In galera, in galera, dal Quotidiano del sud
Posted on 14. ott, 2019 by L.P. in Argomenti

Ma c’è davvero tanto bisogno di manette in Italia? Da quando i 5 Stelle governano, sembra che i problemi italiani siano tutti condensati in poca galera, cui invece dovrebbe essere indirizzata buona parte di questa popolazione infame.
Nei paesi civili gli evasori finiscono in galera, dice qualcuno piuttosto noto, quindi prevediamo pene severe, severissime. Io aggiungo che nei paesi civili le tasse sono proporzionate ai servizi resi e non raggiungono percentuali umilianti.
Nei paesi civili, poi, non si minaccia soltanto la galera, ma si utilizzano strumenti che scovino l’evasione, salvo, poi, punire nella misura ritenuta giusta i colpevoli.
Da noi, invece, basta inventarsi una pena, severa è meglio, e poi chi si è visto si è visto. Ridicoli.
Queste severe pene, poi, vengono riservate per qualche disgraziato, mentre il fenomeno rimane intaccato.
Il giustizialismo non ha mai dato frutti. Ma, tornando allo stato civile, questo pensa in grande, oltre, cioè, quella soglia minimale che menti giustizialiste sanno teorizzare.
Faccio un esempio: puoi inventarti pure la pena di morte,e poco manca che qualcuno la invochi, facendoci regredire di secoli, per un determinato reato, ma questo non impedirà che quel reato venga compiuto. Se, invece, qualche reo venisse acchiappato, giudicato rapidamente e condannato, ecco che forse qualcosa cambierebbe.
La mala vita organizzata impera da sempre; qualche retata non ne ha intaccato l’onnipotenza; quindi carcere duro e roba del genere non risolvono i problemi. E se quello che vogliamo è risolvere i problemi se ne desume che inasprire pene, inventarsi reati ecc., serve solo per prendere in giro la gente, far vedere che la giustizia funziona, quando è vero il contrario, e una visita nei tribunali sarebbe illuminante per non avere più dubbi.
In definitiva siamo sempre presi in giro. “Gli evasori andranno in galera”, ok, certo, come no, da oggi tremeranno. A proposito si è mai pensato, così, per diporto, che dietro e a supporto dell’evasione esiste e vegeta, e non può essere diversamente, una corruzione spaventosa? “Ma che vai pensando, suvvia”.
Monti Ragioniere ad honorem
Posted on 23. lug, 2012 by L.P. in Commenti

Mario Monti ha ricevuto la laurea ad honorem di “ragioniere”.
La sua attività non si discosta, infatti, da quella di chi calcola i numeri e a fronte di spese enormi, e aumenta le entrate per pareggiare i conti.
Monti dice che uno statista guarda alle generazioni future. Evidentemente non parlerà di se stesso, vista la classe che gli viene riconosciuta unanimemente. Infatti parlare di se stesso in termini entusiastici è da sbruffone, diciamo da un Berlusconi qualunque, non da Monti.
Eppure qualcosa mi dice che si riferisse a se stesso.
Se poi consideriamo che ha cominciato a prendersela anche con la stampa, e che la colpa è sempre degli altri, tipo la dichiarazione di confindustria che faceva alzare lo spread, oppure l’incertezza del dopo Monti che, pure, fa alzare lo spread, ebbene sono tutte cose che la dicono lunga sul processo di politicizzazione subito dal nostro. Non è mai colpa sua. Neanche se non adotta alcun provvedimento serio e coraggioso per abbattere le spese dello stato.
Eppure ci sarebbe da girare con la falce e fare un raccolto ricchissimo. Pensate agli appannaggi degli amministratori Rai, o ai garanti, o ai presidenti degli enti regionali, o al dentista per i parlamentari, o alle restanti province, o alle mazzette o a tutto il resto.
