Wednesday, 31st May 2023

Gargarismi di risulta

Posted on 05. nov, 2012 by in Argomenti, Commenti

Gargarismi di risulta

Antonio Di Pietro non poteva sapere cosa accadeva nel suo partito e Craxi, buonanima, è d’accordo. Di Pietro incassa la solidarietà dell’ex nemico e si interroga sul suo futuro.

Un patrimonio immobiliare l’ha messo da parte, un buon numero di pensioni le ha tirate su. Diciamo che se smettesse di litigare con l’italiano potrebbe cominciare a scrivere le sue memorie, o reinventarsi comico, chè un poco lo è naturalmente.

Ecco potrebbe darsi il cambio con Grillo: questi diventa un politico e lui comincia a fare il comico.

Grillo, invece, lo vede Presidente della Repubblica.

Vero è che ognuno può avere le sue opinioni, ma quella di Grillo comincia a pesare, e sarebbe interessante capire quanto sia superficiale e quanto voluta e meditata.

Rusticamente parlando, dopo il rubacuori a pagamento, supersilvio, ci manca un Presidente zappatore, un uomo col trattore, un seminatore, e quindi, benvenga pure Antonio Presidente, tanto in Italia è possibile tutto.

Grillo, inebriato dal successo siciliano, sta cominciando a parlare troppo. Un classico errore da sbronza elettorale. Sta cominciando a veleggiare.

I suoi no, devono obbedire e non comparire in televisione. Ci sta pure, per Giove, regole ferree e tutte contro il sistema. Ma pure lui che comincia a distribuire coppole di lusso, mi sembra fuor di luogo.

Vedremo in Sicilia cosa accadrà.

Io ho fiducia nei giovani, ma non tanta da fidarmi a occhi chiusi.

Il Governo continua a legiferare come se niente fosse. La suddivisione dei poteri prevista in Costituzione non vale più, e Napolitano se ne sbatte, anzi plaude. Questi si riprenderà al prossimo governo politico, Monti è un’eccezione, e come tale conferma la regola, evidentemente.

Balorda Italia.

Chi sarà il prossimo politico a essere trovato con le mani in pasta o nelle vicinanze?

Si accettano scommesse. Dopo Di Pietro toccherà a qualcun altro.

Sembra fatto apposta, e lo sarà pure, ma con la complicità dei politici, perbacco: ce ne fosse uno che si salva.

Fiorito, se ti manca un centone, te lo do io.

Posted on 23. set, 2012 by in Commenti

Fiorito, se ti manca un centone, te lo do io.

Che bello spettacolo alla Regione Lazio.

Io credo che, senza distinzione di partito, siano una banda di manigoldi.

Monti e Napolitano non hanno espresso il loro esimio pensiero a riguardo.

Forse chi scrive i loro interventi si è beccato un week end lungo, forse. O forse ci stanno pensando bene sopra. O forse non gliene frega niente. O forse sono rimasti senza parole. Ma no, questo non lo credo. Soprattutto Napolitano, politico di lungo corso, figuriamoci. Al più avrà pensato “che dilettanti”.

Qualcuno dice che il livello è colmo. Io non credo. Penso che si possa addirittura scendere qualche altro gradino in basso.

Perché se non c’è sdegno da parte della popolazione vuol dire che c’è spazio per porcate ulteriori, e magari più gravi ancora.

Fiorito è un artista, mentre i consiglieri del PD e dell’IdV, trovandosi tutti quei soldi nelle tasche, hanno sempre pensato alla fata turchina.

Berlusconi ha confermato tutti.

Bravo. Questa è coerenza.

Visto che li ha scelti, se li difendesse. Ma pare che stia preparando qualcosa di sconvolgente, di epocale. Per ora riflette, ma lunedì vedrete.

Detto fra di noi l’Italia non è fatta per le regioni. Meglio solo lo stato centrale, almeno si sperpera a un solo livello. Figuriamoci il federalismo. Mamma li turchi, se la mangerebbero l’Italia.

La Corte dei Conti, poi, ha fatto una bella figura. Cose così macroscopiche non le ha neanche subodorate. A casa pure loro, per quello che servono.

La strategia di Monti è infallibile: visto che l’evasione è un male atavico, cronicizzato e duro a scomparire, non sapendo, fra l’altro, come fare, e visto che il malaffare è difficile da estirpare, ma che dico difficile, impossibile, tanto vale tassare e far pagare chi paga regolarmente da sempre. Una fonte di incasso sicura che non scontenta nessuno. Evasori e malfattori possono continuare nelle loro attività lucrose, e chi lavora per le tasse continuerà a farlo, tanto ci è abituato. Che furbo di un Monti.

Di Pietro ha cambiato opinione. Ora che tocca a lui non sapere, è possibile non sapere quello che hanno combinato alla regione Lazio. Solo per i suoi inquisiti valeva il teorema che era impossibile non sapessero.

Benedetta Italia, ogni giorno stupisce di più.

Ma a stupire in maniera sbalorditiva è il popolo che, a cacciarli a pedate nel culo, a questi delinquenti, non ci pensa proprio. Evidentemente a marciarci sono molti di più di quelli che si crede. O no?

Di Pietro non ti faranno del male!

Posted on 01. ago, 2012 by in Argomenti

Di Pietro non ti faranno del male!

Leggo, anche un po’ divertito, delle fratture interne ai Dipietro’s boys. Un De Magistris che flirta con Bersani, un Donadi –che triste- che si incazza per i vituperi quotidiani a Napolitano, e altri che fremono per approdare ad altri lidi.

Ingrati.

Non li avesse raccolti per strada Di Pietro, ora chissà cosa farebbero. Ma ora si impuntano, sono fatti grandi, e il verace Tonino non gli sta più bene. Pensano di poter camminare coi propri piedi.

L’ingratitudine è italiana quanto l’incoerenza. E quanto il rispetto delle regole, che, Napolitano insegna, valgono i giorni dispari dei mesi pari a seconda delle fasi lunari, e col rispetto per i trigoni a venire.

Dalle parti del mio studio c’è gente che parcheggia liberamente nello spazio riservato agli invalidi o comunque in zona vietata e mai che qualche vigile elevi una contravvenzione. Sempre a proposito del rispetto delle regole. A meno che, pur non essendo in possesso di un handicap e della consequenziale autorizzazione, non si intenda per handicap quella irrefrenabile esigenza di non rispettare le regole. Handicap, che, evidentemente, non abbisogna di autorizzazioni scritte: basta la parola.

E, ora, con una torsione a “u”, torno a Di Pietro.

Io sono afflitto da un male incurabile: sono sempre dalla parte dei perdenti, e, se Di Pietro sta diventando tale, capperi, io gli sto vicino.

Con Bossi, per la verità, non mi è riuscito; non mi ha fatto pena neanche per un secondo. Sarà colpa della canottiera estiva. Ma è solo un’eccezione.

Il prode Belisario, però, pare non muova critiche al capo. Anche lui deve molto all’ex magistrato che, da un consiglio regionale, con elezione da listino bloccato, nella regione più scalcagnata d’Italia, lo ha portato alle vette del Senato. Anche se sempre con il listino bloccato.

Insomma dicono che l’IdV stia per scoppiare. Ma io non ci credo. Niente niente Di Pietro s’incazza e comincia a prendere tutti a calci nel sedere.

Che sarebbe, poi, un bel siparietto. Ogni calcio del Tonino di fuoco nel culo di Donadi sarebbe come un colpo di cannone contro uno spaventapasseri.

Mi manca il faccione di Capezzone che ci spiega come il cavaliere sia un dongiovanni d’altri tempi, galante e un po’, solo un po’, porcellino.

Mi mancano i rauchi giudizi di Larussa, e le spocchiose dichiarazioni del velista.

Mi manca lo Zelig della politica, per dirla tutta.

Monti e compagnia cantante non hanno niente di divertente. E poiché male stavamo, e male stiamo, se ci levano pure il divertimento rimane poco.

Ma ci arrangeremo, perbacco se ci arrangeremo.

Augh!

Ma tu hai fiducia?

