Slow stile, dal Quotidiano del Sud
Posted on 08. dic, 2019 by L.P. in Argomenti

Dicono che i processi civili, in Italia, durino mediamente 3 o 4 anni. Nella Repubblica autonoma di Basilicata, no. O almeno a Potenza no. Noi, evidentemente serviamo per alzare significativamente la media o siamo esclusi dalle statistiche.
Un paio di settimane orsono, infatti, nell’ambito della mia infausta attività professionale, mi è stata notificata un’ordinanza che rinviava una causa, già vecchia di nove anni, perchè troppo giovane, o non abbastanza vecchia, oppure, dai, perchè ce me erano di più vecchie, di un ulteriore anno.
Quindi la velocità della Basilicata, intesa come velocità su gomma, grazie alla corsia unica della Basentana, su linea ferrata, grazie al Freccia Rossa a vapore e su codice, grazie ai processi decennali, è quella di una tartaruga reumatica con l’aggravante di essere indolente.
Gradirei conoscere le persone alle quali rivolgere un sentito ringraziamento.
Se è vero, infatti, come dicono taluni ammiccando, che una classe politica è indecente nella misura in cui lo è il popolo che la elegge, è altrettanto vero che esistono tantissime eccezioni, gente costretta a emigrare o a tacere o a passare per strana, che non merita lo stato delle cose esistente. Ed è a nome di questi, fra i quali non voglio annoverarmi per l’evidente conflitto di interesse (che sono bello e bravo non posso dirmelo da solo anche se è lo sport nazionale più praticato), che oggi chiedo alla classe politica intera se ha mai confessato a Dio onnipotente i suoi peccati. Come dire un attimo di dubbio sulla propria adeguatezza, un rimorso, un serio pentimento per quanto fatto, male, e non fatto, tanto. Un gesto che li riabiliti almeno da un punto di vista morale. No, nessuna punizione, ci mancherebbe, nessun risarcimento, figuriamoci, solo un passo indietro, finalmente umile, etico, cristiano.
A tale gesto, poi, dovrebbe accompagnarsi un minuto di silenzio da parte dei tanti che hanno sguazzato nella mediocrità, chiedendo un favore, elemosinando un diritto, barattando la propria dignità di cittadino per un vantaggio o una raccomandazione.
Sarebbe una rivoluzione.
Il concetto di democrazia, in fondo, è stato male interpretato: non significa, infatti, che tutti possono ambire a tutto, giammai. Significa solo che tutti hanno uguali diritti, partono senza vantaggi sugli altri e, poi, arriva prima chi è più bravo, con la conseguenza, rimarchevole, che ce ne avvantaggeremmo tutti, a essere guidati da chi vale di più.
Noi costituiamo uno Stato a parte. Uno Stato dove i miliardi del terremoto e il petrolio hanno partorito un non luogo, dove per bonificare un sito inquinato ci vogliono vent’anni così come per fare un piano paesaggistico; dove per indignarsi per l’invasione delle pale eoliche ce ne sono volute 1500, dove se una strada non ha buche per cento metri si ringrazia Iddio per tanta grazia, dove una superstrada dura due secoli, dove un processo si eredita come la casa o come un debito e dove, quando arriva una sciagura, si gioisce perchè ci saranno soldi pubblici da spartire.
Sì, siamo un’isola, forse non propriamente felice, come usava dirsi, ma lo siamo, la terza grande isola della Repubblica italiana.
PS: appello al ministro Bonafede. Con la prossima riforma della giustizia pare che i processi civili subiranno un’accelerazione mai vista. A prescindere dal come, che pure meriterebbe un approfondimento, dal momento che un ricorso al posto di una citazione difficilmente sanerà le ferite della giustizia, per dire, quello che interessa è se questa riforma riguardi pure la Repubblica di Basilicata, oppure, come sempre, noi si debba viaggiare a scartamento ridotto anche per la giustizia. No, giusto per sapere, sai com’è, tante di quelle volte fossimo inclusi nella riforma potremmo ritenerla una strenna per il Santo Natale.
Tutti presenti, dal Quotidiano del Sud
Posted on 15. nov, 2019 by L.P. in Argomenti

Alla stazione, alla partenza di Bocca di Rosa, c’erano tutti, dal Commissario al sacrestano, raccontava De Andrè, mancavano i politici. E certo, perché questi, i politici, non vanno alle stazioni ma alle inaugurazioni. Infatti, al taglio del nastro del ponte diMontreale c’erano davvero tutti, un esercito è parso, con amministratori vecchi e nuovi, tutti a festeggiare una delle opere più attese, ma anche solo una delle poche opere e basta.
A margine l’estetica (bello di sotto e brutto di sopra, come dire ha un bel corpo ma è brutto- da notare il sessismo all’incontrario, vera perla), a margine pure la rete di protezione e il guard rail che non protegge i passanti, ma forse la rete, ma che evidentemente rimane solo un fregio estetico di indiscutibile pregio, rimane la festa dei politici, quel dover esserci, farsi fotografare, apporre una firma. Devo immaginare fossero presenti davvero tutti, salvo qualche eccezione che nobilita l’assente, finanche o forse soprattutto, chissà, i responsabili di un’apertura davvero fuori tempo massimo.
Ecco, quella foto potrebbe diventare una foto segnaletica se i ritardi nel terminare le opere pubbliche fossero reato. Per dire, ovviamente. Ma il fatto che tutto, anche un ritardo scandaloso, finisca a tarallucci e vino e spumante e taglio del nastro e hip hipurrà e sorrisi e congratulazioni, non riesco a digerirlo. Sarà un mio problema di stomaco, è evidente. Così come questo voler esserci per forza, questo manifesto e spropositato presenzialismo, non ha un briciolo di eleganza.
Che, poi, diciamocela tutta, che c’è da festeggiare? Lo scampato pericolo che di un maggior ritardo di qualche ulteriore anno? O la grande impresa di aver ristrutturato un ponte malmesso? Suvvia. Oggi tutto diventa una celebrazione, una festa. Quindi si finisce per svilire proprio quelle che sono, davvero, occasioni da festeggiare, quei fatti eccezionali, rari, inconsueti, quelle manifestazioni del genio umano oppure quelle opere che possono fare la storia di una città, non una semplice ristrutturazione, peraltro sconclusionata, tardiva, che ha prostrato una parte della città per troppo tempo.
Dai, allora, cominciamo a festeggiare anche le responsabilità: di chi è la colpa del colossale ritardo? del maltempo? Bene, mettiamogli il muso e non usciamo più quando piove, snobbiamolo. Oppure la colpa è del fantasma formaggino? Magnifico, cancelliamolo dal nostro immaginario, ignoriamolo, non raccontiamone più le gesta. E, non appena individuato il responsabile, festeggiamo con cortei, sfilate e trombette, perché sarà, questa, davvero una giornata storica. Pensateci un attimo: “scoperto il colpevole del ritardo di un’opera pubblica, la prima volta in Italia! Lode agli investigatori. La Basilicata prima regione d’Italia ad averne individuato uno. La popolazione è in festa!”
Si scherziamoci su. In fondo pare serva per pareggiare i conti con la vanità, sempre in rosso. Ma la prossima volta, tipo fra trentasette anni, quando un’altra opera verrà ristrutturata o addirittura fatta da zero in questa città, giuro ci sarò pure io, Gigio Gigi, un cittadino qualsiasi, mi farò largo fra i politici per arrivare alla prima fila e farmi fotografare. E sarà anche questa una prima volta: un cittadino che festeggia al posto di un politico. Tiè.
I comuni in rivolta, dal Quotidiano del Sud
Posted on 09. nov, 2019 by L.P. in Argomenti

La notizia è che i Comuni della Basilicata, o almeno un buon numero di quelli della Provincia di Potenza, intesi come enti locali, i più piccini ma quelli che sono più vicini ai cittadini, hanno intenzione di organizzarsi per combattere l’invasione delle pale eoliche.
Queste, nelle loro diverse dimensioni, da quelle nane a quelleextra large, sono come un esercito conquistatore. Il mini eolico potrebbero fare la parte dei pedoni in una ipotetica scacchiera, quelle medie, alfieri, torri e cavalli, mentre le super pale, re e regina.
Di fronte una popolazione che, per volontà statale, nasce già battuta, solo pedoni, pare, infatti, peraltro disarmati, incapaci di un’andatura veloce, inermi di fronte alle piroette degli avversari, cui suona favorevole anche l’inerzia di altri più grandi enti locali.
La Basilicata pare abbia superato già la soglia del “sopportabile”in riferimento alle pale, cionondimeno l’avanzata dei barbari continua.
E dunque i Comuni hanno deciso di fare gruppo, mettere assieme competenze e popolazioni e combattere il nemico, o quantomeno cercare di farlo diventare meno onnipotente.
