Monday, 25th September 2023

Uno buono proprio no. Dal Quotidiano del Sud

Posted on 11. ago, 2019 by in Argomenti

In quanti si sono avvicendati alla guida dell’Italia negli ultimi anni? Tanti, vero? La gamma è ampia e soddisfa ogni tipo di gusto: centro destra, centro sinistra, destra, sinistra, movimentismo, non ci è mancato nessuno. Dai tromboni ai cavalieri, dai giovani rampanti ai professori, giovani e meno giovani, dagli avvocati a digiuno di politica ai vecchi cannoni della vecchia democrazia cristiana. Eppure il risultato è stato sempre e comunque un costante lento declino che, con una pazienza certosina, ci ha portati a uno stato di crisi grave e ben superiore a quello che indicano gli occhi.

La giustizia va a rotoli e costa cara, la disoccupazione ecc. ecc., la sfilza è lunga e la conosciamo tutti molto bene, ma la cosa più grave è che stiamo male e non abbiamo granchè speranza per il futuro, prossimo e meno prossimo.

Berlusconi, Prodi, Letta, Renzi, Salvini, Gentiloni, Conte e Di Maio, ne dimentico qualcuno? Ah, sì, Monti, perbacco, dimenticavo proprio lui.

La diagnosi, quindi, è chiara e non necessita di ulteriori indagini: la classe politica italiana è scadente. Senza appello. Incapace, da destra a sinistra, passando dal centro, di risollevare le sorti dell’Italia, affidata, come sempre, più alla sagacia degli italiani che alla sapienza dei politici.

Questi hanno dimostrato una generale tendenza al malaffare e una cocciuta visione egoistica, che, congiunte a una miopia congenita e a un peso specifico di vera politica misurabile in tracce, hanno manifestato spudoratamente solo la loro tendenza alla bega quotidiana, al litigio, al pettegolezzo, all’inciucio, una volta con tizio e una volta con caio.

Un parlamento ridotto ad alzamano a comando, ben nutrito e pagato, riottoso a qualsivoglia tentativo di migliorarsi.

Questo è un dato di fatto, indiscutibile, mai abbastanza messo in luce da chi potrebbe, tipo intellettuali e stampa, perché anche questi figli di un sistema che premia la manovalanza più o menofedele a discapito del valore effettivo.

Una partigianeria da stadio condisce uno status quo pietoso, nel quale l’ultimo indecente spettacolo di una crisi alla vigilia della finanziaria, in pieno ferragosto, lascia intendere che l’Italia tutta è davvero alla frutta. Il senso di responsabilità è solo nominale e un’idea politica non si fa spazio neanche sotto somministrazione di oppiacei.

Soluzioni non se ne vedono né vengono prospettate per un futuro remoto. Siamo in balia dell’inettitudine vestita a festa.

A ogni modo le esequie del buon senso e della competenza avranno luogo alla prossima seduta parlamentare. Si dispensa dalle visite. Non fiori ma opere di bene.

 

 

 

Facciamo politica.

Posted on 04. nov, 2017 by in Politica nazionale

Facciamo politica.

Ma che bello Di Maio e Renzi si confronteranno in Tv. Il guanto della sfida è stato gettato su Twitter, come usa di questi tempi, talchè ritengo che il confronto avverrà alla play station.

Ci sta tutto.

Due personaggi di tal fatta trent’anni fa si sarebbero fronteggiati al calcio balilla con guanto gettato nel rione; oggi tocca a Twitter.

Difficile immaginare che si parlerà di temi importanti, andremo sul classico “chi sono io e chi sei tu”, con qualche variante sul “guardati i tuoi indagati – ah che tu stai recuperando bene”, che donerà quel tocco di classe alla scazzottata televisiva.

Lo spettacolo, però, è assicurato. Chi ha fame di politica, voglia di sapere quali sono le grandi prospettive delle due formazioni o la medicina di tutti i mali italiani, certo, forse rimarrà deluso; ma chi ha bisogno di risse verbali, slogan, ghigni e musi da duri, andrà in visibilio: i due contendenti sono personaggi da ring, amano le folle e se la sbrigano bene con la telecamera.

Non sentiremo niente di nuovo, beninteso, le loro cartucce sono sempre le stesse e le sparano da tempo, ma alternarsi nel puntarsi il dito contro sarà godibile, per chi non se lo vorrà perdere, io, per quanto mi riguarda, spero tanto che giochi in contemporanea Zeman e la sua banda di perdenti, al cui fascino, da buon melanconico esistenzialista, cedo sempre e di buon grado.

A sua sorella, altro che politichese, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 04. set, 2017 by in Argomenti

A sua sorella, altro che politichese, editoriale del Roma Cronache Lucane

La raffinata selezione delle nostre classi politiche dirigenti è finalmente riuscita a ottenere risultati significativi.

L’esame lo avevano già superato in tanti, ma mancava il mattoncino finale per considerare l’opera perfettamente compiuta.

Oggi abbiamo compiuto il passaggio alla democrazia perfetto, avendo dato la materiale prova che la nostra elite è l’uomo medio, con le sue umane reazioni, le sue espressioni colorite, sufficientemente istintivo, mediamente intelligente, anche simpatico, ironico, talvolta sarcastico, gesticolante, con un’ottima cultura da twitter, Tex e titoli di prima pagina.

La consacrazione, l’ufficialità, il passaggio finale è avvenuto sabato scorso, quando il buon Matteo Renzi, nell’ambito di un incontro teso a celebrare la sua persona e la sua politica, anche se targata Gentiloni, ha risposto a una cittadina che accusava genericamente la politica di rubare e di non aver difeso i suoi risparmi, dileguatisi in una delle recenti e frequenti vicende cialtronar-bancarie, con una espressione figlia della lingua di Dante, priva di rima, ma efficace come solo una sboccata popolana al mercato può pronunciare, magicamente realizzando il concetto più antico e basilare della democrazia, cioè di governo del popolo.

“Ladro lo va a dire a sua sorella”, ha brillantemente risposto l’ex premier alla danneggiata di turno che prontamente è stata allontanata perché stava rovinando o aveva ormai rovinato il soliloquio di Renzi, che prevedeva solo like, applausi e ovazioni.

Ma ve lo immaginate un Andreotti nella stessa situazione? O un Berlinguer? O uno Spadolini? Gente che forse “a sua sorella” non lo avrebbe mai detto neanche a tredici anni dopo mille ingiurie del bullo del quartiere e neanche pensato, probabilmente.

Altri linguaggi, altre culture, robaccia che non è servita a niente, suvvia. Ma oggi la democrazia è compiuta, era ora.

Come non cogliere, poi, il tocco dell’artista, il lampo geniale che trasforma una risposta da stadio in un ragionamento critico politico, sintetico, sì, ma profondissimo, e cioè quell’uso del “lei” che, nell’ambito di una reazione virulenta, sa di attitudine al controllo di se stesso, padronanza di nervi, glaciale capacità di affrontare le situazioni più strambe o pericolose. Quel “lei” trasforma una rispostaccia in un argomento, zittendo qualsiasi avversario e di qualsiasi estrazione culturale.

Ecco, quando si dice di Renzi che parla facile, si intende proprio questo,  l’aver trasformato il politichese, che tanti danni addusse agli italici, in messaggio chiaro, netto, comprensibile.

