Vota Antonio.
Posted on 17. mar, 2019 by L.P. in Argomenti

Forse è l’equivoco maggiore del partito democratico e della sinistra in genere. Voler rappresentare, cioè, le classi disagiate e la borghesia altolocata assieme, ma lasciando ogni decisione e discussione solo alla seconda. Senza trascurare la sua ormai cromosomica tendenza a trasformarsi in comitato d’affari, e, per esempio, basterebbe guardare alla Basilicata.
La borghesia altolocata, poi, si riempie la bocca di solidarietà, disagio e difesa dei poveri, limitando, però, la difesa a discorsi teorici sui migranti, slogan e nulla più.
Questa sinistra, così malmessa, infine, pensa possa bastare avere, come programma politico, solo quello di sbarrare la strada al populismo se non addirittura al fascismO. Fuori di testa.
Incombono, frattanto, le elezioni europee, ma immaginare una campagna elettorale europea, cioè volta ai problemi specifici dell’ente politico Europa, strozzata dai trattati, è una chimera, perchè i partiti, e non solo quelli italiani, si sfidano in una partita tutta interna, tesa da un lato a delegittimare i partiti di governo e dall’altro a confermare e aumentare i consensi per contare all’interno di ogni stato. Ma ogni governo sa bene che, coi limiti dei trattati, può davvero poco, sebbene molti facciano passare l’idea che “loro possono cambiare l’Europa”. Balle.
In Basilicata fra sette giorni sapremo se i lucani vogliono ancora stare al servizio del comitato d’affari della sinistra o se invece, sentendosi maggiorenni, vogliano scegliere liberamente. C’è chi ironizza che, in caso di cambiamento, si tratterebbe soltanto di cambiare comitato d’affari e, un pò, sono d’accordo, perchè fra tutti i candidati c’è poco valore politico, e, fra i candidati governatore ce ne sono un paio davvero improponibili (vedi destra e centro sinistra) e altri due alle prime armi in politica, ma, quanto a Trerotola e Bardi, come dice il mio barista di fiducia, “non si possono sentire”; vero, perbacco, sembrano due laureati ragionieri in un simposio su Catullo, a voler essere gentili.
Va bene, ma almeno fra poco sarà finita. Non è stata una campagna invasiva, come altre volte, ma non sono mancate le rappresentazioni teatrali pittelliane (temo abbia sbagliato mestiere) e manifesti fantasmagorici.
Alla prossima.
Santa Messa e campagna elettorale
Posted on 03. nov, 2017 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Politica nazionale, Regione Basilicata

La campagna elettorale entra in chiesa. A mergine della Santa Messa i candidati preferiti dal parroco possono fare il loro bel comizio ai fedeli, appena comunicati, quindi confessati, pronti, puliti, aperti a recepire le istruzioni elettorali.
È accaduto a Palermo, ma il vezzo potrebbe espandersi a macchia d’olio. Si arriverà a una distribuzione delle parrocchie secondo quote proporzionali, secondo il manuale Cencelli, o soltanto secondo l’orientamento politico del Parroco o del Vescovo? Chissà. Attoniti aspettiamo gli sviluppi.
Ma che a inaugurare il nuovo metodo sia stato il PD, la dice lunga sulle propaggini che questo partito mantiene nella società.
Roba che presto ce li troveremo al catechismo o alla riunione condominiale. Dicono sia la nuova frontiera della fede o della politica. Vedremo.
Che roba di loro, però.
La fiera degli orrori, editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 27. lug, 2017 by L.P. in Regione Basilicata

La fiera degli orrori ha sede ufficiale in Basilicata.
Abbiamo una Regione che oltre a legiferare incostituzionalmente, delibera in maniera illegittima. Il Tar e a turno la Corte Costituzionale infieriscono su un ente la cui capacità amministrativo-provvedimentale è ai minimi storici.
Ieri è toccato all’eolico. Pare non abbiano neanche rispettato la loro stessa legge. Ogni commento è inutile, perché la recita del perfetto ignorante lascia a bocca aperta.
-Il Partito Democratico è senza punti di riferimento. Si è dimesso anche il segretario cittadino, e bene ha fatto: oltre a essere indiscutibilmente persona colta e raffinata, ha modi e usa logiche comportamentali non ben conosciute nel mondo del PD. Questo è un ambiente pericoloso, popolato da belve feroci, use a violente contrapposizioni che una volta venivano calmierate dalle figure di vertice, e veicolate verso una unità finale che accontentava tutti, oggi, assenti, o bypassati se parlanti un linguaggio diverso, i vertici, è rimasto un campo di battaglia dove i morti e i feriti non si contano. Finirà come quel gruppetto di soldati giapponesi che continuavano a stare appostati perché nessuno li aveva avvisati che la guerra era finita. Quando il PD sarà riuscito a perdere ogni competizione, quelli continueranno a battagliare fra di loro. Non fosse tragico sarebbe comico.
-All’elenco degli orrori non può sfuggire la vicenda petrolifera, nella quale l’ente che dovrebbe farci dormire sonni tranquilli, l’Arpab, lancia ogni mese un SOS per carenza di personale, mezzi e soldi. I controlli sono stati a oggi auto-eseguiti da chi ha sversato, contaminando il territorio, una certa vagonata di greggio e chissà cos’altro. Se mi trovate un altro ente che delega il controllo al controllato per decenni, mi ritiro dalla vita sociale e mi ricovero in un convento (tanto questo tipo di promesse da Veltroni e Renzi in poi, non obbligano più).
