Elezioni nuove, aria nuova, perbacco!
Posted on 06. gen, 2013 by L.P. in Attualità, Commenti

“Driiin, squilla il cellulare.
-Ciao, come va?
-Bene e tu?
-Bene, bene. Senti volevo chiederti se sei a Potenza
-Sono fuori rientro stasera tardi
-No perché volevo organizzare una riunione per oggi pomeriggio, sai, bisogna fare la lista, dare le disponibilità e mandare tutto a Roma
-Ah, tutto questo po’ po’ di roba in qualche ora?
-Sai mi è arrivata una mail, l’ho letta per caso, insomma è precipitato tutto, prima una lista unitaria, ora le liste singole alla camera, insomma ci impongono tempi strettissimi
-Ma come si fa? Senza un discorso, senza una riunione, senza …. Niente
-Ma tanto sai che decide Roma, io raccolgo le disponibilità, poi, che vuoi, chi sta collegato meglio a Roma va in Paradiso …..
-Ma dai, avete già deciso tutto
-Ma no, è come sempre, a Roma decidono
-Ma è sempre la stessa vergogna, altro che rinnovamento, partito nuovo, gente nuova, sì, è sempre la solita schifezza
-Dai non te la prendere con me, lo sai come vanno le cose, è la politica
-Va bè, sì, la politica
-Allora ci sei stasera?
-Ma se ti ho etto che sono in viaggio. Non riesco. Fate voi. Buon lavoro. Tanto ….
-Non te la prendere, dai, ci sentiamo in serata. Stammi bene. Sempre in gamba.”
Il colloquio telefonico riportato potrebbe essere davvero esistito, per esempio, in data di ieri, o potrebbe essere immaginario.
Siamo nell’era Monti, quella del rinnovamento della politica.
Ma c’è fretta. Monti ha fretta, più di quella che il calendario impone, più di quella che un rinnovamento minimo imponga.
E allora io vi chiedo: cosa ne pensate? E’ vera la telefonata o immaginaria?
Ve la do io la risposta: la telefonata è immaginaria, perché i partiti sono in riunione permanente dal giorno delle dimissioni di Monti e devono approntare liste impeccabili, che rispettino merito e valore, che siano lo specchio per un rinnovato e nuovo consenso, che illuminino la scena politica, facendo sfavillare i nuovi comportamenti di partiti nuovamente vergini, cristallini, vicini alla gente.
Sì, proprio così.
Sigh!
Leonida e il minestrone
Posted on 26. ott, 2012 by L.P. in Attualità, Commenti

Una colata di cemento. Così hanno progettato le città negli ultimi cinquant’anni. Poi, più di recente, un rigurgito di sensibilità ha convinto tanti sindaci che con meno cemento e più servizi si può vivere meglio.
Ma la smania cementizia non era solo degli amministratori: anche la popolazione è stata pervasa da una smania di costruire di tutto e di più e soprattutto ovunque.
Le conseguenze le paghiamo ancora e le pagheremo per tanto tempo.
Il cemento, però, a New York fa un bell’effetto. In mezzo a quei grattacieli ti senti al centro del mondo.
Un po’ meno al Serpentone. Chissà perché.
Sarà il contorno e il contesto che sono ben diversi.
Domani mette neve al nord. Forse possiamo cominciare a cacciar fuori i piumini. Questo significa che dovrei riporre la bici. Ma non cederò, solo mi attrezzerò, cribbio.
Berlusconi si è ritirato dalle competizioni elettorali, il Milan sfiora la serie B, e il coniglietto Alfano (per i due dentoni, beninteso), sta per organizzare le primarie.
In relazione alle primarie dei due partiti che hanno lottato per lo scudetto negli ultimi anni avverto un profondo senso di indifferenza. Mi solletica la curiosità, però, il conoscere chi nonevèro scenderà in campo. Ultimamente in molti usano questa orribile espressione, scendere in campo, e quindi l’utilizzo che ne faccio io ha tanto di sarcastico e tanto di prefendo. Per dire.
L’autoreferenzialità è il male di quest’epoca. Perchè io di qua, quando io nenenè, io ho blablablà, io sono cippiripì. Il piacere di sentirsi fare un complimento da un’altra persona è un gusto perso, anche perché ognuno pensa a complimentarsi con se stesso, figuriamoci se c’è spazio per accorgersi delle qualità di un altro.