Come non dedurne, poi, il tentativo, per nulla peregrino, di lotta al fighismo intellettuale, di vera rivoluzione culturale, contro ogni specie di classismo letterario, declinato in uno alla scelta di ministri che con gli intellettuali, intesi come gente di studio, non hanno nulla da dividere, la cui espressione massima sono uno studente in legge fuori corso, forse con effettivo abbandono degli studi addirittura, quale ministro della giustizia, e una forse diplomata ministro dell’Università. Insomma la rottamazione, anche delle buone e ipocrite maniere continua altroche!

Solo una preghiera. Dovesse, il buon rivoluzionario Renzi, tornare in Basilicata, e magari a Potenza, visto che col treno a Matera non può arrivarci, sarebbe il caso che declinasse il suo acume politico in vernacolo, sarebbe cosa gradita. “A sua sorella” a Potenza suona strano, magari un bel “a ta ‘ssuora” ci farebbe oltremodo felici. Ah, pardon “A sa ‘ssuora”.

PS: pare che “a sua sorella” suoni sessista, ahi ahi, temo un rimbrotto boldriniano. OK a Potenza, caro Matteo, basterà un bel  “a sa ‘ffra”, e non se ne parla più.

Chi me l’ha fatta fare, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 26. lug, 2017 by in Attualità, Città di Potenza

Chi me l’ha fatta fare, editoriale del Roma Cronache Lucane

Stanchi, tutti, di cose che non vanno, del malaffare diffuso capillarmente, delle coppole e dei loro privilegi, del radical chic, dei fondamentalismi, dei leccaculi, dei “io sono buono e caro ma..”, delle autocelebrazioni, dell’informazione a tutti i costi, della globalizzazione, ma anche della decrescita felice, chè non lo è mai, dei colti dell’ultima ora e di tutti i cuochi messi assieme e mescolati con cura, affronterò oggi un tema comune a tutti, mai seriamente affrontato, anzi evitato e cioè il tema del “chi me lo ha fatto fare”.

Per esempio a fare l’avvocato, cioè una professione totalmente immersa nel sistema che meno funziona in Italia, la giustizia. Ebbene sì, chi me lo ha fatto fare. Tornassi indietro…, vabbè, fosse così facile. Oppure, per esempio, a nascere nel paese più civilmente malfamato, dove il malaffare veste Armani e siede in Parlamento. Ma, dice, non te lo scegli tu dove nascere. Storie. Volere è potere, basta impegnarsi subito senza perdere tempo a giocare fra le nuvole.

Oppure ancora a non aver preso i voti in un monastero buddista già a dodici anni, preferendo servire messa e osservare i miei compagni di giochi trafugare le elemosine.

Chi me lo ha fatto fare a non scegliere di studiare quello che avrei preferito, ma meglio ancora chi me lo ha fatto fare a non avere le idee chiare prima. Chi me lo ha fatto fare a non iscrivermi alla Democrazia Cristiana da ragazzo, portare le borse e aspirare, e magari arrivarci, alla poltrona di sottosegretario alla ciambotta e guardare tutti dall’alto della mia coppola. Chi me lo ha fatto fare a non investire in lingua; due colpi a destra due colpi a sinistra e passava pure il disgusto per culi inguardabili e magari ora ero un baby pensionato con un incarico ministeriale.

Chi me lo ha fatto fare a essere pigro per una vita per ritrovarmi indaffaratissimo a sessant’anni.

-forse la risposta è molto semplice: non sarebbe stata cosa tua, non ne avevi le capacità, non sei buono per il paradiso in terra.

-ma mi toccherà almeno quello in cielo?

-stai fresco. Lì funziona come qui: se non lecchi culi appena arrivato, hai voglia a friggere.

-capperi, ma allora era già tutto scritto, inutile filosofeggiare sul “chi me lo ha fatto fare”, non avevo scelta; dovevo fare l’avvocato nel momento più basso della giustizia, nascere in Italia e vivere la più grande crisi del dopoguerra, eccetera eccetera. Però almeno posso parlare. Ahah! Nessuno me lo può impedire. Almeno sono LIBERO!

-dici? Ne sei sicuro? Guarda che ti fanno parlare e possono zittirti quando vogliono.

-ma cosa dici mai…. a me non mi comprano.

-e chi ti vuole comprare. Semplicemente ti fanno fuori, ti levano l’audio, o fanno allontanare chi volesse ascoltarti e poi ti fanno passare per pazzo, un alienato al quale non sta bene niente.

-subodoravo. E allora ……

-allora niente. Continua così e non rompere le balle. Tanto non cambierai niente, al più cambi tu.

-tipo?

-ti passerà ogni voglia e trascorrerai le giornate a guardare albe e tramonti.

-però, non mi sembra male.

-è la cosa più bella.

-senza Renzi, Salvini, Dario e Rocco….

-Boschi, Pisapia e Pittella…

-Cassano, Giletti, Giachetti, Allegri …

-cazzo!, perché non ci ho pensato prima?

 

Una cultura da 140 caratteri, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 12. lug, 2017 by in Argomenti, Attualità

Una cultura da 140 caratteri, editoriale del Roma Cronache Lucane

Avete presente le palle ai piedi? Quelle che impediscono la camminata? Ebbene il Renzi di questi tempi mi ricorda proprio le palle ai piedi, quelle dei carcerati. Questi vedono impedita la normale deambulazione perché hanno seriamente peccato nella vita e sono stati per questo giudicati, gli italiani, invece, condannati senza averlo neanche scelto, il buon Renzi, se lo ritrovano come una palla al piede che li frena.

Renzi non se lo fila più nessuno, come l’ultimo Berlusconi, ma questo non gli impedisce di inserirsi in ogni discorso, anche in quelli destinanti esclusivamente al primo ministro, quasi questi non esistesse.

I giornali gli danno corda, ma solo loro. Titolano ogni giorno sull’ultima proposta all’Europa, per esempio, sebbene il nostro campione non abbia voce in capitolo. Fortuna che in Europa, ma anche nel governo se ne fregano di quello che dice e che scrive. Possibile anche che sorridano alle sue uscite variopinte, ma non se ne fanno accorgere.

Attorno alla sua persona in parecchi stanno scavando un fosso, ma il PD, casa ormai solo dei suoi fedelissimi e di qualche illuso che conta di diventare il suo consigliere personale, gli dà ancora corda. Eppure di bestialità ne dice tante, nel suo libro devono essere davvero decine. Ma quella sui migranti è davvero speciale. Rubata goffamente alla Lega, Renzi cerca disperatamente di disegnarne l’abissale differenza, che, in effetti, non esiste.

Il problema dei migranti, se problema è, infatti a conti fatti pare sia un affare per qualcuno e nulla più, è sicuramente un problema più grande di Renzi e Salvini messi assieme e moltiplicati per tre. Non si risolve con gli slogan ma guardando lontano, immaginando che tipo di evoluzione possa avere e anticipando i problemi futuri ma anche le eventuali opportunità.

Il problema terrorismo pare un problema nel problema, ma non saranno sicuramente i simpatici neri che gironzolano per le città con le mani in tasca a produrne di nuovo, chè, se fossero terroristi, quantomeno dovrebbero perdere il tempo a esercitarsi, non a bighellonare.