Parliamoci chiaro: con le pale chi si arricchisce non è il territorio, ma privati senza scrupoli. E chi deve sopportare ombra, rumore e paesaggio da “guerra dei mondi” (chi da piccolo aveva i libri della collana Utet “la scala d’oro” capisce a cosa mi riferisco), sono i lucani, privati anche di quel poco che gli era rimasto: pace, verde e paesaggio selvaggio.
Lo scotto che i lucani pagano alla gloria e allo stato è enorme e duplice: da una parte le estrazioni gratis (almeno per il momento pare) o comunque a prezzi scontati come fossimo sempre al periodo che segue la befana, con tutto quello che le estrazioni comportano in termini di sicurezza e salute, questioni a oggi irrisolte, dall’altro l’eolico più anarchico che si potesse immaginare.
Il primo complice responsabile, venduto al nemico, sembra la Regione Basilicata. Questa, fin dal 1999, aveva la possibilità di munirsi di un piano paesaggistico che avrebbe potuto contingentare, se non vietare, l’eolico, ma semplicemente non l’ha fatto. Una responsabilità enorme che, secondo me, ha causato danni altrettanto enormi e altri ne può ancora causare, talchè non mi sembra sbagliato immaginare anche un suo obbligo risarcitorionei confronti delle popolazioni; dall’altro intraprendere la strada del regionalismo differenziato che rimane possibile in materia ambientale. Con il regionalismo differenziato, cioè, ogni regione può diventare speciale, pattuendo competenze particolari in determinate materie, fra le quali, come detto, rientra quella ambientale.
Anche questo strumento è datato, ma la Basilicata non ha mai inteso ubriacarsi con il cosiddetto buco nero, e cioè il magma della conoscenza che spaventa, innanzitutto perché costa sacrifici studiare e poi perché magari le mani sarebbero rimaste un po’ più legate.
Il cosiddetto sistema Basilicata, il modello lucano, portato aesempio tante volte dalla sinistra italiana, oggi mostra le crepe e i disastri che ha provocato.
E quindi i Comuni hanno deciso di non lasciare niente di intentato. Hanno contro lo Stato, la Regione, fintantochè rimarrà passiva, ma sembrano arrivare barlumi di attivismo in materia, o almeno sono stati annunciati, e poi le società che investono, insomma hanno contro il mondo intero, ma hanno dalla loro parte le popolazioni che, unite, possono invertire finanche il senso di marcia delle lancette di un orologio.
I Sindaci promotori, costretti troppo speso a vestire i panni dei Don Chisciotte, per combattere contro i mulini a vento, si legga oggi “pale eoliche”, castigati da norme stupide e bilanci all’osso, sono diventati protagonisti, seri, nella difesa del territorio. E, se davvero riusciranno a mettere insieme le forze, senza distinzione di colore politico, e dovessero intaccare quel sistema che ci vede tutti soccombere a vantaggio di entità astratte e lontane, potrannocostituire la nuova frontiera della politica, per una volta ripiegata sui problemi della gente e, detto dell’Italia e della Basilicata, sarebbe, forse, davvero la prima volta, almeno da un gran bel pacco di anni.
A te sì e a te no, comando io. Editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 07. set, 2017 by L.P. in Città di Potenza

Parafrasando altre testate, potremmo affermare che questo giornale è l’unico a non ricevere pubblicità istituzionale da parte del Comune di Potenza.
Noi lo sapevamo, ma pochi credevano che fosse davvero così. Ci ha pensato allora il Sindaco, in un comunicato ufficiale, a chiarire una volta per tutte che quando ha bisogno di pubblicare qualche avviso pubblico, o cos’altro, lo fa attraverso tutte le testate locali tranne questa.
Beninteso le pubblicazioni a pagamento. Perché, per esempio, il comunicato che provava a chiarire vicende legate all’Acta e che, per inciso, dichiarava appunto la preferenza indifferenziata per tutte le testate tranne il Roma Cronache Lucane, gratuito, è stato mandato anche al RCL.
Il comportamento dell’amministrazione comunale è opinabile, quantomeno, perché di fatto può creare un gap rispetto alle altre testate non tanto economico, quanto di effetto sul mercato: chiunque potrebbe per esempio non comprare un giorno questo giornale perché sugli altri c’è un avviso pubblico del Comune di Potenza.
Ma, a ben vedere, potrebbe anche contenere un messaggio subliminale del tipo “badate alle critiche che muovete a questa amministrazione”, con deflagranti possibili effetti sulla libertà di stampa, di critica e di opinione.
Ecco perché una amministrazione pubblica avrebbe il dovere di non discriminare nessuno, men che meno le testate giornalistiche, ovvero di non discriminare quella che potrebbe essere definita come la testata meno gradita.
Perché evidentemente è la meno gradita.
Ma qui cominciano gli effetti positivi della discriminazione operata.
Se si ritiene che una testata muova troppe critiche e per questo motivo viene esclusa dall’elenco dei giornali sui quali pubblicare a pagamento, vuol dire che quelle critiche colgono nel segno. Vuol dire che chi scrive sul Roma Cronache Lucane non ha debiti da pagare ed è effettivamente e sinceramente libero e che, quindi, una amministrazione stupidamente combatte.
Per la verità può voler dire anche, a mò di monito, “fai sempre in tempo a cambiare rotta” o tante altre cose messe assieme, miscelate e servite fredde.
Può, infine poter dire altro, ma rimane nella testa del Sindaco o di chi per o con lui.
Fatto sta che la discriminazione non depone a favore dell’amministrazione comunale che quale bandiera della propria gestione sventola da sempre l’imparzialità e la trasparenza.
Da voci raccolte pare che il Comune di Potenza provveda all’acquisto giornaliero di tutte le testate tranne che questa. Può essere, da verificare. Questo può voler significare, però, che il sindaco con il RCL, alla potentina, si sia proprio “scocchiato”, ma val la pena ricordare che l’ing. De Luca è libero di “scocchiarsi” con chi crede, il Sindaco De Luca un po’ meno, altrimenti si trascina dietro tutto il Comune che, fino a prova del contrario, non è cosa sua e nel caso in cui stesse personalizzando una particolare situazione, non dovrebbe, come detto, farla da sindaco.
Ma tant’è, ci mancherebbe. Il danno è irrilevante, per il giornale, per il sindaco De Luca non so. I suoi sembrano sistemi che, a mente lucida, forse, sarebbe il primo a stigmatizzare, ma evidentemente l’enfasi della fascia tricolore fa entrare in dimensioni divine quanto alla sensazione del potere che può esercitarsi e sul come esercitarlo, quindi c’è poco da fare.
La libertà non ha prezzo, comunque, men che meno quello della pubblicazione di un avviso.
Complimenti, a ogni modo, per la faccia tosta mostrata nell’invio della richiesta di pubblicazione del comunicato che ha trovato, ovviamente, comunque, spazio sul giornale.
Ha vinto, come sempre, l’informazione, perché da queste parti, non dipende da quale fonte arrivi.
La passione vien mangiando, editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 14. ago, 2017 by L.P. in Città di Potenza, pensieri e parole, Politica nazionale
L’impressione, per niente accattivante, è che stiamo vivendo la stagione dell’improvvisazione.
Chi non ha mai fatto il ristoratore si inventa e si convince di essere un bravo ristoratore; chi ha letto dieci poesie sente lo struggente bisogno di scrivere i suoi ispiratissimi versi; chi non ha mai corso una mezza marathona, al decimo allenamento dispensa consigli e si vede sul podio, se solo decidesse di impegnarsi un po’ di più.
Gli esempi potrebbero non finire mai, ma è in politica che il fenomeno diventa devastante.
Penso a Di Maio che da cittadino, prima e non ora, studente immagino fuori corso, diventa candidato premier. Il fenomeno mi spaventa alquanto perché è come se di un Maradona non ci si accorgesse che al compimento dei suoi trent’anni.
Uso l’esempio di Di Maio solo perchè è il più eclatante, ma uno Speranza è poco differente, senza contare che nel campionato della politica i fuoriclasse sono presenti come nel campionato della Lapponia.
Evidente appare la circostanza, triste, che non la passione abbia sospinto i nostri eroi nuovi, ma le opportunità loro capitate. “Ehi, vuoi candidarti? Ma no non ci avevo mai pensato. Dai che può essere una bella cosa la politica. Ok, ci provo”, così ne nascono tanti, salvo poi diventare di colpo gli Andreotti della situazione.
Gli altri bidoni nascono dal servile portar le borse, concetto ampio e complesso che, partendo dallo sfogliare il giornale per il proprio campione, riferendogli poi quante volte è nominato, finisce al consiglio comunale passando per il pagamento delle bollette e l’accompagnare la signora del campione al mare.
Insomma la passione viene col tempo, cioè, per dire, se passione è quella che passa dal postare ogni propria scoreggia su Facebook.
