Gli stupidi siamo noi.
Posted on 02. ott, 2012 by L.P. in Commenti

Niente male i soldini che percepiscono alla Regione Basilicata i consiglieri e i gruppi consiliari.
Un quotidiano, poi, ha fatto anche un po’ di gossip parlando di consiglieri che si facevano rimborsare il pellegrinaggio o di chi raccoglieva scontrini per ottenere rimborsi ingiusti.
Il giornalista, evidentemente un po’ pavido, poi aggiunge “ niente di illegale in tutto questo, però che capperi”.
Ma come niente di illegale, ma stiamo scherzando?
Uno imbroglia, chiede rimborsi che non gli spettano e non fa niente di illegale?
Roba lucana, roba da sudditi.
I giornalisti pare abbiano toccato il cielo con un dito. Avrebbero potuto arrivarci prima loro, in verità, se solo il giornalismo fosse una professione libera e coraggiosa, e non per tutti.
Hanno aspettato che scoppiasse lo scandalo e ora giù tutti e tirar conti e a fare più o meno le pulci, seppur chiarendo che non si tratta di niente di illegale, tante di quelle volte perdono il posto.
Ho letto di consiglieri che ottengono rimborsi annui di 30.000 euro e dico che chissà cosa avranno prodotto politicamente, poi mi guardo intorno e trovo il nulla.
Ho letto di consiglieri che quel contributo lo hanno percepito in misura molto minore e mi domando perché.
La stessa domanda se la dovrebbero aver posta i cassieri regionali, ma di questo non v’è traccia. Siamo in Italia che diamine.
Dicono che la Regione Basilicata sia fra le più virtuose.
Sarà, ma non mi convinco.
Anni fa sentivo parlare di macchine acquistate in leasing coi soldi dei gruppi, ma, francamente, è un ricordo di una voce e nulla più. Fossi un giornalista, però, andrei a indagare.
Sarebbe il caso di andare a verificare anche il funzionamento di certe commissioni consiliari in seno alle amministrazioni minori, laddove il gettone viene pagato anche se uno si affaccia, dice che c’è e scompare. Ma parliamo di spiccioli, rispetto al baratro dilapidato da tutti, compresi gli enti del sottobosco ancora non “attenzionati”.
Quello che fa inorridire, non è il quanto, ma la spregiudicatezza, l’abitudine, la coscienza di fare qualcosa di assolutamente normale.
Ma tant’è.
Fini e Casini hanno trovato la maniera di far defilare Monti, semplicemente candidandolo ufficialmente. Strategia o ingenuità, chissà.
Penati va a giudizio e ci avviciniamo alle elezioni più tenebrose che l’Italia abbia mai vissuto.
Che futuro ci aspetta?
A sentire i premi nobel dell’economia il sistema europa è un sistema ingiusto che non ha futuro. L’Italia non finirà mai di pagare il suo debito e gli interessi li stiamo pagando noi, gli unici cioè che non hanno colpe.
Bastardo di un mondo ladro. Quanto ci siamo fatti fare fessi!
Cari Grillo e Di Pietro il futuro è vostro, ma tranquilli, fanno tutto loro.
Posted on 24. ago, 2012 by L.P. in Commenti

Larghe intese.
Sembra un concetto facile, seppur applicato alla politica.
Ma se applicato alla politica italiana ha un doppio significato.
Ve ne è uno ufficiale, mutuato dalla considerazione generale che di quel concetto si ha nel mondo. E c’è il significato recondito, collegato alla più tradizionale italianità.
Tutti brigano per un Monti bis. Il problema sono le elezioni che mai, nei secoli, sono state tanto invise ai più. E allora, per fare un Monti bis stanno disegnando una legge elettorale che più circostanziata non si può.
Stanno modellando una legge elettorale che accontenti i partiti che appoggiano Monti, e che consenta di rieleggere Monti a capo di una coalizione tipo quella che già lo appoggia oggi.
Evidente che, tale porcata, un domani andrà rifatta, perché un tale progetto sfugge ai canoni generali di risposta alle esigenze di una democrazia evoluta, rispondendo solo ai canoni dettati dalla cogente necessità.
Uno schifo, insomma, nella più classica tradizione italiana.