Posted on 31. lug, 2012 by in Commenti

Ma tu hai fiducia?

Sì, va bè, c’è la crisi, ma ciò non toglie che ci si sta muovendo secondo leggi e regole.

E infatti è in base alle leggi che Napolitano ha sistemato Monti in cattedra, e che, è notizia di ieri, ricorda che è lui a sciogliere le camere e non altri.

Ed è ancora in base alle leggi che pochi mesi orsono ricordò al governo Berlusconi che non poteva eccedere nelle richieste di voti di “fiducia”.

Oggi il bravo Monti non rischia più, e va avanti solo con voti di fiducia, ma Napolitano non batte ciglio. Evidentemente sono cambiate le leggi.

Oppure Napolitano è più italiano di Berlusconi, ed è quanto dire.

Delle leggi in Italia si chiede il rispetto una volta sì e un’altra no. Siamo fatti così, se vi piace è bene se no ciccia.

Con una frase Draghi ha spedito lo spread sotto i 500 punti. Se ci fa un discorsetto niente niente lo spread sprofonda a 250. Quando si parla della solidità di un sistema! Piuttosto ci si chiede perché non abbia parlato prima. Niente, solo aveva da fare col le petunie del suo giardino che non prendevano sole.

A Potenza il PDL avanza proposte significative per abbattere il debito che si aggira sui 150 milioni: meno assessori e meno Acta, con un risparmio stimato in un milione circa nel quinquennio, e i problemi saranno risolti. Forse non basta, ma è apprezzabile la buona volontà. L’originalità meno, ma se non riescono a pensare niente di più significativo ci sarà pur un motivo.

Spending review a go go anche nella regione del petrolio. Meno enti, e meno tutto. Pare. E meno male che ce l’abbiamo l’oro nero. Chi pensava all’emirato d’Italia aveva fatto male i conti. Rimaniamo i più poveri, ringraziando Iddio, porca miseria.

Di Pietro è rimasto da solo a bacchettare Napolitano. Quasi quasi mi diventa simpatico. Con questa storia del superuomo Napolitano hanno un po’ rotto. E meno male che c’è lui, e ninì e nanera; il garante di qua e il garante di là. A me sembra un italiano normalissimo, e rimando alla prima parte del post.

Pensieri sparsi, nonevèro; per gradire.

Saluti estensibili.

http://www.youtube.com/watch?v=9XVVZPefbR4&feature=related

I veri trombati

Posted on 13. nov, 2011 by in Amenità, Commenti, Politica nazionale

I veri trombati

La mascella serrata non gli si addice.

Un uomo vincente, come si autodefinisce, sorride sempre, e la sua sconfitta è solo apparente, perché costituisce la base del suo rilancio.

No, la mascella serrata lasciamola ai tedeschi. L’italiano accondiscende, ammortizza, e alla fine tratta, anche la resa. Ma lo fa col cappello in mano e un promettente sorriso.

Un uomo vincente, ieri, ai fischi avrebbe risposto con un nuovo discorso sul predellino.

Ragion per cui, oggi, possiamo dire che il Berlu non è un uomo vincente, o non lo è più.

E’ solo un uomo sconfitto. E agli sconfitti io offro solidarietà, e un piatto di pasta.

Tanto dove mangiano cinque, mangiano anche sei.

Ma cosa stai dicendo?

Non so, non so bene, sono confuso.

E le ministre?

Via i tacchi e fuori le ballerine dall’armadio. Pare che Monti sia di stile sobrio e alla Bocconi vada più la donna con occhiali, tailleur pantalone, e filofax in pelle con penna da 1.000 euro, meglio se stilo.

E le sottosegretarie?

Quarantottore a piangere Silvio, per mostrare coerenza, e poi tutte a studiare economia; già pronti corsi accelerati presso camera e senato.

Bersani si morde le mani: dovrà approvare misure liberiste che non avrebbe mai approvato con Berlu. E poi al primo sciopero della CGIL dovrà adottare uno stile cangiante, al mattino politico di sinistra, e alla sera finanziere liberista.

Di Pietro non potrà più protestare, e pare che, finalmente, voglia studiare l’italiano; Monti, infatti, parla solo italiano, inglese e tedesco, e col molisano non intende averci a che fare.

In crisi anche i conduttori di Ballarò e roba simile. I politici non contano più niente, quindi inutile invitarli, e i bocconiani, che non hanno bisogno di consenso, li snobberanno.

Sconvolgimento in casa Berlusconi: le cameriere hanno dismesso le giarrettiere, perché scomode, e hanno indossato i collant. Il segno del vero declino del Berlu è proprio questo.

Gasparri al Secolo d’Italia da oggi aggiungerà il Sole 24 ore e Italia Oggi, via il Corriere dello Sport. Lui è già proiettato nel futuro prossimo.

E infine Bossi. Il suo linguaggio semplice e rozzo non verrà tradotto in transatlantico, dovrà abolire la canottiera, e abbandonare i sogni di una Padania indipendente.

E ora su con gli ottoni. Che si intoni una suonata per i nuovi veri trombati: i nostri politici.

Signori, a teatro.

Posted on 21. set, 2010 by in Commenti

Signori, a teatro.

Berlusconi ha ragione. La politica italiana non è altro che un teatrino. E lui è il primo attore.

La qualcosa, ovviamente, gli piace assai. Anche nelle classifiche dei peggiori, purchè primo.

Sì, proprio un teatrino.

Ma è l’Italia che è un  teatro.

Vuoi mettere?

Un ministro della  Vista sul Colosseo ancora non sostituito, sebbene ogni settimana venga fatto un preannuncio di nomina; un ex ministro della Vista sul Colosseo che annuncia di voler alienare l’immobile donatogli e disperdere i contanti ottenuti dall’elicottero sul cielo di Roma; Santoro che si innammora di Fini; Fini che si innammora di Santoro; Grillo che litiga con Di Pietro, dopo una breve e intensa relazione; Di Pietro che litiga con Grillo; un condannato dell’UDC che decide di impegnarsi col futuro collega di condanna; e nello stesso tempo: un lodo Alfano che riformerà la giustizia in senso verticale; il PD che annaspa senza ritegno; Veltroni resuscitato senza andare in Africa;

e scusate se dimentico altri dodicimila esempi e rotti, e scusate se è poco.

Ma di una cosa possiamo essere certi, perbacco, talchè non si dica che in Italia non esistono regole: la nostra classe politica è mediamente e generalmente davvero assai mediocre. E furbastra. E, laicamente, egoista.

Il problema, a questo punto, però, si sposta. Una classe politica sì poco responsabile e mediocre si addice o meno a una popolazione come l’Italia? Non sarà che rispecchia, fedelmente, la media nazionale?

Non sarà che l’italiano, mediamente, è poco serio, poco responsabile, egoista, ecc. ecc.?

E’ preferibile non rispondere a questa domanda.

Rimaniamo col dubbio.

In fondo…. Basta che ci sta il sole….. il mare….. la pizza….. gli spaghetti……. La cotoletta…..E il campionato di calcio, e si può sopportare tutto.