Il sapere politico, unico requisito che dovrebbe contraddistinguere la carriera dei nostri attuali eroi, diventa un inutile bagaglio, pesante e scomodo, anche perché comporta una idea che vada oltre il voto per il riequilibrio di un bilancio.
Come per le altri arti o mestieri. Dicevamo prima che si diventa ristoratori sol decidendolo, senza alcuna cultura culinaria o passione, o poeti senza aver fatto studi classici ma soprattutto senza averne le doti, sempre e soltanto decidendolo o perché ti capita.
Il risultato è la cialtroneria quotidiana, che assurge a eccellenza in un mondo giudicato da mediocri auto nominatisi esperti.
Si lo so, forse esagero, ma quando vedo un neo assessore occuparsi di trasporti, è solo un esempio, giuro, oppure di sport, oppure ancora di altre belle cose, ecco così fughiamo ogni dubbio, dopo aver sfogliato per occupazione il codice civile, mi convinco sempre di più che è l’improvvisazione o l’opportunita a decidere chi deve curare i nostri destini, da Roma a Potenza, e mi sento piccolo, indifeso ed esposto alle intemperie della vita.
Del resto un risultato così catastrofico, e parlo di qualità della vita in Italia, proporzionalmente ai tempi, dal dopoguerra, non lo avevamo mai ottenuto. Sarà la conseguenza dell’improvvisata cialtroneria al governo, sempre più specializzata e moderna. Un nuovo brand, da esportare come la malavita organizzata.
Dai che così ci aiutiamo con l’export.
La maggioranza trasparente, editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 02. ago, 2017 by L.P. in Città di Potenza

Non è difficile eleggere il Presidente del Consiglio al Comune di Potenza, è impossibile.
Dopo circa quattro mesi di tarantelle la composita maggioranza ha dimostrato di non essere tale, ma di costituire esclusivamente una combriccola tenuta assieme dalla divisione delle poltrone e da qualche altro incarico.
Questa è la fotografia dell’ assise comunale che passerà alla storia per aver unito, ufficialmente il diavolo e l’acqua santa, nella sostanza per aver messo assieme una squadra di politicamente atei, indefessi e forti in tutto tranne che per una strana debolezza al cozzetto, incline ai colpi di freddo e quindi utilmente tutelato da una bella anche se rabberciata coppola.
I numeri che sostengono De Luca dovrebbero garantir anche la nomina del Presidente del Consiglio, ma il desiderio per più di qualcuno di sedere al di sopra del Sindaco, con relativo appannaggio, crea una concorrenza che alcun accordo riuscirà a risolvere.
A uscirne frustrato è l’attuale Presidente che, eletto con cavalleria anche dall’opposizione attuale, quando governava, oggi non raggiunge neanche dieci voti.
Se la vicenda fosse leggibile come una bocciatura del suo operato, avrebbe un senso; ma non è così, in quanto tutti, chi più chi meno, si sbilanciano in complimenti per una conduzione dei consigli all’altezza della fama del suo interprete.
Quindi non è una bocciatura, anzi, esame passato a pieni voti. Evidentemente, però, questo non basta per una riconferma; soluzione che invece sembrerebbe opportuna proprio in considerazione della conflittualità esistente e di difficile soluzione.
Solare la mancanza del tanto decantato bene per la città, come è solare il maggior peso che interessi di fazione hanno, appunto, sul bene della città.
A questo punto, però, viene da chiedersi cosa spinga l’attuale Presidente a mantenere in piedi la sua candidatura. Se il numero dei suoi sostenitori non raggiunge la doppia cifra, se le sedute per l’elezione vedono mancare il numero legale, se è palese che la maggior parte del consiglio non vede reiterabile la sua seconda elezione, cosa lo spinge a rimanere in carica e a offrire una disponibilità neanche richiesta?
Immaginando molto facilmente che il suo futuro politico sia segnato, o a tempo determinato, se si vuole usare una espressione lavoristica, potrebbe organizzare la sua uscita di scena finanche nei dettagli. In effetti ha raccolto una eredità pesante, quella di Santarsiero, come candidato, ha subito una sconfitta elettorale in virtù del tradimento degli elettori di centro sinistra che hanno eletto la maggioranza dei consiglieri ma non il sindaco, in tanti preferendo addirittura De Luca, e questo certo anche in virtù di ordini di scuderia partiti dal cuore del centro sinistra, ha accettato un ruolo di prestigio e lo ha svolto con professionalità e perizia, oggi potrebbe ringraziare, soprattutto per la fregatura, e farsi da parte, mandando tutti a quel paese, magari in nome del bene della città, così, oltre a suonare ironico nei confronti di chi si riempie la bocca con l’espressione, compirebbe un atto responsabile di distensione generale.
-Ma che ne capisci tu di politica.
Vero, che ne capisco io che ancora non ho metabolizzato a pieno l’importanza di possedere, indossare e mostrare agli altri una bella coppola?
Anac, De Luca, Pec e multe. Editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 31. mag, 2017 by L.P. in Amenità, Argomenti, Attualità, Città di Potenza, Regione Basilicata

Una delle coraggiose iniziative della attuale amministrazione comunale di Potenza, che poggia su una cospicua maggioranza per virtù divina, visto che destra e sinistra starebbero all’opposizione (della sinistra non lo sapevamo ma ce lo hanno detto ufficialmente pochi giorni fa), è consistita nell’affidare i trasporti a una nuova azienda dopo anni di elargizioni ingiustificate al precedente concessionario. Prima della stagione della trasparenza, inaugurata dalla attuale amministrazione, i metodi pare fossero variamente illegali, secondo quanto ebbe modo di denunciare il Sindaco.
Oggi sappiamo che anche l’affidamento alla ditta Trotta non è stato regolare, per via di qualche documento, mancante o invalido, circostanza venuta alla luce già da tempo, ma minimizzata dall’Ente fino a quando l’Anac ci ha messo le mani, elevando una bella multa al Comune.
Detta diversamente, quella gara o quell’affidamento, se fossero stati impugnati davanti al Tar, sarebbero presumibilmente finiti nel cestino, più o meno come il concorso di Franceschini per i musei. Traducendo, ancora, significa che erano e sono illegittimi.
Ora se il malaffare va combattuto, ove esistente, andrebbe sì combattuto, ma con le armi che offre la legge, non con provvedimenti illegittimi, oserei dire, vistosamente illegittimi.
Qualcuno potrebbe maliziosamente insinuare che l’affidamento sia stato forzato e che abbia ingiustamente favorito uno dei concorrenti. Ma noi non la pensiamo così. Preferiamo immaginare esistente ed esistita la più cristallina buona fede.
In questo caso, però, come non sottolineare l’evidente cialtroneria, la goffa superficiale gestione se non proprio l’ingenua faciloneria di chi non sa individuare un documento da un pacco, come si è dimostrata la polizza fideiussoria della ditta assegnataria del servizio? O ancora di più, come non sottolineare la furbizia e/o scaltrezza della ditta vincitrice della gara che non poteva ignorare che la polizza non aveva alcun valore giuridico, perchè proveniente da società non autorizzata?
La vicenda, ormai, è datata, ma il dubbio di legittimità di ieri, spedito al mittente da una supponente amministrazione, oggi è certezza.
Giova ricordare come, fra l’altro, i fatti, strada facendo, si siano arricchiti di gustosi siparietti, tipo le richieste dell’Anac non riscontrate dal Comune perchè la Pec -udite udite- non era stata aperta e/o letta, roba che al Bracco Baldo Show l’avrebbero resa meno comica.
Volendo tirare le somme il risultato sarebbe misero: o si forzò la mano per evitare di escludere la Trotta, ipotesi che ripeto tendiamo a escludere fino a prova contraria, o la gestione della vicenda è stata a dir poco dilettantistica. Figuriamoci se uguale circostanziata professionalità (e giù risate) sia stata la regola amministrativa, perchè in tal caso, col tempo, potremmo vederne delle altre belle.
Rimane un piccolo dettaglio.
La multa fa 40.000 euro, per gradire; se non revocata o annullata, ammesso che un tanto sia possibile, andrà pagata e la pagheremo tutti. E’ giusto? O è una canagliata? Ci dicessero cosa ne pensano. Dopo le arroganti risposte ai primi dubbi sarebbe il caso che arrivasse una seria risposta, che alla dignità collegasse la responsabilità. Dai stupiteci e, assieme alla banda del rimborso, chiedete scusa e mettete mano al portafoglio.
Le avventure di dario e Rocco. Rocco e i buchi nel bilancio
Posted on 18. feb, 2017 by L.P. in Amenità, Città di Potenza, Racconti
-Rocco cosa fai?
-rattoppo i buchi.
-Qual buchi
-Quelli nel bilancio, ovviamente
-Abbiamo dei buchi in bilancio e io non ne so niente?
-Dario, chiariamoci, se tu continui a guardare Rintintin in TV non saprai mai niente di quello che succede in comune, va bene?
