Rubamazzetta, il nuovo gioco di società
Posted on 06. giu, 2017 by L.P. in Amenità, Argomenti, Città di Potenza, Commenti, Politica nazionale, Regione Basilicata, Società e costume

Rubamazzetta, nuovo imperdibile gioco di società. Si parte dalle elezioni e si finisce agli appalti. Divertente, reale, libidinoso, il gioco dell’anno. Rubamazzetta, più del Monopoli, della Tombola e dello schiaffo del soldato.
Diventa anche tu per una sera un politico corrotto, inventati una grande opera, strabilisci la percentuale. Oppure diventa magistrato con gli amici, arresta il corrotto o fatti corrompere.
Rubamazzetta, il gioco dei giochi.
Sfilata continua, editoriale del Roma Cronache Lucane
Posted on 02. giu, 2017 by L.P. in Amenità, Argomenti, Città di Potenza, Commenti
Dalla processione di San Gerardo alla sfilata del Gay-Pride, pochi giorni per transitare dalla tradizione al mondo globale. Potenza, comunque, sempre in festa, è questo è un dato.
Continuiamo sulla scia del Capodanno con la Rai. Cambiano gli organizzatori, i costumi, gli scenari, rimane la stessa città di Potenza, una volta sconosciuta ai più, oggi ombelico d’Italia.
Teatro buono per ogni genere, di colpo assurta a notorietà dopo i primi vagiti da protagonista dell’epoca di Woodcock.
Del resto via Pretoria si presta assai, una delle poche strade centrali d’Italia a non aver mai visto il passaggio di una autovettura, da sempre destinata al passeggio, oasi per pedoni in genere, paradiso dei pensionati, con l’inferno del sabato sera nel quale si consegna a giovani e giovanissimi che, senza controllo, seminano bottiglie e resti di ubriacature come fossero semi buoni per una mietitura futura di chissà quale prelibatezza naturale.
Potenza è una città che dal terremoto del 1980 ha perso la rotta e ancora non ne ha trovata una nuova; per certi versi allo sbando, fragile economicamente, ha, però, una voglia di riscatto che non ha pari in altre realtà.
La voglia di partecipazione è testimoniata dall’entusiasmo di tanti alle manifestazioni di ogni genere. La generosa disponibilità, però, dei più, soprattutto giovani e giovanissimi, si scontra con un sistema vecchio, oserei dire marcio, che tarda a rinnovarsi.
La tradizione che vuole il familismo e la raccomandazione quali binari principali del rinnovo generazionale, favorendo nel contempo la letterale fuga di chi non può o non vuole godere della spinta amica, peraltro sempre più in crisi, si scontra con questa bramosia di fresco, allegro e rivoluzionario, nel senso positivo del termine.
A una domanda di modernizzazione reale e di abbattimento di qualsiasi forma di privilegio, risponde il sistema delle filiere politiche che, anziché autoeliminarsi, prova a cavalcare l’onda dell’entusiasmo, mettendosi in mostra in qualsiasi occasione. La politica a mò di prezzemolo in cucina, sempre ovunque, dietro ogni angolo, discorso o bevuta di birra. Lo dicevo già nei giorni scorsi, raccontando del fenomeno delle processioni dei politici, la cui presenza è diventata invadente, prepotente e arrogante.
Dietro al santo patrono ce ne erano tanti, qualcuno finanche a dirigere la sfilata, al Gay-Pride forse ce ne sarà qualcuno in meno, ma alla fine prevarrà la smania di apparire e poco alla volta faranno capolino, qualcuno più sfacciatamente, qualcun altro più timidamente, ma l’imperativo è “mai lasciare la piazza” agli avversari.
Notizie dell’ultima ora raccontano di una manifestazione parallela al gay-Pride, che si svolgerà a pochi metri, e sarà una manifestazione di preghiera e di silenzio.
Il potentino potrà scegliere, così, se manifestare implicitamente il suo dissenso a quella che viene ritenuta, da qualcuno, una dissoluta manifestazione, soltanto recandosi alla manifestazione religiosa, ovvero al grido di un classico “machissenefrega” andare a curiosare nella prima manifestazione gay potentina e lucana.