Così parlò Antonio Di Pietro

Posted on 31. lug, 2010 by in Argomenti

Così parlò Antonio Di Pietro

Uno stralcio della seduta del venerdì 30 luglio, dibattito alla Camera dei Deputati sul progetto di legge sulle intercettazioni. L’intervento dell’On. Di Pietro, che io ho trovato, invero, godibile assai: dall’italiano, agli esempi, ai toni, alle invettive, dal populismo al tecnicismo appena accennato. Credo che, toccando anche momenti di verità, l’intervento abbia anche sfumature comiche di notevole portata, e l’uso del linguaggio pasticcione arricchisce l’oratoria che, e questo è indiscutibile, non parla il politichese ma è di facilissimo accesso a chiunque. Questo post non ha comunque motivazioni politiche, ma teatrali.
E ora passiamo alla vera e propria goduria:

Atti Parlamentari — 73 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 30 LUGLIO 2010 — N. 362

PRESIDENTE. È iscritto a parlare
l’onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.
ANTONIO DI PIETRO. Signor Presi-
dente, signor Ministro, signori del Governo
e colleghi tutti, l’ultimo giorno di luglio, di
sera tardi e di notte, quatto quatto, viene
deciso di cominciare la discussione sulle
intercettazioni, ma non per discutere di
intercettazioni, soltanto per far vedere che
è incardinato il provvedimento. Un atto di
prepotenza, di arroganza, di menefreghi-
smo (Applausi dei deputati del gruppo Italia
dei Valori). La sola ragione per cui è stata
presa questa decisione è impedire, alla
ripresa dei lavori dell’Aula dopo le ferie, di
avere un tempo sufficiente per discutere il
provvedimento, perché dovete mettere
un’ulteriore tagliola, e per dire in questo
momento, in questo frangente, che voi
portate avanti lo stesso il provvedimento
sulle intercettazioni. È come dire che non
ve ne frega niente di quello che è successo
in queste ore, durante le quali addirittura
si è sfaldata la coalizione di maggioranza.
Ecco, un atto di arroganza e di prepotenza
che mi ricorda tanto quel portavoce di
Saddam Hussein che diceva che andava
tutto bene, mentre accadevano realtà ben
diverse. Siamo nella fase della discussione
generale, per cui mi limiterò ad alcuni
punti centrali di questo problema che
riaffronteremo nel Parlamento e soprat-
tutto nel Paese. Perché se siamo qui an-
cora a ridiscutere di questo provvedi-
mento, dopo che la Camera lo aveva
approvato, dopo che il Senato ne aveva
cambiato qualcosa (e adesso siamo qui
dinanzi ad altre modifiche), è per una
ragione sola: non perché voi ci avete
ripensato, non perché voi avete cercato di
migliorare il provvedimento, ma perché
siete stati presi con le mani nella mar-
mellata; perché l’opinione pubblica, per-
ché il sistema dell’informazione, perché gli
inquirenti, perché tutto il Paese si è ri-
bellato o si sta ribellando ad un provve-
dimento che è iniquo, incostituzionale e
immorale, a un provvedimento che è la
fotocopia vostra. Un provvedimento che
noi contestiamo nel merito e nel metodo,
un provvedimento che merita una sola
cosa: essere cestinato immediatamente e
che noi dell’Italia dei Valori ci impe-
gniamo formalmente con il Paese a cesti-
nare immediatamente appena ci libere-
remo del piduista Berlusconi (Applausi dei
deputati del gruppo Italia dei Valori). Un
provvedimento che già sul piano costitu-
zionale è un’umiliazione per le istituzioni,
per il Paese, per il buon nome dell’Italia,
perché incide su principi fondamentali
della Costituzione. L’obbligatorietà del-
l’azione penale vuol dire innanzitutto met-
tere coloro che devono occuparsi di eser-
citare l’azione penale stessa in condizione
di avere gli strumenti per farlo. Se voi
bloccate un mezzo di ricerca della prova
moderno qual è quello attuale delle inter-
cettazioni, e mettete i magistrati in con-
dizione di non poterlo utilizzare, voi di
fatto intervenite sul principio dell’obbliga-
torietà dell’azione penale, e intervenite per
modificarlo, per impedire l’esercizio della
azione penale stessa. E poi lei proprio,
signor Ministro, si è arrogato il diritto ai
sensi del comma 30 di stabilire annual-
mente lo stanziamento complessivo mas-
simo di spesa per il servizio riguardante le
operazioni di intercettazione, e di stabi-
lirlo decidendo lei a quale distretto di
Corte d’appello darlo.
Vale a dire, cioè: voi magistrati potete
intercettare, però vi dico quanti soldi
spendere e a quali Corti d’appello li do.
Porca miseria, stai intercettando Berlu-
sconi, non ti do i soldi, stai intercettando
Dell’Utri, non ti do i soldi ! E se fai
Cosentino, che ti do, i soldi ti do ? (Ap-
plausi dei deputati del gruppo Italia dei
Valori). È un atto di arroganza, di super-
bia, di ignoranza, di strafottenza verso la
Costituzione ! Togliere la cosiddetta norma
Falcone, che dava la possibilità, anche per
i reati non prettamente mafiosi, di esten-
dere gli stessi tipi di indagine, come se
fossero di mafia, e, quindi, di individuare
un momento prima l’azione dei malavitosi,
ossia prima che si scoprisse il reato ma-
fioso, vuol dire impedire la lotta alla
mafia. Voi, tutti i giorni ed in queste ore,
non state dicendo di guardare quanti ma-
fiosi stanno arrestando i magistrati, no, voi
dite che li arrestate voi, che è merito del
Governo. Ma fammi il piacere, ma va là,
direbbe il vostro collega Ghedini, ma va
là ! (Applausi dei deputati del gruppo Italia
dei Valori). Li stanno arrestando grazie a
quelle intercettazioni che voi volete elimi-
nare, a quelle forze dell’ordine che voi
volete ridurre di organico e anche di
stipendio, di benzina e pure di carta
igienica (Applausi dei deputati del gruppo
Italia dei Valori). Nonostante voi, le forze
dell’ordine e la magistratura stanno cer-
cando di tirare avanti, perché voi volete
colpire i più deboli e volete l’impunità per
i più prepotenti, strafottenti, forti, in-
somma per voi.
La Costituzione è stata martoriata,
mortificata, non solo nell’obbligatorietà
dell’azione penale, ma anche nel diritto di
difesa processuale e, soprattutto, nel di-
ritto all’informazione. Ma perché mai il
cittadino non deve sapere quel che ac-
cade ? Perché mai il diritto alla manife-
stazione del pensiero, il diritto alla libertà
di stampa, devono essere mortificati a
questo punto ? Soprattutto, deve essere
mortificata l’unica libertà di stampa che è
rimasta, la rete; di questo, ormai, il Pre-
sidente della Camera dovrebbe essere te-
stimone, perché se si permette di uscire
fuori dal seminato, « ta-tam ! » il dossier,
« ta-tam ! » l’utilizzo del sistema illegale
dell’acquisizione di dati. Ecco chi è Ber-
lusconi, è un piduista che usa il dossie-
raggio. Se vi è qualcuno che ha utilizzato
in modo indebito le intercettazioni e l’ac-
quisizione strumentale di registrazioni, è
stato ed è proprio lui. Oggi si viene qui a
discutere di una modifica al presente
provvedimento, mentre – si badi bene – il
Presidente del Consiglio ha detto che quasi
quasi lo vorrebbe ritirare. Devi ritirarlo,
perché una cosa del genere non è più
funzionale a nulla ! È funzionale solo a
dimostrare che ci hai provato e adesso hai
lasciato nel provvedimento soltanto delle
norme che servono ad impedire ai magi-
strati di andare avanti. Vi faccio un esem-
pio, che è proprio contenuto nell’articolo
266 del codice di procedura penale, così
come modificato: si può – dite voi –
effettuare l’intercettazione, ma si deve
avere l’autorizzazione del giudice, anche
per il traffico delle conversazioni e delle
comunicazioni; inoltre, deve essere un giu-
dice collegiale del distretto a disporre le
intercettazioni. Vale a dire, cioè: non te le
voglio far fare. Di più: il giudice collegiale,
per poterle disporre, ogni volta deve avere
il fascicolo processuale ed ogni 15 giorni
glielo devi mandare. Tuttavia, siamo in
presenza di una penuria di magistrati;
l’altro giorno, siamo andati in Sicilia con
la Commissione parlamentare di inchiesta
sul fenomeno della mafia e sulle altre
associazioni criminali, anche straniere e
quando in una procura della Repubblica –
mi pare Enna o qualcosa del genere –
abbiamo chiesto quanti magistrati fossero
presenti in organico, ci hanno risposto:
zero.
Ma come fa quello a fare un’intercet-
tazione se gli togliete questi strumenti,
come fa ad avere la possibilità un giudice
di disporre le intercettazioni in tempo
utile se devono essere sempre tre giudici
ad occuparsene e se i giudici che se ne
sono occupati poi non possono giudicare
l’imputato ? Dove stanno questi giudici, a
meno che non volete prendere i « Lom-
bardi » della situazione o un giudice tri-
butario tanto così o un geometra così
(Applausi dei deputati del gruppo Italia dei
Valori) ?
Voi ogni volta intervenite proprio per
modificare la norma solo per rendere più
difficile l’attuazione delle intercettazioni.
Ci sono alcune perle, proprio quella del
capoluogo è una. L’altra è quella che
riguarda il reato che avete previsto per le
registrazioni indebite. È anche un po’
ridicola questa norma perché voi dite: è
reato la registrazione di una conversazione
a cui partecipi pure tu. Io e Zaccaria
stiamo parlando, lui si tiene il registratore
in tasca: lui è punito, perché non doveva
tenere il registratore in tasca. Il problema
è un altro: di quel che ho detto io a
Zaccaria, ho il coraggio o no di assumermi
la responsabilità ? Il problema non è che
