Bossolo, l’ottavo nano.
Posted on 13. apr, 2012 by L.P. in Attualità

Non mi dispiace la fine che sta facendo la Lega. Si riempivano la bocca con volgari, anche se veritieri, slogan.
Che Roma sia ladrona, è una verità sacrosanta. Ma lo sono anche Milano, Napoli, Bari, ecc. Dove c’è politica c’è ladrocinio, anche autorizzato, perbacco. Vedi i rimborsi ai partiti.
Filtri e controlli non esistono più. Man bassa.
E Monti ci stritola, a noi che paghiamo tasse, facciamo sacrifici, e abbiamo perduto la speranza.
Con un colpo di genio Monti potrebbe azzerare i finanziamenti ai partiti, dimezzare gli stipendi, dimezzare il numero dei parlamentari, abolire le Province, umanizzare le prebende delle Autority, eliminare scorte e auto blu, a ogni livello. E poi potrebbe ritirare le truppe dai territori di guerra. Combattere seriamente l’evasione, andando a cercare i patrimoni nascosti. Velocizzare la giustizia. Insomma una serie di cose dette e ridette, ma che Monti non ha alcuna intenzione di fare.
Lo spread sale e scende indifferente alla “cura montiana”, e tutto sommato dovremmo cominciare a impostare ogni politica ben diversamente dall’attuale sistema che ci vede succubi della finanza, sia buona che cattiva.
In Italia le rendite che non diminuiscono mai il loro valore sono quelle da posizione, le uniche, cioè, che non dovrebbero valere un fico secco.
Ma del resto come possono fare buona politica apprendisti stregoni, imbroglioncelli da quattro soldi, emeriti incolti, gente senza un mestiere né un’arte, quali sono il settanta per cento dei politici d’Italia?
Ho conosciuto politici locali non in grado neanche di mettere quattro o cinque parole una dietro all’altra, figuriamoci i pensieri. E vanno anche per la maggiore.
Dicevano che l’Italia doveva vergognarsi quando, su palcoscenici mondiali, era rappresentata da Berlusconi. Era vero, ma dovremmo vergognarci di tanti altri nostri rappresentanti.
Quando c’è un convegno politico, a parte la “star” e cioè l’invitato di turno, prima dell’intervento clou si fa a gara a recitare slogan, ognuno ne ha un paio quale patrimonio culturale, e va avanti con questi, senza provare vergogna.
Comunque, tornando a bomba: Bossi ha detto che se risulterà che il figlio ha ricevuto soldi per uso personale -quest’ultimo se è consentito con la droga, figuriamoci col vil danaro- lo restituirà. Ma che bravo, che onest’uomo. Io penso che la sola eventualità dovrebbe far vergognare, oltre che dimettere.
Ma c’è una formula per sintetizzare tutto: che schifo.
E un’imprecazione da usare ogni quattro frasi: merda secca.
Per concludere. Le vicende della Lega fanno apparire Bossi piccolo piccolo, quasi un nano, rispetto al gigante di qualche tempo fa. Va bè, fa niente, magari lo chiemeremo Bossolo, e i nani saranno otto.
Vai Belsito, tutto il mondo è paese e l’Italia è più unita che mai.
Posted on 03. apr, 2012 by L.P. in Argomenti

Belsito, duro e puro, leghista, per le Procure non vale più di un imbroglioncello terrone.
Soddisfatto? Certo che sì. Anche a Milano fanno il pacco del mattone, insomma. Tutto il mondo è paese, Pulcinella maschera nazionale, nanì nanera.
Roma ladrona. Che roba. Vai Bossi gridacelo ancora che ci manca.
Musicalo anche, semmai sulle note di “o sole mio”.
Romaaaaaaa ladroooooonaaaaa
Caro Bossi anche tu hai famiglia, allora.
Caruccia, ma sempre famiglia è.
E allora, signore e signori, dopo Lusi, ecco Belsito.
La presunta diversità e/o superiorità dei leghisti si infrange sull’indagine in corso. C’è poco da fare, l’Italia è più unita che mai, e a unirla è la truffa, l’imbroglio, la spudoratezza.
Altro che Padania. Qua finisce che i pochi onesti si arroccheranno da qualche parte e chiederanno l’indipendenza.
Loro sì che ne hanno diritto.
Ma non sputiamo sentenze, per favore. Le indagini devono fare il loro corso. Calma e gesso. Esprimiamo solidarietà, e per aggiunta un bel gnegnegnè, a Belsito e ai malcapitati.
Giammai si pensi che in Italia non vale il principio della presunzione di innocenza. Questo principio, del resto, combinato con i termini di prescrizione e i processi tartaruga, formano un bel cocktail. E allora cin cin, salute a te, abballi? No grazie!
Ma quanto sono bravi
Posted on 22. lug, 2011 by L.P. in Commenti