Mai tanta offerta ebbero i potentini ai quali non sembra vero di stare nell’attenzione generale ancora per un giorno, con telecamere e riprese artigianali in diretta da postare su Facebook.
Non mancherà chi proverà a farsi vedere da entrambe le parti.
In Comune stanno già facendo le formazioni: tu vai al Gay-Pride e tu a pregare, poi al segnale ci scambiamo il posto. Io scherzo, ma niente di più facile che sia davvero così.
La preghiera della sera
Posted on 31. mar, 2014 by L.P. in Attualità, Commenti

Ne ho viste e sentite di tutti i colori.
Per esempio ho sentito ministri che parlavano senza sapere di cosa parlassero. Ho sentito parlamentari che non sapevano per cosa avessero votato, o ancora peggio, cosa recitasse un disegno di legge appena votato.
Ho visto premier proclamare la vendita di autoblu senza proclamarne il contestuale acquisto di altre nuove.
Ma ho visto anche assessori che non parlavano bene l’italiano, così come presidenti e statisti cosiddetti locali e non.
Ho visto sindaci agire con una estrema superficialità, e consiglieri comunali non sapere neanche quali sono le competenze consiliari.
Ne ho viste tante in politica, ma talmente tante che mi permetto di rivolgere un’umile preghiera ai politici:
egregi ed eminenti amministratori, politici e dei in terra, dal momento che ogni decisione presa può comportare un beneficio ovvero un danno, considerato che negli ultimi vent’anni, per non dire trenta, ogni decisione è stata per lo più fonte di danni, di vario genere, ivi compreso quello finale di una crisi senza sbocchi; tenuto conto che fino a oggi le vostre decisioni sono state sballate o contraddittorie o contraddette o semplicemente annullate; ebbene, d’ora in avanti, anziché azzardare a decidere qualcosa, provate col testa o croce; almeno avremo il 50% di possibilità che vada bene, altrimenti nessuna.
Anche voi ci guadagnerete, perché almeno non dovrete far finta di spremervi le meningi.
La marcia su Zurigo
Posted on 18. dic, 2013 by L.P. in Argomenti, Commenti

Il miracolo italiano, targato “politica”, sia essa di destra, di sinistra, di centro, è consistito nel distruggere la classe produttiva della nazione. E’ stato fatto con cura, precisione e meticolosità.
L’impresa, piccola e media, ha costituito per decenni lo scheletro economico dell’Italia, attorno al quale hanno lavorato, vissuto e pasciuto, il ceto impiegatizio, e quello dei servizi, ivi compreso il commercio.
Il motore, fin quando ha funzionato, ha retto l’intera baracca. Ora non ce la fa più, e viene meno ogni garanzia anche per il ceto impiegatizio, per i commercianti e per i professionisti.
Non ce la fa più perché gli è stata succhiata ogni goccia di sangue dallo Stato, il quale ha pensato bene di creare i nuovi ricchi, del genere parassitario, quali funzionari, dirigenti, amministratori di enti, e, ciliegina, i politici.
Poi ci sono i privilegiati sui privilegiati, quelli che guadagnano, non si sa quanto lavorino, e hanno ogni potere nelle mani, e cioè i magistrati.
I loro stipendi all’inizio sono normali, poi crescono a dismisura fino a garantire pensioni e liquidazioni da sogno.
Anche quando non ce n’è più per nessuno, queste classi continuano a guadagnare bene, e ad arricchirsi sempre di più, perché quando c’è crisi, a ognuno che svende i propri beni corrisponde un ricco che si ingrassa.
Dicevo della classe produttiva, prima dissanguata dalle mazzette, che, come una gara di appalto, li metteva in concorrenza fra di loro a chi ne dava di più laute, e poi dalle tasse.
La miopia della politica fa il pari solo con la sua ingordigia.
Se pensate che con qualche migliaio di euro un paio di famiglie mangerebbero per qualche mese, e un politico, invece, spende e spande in maniera vergognosa, per mutande e generi di lusso, avete il quadro dell’ingiustizia sociale italiana.
