Monti a Potenza. Non pervenuto. Da Basilicata 24
Posted on 01. feb, 2013 by L.P. in Argomenti, Commenti

http://basilicata.basilicata24.it/rubriche/monti-basilicata-pervenuto-7133.php
E Twitter si rese complice …
Posted on 07. gen, 2013 by L.P. in Argomenti

I politici su Twitter, ma non è democrazia, perbacco.
Chissà se per l’esordio sul social network Monti userebbe il verbo salire, usato per la politica, o piuttosto quello di scendere, di livello, intendo, e cioè scendere al livello della gente comune, chissà.
Non v’è da illudersi, comunque.
Il tentativo di apparire uno qualunque, disposto cioè a dialogare e ad accettare critiche, è neanche lodevole, quanto invero truffaldino.
Non sfugga, infatti, che con Twitter si può rispondere a chi si vuole, non v’è alcun obbligo, e si può sempre dire, a un certo punto, che il tempo è volato e c’è altro da fare.
Andrebbe meglio un confronto pubblico, anche telematico, ma con domande specifiche, fatte da giornalisti coraggiosi e competenti.
Quello che manca, infatti, è la spavalderia di un giornalismo di critica, di indagine, terzo, sopra le parti, che sappia contare “le pulci” a programmi e rendiconti.
Un giornalismo alla “Report” o meglio ancora all’inglese o all’americana.
Il nostro giornalismo, troppo spesso all’amatriciana se non alla puttanesca, è troppo accomodante e mai si rivolge ai politici con domande acute, serie e concrete.
Si lascia troppo spazio alle parole vuote, ai concetti vaghi, alle voci verbali all’infinito, per dirla con un compagno di post su facebook, oppure alle accuse più nette, alla guerra di lobby, alle dispute fra privilegiati.
Noi cittadini sempre e solo spettatori.
Non credo neanche al Papa su Twitter se non come mezzo per mandare messaggi leggibili da tutti, non per comunicare reciprocamente. Infatti il Papa o Monti non leggeranno mai e poi mai quello che scriveremo noi, basta vedere quanti following hanno.
E allora aspettiamoci un “E ora preghiamo il Signore” alle dieci del mattino, oppure un “Incontro a Berlino con la Merkel” e democrazia sarà fatta.
Ma sarò generoso, e se possibile cliccherò sempre un bel “mi piace” laddove possibile, e mi sentirò vero cittadino della democrazia più moderna del mondo.
Controvoce:
almeno uno spazio lasciatecelo libero, a noi mortali.
Elezioni nuove, aria nuova, perbacco!
Posted on 06. gen, 2013 by L.P. in Attualità, Commenti

“Driiin, squilla il cellulare.
-Ciao, come va?
-Bene e tu?
-Bene, bene. Senti volevo chiederti se sei a Potenza
-Sono fuori rientro stasera tardi
-No perché volevo organizzare una riunione per oggi pomeriggio, sai, bisogna fare la lista, dare le disponibilità e mandare tutto a Roma
-Ah, tutto questo po’ po’ di roba in qualche ora?
-Sai mi è arrivata una mail, l’ho letta per caso, insomma è precipitato tutto, prima una lista unitaria, ora le liste singole alla camera, insomma ci impongono tempi strettissimi
-Ma come si fa? Senza un discorso, senza una riunione, senza …. Niente
-Ma tanto sai che decide Roma, io raccolgo le disponibilità, poi, che vuoi, chi sta collegato meglio a Roma va in Paradiso …..
-Ma dai, avete già deciso tutto
-Ma no, è come sempre, a Roma decidono
-Ma è sempre la stessa vergogna, altro che rinnovamento, partito nuovo, gente nuova, sì, è sempre la solita schifezza
-Dai non te la prendere con me, lo sai come vanno le cose, è la politica
-Va bè, sì, la politica
-Allora ci sei stasera?
-Ma se ti ho etto che sono in viaggio. Non riesco. Fate voi. Buon lavoro. Tanto ….
-Non te la prendere, dai, ci sentiamo in serata. Stammi bene. Sempre in gamba.”
Il colloquio telefonico riportato potrebbe essere davvero esistito, per esempio, in data di ieri, o potrebbe essere immaginario.
Siamo nell’era Monti, quella del rinnovamento della politica.
Ma c’è fretta. Monti ha fretta, più di quella che il calendario impone, più di quella che un rinnovamento minimo imponga.
E allora io vi chiedo: cosa ne pensate? E’ vera la telefonata o immaginaria?
Ve la do io la risposta: la telefonata è immaginaria, perché i partiti sono in riunione permanente dal giorno delle dimissioni di Monti e devono approntare liste impeccabili, che rispettino merito e valore, che siano lo specchio per un rinnovato e nuovo consenso, che illuminino la scena politica, facendo sfavillare i nuovi comportamenti di partiti nuovamente vergini, cristallini, vicini alla gente.
Sì, proprio così.
Sigh!
Un popolo di clochard
Posted on 28. dic, 2012 by L.P. in Attualità