Un altro orrore sesquipedale è l’aver consentito a Fiat e relativo indotto, Eni, Total e relativi indotti, di operare in Basilicata senza costruire una strada, che sia una, decente. I morti della strada Potenza-Melfi stanno lì a testimoniarlo, ma nessuno fa una piega. Mostri? Il dubbio che lo siano davvero non è peregrino.
-Per finire, scusandoci per le numerose omissioni, faccio presente che fra tre mesi dovrebbe riaprire il ponte di Montreale, stando alla tempistica ufficiale contrattualizzata. Sarebbe il caso che cominciassero a predisporre le giustificazioni del futuro sicuro ritardo. Il parco fluviale del Basento, invece, doveva essere riaperto nel lontano maggio del 2013, quando i lavori non erano neanche cominciati. Aspettiamo con pazienza i comodi della amministrazione comunale. Ma non si mettano premura, perbacco, non vogliamo disturbare il letargo che i politici si consentono periodicamente per meglio metabolizzare il cambiamento climatico.
Un ultima annotazione. A giorni verrà aperta un’area per bici a Potenza, piazzale Budapest, curata dalla associazione culturale Radici. Lì c’è una fontana in disuso. I promotori e realizzatori dell’opera ne hanno chiesto la riattivazione e pare che il comune abbia risposto con una richiesta di danaro anche cospicua. Se fosse vero, saremmo all’ennesimo orrore. Se non lo fosse rimarrebbe una fontana che non getta acqua in una zona dove si fa attività sportiva, quindi comunque un ennesimo orrore.
Sentitamente ringraziamo.
Il sistema tolemaico del PD. Editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 21. mar, 2017 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Politica nazionale

Il sistema del PD è un sistema tolemaico. Le mutevolezze della vita non gli appartengono, quel continuo nascere e morire ne appannano la luminosa aura, quindi, dicevamo, sistema dove tutta la politica, l’economia, l’etica e la saggezza ruotano attorno a lui, che rimane immobile a infondere certezze.
Non induca in errore, poi, la recente scissione di un gruppetto di sedicenti nudi e puri ultima edizione, in quanto contraddetta da segnali positivi di ininterrotta unione, di intenti e di interessi.
Insomma, la scissione, nel sistema immobile del PD, altro non è che una missione spaziale nelle altrui atmosfere, per studiare la conformazione del territorio, la consistenza dell’atmosfera, la presenza di vita.
E difatti gli astronauti scissionisti mantengono ben salde le loro radici nel PD. Radici non ideologiche, chè le idee e le ideologie sono come le sentenze di Cassazione per il Parlamento, cioè scherzosi vaneggiamenti di nessuna valenza giuridica, bensì quelle radici ben più salde, sostanziose, concrete e reali, come il posto di lavoro con quanto a esso collegato, del tipo contribuzione pensionistica e appannaggi vari.
Non a caso gli scissionisti hanno intitolato la loro missione al lavoro, sconosciuto ai più, ormai, ma ben noto ai nostri che, per difenderlo o reclamarlo per chi non ce l’ha, devono studiare il fenomeno dall’interno.
Ragion per cui non deve sollevare scalpore se uno Speranza scissionista risulti, pare, ancora dipendente del Partito Democratico. Piuttosto, non tanto alla contribuzione che ognuno di noi devotamente gli paga mensilmente, bisogna guardare, quanto al verosimile carattere fittizio di quel rapporto di lavoro. Ma qui entriamo in un ambito off limits, talchè ci scusiamo e andiamo oltre.
Ma la solidità dell’impianto tolemaico del Partito Democratico è rinvenibile in altre circostanze che un occhio abituato alle sfumature non può evitare di trovarsi davanti. Anche Bubbico, Filippo Bubbico, (per rimanere al territorio che ci interessa, altrove temo, però, sia uguale) è tra quelli che hanno detto no al renzismo, aderendo alla missione nella stratosfera del mondo politico, sebbene ragioni di sicurezza l’abbiano spacciata per la nascita di una nuova formazione, contigua al PD, perbacco, ma altra, e, per tante cose, addirittura all’opposto del vecchio PD già in marcia verso il partito della nazione, novella democrazia cristiana. Ebbene Filippo Bubbico era e rimane sottosegretario del governo targato Renzi e sotto targato Gentiloni che, a onor del vero, sembra uno di quei marchi meno costosi di una stessa ditta che completa la gamma dei prodotti per soddisfare ogni esigenza.
Bubbico non si è dimesso dal prestigioso incarico, né qualcuno gli ha detto “prego si accomodi fuori della porta” a comprovare che gli scissionisti sono solo, appunto, gli incaricati di una missione nella stratosfera che non un nuovo partito.
E torniamo al sistema tolemaico del PD.
