei confronti del premier sono una maschera per chi progetta il futuro prossimo politico.
Fini ha parlato di un governo appiattito sulla lega, e allora, giustamente, Bossi, che sta dettando l’agenda del governo, da vero premier, va a trattare con Fini.
Il dopo Berlusconi è già cominciato, anche se dovesse rimanere premier fino alla fine della legislatura.
Gli prometteranno la Presidenza della Repubblica, ma, poi, ci penseranno i processi a rendere impossibile mantenere la promessa di marinaio dei due.
Fantapolitica?
Chissà!
Blblblblblbl mille mille bolle blu
Blblbllbbl mimme mille bolle blu
Che volano….
Provo a ballare questa!
San Bossi pensaci tu
Posted on 09. nov, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

Bossi ha pronunciato la fatidica parola “trattiamo”.
Segno evidente che comanda, ormai, lui.
Berlusconi dopo aver bofonchiato un “si tira dritto”, non ha smentito il senatur. Sembra, insomma, che Bossi voglia garantire al governo vita serena, e non per votare il lodo Alfano, ma per portare a termine il federalismo.
Le parti politiche, quindi, si sono ridotte a due: da un lato Bossi, dall’altro Fini, e per certi versi Casini. Degli altri non v’è traccia. Relegati al ruolo di semplice comparse i vari Bersani, Di Pietro ecc. ecc.. e anche Berlusconi.
Una fine indecorosa per la sinistra italiana, comunque. Una sinistra che ha nobili tradizioni e annovera personaggi di spessore assoluto.
Ormai vivacchia; pende dalle labbra di Fini, sperando che questi, consapevolmente, tolga la spina a Berlusconi e a se stesso.
E sì, perché se Fini ascoltasse le sirene di sinistra scomparirebbe dalla scena in un baleno, fagocitato dalla resurrezione della sinistra e dal vittimismo del berlusca.
Fini pare abbia valutato per bene le cose, e, dimostrando di non essere affatto lusingato dalle moine della sinistra, tira dritto per la sua strada.
Berlusconi ha ormai ufficialmente passato il testimone a Bossi. Il PDL è Legadipendente, senza dubbi di sorta. Infatti, anticipando la campagna elettorale si stanno recando insieme, i due padani, semmai mano nella mano, in Veneto in visita ai danneggiati dal maltempo.
Ma i segni dei tempi sono offerti anche da un Bondi prostrato di fronte alle macerie di Pompei e dalla lite Prestigiacomo – Tremonti di qualche giorno fa. E Berlusconi? Stringe le mascelle e spera in san Bossi, patrono della Padania.
Il tonfo
Posted on 08. nov, 2010 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

Certo che è triste.
Immettere in politica ex ballerine, ora igieniste mentali personali, a me sembra uno sfregio.
Uno sfregio al paese del tipo “i vostri rappresentanti ve li scelgo io, e non rompete, e sia chiaro, ci metto chi voglio”.
Da sentirsi umiliati.
E sì, perché se il sistema è questo, vuol dire che si può arrivare a fare di tutto. Ed è talmente volgare, irrispettoso e scandaloso, che rimane inimmaginabile trovare ancora gente disposta a giustificare questi atteggiamenti. Eppure avviene.
Io non ci arrivo con i miei piccoli mezzi, ma sarà un problema mio.
Sentirsi di destra, con quello che comporta in fatto di dignità e amore delle regole, e difendere l’indifendibile, è una contraddizione in termini, e pertanto se la si vive, o non si è di destra o non c’è altra spiegazione.
Ora Berlusconi dovrà decidere cosa fare. Probabilmente aspetterà di vedere una maggioranza diversa votare contro e poi tremerà, pensando a un ribaltone. O partirà in trincea per l’ennesima campagna elettorale.
Diranno che è colpa di Fini, ma temo che la gente abbia un’ opinione diversa.
Bossi ieri ha taciuto; è più scaltro di Berlusconi, meno bullo e più freddo.
Vedremo.
Il quadro politico nazionale è sempre tumultuoso, rissoso, sebbene spesso razzoli e forse proprio perché razzola in territori di non grande spessore, etico e culturale.
Ma il peggio è passato, credo, e un nuovo futuro sorride all’Italia. Dopo ogni tonfo c’è una ripresa.
E questo degli ultimi anni è stato un bruttissimo tonfo.
In fondo basterebbe un pò di proctolin
Posted on 01. ott, 2010 by L.P. in Amenità, Politica nazionale