La Basilicata senza una provincia vivrà come ha vissuto come con due province, e cioè farà la sua solita vita di merda, senza treni, aerei, strade. Io sono riuscito a sfasciare un braccetto (pare si chiami così) di una mercedes sulle nostre mulattiere, ed è quanto dire, poffarbacco.
De Filippo ha ceduto a Matera e ha pattuito con il Governo una risoluzione che non gli competeva. Almeno così raccontano le cronache. Lui non ha smentito. Aveva altro da fare. Il Sindaco di Potenza si allena nel durissimo esercizio di “un colpo alla botte e uno al cerchione”, non accusa la regione, non se la prende con Matera. Se la prende solo col Governo. Ma chi non se la prende col Governo, con questo Governo?
Fini non si dimette, neanche da marito e cognato, pare. Non c’è reato, insiste, e la casa non è pubblica ma fa parte di un patrimonio privato. Santoro lo bacchetta, ma non infierisce. Renzi lo chiama vecchio, e lui non risponde a tono, anzi fa veramente il vecchio nelle sue risposte: quando avrai la mia esperienza, e boiate del genere. Quando si dice il tramonto di una persona.
Grillo non va in TV, e dice le cose che pensa la gente, da sempre. Sarà difficile affermare che tutti la pensano in modo antipolitico, e se pure fosse, a questo punto sarebbe antipolitico, e lo è, il comportamento dei politici che non sentono il baratro che li aspetta, non vedono quanto sono invisi, non capiscono che hanno fatto terra bruciata.
Gli antizemaniani stanno friggendo. Ma non è affar mio. Io ho sposato la causa di Zeman una trentina d’anni fa, e punto alle nozze d’oro. Del resto l’ho seguito in B, in C, in Turchia e in Jugoslavia. Lo trovo più attuale di facebook, più sensato dei nostri soloni, e più coraggioso di Leonida.
Col diabete si convive, con Monti anche, ma solo per poco tempo. Per favore se ne vada a casa sua, che sarà pure confortevole.
Gli stupidi siamo noi.
Posted on 02. ott, 2012 by L.P. in Commenti

Niente male i soldini che percepiscono alla Regione Basilicata i consiglieri e i gruppi consiliari.
Un quotidiano, poi, ha fatto anche un po’ di gossip parlando di consiglieri che si facevano rimborsare il pellegrinaggio o di chi raccoglieva scontrini per ottenere rimborsi ingiusti.
Il giornalista, evidentemente un po’ pavido, poi aggiunge “ niente di illegale in tutto questo, però che capperi”.
Ma come niente di illegale, ma stiamo scherzando?
Uno imbroglia, chiede rimborsi che non gli spettano e non fa niente di illegale?
Roba lucana, roba da sudditi.
I giornalisti pare abbiano toccato il cielo con un dito. Avrebbero potuto arrivarci prima loro, in verità, se solo il giornalismo fosse una professione libera e coraggiosa, e non per tutti.
Hanno aspettato che scoppiasse lo scandalo e ora giù tutti e tirar conti e a fare più o meno le pulci, seppur chiarendo che non si tratta di niente di illegale, tante di quelle volte perdono il posto.
Ho letto di consiglieri che ottengono rimborsi annui di 30.000 euro e dico che chissà cosa avranno prodotto politicamente, poi mi guardo intorno e trovo il nulla.
Ho letto di consiglieri che quel contributo lo hanno percepito in misura molto minore e mi domando perché.
La stessa domanda se la dovrebbero aver posta i cassieri regionali, ma di questo non v’è traccia. Siamo in Italia che diamine.
Dicono che la Regione Basilicata sia fra le più virtuose.
Sarà, ma non mi convinco.
Anni fa sentivo parlare di macchine acquistate in leasing coi soldi dei gruppi, ma, francamente, è un ricordo di una voce e nulla più. Fossi un giornalista, però, andrei a indagare.
Sarebbe il caso di andare a verificare anche il funzionamento di certe commissioni consiliari in seno alle amministrazioni minori, laddove il gettone viene pagato anche se uno si affaccia, dice che c’è e scompare. Ma parliamo di spiccioli, rispetto al baratro dilapidato da tutti, compresi gli enti del sottobosco ancora non “attenzionati”.
Quello che fa inorridire, non è il quanto, ma la spregiudicatezza, l’abitudine, la coscienza di fare qualcosa di assolutamente normale.
Ma tant’è.
Fini e Casini hanno trovato la maniera di far defilare Monti, semplicemente candidandolo ufficialmente. Strategia o ingenuità, chissà.
Penati va a giudizio e ci avviciniamo alle elezioni più tenebrose che l’Italia abbia mai vissuto.