Non vale la pena far presente a Renzi e compagnia, ufficiale e ufficiosa, insomma da Gentiloni a D’Alema, passando per gli impiegati Rossi e Speranza, che il sistema tolemaico non esiste più, cancellato da un nuovo e stravagante sistema nel quale anche il PD, roba da matti, gira attorno a qualcos’altro, no, meglio lasciarli nell’illusione, non sia mai che a svegliarli non gli si faccia del male.
Il microchip
Posted on 19. nov, 2013 by L.P. in Argomenti, Attualità

A lungo ci si interrogherà sul fenomeno PD in Basilicata.
Il fenomeno è invero strano assai. Infatti a fronte di una generale critica al sistema Basilicata, al partito regione, all’unanime riconoscimento della regione del clientelismo, delle filiere, delle clientele, delle raccomandazioni, del malgoverno, della sciatteria amministrativa, dell’incapacità di programmare, dell’incapacità finanche di manutenere una strada o far arrivare, nel 2000 e passa, la ferrovia in un capoluogo di provincia, ebbene a fronte di tutto ciò, il partito regione si becca il 60% e passa dei consensi dei votanti.
Il fenomeno pare avere dell’anormale andante, senonchè c’è chi ha capito le genesi del fenomeno, che risiede, udite udite, in un miscrochip.
Ogni volta che un lucano trova lavoro, infatti, o riceve un incarico professionale, o vince una gara, o comunque intasca un centesimo, c’è il racket che passa alla riscossione; ma non pretende tangenti, perbacco, no no, quello è un altro discorso, pretende soltanto un voto.
Il problema sarebbe a questo punto quello del controllo del consenso, ed ecco che entra in ballo il miscrochip.
Al lucano in questione viene inserito sottopelle un miscrochip, appunto, che consente il controllo a distanza del voto. Non si può sbagliare, così. Ed infatti quei pochi che hanno tradito, sono stati poi condannati a vita all’esclusione dalla famiglia del PD.
I più arditi, comunque, e non sono pochi, hanno preferito lavarsi le mani: hanno cioè manifestato il proprio dissenso nella maniera meno dannosa per il partito regione, semplicemente non andando a votare.
Questa fascia di lucani viene automaticamente inserita in una categoria cosiddetta a rischio espulsione. Li si aspetta, cioè, al secondo atto, e quindi alle elezioni successive, durante le quali potranno riabilitarsi o andare incontro alla loro morte civile.
Questi lucani hanno però un’arma in mano, possono cioè esercitare un minimo di ricatto e contrabbandare un minimo compenso per il loro ritorno.
Meno di un lucano su otto, infine, esprime un dichiarato dissenso, votando per la mitica opposizione, non facendo però troppa differenza, per esempio, fra chi ama i rimborsi e chi no.
A tal proposito Pittella ha riproposto un problema tutto italiano: quello sulla magistratura, il cui operato viene messo in discussione dalla volontà popolare espressa col voto. Il lucano, infatti, ha già assolto gli scontrinisti, sebbene penda ancora una parvenza di giudizio. Pittella, indagato per un rimborso cosiddetto allegro e nel contempo miserabile, ha infatti ottenuto un consenso assolutorio dal popolo lucano, il quale, delle indagini giudiziarie, se ne sbatte i cabasisi, per dirla con Montalbano.
Riconosco, per la verità, che troppo spesso la magistratura fa cilecca, cionondimeno continuo a sostenere che un indagato non dovrebbe essere candidato, non foss’altro che per una questione di rispetto nei confronti di chi indagini non ne subisce.
Alla fine ha ragione Berlusconi, perché se è vero che di una indagine ce ne possiamo fregare, con una sentenza infine le cose non cambiano di molto, atteso che, in ogni caso, viene messo in discussione l’operato di un giudice, che sebbene rinchiuso in una sentenza, invece che in un’ordinanza, rimane sempre opera dell’uomo, e in quanto tale opinabile, e il gioco è fatto, con rispetto della logica e zumpapà.
Ma ora tutti si può festeggiare, giacchè già da stasera si può cominciare a parlar male della politica, del PD, di rimborsopoli, e che schifo, e che vergogna e trullallà.
Magica Basilicata, una regione dove non si muove una foglia, dove ieri è come oggi e oggi è come domani, dove per tradizione si è rimasti sudditi, dove è gesto naturale tenere il cappello in mano, accettare l’elemosina e farsi derubare di tutto, innanzitutto della dignità.
PS: aspetto il M5S al varco per veder cosa faranno in Regione; degli altri eletti si sa già cosa faranno: staranno comodi e si atteggeranno a politici di lungo corso ricchi di saggezza e pomposità, così come si sa già che sicuramente uno di loro saprà opporsi.
Stavolta speriamo che non resti da solo, anche a non ricevere rimborsi.
La chiamano politica
Posted on 07. ott, 2013 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale, Regione Basilicata

Ammiccare a un possibile alleato, tradirne un altro, far finta che il bene comune sia il primo dei pensieri, per finire al “quello tiene i voti”, passando per un “a me cosa tocca”, e finendo alla fine a giocare a chi vince, senza esclusione di colpi, senza regole, senza arbitri. Partite truccate, democrazia corrotta, acquisto di voti, spostamento di preferenze, promesse di marinaio, promesse mantenute, affidamento di incarichi, filiere da accontentare, cambiali da pagare, mediazioni sulla pelle degli altri.