lui a memoria ha prova di quanto ha
sentito da me in una registrazione. Il
problema è se io a lui ho detto un fatto
penalmente rilevante o meno: questo si
deve acquisire ! Ed ancora la norma qui
raggiunge il ridicolo quando dice: a meno
che non venga utilizzato in un processo.
Cioè, caro Zaccaria, appena viene inter-
cettata la conversazione tra me e te na-
scondila bene quella registrazione e se
qualcuno ti becca dici: io sto facendo
causa a Di Pietro e sei a posto ! Non sei
punibile se gli fai causa, sei punibile se
non mi fai causa ma il problema di fondo
è: nelle more che cosa succede ? Arrivi
prima tu o arriva prima il carabiniere ? È
un modo per cercare di legare le cose tra
di loro. Si è unito proprio il dannoso al
ridicolo in questa norma. Ecco perché noi
riteniamo che tra le perle su cui si è
intervenuti ce ne sono davvero che gridano
giustizia e rispetto alle cose che non hanno
alcun senso. E ancora, il pubblico mini-
stero deve indicare il nome dell’ufficiale di
polizia giudiziaria: ma perché mai il
nome ? A che serve ? Ma perché mai
nell’ufficio della procura della Repubblica
devi esserci l’elenco di tutti gli ufficiali e
sottufficiali e degli agenti della polizia
giudiziaria della questura ?
Non basta l’ufficio, ci vuole il nome e
cognome, ma sarà poi il responsabile del-
l’ufficio incaricato a decidere se lo fa
Giovanni, Maria o Nicola. A che serve
tutto questo e ancora: quando si fa un’in-
tercettazione telefonica, dice la norma, la
deve controfirmare con decreto motivato il
procuratore della Repubblica: ma perché
deve fare un decreto al decreto ? Non
basta quello che ha fatto il sostituto ?
Perché lo deve motivare ancora lui, se ne
assume la responsabilità pure lui ? Perché
mai devono esserci due firme, visto che
deve andare ad un giudice collegiale che
dopo valuta tutto questo ? Serve soltanto
per appesantire tutto il circuito per avere
le intercettazioni telefoniche perché alla
fine dice: è meglio che non lo faccio tutto
questo, perché poi se lo fai c’è tutta una
serie di conseguenze se sbaglia. Infatti,
addirittura nella motivazione del provve-
dimento cautelare, dice la norma, devi
soltanto citare il contenuto ma non puoi
trascrivere pezzi di conversazione.
Provate a trascrivere voi due della
’ndrangheta o due mafiosi che parlano
(quando fra loro parlano, mica come i
nostri giovani qua, della P3, chiacchiera,
chiacchiera…). Questi quando parlano si
dicono: oh, eh, mmm, hemm, hemm. Tra-
duci questo, traduci (Applausi dei deputati
del gruppo Italia dei Valori) !
E ancora, e ancora si dice: puoi fare
un’intercettazione ambientale solo se nel
luogo di privata dimora solo se in quel
luogo si sta commettendo il reato. Direb-
bero dalle mie parti: ciccise ? tradotto: a
che serve ?
A che serve fare un’intercettazione am-
bientale ? Ricordo che, quando si fa un’in-
tercettazione, deve essere prevista una
pena di almeno cinque anni, non è una
cosa da niente. Quindi, voi dite che è
possibile fare un’intercettazione ambien-
tale in un luogo di privata dimora, qualora
si sappia che in quel luogo si sta com-
mettendo un reato. Ma allora procedo ad
un arresto ! A cosa serve intercettare una
persona che sta commettendo un reato
(Applausi dei deputati del gruppo Italia dei
Valori) ? Inoltre, non può essere intercet-
tato così, semplicemente: ci si deve recare
prima dal giudice – da tre giudici ! –, al
distretto della Corte d’appello. E se, in-
tanto, sta stuprando una bambina ? Si
dice: non fa niente, aspetta un attimo,
devo andare dal giudice !
Tutto questo è ridicolo ! È una norma-
tiva che, così com’è rimasta, è soltanto
dettata in odio alla magistratura e in odio
alla giustizia. D’altronde, l’ha detto ieri il
Presidente del Consiglio Berlusconi. Ieri, il
Presidente del Consiglio Berlusconi ha
detto: devo andare in Parlamento, perché
devo risolvere il problema della giustizia.
Ma in Parlamento ci deve venire per
risolvere il problema dei delinquenti, non
quello della giustizia (Applausi dei deputati
del gruppo Italia dei Valori e di deputati del
gruppo Partito Democratico) ! La giustizia
non è un problema, è un obiettivo ! Lo
ripeto: è un obiettivo. Naturalmente, meno
che per i delinquenti e per i piduisti. In
questo ha ragione: l’eliminazione della
giustizia è un obiettivo del piduista.
Il problema di questa società italiana è
proprio questo: liberarsi del Berlusconi
che è in essa, perché vi è un problema di
fondo. Attraverso la deformazione dell’in-
formazione, si sta facendo credere ai cit-
tadini che la colpa di quel che accade è di
chi scopre i reati, non di chi li commette.
Infatti, appena qualcuno di voi si è per-
messo di dire di voler anche pensare che
la legge è uguale per tutti e che bisogna
rispettare la magistratura, gli avete rispo-
sto di costituire un altro gruppo parla-
mentare. Gli avete detto: non avete a che
fare con noi, non avete il nostro DNA, ci
siamo sbagliati (Applausi dei deputati del
gruppo Italia dei Valori e di deputati del
gruppo Partito Democratico) !
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROCCO BUTTIGLIONE (ore 18,23)
ANTONIO DI PIETRO. Riempiremo le
piazze e il Paese di informazioni su come
stanno in realtà le cose, perché quel che
state facendo ha davvero del criminale, ha
davvero una ragione sottostante. Diciamo
la verità: perché avete fatto questa norma
(mi riferisco a quella che avevate conce-
pito in origine) ? L’avete fatta apposta per
evitare che si scoprissero i vostri reati.
Non è vero che esiste solo l’associazione a
delinquere semplice, l’associazione a de-
linquere di tipo mafioso: esiste anche
l’associazione a delinquere di tipo politico
(Applausi dei deputati del gruppo Italia dei
Valori) e, in questo, voi siete alla testa
della « piovra ».
Capisco bene che, grazie alla presa di
posizione della società civile, del mondo
della rete, dell’informazione libera e del-
l’opposizione, alcuni rami della « piovra »
si sono dovuti tagliare. A proposito, Mi-
nistro Alfano, quando si deciderà a dire al
sottosegretario Caliendo di farsi da parte ?
Tanto gli tocca (Applausi dei deputati del
gruppo Italia dei Valori e di deputati del
gruppo Partito Democratico – Commenti
dei deputati del gruppo Popolo della Li-
bertà).
MARCO MARSILIO. Signor Presidente,
gli deve togliere la parola !
ANTONIO DI PIETRO. Gli tocca, per-
ché non è possibile che un magistrato, un
sottosegretario o un membro del Governo
vada a trescare con i piduisti, mettendosi
d’accordo su cosa fare e dove intervenire.
Intervenire per cosa ? Per modificare il
giudizio della Corte costituzionale. Mi si
dice: ma non ci sono riusciti. E meno male
(Applausi dei deputati del gruppo Italia dei
Valori) ! Questo è l’aspetto grave della
situazione.
Ecco perché riteniamo che sia giunto il
momento che vi assumiate la responsabi-
lità di questa situazione, ma nell’unico
modo possibile: andate a casa, prima di
continuare a distruggere il Paese. Andate a
casa prima che vi sia una rivolta sociale
nei confronti del vostro Governo. È una
rivolta sociale necessaria, perché voi siete
alla testa della « piovra »: la testa della
« piovra » si chiama Silvio Berlusconi. Lo
dico qui in Aula e me ne assumo la
responsabilità politica, personale e giudi-
ziaria (Applausi dei deputati del gruppo
Italia dei Valori e di deputati del gruppo
Partito Democratico – Commenti dei de-
putati del gruppo Popolo della Libertà) ! È
un personaggio che ha scelto di fare po-
litica per un solo scopo.
MARCO MARSILIO. Non lo può dire !
Il Presidente del Consiglio rappresenta
un’istituzione !
PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, lei
si assume la responsabilità di quanto dice,
ma in Aula questo non è consentito.
MARCO MARSILIO. Presidente, gli
deve togliere la parola !
ANTONIO DI PIETRO. E io lo ripeto !
E mi metta anche fuori dall’Aula, perché
il mio è un giudizio politico ! Il signor
Berlusconi ha fatto una scelta di campo !
MARCO MARSILIO. Questo personag-
gio insulta il Capo del Governo !
PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, lei
può dare giudizi politici, ma non può
insultare il Capo del Governo.
ANTONIO DI PIETRO. Io non insulto:
io fotografo la situazione. È una vergogna
che siete qui !
MARCO MARSILIO. Presidente, lo deve
mandare sotto Ufficio di Presidenza !
ANTONIO DI PIETRO. E lo dico anche
a quella parte del centrodestra che oggi ha
avuto uno scatto di dignità e si è messo da
parte. Quel centrodestra abbia il coraggio
di andare fino in fondo. Se si è messo da
parte soltanto per dividere le poltrone e
non per aiutare a mandare a casa un
Governo criminale e criminogeno, è un
centrodestra che non risolve i problemi
(Applausi dei deputati del gruppo Italia dei
Valori).
MARCO MARSILIO. Ha insultato il
capo del Governo, non lo può fare ! Gli
deve togliere la parola !
PRESIDENTE. Quando devo togliere la
parola lo decido io e non lo decide lei. Ho
richiamato l’onorevole Di Pietro il quale è
passato dagli insulti a valutazioni politiche
durissime ma che non rivestivano più…
MARCO MARSILIO. Ne deve rispon-
dere all’Ufficio di Presidenza ! C’è il Re-
golamento, lo applichi.
PRESIDENTE. Sono pronto a rispon-
dere all’Ufficio di Presidenza e a chiunque
in qualunque altro luogo. Adesso prose-
guiamo con la discussione sulle linee ge-
nerali.