Che futuro ci aspetta?
A sentire i premi nobel dell’economia il sistema europa è un sistema ingiusto che non ha futuro. L’Italia non finirà mai di pagare il suo debito e gli interessi li stiamo pagando noi, gli unici cioè che non hanno colpe.
Bastardo di un mondo ladro. Quanto ci siamo fatti fare fessi!
Un diario d’autore
Posted on 13. lug, 2012 by L.P. in Argomenti

Diario
Mi sono svegliato molto presto. Ho sognato di trovarmi un una utilitaria guidata da Giancarlo Fini e in compagnia anche di Rocco Coviello. Il Presidente scorazzava in un labirinto di strade che dovevano essere di pertinenza della Camera dei deputati, sfuggendo alla scorta. Da vero monello, e io e Rocco stavamo pressocchè ammutoliti.
Mi sono alzato e mi sono chiuso in bagno, dove ho letto con avidità la Gazzetta dello Sport, edizione Ipad.
Sulla Roma poche novità. Va via Borini, ma dicono che non piaccia a Zeman, e allora ciccia.
Mi sono lavato e ho praticato una serie del sesto tibetano.
Mi sono vestito in maniera sportiva, perché ho programmato di passare qualche ora in bici, e ho mangiato.
Una galletta di kamut con formaggio magro, due prugne, tre biscotti di farro senza zucchero con due cioccolatini fondenti anche questi senza zucchero.
Dose giornaliera di pillole e via, al lavoro.
Due scadenze mi attendevano.
Le ho completate in un tempo minore di quello programmato.
Poi la notizia delle tasse da pagare. Sconfortante. Devo vedere se ho danaro sufficiente.
Poi ho fatto mente locale per ricordare i miei crediti.
Ora sono le dodici e sono già distrutto.
Uscirò in bici.
In fondo è una vita di merda.
In fondo la vita è bella.
In fondo, però.
Tutto molto in fondo.
Chissà Fini se ha smesso di girare in macchina.
Chissà se Rocco Coviello è ancora con lui.
Chissà se un giorno potrò programmare la giornata che voglio.
E chissà se, riuscendoci, non mi renderò conto che è pure peggio di una giornata come oggi.
Una giornata di merda.
Una bella giornata.
***
Dal diario di Federico Maria Brassi.
***
Federico Maria Brassi faceva l’avvocato. Ma era un pentito, perché avrebbe voluto fare il medico. Da giovane giocava a pallone sotto i portici vicino casa sua. Da grande provò a fare il dongiovanni, ma non ci riuscì.
Trovò serenità solo quando cominciò a scrivere i suoi famosissimi diari, dei quali v’è traccia nelle antologie della letteratura della media italianità pubblicate dalla Zappacosta’s edition sul finire del 2012. Dai suoi diari è stata tratta la famosa serie televisiva “E ora cosa preparo per il pranzo?”, una serie di telefilm ironico-paesaggistici, con tendenza al bulimico televisivo andante, serie dal grande pubblico, e che roba di lui. Morì folgorato da un’idea, della quale, però, non ne è rimasta traccia, andata perduta anche lei nel rogo che scaturì dalla folgorazione.
Gli amici più intimi del nostro affermano che soffriva di alitosi, ma c’è gente che giura che non era così, anzi piuttosto il suo alito profumava di chanel numero vattelapesca.
Amen.
Berlusconi, ci dica.
Posted on 03. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Una cappa pesantissima aleggia sull’Italia. Siamo in pieno agosto ma Napolitano non va in ferie e Berlusconi deve rispondere alle Camere sulla crisi economica.
I presagi sono negativi.
Nel frattempo arrivano buone notizie sul fronte della vita dei nostri parlamentari, che non subirà affronti economici. L’IdV si batte da leoni per calmierare i costi della casta, anche se approfitta della chiusura a riccio della stessa casta, per far solo bella figura e non rinunciare ai privilegi.
Fini è scivolato sulla buccia di banana abbastanza ingenuamente, e le ferie dei parlamentari dureranno fino al 12 settembre, sempre ammesso che non durino, nella sostanza, tutto l’anno.
Tremonti è scomparso dalla scena. Ora è chiaro a tutti che le sue scelte erano il frutto della scoperta dell’acqua calda.
Ma Berlusconi ha la possibilità di riabilitarsi agli occhi del mondo. Abbattesse la spesa pubblica, da subito, di un buon trenta per cento con misure drastiche e strappalacrime, dimezzasse i privilegi della casta, abolisse Province e enti inutili, e con la metà del ricavato rilanciasse l’economia e abbattesse anche simbolicamente la pressione fiscale.