Tutto per il potere.
Al di fuori della politica, in una regione come la Basilicata, rimangono le briciole.
In altre regioni c’è comunque un’economia più viva che vive anche senza politica. Gli appalti sono truccati ovunque, e chi vince le elezioni li trucca a modo suo e a favore dei propri serbatoi di voti, ma altrove c’è altro, oltre gli appalti pubblici. Qua, no.
La Basilicata è morta. I lucani sono zombie in balia dei padroni del castello, del lugubre castello incantato: il partito regione, la roccaforte del potere, l’inaccessibile stanza dei bottoni, dove qualche furbo e un manipolo di colonnelli gestiscono il futuro di 600.000 circa lucani, ivi comprese le loro ricchezze, le loro capacità, il loro futuro.
La chiamano politica.
Un bell’ardire. Impostori con le facce soddisfatte, con espressioni spavalde, dove la bravura, dove l’esperienza, sono falsi riusciti male. Impostori che ci regolano la vita, promuovendo i loro raccomandati, sistemandoli nei luoghi di comando, dove servilmente obbediranno agli ordini di pochi padreterni dal lessico raffazzonato, dalle idee posticce e dagli slogan di copertura.
La cultura venduta alla bancarella o trasmessa con la nomina a qualche scranno, quella vera emarginata, perché alimentatrice di pensiero, ispiratrice di dignità, decoro, rispetto.
Un’informazione taroccata dal primo che capita, vestito da saggio ridondante sapere, oppure più semplicemente da un mediocre qualsiasi diventato giornalista per destinazione di qualche politico di turno.
Conti mai pagati, responsabilità mai rendicontate.
La chiamano politica.
Facce ceree viste e riviste in TV, discorsi inutili ripetuti come un disco stonato, spettacoli stanchi, risse gratuite e finte fra falsi contendenti o falsi alleati, ma sicuramente falsi.
Un acquario con personaggi orribili che governa una moltitudine di spettatori inermi.
La chiamano politica.
Un nauseabondo stagno, infestato di belve avide di tutto.
La chiamano politica.
Ogni volta che mi avvicino alla politica ne avverto il maleodorante puzzo, ma l’affronto comunque.
Perché la politica non è questa, non può essere questa.
Alta Politica!!! Chi tocca i fili muore!!!
Posted on 11. set, 2013 by L.P. in Regione Basilicata

Frammenti da Facebook
Posted on 02. ago, 2013 by L.P. in Amenità, Argomenti, Commenti

Ore 13:50, Potenza, corso 18 agosto, all’altezza della camera di Commercio, feudo DC.
Salgo con ritmo allegro con la mia bici diretto verso un parco pasto. Un’auto è parcheggiata metà sul marciapiede e metà sulla carreggiata, fottendosene del traffico. A bordo una signora chiacchiera amabilmente al cellulare. Sopraggiunge alle mie spalle un’auto che corre un pò troppo. Mi supera ma nel frattempo sta arrivando un’auto in senso opposto. Fra la signora amabilmente parcheggiata a cavallo del marciapiede, l’auto che arriva di fronte, la Punto è costretta a stringermi sull’auto parcheggiata. Me la vedo nera, e mentre inchiodo, sento che il passeggero della Punto avvisa il guidatore “attento alla bici”. Mi salvo per un pelo. Nel frattempo la Punto sfreccia via e la signora, ebete, continua a parlare al telefono.
Dopo aver sapientemente e violentemente vituperato in faccia alla signora, parto di gran carriera per recuperare la Punto, tanto la strada è chiusa per i lavori al parcheggio di via Bonaventura. La raggiungo mentre sta per parcheggiare nella caserma dei carabinieri. Caspita! Erano carabinieri!
Che dire. Io ho detto loro quello che pensavo, in un linguaggio poco garbato, concitato e colorito, ma resta l’amarezza.
Le forze dell’ordine che se ne fottono, rischiano di farmi del male, serio, e nemmeno si scusano, anzi scappano via. Visto questo, potrò mai indignarmi del comportamento di un quisque qualsiasi?
Mondo ladro. La crisi non è solo economica, è negli animi, nelle coscienze, nell’educazione.
Un Folino è per sempre.
Pubblicità Progresso.
E’ ora di risvegliare l’orgoglio lucano, di rinverdire vecchi fasti popolari, rianimare la dignità e dire finalmente basta alla presunta opposizione. Vota PD, il partito del rinnovamento lucano. Solo così potrai dire basta alle raccomandazioni, alle borse di studio per i figli di, all’impoverimento, alle nefandezze fatte di scorie e di patti contro la tua terra, all’isolamento e alla generale sciatteria amministrativa, perchè solo il PD potrà disfare quello che ha certosinamente creato. Un Folino è per sempre.
Il PDL sembra oggi un corpo senza testa. E una testa non può sostituirsi con una mano, un piede o una caviglia. Quel corpo è destinato ad accasciarsi al suolo. Un nuovo centro destra non solo è possibile ma è finalmente doveroso. Purchè sia davvero nuovo. Altrimenti avremo uno zombie che cammina.
Berlusconi abdica o non abdica?