Bello il discorsetto di Napolitano, ottima la proposta leghista di riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari.
Bravi, ottimi, bis.
Peccato solo che arrivino tardi e suonino come un pernacchio alla gente.
Che Napolitano dica oggi che i magistrati devono essere oculati, dopo cioè che è stato arrestato Papa, suona sinistro. Non lo pensava anche ieri e ieri l’altro?
La Lega, poi, che fa proposte solo per salvare la faccia, è davvero in sintonia con la politica da quattro soldi dei nostri tempi.
Noi siamo sempre in attesa di riforme vere.
Ma una riforma, invero, c’è stata già con la finanziaria, ed è quella, significativa, che ha considerevolmente aumentato i costi della giustizia, facendo crescere i contributi da versare per iniziare un contenzioso, che non si sa quanto durerà.
Che bella roba.
Pare stiano per essere aperti i ministeri al nord.
Guarda caso i ministri interessati sono tutti lombardi e zone limitrofe. Vuoi vedere che si scocciano ad andare a Roma e preferiscono rimanere vicino casa? E, poi, non aumenteranno i voli per trasferirli a Roma dove pur dovranno essere presenti? E i futuri ministri dovranno essere per forza lombardi, per evitare l’emigrazione amministrativa? E ci sono nuovi impiegati? E quanto costano? E chi li paga, o meglio sempre con i soldi nostri, no?
L’Italia è un mondo meraviglioso.
Ma la politica italiana è in linea col generale malaffare e con la generale superficialità dell’amministrazione della cosa pubblica.
Buon fine settimana a tutti.
Secessione!
Posted on 19. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

Il discorso di Bossi a Pontida è stato un discorso dai contenuti politici minimi, proprio lo stretto indispensabile.
Ha auspicato l’abbattimento dei costi della politica, meno auto blu, e naninanera, ma della soppressione delle Province non ha parlato.
Teme le elezioni ma ha avvertito Berlusconi che potrebbe non essere più il candidato premier in un futuro prossimo. Ha salvato qualche sciocchezza fatta dal governo mentre la clac scandiva “Secessione. Secessione.”
Insomma, poca cosa.
Vuole la riforma fiscale risparmiando sulle operazioni belliche e le auto blu, insomma. Roba da statisti, non c’è che dire.
La secessione, invece, la dovrebbe fare la Basilicata. Dovrebbe liberarsi dai defilippi e compagnia cantante e godersi le sue ricchezze come un emirato arabo.
Siamo saccheggiati quotidianamente, questa è la verità, e in cambio ci danno la Basentana con i cerotti, e le ferrovie del vecchio west.
Merda, merda e merda.
La politica è ai minimi termini, e i suoi attori, sono veri e propri guitti da quattro soldi.
Questo è il risultato di cinquant’anni di prima repubblica made in dc, e della seconda repubblica peggiore, se vogliamo, della prima. Con gli attori non protagonisti appiattiti su posizioni da passerotto che si ciba delle briciole.
E ora tutti a piazza Prefettura a gridare “Basilicata libera. Secessione!”
Boia di un mondo ladro!
La mia banda suona il rock
Posted on 02. mag, 2011 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