Il tutto condito con un proclama del tipo “niente processo breve o lungo, ma processo giusto per tutti”, e con un ulteriore contorno fatto di scuse agli italiani per tutto quanto fatto male, non fatto o fatto inopportunamente.
Non lo farà.
Non lo farà lui o chiunque avesse la sorte di succedergli.
E merda sarà per tutti.
Un bacione affettuoso estensibile.
http://www.youtube.com/watch?v=PDnmBKFUqnQ
L’On. Gigio Gigi, berlusconiano doc, iscritto a FLI, uomo responsabile che pensa alla famiglia.
Posted on 15. dic, 2010 by L.P. in Amenità, Diritto e giustizia, Politica nazionale

Buongiorno, sono l’On. Gigio Gigi, un berlusconiano, anzi un uomo/donna di centro destra, riformista, liberale il giusto, ma anche un tantino conservatore che non guasta.
Ma di recente sono un po’ critico con il centro destra, perché non mi fanno dire niente, pretendono che obbedisca soltanto; certo mi pagano bene, ma io ogni tanto vorrei pure dire qualcosa, oppure scegliere dove fare le vacanze e cosa mangiare alla domenica.
E quindi sono transitato in FLI, moderna formazione che guarda a destra come al centro, che fa del dibattito la sua arma di maturazione delle idee. Oggi sono più sereno, perché in FLI c’è democrazia. Ho quindi deciso di firmare la mozione di sfiducia al cavaliere. Mi sto divertendo molto, e lo stipendio non è cambiato.
Ieri ho visto Silvio. Mi ha fatto tenerezza, e poi mi ha detto che sono importante per l’Italia, e che posso fare molto per il futuro dei miei figli. Per esempio se voto la fiducia, poi lui se ne ricorderà.
Silvio è un grande uomo, peccato che sono di FLI.
Però in FLI c’è democrazia, e allora ho deciso che voto la fiducia, tanto in FLI si può pensarla diversamente.
Poi scappo a prenotare un bel viaggio, e mi porto Maria. No, a mia moglie l’aereo fa paura, e poi deve pensare alla casa. A lei piace così.
Se mi scopo Maria? Bè, come dire, sì, è ovvio, e Silvio dice che così è buono.
Buon Natale a tutti.
Io sono sereno, perché vado in vacanza dopo aver fatto il bene dell’Italia.
Mi sento un po’ importante.
Perché io sono l’On. Gigio Gigi un berlusconiano di centro destra, Finiano, iscritto a Futuro e Libertà, e guardo anche al centro, sono riformista e moderatamente liberal/conservatore. E mi piace Maria!
Perbacco che maggioranza….
Posted on 14. dic, 2010 by L.P. in Politica nazionale

Berlusconi gongola, ha ottenuto la fiducia, con uno scarto di ben tre voti. Non si sa quanto gli sia costata questa fiducia, ma figuriamoci, milione più milione meno…..
Ora può preparare il campo alle riforme delle riforme, e cioè tutte quelle norme che tireranno l’Italia fuori dei guai. E se qualcuno osservasse che avrebbe potuto se non dovuto farle già nei pregressi anni di governo, che non sono pochi, dimostrerebbe di non aver capito un neppi-modoma, perché come dicono i tedeschi “under brigen bitter dry”.
Insomma Silvio si sente un vincitore e noi siamo contenti per lui. La sua maggioranza ricorda quella traballante di Prodi, e con tre voti in più può guardare al futuro con serena spavalderia.
C’è qualcuno che, invece, aveva sposato una causa diversa, e oggi ha votato la fiducia. Ma hanno famiglia, e bisogna capirli.
In Italia la famiglia giustifica tutto, anche le peggiori nefandezze, e allora cosa sarà mai un repentino cambiamento di idee?
Coi voti degli avversari si è consumato un piccolo ribaltone, in pieno stile italiano.
E vai!!!!!
Ciao, ciao Silvio
Posted on 03. dic, 2010 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

In fondo non era difficile prevederlo.
Che Berlusconi fosse arrivato al traguardo e che perfino il fido (?) Bossi stesse meditando di riporlo in cantina, era cosa che solo in pochi, ottenebrati chissà da cosa, potevano ritenere impensabile.
La marcia funebre, intesa politicamente, è cominciata da tempo, invece.