-Per mille borlotti, mi stai muovendo un’accusa grave. Ti ricordo che io sono il sindaco, non un assessore o un dirigente.
-Va bene, va bene, fammi lavorare che con questi aghi mi pungo sempre.
-Ma hai messo il ditale?, mia nonna diceva sempre ….
-DARIO! Fammi lavorare.
-Senti, Rocco, tu che sai tutto, e di questo appalto al Viviani, ma è vero che è tutto uno schifo, sai, leggendo i giornali ….
-Dario, sei o no il sindaco?, e devi leggere i giornali? Chiamati il dirigente e chiarisci, il malcontento sta montando.
-Ohibò, ehm, e non potresti vedertela tu?
-E certo, ci mancherebbe, tu lanci gli slogan e io ….
-Quali slogan?
-Gli amici e gli amici degli amici!
-Ma era per scherzo, diamine, e che diavolo saettante, non si può più far niente qua, quasi quasi me ne torno allo studio.
-Davvero?
-Beh, dicevo per dire.
-Ah, ecco, dicevi per dire …. AHI!, sto ago e sto buco mamma quanto è grande.
-Pizza da Lorusso?
-Con le cipolle!!!!!
Splenetenetonete del 17 febbraio 2017, il Frecciarossa a 78 Km/h, appalti al comune e odio in rete.
Posted on 17. feb, 2017 by L.P. in Amenità, Argomenti, Città di Potenza, Diritto e giustizia, Politica nazionale, Regione Basilicata
Il sistema della mazzetta, editoriale del Roma Cronache Lucane del 16 febbraio 17
Posted on 16. feb, 2017 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Diritto e giustizia
Proprio l’altro ieri mi azzardavo ad affrontare un discorso delicato come quello delle mazzette. No!, lo chiarisco subito, non avevo avuto nessuna soffiata, ci mancherebbe, sviluppavo un ragionamento che il destino duro e cinico ha voluto subito confermare coi fatti.
Ebbene e’ vero, anche l’isola felice e’ abbondantemente attinta dal fenomeno della corruzione. Da ora in poi quando incrociamo una di quelle facce cosi’ per bene, pultite, distinte che popolano la burocrazia lucana, zona limitrofa alle stanze della politica, faremo bene ad avere dubbi, perche’ dietro quella faccia potrebbe celarsi un divino mazzettaro.
Potremmo ovviare chiedendo un giuramento di onore, se proprio vogliamo levarci ogni dubbio e sperare che la formula sacra del giuramento scalfisca la faccia tosta inducendo a sincerita’, oppure potremmo fidarci del sorriso o della stretta di mano. Vabbe’, per dire.
Si complicano le cose, pero’, se il fenomeno si scoprisse essere generale e se la solerte Procura, amante delle conferenze stampa e delle immagini a corredo -sul punto avanzerei qualche dubbio di opportunita’, se non altro- avesse la capacita’ di sgombrare il campo da faccendieri, mazzettari e truffatori. Insomma, un sistema e’ un sistema, smantellarlo puo’ creare contraccolpi psicologici e strutturali. E’ come se a un grattacielo togliessi, di colpo, le fondamenta, qua crolla tutto.
Punti di riferimento, certezze, prassi, vere e proprie cerimonie tutte in fumo. Roba da matti.
E poi, diamine, come la costruisci una coscienza civica dopo anni di inquinamento? E dall’oggi al domani, come si fa? Ci vorrebbe almeno un periodo transitorio di adattamento, suvvia.
Molti, pero’ assicurano che a essere scoperto e’ un caso su cento, quindi paga uno per tutti una volta ogni tanto. Dicono, questi esperti, che il sistema e’ duro a morire, che si trasforma, si adatta, pare insomma sia come un batterio che vince l’antibiotico, cambia di continuo pelle, interpreti e teorici. Sara’. Anzi sara’ sicuramente cosi’ se e’ vero come e’ vero che tangentopoli non abbatte’ il sistema delle mazzette ma lo rese piu’ impermeabile.
Insomma non ne usciremo mai.
E se poi, davvero, fosse uno ogni tanto a pagare, secondo l’assunto che trovare una gara o un concorso pulito e’ come cercare l’oro nel fiume Basento, chiediamoci se ne valga la pena. E mi spiego: un sistema incancrenito, che da’ certezze, a fronte di uno stato incapace di imporsi siccome di dare quelle stesse certezze, pressocche’ inattaccabile, sebbene da rifiutare, trova pero’ un’adesione generalizzata. Che paghi uno su tanti pure fa pena e non cambia le cose.
E tornaimo a bomba, ma non sarebbe il caso di legalizzarle le mazzette? Almeno ci pagherebbero le tasse, diamine. Ma suvvia, scherzavo, puo’ anche essere che arriva la fata turchina e benedice i politici, i quali faranno pulizia di faccendieri dall’oggi al domani, finalmente consapevoli del marciume che lin circonda. Poi parleremo pure di questo altro sensazionale fenomeno: i politici stanno li’, gomito a gomito coi faccendieri, che scelgono pure, ma non c’entrano mai. Caspita che bravura, vivere nel fango e mantenere la camicia sempre pulita non e’ da tutti, perbacco.
Le avventure di Dario e Rocco. “Gelosia”
Posted on 07. feb, 2017 by L.P. in Amenità, Città di Potenza, Racconti, Regione Basilicata
-Caro Rocco, sono stato chiaro. Fate cazzo volete ma Rocco non si tocca.
-Davvero? E su Dino non hai detto niente?
-Sì … cioè … beh …. in certo modo …
-Dario, ho il timore che dici le bugie e, ti assicuro, sono molto deluso.
-Ma no, Rocco, pensa ti ho difeso con ardore …..
-Ah si? Allora fammi vicesindaco.
-Ma questo posto l’ho promesso ….
-Vedi. Se vuoi convincermi devi dimostrarmi davvero quanto ci tieni.
-Rocco, farò il possibile.
(Dario prende il cellulare e con mani tremanti digita un numero)
-Enzo, scusa, ma come vice sindaco ……
-Dario ho già comunicato, sai aspettavano in piazza Sedile, non posso rimangiarmi niente.
-Enzo, è una questione di vita o di morte.
- va bene, ne parlo in assemblea.
(Dario chiude)
-Rocco ne parleranno in assemblea.
-Dario, ti ho sentito, sai? Non sei capace, non sai importi, guarda che il sindaco sei tu!
-Rocco!
(Rocco esce dignitosamente ma con gli occhi umidi, Dario ci pensa su e poi sbotta)
-Diamine!
Acta e dintorni
Posted on 19. nov, 2012 by L.P. in Città di Potenza

Parliamo di Acta.
Nei giorni scorsi sono apparse notizie sulla stampa riguardanti una situazione economica piuttosto precaria che potrebbe mettere in discussione anche il pagamento degli stipendi.
Giova fare una volta per tutte chiarezza.
L’Acta svolge una serie di servizi per conto del Comune di Potenza, tutti ben elencati nel contratto di servizio. Svolge poi anche qualche altro servizio che viene contabilizzato e pagato al di fuori del contratto su nominato.
Il Comune di Potenza è moroso nei confronti dell’Acta di poco meno di dieci milioni di euro, a ben guardare una vera e propria enormità.
Costringe, da tempo, l’Acta a cedere il proprio credito per ottenere un minimo di liquidità. Ma, beninteso, queste cessioni costano. Non solo, ma le cessioni, che intervengono sempre in enorme ritardo sui tempi dei pagamenti, servono il più delle volte per tamponare le vere emergenze, e mai a sanare la situazione, che rimane cronicamente deficitaria.
I debitori aspettano abbastanza pazientemente, ma i fornitori non fanno più credito, per cui, di necessità si fa virtù, per esempio attingendo pezzi di ricambio per i mezzi da carcasse di vecchi automezzi non più utilizzabili.
Di programmare qualcosa, evidentemente, non se ne può parlare, perché senza poter contare su conferimenti puntuali e con i creditori sempre in lista di attesa, sarebbe quantomeno scellerato immaginare investimenti.
E allora si vive quotidianamente, con la speranza che qualche datato credito venga pagato in tempo.
Finora sono sempre stati garantiti gli stipendi, e presumo che l’eventualità contraria verrà sempre scartata con interventi all’ultimo secondo.
Purtroppo molto di recente una lettera, chissà quanto meditata e con quali reali obiettivi, dell’assessore al bilancio del Comune di Potenza ha lasciato sconcertati i vertici dell’Acta: la nota, invitando con una certa decisione all’ennesima costosa cessione di credito, puntualizzava che nel futuro, anche prossimo, il Comune non garantiva più erogazioni, non puntuali, chè non ci sono mai state, ma neanche puntuali per il pagamento di tasse e stipendi. Una vera e propria mina vagante, anche perché inviata anche ai lavoratori, i quali, evidentemente, non avranno gioito e sono stati messi in inevitabile ansia.