Mi sbaglierò, ma Mario Monti ha del popolo italiano un concetto non proprio esatto.
Ci ritiene tutti furbi e imbroglioni, tutti evasori, e tutti col danaro sotto la mattonella.
Non discerne, il nostro, fra chi è onesto e lavora, o vorrebbe farlo, e chi invece non lo è, e campa di politicume o di malaffare.
Avendo fatto di tutta un’erba un fascio randella bendato senza sapere chi colpisce, o forse meglio, senza fregarsene di chi colpisce.
Sta dividendo l’Italia in due: chi lavora, che presto finirà sotto un ponte o su una panchina, e chi evade, truffa, corrompe, che non è toccato punto dalle sue geniali manovre.
Questa riflessione mi ha fatto offendere, sì mi sento offeso da Mario Monti.
Lui, evidentemente, fosse pure solo per punizione, ci vorrebbe tutti clochard.
Un popolo di clochard.
Però!
Sarebbe finalmente un popolo libero.
Mumble, mumble.
Frasipachini, correva l’anno ….
Posted on 27. lug, 2012 by L.P. in Amenità

Un bravo cuoco non cucina solo astruserie. E’ capace, anche, di cucinare cose semplici e renderle gustosissime.
Una frittata di cipolle, ad esempio, un gran cuoco, la fa diventare una prelibatezza.
Oppure uno spaghetto al pomodoro fresco, cucinato a dovere, è una sciccheria.
Con questo cosa volevo dire? Non lo so.
E ora recitate con me:
Fino Fini
Lippo Lippi
Gigio Gigi
Dino Dini
Una rendicontazione biliare, questo richiese il medico al paziente collerico.
Fettuccine ai porcini, ordinò il giapponese da “Pisciapiano”.
“Vuole un caffè”, chiese il cameriere annoiato, “magari dopo” rispose il cliente senza fretta.
“Tu sei stato molto bravo e volentieri ma io i soldi non te li daco”.
Matrimoni per amore, matrimoni per forza.
Lo vuoi il numero del mio cellulare? Certo, avevo proprio bisogno di sapere cosa giocarmi al lotto.
Chiamami quando vuoi, se lo vuoi, ma non rompere le balle.
Ti svegli presto la mattina? E a te cosa frega? Nulla, solo per sapere. Allora sappi che non mi lavo i piedi da due anni. Cribbio, sai la puzza. Non è niente in confronto al baccalà. Davvero?
Quant’è? Ottanta centesimi. Ecco, tenga il resto. Capirai la generosità. E allora mi dia il resto. Ecco. Roba dell’altro mondo. Roba dell’altro mondo.
Scusate avete visto passare Berlusconi? Chi, quello giovanile assai, che sorride sempre, ma col culo flaccido? Esatto. No. Non si è visto. Magari domani.
Cocco! Cocco bello!
Aggiabbalù friggiabbalì.
Allimù canidì.
Porta un bacione a Firenze, chel’èlamiacittà.
A zigozago c’era un mago con la barba blu.
Prendi una donna, trattala male.
Se mi vuoi lasciare…. Badabidibambù…. Dimmi almeno il perché.
Attenti al lapo.
Under brigen bitter drai.
Non si può comandare all’anima.
Antonietta! Antonietta! Uhm uhm.
Lo so cosa tu adesso inventerai “da te non me l’aspettavo proprio, ti giuro cheeee”
MI parli della fotogenesi.
No.
E non mi si venga a dire. E lo ricordo a me stesso.
Immaginiamo un percorso.
La sintesi.
Il contratto è l’accordo di due o più parti.
Vietato il contratto con se stesso. E io che mi ero promesso un regalo.
Nullità o inesistenza.
E la chiamano estate.
Mario! Ehi Mario! Che si dice? E lo spread? Saluti alla signora? Come, sta poco bene? Mi dispiace, i miei auguri di pronta guarigione.
Bacioni.
Estensibili.
Normalmente coraggioso
Posted on 20. lug, 2012 by L.P. in Attualità, Commenti