Un uomo qualunque

Posted on 22. lug, 2010 by in Argomenti

Un uomo qualunque

Sono Gigio Gigi, un uomo qualunque.

Oggi ho sentito alla Tv che Berlusconi ha detto che ci dobbiamo stringere tutti attorno a lui, perchè vogliono farlo fuori. Sono pronto, ma vorrei essere ricambiato. Qualche volta perchè non si stringe a me quando ho bisogno, e perbacco se succede spesso?

Di Pietro è il paladino della legalità. Ho una causa che è durata vent’anni e ora ho una sentenza che ci posso fare un quadro tanto è inutile. Può fare qualcosa per me Di Pietro? E se no, perchè mi dice che è dalla mia parte?

I consiglieri regionali della Basilicata pare si vogliano diminuire lo stipendio. Del dieci per cento, e non so se su tutte le indennità o solo su qualcuna. Quello che viene risparmiato si può sapere come verrà speso?

Ho vinto una causa ma devo pagarmi l’avvocato, perchè il giudice pur dandomi ragione ha detto che ognuno si paga il suo avvocato. Posso sapere che male ho fatto? Di Pietro, Alfano, Grillo, e tutti quelli che hanno a cuore le sorti degli italiani possono fare qualcosa per me?

Il Tribunale di Matera ha rigettato la richiesta di archiviazione sul caso dei fidanzati di Policoro. A quando la prossima richiesta?

Davigo difende il Presidente della Corte di Appello di Milano avanti al CSM. Tutto il mondo è paese.

Se qualche magistrato è stato beccato fuori dei binari della legalità, non vuol dire che tutti gli altri sono duri e puri. Vuol dire solo che questi sono stati scoperti. Non sarà che i magistrati chiedano e ottengano raccomandazioni come e più di tutti quelli che poi giudicano? Fonti accreditate dicono di sì. E allora? Posso essere giudicato, se mai dovessi incappare nelle maglie della giustizia, da un magistrato con la certificazione di onestà?

Mala sanità, mala giustizia, mala tempora currunt.

C’è drogato e drogato. A volte drogarsi fa snob, altre fa schif. E se quello che incontri la notte steso su un marciapiedi che sta male, lo sta facendo a scopo terapeutico? Leviamoci il cappello anche davanti a costui. Oppure disprezziamoli tutti, senza riverirne solo qualcuno.

Non mi piacciono i giudici, così come non mi piacevano gli arbitri quando giocavo a pallone. Si collocano, entrambi e autonomamente, a un livello intermedio fra l’uomo e il padreterno, e in maniera del tutto autoreferenziale. Preferisco gli imputati, i giocatori, che rischiano in proprio e non con il culo degli altri. Oggi, poi, vanno troppo di moda. Sono, per definizione, se non vincenti, mai perdenti. E io tifo per i perdenti.

Perchè sono Gigio Gigi, un uomo qualunque. Che si è rotto le palle. Che vuole sorridere sempre, dare e ricevere cortesie. Gratis. Ma di gratuito, per dirla col poeta, c’è rimasta solo la tristezza.

Io la coca cola me la porto a scuola

Posted on 09. lug, 2010 by in Società e costume

Io la coca cola me la porto a scuola

Bisogna avere fiducia.

Nella nostra classe politica, nell’onestà dei banchieri, nella classe arbitrale, nella magistratura, di tua moglie o tuo marito, che un cliente ti paghi, che domani non tremi, che il latte sia buono, che non facciano sciopero gli spazzini, le ferrovie, i giudici di pace, i piloti, le banche, che sui giornali ci sia scritta la verità, che Di Pietro sia una persona seria, che D’Alema ci faccia e non ci sia, che Berlusconi sia un dongiovanni e contemporaneamente e quasi sinergicamente uno statista, che Cassano piaccia alla donne, e poi nel Paradiso, nei sette sacramenti, nella onestà e trasparenza degli amministratori.

Scusate, ma non vi sembra troppo? Tutta questa fiducia non ci sta nella mia coscienza, straborda, perdo pezzi di fiducia tutti i giorni perchè non ho le tasche capienti. E, quando si incomincia a perdere la fiducia, ci si libera di un grosso, inutile fardello, il fardello dell’ipocrisia, che quotidianamente ci costringono a portarci dietro. Ci si sente più liberi. Signori, non ho più fiducia in niente e nessuno. Giuro neanche di me stesso. Sono libero! Libero finanche di fidarmi di un debitore incallito, di un fallito, di un peccatore. Libero di credere che Simona Ventura sia il nuovo Messia. Libero di credere nelle verità di Travaglio.

Ma allora sono libero anche di credere a Bonddi?

Per Giove. Sono punto e daccapo.Allora ricominciamo……

Siamo malati

Posted on 22. giu, 2010 by in Commenti

Siamo malati

Troppi inadagati e imputati nella politica italiana. Non fossimo abituati ci sarebbe da essere preoccupati. Ma gli italiani non si pongono il problema, non li riguarda più di tanto. E’ come allo stadio, c’è chi dice che i magistrati se le inventano tutte, e c’è chi dice che è tutto uno schifo e che meno male che ci sono i magistrati. Ma rimangono chiacchiere da dopo pranzo e nulla più. Nessuna seria questione morale viene posta.