E poi pensate alla lotta all’evasione, abortita sul nascere. Squilli di tromba per i blitz, e poi il nulla: gli evasori patentati dormono tranquilli.
Monti ha il coraggio di un ramarro, invece dovrebbe avere quello di una zanzara.
Proposta: abbassiamo le tasse almeno al 35%, favorendo investimenti e consumi; e poi mettiamo la galera per gli evasori. Evadere è un attentato a tutti gli onesti lavoratori; è un comportamento tanto amorale, quanto gravemente lesivo del benessere comune. Va punito severamente.
Otto anni per chi evade ventimila euro. Avanti evada chi ha coraggio.
Altra contromossa: rendere spediti i processi. Come? Verificando la produttività dei magistrati e investendo risorse per eliminare le pendenze attraverso giudici di qualità, anche se onorari. Ma non la raccolta degli incapaci, come per lo più avviene oggi.
Voi dite che non funziona?
Io dico di sì.
Basterà, poi, considerare complice il cittadino che paga favorendo l’evasione. Magari in maniera ridotta. E, come pena accessoria, la sospensione dall’attività che si esercita.
Poi è necessario ricambiare tutta la dirigenza dello Stato e delle Regioni, e dei Comuni: quella che c’è comanda troppo, ed è ormai cronicamente legata ai tempi delle vacche grasse; ha troppa familiarità con le tangenti e i favori, non foss’altro che per non denunciare quelli che vede commettere quotidianamente. Via, tutti a casa. Gente nuova, giovane e fresca.
Ma ci avete fatto caso come migliori il rendimento di un tribunale a ogni infornata di giovanissime leve? L’entusiasmo, l’onestà, la passione ancora non attaccate dalle cattive abitudini, spesso mutuate dai magistrati più anziani.
Mario Monti queste cose non le farà mai. O cose simili, beninteso. Roba da coraggiosi.
Ma la P.A. italiana non è un mondo per coraggiosi.
Solo per ragionieri.
Normalmente coraggioso
Posted on 20. lug, 2012 by L.P. in Attualità, Commenti

Leggo che il fisco italiano è il più pesante del mondo.
Questo significa che dovremmo avere le pensioni, l’assistenza sanitaria e i servizi migliori del mondo.
Purtroppo, però, non è così.
Al fisco più pesante corrispondono i servizi più miseri dell’occidente.
Leggo che la colpa è dell’evasione.
Ripenso ai governi andati. Ripenso al primo Monti e i blitz, ridicoli, della finanza. Finanche per una deserta via Pretoria di Potenza.
E registro. Registro il grande flop di Mario Monza.
La lotta all’evasione si è fermata all’obbligo di non gestir contante e a qualche blitz.
Accertamenti sugli evasori doc e di tradizione nisba.
Lotta al malaffare, nisba.
Secondo i tecnici, sconfitta l’evasione e la corruzione, ingabbiati gli affari mafiosi, staremmo benone.
Quindi niente lotta, seria, a evasione, corruzione e malaffare.
Piuttosto alziamo le tasse. Tanto ci sono gli stronzi che pagano per tutti.
Poi doverosamente non diamo il buon esempio, e quindi appannaggi per politici e amministratori intoccabili. Quanto danno ai consiglieri Rai? Cifre da capogiro!
Inutile! Siamo italiani. E anche Mario Monza lo è, per Giove se lo è.
Solo in Italia un Berlusconi si ripropone candidato, cercando una nuova verginità con le dimissioni della Minetti. Altrove si sganascerebbero dalle risate.
Qua no. Abbiamo il gusto dell’orrido.
Soltanto in Italia un D’Alema snob discetta ancora di massimi sistemi senza vergognarsi di aver contribuito allo sfascio italiano.
Soltanto qui un Presidente osannato come Napolitano non ama la trasparenza.
Solo qui si continua a umiliare il merito.