Il PD sbaglia a dire che non si possono avere larghe intese con Berlusconi, ora che è stato condannato. Sbaglia, mostrando la sua miopia. Oppure chiarisce l’equivoco: le larghe intese avrebbero dovuto essere fra i partiti, non fra le persone. Giù la maschera.
Bene, ora la sinistra può governare. Avanti il prossimo avversario, abbiamo già un paio di inchieste da aprire.
Rubrica “dillo al tuo Sindaco”
Ultim’ora il Comune di Potenza, con l’apporto di giornalismo d’elitre, cambia la storia della città.
L’Italia è un grande mercato. Si vende tutto. Testimoni, professionisti, consulenze, politici, spie, parenti, soci, funzionari, e compagnia cantante. Magistrati? Quanti ne servono?
Dopo Craxi, Berlusconi. Sarà pure giusto ma non é un caso che chi governa e non é di sinistra finisce in galera.
La strategia del PD lucano è di stampo leninista. Ha sistemato un suo uomo ovunque penetrando le viscere della società. Amico, stai attento anche al clochard di turno, potrebbe essere uno del PD.
Rubrica “Dillo al tuo Sindaco”
caro Sindaco cambia storiografo, quello che ti fa apporre targhe non è il massimo.
Questo sistema va boicottato. E se facessimo tutti voto di povertà?
Il Comune di Rotondella, per tutelare la salute dei suoi cittadini, vieta il fumo anche lungo le strade della città. Si potrà fumare solo al di fuori del territorio comunale. Questo significa fare l’interesse comune!
In fondo sarei sereno e felice se solo non esistesse la politica.
Pare si sia risolto il mistero del trasposto notturno con l’esercito a guardia: si trattava della regina Elisabetta che si era andata a fare una mangiata di pesce.
Sono benignamente radioattivo: stamattina prendo anche i Simpson su Fox.
De Filippo: non erano scorie in transito, ma una parata notturna. Uno spettacolo incredibile che abbiamo offerto solo noi e che ci invidia il mondo.
De Filippo: tranquilli non sono scorie pericolose, me lo ha assicurato Franchino, il portiere dello stabile di fronte la regione. E poi ho chiamato Obama ma era in bagno, mi richiamerà.
Basilicata caput scoriae. E per favore non accollatevi i meriti chè questi sono solo della classe politica.
Di Potenza si diceva che aveva aria e acqua ottime. Oggi si potrebbe dire che è il capoluogo del culo dell’Italia. Ed è un fuoriclasse di culo giacchè la merda non la caccia ma la riceve.
Lucani radioattivi.
Eau de petrol, la nuova lavanda per l’uomo che deve chiedere sempre.
Il fagiolo di Sarconi, il mitico fagiolo di Sarconi, addizionato di radioattività e con una spruzzata di eau de petrol, non ha più rivali. Sbanca anche in Messico!
Quale soggetto profumato di petrolio, e radioattivamente vivace, grazie alle scorie donateci da un mondo generoso, mi sento particolarmente pericoloso per la pubblica incolumità. Da oggi pretendo la scorta e il trasporto speciale, anche quando devo andare in bagno!
Dagli effluvi del petrolio, alle scorie radioattive. Ma è proprio necessario che raccolga la cacca del mio cane dalla strada?
Rubrica “Dillo al tuo sindaco”
Caro Sindaco lo stato comatoso della Basentana e l’inesistenza di un serio treno che mi porti nel mondo, rischia di intristirmi oltre misura. A quando l’autostrada della cultura che ci porterà financo in America?
Da ciclista ritengo di ricevere rispetto dagli automobilisti nella città di Potenza. Temo, però, che con il diffondersi auspicabile dell’uso della bici in città, finendo l’effetto sorpresa, cessi ogni forma di riguardo.
Rubrica “Dillo al tuo sindaco”
Nella piazzetta adiacente piazza Sedile, lungo via Pretoria, lato Carabinieri, di cui non ricordo il nome, e dove insiste un bar e una gioielleria, ci sta qualche panchina. Una di queste da anni è priva della panca ma è rimasto lo schienale. Domanda: è un’opera d’arte, un nuovo concetto di seduta, un pesce d’aprile o soltanto sciatteria?
Rubrica “Dillo al tuo Sindaco”
Bisogna istituire il biglietto di ingresso per il centro storico. Le città fantasma sono rare e ricercate. Per i politici pass gratis, ovvio.
Folinopoli.
Cari consiglieri regionali che abusaste del rimborso,
cari politi che arraffaste l’impossibile,
è sempre il vostro giorno,
fra un giorno, un anno, un decennio,
la vostra presenza non sarà mai un abuso,
piuttosto la nostra
che non vi manchi di rispetto.
Rubrica “Dillo al tuo Sindaco”
Caro Sindaco cedo volentieri un paio di miliardi di T, P e C, mai usate, come nuove, alla città Cultura.
Rubrica “Dillo al tuo sindaco”
Se Potenza sarebbe stata davvero la Città Cultura forse parlerei meglio l’italiano.
Rubrica “Dillo al tuo sindaco”
Propongo manichini da sistemare nelle scale mobili, onde mostrarle frequentate e non come scenari per i film del miglior Dario Argento.
Rubrica “Dillo al tuo Sindaco”
Chiedesi interpretazione autentica sul criterio di irrogazione della sanzione per chi parcheggia in sosta vietata. Il caso, il tempo, l’istinto del vigile o il sorteggio?