Se pensate che i partiti si sono mangiati centinaia di milioni per rimborsi elettorali a fronte di risultati scandalosi, e nessuno li costringe a restituire la refurtiva, anzi, avrete il quadro ancora più nitido di come in Italia non si possa più vivere, fosse solo per rispetto alla propria dignità.
Torno a ricordarlo: la Corte di Appello di Potenza, ha cominciato a rinviare le cause al 2021, senza dare alcuna dimostrazione di non poter materialmente affrontare il carico di lavoro in tempi giusti, come impone la costituzione. E, nel caso in cui ciò sia vero, e cioè che lavorano 20 ore al giorno, ma aspetto la seria dimostrazione di tutto ciò, dove sono e cosa fanno i politici che consentono tutto questo schifoso andazzo? Per un rinvio al 2021 ci vorrebbe un’ispezione ministeriale, quanto minimo. Ma nessuno se ne frega. Poveri gli illusi cittadini che si rivolgono alla giustizia, che aumenta i propri costi ogni anno di più, è sempre più lenta, e garantisce una giustizia pressocchè sommaria, dal momento che le sentenze sono diventate dei brodini sciapi (noi patria del diritto) e nella maggioranza dei casi è garantita dai giudici onorari a costo zero per lo stato.
Insomma una situazione nauseabonda.
Ho sentito parlare di sciopero delle tasse, che pure è una buona idea, ma l’ideale sarebbe l’esodo di massa, un popolo, cioè, che compatto cominci una marcia pacifica su Zurigo a scopo emigrazione di massa.
Per lasciarli soli coi loro privilegi, la loro inettitudine, la prosopopea e quant’altro (grazie, assessore). Politici e magistrati, a cantarsela da soli, a cominciare a zappare la terra e ad affrontare la vita come i comuni mortali, cioè col sudore e i sacrifici, le ansie e le depressioni.
Fanculo!
Augh!
Voto di povertà
Posted on 07. ott, 2012 by L.P. in Commenti

Non credo di affermare cose sbagliate se dico che i nostri politici hanno dato ampia dimostrazione di scarso senso etico, se non, addirittura, di tendenza a delinquere.
Quelli non attinti da azioni giudiziarie, del resto, non possono ritenersi esenti da colpe. Se, infatti è vero, come è vero, che questa nutrita schiera di delinquenti si è fatta strada nei partiti, balza facilmente all’occhio che questi sono stati la loro scuola, ovvero il collegio dove sono cresciuti, si sono affermati e sono stati consacrati candidati.
Tante sporche manovre sono palesi a chi dirige i partiti, ma ogni filtro etico è stato barattato con la capacità di raccogliere consenso, e questo assolutamente scientemente.
Altre volte le scelte di persone di scarsa moralità è stata dettata dalla necessità proprio di gente che facesse il gioco sporco, e immagino che negli enti questo fenomeno di capillarizzazione delle filiere non ha trascurato neanche le figure dei guardiani notturni.
E’ evidente quindi che se di rinnovamento si deve parlare, un tanto non può avvenire per bocca dei responsabili di questa situazione.
E invece accade proprio questo, e cioè che Fini, Casini, Bersani e Berlusconi si vogliono reinventare interpreti di una nuova stagione che faccia risollevare le sorti dell’Italia.
L’Italia si salverà soltanto se si ritroverà attorno a valori etici importanti, quali la serietà, la responsabilità, la passione, l’onestà, la lealtà, la trasparenza. Questi valori vanno reintrodotti negli animi italiani cominciando dagli asili e finendo nel mondo del lavoro. Ci vorranno anni. Ma se stentiamo a partire il futuro non si potrà mai intravedere.
Forse sarebbe necessaria una rivoluzione. Ma non quella conosciuta che genera morte e non cambia i costumi.
No. Un altro genere di rivoluzione.
Per esempio sarebbe necessario prevedere che i politici, a qualsiasi livello, prima di cominciare la loro avventura facessero voto di povertà, come i frati francescani.