La mozione sulla Libia della Lega intende mettere dei seri paletti al governo: vuole che si stabilisca la data del cessate il fuoco.
Berlusconi ha detto “e quale è il problema?, va bene il 26 maggio alle 23.00 o preferite il 28 maggio alle sedici?”.
Obama Bin Laden è morto. Il suo corpo pare sia stato fatto sparire in un battere di ciglia. Perché?
Troppe domande inutili.
Ora si temono rappresaglie.
Perché prima?
La stampa in Italia fa informazione di regime o di contro regime. Pare sia davvero troppo chiedere che faccia solo informazione, semmai libera, tiè!
Sono tutti o Ferrara o Belpietro, o Santoro o Vespa.
Il bipolarismo dell’informazione.
A sinistra è scoppiato l’amore per il tricolore. Qualche anno fa lo strappavano, oppure non si indignavano quando veniva strappato.
L’etica in Italia è un prodotto di nicchia. Anzi non si produce, cresce, sparsa, negli angoli meno frequentati. Del resto un bipolarismo muscolare a tutto tondo non presuppone l’esistenza dell’etica. Si sta in guerra tutti contro tutti giorno per giorno, e quando si è in guerra non ci può essere etica.
Conosco un giudice di pace che per decidere sulla sospensione di un fermo amministrativo dell’autovettura di tre mesi, deciderà allo scadere dei tre mesi. Quindi sarà una decisione inutile. Questo è un aspetto della giustizia italiana.
Un altro spettacolare aspetto è che talvolta solo per decidere quale giudice deve darci torto o ragione si fanno anni di causa. A pensarci bene il mondo della giustizia italiana è spesso kafkiano.
Ma è tutto un gioco, diamine.
Una persona con la quale divido il garage mi ha piazzato la sua autovettura davanti, impedendomi di entrare. Quando mi sono arrabbiato lui è caduto dalle nuvole. Sarà per lo stesso principio che ispira quegli automobilisti che parcheggiano lì dove gli serve incuranti di bloccare il traffico, e rimangono alla guida fumando. Dietro si accumulano le file di auto, e a chi protesta, il nostro risponde imbestialito “un minuto solo, e che capperi!”
Davanti a episodi del genere un americano, o un tedesco, ma anche un francese o spagnolo, farebbe il finimondo. Noi italiani no. Perché noi italiani siamo saggi, esperti, furbi come volpi, e abbiamo tanta umanità. Tanta umanità che non ci serve tanto per portare rispetto, anzi manchiamo di rispetto quotidianamente a un numero indefinito di persone, ma ci serve dopo per giustificare l’ingiustificabile.
Tornando a bomba.
Ci sono magistrati che ti fanno aspettare per una sentenza mesi su mesi, a volte anche un paio di anni. E’ un comportamento talmente riprovevole che non vi dico. Ma tant’è: i ritardatari se ne fottono, e i loro superiori pure. E allora, ciccia! Ciapa e porta a casa.
Ci sono magistrati tanto indolenti quanto irrispettosi della difesa che quando ne trovi uno solerte, bravo e rispettoso, ti sembra di sognare.
Ecco, a noi italiani tocca sognare sempre. Solo sognare.
Una vita migliore, città migliori, servizi migliori, solidarietà e rispetto, educazione e rispetto delle regole.
Berlusconi stamattina ha detto che lo costringono a perdere tempo davanti ai tribunali quando il paese ha bisogno di lui!
No grazie. Io non ne ho bisogno. Finora ho fatto senza, posso continuare.
Bacioni.
Estensibili.
La polpetta avvelenata
Posted on 28. apr, 2011 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

La Lega ha preso le distanze da Silvio Berlusconi. Ha invitato il PDL a fare campagna elettorale, a Milano, parlando della città e non dei tribunali. Ha espresso un parere ufficialmente contrario agli attacchi aerei contro la Libia.
Se si pensa al fatto che, assieme, Lega e Pdl, governano, si ha l’unità di misura della coerenza della maggioranza.
In verità la Lega persegue obiettivi suoi propri, e non comuni, leggi federalismo; coabita al governo col Pdl mal sopportando le sortite del premier e le sue beghe personali, che, nonostante gli sforzi del cavaliere, rimangono problemi suoi e non dell’Italia.
Se si votasse sulla guerra in Libia, ma alla fine non si voterà, per evitare sconfitte politiche, la maggioranza si sfalderebbe, e verrebbe fuori un sì alla guerra con consenso eterogeneo, trasversale e tattico anziché ideologico.
Il Pd, o parte di esso, non può sconfessare Napolitano, pur volendo approfittare della situazione creatasi, e il terzo polo non saprebbe cosa fare.
L’impressione è che Berlusconi è alle corde, nonostante la sinistra latiti.
La Lega si è riconquistato un posto al sole; è arbitro indiscusso della politica interna e estera, può decidere le sorti del governo e di Berlusconi, e dalla coalizione con quest’ultimo ha tutto da perdere e nulla più da guadagnare, avendo intascato in pratica il federalismo.
Milano e dintorni dettano i tempi della politica, è fuori di dubbio, e il resto del paese osserva più o meno inebetito.
E io mi sento sempre più inadeguato.
E che c’azzecca? C’azzecca, c’azzecca.
Leghissima, purissima. Ma andate a cagar!
Posted on 21. apr, 2011 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