Rubrica “dillo al tuo Sindaco”. Nel bagno per uomini del Cimitero di Potenza non funzionano gli sciacquoni.
La miopia politica del PDL lucano fa il paio solo con la sua endemica mediocrità.
La miopia politica del PD lucano fa il paio solo con la sua ingordigia.
Ove mai un rinnovamento del Pdl lucano passasse dall’esito della sentenza della Cassazione, ebbene, vista la sfiga, sono convinto che l’esito sarebbe quello contrario al cambiamento. O meglio vista la sfiga nostra e il culo di due o tre personaggi.
Se tornassi a nascere e potessi scegliere una vita senza problemi sceglierei quella di Viceconte. Pagato per partecipare, mai per vincere, da sempre nominato, mai eletto, le cui gocce di sudore -causa lavoro- vengono conservate nel museo di Londra, tanto sono state poche. Il buon senatore non se ne avrà a male se lo eleggo a idolo della vita che avrei sognato di fare.
Riuscirà il duo maraviglia in un nuovo scoop elettorale? Certo,migliorarsi non è facile, e quindi perdere ulteriori consensi è davvero cosa inimmaginabile, ma dai due c’è da aspettarsi il geniale colpo di coda che ingrasserà l’avido PD e comincerà a far muovere i primi passi al M5S in Basilicata.
La mia esperienza mi dice che se una la cosa la dice Viceconte, per l’interesse del partito è vero il suo contrario.
Viceconte “l’allenatore” più perdente del mondo. Pare che giochi sempre il campionato allievi per il rione più piccolo della città.
Viceconte, l’unico “allenatore” del mondo confermato senza aver mai vinto una partita.
Deus, libera nos a Viceconto et Taddeo.
Che tristezza vedere il centro destra rappresentato dalle stesse stanche facce. Che rabbia vedere che non è cambiato nulla in vent’anni. Speriamo che qualcuno a destra sappia distinguersi mandando a quel paese l’eternamente vuoto, politicamente parlando, Viceconte. Ma il coraggio di presentare facce nuove è davvero così latitante al fine di preservare un minimo reddito a uomini stanchi e perdenti?
Il boia
Posted on 24. mag, 2013 by L.P. in Argomenti

Per salvare la faccia, devo credere, i maggiori partiti italiani continuano a beccarsi in TV e sui giornali. E sembrano fare seriamente. Immaginarli insieme al governo diventa difficile.
Tutto però si spiega con la circostanza, di non poco conto, che a governare non sono il PDL e il PD, bensì un potere diverso, trasversale, superiore e probabilmente internazionale.
I burattini, mossi con sincronia divina, discettano di riforme e scarabocchiano appunti di lavoro che rimangono bozze.
Nel frattempo non si muove una foglia che sia una. Il tempo pare si sia fermato. Lo stagno Italia non mostra increspature. Si aspetta il botto (la notizia cattiva che allarmerà), poi le vittime (i cittadini italiani), indi passeranno per il raccolto. Che sarà come al solito pingue.
La colpa non è mai del boia, ma di chi gli consente di tagliar le teste.
Scoop straordinario. Fred intervista l’astro nascente del PD Roberto Speranza.
Posted on 10. mag, 2013 by L.P. in Argomenti, Le grandi interviste di Fred Mulligan, Politica nazionale

F: E allora, carissimo Presidente, un bel risultato, però, così giovane e già capogruppo e probabile segretario nazionale del PD.
S: Un bel risultato che premia non il singolo, ma il gruppo. Guardi Fred, mi permetta di approfittare di questa intervista per ringraziare pubblicamente innanzitutto il mio maestro Bersani, e poi tutti i dirigenti del PD lucano che hanno riposto nella mia persona tanta fiducia, spingendomi a dare sempre il meglio. Guardi io sono nato con la passione per la politica e ho cominciato subito a coltivare questa passione, senza neanche immaginare che avrei raggiunto questa posizione. Ho tratto, però, insegnamento da tutte le esperienze che mi sono capitate, metabolizzandole e facendole entrare in un circuito personale di vissuto al quale attingo in ogni circostanza particolare. Non le sembrerà vero ma i miei primi mesi come consigliere comunale sono stati altamente formativi. Ricordo di un consigliere, per esempio, eletto nelle file di una lista, che entrò in consiglio a seguito di un cosiddetto ripescaggio, e che questi si iscrisse direttamente a un’altra lista. Ebbene questo consigliere esordì parlando di coerenza. Nell’occasione risi tanto. Poi ho fatto tesoro dell’avvenimento catalogandolo prima come una delle cose che non bisognerebbe mai fare, poi come capacità di plasmare la realtà al pensiero, infine come elasticità mentale, dialogo interiore, crescita spirituale, indeterminatezza dell’obiettivo finale quale strumento di autorecepimento di un presente cui troppo spesso volgiamo le spalle.
F: Presidente Lei è un fiume in piena. Ma parliamo di cose amene, si faccia conoscere meglio. E quindi, sigaro?
R: Ci ho provato. Ma proprio non mi piace fumare. Anche se riconosco nel tabacco scuro una certa contiguità col pensiero di sinistra.