La ritirata di Bossi sull’SPQR testimonia del grado di crisi attuale. Bossi per la prima volta ha tremato. Per una delle sue bravate, alle quali ci ha abituato, stava per far cadere il fragile governo. Ritirata indecorosa per un autentico polentone come lui, da sempre contro Roma ladrona, i romani e gli italiani dalla cintola in giù. Ci ha fatto una figuraccia, il politico modello in continua ascesa.
Ma la cosa più spettacolare è la consequenziale ritirata del PD. Gli è bastato davvero poco per ritirare la mozione di sfiducia.
Insomma questo governo fa comodo a tutti, a prescindere delle cazzate di Bossi e compagnia cantante.
E questo è un dato davvero sconcertante. Il vuoto pneumatico della politica italiana.
Ora anche intimorita dalla propria incapacità, che, per dirla col codice, è totale, e bisognevole di tutela.
Ma loro, i politici, ostentano sempre supponenza, continuano a invadere i programmi televisivi, quasi costituissero uno spettacolo di qualità, e, ormai, anche nel linguaggio, sono di qualità scadente assai.
Si potrebbe dire che li fanno a forcella, con tutto il rispetto per forcella. Sono l’emblema della scarsa qualità.
Negli ultimi mesi hanno superato ogni presumibile e ottimistica stima, e, ora che hanno beccato anche un leghista con le mani nella cioccolata possiamo ragionevolmente concludere che non se ne salva nessuno.
Ci vorrebbe un reset politico. Un rinnovo totale. Una rivoluzione. Cose che non avverranno, almeno non per volontà della politica e degli italiani.
Dobbiamo sperare sempre nella magistratura? No, basta con i magistrati che annientano i partiti. Ci vorrebbe qualcosa di più sfizioso ed epocale, per dirla col mio sindaco; che so, un intervento divino da parte del sommo creatore che, visto lo stato melmoso dell’Italia, come nelle barzellette, va da Berlusconi e lo prende a calci nel sedere, e, poi, apre una porta e caccia tutte le mezze cartucce della politica, ognuno con il suo bel cartello sul petto a specificare il suo peccato: mi hanno regalato una casa; ho promesso di andare in Africa ma poi ho fatto finta di dimenticarmene; godo nel guardarmi allo specchio; mi eccito nel sentirmi parlare; ho preso mazzette; non valgo un cazzo; sto qui grazie al lecchinaggio, continuato e aggravato; non so parlare l’italiano; sono un corrotto; sono un imbecille e non ne capisco niente di niente; sono un parlamentare servo; ho illuso la gente; ho sistemato la famiglia; l’ho data per fare carriera; l’ho dato per fare carriera, l’uno e l’altro, per la precisione; vado a trans e mignotte alla faccia dei miei elettori; mi piace la cocaina e non conosco la legislazione in materia, né me ne fotte; e via discorrendo.
Quasi quasi mi viene da sognare più qualcosa del genere che il solito sei al superenalotto. In fondo dice lo zen che ogni guadagno è sofferenza, e ogni perdita è un’ illuminazione.
E che c’entra? Niente, cavoli, state a sentire questa del Tomasi: Titolo “Da capo a piè”, svolgimento: “anche oggi ho perso l’autobus”.
Ora vai con la sigla: “quando sei, zum zum, disperato, zu zum….”
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