Un discorso, serio, andrebbe affrontato con dati alla mano e conoscenze e non affidato ai tuttologi che finiscono per essere i nostri politici, ma a chi può studiare scientificamente il fenomeno, magari insieme a studiosi di tutta Europa, non tralasciando nessuna opzione e verificando tutte le effettive cause, dall’aggressione con rapina delle potenze mondiali a danno dei territori che vedono scappare la popolazione, agli armamenti di questi popoli, ai possibili atti di corruzione periodica delle potenze mondiali verso i loro governanti, per finire a ogni particolare che uno storico riuscirebbe in poco tempo a mettere assieme e che un sociologo o un vero politico sfrutterebbero per immaginare un domani più felice per tutti.

Sparare un “aiutiamoli ma a casa loro” è uno stupido slogan privo di contenuti. Mi piacerebbe sapere cosa significa, in concreto.  Così come sarebbe il caso di conoscere nei dettagli il fenomeno degli sbarchi, dalla raccolta dei profughi alla partenza, a quanto costa il loro viaggio, a chi ci guadagna. Combattere, per esempio, la malavita organizzata che ci sta dietro proprio non è il caso?

I politici da slogan credo abbiano finito il loro tempo; la loro cultura politica, dimensione tweet, la usassero per le parole crociate, magari limitandosi alle facilitate; apriamo le porte a chi qualcosa di politica seria ne sa. “Ma con questi partiti è impossibile”! Lo so, è che sognavo, ecco tutto.

Renzi scrittore, il plagio e la malafede, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 10. lug, 2017 by in Attualità, Politica nazionale

Renzi scrittore, il plagio e la malafede, editoriale del Roma Cronache Lucane

Renzi ha fatto un libro, la sua poliedricità è fuori di dubbio. Bastasse, sarebbe una Italia diversa. Non so se abbia affrontato anche i problemi seri, oltre quelli a effetto, tratti da un copione recitato già da altri. Mi riferisco, for example, al problema della corruzione e a quello della malavita organizzata. Non sfuggirà ai più che i due fenomeni, non so se e quanto collegati fra di loro ovvero se non dipendenti l’uno dall’altro, ma sicuramente figli entrambi di una cultura dell’illegalità tanto raffinata quanto millenaria, da Oscar o da Nobel perenne, fate voi, costituiscono oltre che un handicap economico e morale, anche un vero e proprio sistema che premia pochi e punisce tutti gli altri.

La malavita organizzata, si sa, produce utili ingenti che non resce neanche a spendere. Quindi li reinveste, anche per ripulirli. Questi soldi rientrano in giro lecitamente e creano imperi economici inattaccabili.

Un’economia in tal guisa dopata è un’economia malata. Ne consegue una società deviata, dove il male incurabile più dannoso, se non mortale, rimane l’onestà.

La corruzione, fenomeno conclamato che addirittura fa statistica, trasferisce l’illegalità a pieno titolo nelle istituzioni, infangando alla fonte ogni azione amministrativa.

Corollario di tutto questo inferno è un legislatore sensibile a interessi particolari, totalmente indifferente al bene comune e una giustizia severa con i ladri di galline e generosa, orba o soltanto maliziosamente lentissima, con chi effettivamente comanda.

Ulteriore conseguenza della nostra epoca è quella secondo cui il capitale si fa finanza, spersonalizzandosi sempre più. Il mondo della finanza non si sa da chi sia frequentato, ma certamente non da onesti lavoratori, più probabile sia composto da banchieri lestofanti, centri di poteri occulti e l’immancabile malavita.

Fantapolitica? Come no, può essere.

Ma visto che ci troviamo disegniamo uno schizzo di un possibile schema economico-finanziario italiano, sempre per gioco, ovviamente.

C’è una qualsiasi gara pubblica con un determinato prezzo base. I partecipanti provano a fare la migliore offerta dopo aver fatto un calcolo dei margini di redditività dell’operazione. Quindi arriva un altro che spara un prezzo irrangiungibile per un onesto lavoratore. Si aggiudica la gara, apparentemente con una operazioni antieconomica ma che gli consente di ripulire tanto di quel danaro che neanche si ha l’idea.

Il risultato è molteplice, ha sottratto l’erogazione di un servizio alla concorrenza e immette in circolo danaro finalmente pulito.

“Ma che testa malata che hai”, vero, ma lo avevo premesso, è un gioco di fantapolitica, di quelli indimostrabili, come è impossibile dimostrare che una sentenza favorisca tizio anziché caio o che la tal legge sia il frutto di un fangoso accordo.

Non è un gioco, però, che in Italia i processi siano sempre lentissimi, che la corruzione si combatta soltanto su Twitter  e che la malavita organizzata goda di una libertà di azione che neanche un Ronaldo marcato dal mio vicino di casa avrebbe.

Ma parliamo di migranti. Renzi ha cambiato opinione, il M5S mostra i muscoli e Salvini fa il bullo alla “c’ero prima io”, quindi tutto è a posto, i nostri cavalieri della Tavola Rotonda sui loro destrieri sono pronti a risolvere il problema e io mi sento sicuro e sereno, con questi paladini possiamo dormire tranquilli.

Chi non vorrebbe un Renzi, editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 27. giu, 2017 by in Argomenti, Politica nazionale

Chi non vorrebbe un Renzi, editoriale del Roma Cronache Lucane

Chi non vorrebbe un Renzi. I suoi lo hanno acclamato, segno evidente che vedono in lui il leader giusto, sì, qualcuno se ne è andato, ma ancora fa poco testo e poi non propone niente di concreto, come da slogan stanchi sebbene recitati con grinta.

Ma un Renzi è una figura ben accetta anche dalle altre forze politiche. Pensate Berlusconi, Brunetta munito, ormai ridotto ad allattare agnellini che si ritrova sulla scena con tanto di autorevolezza. Chi non vorrebbe un Renzi. Vi ricordate il referendum? In quell’occasione a essere riportato sulla scena fu addirittura D’Alema, il quale ancora oggi ringrazia sentitamente.

Chi non vorrebbe un Renzi. Le Banche del Veneto, quello spicchio d’Italia icona di efficienza e produttività, sono sempre in vita grazie a lui e alla sua squadra di europeisti obbedienti.

Quando annunciò il suo ritiro dalla politica, nel caso in cui avesse fallito al referendum, in parecchi fecero apertamente gli scongiuri, avendo ben chiaro che un Renzi non lo trovi facilmente. Inizialmente lo si paragonava a Berlusconi, ma era un errore significativo. Berlusconi vinse tante battaglie elettorali, non ha mai inanellato sconfitte clamorose su sconfitte. Un trend negativo, il Berlu, se lo è riservato solo per le vicende giudiziarie, che, alla fine, hanno avuto il sopravvento escludendolo dalla scena della politica attiva.

Chi non vorrebbe un Renzi. Ha stravolto la sinistra, per la verità già avviata verso un annacquamento generale di principi e valori e verso una lista di priorità evanescente, sempre più diretta verso lobby miscroscopiche ma potenti ignorando la massa degli italiani. Ha compiuto il miracolo di sprovincializzare la Toscana portando però una ventata di provincialismo nello Stato. Ci ha messo nel calderone generale tutti i suoi, finanche il padre, umiliando la cosa pubblica a indagini che lo hanno sempre sfiorato, negli affetti come nelle strette amicizie, ma mai intaccato.