Hai voglia a dire che sono diversi, che non si confondono col resto della popolazione. Che hanno una marcia in più, che sono sensibili e responsabili. Che mantengono sulle spalle la nazione. Che non sono italiani, ma padani.
Che al sud ci sono i corrotti, i concussi e i delinquenti, la mafia e la camorra, la ndrangheta e i terroni.
Che Roma è ladrona, e che vogliono la secessione, che pagano le tasse pe rtutti e nanì e nanera.
Non c’è niente da fare.
Sono sempre, comunque e solo italiani, e quindi corrotti e concussi. Come tutti.
In Provincia di Brescia arrestati due amministratori leghisti.
Come ovunque in Italia.
Come in ogni partito.
Ma andate tutti a cagare. Come si dice su da voi.
Imodium
Posted on 31. mar, 2011 by L.P. in Amenità, Commenti

Lo spettacolo che offre il parlamento italiano in questi giorni è uno spettacolo coerente coi tempi che viviamo.
Gli atteggiamenti sono violenti, di sfida, privi di garbo, rozzi, maleducati, costituiscono un cattivo esempio, sono, semplicemente, una vergogna.
Almeno ci fosse fantasia.
Per esempio a chi dice una stupidaggine, del tipo, la prescrizione breve ce la chiede l’Europa, si potrebbe rispondere con una sonora e vibrante pernacchia.
Vuoi mettere col vaffa di Larussa?
Oppure, quando qualcuno ti offende basterebbe mettere il broncio, e, a chi ti invita a farla finita, ripetere “no! No! No!! Uffa!”
E invece in parlamento arrivano quasi alle mani.
Maestri di bon ton, anche quelli che appaiono imperturbabili, come Angelino Alfano.
Il bello è che sono tutti della stessa pasta. Più o meno.
L’autocelebrazione, poi, condisce al meglio una pietanza succulenta.
V’è da chiedersi se il popolo italiano merita un parlamento tanto squallido.
Temo di sì.
E che impari.
Cambiando discorso, ma non troppo, io chiedo, con questa mia, ufficialmente, nonevèro, che il parlamento vari anche una legge che sancisca la piena operatività della prescrizione basculante, e cioè quella di colore arancio, che si applica ai reati commessi nelle notti di luna piena, perché in quelle notti, si sa, il cervello può andare in leggero tilt.
E poi vorrei che venisse creata la prescrizione con appoggio, e cioè quella che si applica solo se c’è la raccomandazione di un politico di razza, e quella col fischio che si applica alle belle donne, e quella dark che si applica a sorte.
Uomini d’Italia, donne del belpaese, uniti, manifestiamo.
Manifestiamo a prescindere. Mettete il vestito buono e approntate un bel manifesto. La televisione ci riprenderà e i nostri nemici ci conteranno in duecento e gli amici in duemila.
In arrivo in Basilicata e comunque a pioggia sull’Italia di serie B, gli immigrati. Alla Padania non diamo fastidio, perché la Padania non sta in Italia, ma sull’Italia, anzi, dietro l’Italia, in maniera insinuante. Attenti a non piegarvi troppo, la Padania incombe.
Mi sono rotti i maroni. Battuta squallida e chissà quante volte ripetuta. E allora perché la dici? Per essere coerente col parlamento della repubblica italiana. Non basta? Devo osare di più? E allora beccatevi sto tomo della treccani in testa, a me non serve più.
Hanno alzato l’arco costituzionale. Infatti i tradimenti in politica sono di casa, e anche per quattro soldi, i traditi, quindi, sono ormai troppi, e ai traditi crescono le corna, ma con l’elevamento dell’arco è tutto a posto. Non sbatteranno più.
Bacioni.
Suonano l’inno? Vado al bar anch’io
Posted on 16. mar, 2011 by L.P. in Commenti, Politica nazionale, Regione Basilicata