Il centro destra si può non solo salvare, ma rilanciarsi seriamente, sostituendo Berlusconi e ricompattandosi con criteri e programmi diversi.
E’ finita una stagione.
I nemici forzati di FLI incominciano a ricredersi, e temono di rimanere fuori. Il centro destra non può essere confuso solo con Berlusconi, è altro, tanto altro.
Lo sa Bossi, lo sa Letta, lo sa Tremonti, lo sanno tutti, anche se tardano a dirlo, aspettando che si celebri la totale debacle di Silvio.
Chi ha sparato forte contro Fini e i suoi, ora faccia un pochino ammenda; non è mai troppo tardi.
Un passo avanti e due dietro, uno di lato e una piroetta. Oplà.
Posted on 20. nov, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

Ti sfiducio, non ti sfiducio. Ti sfiducio, ma governa. Non mi piaci ma ti sopporto. Vorrei ma non posso. Magari domani. Se son rose fioriranno.
E ancora, sfilo i ministri, ma tu fai finta di niente. E’ tutto un magna magna, si va bè, ma è bene tirare avanti così. Tu governa e io polemizzo, ma niente patatrac.
Insomma i comportamenti dei nostri politici sono enigmatici, e confondono la gente.
Non fai a tempo a entusiasmarti che sboing, arriva un pietrone che ti fa disilludere.
L’esasperato tatticismo dei “andare al voto non conviene”, “la gente può giudicare male una crisi al buio”, “Non so con chi allearmi, oppure lo so ma non lo dico, perché voglio prima sondare gli umori”, ha francamente stancato.
E’ proprio questo il più grande vizio della politica italiana, quello che si è pacificamente tramandato dalla prima repubblica alla seconda e che rischia di rimanere in dote anche della terza prossima repubblica.
Il voler sapere in anticipo i rischi che si corrono, le possibilità di piacere e di creare consenso, è strumento utile solo ai faccendieri della politica, ma sfianca l’elettorato, i simpatizzanti e chi ha ancora un cuore e una passione politica.
Perché passione significa non fare calcoli, credere in qualcosa che ti guida, e proprio per questo coinvolge, affascina, brilla.
Fini ha appassionato tanti, ma non può tentennare, deve tirare dritto verso un obiettivo che è costituito dalla politica buona. Se intende fare calcoli, e sfruttare solo le opportunità, ciao, si gioca il settanta per cento di quelli che ha abbagliato finora. Non capirlo sarebbe da miopi, e da stupidi.
Se si intraprende una strada che deve essere nuova, di politica di qualità, non si possono usare particolari tattiche. Si attacca facendo bel gioco e basta. Alla Zeman. Non fa niente se perdi in contropiede, ma sai di poter vincere e anche con largo margine.
Fini ha scelto di attaccare, e ora non può fare catenaccio, abbassando il centravanti a marcare il regista avversario.
No!
Chi gli ha dato credito lo ha fatto pensando al bel gioco, alle triangolazioni, ai cross, al fuorigioco, e alla ricerca del bel gol. Non l’ha fatto per opportunismo.
Fini non può giocarsi il meglio di quanti finora l’hanno seguito o solo ammirato.
E se invece dovesse farlo, pazienza. Ci sarà, prima o poi, un altro che saprà illudere, entusiasmare e coinvolgere. Basta aspettare, e crederci.
Bossi – Fini preparano il benservito a Berlusconi
Posted on 11. nov, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

Bossi guarda oltre.
Oltre Berlusconi.
Non si spiega diversamente il tentativo di trovare un’intesa con Fini. Pare che offra sul piatto un Berlusconi bis e la legge elettorale: Sembrerebbe una resa a Fini, ma non è così.
L’asse Fini – Bossi è l’unico esistente. Berlusconi è ormai fuori dai giochi.
Potrebbero, i due, preparare il dopo Silvio, governando, e senza mischiare le carte. E se non troveranno un’intesa ufficiale, statene certi che si capiranno su tante cose. Che si accordino o meno, i due, ormai, corrono sullo stesso binario.
L’unico a non essersene accorto, sembra proprio Berluscnoni, pugile ormai suonato, rimasto ai margini del ring.
Le difese di facciata nei confronti del premier sono una maschera per chi progetta il futuro prossimo politico.
Fini ha parlato di un governo appiattito sulla lega, e allora, giustamente, Bossi, che sta dettando l’agenda del governo, da vero premier, va a trattare con Fini.
Il dopo Berlusconi è già cominciato, anche se dovesse rimanere premier fino alla fine della legislatura.