Ha trasformato piccoli politici locali in altezzosi tiranni, fedeli solo a lui, ma ugualmente tronfi e già sazi.

Chi non vorrebbe un Renzi.

Beh!, forse qualcuno c’è.

Per esempio gli italiani che non votano più, che vedono salvare banche gestite da imbroglioni e non la loro casa pignorata o il lavoro che hanno perso, o pagata la rata che è saltata. E non sono pochi.

Ma in fondo chissenefrega degli italiani. L’affluenza al voto diminuisce? Tanto piacere, fregatevi, tanto un eletto ci sarà sempre.

No, Renzi non mollerà neanche stavolta. Prima un insuccesso significava un passo indietro. Oggi non più. Oggi è sempre colpa di qualcun altro.

A destra sono entusiasti, Renzi è uno spot perenne a votare a destra, anche perché Grillo è rimasto vittima di litigi interni, dell’uso disinvolto del condizionale e del codice penale da parte di più di qualcuno. Solo l’onestà di certo non bastava per governare, figuriamoci se pure quella comincia a traballare.

Insomma un’autostrada per Berlusconi, Salvini e Meloni? Può essere, solo ho l’impressione che da quelle parti in autostrada vogliano andarci con la bicicletta.

 

Alla tedesca. Jawohl! Editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 01. giu, 2017 by in Argomenti, Attualità, Politica nazionale

Alla tedesca. Jawohl! Editoriale del Roma Cronache Lucane

E allora pare che si voterà presto, a settembre addirittura, sempre che la nuova legge elettorale venga pubblicata. Si parla di un sistema elettorale alla tedesca, anche se c’è da aspettarsi sempre qualche italico accorgimento, di quelli decisivi per essere bocciati dalla Consulta, per dire.

La scelta sembra essere scaturita dalla possibilità di una coalizione più o meno allargata, da realizzare a urne chiuse, come una volta suvvia. Il tempo del maggioritario è passato, colpa del M5S, contro il quale anche cani e gatti diventano amici.

Potremmo ritrovarci Brunetta ministro di Renzi e Alfano a faticare: due possibili scenari, ma altri mille possiamo immaginarci, come per esempio Alfano che rientra in Forza Italia o Verdini che si propone quale nuovo autista di Berlusconi.

Il tentativo è quello di eliminare gli estremi. In tempi di revival, vista la resurrezione del proporzionale, Articolo Uno potrebbe tornare a chiamarsi Partito Comunista Italiano e Fratelli d’Italia Movimento Sociale Italiano. L’accoppiata Renzi – Berlusconi interpreterebbe, invece, la parte del centro-sinistra di una volta. Se anche il mago tornasse sulla panchina dell’Inter o Graziani e Pulici tornassero a segnare per il Torino, il quadro sarebbe perfetto.

Una sorta di restaurazione dell’Ancien Regime italico, per dire, con l’aggiunta del web, un tantino di globalizzazione della mediocrità e un carico da novanta di supponenza e arroganza.

Quando parlavano i democristiani o i socialisti, ma anche i comunisti i liberali e i missini, dell’epoca, infatti, il loro eloquio era scorrevole, forse un pò criptico, ma finanche elegante o fantasioso. L’uso dello slogan era talmente raro da risultare gradevole e originale. Non mancava mai un riferimento seriamente politico al domani se non addirittura al dopodomani. Poi i difetti erano gli stessi: debito pubblico e tassazione sempre crescente, ma anche riformismo non esagerato e talvolta finanche brillante (penso per esempio alle poche -questo è un evidente pregio-

rivoluzioni dei codici di procedura) e comunque ricordo, sempre per esempio, che una volta una causa durava molto anche per i ripetuti rinvii che chiedevano le parti, sempre accordati benignamente da una magistratura tollerante a dispetto di oggi; ora le cause non vengono mai rinviate su richiesta delle parti ma durano comunque di più. I nuovi eroi parlano solo per slogan, hanno una dimestichezza bislacca col vocabolario della lingua italiana e pensano più ad apparire che a fare seriamente politica.

Renzi da rivoluzionario rottamatore, però, a restauratore coalizzato con Berlusconi, ha fatto un salto triplo anche carpiato che Klaus Dibiasi era un pivello.

Ma almeno si voterà, diamine, e chi governerà avrà finalmente piena legittimazione e a chi lamenta che votare a settembre o prima della fine della legislatura, e che legislatura!, sia un danno, possiamo rispondere che per gli italiani difficilmente è ipotizzabile un maggior danno di quello provocato negli ultimi anni.

Una proposta provocatoria: per le prossime candidature, cari partiti, fareste bene a predisporre test attitudinali tesi a escludere semidei e bambole e bambolotti, pregiudicati e condannati, anche dalla Corte dei Conti, evidentemente, quantomeno, sempre che lo riteniate giusto, altrimenti fate come credete, tanto, ormai…..

Macron e il non partito. Editoriale del Roma Cronache Lucane del 25 aprile 17

Posted on 26. apr, 2017 by in Argomenti, Commenti, Politica nazionale

Macron e il non partito. Editoriale del Roma Cronache Lucane del 25 aprile 17

È partita la ricerca del Macron italiano. I più accreditati (?) dicono che sia Renzi, sebbene le stesse fonti dicano che hanno perso i partiti e Renzi ne sia, appunto, l’espressione massima.

Ma anche Brunetta e Berlusconi guardano al nuovo prodigio francese con benevolo e lussurioso desiderio.

Ma torniamo all’assunto che fa da ritornello alle primarie d’oltralpe. I partiti classici non li vuole piu nessuno. La finalissima Macron-Le Pen direbbe ciò.

Può essere, dai, la teoria non è peregrina affatto. Ma è solo il risultato di una legge di mercato: quando la mediazione fra produttore e consumatore costa troppo si cerca di eliminarla. Mutatis mutandis, se una lobby vuole governare un paese per fare le politiche che più preferisce, non è più conveniente affidarsi ai partiti, meglio candidare direttamente un proprio uomo e finanziargli la campagna elettorale. Ed è presto spiegato il perché. I partiti per garantire il loro sostegno, tradotto nelle leggi che gradisce la lobby di riferimento, ormai in cambio chiedono troppo: devono sistemare i generali, le loro famiglie e gli acquisiti; poi, devono sistemare i tenenti e poi i caporali e infine i soldati semplici, insomma costano troppo. E poi c’è sempre il bastion contrario, non soddisfatto appieno di quanto ricevuto, c’è chi vuole vendicarsi e chi, con il voto segreto, vota contro. Poi c’è chi vuole i soldi sonanti, chi li vuole all’estero e chi vuole che il figlio entri nel dato studio. E non è che il risultato sia garantito. Per un nonnulla dicono che non si è potuta fare la tal legge e che si deve discutere e nanì e nanera. Ecco, i partiti sono diventati una bulimica e immobile balena che vuole sempre e solo mangiare.