Leggo che il fisco italiano è il più pesante del mondo.
Questo significa che dovremmo avere le pensioni, l’assistenza sanitaria e i servizi migliori del mondo.
Purtroppo, però, non è così.
Al fisco più pesante corrispondono i servizi più miseri dell’occidente.
Leggo che la colpa è dell’evasione.
Ripenso ai governi andati. Ripenso al primo Monti e i blitz, ridicoli, della finanza. Finanche per una deserta via Pretoria di Potenza.
E registro. Registro il grande flop di Mario Monza.
La lotta all’evasione si è fermata all’obbligo di non gestir contante e a qualche blitz.
Accertamenti sugli evasori doc e di tradizione nisba.
Lotta al malaffare, nisba.
Secondo i tecnici, sconfitta l’evasione e la corruzione, ingabbiati gli affari mafiosi, staremmo benone.
Quindi niente lotta, seria, a evasione, corruzione e malaffare.
Piuttosto alziamo le tasse. Tanto ci sono gli stronzi che pagano per tutti.
Poi doverosamente non diamo il buon esempio, e quindi appannaggi per politici e amministratori intoccabili. Quanto danno ai consiglieri Rai? Cifre da capogiro!
Inutile! Siamo italiani. E anche Mario Monza lo è, per Giove se lo è.
Solo in Italia un Berlusconi si ripropone candidato, cercando una nuova verginità con le dimissioni della Minetti. Altrove si sganascerebbero dalle risate.
Qua no. Abbiamo il gusto dell’orrido.
Soltanto in Italia un D’Alema snob discetta ancora di massimi sistemi senza vergognarsi di aver contribuito allo sfascio italiano.
Soltanto qui un Presidente osannato come Napolitano non ama la trasparenza.
Solo qui si continua a umiliare il merito.
Ma dico io, dopo secoli zeppi di genio italico, non ci potrebbe capitare un “normalmente intelligente, normalmente onesto, normalmente coraggioso” capace di portarci fuori dalle secche della crisi senza umiliare gli onesti?
Niente, non ci tocca.
E allora forza Roma!
Dalla rubrica su Basilicata24 di Luciano Petrullo – Il più giovane c……
Posted on 12. mag, 2012 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza

Dal Diario di Mario Monza
Posted on 04. mag, 2012 by L.P. in Amenità

Caro Diario,
Guido l’Italia nelle secche della crisi da qualche mese e sento che la gente non mi ama più come il primo giorno.
Eppure ho fatto tutto quello che si poteva fare, sono stato giusto ed equanime, equilibrato e oculato. Sono stato bravo, via.
E, a causa dell’invidia che ho provocato, ora provano a screditarmi. Infantile.
Vero è che ho tartassato il popolo italiano, provocando anche qualche suicidio, ma è altrettanto vero che ho portato avanti una seria politica che, seppur senza colore, ha il rigore e l’equità di una politica di sinistra, se è vero, come è vero, che gli editoriali dei giornali di centro sinistra mi vorrebbero premier a vita.
Addirittura vorrebbero che io provocassi una crisi di governo per presentarmi alle elezioni con una lista mia che dicono, stravincerebbe. Carini.
A destra, invece, reclamano provvedimenti di stampo sinistroide. Confusi.
Io me la rido, e, per non dar troppo nell’occhio, e perché mi devo tenere comunque buoni i politici, quegli incapaci di politici, rimando il colpo di forbice sugli sprechi. L’ultimo rinvio è stato geniale. Ho mandato a dire ai ministeri che devono indicare i possibili tagli, e loro non lo faranno; allora ho già nominato un tecnico che, con calma e per piacere, si studierà la situazione. Intanto il tempo passa e Monza provvede.
Sono soddisfatto di me.
Certo la gente si lamenta, ma fa parte del gioco. Intanto i politici sono ai miei piedi e i poteri forti alla mia mercè, e io alla loro, beninteso, secondo un ballo che ci vede insieme uomini e dame, ballo sfrenato che ci rende consapevoli del nostro potere, senza affaticarci con le relative ansie.
Questo è il mio piacere. Il potere per il potere. Questo il mio bunga bunga. Questo il mio vizio.
Caro Diario, tu solo sai quanto goda a legiferare, e a vedermi circondato da gente che si prostra al mio cospetto.
Pensa in cosa sono riuscito: l’Italia è l’unico paese condotto da tecnici, oltre la Grecia, ma anche in quel caso su mio suggerimento. L’unico paese in cui la politica è talmente scadente da ritenere di dovermi proporre una riconferma. E io rido. Mi vuole Casini, mi vuole Bersani, e mi vuole l’intellighenzia. Che roba.
L’unico cruccio è che non vorrei che una politica di così basso livello facesse apparire anche me non eccelso, quale invece sono.
Vorrà dire che farò partire un po’ di propaganda che migliori il gradimento generale di questa classe politica: loro si sentiranno gratificati, e il mio prestigio aumenterà. Piccola mossa tatticamente geniale, da par mio, insomma.
Caro Diario, ora vado a nanna.
A domani.
Ciao.
Monza, Monti all’anagrafe.
Niente più sprechi nell’Italia di Mario Monza
Posted on 02. mag, 2012 by L.P. in Commenti

Cominciano a essere programmati i tagli alla spesa pubblica.
Il progetto prevede sacrifici, dolore e rigore.
Tanto per cominciare saranno contingentati gli stuzzicadenti alla bouvette: con quello che costano i dentisti non è consentito portarsi dietro cavità dentarie dove si ricoverino gli avanzi dei gustosi bocconi. Massimo tre per pasto per parlamentare.
Le spese di francobolli, stante il massiccio uso della posta elettronica, sarà limitato a 100,00 mensili per parlamentare.
Non si potrà prendere il treno per più di cinque volte al giorno. Gli sconti, nei negozi del centro romano, vengono drasticamente ridotti dello 0,1 %. L’appannaggio mensile vedrà una drastica riduzione di 1 euro alla settimana, e non ci si potrà rivolgere al medico per più di una volta al giorno; ma, spiegano, basterà sommare i malanni e parlarne una volta sola.
La cartoleria non sarà più sufficiente per coprire i successivi cinquant’anni di fabbisogno della famiglia intera (quanti ragazzini, figli di, fanno gli schizzi sui blocchi del senato), ma potrà coprire soltanto i successivi dieci anni dalla cessazione dell’incarico.
Le spese infermieristiche del dopo-incarico, saranno limitate a tre infermiere 24 ore su 24, e il funerale verrà pagato entro i limiti di spesa di diecimila euro, trigesimo incluso.
Inoltre prevista una stangata una tantum di 100 euro a testa per fine maggio.
Signori il gioco è fatto; la politica è servita. Niente più sprechi nell’Italia del futuro.
Chi protesta è servito.
“Certo che Monti non guarda in faccia a nessuno”
“Vero. Che fortuna che abbiamo avuto”.
E l’Italia tornò a sorridere.
Sono Monti, Mario Monti, un duro al servizio del mio paese.
Posted on 15. apr, 2012 by L.P. in Amenità, Argomenti