Ma dico io, dopo secoli zeppi di genio italico, non ci potrebbe capitare un “normalmente intelligente, normalmente onesto, normalmente coraggioso” capace di portarci fuori dalle secche della crisi senza umiliare gli onesti?
Niente, non ci tocca.
E allora forza Roma!
Un diario d’autore
Posted on 13. lug, 2012 by L.P. in Argomenti

Diario
Mi sono svegliato molto presto. Ho sognato di trovarmi un una utilitaria guidata da Giancarlo Fini e in compagnia anche di Rocco Coviello. Il Presidente scorazzava in un labirinto di strade che dovevano essere di pertinenza della Camera dei deputati, sfuggendo alla scorta. Da vero monello, e io e Rocco stavamo pressocchè ammutoliti.
Mi sono alzato e mi sono chiuso in bagno, dove ho letto con avidità la Gazzetta dello Sport, edizione Ipad.
Sulla Roma poche novità. Va via Borini, ma dicono che non piaccia a Zeman, e allora ciccia.
Mi sono lavato e ho praticato una serie del sesto tibetano.
Mi sono vestito in maniera sportiva, perché ho programmato di passare qualche ora in bici, e ho mangiato.
Una galletta di kamut con formaggio magro, due prugne, tre biscotti di farro senza zucchero con due cioccolatini fondenti anche questi senza zucchero.
Dose giornaliera di pillole e via, al lavoro.
Due scadenze mi attendevano.
Le ho completate in un tempo minore di quello programmato.
Poi la notizia delle tasse da pagare. Sconfortante. Devo vedere se ho danaro sufficiente.
Poi ho fatto mente locale per ricordare i miei crediti.
Ora sono le dodici e sono già distrutto.
Uscirò in bici.
In fondo è una vita di merda.
In fondo la vita è bella.
In fondo, però.
Tutto molto in fondo.
Chissà Fini se ha smesso di girare in macchina.
Chissà se Rocco Coviello è ancora con lui.
Chissà se un giorno potrò programmare la giornata che voglio.
E chissà se, riuscendoci, non mi renderò conto che è pure peggio di una giornata come oggi.
Una giornata di merda.
Una bella giornata.
***
Dal diario di Federico Maria Brassi.
***
Federico Maria Brassi faceva l’avvocato. Ma era un pentito, perché avrebbe voluto fare il medico. Da giovane giocava a pallone sotto i portici vicino casa sua. Da grande provò a fare il dongiovanni, ma non ci riuscì.
Trovò serenità solo quando cominciò a scrivere i suoi famosissimi diari, dei quali v’è traccia nelle antologie della letteratura della media italianità pubblicate dalla Zappacosta’s edition sul finire del 2012. Dai suoi diari è stata tratta la famosa serie televisiva “E ora cosa preparo per il pranzo?”, una serie di telefilm ironico-paesaggistici, con tendenza al bulimico televisivo andante, serie dal grande pubblico, e che roba di lui. Morì folgorato da un’idea, della quale, però, non ne è rimasta traccia, andata perduta anche lei nel rogo che scaturì dalla folgorazione.
Gli amici più intimi del nostro affermano che soffriva di alitosi, ma c’è gente che giura che non era così, anzi piuttosto il suo alito profumava di chanel numero vattelapesca.
Amen.
Sotto bombardamento
Posted on 06. lug, 2012 by L.P. in Attualità

Sotto bombardamento.
Di tutti i tipi. E senza contraerea, perbacco.
Volano leggi, riforme, grugni, violenza e tasse, ci piovono addosso fitte, per giove, ed è impossibile difendersi.
Quanti ne ho visto che volevano cambiare il mondo, vero Liga, e quanti ne ho sentiti e letti, ullapeppa quanti. Ce ne fosse uno che l’abbia cambiato anche solo dello 0,00001 per cento. Niente da fare, vince lui, e chi si intestardisce, semplice, soccombe, beninteso senza cambiare niente.