Ragion per cui, farne a meno, è diventata un’esigenza ovvero una oculata scelta economica e strategica. Quindi tu lobby, per esempio, finanziaria, ti scegli un quisque, già ben testato con una esperienza di governo, e lo lanci nell’agone politico. Gli studi campagna elettorale, slogan, abiti e cravatte, gli metti in bocca un discorsetto qualunque che con un discorso di uno statista vero è in rapporto di uno a trecento, ma tanto che ti frega, i partiti fanno addirittura di peggio, e provi a vincere le elezioni. Casomai ti riesce, perché sai come si fa. Fra l’altro l’avversario vero, quello che non ha fatto da comparsa pagata, è tanto amato quanto odiato, sfida il mondo con promesse di decisioni radicali, che fanno sempre paura a chi non vuole veder disturbata la cena a base di insalata e frittata con contorno di programma politico sul tipo dello pseudo dibattito, magari gridato, o moderato ed elegante, oppure, tiè, sussurrato e il gioco potrebbe essere fatto.

Certo, mai gridare alla vittoria prima della chiusura dei conteggi veri, sai com’è, a volte pure i forti e potenti perdono, soprattutto se i deboli diventano troppi e la classe media te la sei giocata con crisi e tasse, quindi profilo basso e un bel cornetto in tasca. Ah, mi raccomando, una bella promessa populista non guasta, anche in bocca a chi populista non può esserlo per definizione, appartenendo ad altra e superiore classe sociale, e col popolo non dividerebbe neanche il tempo della ricreazione.

Renzi, Matteo, difende Renzi, Tiziano, a reti unificate. Editoriale del Roma Cronache Lucane

Posted on 14. apr, 2017 by in Argomenti, Politica nazionale, Regione Basilicata

Renzi, Matteo, difende Renzi, Tiziano, a reti unificate. Editoriale del Roma Cronache Lucane

Renzi in TV ha irriso il Fatto Quotidiano chiamandolo il Falso Quotidiano. Ha poi annunciato querele a iosa. Bene, bravo, che prova di forza. Non fosse che i fatti non riguardano lui ma il padre. Certo, i fatti hanno effetti, labili, anche su di lui, ma non e’ l’interessato, perbacco.

Cionondimeno Renzi, da cittadino semplice, ha il privilegio di difendere il padre attraverso lo strumento che entra nelle case di tutti gli italiani, e cioe’ la televisione.

Beato lui.

Quindi annuncia querele che suonano come avvisi a tutti i malintenzionati. Querele, beninteso, che dovrebbe sporgere il padre, non lui. Ma questo e’ un dettaglio, diamine; in Italia la famiglia e’ sacra, vietato toccare i genitori.

La premessa risulta addirittuta secondaria, il fatto cioe’ che in una informativa giudiziaria sia stato erroneamente fatto un nome anziche’ un altro. Errore riprovevole, non vi e’ dubbio, sul quale si indaghera’, ma, dicevo, la premessa e’ quasi irrilevante, anche perche’ non si sa quanto determinante ai fini delle indagini. Rimane l’avviso ai naviganti, si sentiva una volta per radio, avviso che suona sinistro: guai a toccare me o la mia famiglia, altrimenti ci arrabbiamo.

Ed ecco che il Fatto diventa il Falso, con una ingiuria bella e buona, mandata in onda in orario di punta.

Oltre ai fatti, squallidi, invero, rimane il clima di rissa alimentato da uno pseudo o gia’ o futuro statista. Per contorno, in TV, Renzi non aveva avversari, il contraddittorio e’ merce rara, la rissa e’ mediatica, non diretta.

Rimane lo sconcerto sulla circostanza che Renzi possa ancora tanto, in stile populista turbo GT, giacche’ se la prende con tutti, Europa inclusa.

Il clima invivibile che si respira in Italia e’ lo stesso che si vive all’interno del PD. Le primarie hanno creato vere e proprie battaglie che vanno dal nazionale, con la corsa alla segreteria, al rionale, passando per comuni e regioni.

Per esempio in Basilicata l’aria e’ fetida, gli avversari non solo si guardano in cagnesco, ma si rifilano colpi bassi con una buona dose di spregiudicatezza da far arrossire incalliti spacconi. Pittella sta provando a far fuori gli avversari di sempre che, per la verita’, sembrano spiazzati da cotanta verve agonistica. E dire che dovrebbero essere navigati, invece, li vediamo soccombere, salvo annunciare rese dei conti che non arrivano mai.

Non dimentichiamoci che il PD, primo partito in regione, non ha un segretario, sperimentando il sistema dell’anarchia piu’ audace. I capi corrente si sfidano, mostrando i loro impavidi eserciti, difendendo qualche postazione con miserabile e poco dignitosa taccagneria, anche dovessero affidarla a persona poco rappresentativa. Se pensano di poter conservare il consenso con questi metodi, possono stare freschi. La concorrenza ringrazia, ma non si evolve, mostrando superiore pigrizia e uguale insignificante reattivita’ alla realta’. Si’, solo il M5S sta su un altro binario e infatti gli italiani lo premiano. Mortifica e meraviglia la mancanza di sensibilita’ dei partiti vecchio stile, ma fin quando un gia’ premier e aspirante futuro premier andra’ in TV a difendere il padre, saremo sempre lontani dalla soglia minima della serieta’.

l’Alfanismo, dialoghi telefonici intercettati.

Posted on 06. apr, 2017 by in Amenità, Argomenti, Politica nazionale

l’Alfanismo, dialoghi telefonici intercettati.

-Matteo, non scherzare, io non c’entro niente. Devi credermi …. ok ….. ok ….. sì, lo giuro. Lo giuro sulla Costituzione, va bene? Non ti va bene neanche questo. Ok lo giuro su San Biagione, il patrono delle poltrone, ok? Certo …. dimmi quello che posso fare….. ok, chiederò le dimissioni del presidente di commissione nominato  …… sì, così gliela facciamo vedere a tutta l’accozzaglia, sì …… se non accetta …….. beh e che posso farci io ……. ah, in questo caso mi dimetto io? …….. Matteo, non scherziamo, no, non posso dirti di sì ……. non è per me, tu lo sai quanto sia disinteressato, ma ho la responsabilità di un partito, perbacco, …… quale partito? Beh, ora mi offendi, ok … offeso, l’hai voluto tu. Arrivederci.

-Paolo? Tutto a posto. E’ incazzato, ma gli passerà.

Pittella Renziano, editoriale Roma Cronache Lucane

Posted on 05. apr, 2017 by in Città di Potenza, Regione Basilicata

Pittella Renziano, editoriale Roma Cronache Lucane

La domanda è: ma conviene ancora essere renziani?

Secondo logica, del tipo se uno più uno fa due, sembrerebbe proprio di no.

Eppure.

Le votazioni che si stanno facendo sezione per sezione danno in grande spolvero l’ex premier, ragion per cui la logica di cui sopra non è di uso comune. In politica ne esisterà un’altra.

Difatti se un Pittella governatore del Texas italiano, sebbene non circolino ancora dalle nostre parti spider con le corna sul cofano, né il nostro governatore pensi mai di rovinare l’acconciatura “effetto bagnato da gel” con un bianco cappellone a larghe falde, si dichiara renziano, ebbene un motivo ci dovrà pur essere.