Uno schifo che si tradurrà in una elezione dei pupilli dei capi partito e capi corrente, i quali si coalizzeranno dopo, non prima, -per non essere spernacchiati dall’elettorato, pur sempre prono, ma con un minimo di dignità, e sempre più tendente al verde grillo-, e per rieleggere il boia Monti.
E questo è il significato recondito di larghe intese.
Insomma, se si era abdicato alla politica per pura necessità, ora si abdica per pura sopravvivenza.
A un esame clinico risulterebbe quanto segue:
politica: tracce
convenienza: 120 min 5, max 25
paraculaggine 652 min 5, max 78
resistenza alla vergogna 251 min 5, max 19.
Tanto per capirci.
Le considerazioni che hanno spinto i nostri prodi a tanta scempiaggine sono, nell’ordine:
Berlusconi: bisogna governare le sconfitte; ergo meglio esserci seppur in condominio, che star fuori, qualcosa pur mi toccherà;
Bersani: non saprei da dove cominciare, qua mica è il luna park. Tanto finisco primo e Monti fa le esecuzioni capitali; poi arrivo io e mi becco la torta;
Casini: alla fine ammetteranno che sono stato io a voler davvero Monti e il risanamento. Sono il più saggio. Il più bello. Il più figo. E alla fine mi porteranno in trionfo, e sarò il Presidente della Repubblica. Una vita senza una goccia di sudore, senza sapere cosa è la fatica. Vai che sei forte!
La speranza è che l’Italia si dimostri meno prona del solito e che sia pronta a mandare a cagare definitivamente i giostranti. Tanto, peggio di così è impossibile. Tanto vale azzardare (!) con facce nuove, giovani e fresche.
Forza Roma.
Nel frattempo la Juventus si trucca di ridicolo. Sbeffeggia i giudici sportici come il peggior Berlusconi coi PM di Milano e autorizza qualsiasi violenza. Conte va dal patteggiamento, rigettato, al vittimismo, e la Bongiorno inaugura la stagione delle (sue) cause perse.
A proposito, bello il Monti di agosto che spara sui PM e sull’abuso delle intercettazioni, sembra anche lui Berlusconi, che, è bene dirlo, ha fatto davvero scuola.
Agosto volge al termine e l’estate pure, e l’Italia è più brutta che mai. Che barba, che noia, che noia, che barba.
Forza Roma, forza Zeman.
Dalla rubrica su Basilicata24 di Luciano Petrullo – Il più giovane c……
Posted on 12. mag, 2012 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza

Baila!
Posted on 10. mag, 2012 by L.P. in Argomenti

Nell’Italia degli scandali spicca l’acquisto di AntonVeneta da parte del MPS. Un vero affare. Antonveneta venduta a sei miliardi, dopo due mesi rivenduta al MPS a 10 miliardi. Come fare l’America in quattro e quattr’otto. La Procura di Siena indaga.
Come farsi vendere la fontana di Trevi, più o meno. A meno che non si cela, nel bidone, un affaruccio privato.
E a noi ci caricano di tasse.
Questa Italia è da rivoltare come un calzino, c’è nient’altro da fare.
Ci riuscirà Grillo, ultimo eroe in ordine di tempo?
Bah!
Casini e Fini litigano. Finito l’idillio, ognuno per la sua strada. Per me va meglio così.
Certo che Casini l’aveva studiata proprio bene: appoggio incondizionato al Premier Monti, proprio nel momento della sua maggiore impopolarità. Una genialata.
A ogni modo una scelta del genere andava portata avanti nel medio termine; con coerenza e, passata (?) la burrasca, fatta di tasse e balzelli, forse poteva diventare una scelta sensata.
Ma l’italiano ha bisogno di qualcuno che gridi contro le schifezze quotidiane, contro il tartassamento, contro tutto e tutti, magari perché non cambi niente, sul fronte dell’evasione, almeno su questo, e perché i mantenuti di Stato, obiettivamente troppi, continuino a essere mantenuti di Stato.
In fondo siamo dei cialtroni.
Incapaci di sbrogliarci perfino i fatti nostri, nominiamo imbroglioni ai governi dei vari livelli, sistematicamente, e ci basta un proclama per entusiasmarci.