Alcuni dati sono ineludibili: il numero dei politici sotto processo o sotto indagine è esagerato; il numero delle inchieste che finisce a tarallucci e vino è altrettanto esagerato.

E allora? Dov’è l’inghippo? Perché a questo punto parte un’altra riflessione: quei magistrati che indagano sulla politica sbagliano, o sono boicottati dal sistema che, prima o poi, li fagocita? Per esempio un De Magistris, è vittima o ha mietuto vittime? L’Italia al riguardo è divisa, e, talvolta pende da una parte e talvolta dall’altra a seconda che a essere implicati siano gli avversari o gli amici. Insomma, roba da stadio: è rigore, no, non è rigore. Però la riflessione è lecita.

Alcuni hanno ritenuto, negli anni andati, che se si è indagati o, peggio, imputati, bisognerebbe farsi da parte e aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Per esempio Di Pietro. Oggi se la prendono anche con lui. Con coerenza dovrebbe farsi da parte, ma non credo che lo farà. Griderà come Berlusconi al complotto, finendo per somigliare al suo nemico principale.

E noi lì a guardare, senza capire dove sia la ragione e dove il torto. Da ieri anche pezzi importanti della politica lucana sono ufficialmente imputati, ma non lasceranno il loro posto. E, francamente, non so se sia giusto o meno, ormai non ci capisco più nulla. Ma una circostanza appare evidente: nelle indagini ci finiscono politici tanto di destra quanto di sinistra. Ragion per cui non esiste più alcun primato morale in capo a nessuno. Come dire siamo nella cacca. E se non siamo nella cacca perché le indagini sono ingiuste e infondate, siamo nella cacca per un altro motivo: e cioè perché esiste una magistratura che sbaglia, e una repubblica civile, questo, non se lo può permettere. Quando un potere dello stato prende netta posizione contro un altro potere vuol dire che il sistema è alla frutta. Tutto sommato bisognerebbe porre, seriamente, una questione morale: dei politici o dei giudici, cambia poco. Purchè si faccia pulizia e si torni almeno a livelli fisiologici di corruzione, e non ai numeri di questa epoca, numeri che fanno vergognare e riflettere sul triste destino di un popolo da sempre succube e corteggiatore del potente di turno.

Fin che la barca va

Posted on 02. giu, 2010 by in Commenti, Società e costume

Fin che la barca va

Qualche tempo addietro feci una breve riflessione sulla circostanza, strana, invero, che Di Pietro non provasse a tuonare come suo solito sulle vicende Balducci, Scajola e compagnia cantante.

Ora, forse, sappiamo il perché.

Zampolini ha fatto anche il suo nome. Un paio di prestigiose case, per il partito e per la figlia. Diceva Moravia che in Italia per la famiglia si giustifica tutto.

Bene il censore Di Pietro, il politico dall’etica impeccabile, quello che ne ha per tutti, ebbene si è comportato come uno Scajola qualunque, cioè proprio come uno di quei politici in genere bersagli del buon Tonino.

Zampolini ha poi fatto cenno alla scelta dei professionisti per i lavori della protezione civile, e il quadro non cambia: ognuno si nominava i propri amici. Anche Prodi, Veltroni e Rutelli. Che bell’ambientino.

Il più sano c’ha la rogna.

E’ questo il “sistema” con il quale siamo governati da una barca di anni. Sistematicamente presi per il sedere, e semmai pronti a salire sul carro del vincente per racimolare qualche briciola. Un sistema che più “italiano” non può essere immaginato.

Ma non fa niente. Domani arriverà un altro Di Pietro e le canterà a tutti. E un 6/8 % degli italiani lo nomineranno proprio idolo.

Ma forse è meglio così. Per noi italiani questa è la regola. Ve le immaginate le difficoltà con un sistema nel quale si rispettano le regole? Che confusione che ci sarebbe, per Giove.

Tutti a fare le file, aspettare il turno e a studiare per vincere i concorsi solo per meriti. Non è roba per noi.

Purtroppo.

Le grandi interviste di Fred Mulligan. Botta e risposta con Felice Belisario

Posted on 01. giu, 2010 by in Le grandi interviste di Fred Mulligan

Le grandi interviste di Fred Mulligan. Botta e risposta con Felice Belisario

D: una scalata veloce, la Sua, in politica.

R: faccio politica da quando sono ragazzino. Una scalata sì, ma non tanto veloce. Diciamo progressiva.

D: con Di Pietro la consacrazione.

R: succede anche nel calcio. Ci sono talenti che non riescono a crescere per la miopia dei tecnici. Diciamo che Di Pietro è un ottimo tecnico.

D: ma quanti partiti ha cambiato?

R: ero un dc doc. Poi lo smembramento, la dispersione, fino al ricompattamento secondo gli ideali. Io, in fondo, è come se fossi sempre stato dell’Italia dei Valori.

D: Dicono di lei che è molto fortunato.

R: la fortuna sa scegliere bene, evidentemente, conosce i cavalli di razza.

D: presuntuosetto?

R: Se crede.

D: Non le manca la professione?

R: Non più di tanto. Da senatore, capogruppo, esponente di rilievo del partito più in ascesa e, direi, più amato dagli italiani per bene, che non sopportano la cattiva politica del cavaliere, ho talmente tanto da fare che alla professione non penso mai.

D: Ma è vero che Di Pietro proprio pulito pulito non lo è?

R: Di Pietro è un angelo immacolato, e gli italiani lo sanno bene. Noi dell’IdV non pensiamo a noi stessi, ma al bene del paese, e siamo in pochi a farlo.

D: Come vanno i rapporti con gli altri esponenti dell’IdV di Basilicata? Pare un po’ burrascosi.

R: Niente oltre il fisiologico. In fondo sono ragazzi intelligenti. Un partito serio è un partito responsabile. E le responsabilità vanno ripartite secondo i ruoli. Il mio è un ruolo predominante in Basilicata e gli ardori vanno controllati nel giusto.

D: Autilio?

R: Autilio è un bravo ragazzo. Uno sportivo di razza. Conosce le regole e sa contenere l’esuberanza.

D: Qualcuno è fuoriuscito e critica aspramente i metodi di Di Pietro, e anche i suoi.

R: Chi esce dal partito ha sempre torto. Di Pietro ha avuto una intuizione geniale qualche anno fa, andando a riempire uno spazio vuoto e del quale gli italiani avevano bisogno. Ha saputo creare una bella squadra.

D: E ha creduto in Belisario.

R: Uomo intelligente, l’ho già detto.

D: Ma Lei si ritiene più intelligente di Di Pietro?

R: Questo lo ha detto lei.

D: Io non ho detto niente.

R: Ma l’ha lasciato capire. E io non posso che essere d’accordo, anche se sono un fedelissimo di Di Pietro. Diciamo che sono la sua mente grigia, il suo consigliere. Senza di me non so come farebbe.

D: E con Donadi quali sono i rapporti? E’ vero che lei è un pò geloso perché compare in televisione più di lei?

R: Con Donadi i rapporti sono ottimi. Sono io che spesso gli cedo il posto per comparire in TV. E’ un bravo ragazzo, merita. Gli stiamo facendo un po’ la strada. Nel futuro governo guidato da Di Pietro, lui sarà ministro.

D: E lei?

R: Sono indeciso fra un ruolo alla Letta, che mi si addice molto, e quello di Presidente della Repubblica.

D: Forse più il primo. Il secondo va votato, e Lei con i voti, insomma, non sembra avere un buon rapporto.

R: Guardi, quando toccherà a me, e credo molto presto, Berlusconi avrà già fatto una legge secondo la quale il Presidente della Repubblica lo nomina il Presidente del Consiglio, e quindi non ci saranno problemi.

D: ma un pensierino per prendere il posto di Di Pietro proprio non l’ha fatto?

R: Tempo al tempo. Detto fra noi, Di Pietro è un po’ stanco. E io sono sempre pronto. Ma Tonino è un bravo ragazzo. Lasciamolo lavorare in pace. Lui ha sempre tante intuizioni.

D: Ma con l’italiano non va troppo d’accordo.