E se renziani sono in tanti, in Basilicata, vuol dire che Renzi conta ancora davvero tanto.

Insomma, a meno che non abbiano sbagliato anche i calcoli più elementari, in tanti già se lo vedono segretario, ma soprattutto futuro premier. E ancor di più in tanti si vedono ministri e sottosegretari. Anomalia Bubbico a parte (sottosegretario fuoriuscito dal PD ma non dal governo) sono in molti a coltivare speranze sulla base di una fedeltà più o meno assoluta e certificata da primarie da KO per ogni avversario.

Invero più di qualche calcolo di recente è stato sbagliato dalle parti del PD, vedi referendum, ma la combriccola procede come se niente fosse successo, come se gli italiani quel voto lo abbiano dato per errore. Bontà loro.

Ma dicevamo di Pittella renziano. Ecco io mi chiedo, ma che bisogno ha un governatore di schierarsi con chi, in Basilicata, di referendum ne ha persi due, non è dato capire.

Renzi sta alla Basilicata come De Laurentis alla Juventus, cioè se non nemici, quantomeno acerrimi avversari. Quindi schierarsi con Renzi significa avallare politiche di sfruttamento del nostro sottoterra a tutto tondo, in barba anche alla convenienza più ruffiana, ben in uso da altre parti del PD.

Il risultato è che Pittella sembra diventato il primo nemico della Basilicata.

Schiera un Arpa spuntata, perché senza soldi, uomini e accreditamenti, al suo fianco, quasi fosse un’armata contro chi volesse solo ipotizzare uno sfruttamento illecito, e, nei fatti, attraverso anche altri minori interpreti del suo pensiero, avalla ogni forma di sfruttamento del territorio.

Ora non è che le estrazioni debbano essere combattute pregiudizialmente, ma uno strumento per tranquillizzare tutti se lo possono inventare o noi si deve sempre avere un comportamento solo fideistico nonostante fiammate, macchie, sversamenti e processi giudiziari?

Pittella è un uomo che si mostra sempre molto sicuro di sé, zeppo di certezze, ma non basta. Anche Renzi si mostrava così e non gli è bastato. Io ho spesso accomunato i due politici anche per scimmiottamenti comportamentali e addirittura per un modo di presentarsi in pubblico uguale, tipo camicia bianca e microfono in mano. Per la verità già praticato da Obama. Beh, scimmiottamento per scimmiottamento, non vorrei che, a cascata, dalla sconfitta dell’originale (Obama) e da quella immediatamente successiva della prima imitazione (Renzi) non arrivi anche quella della imitazione della imitazione.

Del resto può mai una imitazione riuscire meglio dell’originale? E a maggior ragione l’imitazione della imitazione?

 

 

Vieni a calcetto? Non ho tempo. Fregati! Editoriale del Roma Cronache Lucane del 31 marzo 2016

Posted on 31. mar, 2017 by in Argomenti, Politica nazionale

Vieni a calcetto? Non ho tempo. Fregati! Editoriale del Roma Cronache Lucane del 31 marzo 2016

Il ministro Poletti ha fotografato l’Italia in maniera memorabile.

Il riferimento alla partita di calcetto e’ illuminante, descrive la nostra societa’ meglio di un trattato di un gran studioso; svela i meccanismi della cosiddetta meritocrazia all’italiana con una immagine, tanto semplicemente, quanto proficuamente.

L’effettiva considerazione attribuita ai titoli di studio e’ marginale, serve altro, dalle nostre parti. Vuoi mettere con una buona conoscenza? Quella che dai piu’ ruvidi interpreti della contemporaneita’ viene chiamata raccomandazione?

Vuoi mettere con la solidarieta’ che si instaura, naturalmente, in ambienti amichevoli, dove si puo’ magicamente creare un gruppo vincente nella vita?

Del resto cosa ha fatto e insegnato Renzi? Che, per esempio, il capo dei vigili del suo comune puo’ diventare consigliere di Stato per nomina governativa. Il sogno americano in salsa fiorentina. La principessa che bacia la rana che diventa un principe.

Oppure, e sempre per esempio, che i titoli di studio anziche’ meritarli col sudore della fronte e le proprie capacita’ intellettive e critiche, possono essere recuperati copiandoli.

Insomma una serie di esempi chiari di come si va avanti in Italia.

Poi ci sono i fessi, quelli che a calcetto non hanno tempo di andarci, quelli che Poletti saggiamente stigmatizza per la mancanza di spirito o di adattamento alla realta’.

I fessi non comanderanno mai in Italia. C’e’ un filtro severo che blocca le intelligenze libere, gli sgobboni, gli scienziati. E’ la politica, la vera barriera del progresso nel nostro paese.

Poi arriva un Bersani, tanto apprezzato quanto incapace di esprimere una frase compiuta fino alla fine, che, in TV, giustifica Poletti, dicendo che, secondo lui, mancava solo la parolina “purtroppo” e il senso delle sue affermazioni sarebbe stato correttamente inteso.

Quand’anche …… ma puo’ un purtroppo, in riferimento a una situazione conclamata, giustificare un ministro della Repubblica?

Questi dovrebbe combattere una situazione come quella descritta, non accettarla mestamente perche’, casomai, “cosi’ si vuole e piu’ non dimandar”.

Che poi ….. a legger le cose fino in fondo pure si capisce che non bastava un “purtroppo” per aggiustare la dichiarazione infelice. Quali curriculum vantano molti dei ministri in salsa renziana e post renziana? Le lauree scarseggiano o sono solo annunciate ma inesistenti e, quando effettivamente esistenti, si portano dietro peccati mortali come quelli di un possibile plagio di opere altrui, circostanza inequivocabilmente riprovevole per non dire altro.

Ma da noi, in Italia, succede tutto e si giustifica tutto, ci mancherebbe.

Io continuo a convincermi che senza il Parlamento, inutile, costoso e di cattivissimo esempio, e senza un governo, privo di titoli di studio sufficienti, ma carico di menzogne e indagini sulle spalle, potremmo stare meglio.

Si’, in puro stile demagogico, penso questo di noi.

Del resto se la situazione continua a peggiorare, e la certezza di nuove sanguinose manovre finanziarie lo testimonia, vuol dire che chi governa non lo sa fare e chi sta all’opposizione non  fa bene l’opposizione, per via di quel consociativismo ancora ben presente nella vita politica italiana, come la salvezza di un Minzolini prova. Dice: ma il M5S non pratica il consociativismo. Magari, ma staremo a vedere.

Il popolo degli indecisi vive in Provincia

Posted on 01. dic, 2016 by in Argomenti, Città di Potenza, Politica nazionale, Regione Basilicata

Il popolo degli indecisi vive in Provincia

Il popolo degli indecisi vive in provincia

Il Devid di Maichelangel.