A soffrire davvero rimangono gli italiani seri, quelli che conoscono la responsabilità, che se la assumono, quelli che pagano per tutti, quelli che credono ancora che le partite di calcio non siano addomesticate e i ciclisti non siano dopati.
Oggi, nel magnifico mondo della giustizia, un processo, fissato per le ore 9.30, è stato chiamato alle 12.15. Una marea di avvocati ad aspettare che si liberasse un’aula. Alla fine scuse finte del giudice e soli due avvocati a protestare. Il branco assisteva inerme, neanche conscio dei propri diritti, o forse per non indispettire il giudice, o forse soltanto perché semplicemente incapace o inadatto alla funzione: come può difendere i diritti di un imputato un avvocato incapace di difendere i propri?
Bella domanda.
Ma senza risposta.
Fa parte del gioco al massacro che praticano gli italiani contro se stessi.
Bene. Musica, por favor, e tutti a ballare.
E ora tutti a tifare per la crescita
Posted on 24. apr, 2012 by L.P. in Argomenti
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Mi ha colpito un commento sentito in calce alle elezioni francesi. Le borse avrebbero reagito male all’esito delle primarie perché una eventuale vittoria del candidato socialista sposterebbe l’accento dal rigore fiscale alla crescita economica.
Come dire che l’Europa non deve crescere più di tanto, o almeno non deve crescere tutta, e che viene visto di buon occhio il massacro fiscale in atti.
Detto così sembra che sia in atto un progetto destabilizzante che tende a impoverire buona parte del vecchio continente, faccia eccezione per la Germania.
Tremo al solo pensiero che ciò possa essere vero.
Bersani fa il giocoliere, plaude al risultato francese, capisce che si può costruire una politica di crescita, ma appoggia Monti. A lui la palma del miglior frescone della politica italiana.
Ma anche gli altri plaudono all’idea di politiche di crescita. Anche Casini si sveglia dal letargo e dice “più crescita”, nel contempo arruola i tecnici anti-crescita nel il suo partito.
Alla faccia della coerenza.
Insomma altrove girano idee, si pensi anche a quelle di Le Pen, che sono idee, discutibili o meno, ma idee, da noi girano i prestigiatori che cambiano nomi ai partiti e non sanno dire una cosa originale, ma solo accodarsi a chi sa dire qualcosa o fare qualcun’altra cosa.
Viva l’Italia.
Monti, piano piano sta diventando ridicolo
Posted on 30. mar, 2012 by L.P. in Attualità, Politica nazionale

Allora il governo Monti fa sul serio. Ingrao, novantasette anni, si è visto scippare i privilegi di ex Presidente della Camera; stessa cosa per la Pivetti, che è più giovane, ma che ormai fa TV.
Casini, Betinotti e Violante, invece, potranno goderne per altri dieci anni.
Perché?
Perché ndrighete ndrà.
Sul Corriere della Sera Rizzo afferma che la differenziazione si sostanzia nel fatto che i tre privilegiati hanno potere politico, mentre gli altri due no.
Non ho argomentazioni per pensarne una diversa, e allora sarà proprio così.
E allora viva Monti, viva la giustizia sociale, viva i tecnici, e viva l’Italia.
Che rimane sempre il paese di Pulcinella. Anche se gli interpreti sono di su.
San Bossi pensaci tu
Posted on 09. nov, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

Bossi ha pronunciato la fatidica parola “trattiamo”.
Segno evidente che comanda, ormai, lui.
Berlusconi dopo aver bofonchiato un “si tira dritto”, non ha smentito il senatur. Sembra, insomma, che Bossi voglia garantire al governo vita serena, e non per votare il lodo Alfano, ma per portare a termine il federalismo.
Le parti politiche, quindi, si sono ridotte a due: da un lato Bossi, dall’altro Fini, e per certi versi Casini. Degli altri non v’è traccia. Relegati al ruolo di semplice comparse i vari Bersani, Di Pietro ecc. ecc.. e anche Berlusconi.
Una fine indecorosa per la sinistra italiana, comunque. Una sinistra che ha nobili tradizioni e annovera personaggi di spessore assoluto.