Uguale voto dovrebbe farlo chiunque avesse intenzione di ricoprire un ruolo pubblico, penso ai magistrati, e ai funzionari, per esempio della Guardia di Finanza e roba del genere.
Eliminando così ogni appetito, avremmo la certezza che si occuperanno del bene comune, e darebbero finalmente, contestualmente, un bell’esempio.
Già mi immagino la scena: i neo eletti al parlamento che, in fila, fanno dono dei loro averi e giurano di rimanere poveri.
Dal momento, però, che qua nessuno è fesso, occorre prevedere la sanzione, che non può che essere che una: espulsione definitiva dal parlamento e da ogni attività pubblica.
Non sorgeranno problemi di esegesi, infine, della norma. Infatti i beni di stretto uso professionale, quali telefoni e autovetture, computer, penne e matite, saranno consegnate loro solo in uso, mai in proprietà.
Vi immaginate gli imprenditori mazzettari, con le borse piene di soldi che non possono consegnare niente a nessuno?
C’è un rischio, però. Che nessuno, a queste condizioni, voglia fare il politico. Ma sarà un rischio solo dei primi tempi, vedrete. Poi la nuova era troverà consenso entusiasta da parte di tutti.
E ora facciamo la prova del nove, pescando a caso nell’oceano magno della politica nostrana:
a turno i vari Casini, Di Pietro, Vendola, e via via tutti, rispondessero all’appello: Volete fare voto di povertà con simultaneo dono dei vostri averi?
E scendendo in regione: Pagliuca, Rosa, De Filippo, Straziuso, volete fare voto di povertà?
No?
Immaginavo.
In fondo anche coi francescani era un mezzo bluff: infatti i loro beni venivano acquisiti dalla chiesa, neanche redistribuiti fra i più bisognosi.
Mondo ladro, non c’è scampo.
L’elmo del comando.
Posted on 19. apr, 2012 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza

Dalle nostre parti il politico, una volta nominato, è arrivato. Poi, dovrà solo confermare la nomina, garantendosi quel consenso necessario alla rielezione, magari coltivando i suoi elettori come fiori in un giardino.
Quando dico che è arrivato, voglio significare che il suo elettroencefalogramma tende ad appiattirsi, il ventre a gonfiarmi, l’autostima a moltiplicarsi.
Questa trasformazione inibisce gli impulsi originari, la pulsione politica di un tempo, la passione. Tale manifestazione negativa impedisce, nelle cellule del cervello, il nascere e lo svilupparsi di idee, appunto, politiche, tese cioè al bene comune.
Cominciano a essere trattati, con febbrile concentrazione, problemi di ben altro spessore, come l’aumento delle indennità, il gettone di presenza, la personale filiera del consenso, il contorno umano da sfoggiare.
Talchè la trasformazione si completa e, da un appassionato di politica, passeremo a un fulgido esemplare di politicante.
Questa modifica opera addirittura a livello genetico, per cui un figlio potrebbe ereditare la cupidigia, l’autostima, e la tendenza a autocertificare la propria infallibilità.
Il risultato è che il politicante non riuscirà più a distinguere l’interesse personale da quello pubblico, anzi quest’ultimo tenderà a scomparire dalla scena, sostituito da quello personale, che il politicante crederà coincidere con l’altro.
Di qui la ovvia conseguenza che, ogni richiesta della cittadinanza, troverà un sorrisetto beffardo, e al più un “sì, certo, ma ….”.
Una vecchia storia di zio Paperone raccontava di un popolo che aveva inventato l’elmo del comando, quello che doveva indossare il capo tutto il giorno e tutta la notte. Questo elmo aveva due piccole braccia ai lati con due belle mani che, a ogni pensiero egoistico, partivano per schiaffeggiare il capo.
Magari l’avessimo anche noi per munirne tutti i nostri politicanti; potremmo finalmente dormire tranquilli, e magari un giorno svegliarci e trovarci un parco in città.
Magari così come lo hanno disegnato gli architetti dello studio Wop di Potenza.
Magari.
Genio italico
Posted on 26. lug, 2011 by L.P. in Argomenti

Diciamolo: in fondo è una vera e propria arte.