Il Comune dice di essere creditore di quasi venti milioni di Tarsu non pagata. Sarà, ma se sono soldi non recuperabili ovvero se non si prova a recuperarli non può diventare una scusa per non pagare quanto pattuito e dovuto all’Azienda.
Da più parti si indica l’Acta quale autentico baraccone politico.
Impropriamente, invero, perché un baraccone politico è un ente inutile, non un ente che ha un contratto e svolge un servizio primario. Ma il vocabolario di chi ama intervenire sull’argomento è quello che è.
Vero è, però, che le nomine sono a oggi sempre state politiche, ma questo è un discorso leggermente diverso, per cui si può opinare sulla bontà delle scelte e non altro.
Vero è che in passato presumo che l’Acta sia servita anche per fare politica, ma posso solo presumerlo perché non c’ero.
Vero è che, per esempio, gli incarichi legali sono quasi sempre stati conferiti in passato con criteri politici, ma a questo fenomeno è stato posto un argine, per la verità. E vero è che l’Acta per diventare una vera e propria Spa, nei cromosomi, intendo, dovrà abbandonare logiche politiche anche solo di assoluta reverenza nei confronti della classe politica che, è dura affermarlo, vede nell’Azienda soltanto una fonte di preoccupazioni, se non proprio una seccatura, e non un momento di crescita.
Tutto vero, perbacco. Ma la situazione è anche più complessa.
Qualcuno dice che il Comune dovrebbe internalizzare l’attività. Io non so cosa dire a riguardo: il Comune facesse le scelte che ritiene più utili.
Qualcun altro dice che le spese per il Cda, per il Collegio Sindacale, e per la figura del Direttore Generali siano spese eccessive e soldi buttati. Io penso che una struttura così articolata sia stata prevista per operare in maniera sempre più importante e in un ambito sempre più ampio, ma se è vero che non la si dota del minimo indispensabile, tanto vale ridurre le pretese e gli organigrammi.
Io credo che l’Acta possa fare molto di più, ma dovrebbe davvero diventare indipendente, e da due punti di vista: innanzitutto economicamente, e in secondo luogo autonoma dalla politica, cui non deve dare il conto delle scelte quotidiane, né dalla stessa sopportare richieste e suggerimenti, ma alla quale deve poter dare solo risposte di efficienza.
Fintantochè, però, la politica rimarrà invasiva, nei comportamenti e nelle teste, e inadempiente, questo non potrà accadere.
La mia esperienza di consigliere di amministrazione volge al termine, e, come consuntivo, posso affermare che è difficile operare in seno all’Acta con criteri soltanto di efficienza e di economia.
Fra l’altro conflitti interni di scarso valore sostanziale, esasperati da un infantile approccio al rispetto delle funzioni e tendenti a una egemonia interna di poca utilità aziendale, ma forse necessari per logiche personali, complicano le cose, e rubano tempo a una migliore esecuzione dei reciprochi compiti di chiunque operi nell’Azienda e per l’Azienda, compiti talvolta svolti senza la connotazione della più totale ed esasperata responsabilità e applicazione.
In tre anni l’attenzione della parte politica del Comune di Potenza alle sorti dell’Acta sono state caratterizzate dalla sterile polemica e dall’approccio superficiale e utilitaristico, raramente tese alla soluzione dei problemi puntualmente prospettati e mai risolti.
Un cambiamento di tendenza è necessario come il pane in tavola.
Certo ci vuole sensibilità e alto senso della cosa pubblica.
Che la politica, e i suoi fiduciari, dimostrino l’una e l’altro.
Da Basilicata24 – 20.000 euro per aprire e chiudere lo Stabile
Posted on 02. ago, 2012 by L.P. in Città di Potenza

Consiglio Comunale aperto sui rifiuti in Basilicata
Posted on 12. mar, 2012 by L.P. in Città di Potenza

Ecco il resoconto del consiglio comunale aperto tenutosi oggi. I commenti in un separato post.
COMUNE DI POTENZA
Ufficio Stampa
Consiglio comunale del 12 marzo 2012
Il Consiglio comunale ha inizio alle 9,50 con il presidente Vincenzo Santangelo che illustra brevemente lo svolgimento “della seduta odierna, un Consiglio comunale aperto sul tema dei rifiuti, richiesto da alcuni consiglieri comunali, primo firmatario il presidente del gruppo consiliare dei Popolari Uniti Sergio Potenza”. Il sindaco Vito Santarsiero saluta e ringrazia a nome dell’Amministrazione il segretario generale uscente Giuseppe Pace “per il lavoro di qualità svolto in questi sette mesi” e il neosegretario Antonio Fraire. Il presidente Santangelo cede la parola proprio al consigliere Potenza che comincia la sua relazione: “Sistema dei rifiuti in Basilicata e nella città di Potenza: problematiche connesse alla raccolta e allo smaltimento; soluzioni, programmi e piani di attuazione per una nuova politica di tutela del territorio. Il tema in trattazione è complesso, ognuno ha uno schema ideale per giungere ad una soluzione, però il nostro obiettivo è quello di iniziare un percorso all’interno del quale la città capoluogo di Regione vuol essere protagonista per il bene della comunità. La città di Potenza, al pari di altri comuni, è alle prese con cicliche situazioni di “emergenza rifiuti” e, purtroppo, non si capisce quale sia la via di uscita da una situazione destinata solo ad aggravarsi. Nei mesi scorsi abbiamo compreso che una semplice protesta di cittadini dinanzi ad una delle discariche in funzione è sufficiente per mandare in “tilt” il labile quanto inadeguato sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Iniziamo col dire che nel Testo Unico sull’Ambiente alle Regioni sono riconosciute, ai sensi dell’art. 196, competenze in materia di predisposizione, adozione e aggiornamento, sentite le provincie e i comuni, dei piani regionali di gestione dei rifiuti di cui all’art. 199 (così come novellato dal D.Lgs. 205/10). In via esemplificativa rientrano nel quadro delle competenze regionali:
- la fissazione degli obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere,fermo quanto disposto dall’art. 205 del T.U.;
- i sistemi di raccolta dei rifiuti e gli impianti di smaltimento, ed anche il recupero di quelli esistenti;
- le politiche generali di gestione dei rifiuti;
- la delimitazione di ogni singolo Ambito Territoriale Ottimale sul territorio regionale;
- le iniziative volte a favorire, il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dai rifiuti di materiale ed energia;
- un programma di prevenzione della produzione dei rifiuti.