Ormai vivacchia; pende dalle labbra di Fini, sperando che questi, consapevolmente, tolga la spina a Berlusconi e a se stesso.
E sì, perché se Fini ascoltasse le sirene di sinistra scomparirebbe dalla scena in un baleno, fagocitato dalla resurrezione della sinistra e dal vittimismo del berlusca.
Fini pare abbia valutato per bene le cose, e, dimostrando di non essere affatto lusingato dalle moine della sinistra, tira dritto per la sua strada.
Berlusconi ha ormai ufficialmente passato il testimone a Bossi. Il PDL è Legadipendente, senza dubbi di sorta. Infatti, anticipando la campagna elettorale si stanno recando insieme, i due padani, semmai mano nella mano, in Veneto in visita ai danneggiati dal maltempo.
Ma i segni dei tempi sono offerti anche da un Bondi prostrato di fronte alle macerie di Pompei e dalla lite Prestigiacomo – Tremonti di qualche giorno fa. E Berlusconi? Stringe le mascelle e spera in san Bossi, patrono della Padania.
No cè pobblema
Posted on 05. ago, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

Berlusconi si porta a casa un subdolo successo. La sua prova di forza è andata a sbattere contro quella che sta diventando una autentica armata finiana.
Anche l’On. Moroni, non senza enfasi, infatti, ieri ha dato il benservito a Berlusconi. Un acquisto di qualità, per Fini, in quanto l’on. Moroni è una paladina del garantismo. Quel garantismo di cui si pregia di essere il trascinatore proprio il cavaliere.
Ma è evidente pure alle pietre che difendere Caliendo, Cosentino, Verdini, ecc., non in sede giudiziaria, ma politicamente, è un vero e proprio autogol per il cavaliere e anche per la Lega, che sta abbinando il suo nome a una sorta di protezionismo giudiziario.
Il futuro della repubblica, quindi, rimane fosco, ma, in fondo, raramente è stato sereno.
Di tutto rilievo l’impotenza generale che attanaglia tutte le forze politiche. Una crisi della maggioranza, infatti, dovrebbe far brindare. E invece solo qualche sorrisetto e tanta paura.
Paura delle elezioni, paura di governare, paura di tutto.
Il sistema, insomma, si è bloccato, è andato in tilt.
Tutti hanno vergogna di tornare a sparare le cazzate elettorali, sapendo di non essere più creduti, e col timore di essere snobbati, insomma di fare flop.
E se pure a qualche formazione andasse bene, non servirebbe a nulla, perché sarebbe impossibile governare.
Anche la erigenda formazione che vede Fini, Casini, Rutelli e Lombardo, dovrebbe far tesoro delle recenti esperienze, e non ripetere errori passati. Le fusioni a freddo non funzionano tanto bene, e in fondo, noi italiani siamo fatti apposta per avere mille e un partito; intese sì, ma a corto respiro, per l’oggi e per il domani, niente di più. Poi cominciano i distinguo, i personalismi, le ambizioni. A trionfare sempre è la mancanza di seria progettualità, e l’incapacità di fare le persone serie.
Ad ogni modo ogni volta che nasce qualcosa di nuovo si crea entusiasmo; forse perché la speranza è l’ultima a morire. Io mi sono dichiarato finiano, ma ho paura di trovarmi nelle mani aria fritta, come al solito. Che bello se questa paura lasciasse il posto alla certezza che le cose cominciano a cambiare in Italia.
Berlusconi ha commesso tanti errori, gli ultimi gravissimi. Si è arroccato portandosi dietro solo un nugolo di servitori, troppo spesso anche sciocchi. Una classe politica dovrebbe essere formata, invece, da gente libera, e capace di pensare di suo. Ma negli ultimi decenni questo tipo di persone o è stata messa da parte o si è messa da parte per l’impossibilità di intrattenere rapporti con faccendieri, politicanti, mezze calzette, servitori, appunto, arrivisti e affaristi, una varietà umana che ha scientemente dichiarato contrarie alle istituzioni la serietà, la trasparenza, l’onestà e la cultura, generale e politica.
Ci tocca come al solito sopravvivere, ma da questo punto di vista non “cè pobblema”, non a caso siamo italiani.
C’è l’accordo. Anzi no.