Scalare un partito, raccogliere consensi in sede elettorale, in competizioni all’ultimo sangue, non è cosa da tutti. Ci vuole talento. Non è roba per tutti.
E questo talento deve essere messo a frutto.
Ed ecco che qualcuno di questi talentuosi personaggi effettivamente mette a frutto il suo genio. E comincia a produrre danaro, affari, relazioni, intrecci, fa favori, ne riceve, diventa potente, diventa finanche colto e raffinato, ove mai non lo fosse già in partenza, elegante, alla moda, e, non stupitevi, anche bello e arrapante.
Comincia a praticare sport sofisticati, fa vacanze esclusive, e dalle escort da 200 euro passa a quelle da duemila a nanosecondo.
A questo punto diventa onnipotente, e trascorre un periodo da vero e proprio Dio in terra.
Giudici a disposizione, salotti più che buoni dove trascorrere le serate, e via col vento. I figli diventano bravissimi e ricercatissimi, e nanì nanera.
Qualcuno poi azzoppa col culo per terra, ma è fisiologico, la maggior parte rimane in sella. Ognuno al suo livello, beninteso. Ce n’è di quelli locali, regionali, e nazionali.
Pare si tratti di autentico genio italiano. Qualche imitazione v’è anche altrove, ma in nessuna parte del mondo il livello medio è così alto come in Italia.
E noi siamo contenti di costituire un’autentica fucina di cotanti geni.
Viva l’Italia.
Eppure mi sento un dieci…..
Posted on 10. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

L’Italia è fra i paesi più corrotti al mondo. Fra i paese delle democrazie occidentali, il più corrotto in assoluto.
Ce lo dicono le classifiche, ma ogni italiano lo sa bene.
Corruzione significa che il pubblico non funziona da pubblico, che gli apparati amministrativi si svendono al miglior offerente, e che i politici sono dei delinquenti.
Non v’è scampo.
Ci saranno anche gli onesti, perbacco, e quanti, ma contano come il due a briscola; anche perché all’onestà spesso accompagnano una sorta di strisciante omertà, che li spinge a far finta di non vedere e a non denunciare quello che, anche loro, vedono e sanno.
Evidentemente un giudizio così netto, come quello sancito dalle classifiche mondiali, non lascia spazio a dubbi: la nostra classe politica è corrotta, o, quantomeno, incapace di eliminare, combattere o limitare la corruzione, quindi totalmente inetta.
Il fenomeno pare sia in forte crescita. E del resto le notizie quotidiane confortano la bontà della fonte: ogni giorno ne arrestano qualcuno e chissà quanti altri la fanno franca.
Il costo della corruzione è impressionante, tale da consentire un forte abbassamento delle tasse. Ma tant’è.
Ma che il livello dei nostri politici sia bassissimo lo si capisce al volo ascoltando una qualsiasi trasmissione o dibattito televisivo fra politici. Per esempio ieri sera ad Annozero v’è stata la dimostrazione che, per esempio, fra i politi e la lingua italiana corre uno spazio abissale. L’incapacità di portare a termine un periodo in un italiano quantomeno sufficiente è talmente conclamata, che queste trasmissioni andrebbero vietate perché diseducative.
Bersani che parla come Cangini, Di Pietro che parte bene e alla terza frase si inceppa miseramente, Brunetta che strilla “sei stato tu!”, l’assenza totale di temi politici, la rissosità da bulli di quartiere, i toni irriguardosi se non ingiuriosi, sono tutte caratteristiche di una classe politica di bassissimo profilo, da vergognarsi.
E poi, questo clima da guerrafondai, il considerare gli avversari autentici nemici da combattere e semmai da abbattere, mamma che roba!
Non fossero i responsabili delle nostre sorti, sarebbero veri e propri attori da cabaret da gustare con un brandy in mano. Benny Hill o il Muppet Show, per quanto incredibilmente spassosi, sono niente al confronto.
E invece questi signori che ne sanno sul nucleare meno di me, fanno le leggi, di quale livello ormai è chiaro a tutti, ma le fanno, ed è come se io dovessi progettare un missile ad ultrasuoni, o se il mio edicolante dovesse inventare la medicina per sconfiggere il diabete.