Ma queste testimonianze sono importantissime, per quanto inefficaci, perché lasciano almeno la speranza, senza la quale….., o mamma mia, meglio non pensarci, non c’è niente di più brutto della rassegnazione.
Ma parliamo di scienziati, della finanza, per esempio, parliamo di gente con le palle, come suol dirsi, parliamo di Monti.
Domanda: a cosa serve alzare l’Iva se poi si riducono i consumi? Lo Stato incasserà di più per ogni singolo bene venduto, ma nel totale incasserà meno perché si venderà di meno, molto di meno. E allora? Una inutile tortura, o meglio una maniera come un’altra per suicidarci collettivamente.
E ancora. Se si alza il carico fiscale la gente avrà meno da spendere, sarà necessario vendere e produrre di meno, insomma meno ristoranti, meno camerieri nei bar, meno addetti alle vendite, meno concessionari, meno artigiani, meno di tutto. E se cala tutto a cosa sarà servita una maggiore leva fiscale? Solo a torturarci.
Monti, il magico, finora ha fatto solo questo, ci ha torturati, senza che la tortura possa portarci alcun beneficio. E infatti magicamente, vero Monti?, se abbiamo salvato qualche banca, abbiamo messo per strada e intimidito una popolazione.
Ognuno ha quello che si merita, e noi italiani meritiamo anche questo. Dopo aver scelto una classe politica scellerata, oggi abbiamo tecnici che di tecnico hanno solo la calcolatrice.
Forse paghiamo un qualche peccato originale e non ne usciamo più fuori.
Sotto bombardamento.
Solo che, almeno, sotto i bombardamenti, per così dire “civili”, almeno si muore quasi da eroi; col nostro no, si agonizza da poveracci.
Ma ci si può consolare. Come? Ballando! E vai!
Lettera aperta a Mario Monza (1)
Posted on 15. mar, 2012 by L.P. in Attualità

La crisi si affronta così
Posted on 14. nov, 2011 by L.P. in Argomenti

L’effetto Monti non sortisce buoni effetti sulla borsa, almeno a metà giornata.
Dicono che non basta l’incarico al nuovo premier, ci vuole di più.
E Monti è al lavoro.
Ci saranno misure urgenti da adottare. Sono previsti nell’ordine:
riforma delle pensioni, mediante l’abbattimento di tutte le persone che godono della pensione, e di quelli che, dopo l’abbattimento, potrebbero godere della reversibiltà.
Ipotizzato un ricavo di un sacco di miliardi. Le esecuzioni avranno luogo dopo che il malcapitato avrà espresso l’ultimo desiderio (valore massimo 10 euro), fumata l’ultima sigaretta, e mangiato una fetta della torta preferita.
Riforma della giustizia, mediante la spedizione al macero di tutti i fascicoli pendenti, il tutto entro 30 giorni, le nuove cause potranno essere introdotte se non particolarmente complicate, e dietro il pagamento di un contributo forfettario di 12.000 euro.
Cessione dei beni immobiliari dello stato: dai marciapiedi agli stadi, dalle caserme ai parchi nazionali, dalle spiagge alle ferrovie, dai municipi alle piazze.
Patrimoniale: su tutti i conti correnti attivi verranno prelevati 420 euro, mentre sui libretti l risparmio verrà prelevato il 50% dell’attivo. Chiunque ha una casa pagherà 2.000 euro, e chi ne possiede due ne dovrà cedere una allo Stato che ne disporrà come vorrà.
Introdotta la tassa sulle camminate: chi lo fa per troppe ore deve pagare un euro a chilometro.
Introdotta la tassa sulle manifestazioni e sugli spettacoli sportivi, 10.000 euro per le prime e due euro a spettatore per i secondi.
E poi, per finire, la tassa sulle tasse: chi paga più tasse dovrà raddoppiare l’esborso, tanto può pagare, perché guadagna.
Si calcola che entro un mese le casse dello stato saranno già in attivo, e la popolazione dimezzata.