Posted on 12. lug, 2010 by L.P. in Politica nazionale

Non sono gli italiani a essere ingovernabili, o l’Italia come nazione, sono i politici a non essere governabili e a non sapersi governare, figuriamoci poi a governare il paese.
Bene o male, più o meno, a ogni tornata elettorale viene espressa una maggioranza, che è tale numericamente, ma che non è più tale già il giorno dopo perchè pezzi di maggioranza cominciano a remare in senso diversamente. Non voglio discutere qui se questi ultimi sono traditori o critici o nemici del paese o chissà cosa, voglio studiare il fenomeno.
Mi ricordo di una Lega che saltò il fosso per un ribaltone storico, mi ricordo Bertinotti che fece saltare Prodi, mi ricordo Mastella che fece risaltare Prodi, e ora penso a Fini, ai tentativi di Casini di fare qualcosa che gli italiani forse non immaginano neppure, e ai vari attori del teatrino italiano della politica.
Un vizio, o c’è qualcosa che proprio non funziona nel bipolarismo al pomodoro e basilico?
Si mettono assieme, vincono, e il giorno dopo si accorgono delle diversità. E gli italiani che stanno a guardare e che, semmai, credono pure al travaglio dei nuovi attori di fiction.
Allora non si mettessero assieme prima del voto; si unissero solo dopo, e dopo aver verificato se hanno un programma comune.
Noi siamo gente da proporzionale. E basta.
E’ pur vero che anche col proporzionale si susseguivano governi su governi, coalizioni su coalizioni, e non se ne aveva mai basta.
E allora è un problema genetico.
Che, però, non riguarda solo gli italiani, ma anche la classe politica. Che è italiana, che più italiana non si può. Incoerente, bislacca, presuntuosa, autoreferenziale.
E quindi è proprio inutile immaginare riforme elettorali e cianfrusaglie del genere. Bisognerebbe attaccare vere e proprie flebo di coerenza e serietà a tutta la penisola. Che so, una all’altezza della Liguria, una all’altezza della Calabria, e poi Veneto e Puglia. E due distinte per le isole. Un ciclo di una decina d’anni, e chissà se non ci ritroviamo in una situazione migliore. Senza cenette fra cospiratori, telefonate insinuanti, tentativi di saltare il fosso, leggi balorde, e riforme delle riforme che non riformano un tubo.
Italiani nemici per la pelle. Ma domani è un altro giorno, e tutto può essere. Mai dire mai. O no?
Siamo malati
Posted on 22. giu, 2010 by L.P. in Commenti

Troppi inadagati e imputati nella politica italiana. Non fossimo abituati ci sarebbe da essere preoccupati. Ma gli italiani non si pongono il problema, non li riguarda più di tanto. E’ come allo stadio, c’è chi dice che i magistrati se le inventano tutte, e c’è chi dice che è tutto uno schifo e che meno male che ci sono i magistrati. Ma rimangono chiacchiere da dopo pranzo e nulla più. Nessuna seria questione morale viene posta.
Alcuni dati sono ineludibili: il numero dei politici sotto processo o sotto indagine è esagerato; il numero delle inchieste che finisce a tarallucci e vino è altrettanto esagerato.
E allora? Dov’è l’inghippo? Perché a questo punto parte un’altra riflessione: quei magistrati che indagano sulla politica sbagliano, o sono boicottati dal sistema che, prima o poi, li fagocita? Per esempio un De Magistris, è vittima o ha mietuto vittime? L’Italia al riguardo è divisa, e, talvolta pende da una parte e talvolta dall’altra a seconda che a essere implicati siano gli avversari o gli amici. Insomma, roba da stadio: è rigore, no, non è rigore. Però la riflessione è lecita.
Alcuni hanno ritenuto, negli anni andati, che se si è indagati o, peggio, imputati, bisognerebbe farsi da parte e aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Per esempio Di Pietro. Oggi se la prendono anche con lui. Con coerenza dovrebbe farsi da parte, ma non credo che lo farà. Griderà come Berlusconi al complotto, finendo per somigliare al suo nemico principale.