Ma come ci siamo ridotti!!!!
Ma devo scappare, vado a beccarmi qualche rinvio di cause al duemila e quindici e dintorni.
Ola.
La carità
Posted on 19. dic, 2010 by L.P. in Amenità, Politica nazionale

Cari politici, nazionali e regionali,
mi rivolgo a voi nella convinzione che non mi starete ad ascoltare. Cionondimeno, nonevèro, voglio dirvi qualcosina, e richiedervene qualcun’altra.
Ebbene, pensate davvero che lo spettacolo che offrite sia qualcosa di affascinante e godibile? Non vi sfiora mai l’idea che siete inguardabili? Lo spettacolo della fiducia, poi! Qualcosa di davvero buffo. E sì, perchè la fiducia ve la negate o date fra di voi, non vi ponete il problema che il popolo italiano è costretto a guardare, senza poter intervenire.
In Italia si vive male, e non solo per la neve sulla A1, o per la crisi economica galoppante. Si vive male perchè voi fate e disfate tutto, secondo i vostri capricci. fate diventare importanti gli imbecilli e soffocate i cervelli. Vi circondate di servi, e ve ne fottete se a qualcuno o a tanti può sembrare irriguardoso trovarvi spesso con le mani nella marmellata, o comodamente abbandonati alle perversioni, sessuali e non, più combattute.
Litigate in pubblico, siete protagonisti di risse televisive inguardabili e diseducative, alimentate il sospetto dell’avversario, e vi accustae deglle ignominie più gravi; poi andate a mangiare assieme alla bouvette, e dopo aver diviso i cittadini, vi conservate le leggi peggiori, come quella che ha abolito la preferenza per favorire la preferenza di pochissimi.
Voi non avete problemi, se non quelli che possono essere conseguenza della vostra avidità. Mentre un paese intero sta male, tranne i privilegiati, e cioè quelli che beneficiano della vostra carità.
E allora, che almeno la carità sia per tutti.
Questo sento di chiedervi in prossimità del Santo Natale.
E se proprio posso azzardarmi, una carità speciale, diciamo natalizia, potrebbe essere quella di sparire letteralmente, per almeno una quindicina di giorni. Sparire completamente: dalla TV, dai giornali, dai discorsi, dalle teste, dagli affari, dall’immaginario, dalle speranze. Prndetevi una bella vacanza. Andatevene ai Caraibi fino all’epifania. Vi conserviamo il posto, non vi preoccupate. Abbronzatevi e divertitevi, fra di voi, così come vi piace.
Tutti insieme, tanto siete della stessa specie.
E quando tornate vi accoglieremo come meritate.
Se proprio non vi riesce, la stessa preghiera la farò a Babbo Natale, e se vi siete accarognato pure Babbo Natale, giuro che vi stringerò la mano e getterò la spugna. Se mi levate pure la speranza di babbo Natale non c’è più partita.
Musica, maestro.