Buongiorno, sono Monti, Mario Monti, sceriffo d’Italia.
Sono un freddo, perché per fare il mio lavoro bisogna essere freddi.
Sono un duro, perché per fare il mio lavoro bisogna essere duri.
Il mio non è un lavoro da femminuccia, per intenderci.
Molti si rifiutano di fare il mio lavoro, eppure è un lavoro nobile, difficile, se vogliamo sporco.
Ma necessario.
Senza di me, saremmo, in Italia, allo sbando, allo sfascio, alla deriva. Siamo in troppi, abbiamo pochi soldi, e una classe politica da mantenere. E quando il gioco si fa duro, ci vogliono i duri, come me.
Sono Monti, Mario Monti, sceriffo e boia di Stato. Faccio pulizia, un lavoro sporco. Elimino poveri, miserabili, nulla facenti, falliti, le palle al piede della nostra società. E ho in progetto di cominciare a eliminare anziani, malati, pensionati, i parassiti della società. È un lavoro sporco, ma necessario.
No, gli evasori, i corrotti non li tocco, non è previsto. Loro alimentano il sistema, finanziano la politica, che protegge la finanza, che mantiene il mondo. Il resto son chiacchiere da signorine.
Il mio modello è una moderna Sparta, e dalla nostra ideale rupe Tarpea, gettiamo giù le palle al piede della società, quelli incapaci finanche di imbrogliare
e fare soldi.
Perché sono Monti, Mario Monti, un duro, uno sceriffo, uno che fa fuori, e che se non ti acchiappa ti suicidi.
Giù le mani dai lucani
Posted on 15. apr, 2012 by L.P. in Argomenti, Regione Basilicata

A dichiarare i fallimenti sono i tribunali. Con una sentenza nominano un curatore che paga i debiti se ci sono soldi.
La politica italiana ha indiscutibilmente fallito. In maniera clamorosa ha dichiarato il suo fallimento nominando un curatore, alias boia, nella persona di Mario Monti, e questi sta pagando i debiti alle banche tartassando i poveri italiani onesti.
Monti, infatti, non è altro che un curatore, il quale sta raccogliendo i cocci per consegnarli a chi governa il mondo.
Non si preoccupa, il boia, del disagio dei lavoratori, del carico fiscale, ormai insopportabile, dei suicidi, dei disoccupati, letteralmente se ne sbatte. Le spese, invero mostruose, dello stato italiano, non sono state contenute, non è in programma alcun progetto di ridimensionamento delle uscite, a meno che non riguardino gli onesti italiani. Il mondo della politica, della finanza, e gli apparati pubblici, sono garantiti a vita. Non è stato dato buono esempio, e lo sfregio, quotidiano, all’italiano che lavora, sta diventando insopportabile.
Monti ha fallito, anche lui.
Ma non si può dire, e, in fondo, non è stato messo lì per risanare l’Italia, ma per risanare la finanza mondiale o europea.
Per fare il boia, appunto.
Ma il problema è anche un altro.
Quando una società fallisce non può operare più sul mercato, scompare, muore. La nostra classe politica, che ci ha portato in dote un livello di corruzione altissimo, privilegi insopportabili e moralmente schifosi, una giustizia da sesto mondo, tasse elevatissime, servizi scadenti, burocrazia, che ha abbattuto la meritocrazia, che ha costretto i cervelli a scappare, che non ci garantisce neanche un campionato di calcio pulito, ebbene, nonostante il conclamato fallimento, continua a stare lì. Sfila in televisione, interviene, discetta, e intasca i quattrini.
E’ FALLITA.
Occorre un ricambio totale.
E hanno fallito anche nello scegliere il boia Monti. Hanno sbagliato sempre. E continuano a rubare, o a garantirsi seggiole e prebende.
In Basilicata hanno perpetrato, poi, i bravi politici, lo sfacelo più totale. Stanno facendo deturpare un territorio bellissimo, ci hanno isolato dal resto del mondo, ci hanno lasciato nella miseria, e ci fanno l’elemosina. Hanno elevato il sistema delle raccomandazioni a strategia di potere e umiliano il popolo lucano col buono benzina.
Sono convinto che, ovunque, nel mondo, una classe politica così scadente e pericolosa avrebbe finito di vivere da decenni. Ma la complicità instaurata con buona parte del paese attraverso le raccomandazioni, le filiere, i caporali del consenso, ha talmente imbastardito lo stato delle cose che non si capisce più quale è il davanti e quale il dietro della nostra vita.
L’omertà, cromosomica, verso un potere politico devastante quanto invasivo, ha obnubilato le menti. La paura del potere ha elevato la quota di vigliaccheria fisiologicamente esistente in ogni mortale. La peggior sudditanza ha fatto dei lucani un popolo di indecisi, o al più, di pazienti e umili schiavi.
Occorre darsi una scossa. Un rigurgito di dignità è diventato necessario.
Riappropriamoci dei nostri diritti e cominciamo a esercitarli.
Giù le mani dai lucani.
Gigio Gigi, avvocato per necessità, e Mario Monza, premier per necessità
Posted on 16. mar, 2012 by L.P. in Diritto e giustizia