E noi lì a guardare, senza capire dove sia la ragione e dove il torto. Da ieri anche pezzi importanti della politica lucana sono ufficialmente imputati, ma non lasceranno il loro posto. E, francamente, non so se sia giusto o meno, ormai non ci capisco più nulla. Ma una circostanza appare evidente: nelle indagini ci finiscono politici tanto di destra quanto di sinistra. Ragion per cui non esiste più alcun primato morale in capo a nessuno. Come dire siamo nella cacca. E se non siamo nella cacca perché le indagini sono ingiuste e infondate, siamo nella cacca per un altro motivo: e cioè perché esiste una magistratura che sbaglia, e una repubblica civile, questo, non se lo può permettere. Quando un potere dello stato prende netta posizione contro un altro potere vuol dire che il sistema è alla frutta. Tutto sommato bisognerebbe porre, seriamente, una questione morale: dei politici o dei giudici, cambia poco. Purchè si faccia pulizia e si torni almeno a livelli fisiologici di corruzione, e non ai numeri di questa epoca, numeri che fanno vergognare e riflettere sul triste destino di un popolo da sempre succube e corteggiatore del potente di turno.
Tanto rumore, ma il vero problema è un altro
Posted on 12. giu, 2010 by L.P. in Argomenti, Commenti

La pubblicazione delle intercettazioni è vietata se è vero che dovrebbe esistere un segreto istruttorio. Il veto cade quando gli atti vengono portati a conoscenza degli indagati, in qualunque fase processuali ci si trovi.
Bene. La pubblicazione delle intercettazioni è nociva, come abbiamo già avuto modo di constatare: una indagine balorda, e ne abbiamo di esempi a iosa, cominciata con squilli di tromba, e finita con una pernacchia, al PM, s’intende, non può causare la messa alla berlina dello sfortunato indagato. Non è giusto che io sappia, fra l’altro solo a soddisfare morbosa curiosità, che tizio ama i massaggi, e caio è gay; e, ancor di più, non dovrebbe fregarmene niente. Gli atti di indagine rimangono atti di indagine, non materia di discussione al bar o nel salotto. Per rispetto all’indagine e alla giustizia, innanzitutto.
La cronaca dovrebbe essere circoscritta ai reati, e alle fasi processuali, cioè a quelle proprie del processo, non delle indagini, che, per essere preliminari, o, appunto, indagini, sono relative a una fase dell’accertamento, che non può essere oggetto del mercato delle opinioni.
E questo avviene negli altri paesi.
Ma. C’è un ma.
Altrove la giustizia, semplicemente, funziona. E, quindi, al processo si arriva presto, e i processi durano poco.
In effetti cosa conta davvero? Che in una indagini si sospetti un reato, o che un reato venga davvero perseguito? Ovvio che conta che i reati vengano perseguiti.
Nella perversa Italia, invece, contano le indagini, e non i processi, che difficilmente conquistano le pagine dei giornali. Meglio un processo mediatico, con TV e giornali, che non garantisce nessuno, se non chi ricopre ruoli tipo condor della politica o di altro.
Cosa di più facile che massacrare una persona per qualcosa che dovrebbe riguardare solo la sua vita privata, e liberare, semmai, un posto o qualsiasi altra cosa, non sapendo arrivarci per meriti propri?
Questa non è civiltà, ma tutt’altro.
Ma, dicevamo, i processi da noi si fanno tardi e durano troppo.
La Costituzione parla di Giusto processo, roba da ridere a crepapelle.
Allora il vero problema è che la giustizia non funziona, con equilibri falsati e scambiati fra la fase dell’accertamento e della raccolta degli elementi della responsabilità, alla fase processuale. Le indagini, se fossero davvero segrete, sarebbe un vero lusso dapprima per i magistrati, e poi per la giustizia, ad eccezione di quei magistrati che lavorano per apparire.
Bisognerebbe, allora, aggiustare la giustizia, che fa acqua da tutte le parti.
Questo è il problema. Ma nessuno se ne fotte. Né da parte di chi governa, né da parte di chi si oppone. In fondo aggiustare la giustizia sarebbe una riforma vera e utile al paese tutto, e quindi non si deve fare.