Al limite si potrà prevedere l’abbattimento dei disoccupati così non rompono più.
Nel contempo verranno creati molti posti di lavoro in più. Servono infatti 100.000 boia di stato.
Insomma qualche sacrificio, ma poi vivremo meglio.
Gli affaroidi, specie umana protetta, anzi protettissima
Posted on 01. set, 2011 by L.P. in Argomenti

Quanti italiani, sebbene con uno stipendio in famiglia, ma diciamo anche due, arrivati sulla cinquantina sono proprietari di un paio di case in città, una per figlio, una casa al mare, il villino in campagna, tre macchine, il rolex di pregio, e poi pagano una cameriera, i lussi della moglie, gli sfizi dei figli, un master a Madrid, e nel contempo hanno un bel gruzzoletto in banca?
Fatti i conti, questi italiani sono francamente troppi.
Domanda: come hanno fatto a costruire questo patrimonio con uno/due stipendi, dato per scontato che per successione non hanno avuto granchè?
Signori, se in gran parte del mondo a questa domanda può darsi una risposta, in Italia no.
Qui da noi è anche normale, se vogliamo. Una situazione usuale che non ammette dubbi, e mai e poi mai indagini, fiscali o altro.
E’ il cosiddetto miracolo italiano, quello che della crisi se ne sbatte, quello che si perpetua ogni giorno, e davanti al quale non si meraviglia più nessun italiano.
Una specie protetta, che dico, protettissima, da tutti, politici, in primis, ma poi anche fisco e succedanei, o limitrofi, o contigui o che volete voi.
Questa specie non è in via di estinzione. Vegeta, tranquilla, nel belpaese. Ne costituisce, anzi, la struttura portante. Da un lato, spesso, si presta a favorire più vasti consensi al tal politico, dall’altro sopperisce, nei momenti di crisi, ad alimentare i consumi.
Per alcuni è la nuova borghesia, e ha acquisito tale importanza, che spesso determina le sorti politiche di realtà medio piccole. Indifferente alle leggi, superiore agli umani problemi, questa specie è tendenzialmente contagiosa, ma è capace di allargarsi soltanto nei limiti che garantiscano una sua felice sopravvivenza.
Gli appartenenti alla specie hanno il lavoro ufficiale e tante altre attività ufficiose. Ma, si badi bene, non segrete, solo ufficiose. Insomma non si possono indicare nella dichiarazione dei redditi, ma tutti sanno che esistono.
Talvolta manca anche il lavoro di facciata, ufficiale, e ci si limita a svolgere le attività ufficiose.
Esistono delle regole per rapportarsi a questa specie; innanzitutto, ai rappresentanti della specie, che chiameremo affaroidi, ma solo per comodità, non puoi rivolgere domande sulle attività ufficiose. E, a fronte del lusso che arricchisce le loro case, va fatto un bel sorriso di circostanza che significhi “ma che bel gusto, se solo lo avessi pure io”. Non di rado, infatti, a casa degli affaroidi si trovano quadri stupendi, sculture, e mobili d’autore, tappeti di valore e cicisbe cuccutanee, piante esotiche, acquari con il rarissimo pesce ramarro, cani e gatti di pregio indiscusso.
Agli affaroidi non interessa punto della crisi e delle misure anticrisi, chè queste cose non le sfiorano neanche. Talchè non comprano i giornali e non si rovinano la vita con le brutte notizie. Stasera ceneranno fuori, per esempio, semmai sulla barca di Giangi.
Ma non preoccupatevi, nell’altra vita pare che siano destinati all’inferno.
“E perché mai?”
Giusto, perché mai?
Va bè, ci vado io all’inferno, che non mi faccio mai i cazzi miei.
Rimasugli di estate
Posted on 30. ago, 2011 by L.P. in Argomenti

Leggo di polemiche nate dall’ennesimo ritardo del treno per Salerno.