Le competenze delle Provincie e dei Comuni, secondo quanto individuato dalla normativa vigente, attengono: per quanto riguarda le prime, in linea generale, a funzioni amministrative concernenti la programmazione ed organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, invece, per i secondi, all’adozione di regolamenti di gestione dei rifiuti urbani, definendo, di conseguenza, la qualità e quantità degli stessi. Attualmente sono in vigore il piano della Regione Basilicata risalente all’anno 2001 e quello della Provincia di Potenza del 2002, entrambi mettono al centro il sistema dell’incenerimento. Quanto alla Provincia di Matera è notizia di qualche settimana fa la presentazione del nuovo piano sui rifiuti. Ebbene la Regione Basilicata, nell’ambito del quadro normativo vigente, deve procedere speditamente verso un serio programma di intervento, abbandonando definitivamente il vecchio modello del “tutto” in discarica e della gestione del rifiuto attraverso l’incenerimento. Occorre puntare sulla raccolta differenziata spinta, sul riciclaggio e sulla riduzione della produzione dei rifiuti. Diversi sono gli esempi su cui puntare, pensiamo alla vicina Puglia, che è riuscita ad uscire dal commissariamento ponendosi obiettivi importanti di riduzione della produzione dei rifiuti e di raccolta differenziata; al Comune di Salerno che ha raggiunto l’80% nel sistema di raccolta differenziata domiciliare. L’art. 205 del D.Lgs. 152/06 (così modificato dall’articolo 21 del d.lgs. n. 205 del 2010) stabilisce che in ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti: almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012. Attualmente nella Provincia di Potenza abbiamo un livello medio della raccolta differenziata pari ad un misero 16 percento; invece nel capoluogo la percentuale è appena migliore con un 23,73 % certificato. La Regione Basilicata, quindi, per aumentare le percentuali dovrebbe spingere sui criteri di premialità e penalità per i comuni, utilizzando gli strumenti legislativi a sua disposizione. E’ giusto premiare chi raggiunge nel periodo stabilito gli obiettivi della raccolta differenziata; finanziare l’ente che decida di passare dalla raccolta in strada a quella domiciliare; stanziare degli incentivi per i comuni più virtuosi nella riduzione della produzione dei rifiuti. Inoltre, riteniamo che si possa dar corso a quella previsione di conversione delle piattaforme di trattamento meccanico-biologico di Sant’Arcangelo e Venosa, con finanziamento P.O.Fesr della Regione Basilicata, solo dopo che quest’ultima abbia effettivamente proceduto alla stesura del piano regionale sui rifiuti, altrimenti il processo attivato procederebbe all’inverso: prima realizziamo e poi pianifichiamo!. Partiamo da una seria concertazione tra Regione, Province e Comuni interessati. Occorre, quindi, invertire la rotta: agire sulla differenziata spinta e realizzare una rete di impianti adeguati ai tempi, con il ritorno dei vantaggi connessi al recupero della frazione organica. La città di Potenza negli anni passati ha reso un servizio a tutta l’area del bacino circostante, consentendo ad altri comuni di sversare i rifiuti nella discarica di Pallareta, oggi chiusa per i raggiunti limiti. Se il capoluogo avesse agito con egoismo, oggi, certamente, avrebbe ancora la possibilità di portare parte dei rifiuti nella propria discarica con notevole risparmio economico. Invece siamo arrivati a dover sostenere un costo di smaltimento di circa 210 euro a tonnellata (dati ufficiali dell’Acta spa), perché manca una tariffa unica regionale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Secondo quanto riferitoci dagli addetti del settore, troppo spesso il costo di smaltimento varia in aumento con il susseguirsi delle ordinanze emesse dalla Regione, cioè ci è parso di capire che le discariche autorizzate ne approfittino in presenza di una necessità. Tali costi, purtroppo, sono successivamente destinati ad incidere sulle tasche dei cittadini in quanto i comuni per esigenze di bilancio sono costretti ad aumentare la Tarsu. L’amministrazione comunale di Potenza, dal canto suo, si sta impegnando per sviluppare la raccolta differenziata su tutto il territorio cittadino, tant’è che nelle scorse settimane ha approvato un progetto realizzato in collaborazione con il Conai. Il piano prevede l’introduzione di un nuovo servizio di raccolta domiciliare sia per le utenze cittadine sia per quelle commerciali e produttive, relativamente a quattro tipologie di rifiuti: carta e cartone, imballaggi in plastica e metalli, rifiuto organico e rifiuto non differenziabile. Una volta a regime, gli unici contenitori stradali saranno quelli per la raccolta del vetro e degli abiti usati. Verranno, inoltre, implementate le raccolte degli ingombranti a domicilio, dei piccoli apparecchi elettrici ed elettronici, delle pile e delle batterie esauste, dei farmaci scaduti e dei pannolini, mentre tutti gli altri rifiuti potranno essere conferiti ai centri di raccolta comunali. Ci aspettiamo che a breve la Regione Basilicata finanzi per intero l’iniziativa in modo da avviare il processo entro il 2012; caro presidente sarebbe un gesto di grande attenzione per il capoluogo e, in presenza di un impegno, l’intera assise non potrebbe che riconoscerle il merito e la lungimiranza. Passando oltre, nel pieno rispetto dei presupposti di base comunitari sul libero mercato e la concorrenza, nel settore della gestione dei rifiuti non possiamo trascurare quell’interesse pubblico ad una gestione efficiente e sana del servizio stesso. Forse è il caso di pensare ad un ciclo interamente pubblico. Attualmente la città di Potenza è legata da un lato ad una stazione di trasferenza e dall’altro all’inceneritore Fenice, entrambe le strutture gestite con i tempi e le modalità fissate dal privato. Occorre realizzare una stazione di trasferenza nell’area del bacino di Potenza e all’uopo occorre pensare ad un ruolo strategico dell’Acta spa. In tale contesto, però, abbiamo dimenticato che ancora esiste per la città di Potenza un problema chiamato: “inceneritore di San Luca Branca”. Un’opera il cui costo è stato stimato in oltre 9 milioni di euro e da oltre vent’anni brucia più soldi che rifiuti, con ovvie ricadute negative sul bilancio del comune. Come già detto in passato, forse dovremmo iniziare ad abituarci all’idea di un possibile abbandono dell’impianto per le più svariate ragioni, ivi compresa quella della salvaguardia del territorio. L’Acta spa, del resto, dovrà continuare sulla strada intrapresa della campagna di informazione, perché il nuovo modello, con le modalità e i criteri di separazione dei materiali, dovrà essere recepito al meglio da tutti gli abitanti. L’informazione è un elemento di notevole importanza giacché la qualità del differenziato è condizione necessaria per evitare la discarica. Un’opportunità forse la si poteva cogliere con i 21,4 milioni di euro di contributi destinati all’Italia nell’ambito del programma comunitario “life plus” (life +), il cui obiettivo è favorire l’attuazione del 6° Programma di azione ambientale (Paa). Nell’avviarmi alla conclusione, riteniamo che attraverso un nuovo approccio di politica ambientale, la gestione dei rifiuti, tramite una rete integrata di impianti di trattamento, recupero, smaltimento e una pianificazione regionale di tutte le fasi della filiera, degna dei tempi che ci riguardano, debba assicurare:
- l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti non pericolosi in ambiti territoriali ottimali;
- la riduzione della movimentazione dei rifiuti all’interno dell’ambito territoriale di riferimento (l’Acta riferisce in commissione che la città di Potenza ha un costo chilometrico di 25 a tonnellata a tonnellata);
- la ripartizione delle responsabilità tra i soggetti coinvolti;
- l’applicazione di un regime tariffario unico per lo smaltimento.
Tra gli obiettivi ambientali:
- Prevenzione dell’inquinamento con drastica riduzione alla fonte dei rifiuti;
- Valorizzazione economica dei rifiuti attraverso il recupero e la produzione di energia;
- Ricorso in via residuale allo smaltimento dei rifiuti, rivolgendosi essenzialmente a quelli non recuperabili;
- Realizzazione degli impianti di trattamento e recupero.
In definitiva mi piace qui richiamare quanto contenuto in chiusura nel rapporto annuale di Legambiente, secondo cui: “Le regioni hanno grandi responsabilità nella gestione del presente e nel promuovere e governare un futuro possibile. Il loro può essere un ruolo positivo e innovativo, di valenza nazionale, in molti settori delle politiche ambientali”. Allora raccogliamo la sfida e da amministratori, in nome delle comunità che ci pregiamo di rappresentare, cerchiamo di aiutare i territori tutti a compiere quel salto di qualità per una migliore qualità della vita”. Il presidente Santangelo dopo aver letto un breve messaggio attraverso il quale il presidente della Provincia di Matera Stella giustifica la propria assenza cede la parola al presidente regionale di Legambiente Marco De Biase: “Con il dossier ‘Comuni ricicloni’ facciamo sì che si prenda coscienza, tra l’altro del fatto che pur essendo la Basilicata al terzultimo posto in Italia per raccolta differenziata, poco oltre il 16%, si possono ottenere risultati migliori. Il piano sottoscritto dal Comune di Potenza con il Conai va in questa direzione, anche perché per legge entro l’anno è previsto l’obbligo di raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Il percorso va verso la responsabilizzazione dei cittadini, che cambi quello attuale dell’anonimato. Dalla spirale dell’incremento continuo dei costi del conferimento in discarica si esce solamente evitando di produrne in maniera incontrollata. La frazione organica servirebbe ai terreni, e una frazione differenziata che sarebbe acquistata dal Conai, che però chiede raccolte sempre più affinate. Noi sosteniamo il progetto Conai, siamo convinti che i cittadini siano maturi e pronti ad affrontare la raccolta differenziata, per una gestione dei rifiuti moderna che guarda al modello europeo”. Il presidente dell’Acta Domenico Iacobuzio nel tracciare un breve profilo dell’azienda descrive come “nel 1995 l’Amiu venne trasformata in Acta. Nel 1999 contava su 143 dipendenti, oggi 131 con una città che si è notevolmente ampliata e con mezzi sempre più vetusti per carenza di investimenti. Negli uffici si è passati da 16 a 27 persone per motivi vari, tra gli altri malattie professionali. 