R: Di questi tempi ci sta bene anche un linguaggio più agreste. Quando si tornerà a storcere il muso con le inclinazioni dialettali non potrà che pensarsi a me. La mia dizione è perfetta, non trova?

D: Bè, non è male.

R: Lei è un avaro. Io ritengo sia perfetta. In fondo, nella mia vita, le opportunità hanno bussato alla mia porta senza che io le cercassi. Fosse per me mi dedicherei ad altro. Ma la nazione chiama e io rispondo presente.

D: Culo?

R: no. Classe, fiuto, intuizione, e freddezza.

D: Un’ultima curiosità. Dicono che per la Sua prima elezione al Parlamento sia stato scelto un seggio sicuro in Sicilia, come mai non si candidò nella Sua terra? Paura?

R: Per spirito di partito. In quel collegio siciliano bisognava esporsi con le alte cariche del partito. Mi sacrificai su specifica richiesta di Tonino che intravide in me l’uomo giusto per un seggio difficilissimo, altro che sicuro; ma non avevo dubbi sul successo. Sa, io sono un po’ come Re Mida, quello che tocco diventa oro.

D: Grazie Presidente.

R: Di niente. In fondo, Fred, anche Lei è un bravo ragazzo.

(Questa intervista è inventata di sana pianta.)

Tranquilli non sapremo mai niente, come dei bravi cornuti

Posted on 16. mag, 2010 by in Commenti

Tranquilli non sapremo mai niente, come dei bravi cornuti

Perché mai Di Pietro e il PD non si infervorano contro lo scandalo crescente degli appalti? Pensare che all’improvviso vogliano fare politica prendendo le distanze dalle disgrazie giudiziarie dei loro avversari, non è credibile. Perché in tal caso non sarebbero mancate le dichiarazioni in tal senso, e perché si sarebbe trattato di una svolta significativa e emblematica: “La giustizia farà il suo corso. Fino a quando non ci saranno sentenze tutti sono innocenti, che il governo governasse, abbiamo deciso di essere garantisti!”.
E allora?
Un Di Pietro imbarazzato, in un abito non suo, fa scalpore.
E pensare.
Cosa impedisce all’opposizione di bagnare il biscottino in questa apparentemente magnifica zuppa? Forse il timore di trovarsi in qualche elencuccio pure loro o qualcuno dei loro, evidentemente. Se così fosse, mi immagino la paura se non il terrore che devasta le notti dei moralisti dell’ultima tornata. Ci sarà sicuramente un regista, però. I tempi, calcolati, delle rivelazioni, non coincidenti con le scoperte documentali, ma ritardati ad arte, lasciano presumere che si possa confidare in un finale col botto.
A meno che.
A meno che il regista e gli sceneggiatori non stiano centellinando le rivelazioni in attesa di incassare un bel bottino in cambio del silenzio.
Ho il timore, comunque, che la vera verità non verrà mai a galla, come si è sempre verificato nel nostro torbido paese. E quindi cosa ci costa inventarci un finale da favoletta nel quale alla fine trionfa il bene e perde il male, ovviamente all’italiana?
E allora sentite qua:
“Lo scandalo si allargò a macchia d’olio, e coinvolse tutti i ministri degli ultimi quattro governi, e quelli ancora più vecchi si salvarono grazie alla prescrizione. Anche i parlamentari e molti governatori vennero attinti dalla giustizia, che mai come in questa occasione, seppe fare davvero pulizia del marcio che sembrava avere invaso ogni angolo o capillare del tessuto sociale. I partiti vennero smembrati, annullati dal furore giudiziario accompagnato dal consenso popolare. Alla fine i giudici tornarono a fare umilmente i giudici, nessuno di loro pretese di diventare politico, e la popolazione italiana si interrogò su come ricostruire un ceto di governanti. Prevalse la saggezza, e, quindi, decisero di usare il sorteggio per nominare capi di governo e ministri. Nessuno avrebbe potuto essere sorteggiato per più di una volta, e gli eletti avrebbero avuto una età fra i 35 e i 50 anni. Alla fine del breve mandato ogni ex avrebbe potuto sfoggiare un distintivo perché chiunque capisse di avere di fronte un umile servitore del paese. Quando le nuove leggi sembravano già tutte pronte, uno dei più animosi organizzatori del nuovo rinascimento truccò la macchina del sorteggio, e da allora in poi, governò pacificamente attraverso i suoi sodali che, a turno, venivano sorteggiati. Il popolo italiano non s’accorse di nulla e visse felice e finalmente soddisfatto”.
Buona domenica.


<ul><li><strong>woo_feat_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_page</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_uploads</strong> - a:3:{i:0;s:75:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png";i:1;s:72:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/4-Luciano.jpg";i:2;s:69:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/3-logo.png";}</li><li><strong>woo_show_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_textlogo</strong> - false</li><li><strong>woo_gravatar</strong> - true</li><li><strong>woo_contactme</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_bio</strong> - </li><li><strong>woo_twitter</strong> - </li><li><strong>woo_highlights_tag</strong> - potenza</li><li><strong>woo_highlights_tag_amount</strong> - 6</li><li><strong>woo_featured_tag</strong> - </li><li><strong>woo_featured_tag_amount</strong> - 4</li><li><strong>woo_highlights_show</strong> - true</li><li><strong>woo_also_slider_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_slider_heading</strong> - Sul Blog si parla ancora di...</li><li><strong>woo_recent_archives</strong> - #</li><li><strong>woo_excerpt_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_contact_page_id</strong> - </li><li><strong>woo_featured_image_dimentions_height</strong> - 371</li><li><strong>woo_featured_sidebar_image_dimentions_height</strong> - 78</li><li><strong>woo_hightlights_image_dimentions_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_video_browser_init</strong> - 5</li><li><strong>woo_slider_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_slider_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_automate_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page</strong> - false</li><li><strong>woo_home_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_page_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_blog_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_also_slider_image_dimentions_height</strong> - 144</li><li><strong>woo_single_post_image_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_single_post_image_height</strong> - 380</li><li><strong>woo_archive_page_image_width</strong> - 200</li><li><strong>woo_archive_page_image_height</strong> - 220</li><li><strong>woo_themename</strong> - The Journal</li><li><strong>woo_shortname</strong> - woo</li><li><strong>woo_manual</strong> - http://www.woothemes.com/support/theme-documentation/the-journal/</li><li><strong>woo_alt_stylesheet</strong> - brown_boxed.css</li><li><strong>woo_logo</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png</li><li><strong>woo_custom_favicon</strong> - </li><li><strong>woo_google_analytics</strong> - <script type=\"text/javascript\">

  var _gaq = _gaq || [];
  _gaq.push([\'_setAccount\', \'UA-703470-4\']);
  _gaq.push([\'_trackPageview\']);

  (function() {
    var ga = document.createElement(\'script\'); ga.type = \'text/javascript\'; ga.async = true;
    ga.src = (\'https:\' == document.location.protocol ? \'https://ssl\' : \'http://www\') + \'.google-analytics.com/ga.js\';
    var s = document.getElementsByTagName(\'script\')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);
  })();