E’ da quando ero universitario, e parliamo degli anni settanta, che il problema è grave. E irrisolto.
Solo che allora un ritardo, per quanto epocale, era digerito, metabolizzato, come cosa assolutamente naturale. Oggi, invece, ci si sente in diritto di lamentarsi. E va meglio così.
Ma, dicevo, dagli anni settanta il problema dei trasporti, in Basilicata, è sempre allo stesso livello.
Bisognerebbe chiedere un conto alla classe politica che ha governato la regione; ma questo pare non sia politically correct, e allora si arriva a dire che se De Filippo iniziasse a volare alto…. noi voleremmo con lui. Fantastico. E se lo dice un giornalista di valore, sarà così. E Franti rise.
Il mondo va avanti e noi lucani no. E’ un dato.
Ma noi lucani non siamo capaci di dotarci di amministratori bravi. Siamo negati in materia. Diamo fiducia al portaborse di ieri, onorevole di domani, e non rischiamo oltre.
Nel PDL lucano il consigliere Rosa chiede di conoscere il manuale dell’oppositore politico per potercisi uniformare. Pare che il PDL lucano sia diviso fra falchi e colombe. La differenza, pare, consista nei comportamenti, gridati i primi, sussurrati i secondi. Nella sostanza cambia davvero poco. L’opposizione rimane non credibile a fronte di una maggioranza dal rendimento nauseabondo.
La manovra finanziaria cambia ogni settimana. La versione attuale è quella light, come dire che quella hard era stata immaginata solo per spaventare. Certo che espropriare i diritti di chi aveva riscattato gli anni di laurea mi sembra leggermente anticostituzionale, perché i diritti acquisiti non si possono rapinare. E poi, per quello che rende. Davvero roba da pazzi. Le cose da fare sono poche e chiare a tutti, meno che a quei cacasotto dei governanti che non vogliono perdere consenso, e difatti ne perderanno a iosa.
Signori gioca il Pescara, arrivederci.
Lettera aperta a Tremonti e Berlusconi
Posted on 11. ago, 2011 by L.P. in Amenità

E’ un post di un anno fa sempre attuale, perbacco, e io lo ripropongo:
Buongiorno. Sono un nuovo Gigio Gigi, e non mi lamento.
Lavoro, anche molto, e solo Dio sa cosa significhi in questo periodo di crisi.
E guadagno. Sì guadagno abbastanza.
Lavoro anche più di dodici ore al giorno, e non è facile. Spesso mi gioco anche il sabato e la domenica.
Mi alzo presto la mattina e la sera crollo dal sonno.
Ma non mi lamento.
Anche perché con tutto quello che guadagno posso soddisfare appieno le mie passioni.
Mi spendo i soldi che guadagno con voluttà libidinosa.
E non pensiate che li spenda per fare vita lussuosa. No no.
Non ho una barca, anche se ho una bella macchina. Non spendo molto, anzi pochissimo per vestirmi, e praticamente, al di là delle spese per rimanere aggiornato da un punto di vista dell’elettronica, dal palmare all’Ipad, per intenderci, non spendo altro per me.
Compro libri, ma al settanta per cento per rimanere aggiornato e approfondire i temi del mio lavoro. Per il resto non compro più neanche il vino e le sigarette perché la salute e la smania di rimanere in linea non me ne fanno sentire il bisogno.
Non mi drogo, e non bevo superalcoolici.
Non vado allo stadio, né al cinema, se non molto di rado e non seguo la moda delle escort o dei trans.
Ho sky, ma insomma, non avrei bisogno di lavorare tanto per le mie strette esigenze.
Però, e lo ripeto, quello che guadagno me lo pappo tutto nella mia più profonda e libidinosa passione.
Per la verità ho un po’ vergogna a confessare la mia debolezza, ma in fonfo ho bisogno di outing, e allora lo dichiarerò ufficialmente, stasera a tutti coloro che avranno la bontà, la pazienza e la curiosità di leggermi.