F: Letture?
S: Tex, Spinoza, seguendo i consigli di Vito De Filippo, che saluto, Sartre, ma quello giovanile, i pensieri di Marco Aurelio, che consiglio, e la Repubblica.
F: La prima cosa che farà da segretario nazionale.
S: Un’assunzione di responsabilità di questa portata rimarca un ruolo e una funzione che mi riprometto di svolgere nel rispetto della tradizione della maggior forza politica di sinistra e con la dovuta coerenza alle strategie di chi mi ha preceduto. Lo sforzo, che mi sento di assumere non da solo, ma con una squadra, e con lo spirito di una squadra, racchiude il segreto del successo della ideologia in un contesto realistico come quello italiano. Il percorso, che mi si para davanti, è un percorso complesso ma non impossibile, difficile e che richiede coraggio ma che non spaventa, intrigante quanto gratificante. Immaginare il futuro del paese e contribuire a costruirlo, col sudore delle braccia e con la profusione di un’attività intellettuale che non ammette pause, rimane attribuzione specifica del PD, quale forza riformatrice, democratica, tutta protesa a curare gli interessi dei più deboli, ma anche del ceto produttivo. Guardi, Fred, la missione che ci siamo posti è un’impresa POSSIBILE.
F: Spettacolare. Un’ultima domanda. Questa alleanza con Berlusconi non piace a tanti militanti del PD. Le manifestazioni di intolleranza si susseguono a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Non vi crea qualche preoccupazione?
S: Il dissenso è il motore della democrazia. Basta solo veicolarlo nella direzione giusta e farlo diventare benzina del progresso. Io cavalcherò il dissenso perché costituisca la prova della bontà di quello che stiamo facendo.
F: Superlativo. Presidente, ma …. quando la vedremo premier?
S: C’è tempo, e non sono ambizioso. Pensiamo a far star bene gli italiani, il resto è secondario.
F: grazie Presidente.
S: Grazie a te, Fred.
(Questa intervista è inventata di sana pianta)
In fondo al viale
Posted on 16. apr, 2013 by L.P. in Argomenti, Politica nazionale

Lo spettacolo che sta offrendo il PD è teatralmente parlando notevole. Da un punto di vista politico un po’ meno.
E’ sintomatico come si stia evolvendo la sinistra italiana. Fino a qualche tempo fa per implodere doveva governare qualche mese, stavolta è bastato che ne avesse l’opportunità.
Renzi sta facendo il monello, ma dice cose vere e condivise da tutti gli italiani: la supponenza della Finocchiaro pareggiata solo da una non meglio certificata capacità politica, in uno alla violenza della sua reazione, ne fanno un personaggio piccolo, buono solo, appunto, per le scorribande protette ai grandi magazzini.
A sinistra alzate di testa non sono mai state tollerate; piuttosto sono sempre stati premiati quelli che si mettono in fila, che imparano a discutere di fuffa supponente, che assumono una espressione un po’ sofferente, vissuta, e che onorano il loro capo; un Renzi non lo reggono proprio, e non sanno come contrastarlo, vittime dei loro stessi pregiudizi. Cacciarlo vorrebbero, ma non possono per non essere tacciati di grillaggine, farlo tacere è impossibile, e allora perdono il controllo.
Insomma invece di pensare al paese pensano ai fattacci loro, alle loro carriere e alle carriere delle intere filiere. Altro che Berlusconi, che ora se la ride di gusto. Ho l’impressione che a sinistra manchi del tutto l’intelligenza, che la tattica latiti, e che la politica sia morta. Rimane l’immagine boriosa, come i nobili decaduti che finiscono per mettersi le dita nel naso.
Ritengo che questo mirabile risultato sia il frutto di decenni di allevamento della fuffa, e degli interpreti della fuffa. Fassina è, per esempio, una icona di questa sinistra ignorante e cieca, con handicap mentale. Le nuove leve, poi, soprattutto quelle femminili, ma anche quelle maschili, sono state scelte con criteri un po’ berlusconiani, e un po’ cialtroni; hanno voluto garantire anche l’aspetto televisivo della politica per non essere secondi al Berlusca che, però, in materia, è un asso.
Insomma, la sinistra rimane affascinata dalle berlusconate, che vorrebbe imitare al meglio, non riuscendovi, e dalle grillate, alle quali si sente più vicina ma che non riesce a interpretare, perché comporterebbero un serio ripensamento dei comportamenti, allo stato inconcepibile.
Uno stato confusionale eccelso, che rasenta la follia.
L’Italia è finita in fondo al viale con un problema davvero serio, che non è la crisi economica, è la classe politica tutta. Risolto questo problema riprenderà a sorridere.
Augh!
La giornata tipo del parlamentare
Posted on 04. apr, 2013 by L.P. in Amenità, Politica nazionale

Giornata tipo del parlamentare PD:
sostanzialmente non fa un cazzo, ma discute, sintetizza, abbozza, approfondisce, e sviluppa energie per galleggiare una spanna sugli altri.
Giornata tipo del parlamentare PDL:
sostanzialmente non fa un cazzo. Ogni quarto d’ora si chiede se Berlusconi sia eterno e cosa farà dopo che il Berlu avrà appeso le scarpe al chiodo. Nel frattempo prende aperitivi, cazzeggia, e compra cravatte.