42 unità sono impegnate all’interno della struttura, 84 all’esterno e 5 unità utilizzate in altri enti anche attraverso comandi. Il progetto Conai è stato ottimamente studiato e calibrato sulla città di Potenza. Le perplessità sono tutte sull’applicabilità del progetto che prevede 83 persone per la raccolta porta a porta, praticamente rimarrebbe scoperto il servizio di spazzamento. Le nuove assunzioni sono impossibili, l’alternativa è l’affidamento esterno con l’aggravamento dei costi. Per il Conai ha spiegato nel progetto che per la raccolta differenziata a Potenza vanno sostenuti costi per 10 milioni di euro, che porterebbero il costo complessivo del servizio dai 14 milioni di euro attuali ai 16 milioni di euro. Vanno considerati anche i 7 milioni di euro di investimenti necessari affinché la raccolta differenziata parta. Per un appartamento di 110 metri quadrati a Potenza si spendono 278 euro di Tarsu a Salerno 425. Dunque non mi sembra che i cittadini risparmino. Le azioni che possiamo pensare di attuare da subito? Possiamo, in merito alla stazione di trasferenza, a una gestione in proprio magari sfruttando le strutture presenti all’interno dell’impianto di incenerimento”. Sabino Altobello commissario dell’Ato rifiuti Basilicata: “Il sistema rifiuti Basilicata è centrato sul conferimento in discarica, ognuno di noi produce 750 grammi al giorno che vengono portati in discarica. Siamo passati da 131 ‘immondezzai’ di 30 anni fa ai circa 5/6 impianti oggi in provincia di Potenza. Non bisogna politicizzare il problema e ritenere sempre che il problema riguardi qualcun altro. Il sistema centrato sul conferimento in discarica va superato, anche se penso che la pianificazione presente in Basilicata è quella che meglio risponde agli indirizzi comunitari. Il piano provinciale di Matera prevede di passare dai 750 grammi a persona ai 250 grammi, un obiettivo possibile e concreto. Abbiamo qualche problema, tra gli altri Potenza. Questi impianti, al netto di Fenice, Tricarico e stazione di trasferenza di Tito sono tutti in mano al pubblico. Gli impianti possono essere gestiti solitariamente da quel Comune insieme al gestore della discarica: questo è uno degli aspetti fondamentali. La Regione ha fatto la conferenza interistituzionale per la gestione dei rifiuti. Credo che il territorio e gli enti locali debbano spingere in quella direzione per evitare diseconomie che alla lunga possano risultare insopportabili per i cittadini. Ci vuole un’autorità, anche la stessa Regione. A Potenza il 23% di frazione secca è un dato significativo di raccolta differenziata, se si somma l’umido si arriva al 50%. Allora è un problema economico, di sostenibilità o cos’altro? C’ un problema di protagonismo delle realtà locali, una sfida che va affrontata e vinta”. Il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza spiega che “l’obiettivo del minor conferimento in discarica, è tra gli obiettivi che ci consentirebbero di giungere attraverso il meccanismo di premialità, a finanziamenti per 12 milioni di euro. L’approccio non deve essere volontaristico, ma deve avvenire in un mutato contesto legislativo. Se fosse partito l’inceneritore fosse partito, il piano provinciale sarebbe stato meno ‘discaricacentrista’. Sono state fatte scelte che oggi invece guardano con attenzione alla auspicabile modificazione della Legge 6 del 2001, per poter individuare aree idonee e non idonee. A 11 anni di distanza il punto è lavoriamo su una pianificazione complessiva che possa omogeneizzare tutto il territorio lucano. Perché non pensare di conferire a Fenice solo il secco e non il ‘talquale’, potrebbe essere una valutazione sulla quale ragionare. Il sistema del ‘ciclo integrato dell’acqua’ che ha dato frutti positivi negli ultimi anni va copiato ed esportato anche in tema di rifiuti, penso a una tariffa unica che premi e penalizzi chi meglio applica i parametri previsti dalla normativa in tema di raccolta. Il Piano d’ambito poteva un esercizio svolto dalle Province”. Il presidente della Regione Vito De Filippo: “Consideriamo il confronto con le amministrazioni locali arricchente per affrontare e cercare la soluzione delle tematiche politiche e amministrative. Siamo al punto decisivo. A una pigrizia storica nell’affrontare un problema che era non emergenziale con 230.000 tonnellate di rifiuti annui prodotti, oggi vede invece una evoluzione decisiva. Il nuovo impianto di compost intercoprensoriale del ‘Bacino centro’ è stato più volte attenzionato in sede regionale, e ci consentirà, con un modello di raccolta differenziata avanzata, una pianificazione migliore a livello regionale. Riguardo alla tariffa bisogna considerare che per esempio rispetto all’acqua, le tariffe riusciamo a mantenerle eque anche grazie ai 12 milioni rivenienti dalla bolletta idrica che ci corrisponde la Puglia. Le 230 mila tonnellate prodotte, pensando alla raccolta differenziata, è prodotta su un territorio che è appena inferiore a quello campano, fattore che va tenuto nella giusta considerazione. Per il compostaggio servono tre impianti, e per quanto ho capito quello di Potenza, più piccolo, ma pubblico. Sulla governance posso dire che abbiamo finanziato varie esperienze di raccolta differenziata, anche con zero Comunità montane, alcune di queste, però, non hanno avuto seguito. I tre obiettivi di servizio, riduzione del conferimento in discarica, aumento della differenziata, aumento del compost da umido, sono obiettivi che se non perseguiti e ottenuti possono farci perdere finanziamenti. L’Europa si muove verso la termovalorizzazione, anche se non è aprioristicamente contraria all’incenerimento. Fenice incenerisce molto poco rispetto alle potenzialità. Mantenere una quota di rifiuti da incenerire consentirebbe anche di mantenere tariffe eque per i cittadini. Stiamo valutando come alcuni investimenti del Fesr, penso ai parchi nazionali con risorse che possono essere ottenute e utilizzate solo in presenza di un piano di utilizzo del parco, passando al tema rifiuti, siamo consci del fatto che ‘anticipando’ le somme necessarie potremmo ottenere i finanziamenti previsti e, siamo altrettanto coscienti del fatto che spingendo sull’efficienza della raccolta in questa zona si possa giungere alla definizione di un equilibrato progetto di livello regionale”. Il capogruppo dei Dec Angelo Laieta apre gli interventi dei consiglieri comunali. “Finora si è pensato e si operato in maniera disorganica. Oggi abbiamo raccolto in una stessa sede tutti gli enti coinvolti. Ritornare alla gestione pubblica, anche solo delle stazioni di trasferenza, senza coinvolgere il privato, è difficile mantenere i prezzi entro limiti accettabili. E’ impensabile che un impianto come l’inceneritore di Potenza, che anche termovalorizzatore, rimanga inutilizzato malgrado le diverse criticità. Prendiamo atto della capacità di tutti i livelli istituzionali coinvolti nell’avere un’ottica più complessiva e meno parziale. Sono propenso a sperimentare il piano del Conai, perché penso che la città ne trarrà indubbi benefici”. Il consigliere del Pdl Antonino Imbesi si dice “preoccupato del fatto che in tutti gli interventi non siano stati indicati tempi certi. L’amministrazione comunale pare abbia scelto la differenziata, rispetto alla quale però, vanno considerate le difficoltà palesate dal presidente Acta Iacobuzio, carenza di personale, mezzi e quant’altro che avrà come ineludibile conseguenza un aumento delle spese a carico dei cittadini. Le famiglie non ce la fanno più, hanno già raschiato il barile, aumentare ulteriormente la tassazione non ritengo sia la strada percorribile e da percorrere. Chiedo al presidente della Regione di accelerare per risolvere radicalmente il problema”. Il capogruppo del Pd Gianpaolo Carretta sottolinea come “il ciclo dei rifiuti è storicamente soggetto all’interessamento della criminalità organizzata. Il Procuratore generale di Potenza ha dichiarato che fortunatamente in Basilicata al momento ciò non è. Registro impegni indiretti quali il riconoscere il ruolo strategico che la città di Potenza deve rivestire nell’ambito di raccolta e smaltimento dei rifiuti, dichiarato nella sede cittadina più solenne dai massimi esponenti di Provincia e Regione. Autosufficienza, calmierare i costi, tutele dell’ambiente: per questi e per altri obiettivi sono per l’istituzionalizzazione di un organismo in grado di gestire complessivamente il tema. Tariffa unica regionale e progetto del Conai che porta a una raccolta differenziata spinta, sicuramente più problematico di quello applicato a Salerno, per un terreno molto più frastagliato, motivo per il quale mi riterrei soddisfatto di raggiungere un dato anche del 20% inferiore rispetto a quanto fatto dalla città campana”. Il coordinatore dei gruppi d’opposizione Giuseppe Molinari vorrebbe “conoscere se nel futuro si torneranno a ripetere in città i periodi di criticità che abbiamo vissuto, anche di recente. Dobbiamo dare risposte certe e fare scelte importanti anche sull’inceneritore. Se vogliamo risolvere il problema dei rifiuti, dobbiamo sottrarre