Gli prometteranno la Presidenza della Repubblica, ma, poi, ci penseranno i processi a rendere impossibile mantenere la promessa di marinaio dei due.
Fantapolitica?
Chissà!
Blblblblblbl mille mille bolle blu
Blblbllbbl mimme mille bolle blu
Che volano….
Provo a ballare questa!
San Bossi pensaci tu
Posted on 09. nov, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

Bossi ha pronunciato la fatidica parola “trattiamo”.
Segno evidente che comanda, ormai, lui.
Berlusconi dopo aver bofonchiato un “si tira dritto”, non ha smentito il senatur. Sembra, insomma, che Bossi voglia garantire al governo vita serena, e non per votare il lodo Alfano, ma per portare a termine il federalismo.
Le parti politiche, quindi, si sono ridotte a due: da un lato Bossi, dall’altro Fini, e per certi versi Casini. Degli altri non v’è traccia. Relegati al ruolo di semplice comparse i vari Bersani, Di Pietro ecc. ecc.. e anche Berlusconi.
Una fine indecorosa per la sinistra italiana, comunque. Una sinistra che ha nobili tradizioni e annovera personaggi di spessore assoluto.
Ormai vivacchia; pende dalle labbra di Fini, sperando che questi, consapevolmente, tolga la spina a Berlusconi e a se stesso.
E sì, perché se Fini ascoltasse le sirene di sinistra scomparirebbe dalla scena in un baleno, fagocitato dalla resurrezione della sinistra e dal vittimismo del berlusca.
Fini pare abbia valutato per bene le cose, e, dimostrando di non essere affatto lusingato dalle moine della sinistra, tira dritto per la sua strada.
Berlusconi ha ormai ufficialmente passato il testimone a Bossi. Il PDL è Legadipendente, senza dubbi di sorta. Infatti, anticipando la campagna elettorale si stanno recando insieme, i due padani, semmai mano nella mano, in Veneto in visita ai danneggiati dal maltempo.
Ma i segni dei tempi sono offerti anche da un Bondi prostrato di fronte alle macerie di Pompei e dalla lite Prestigiacomo – Tremonti di qualche giorno fa. E Berlusconi? Stringe le mascelle e spera in san Bossi, patrono della Padania.
Il tonfo
Posted on 08. nov, 2010 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

Certo che è triste.
Immettere in politica ex ballerine, ora igieniste mentali personali, a me sembra uno sfregio.
Uno sfregio al paese del tipo “i vostri rappresentanti ve li scelgo io, e non rompete, e sia chiaro, ci metto chi voglio”.
Da sentirsi umiliati.
E sì, perché se il sistema è questo, vuol dire che si può arrivare a fare di tutto. Ed è talmente volgare, irrispettoso e scandaloso, che rimane inimmaginabile trovare ancora gente disposta a giustificare questi atteggiamenti. Eppure avviene.
Io non ci arrivo con i miei piccoli mezzi, ma sarà un problema mio.
Sentirsi di destra, con quello che comporta in fatto di dignità e amore delle regole, e difendere l’indifendibile, è una contraddizione in termini, e pertanto se la si vive, o non si è di destra o non c’è altra spiegazione.
Ora Berlusconi dovrà decidere cosa fare. Probabilmente aspetterà di vedere una maggioranza diversa votare contro e poi tremerà, pensando a un ribaltone. O partirà in trincea per l’ennesima campagna elettorale.
Diranno che è colpa di Fini, ma temo che la gente abbia un’ opinione diversa.
Bossi ieri ha taciuto; è più scaltro di Berlusconi, meno bullo e più freddo.
Vedremo.
Il quadro politico nazionale è sempre tumultuoso, rissoso, sebbene spesso razzoli e forse proprio perché razzola in territori di non grande spessore, etico e culturale.
Ma il peggio è passato, credo, e un nuovo futuro sorride all’Italia. Dopo ogni tonfo c’è una ripresa.
E questo degli ultimi anni è stato un bruttissimo tonfo.
A me mi piace
Posted on 07. nov, 2010 by L.P. in Commenti, Politica nazionale

A me mi piace.
Il discorso che ha fatto Fini, intendo.
Un discorso politico. Nessun riferimento al priapismo di re Silvio, e a quella spazzatura molto in voga.
Ha parlato di programmi e di responsabilità. Ha indicato una strada e fissato dei paletti.
E’, storicamente, il primo uomo politico che ha affrontato a muso duro Berlusconi su un piano meramente politico. Facendo proposte.