Come si diventa politici
Posted on 14. dic, 2010 by L.P. in Città di Potenza, Politica nazionale, Regione Basilicata

Come si diventa onorevoli, o anche senatori, manuale per l’uso. Conviene cominciare molto piccoli. Non fa niente se non fai niente. L’importante è essere presente. Se hai pazienza, prima o poi, risponderai al telefono e andrai a fare le raccomandate, o accenderai il computer. E’ già un serio passo avanti, perchè in politica la specializzazione è non lavorare, chiaccherare, e non esprimere opinioni decise, un’arte vera e propria; quindi se otterrai fiducia ti verranno commissionate una serie di cose già un pò complicate, proprio come quelle indicate. Nel frattempo starai ad ascoltare i discorsi dei grandi, e imparerai. Imparerai un linguaggio nuovo, che ti farà sentire al di sopra degli altri; non devi preoccuparti è un linguaggio semplice semplice; ci sono delle parole cardine, come percorso, sintesi, strategia, o parole complesse come percorso politico, partecipazione popolare ecc. ecc. A questo punto può capitarti di cominciare ad accompagnare il politico di turno, che presto diventerà il tuo sponsor. Devi servirlo umilmente, pagargli il caffè, e quando capita che te lo paga lui, assumere la faccia di un benedetto da Dio; entrerai nella sua intimità, perchè il politico, qualche volta, dopo aver visto il numero chiamante, ti chiederà di rispondere al suo cellulare al suo posto. La gente comincerà a pensare che vali qualcosa. E prenderà a chiedere a te quello che mai e poi mai potrebbe chiedere al politico. I tuoi poteri aumenteranno giorno dopo giorno a dismisura. Non c’è bisogno che ti laurei, basta un diplomino qualsiasi, ma se sei laureato nessuno si offende, ma non credere che faccia titolo. Dopo sei o sette anni, durante i quali sei diventato quasi indispensabile, perchè qualche volta accompagni la signora al mare, altre volte vai ad incassare un assegno, e se sei apparentemente dotato per la lettura, potrai anche essere delegato a leggere i giornali locali per vedere se il politico, il tuo politico, sia nominato, ebbene dopo sei o sette anni sei maturato per entrare nel consiglio comunale. E’ preferibile che tu non abbia una grande autonomia di voti, se no ti fanno fuori, devi avere un settanta per cento dei voti necessari, gli altri, quelli determinanti te li darà il politico, come premio alla fedeltà, e sarà un momento toccante quando verrai eletto, perchè il tuo padrino ti guarderà soddisfatto come si guarda un figlio che cresce. Non ti si chiede granchè in consiglio. Basta seguire gli ordini, e se non ce ne sono, rimanere vago e votare come fa la maggioranza. Se ti comporti bene, con gli anni salirai di livello, ma solo se lo meriti. Ci vogliono qualità particolari e, soprattutto, il tuo padrino non deve tramontare altrimenti sono “cazzi”. Quindi il 50% del tuo tempo deve rimanere dedicato al capo. Se questi fa carriera la farai anche tu. Insomma così si continua pazientemente. Puoi arrivare anche a fare il consigliere regionale, e se sai fare le cose per bene, e cioè riuscire a produrre, voti, affari o cos’altro, sarai tu il capo domani. Basterà curare i particolari, per esempio qualche indagine con assoluzione finale, che dia un tocco di vittima che, oggi, va tanto. Non ti si chiede di saper parlare e men che meno di avere delle idee, nulla di tutto questo: la politica è business, di alto o basso cabotaggio, ma business rimane; parlare o avere delle idee è roba da idealisti, gente perdente che va dietro alle chimere, insomma razza in via di estinzione, basta averne uno nel partito da spolverare ad un convegno, e avanza pure. Insomma, tanta pazienza, ma avrai la certezza di non gettare una goccia di sudore per tutta la vita. Sarai protetto e coccolato. Il paradiso terrestre. Basta avere fegato e giocarsi subito la dignità. Ma potrai ridere di quelli che perdono tempo dietro i libri e credono nei valori. Questo il riassunto del manuale più venduto, ma la tradizione racconta che gli insegnamenti si tramandano a voce, come una volta. Certe cose è meglio non scriverle.
Pensieri e parole, atto quarto
Posted on 01. dic, 2010 by L.P. in Argomenti, Città di Potenza, Regione Basilicata

Pensieri e parole – 1 dicembre 2010
La puntata di oggi, la cui sintesi è linkata qui sopra, e ascoltabile con un semplice clic, nonevèro, ha trattato della massima occupazione dei componenti delle famiglie dei politici che contano.
Un argomento irriverente, ripreso, a tratti, anche da qualche quotidiano locale, ma raramente portato alle estreme conseguenze.
Ma è quello che ci tocca.
Ripeto, saranno tutti bravissimi e speciali, i familiari dei politici che contano, ma il fatto che siano tutti bene o male sistemati, è accadimento che stona col periodo di profonda crisi. Uno sberleffo a chi cerca da sempre un lavoro e non lo trova mai.
Se vi va ascoltate il link, e ditemi cosa ne pensate.
bacioni.
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