</script></li><li><strong>woo_feedburner_url</strong> - </li><li><strong>woo_custom_css</strong> - </li><li><strong>woo_home_top</strong> - About</li><li><strong>woo_home_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_page_ex</strong> - </li><li><strong>woo_popular</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_content</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_resize</strong> - true</li><li><strong>woo_auto_img</strong> - true</li><li><strong>woo_home_width</strong> - 197</li><li><strong>woo_home_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_thumb_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_cat_nav_1</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_rotate</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_image_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_url_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_url_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_url_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_5</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_5</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_6</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_6</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_archive_content</strong> - false</li><li><strong>woo_search_content</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_menu</strong> - false</li><li><strong>woo_portfolio_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_port_in_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_port_prev_title</strong> - Thumbnails</li><li><strong>woo_port_prev_ins</strong> - Click on images below to load a larger preview.</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_a</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_a</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_a</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_b</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_b</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_b</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_c</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_c</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_c</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_d</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_d</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_d</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_minifeat_height</strong> - 110</li><li><strong>woo_nav_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_about_header</strong> - </li><li><strong>woo_about_text</strong> - </li><li><strong>woo_about_button</strong> - </li><li><strong>woo_button_link</strong> - </li><li><strong>woo_about_photo</strong> - </li><li><strong>woo_cat_box_1</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_box_1_image</strong> - </li><li><strong>woo_blog_navigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_subnavigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_permalink</strong> - </li><li><strong>woo_blog_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_featured_posts</strong> - 2</li><li><strong>woo_ad_header</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_header_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_header_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_top</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_top_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_top_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_top_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_content</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_content_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_content_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/728x90a.jpg</li><li><strong>woo_ad_content_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_300_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_300_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_ad_300_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_blog_cat_id</strong> - </li><li><strong>woo_the_content</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_mpu_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_3col_height</strong> - 150</li><li><strong>woo_ad_footer_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_cat_color_1</strong> - </li><li><strong>woo_pf_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_normal</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_portfolio_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_enable_all_category</strong> - false</li><li><strong>woo_bgr</strong> - darkblue.css</li><li><strong>woo_right_sidebar</strong> - true</li><li><strong>woo_archives</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_layout</strong> - blog.php</li><li><strong>woo_other_entries</strong> - 6</li><li><strong>woo_other_headlines</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_nav_footer</strong> - true</li><li><strong>woo_box_colors</strong> - </li><li><strong>woo_about</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_more1_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more1_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more1_url</strong> - </li><li><strong>woo_more2_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more2_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more2_url</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_url</strong> - </li><li><strong>woo_cat_ex</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_text</strong> - </li><li><strong>woo_feedburner_id</strong> - Feedburner ID</li><li><strong>woo_home_link</strong> - true</li><li><strong>woo_home_link_text</strong> - Home</li><li><strong>woo_home_link_desc</strong> - </li><li><strong>woo_header_layout</strong> - about.php</li><li><strong>woo_about_bio</strong> - </li><li><strong>woo_about_gravatar</strong> - </li><li><strong>woo_about_readmore</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_main</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_footer</strong> - </li><li><strong>woo_featured_layout</strong> - large_no_ad.php</li><li><strong>woo_ad_block_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_block_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-300x250-1.gif</li><li><strong>woo_ad_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_related</strong> - true</li><li><strong>woo_image_width</strong> - 430</li><li><strong>woo_image_height</strong> - 170</li><li><strong>woo_feat_alt_width</strong> - 130</li><li><strong>woo_feat_alt_height</strong> - 85</li><li><strong>woo_image_single</strong> - false</li><li><strong>woo_single_width</strong> - 180</li><li><strong>woo_single_height</strong> - 120</li><li><strong>woo_ad_content_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_homepage_image_link</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_left</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_right</strong> - false</li><li><strong>woo_minifeat_width</strong> - 218</li><li><strong>woo_pages_ex</strong> - </li><li><strong>woo_breadcrumbs</strong> - false</li><li><strong>woo_features_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_featured_tabs</strong> - </li><li><strong>woo_featured_category</strong> - Città di Potenza</li><li><strong>woo_featured_entries</strong> - 10</li><li><strong>woo_4col_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_flickr_id</strong> - </li><li><strong>woo_flickr_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_asides_category</strong> - Sport</li><li><strong>woo_asides_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ad_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_home_arc</strong> - false</li><li><strong>woo_tabs</strong> - false</li><li><strong>woo_popular_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_comment_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_video_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_content_feat</strong> - true</li><li><strong>woo_home_thumb_width</strong> - 247</li><li><strong>woo_home_thumb_height</strong> - 92</li><li><strong>woo_ad_top_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_250_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_250_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-250x250.gif</li><li><strong>woo_ad_250_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_flickr_url</strong> - Flickr URL</li><li><strong>woo_2col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_1col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_block_image</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/themes/livewire/images/300x250.gif</li><li><strong>woo_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_port_images</strong> - false</li><li><strong>woo_all_category_title</strong> - Categories</li><li><strong>woo_home_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_archive_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_show_carousel</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_home</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_mpu_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_author</strong> - true</li><li><strong>woo_home_one_col</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_image_width</strong> - 540</li><li><strong>woo_feat_image_height</strong> - 195</li><li><strong>woo_thumb_image_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_image_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_single_image_width</strong> - 100</li><li><strong>woo_single_image_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_post_size</strong> - false</li><li><strong>woo_single_thumb</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_footer_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-468x60-2.gif</li><li><strong>woo_twitter_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_twitter_username</strong> - woothemes</li><li><strong>woo_about_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_enable_blog_category</strong> - false</li><li><strong>woo_mid_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_email</strong> - </li><li><strong>woo_vidpage</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_video_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_thumb_width</strong> - </li><li><strong>woo_cat_thumb_height</strong> - </li><li><strong>woo_home_title</strong> - Latest from my blog...</li><li><strong>woo_portfolio_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_portfolio_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_resizer</strong> - false</li><li><strong>woo_twitter_user</strong> - </li><li><strong>woo_flickr</strong> - </li><li><strong>woo_delicious</strong> - </li><li><strong>woo_digg</strong> - </li><li><strong>woo_facebook</strong> - </li><li><strong>woo_linkedin</strong> - </li><li><strong>woo_lastfm</strong> - </li><li><strong>woo_youtube</strong> - </li><li><strong>woo_stumble</strong> - </li><li><strong>woo_content_home</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archive</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_inner_content</strong> - true</li><li><strong>woo_blog_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_mid_1</strong> - false</li><li><strong>woo_menupages</strong> - </li><li><strong>woo_intro</strong> - </li><li><strong>woo_featpages</strong> - </li><li><strong>woo_ex_featpages</strong> - true</li><li><strong>woo_featheight</strong> - </li><li><strong>woo_addblog</strong> - false</li><li><strong>woo_blogcat</strong> - </li><li><strong>woo_catmenu</strong> - false</li><li><strong>woo_about_button_1</strong> - </li><li><strong>woo_content_left</strong> - false</li><li><strong>woo_content_mid</strong> - false</li><li><strong>woo_image_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_not_mpu</strong> - false</li><li><strong>woothemes_settings</strong> - a:0:{}</li><li><strong>woo_button_link_1</strong> - </li><li><strong>woo_about_button_2</strong> - </li><li><strong>woo_button_link_2</strong> - </li><li><strong>woo_carousel_header</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_thumbnail_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_show_mostcommented</strong> - false</li><li><strong>woo_logo_left</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ex_cat_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list_footer</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_box_footer_1</strong> - false</li><li><strong>woo_image_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_archive_width</strong> - 140</li><li><strong>woo_archive_height</strong> - 90</li><li><strong>woo_ad_300</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_300_bot</strong> - false</li><li><strong>woo_exclude_pages</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_cats</strong> - </li><li><strong>woo_steps</strong> - Select Format:</li><li><strong>woo_contact</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_blog</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber</strong> - false</li><li><strong>woo_show_mpu</strong> - false</li><li><strong>woo_show_ad</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_below_image</strong> - /images/ad468.jpg</li><li><strong>woo_ad_below_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-728x90-2.gif</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_alt_colours</strong> - default.css</li><li><strong>woo_aboutlink</strong> - </li><li><strong>woo_side_image</strong> - /styles/clean-light/images/ad-120x240.jpg</li><li><strong>woo_side_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ads</strong> - false</li><li><strong>woo_disclaimer</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_subnav</strong> - </li><li><strong>woo_subnav</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_feat_height</strong> - 210</li><li><strong>woo_smallthumb_width</strong> - 56</li><li><strong>woo_smallthumb_height</strong> - 42</li><li><strong>woo_homepage</strong> - layout-default.php</li><li><strong>woo_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_tabber_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_left</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_right</strong> - false</li><li><strong>woo_mag_featured</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_mag_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_blog_navigation_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_embed</strong> - false</li><li><strong>woo_home_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_home_content</strong> - false</li><li><strong>woo_get_image_width</strong> - 190</li><li><strong>woo_get_image_height</strong> - 142</li><li><strong>woo_ad_200_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_image</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_url</strong> - </li></ul>