Ebbene, amici, signori e signore, tutto quello che guadagno io me lo pappo pagando le tasse.
E riesco a non farmi avanzare niente. Tutto in tasse.
Qualcuno dice che è una malattia, perché non si può vivere in funzione delle tasse, e forse sarà anche così, ma me ne frego. Ormai è un vizio, e a me piace sprofondare nel vizio più bieco, e nella maniera più laida.
Guarirò?
Pare non dipenda da me.
Ma se un giorno mi abbassassero le tasse, potrei soffrire di crisi da astinenza, potrei impazzire, e, poiché non mi piace rischiare, prego Iddio che Tremonti, Berlusconi, e chi verrà dopo di loro, o anche se dovessero rimanere loro, mi continuino a viziare, con tasse strabordanti che mi facciano dimenticare il colore e la forma di altri vizi, perché questo è il più porco vizio che esista.
Cari Tremonti e Berlusconi, alla fine di questo mio outing, non posso che ringraziarvi.
Mi avevate spaventato prefigurandomi una vita con meno tasse, ma aver capito che era uno scherzo mi ha risollevato. E ora mi sparo una rata Irpef il sedici agosto che ferragosto passerà nell’ansia che arrivi il domani.
Una vita da mediano
Posted on 19. lug, 2011 by L.P. in Attualità, Commenti

Buongiorno sono Gigio Gigi, e mi occupo di tasse. Nel senso che lavoro e lavoro solo per pagare le tasse, e talvolta non ce la faccio a pagarle tutte.
Diciamo che la mia è una specie di missione.
E, in fondo, non potrebbe essere altrimenti. Reggere sulle spalle un meccanismo, chiamato sistema, che per anni ha garantito e dovrà garantire, dallo stuzzicadenti al funerale, passando per le spese mediche e di trasporto, chi, poi, legifera contro di me, non può che costituire una vera e propria missione.
A volte mi chiedo chi me lo fa fare. Ma subito mi rispondo che se non lo faccio, la mia situazione può solo peggiorare, perché mi toglierebbero tutto, anche le mutande, negando ogni forma di futuro ai miei figli, pignorandomi la casa e i miei quattro crediti di lavoro. Probabile che faccia lo stesso questa fine provando a pagare ogni centesimo di tasse, invero. Ma tant’è.
Quindi sono il missionario Gigio Gigi, una vita per garantire la carta igienica al senatore tizio e all’on. Caio; consentitemi, però, almeno, di poterlo pulire di persona, quel culo, vuoi mettere la gratificazione.
Dice “ma che c’entra. E’ colpa della crisi se paghi tante tasse e va tutto male”.
Bene, possibile, ma anche prima della crisi io lavoravo per pagar tasse. Gli ultimi utili veri li ho registrati attorno al 1990. Da allora solo una rincorsa per pagar tasse. E loro sempre alla bouvette o sull’aereo di linea o sul Freccia Rossa, o a scaccolarsi il naso a spese mie.
Avessero almeno saputo governare bene. Da decenni si parla di riforme, e non ne hanno fatta una seria. Da decenni i processi durano una vita, e da decenni la disoccupazione è un problema. Non parliamo poi della Basilicata dove milioni di euro arrivati dalla prodiga Europa sono stati scialacquati senza ritorno per l’economia o i servizi.
E allora?
Oh!, guarda, sto per incassare trecento euro, parte di un vecchio credito pagato poco alla volta a causa della crisi. Bene che ci faccio? Pago una settimana di ombrellone al senatore Sempronio, o la filippina all’Onorevole Mevio?
Dubbio amletico, e da risolvere subito.
Non so voi, ma a me stanno girando le biglie, e sempre più vorticosamente.
Un’ultima considerazione.