I leghisti vanno al bar mentre suona l’inno di Mameli. Che dire? Coerenti.
Schifosi ma coerenti.
Lavorano per un progetto a lungo termine, la secessione, e poco alla volta ci arriveranno. Il federalismo era una tappa importante.
Si sono infiltrati nelle maglie della pubblica amministrazione come autentici rivoluzionari, talpe nel sistema per poterlo ribaltare dal di dentro.
L’Italia per certi versi assiste attonita, per altri collabora al progetto leghista, illudendosi di essere furba.
Io, da lucano, e quindi potenziale petroliere, guardo alla scena e allibisco, non per i comportamenti leghisti, ma per quei fresconi di italiani che, semmai, finanche da terroni, plaudono al leghismo.
Comunque la secessione io la propongo per i lucani, dei leghisti me ne frego, e quindi da novello secessionista, stanco di pagar tasse per non avere che scarsi servizi, ed essere costretto a guardare il mondo dei privilegi della politica mediocre e antimeritocratica, quella dei portaborse e tacchi a spillo, per intenderci, da oggi mi unisco al coro di quelli che vanno al bar durante l’inno di Mameli. Ma il caffè che prenderò io sarà molto più buono di quello che servono a Milano.
Sgrunt!
La Meloni e la Basilicata
Posted on 02. mar, 2011 by L.P. in Commenti

Quale è il capoluogo di regione della Basilicata?
Matera, Potenza o Castrovillari?
Matera!
Sbagliato.
Che, poi, il solo fatto che per mettere a disagio qualcuno si usino ancora le domande sulla Basilicata, questo già la dice lunga sulla lucana piccolezza. Per dire.
Insomma il ministro della gioventù è ignorante. Almeno per quanto riguarda la geografia.
La Meloni conosce Matera, e ritiene che sia il capoluogo della Regione Basilicata. Poteva andare peggio, però. Se per esempio Piroso non avesse offerto una terna di risposte, ma avesse semplicemente chiesto “qual è il capoluogo di regione della Basilicata?”, capace che rispondeva “Pecchè la BBasilicata è na reggione?”
Ma sì, ridiamoci sopra.
Ahahahahah! E ancora Ahahahahahah!
Intanto la Basentana cade a pezzi.
Ahahahahaha!
Ma che ti ridi! Abbiamo cambiato discorso, ci siamo fatti seri.
Ah!, scusate, mi credevo.
Con il milleproroghe Mediaset potrà comprare il Corriere della Sera.
Talchè, visto che, spesso, per vendere, i quotidiani locali abbinano, con un lieve sovrapprezzo, che rimane all’indomani della fine dell’abbinamento, per gradire, un quotidiano nazionale, proporrei di abbinare al corriere della sera un giornale locale. Chissà, dovendo dare il conto a Mediaset non si cominci a criticare un po’, seriamente, i governanti locali, che tanti lutti addussero ai lucani, senza che la cosa sia stata mai notata più di tanto dai nostri quotidiani.
Ebbene è passato il federalismo municipale. Evviva, finalmente un po’ di tasse in più.
Grazie Bossi.
Anche se, ora, non v’è motivo più che esista la Lega. Nata per ottenere il federalismo, quello che affoga il sud, oggi come oggi, deve riconvertirsi o dissolversi per raggiungimento dello scopo.
Amici della Basilicata, con quello che abbiamo, come ricchezze naturali, dovremmo fare noi la secessione, e gestirci il nostro patrimonio. Magari, però, facendolo gestire a qualcuno più affidabile dei politici. Magari.
Invece, offrendo la nostra gola ai vampiri, verremo derubati del petrolio, e sommersi di tasse, rimanendo disoccupati e poveri. Wow! Che impresa.
Per tutto questo ditemi chi devo ringraziare, chè vorrei farlo a modo mio.
Merda secca!
Irricevibile. Prego riprovare.
Posted on 04. feb, 2011 by L.P. in Città di Potenza, Commenti, Politica nazionale