Cario Mario Monza[1],
sono Gigio Gigi, avvocato per necessità.
Finora gli approcci alla giustizia del Tuo spettabilissimo governo hanno segnato soltanto un aggravamento delle spese di giustizia, a fronte del solito pessimo e lentissimo servizio reso.
Qualche altra splendida trovata, in verità, chi ti ha preceduto pure l’aveva trovata, riducendo i termini di riassunzione dei giudizi sospesi o interrotti, e i termini per impugnare le sentenze. Tutte trovate di una inutilità, se non dannosità, di statura imperiale.
Restringere alle parti i termini di impugnazione non riduce i tempi dei processi se poi le Corti di Appello rinviano a babbo morto le cause.
Sui rinvii senza tempo delle cause il tuo mirabile governo non ha fatto niente, e niente farà, perché una cosa è “stroppiare” i cittadini, un’altra toccare la casta dei magistrati. Agevole fare la prima cosa, più difficile la seconda.
La giustizia è malata, ma non si sana ammazzando gli utenti, e cioè eliminando la necessità di rendere il servizio. Gli aumenti dei costi non hanno senso, e sono lo strumento per disincentivare il ricorso alla giustizia, quasi non fosse un vero e proprio e sacrosanto diritto.
Caro Monza,
io non credo che la giustizia verrà riformata, né da te, né da qualsiasi altro politico, targato Italia.
Non vi interessa, o non ne siete capaci.
Ma non lo ammetterete mai.
Nel frattempo aumentate ancora un po’ la tassa sui ricorsi per Cassazione, chè a Roma hanno altro da fare.
[1] Sì rinominato da Carmela R.
Vertice fra Monza Mario[1] e i tre segretari di partito che lo appoggiano, resoconto stenotipizzato.
Posted on 16. mar, 2012 by L.P. in Amenità
Monza: benvenuti, mi sono permesso di farvi trovare un piccolo rinfresco. Vi trovo bene, accomodatevi.
Bersani: Mario, ma com’è sta storia che ti chiamano Monza?
Alfano: Come come?
Casini: ci siamo tutti? Che bella sorpresa.
M: niente, una signora di Potenza mi ha infelicemente battezzato così, ma non mi pesa, ci mancherebbe, pesa più la responsabilità che un soprannome.
B: veniamo al dunque. Io propongo una briscola, e chi perde non ha voce in capitolo.
A: Non sono d’accordo, facciamo la morra..
C: ma io non la so giocare!
M: a chi lo dici. Né briscola, né morra. Al più il bridge.
B: perché non rappresentate il popolo.
A: infatti io rappresento Berlusconi, e lui il popolo della libertà.
C: io rappresento la moderazione, avanti parliamo in ordine e per ordine. Legge elettorale
B e A: non si tocca.
M: ma…
A, B e C: zitto tu.
C: Rai
A e B: non si tocca.
M: ma…
A, B e C: taci
C: lavoro.
A, B e C: non sappiamo cosa sia, non abbiamo mai sudato per lavoro.
C e A: al più per una partita di tennis
B: al più per una birra di troppo.
M: ma dove sono capitato?
C: Monza qua si comanda noi. Moderatamente.
M: vi faccio vedere io!
A, B e C: ma su, Monza, discutiamo. Ognuno si difende il proprio e non ci si calpesta i piedi.
C: Dai prendo carta e penna. Allora …., Monza cosa vuoi tu?
M: Ma sono io il premier.
B: sborone, Ti abbiamo messo noi, e ora passi il turno; dai Pier scrivi quello che voglio io.
A: io sempre per ultimo, però.
M: Io vorrei tutelare le banche.
C: scusami ma non l’avevamo capito.
M: E daiiiiiiiii
B: Monza, ma ti sei sporcato la giacca
M: dove?
B: puff, ci sei cascato. Che bagigia che sei
A: bè s’è fatto tardi, andiamo a mangiare. Si prosegue un’altra volta. Monza, e facci trovare qualcosa di più buono e raffinato.
B: la birra!
M: ciao amici, però siete forti!
[1] Così chiamato da Carmel R.
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