Indicando obiettivi comuni, e facendo intravedere che la via è quella della buona politica e non quella degli affari, delle spallucce, e dei “ci penso io”.
Sono solo chiacchiere? E allora cosa ha fatto in questi sedici anni?
Domande inutili, sterili e inopportune.
Allo stato in cui siamo dobbiamo benedire il cielo che un esponente della maggioranza, che avrebbe potuto sedere e pontificare dalla poltrona di Presidente della Camera, abbia posto argomenti politici, e fatto autocritica.
E poi si vedrà.
Dovessero risultare solo chiacchiere sarei il primo ad ammetterlo.
Ora che farà Berlusconi? Secondo me sta stretto assai.
E’ nell’angolo, e più di qualcuno sta preparando la valigia. Spero che non trovi altri lidi, soprattutto se della specie degli opportunisti.
Fini, oggi, è l’ago della bilancia della politica italiana; tutti dipendono da lui. Che piaccia o meno. E’ lo è diventato ponendo problemi politici, il primo.
Nessun riferimento a Ruby e compagnia cantante, e pure avrebbe potuto. Ma ha fatto un discorso di alto livello.
Certo, chi è abituato alle battute di Berlusconi potrebbe averci capito poco, e comunque, a prescindere, avrà storto il naso. Per i motivi più vari, ma nessuno credibile o spendibile, o soltanto guardabile.
Fossi Berlusconi, guarderei la vicenda finalmente da un altro angolo visuale. L’hanno fatto precipitare, forse i suoi stessi amici. Pensavano a una scaramuccia da trattare come un bengalino, e invece, era una bomba. Si piegasse, facesse meno il guappo, o il casanova da strapazzo e recuperasse dignità e politica. Se ne è capace.
La maggioranza c’è, basta riunirla attorno a un programma, serio, concordato, lasciando un po’ da parte processo breve, lodi vari, e altre stravaganze di cui l’Italia non sa che farsene.
Ho visto Barbareschi commosso. E quasi quasi mi commuovevo pure io.
L’agonia della politica
Posted on 03. nov, 2010 by L.P. in Politica nazionale

Mentre il berlusconismo volge al termine, sarebbe il caso di interrogarci sul futuro.
Questo non sembra roseo, e per più di un motivo.
Il quadro politico è desolante.
Nel 94 Berlusconi entusiasmò mezza Italia perché appariva come un’autentica novità: diverso dai soliti politici, anticonformista, ma soprattutto portatore di una speranza. Quella cioè di cambiare l’Italia, con meno tasse, più efficienza, meritocrazia, meno stato e più ricchezza. Un milione di posti di lavoro, fu uno dei suoi primi slogan.
Mezza Italia gli credette, e per un semplice motivo; perché ne aveva bisogno.
Un paese ha bisogno di leaders che sappiano infondere ottimismo, coraggio, speranza. Oltre alla comunicazione, però, serve la sostanza; servono cioè le idee, e bisogna saperle realizzare. Ebbene Berlusconi sembrava portatore di idee e comunicava brillantemente la sua capacità di realizzarle in quattro e quattr’otto.
In America, poco tempo fa, Obama accendeva gli animi, elettrizzava le coscienze. Portava nuove idee, le comunicava brillantemente e sembrava capace di realizzarle.
Lasciamo stare come si sia sviluppato il berlusconismo e la fine che sta facendo. I commenti si sprecano e ognuno può farsi l’idea che crede. Lasciamo da parte come si stia comportando Obama, e soprattutto diamogli il tempo di cui ha bisogno.
Ma, dicevo, interroghiamoci sul futuro.
Berlusconi è piaciuto a mezza Italia, e non è dispiaciuto all’altra metà. Le ha infatti regalato un motivo per esistere. Un domani molto vicino come si convertirà la sinistra? Quale sarà il suo progetto politico, venuto meno l’antiberlusconismo?
Berlusconi non è stato solo lui, ma ha creato un ricchissimo indotto. Pensate al giornalismo fiorito nello spirito dell’antiberlusconismo. I libri, la stampa, i network televisivi e non. Un mondo, artificiale, che si è arricchito grazie a Berlusconi.
C’è da temere che la sua fine politica porti con sé mezzo mondo della politica attuale.
In Italia è sempre mancata una politica che guardasse al di là della punta del naso. Si è sempre pensato all’oggi, al massimo al domani. E ancora oggi la politica italiana è esasperata da mille tatticismi che non guardano in profondità. Bersani che non pone la questione di fiducia e Fini che non esce dal governo, sono la prova che si sta giocando il futuro dell’Italia non sui programmi ma sulla scorta del momento e delle opportunità che ognuno, egoisticamente, vuole cogliere.