Napolitano al governo: imparate.
L’irricevibilità è il provvedimento più umiliante per un avvocato. Quando un Giudice dichiara irricevibile un ricorso vuol dire che l’avvocato ha toppato di brutto.
Mutatis mutandis il governo, come un avvocato pivellino, un po’ ignorante, un po’ presuntuoso, molto superficiale, ha toppato. E non è la prima volta.
L’approssimazione giuridica è il bagaglio a mano della squadra di governo, quello che non lasciano mai, ma che portano sempre dietro, non sia mai lo perdono.
E questo è il dato più preoccupante.
A sentirli tutti, ieri sera, sembrava la cosa più legittima della faccia della terra. E invece.
Ora Bossi ha garantito che verrà compiuto quel passo che avevano dimenticato, chissà se per la fretta o per l’ignoranza. Ci crede ancora, evidentemente, e le elezioni, garantite in caso di esito negativo, sono rimandate a data da destinarsi e a credibilità da riguadagnare. L’agonia continua, insomma.
Il popolo leghista comincia a mostrare i denti anche nei confronti dei loro rappresentanti.
Ma spieghiamolo questo federalismo municipale.
In definitiva consiste in questo:
i comuni del nord, stanchi di vedere destinati i loro soldi ai comuni del sud, pretendono di non dover regalare più un euro. Tremonti ha detto “bene”, così al sud impareranno ad arrangiarsi. Ma l’Anci si è messa di traverso, soprattutto per la spinta critica propulsiva proprio di qualche comune del sud, fra i quali quello di Potenza. A conti fatti, con le esigue entrate, ridicole per quanto riguarda la tassa di soggiorno, un Comune come quello di Potenza fallirebbe: sommerso di debiti, con minori entrate e prospettive pessime, non avrebbe via di scampo.
E allora Tremonti ha detto ok all’aumento del prelievo fiscale. Al nord vanno di lusso, come suol dirsi, dalle nostre parti c’è da tremare: abbiamo il maggior numero di disoccupati, il maggior numero di emigranti, e ci aumentano pure le tasse. Pazzesco.
Ma non è detto: potremmo anche inventarci qualcosa, ridurre il costo delle raccomandazioni e del familismo, evitare lo sperpero della inutile formazione, sfruttare meglio gli incassi del petrolio, reinventarci un turismo giudiziario, ben florido ai tempi di Woodcock, rilanciare l’amaro lucano, portare la gazzosa Avena a Time Square, e rivendere le “t”, le “p”, mai totalmente sfruttate nel nostro parlare quotidiano, e così facendo, ritrovare una ricchezza insospettata che ci faccia girare su luccicanti Rolls, sebbene rialzate come i pick-up americani, per superare le buche.
E ora speriamo di passare un sereno fine settimana.
Il lodo Berlusconi
Posted on 23. ott, 2010 by L.P. in Politica nazionale

E se Berlusconi concentrasse ogni sforzo per riformare l’Italia, come promette da quindici anni, e la smettesse di pensare a come fare per liberarsi dei processi?
Credo ci guadagnerebbe tantissimo, in popolarità e consenso.
Sempre ammesso che ne abbia la capacità. Cosa della quale, oggi come oggi, è lecito dubitare.
Prima lo aveva frenato Casini, parole sue, poi chissà chi, e ora Fini. Ma Fini lo sta ostacolando solo sul versante “devo farmi gli affari miei”, non mi sembra che gli abbia posto veti, per esempio, sulla riforma delle pensioni.
In Francia il governo l’ha fatta. Fra le proteste e i mugugni, ma l’ha fatta. Altrove si impongono sacrifici enormi, e si taglia la spesa; da noi, forse, basterebbe tagliare il malaffare, e cioè il maggior costo che ogni operazione riserva per rimpinguare tasche maleodoranti.
Da noi pensano al lodo Alfano, che Napolitano ha giustamente bloccato. E dico giustamente senza entrare in disquisizioni giuridiche e politiche. Dico giustamente perché si dovrebbe dare priorità a ben altro.
Dicevo, se Berlusconi si offrisse petto in fuori ai processi, e nel contempo portasse in dono all’Italia un paio di riforme serie, non starebbe meglio?
Non troverebbe più indulgenza nel caso in cui venisse fuori qualche sua marachella (eufemismo necessitato)?
Uno statista, come crede di essere, non dovrebbe pensare più al paese che ai fatti suoi? Uno statista non è uno che è proiettato in una dimensione superpersonale?
In verità, il buontempone Silvio sta agonizzando.
Circondato da stralunati personaggi, che o si vedono regalare appartamenti, o mettono da parte risparmi da capogiro, o che rivestono duplici incarichi, uno come avvocato del premier e uno come legislatore sempre del premier, Berlusconi è diventata una macchietta. Una potente macchietta.
Ha eliminato la politica e introdotto sistemi di meritocrazia truffaldina.
La tanto sbandierata meritocrazia di Brunetta sta franando sotto gli occhi di tutti; la pubblica amministrazione anziché modernizzarsi e diventare efficiente, sprofonda fra burocrati privilegiati e poveri facchini che lavorano per quattro.
Le tasse mortificano i lavoratori oltre ogni umana misura. E soldi per le riforme pare non ce ne siano.
Qualche cosa l’ha voluta e fatta la Lega. Il PDL vegeta.
Ma in buona compagnia. Anche il PD da anni vegeta pascolando solo sull’antiberlusconismo di facciata, che nasconde un vuoto abissale.
Un alli galli? OK, mettiamoci in fila.
Il ministro per l’attuazione del “minchia dio bon”
Posted on 19. giu, 2010 by L.P. in Commenti