Quanto alle intercettazioni, ebbene, queste sono utili, al di là del problema della divulgazione delle stesse. Purchè non diventino l’unico sistema di indagine. Insomma ci vuole anche altro: ci vuole fiuto, cervello, genialità; non basta origliare: origliando si prendono tante cantonate, e non si getta il sangue a lavorare seriamente. Le nostre Procure si sono impigrite, e, senza intercettazioni, probabilmente scoprirebbero davvero poco, e lo stato di abbandono delle cause così dette minori, perché riguardano i cittadini normali, cioè il 99,99 % della giustizia, dimostra questa cronica incapacità.
I PM ormai lavorano origliando e ordinando consulenze a periti, ai quali delegano, spesso, anche valutazioni prettamente giuridiche. Così il PM lo può fare chiunque.
Io non credo che un sistema di questo tipo sia un sistema serio. Anzi.
Le intercettazioni servono, ma assieme alla capacità, alla competenza, al cervello, al fiuto, alla logica; tutte cose, ormai, diventate accessori non indispensabili.
In conclusione io auspicherei, nel mio piccolo e senza pretesa di spiattellare autentiche verità, una giustizia che, per la prima volta, funzioni, in Italia. Processi veloci e non a babbo morto. Intercettazioni non limitate, riservate, ma giustificate da attività di indagine a tappeto, serie, logiche, e fatte da gente davvero competente. Pubblicazione di tutto, ma quando sono pubblicazioni attinenti ai processi e non alle “sacre” indagini, che devono essere tutelate, e quindi portate avanti con un minimo di riservatezza. Meno gossip, e più qualità nei giornali. Solo cronaca è, ormai, davvero poco per un quotidiano che si rispetti. Quindi la ricetta giusta è: la giusta cronaca, e poi opinioni di qualità, quelle opinioni che ormai scarseggiano, ma non opinioni sui fatti di cronaca, ma sui temi veri; e poi vera informazione, quella che riguarda i fatti. E non le ipotesi. Meno politica e più cinema, teatro, pittura, letteratura, filosofia, economia, sport, arti, cultura, informazione scientifica. Ma c’è un problema: se così fosse fare il giornalista sarebbe per pochi. E non per tutti, come purtroppo, oggi, è.
Pierferdi e la politica dell’asso pigliatutto
Posted on 10. gen, 2010 by L.P. in Politica nazionale

Le novità di politica non costituiscono delle vere novità, ma piuttosto suonano come conferme. E la conferma più importante è nella politica dell’UDC. Sarà pure intelligente, il Pierferdi, ma io sto fatto che in una regione sta a sinistra e in un’altra a destra, e in un’altra ancora a destra destra, non lo trovo neanche presentabile, figuriamoci se opportuno, intelligente o politicamente rispettabile. Mi sembra, piuttosto, la politica dell’opportunismo più bieco, e mi sembra ancora, che non si tratti neanche di politica, ma di accattonaggio politico, semmai. Evidentemente il Pierferdi deve aver scoperto l’acqua calda, e, quindi, immagina di poter governare sempre e comunque, e soprattutto ovunque. Si farà una politica di destra o di sinistra, poco importa, l’importante è che governi lui, nel Lazio, come in Basilicata, in Liguria come in Puglia. Al governo intanto non ci sta, ma la sua smania di potere vuole espandersi dalle regioni al governo centrale. Come? Pare con un’intesa con Fini. Che dovrebbe riportarlo drasticamente a destra. Dovrebbe. Ma Casini se ne frega. Ha inaugurato la politica della faccia tosta. La politica senza vergogna. Ma forse ha ragione lui. Oltre le ideologie sono miseramente crollati anche gli ideali, i bei pensieri, la coerenza e trullalà. In fondo credo, però, che Casini sia un perdente, e non gli riuscirà granchè di quello che ha progettato. Fini? E’ più furbo, ed è già passato per la cassa diverse volte. Incasserà ancora. Casini rimarrà un teorema, una bella presenza, e un vecchio democristiano. Il grande centro non tornerà più. Buono, ottimo, anzi, per la panchina (politica) a vita. Sempre lì ad allenarsi a vuoto, sperando di entrare in campo e segnare un gol. Diciamo che è bravo nella partita del giovedì. Alla domenica, però, scendono in campo i campioni, non le riserve.
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