Invece l’Italia ha bisogno di una nuova speranza. Di un personaggio, o di una parte politica che sappia dire a noialtri che ha una idea; e che questa idea è buona e che, se realizzata, farà bene all’Italia.
Chi, a destra come a sinistra, saprà raccogliere questa opportunità, e, parlando agli italiani, saprà infondere una nuova speranza, sarà colui che contraddistinguerà il nostro futuro politico.
Sarà Fini?
Sarà Vendola?
A me piacerebbe che entrambi si sfidassero su questo campo. Bandendo i tatticismi che hanno portato un paese alla nausea, e guardando lontano. Offrendo un catalogo di idee e soluzioni, accompagnato da ottimismo, chiarezza, trasparenza, e privandosi di egoismo, egocentrismo, opportunismo e, appunto, tatticismo.
Senza pensare alla crisi di domani, al voto di dopodomani, a cosa farà Di Pietro e a chi si porta a letto Berlusconi.
Se sapranno offrire, loro o chi per loro, questa nuova, tanto agognata, faccia della politica, l’Italia uscirà presto dalle secche dell’immoralità, della illegalità diffusa e della politica da baraccone.
Programmi! Ognuno secondo il proprio credo, esposti per tempo a una platea troppo abituata a fare sempre i conti con le emergenze e gli scandali.
Questo può essere un dopo-Berlusoni affascinante.
Diversamente cadrà Berlusconi con amici e nemici, e rimarrà polvere, confusione, vittime e sciacalli.
Una quadriglia? Ma fammi il piacere, andiamo in discoteca.
Il lodo Berlusconi
Posted on 23. ott, 2010 by L.P. in Politica nazionale

E se Berlusconi concentrasse ogni sforzo per riformare l’Italia, come promette da quindici anni, e la smettesse di pensare a come fare per liberarsi dei processi?
Credo ci guadagnerebbe tantissimo, in popolarità e consenso.
Sempre ammesso che ne abbia la capacità. Cosa della quale, oggi come oggi, è lecito dubitare.
Prima lo aveva frenato Casini, parole sue, poi chissà chi, e ora Fini. Ma Fini lo sta ostacolando solo sul versante “devo farmi gli affari miei”, non mi sembra che gli abbia posto veti, per esempio, sulla riforma delle pensioni.
In Francia il governo l’ha fatta. Fra le proteste e i mugugni, ma l’ha fatta. Altrove si impongono sacrifici enormi, e si taglia la spesa; da noi, forse, basterebbe tagliare il malaffare, e cioè il maggior costo che ogni operazione riserva per rimpinguare tasche maleodoranti.
Da noi pensano al lodo Alfano, che Napolitano ha giustamente bloccato. E dico giustamente senza entrare in disquisizioni giuridiche e politiche. Dico giustamente perché si dovrebbe dare priorità a ben altro.
Dicevo, se Berlusconi si offrisse petto in fuori ai processi, e nel contempo portasse in dono all’Italia un paio di riforme serie, non starebbe meglio?
Non troverebbe più indulgenza nel caso in cui venisse fuori qualche sua marachella (eufemismo necessitato)?
Uno statista, come crede di essere, non dovrebbe pensare più al paese che ai fatti suoi? Uno statista non è uno che è proiettato in una dimensione superpersonale?
In verità, il buontempone Silvio sta agonizzando.
Circondato da stralunati personaggi, che o si vedono regalare appartamenti, o mettono da parte risparmi da capogiro, o che rivestono duplici incarichi, uno come avvocato del premier e uno come legislatore sempre del premier, Berlusconi è diventata una macchietta. Una potente macchietta.
Ha eliminato la politica e introdotto sistemi di meritocrazia truffaldina.
La tanto sbandierata meritocrazia di Brunetta sta franando sotto gli occhi di tutti; la pubblica amministrazione anziché modernizzarsi e diventare efficiente, sprofonda fra burocrati privilegiati e poveri facchini che lavorano per quattro.
Le tasse mortificano i lavoratori oltre ogni umana misura. E soldi per le riforme pare non ce ne siano.
Qualche cosa l’ha voluta e fatta la Lega. Il PDL vegeta.
Ma in buona compagnia. Anche il PD da anni vegeta pascolando solo sull’antiberlusconismo di facciata, che nasconde un vuoto abissale.
Un alli galli? OK, mettiamoci in fila.
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