Ne avevamo assoluto bisogno. Non se ne poteva più fare a meno.
I mugugni, ormai, erano insopportabili. Dall’estrema Sicilia al nord del Trentino un coro unanime, come un mantra, andava ripetendo “Vogliamo il ministro per l’attuazione del federalismo”. I comitati spontanei venivan fuori come monetine da una slot machine che ha dato appena appena quattro jolly allineati.
Ed è stato a questo punto che il governo della repubblica italiana ha alzato la bandiera bianca e si è arreso. “Eccovelo il nuovo ministero. Ora non rompete più”.
Ora c’è soddisfazione in giro. Nei bar, attorno a un biliardo, o al tavolino sotto l’ombrellone, in spiaggia, siccome sulle panche dei parchi cittadini, ma finanche sui passi montani e in riva a laghi, fiumi e fiumicelli, la gente sorride come dopo la vittoria del mondiale di calcio.
La democrazia è bella per questo. Significa che il popolo conta e influenza le scelte. E quando comanda, il popolo adotta decisioni giuste, ponderate e eque.
Ora Aldo Brancher, acclamato, a furor di popolo, ministro per l’attuazione del federalismo, e scusate se è poco, a malavoglia dovrà disertare un processo che lo riguarda. Chiamato al capezzale dell’Italia prossima federata, dovrà sacrificarsi. Ma quando il paese chiama bisogna rispondere presente. E Aldo Brancher lo sa bene. E’ già sugli attenti, pronto a marciare per la repubblica.
E non ci costerà neanche tanto, ha detto sornione Tremonti, quello che per spendere un euro vuol dire proprio che ce n’è bisogno. Tremonti ha capito che non accontentare il popolo italiano poteva significare un vero e proprio tradimento, e allora ha messo mani al portafoglio e ha sganciato una nuova piccola paghetta.
Gli italiani protestano, però, “lo paghiamo di tasca nostra!”, hanno insistito, ma Tremonti è stato irremovibile, “tanto, ha detto, sempre soldi vostri sono”.
Il consenso di Berlusconi, ora, è alle stelle. La Russa che, pare, non ne sapesse niente, ha precisato che, se lo vogliono gli italiani, non sarà certo lui a schierarsi contro. All’opposizione bofonchiano un po’, ma neanche troppo, in fondo sanno bene che all’Italia un ministro per l’attuazione del cosiddetto “minchia dio bon”, e cioè del federalismo solidale, partecipato, quintessenziale, quello che farà finalmente tifare Italia ai leghisti, e mangiare il panettone a Palermo e la pizzella a Torino, e consentirà, per andare da Bolzano a Catanzaro e viceversa, l’identificazione solo con la carta d’identità, senza passaporto e senza visti vari, è necessario come il sole per l’uva e il viagra per gli onorevoli.
Grazie governo. Ora abbiamo più fiducia nel domani.
Postilla:
Grazie anche per aver confermato il capo della polizia, perché noi, delle sentenze, semplicemente, ce ne fottiamo.
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