Posted on 22. lug, 2015 by in Amenità, Commenti

Il Devid di Maichelangel.

http://www.neteditor.it/content/235281/il-devid-di-maichelangel

https://www.youtube.com/watch?v=HoIfRDpei8E

<ul><li><strong>woo_feat_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_page</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_feat_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_uploads</strong> - a:3:{i:0;s:75:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png";i:1;s:72:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/4-Luciano.jpg";i:2;s:69:"http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/3-logo.png";}</li><li><strong>woo_show_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_textlogo</strong> - false</li><li><strong>woo_gravatar</strong> - true</li><li><strong>woo_contactme</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_bio</strong> - </li><li><strong>woo_twitter</strong> - </li><li><strong>woo_highlights_tag</strong> - potenza</li><li><strong>woo_highlights_tag_amount</strong> - 6</li><li><strong>woo_featured_tag</strong> - </li><li><strong>woo_featured_tag_amount</strong> - 4</li><li><strong>woo_highlights_show</strong> - true</li><li><strong>woo_also_slider_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_slider_heading</strong> - Sul Blog si parla ancora di...</li><li><strong>woo_recent_archives</strong> - #</li><li><strong>woo_excerpt_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_contact_page_id</strong> - </li><li><strong>woo_featured_image_dimentions_height</strong> - 371</li><li><strong>woo_featured_sidebar_image_dimentions_height</strong> - 78</li><li><strong>woo_hightlights_image_dimentions_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_video_browser_init</strong> - 5</li><li><strong>woo_slider_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_slider_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_automate_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page</strong> - false</li><li><strong>woo_home_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_page_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_blog_sidebar</strong> - Select a sidebar:</li><li><strong>woo_also_slider_image_dimentions_height</strong> - 144</li><li><strong>woo_single_post_image_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_single_post_image_height</strong> - 380</li><li><strong>woo_archive_page_image_width</strong> - 200</li><li><strong>woo_archive_page_image_height</strong> - 220</li><li><strong>woo_themename</strong> - The Journal</li><li><strong>woo_shortname</strong> - woo</li><li><strong>woo_manual</strong> - http://www.woothemes.com/support/theme-documentation/the-journal/</li><li><strong>woo_alt_stylesheet</strong> - brown_boxed.css</li><li><strong>woo_logo</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/woo_uploads/5-safe_image.png</li><li><strong>woo_custom_favicon</strong> - </li><li><strong>woo_google_analytics</strong> - <script type=\"text/javascript\">

  var _gaq = _gaq || [];
  _gaq.push([\'_setAccount\', \'UA-703470-4\']);
  _gaq.push([\'_trackPageview\']);

  (function() {
    var ga = document.createElement(\'script\'); ga.type = \'text/javascript\'; ga.async = true;
    ga.src = (\'https:\' == document.location.protocol ? \'https://ssl\' : \'http://www\') + \'.google-analytics.com/ga.js\';
    var s = document.getElementsByTagName(\'script\')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);
  })();