Giornata tipo del parlamentare M5S:
sostanzialmente non fa un cazzo, ma si arrabbia, ipotizza qualcosa, aspetta le smentita, si chiede che cazzo ci sta a fare lì, e riflette sulla effettiva necessità di diminuire il costo della politica. Infine si guarda intorno attonito e pensa “perbacco è qui Disneyland”.
Tutti gli altri parlamentari sono depressi e passano il tempo ad aspettare Godot.
Bersani, il nuovo che avanza. Coraggio.
Posted on 03. dic, 2012 by L.P. in Argomenti, Commenti, Politica nazionale

Sul perché il popolo del PD abbia scelto Bersani, anziché un giovanotto come Renzi, ci sarebbe da riflettere un po’.
Che Renzi costituisca una novità non è revocabile in dubbio. Che Renzi parli meglio di Bersani è sotto gli occhi di tutti. Che sia portatore di qualche idea nuova, pure è vero. Invece ha vinto Bersani, l’uomo dalle metafore impossibili, dall’italiano zoppicante, ma anche l’uomo di partito, l’anziano, l’erede dei vari Veltroni e D’Alema, la tradizione.
Se si dovessero mettere assieme le idee del futuro dell’Italia di Bersani, si rimarrebbe fortemente delusi dalla loro povertà e prevedibilità.
Il partito più vecchio e importante d’Italia non si rinnova, continua ad arrancare sul fronte della modernità, della chiarezza, dei programmi.
Poco male, tanto a destra si registra un proclama di Quagliariello che la dice lunga sulla sostanza politica del PDL: ora dobbiamo trovare candidati e programmi, ha detto. Figuriamoci.
Roba da matti.
L’urgenza di rinnovamento non lambisce i partiti tradizionali, questo è certo. Ora vedremo cosa raccoglierà Grillo, che, dalla vittoria di Bersani, può trarre un benefit elettorale cospicuo.
Vedremo anche come funziona il PD: sarà gratificato Renzi con qualche contentino anche sostanzioso? O verrà accantonato? E lui? Si proporrà a segretario del partito?
E poi, Bersani se davvero vincesse le elezioni, Grillo permettendo, cederà la poltrona a Monti?
Quest’ultimo è una nuova figura da istituzionalizzare al più presto. Visto che governa senza candidarsi, e visto che si propone sempre senza scontrarsi col voto, si dovrebbe prevedere una modifica della Costituzione ad hoc, del tipo: amministratore delegato di governi in panne, da nominare primo ministro ogni qualvolta la politica si dimostrasse incapace, e il tutto a insindacabile parere del Presidente della Repubblica. Oppure: Commissario Straordinario di governi in liquidazione.
Io ho, però, fiducia. Se Zeman ha ripreso a vincere qualcosa vorrà pur dire. E allora musica!
Vota Antonio
Posted on 26. set, 2012 by L.P. in Commenti

La sistematica candidatura di strani personaggi, capaci sì di prendere tanti voti, ma incapaci di garantire un livello di comportamenti eticamente sufficiente, ha da sempre caratterizzato la strategia del PDL, e non solo.
Essere eletti con tanti voti, in Italia, poi, non significa assolutamente rappresentare il meglio, bensì prima di ogni cosa garantirsi una filiera attraverso la distribuzione di incarichi e favori, raccomandazioni e altro, poi il resto, se ne avanza.
Che questo sia il livello della politica italiana è cosa ben nota.
V’è però da dire che il PD ha talvolta individuato qualche personaggio dalla faccia seria e l’ha accompagnato al successo.
Questo il PDL non lo ha quasi mai fatto. Mai, in ogni caso, a livello locale.
Ma v’è anche da aggiungere che le facce nuove sono sempre state accolte con diffidenza dall’elettorato, incline, troppo spesso, all’usato sicuro, e cioè a votare il politico conosciuto al quale può chiedersi una cortesia.
Sistema indiscutibilmente bloccato.
Ora dicono che stia per saltare il banco.
Sarà. Ma bisogna estirpare le radici, e non è facile. Bisogna seminare qualità, e ci vuole coraggio e competenza, e sicuramente non può farlo chi ha consentito che crescesse solo erbaccia.
Napolitano, i cui weekend sono di tipo lungo, ieri si è svegliato e ha tuonato contro il sistema Lazio.
Nella politica italiana evidentemente nessuno sapeva niente. Roba da ridere.
In Italia si trova sempre la maniera di trasformare una tragedia in una farsa.
La legge anti corruzione non si fa, qualcuno non la vuole fare. Chissà perché. Ma in fondo si può anche capire: può mai chicchessia votare una legge che lo condanna?
Questa politica ha perso ogni legittimazione.
Ci vorrebbe il tasto reset. Una volta pensai che potesse essere situato a sud del Conero, come sui pc, al lato destro.
Ma va bene anche in Basilicata, o in fondo alla Calabria, o sul Friuli.
Poi ci vorrebbe un padreterno che lo sappia e lo voglia pigiare.
Un colpo e via. Si riparte da zero.
Poi mi chiedo: conviene cominciare la giornata sognando a occhi aperti?
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