i privati dalla gestione. Va anche individuata la tariffa unica, è impossibile che un Comune come Potenza sia soggetto ai vari gestori degli impianti. Positivi i segnali dati dalla Regione nel senso di disponibilità al finanziamento del progetto Conai, anche se va tenuto in considerazione il suggerimento di allargarlo all’ambito del Piano strutturale metropolitano”. Il presidente della VI Commissione consiliare, il consigliere dei Pu, Antonio Losasso spiega che “il Consiglio odierno segna un punto importante a favore di un confronto, quello sui rifiuti, che non ha colore politico, e al quale viceversa tutte le componenti politiche e istituzionali possono e devono dare un contributo. I consiglieri comunali supportati dalla nostra base che sono i cittadini devono essere in prima fila nel proporre e prospettare le migliori soluzioni possibili, aree ecologiche, tariffe, impianti, modalità e tipo di raccolta. Ci piace immaginare un percorso congiunto, anche riguardo al progetto Conai, che veda protagonisti i cittadini”. Il consigliere del gruppo misto Vito Mitro evidenzia che “l’Amministrazione deve decidere che cosa fare dell’inceneritore di Potenza. Vanno altresì individuate le competenze e il ruolo da riservare all’Acta. Il Comune vanta crediti per il mancato pagamento della Tarsu di 24 milioni di euro. Bisogna pensare al recupero di questi crediti. L’invito che rivolgo al Sindaco e di programmare interventi anche per l’evasione fiscale. Positivo il progetto Conai, anche se vanno individuate soluzioni che non gravino ulteriormente sulle tasche dei cittadini”. Il consigliere del gruppo misto Rocco Coviello: “Oggi il Consiglio comunale, anche in un momento storico che vede pochissime funzioni attribuite a questo organo, si è per così dire riappropriato dei temi. A onor del vero però la prima parte è apparsa più come un convegno, il secondo riservato a un confronto tra consiglieri. Su questo tema registriamo il non aver raggiunto degli obiettivi. Non abbiamo fornito risposte concrete: inceneritore, discarica di Pallareta, l’Acta è o meno una Spa, nel senso che sono una vera società per azioni, il piano Conai va rimodulato per comprendere i Comuni del Piano strutturale metropolitano. Questi gli interrogativi ai quali non abbiamo risposto e che mi auguro possano trovare l’attenzione nella replica finale”. Il capogruppo del Pdl Fernando Picerno ricorda “che tutti gli Enti, presenti oggi, che negli ultimi 20 anni si sono alternati al potere e scaricati le responsabilità i vari referenti che hanno un unico comune denominatore: quello di essere del centrosinistra. Passando ai rifiuti in senso stretto: se c’è una così grande domanda, perché non si opera per adeguare l’offerta. Gli impianti di compostaggio di Venosa e Santarcangelo sono già partiti, quello di Potenza è quello che dovrà essere realizzato, come mai?”. Il capogruppo del Mpa Salvatore Lacerra considera “quello odierno un primo incontro, per giungere a una soluzione condivisa. Nella vaghezza riscontrata dalle parole del presidente De Filippo trova fondamento anche la vaghezza degli obiettivi indicati e nelle strade ipotizzate per il loro raggiungimento. Serve un’analisi approfondita dei costi. I rifiuti da problema possono e devono essere considerati una risorsa, non un progetto terminale di un ciclo produttivo, ma l’anello di una catena che deve proseguire un percorso industriale. Resto scettico sul progetto Conai. Riguardo ai 24 milioni di euro di crediti non riscossi in tema di Tarsu, dovremmo pensare anche a un concordato che consenta all’Ente di recuperare almeno in parte le somme”. Il consigliere del Pdl Michele Napoli crede “che quest’occasione così importante non deve essere solo una vetrina, ma origine di una riflessione approfondita sulla situazione igienica in cui versa la nostra città. In Italia il costo medio per lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti è di 110 euro, a Potenza è di 211 euro. La raccolta differenziata è del 23%, la Basilicata per fortuna produce pochi rifiuti. Negli anni le normative che indicavano percentuali di raccolta differenziata alle quali dovevano giungere gli Enti locali, sono state puntualmente disattese, sia a livello regionale, sia a livello comunale. La città oggi si presenta obiettivamente sporca, malgrado l’impegno degli operatori dell’Acta. Paghiamo ritardi nell’impiantistica, che una volta avevamo entro il territorio comunale e oggi non abbiamo più. Abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere? Registriamo un’inerzia sul tema in tutti i livelli istituzionali locali”. Il Sindaco conclude la seduta: “Gli interventi ascoltati ci hanno permesso di entrare nel merito della questione rifiuti inserendolo in un orizzonte molto più vasto. Abbiamo avuto risposte puntuali e precise. Abbiamo compreso come in un settore di grandissima articolazione la nostra regione si è mossa seguendo un percorso chiaro e di rigore e che ha evitato la questione rifiuti risentisse degli influssi della malavita. Fino a qualche anno fa regnava un certo caos e uno stato di aggressione alla natura indiscriminato. Si è individuato a seguire un numero di impianti giusto per quella realtà, stando a quanto imposto dalla legge che prevedeva una percentuale di raccolta differenziata pari al 35%. Quella previsione impiantistica si è portata dietro difficoltà a cominciare dalla progettazione lasciata ai Comuni e non affidata a un soggetto superpartes. Il sistema ha portato a scegliere la soluzione di un’emergenza immediata, che però non guardava a un’evoluzione che pure si è registrata. Oggi il presidente De Filippo, non individua ancora un percorso legislativo difficile oggi da definire, ma utilizza la conferenza interistituzionale come strumento per definire la grande pianificazione da portare poi sul territorio dove vagliare effettivamente le scelte. Questo il contesto generale. La regione chiude la fase dei primi piani provinciali, mantenendo una posizione rigorista. Seguono scelte forti. Raccolta differenziata spinta e impianti per la creazione di compost. Il resto dei rifiuti o in discarica o negli impianti di incenerimento. La caratterizzazione ambientale del sito della Pallareta prosegue seguendo i tempi a essa necessari. Se concentriamo la nostra attenzione a questi due settori, raccolta differenziata e impiantistica, la conferenza interistituzionale (la struttura di governo del tema rifiuti) è il luogo dove governare il conferimento finale dei rifiuti. Fenice rimane il luogo dove conferire 5 camion da 250 tonnellate, altri due nelle altre due discariche. Con il Conai abbiamo redatto un documento che rende disponibile già oggi il percorso per giungere al 65% di raccolta differenziata nella città di Potenza. Non possiamo arretrare rispetto a questo progetto, va difeso come un elemento di ricchezza. Da un lato abbiamo bisogno dei mezzi e dei contenitori, nell’ordine di 7 milioni di euro, fondi richiesti alla Regione, dall’altro ci sono costi di gestione che aumentano 2 milioni di euro, un in più della previsione Conai. Un’operazione così importante è possibile che ci lasci perplessi per un incremento di spesa così marginale? L’aumento dei costi previsti sarebbe di poco meno del 10%, somma che ci pone in media nazionale. Passando alla situazione dell’Acta oggi ci dice che la raccolta differenziata nel 2011 è stata 23,73 % cui bisogna aggiungere le 800 tonnellate che gestori privati ritirano a domicilio, più del 2%, con punte che nel mese di ottobre ci hanno consentito di raggiungere il 30%. La piattaforma ecologica ha più che raddoppiato il numero di utenti dal 2008 a oggi. Nel Mezzogiorno, mediamente Potenza mantiene una posizione dignitosa, fatta eccezione per Salerno. Progetti Conai così importanti interessano solo Potenza e una realtà pugliese. Riguardo all’umido registriamo la disponibilità del presidente De Filippo alla realizzazione di tre impianti in regione. La caratterizzazione ambientale della Pallareta ci consentirà anche di pensare a quel sito per la stazione di trasferenza. Una delle emergenze è definire un piano di spazzamento della città, con una pulizia straordinaria, per la quale ho dato la disponibilità all’Acta le modalità poste in essere in occasione delle ultime eccezionali precipitazioni nevose”. Il Consiglio comunale termina alle 14,25.
(Marco Fasulo)
L’opposizione va all’attacco.
Posted on 02. mar, 2012 by L.P. in Città di Potenza
Il Consigliere comunale Molinari convoca in Commissione i vertici dell’Acta e i dirigenti comunali competenti in materia di rifiuti. Vuole ancora una volta conoscere il perché del periodico accumulo dei rifiuti per strada, così come verificatosi negli ultimi tempi.
Poi vuole sapere dell’inceneritore ecc. ecc.
Era ora.
Io credo, però, che dovrebbe esserne già a conoscenza, innanzitutto perché consigliere, in secondo luogo perché consigliere di opposizione.
La sua richiesta segue i chiarimenti offerti dal direttore dell’Acta dott. Tricarico. V’è da pensare, allora, che la conoscenza dei fatti della città il consigliere la faccia dai giornali e non dalla sua precipua attività amministrativa.
E se non sa nulla lui sull’inceneritore, chi altri dovrebbe saperne qualcosa?
Il mio vicino di casa?
Ogni tanto la politica locale si sveglia dal suo torpore e pone un quesito.
Ma lo fa comodamente dalla sua poltrona in consiglio. Non si scomoda ad andare negli uffici e spulciare le carte; gli basterà quello che verrà riferito in commissione; e poi il giorno dopo un altro bel comunicato stampa che contesta, proclama, stigmatizza.
Penso che si potrebbe fare di più.
Penso che potremmo pretendere di più dai nostri rappresentanti.
O non ce ne frega più niente?
Ma suona la campanella, è ora di ricreazione.
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