</script></li><li><strong>woo_feedburner_url</strong> - </li><li><strong>woo_custom_css</strong> - </li><li><strong>woo_home_top</strong> - About</li><li><strong>woo_home_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_page_ex</strong> - </li><li><strong>woo_popular</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_content</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_resize</strong> - true</li><li><strong>woo_auto_img</strong> - true</li><li><strong>woo_home_width</strong> - 197</li><li><strong>woo_home_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_thumb_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_cat_nav_1</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_rotate</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_image_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_url_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_url_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_url_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_5</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_5</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_image_6</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_url_6</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_archive_content</strong> - false</li><li><strong>woo_search_content</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_menu</strong> - false</li><li><strong>woo_portfolio_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_port_in_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_port_prev_title</strong> - Thumbnails</li><li><strong>woo_port_prev_ins</strong> - Click on images below to load a larger preview.</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_a</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_a</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_a</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_b</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_b</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_b</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_c</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_c</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_c</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_125_adsense_d</strong> - </li><li><strong>woo_ad_125_image_d</strong> - http://woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_ad_125_url_d</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_minifeat_height</strong> - 110</li><li><strong>woo_nav_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_about_header</strong> - </li><li><strong>woo_about_text</strong> - </li><li><strong>woo_about_button</strong> - </li><li><strong>woo_button_link</strong> - </li><li><strong>woo_about_photo</strong> - </li><li><strong>woo_cat_box_1</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_box_1_image</strong> - </li><li><strong>woo_blog_navigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_subnavigation</strong> - false</li><li><strong>woo_blog_permalink</strong> - </li><li><strong>woo_blog_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_featured_posts</strong> - 2</li><li><strong>woo_ad_header</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_header_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_header_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_top</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_top_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_top_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/468x60a.jpg</li><li><strong>woo_ad_top_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_content</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_content_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_content_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/728x90a.jpg</li><li><strong>woo_ad_content_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_300_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_300_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_ad_300_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_blog_cat_id</strong> - </li><li><strong>woo_the_content</strong> - true</li><li><strong>woo_ad_mpu_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_3col_height</strong> - 150</li><li><strong>woo_ad_footer_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_cat_color_1</strong> - </li><li><strong>woo_pf_cat</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_normal</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_portfolio_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_width</strong> - </li><li><strong>woo_posts_image_height</strong> - </li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_1</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-1.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_1</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_2</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-2.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_2</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_3</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-3.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_3</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_sidebar_ad_img_4</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-125x125-4.gif</li><li><strong>woo_sidebar_ad_href_4</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_enable_all_category</strong> - false</li><li><strong>woo_bgr</strong> - darkblue.css</li><li><strong>woo_right_sidebar</strong> - true</li><li><strong>woo_archives</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_layout</strong> - blog.php</li><li><strong>woo_other_entries</strong> - 6</li><li><strong>woo_other_headlines</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_nav_footer</strong> - true</li><li><strong>woo_box_colors</strong> - </li><li><strong>woo_about</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_more1_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more1_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more1_url</strong> - </li><li><strong>woo_more2_ID</strong> - </li><li><strong>woo_more2_link</strong> - Click here for more info</li><li><strong>woo_more2_url</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_url</strong> - </li><li><strong>woo_cat_ex</strong> - </li><li><strong>woo_highlight_text</strong> - </li><li><strong>woo_feedburner_id</strong> - Feedburner ID</li><li><strong>woo_home_link</strong> - true</li><li><strong>woo_home_link_text</strong> - Home</li><li><strong>woo_home_link_desc</strong> - </li><li><strong>woo_header_layout</strong> - about.php</li><li><strong>woo_about_bio</strong> - </li><li><strong>woo_about_gravatar</strong> - </li><li><strong>woo_about_readmore</strong> - </li><li><strong>woo_ad_header_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_main</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_footer</strong> - </li><li><strong>woo_featured_layout</strong> - large_no_ad.php</li><li><strong>woo_ad_block_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_block_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-300x250-1.gif</li><li><strong>woo_ad_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_related</strong> - true</li><li><strong>woo_image_width</strong> - 430</li><li><strong>woo_image_height</strong> - 170</li><li><strong>woo_feat_alt_width</strong> - 130</li><li><strong>woo_feat_alt_height</strong> - 85</li><li><strong>woo_image_single</strong> - false</li><li><strong>woo_single_width</strong> - 180</li><li><strong>woo_single_height</strong> - 120</li><li><strong>woo_ad_content_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_homepage_image_link</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_left</strong> - false</li><li><strong>woo_footer_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_footer_right</strong> - false</li><li><strong>woo_minifeat_width</strong> - 218</li><li><strong>woo_pages_ex</strong> - </li><li><strong>woo_breadcrumbs</strong> - false</li><li><strong>woo_features_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_featured_tabs</strong> - </li><li><strong>woo_featured_category</strong> - Città di Potenza</li><li><strong>woo_featured_entries</strong> - 10</li><li><strong>woo_4col_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_flickr_id</strong> - </li><li><strong>woo_flickr_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_asides_category</strong> - Sport</li><li><strong>woo_asides_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ad_page</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_home_arc</strong> - false</li><li><strong>woo_tabs</strong> - false</li><li><strong>woo_popular_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_comment_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_video_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_content_feat</strong> - true</li><li><strong>woo_home_thumb_width</strong> - 247</li><li><strong>woo_home_thumb_height</strong> - 92</li><li><strong>woo_ad_top_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_250_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_250_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-250x250.gif</li><li><strong>woo_ad_250_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_flickr_url</strong> - Flickr URL</li><li><strong>woo_2col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_1col_height</strong> - 200</li><li><strong>woo_block_image</strong> - http://www.lucianopetrullo.com/blog/wp-content/themes/livewire/images/300x250.gif</li><li><strong>woo_block_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_port_images</strong> - false</li><li><strong>woo_all_category_title</strong> - Categories</li><li><strong>woo_home_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_archive_layout</strong> - 3_columns.php</li><li><strong>woo_show_carousel</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_entries</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_home</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_mpu_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_mpu_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/300x250a.jpg</li><li><strong>woo_author</strong> - true</li><li><strong>woo_home_one_col</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_image_width</strong> - 540</li><li><strong>woo_feat_image_height</strong> - 195</li><li><strong>woo_thumb_image_width</strong> - 75</li><li><strong>woo_thumb_image_height</strong> - 75</li><li><strong>woo_single_image_width</strong> - 100</li><li><strong>woo_single_image_height</strong> - 100</li><li><strong>woo_post_size</strong> - false</li><li><strong>woo_single_thumb</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_footer_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_footer_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-468x60-2.gif</li><li><strong>woo_twitter_enable</strong> - true</li><li><strong>woo_twitter_username</strong> - woothemes</li><li><strong>woo_about_enable</strong> - false</li><li><strong>woo_enable_blog_category</strong> - false</li><li><strong>woo_mid_exclude</strong> - </li><li><strong>woo_email</strong> - </li><li><strong>woo_vidpage</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_video_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_thumb_width</strong> - </li><li><strong>woo_cat_thumb_height</strong> - </li><li><strong>woo_home_title</strong> - Latest from my blog...</li><li><strong>woo_portfolio_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_portfolio_posts</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_portfolio_resizer</strong> - false</li><li><strong>woo_twitter_user</strong> - </li><li><strong>woo_flickr</strong> - </li><li><strong>woo_delicious</strong> - </li><li><strong>woo_digg</strong> - </li><li><strong>woo_facebook</strong> - </li><li><strong>woo_linkedin</strong> - </li><li><strong>woo_lastfm</strong> - </li><li><strong>woo_youtube</strong> - </li><li><strong>woo_stumble</strong> - </li><li><strong>woo_content_home</strong> - false</li><li><strong>woo_content_archive</strong> - false</li><li><strong>woo_ads_inner_content</strong> - true</li><li><strong>woo_blog_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_home_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_mid_1</strong> - false</li><li><strong>woo_menupages</strong> - </li><li><strong>woo_intro</strong> - </li><li><strong>woo_featpages</strong> - </li><li><strong>woo_ex_featpages</strong> - true</li><li><strong>woo_featheight</strong> - </li><li><strong>woo_addblog</strong> - false</li><li><strong>woo_blogcat</strong> - </li><li><strong>woo_catmenu</strong> - false</li><li><strong>woo_about_button_1</strong> - </li><li><strong>woo_content_left</strong> - false</li><li><strong>woo_content_mid</strong> - false</li><li><strong>woo_image_disable</strong> - false</li><li><strong>woo_not_mpu</strong> - false</li><li><strong>woothemes_settings</strong> - a:0:{}</li><li><strong>woo_button_link_1</strong> - </li><li><strong>woo_about_button_2</strong> - </li><li><strong>woo_button_link_2</strong> - </li><li><strong>woo_carousel_header</strong> - </li><li><strong>woo_scroller_category</strong> - Select a category:</li><li><strong>woo_thumbnail_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1</strong> - </li><li><strong>woo_featured_1_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2</strong> - </li><li><strong>woo_featured_2_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3</strong> - </li><li><strong>woo_featured_3_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_thumbnail_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4</strong> - </li><li><strong>woo_featured_4_linkout</strong> - #</li><li><strong>woo_show_mostcommented</strong> - false</li><li><strong>woo_logo_left</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_nav</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_ex_cat_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_cat_list_footer</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_cat_box_footer_1</strong> - false</li><li><strong>woo_image_archives</strong> - false</li><li><strong>woo_archive_width</strong> - 140</li><li><strong>woo_archive_height</strong> - 90</li><li><strong>woo_ad_300</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_300_bot</strong> - false</li><li><strong>woo_exclude_pages</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_cats</strong> - </li><li><strong>woo_steps</strong> - Select Format:</li><li><strong>woo_contact</strong> - Select a page:</li><li><strong>woo_blog</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber</strong> - false</li><li><strong>woo_show_mpu</strong> - false</li><li><strong>woo_show_ad</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_below_image</strong> - /images/ad468.jpg</li><li><strong>woo_ad_below_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f</strong> - false</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_code</strong> - </li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_image</strong> - http://www.woothemes.com/ads/woothemes-728x90-2.gif</li><li><strong>woo_ad_leaderboard_f_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_alt_colours</strong> - default.css</li><li><strong>woo_aboutlink</strong> - </li><li><strong>woo_side_image</strong> - /styles/clean-light/images/ad-120x240.jpg</li><li><strong>woo_side_url</strong> - http://www.woothemes.com</li><li><strong>woo_ads</strong> - false</li><li><strong>woo_disclaimer</strong> - </li><li><strong>woo_exclude_pages_subnav</strong> - </li><li><strong>woo_subnav</strong> - false</li><li><strong>woo_feat_width</strong> - 280</li><li><strong>woo_feat_height</strong> - 210</li><li><strong>woo_smallthumb_width</strong> - 56</li><li><strong>woo_smallthumb_height</strong> - 42</li><li><strong>woo_homepage</strong> - layout-default.php</li><li><strong>woo_slider</strong> - false</li><li><strong>woo_tabber_pages</strong> - </li><li><strong>woo_inc_tabber_pages</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_left</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_left</strong> - false</li><li><strong>woo_intro_page_right</strong> - </li><li><strong>woo_inc_intro_page_right</strong> - false</li><li><strong>woo_mag_featured</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_mag_secondary</strong> - Select a number:</li><li><strong>woo_blog_navigation_footer</strong> - false</li><li><strong>woo_embed</strong> - false</li><li><strong>woo_home_featured</strong> - true</li><li><strong>woo_home_content</strong> - false</li><li><strong>woo_get_image_width</strong> - 190</li><li><strong>woo_get_image_height</strong> - 142</li><li><strong>woo_ad_200_adsense</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_image</strong> - </li><li><strong>woo_ad_200_url</strong> - </li></ul>