Se i miei sacrifici uniti a quelli di tanti altri stronzi fossero sufficienti a garantire anche i fazzolettini di carta ai nostri parlamentari, bè, almeno vuoi mettere la soddisfazione; ma sapere che tantissimi di loro ricorrono al malaffare per, diciamo, arrotondare, bè allora il movimento rotatorio delle biglie aumenta e di molto. O Dio come vanno veloci, che vortice. Perbacco prendo quota, sono come le pale di un elicottero. UUUUaaaaaoooooo! Si vola. Ciiiiaaaooo. Dall’alto i parlamentari sembrano piccoli piccoli.
Non lo saranno, poi, anche nella vita di tutti i giorni?
Montagne e topolini
Posted on 28. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

Fermo restando che poi non se ne fa niente. Dato per scontato che è un discorso da ombrellone in spiaggia e considerato che la salute è la prima cosa, la trovata di Tremonti sul fisco merita un pensiero.
Allora, tre sole aliquote e un punto in più di iva.
Come dire qualcosina si risparmia, e subito dopo si restituisce consumando.
Evidentemente faccio i conti con le mani, il mio è un discorso semplice semplice.
Ma un’ economia che continua a sostenersi col consumo è una economia che non ha futuro.
Non ha futuro perché non ha spessore, perché non fa i conti con i costi (di tutti i tipi) dell’energia, e perché ci tratta come clienti e nulla più.
Dal cilindro del mago Tremonti, ad ogni modo, trattandosi di riforma che arriva troppo in ritardo, quando cioè le cose stanno messe malissimo, non riesce a uscire altro.
Che Dio ce la mandi buona.
“Mi scusi, dovrei andare a Bari”. “E chi ti tiene!”
Posted on 17. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

La sensazione che si paghino le tasse per consentire innanzitutto il pagamento delle mazzette a destra e a manca, oppure gli sprechi più nefandi, è piuttosto forte.
Nel frattempo i servizi latitano, e la disoccupazione cresce a dismisura.
Quindi la possibilità che quanto pagato mi venga restituito, in qualche maniera, fosse anche in termini di pace sociale e solidarietà, è una possibilità ridicola.
Per anni si sono gettati i milioni, in Basilicata per alimentare il consenso e la precarietà, altrove, pure, temo.
Il futuro è nero per tantissima gente che non sta neanche accumulando la pensione, e voglio proprio vedere come andrà a finire.
Ho l’impressione che dalle parti del governo, e nelle stanze dei partiti, ci sia una superficialità di dimensioni cosmiche. Puntano lo sguardo sul proprio naso, nel senso che il massimo della prospettiva è occuparsi del proprio oggi, cioè quello personale dei politici.
Intanto la tassazione aumenta. Per la previdenza dei professionisti sarà possibile aumentare di un punto percentuale la quota a carico del cliente, che semmai non ha un lavoro, ma deve pagare profumatamente la mia pensione. Roba da matti. Come se non bastasse tutto quello che pago io in relazione al reddito.
La corruzione dilaga, ma il clientelismo che, in termini di spesa sociale e produttività, grava sulle spalle di tutti in maniera clamorosa, continua a trionfare imperterrito, né ci sono barlumi di un ritorno alla giustizia sociale. In Basilicata trionfa il peggior clientelismo, ma non succede nulla che faccia presagire un cambiamento di sistema. Questo è così radicato che smantellarlo comporterà una guerra senza risparmio di colpi. Sarà qualcosa di cruento. Ammesso che si arrivi davvero a una fase di smantellamento, ma poco ci credo, se è vero come è vero, che il clientelismo viene alimentato da chiunque bazzichi in politica.
Insomma, e per dirla tutta e in breve, merda delle merde.
E ora al lavoro. Io non ho clientele, ma clienti, e se non li servo a dovere non campo più.
In compenso c’è un bel sole e le lucertole impazzano.
http://www.youtube.com/watch?v=Ev0wM7XHy1g
On line
Posted on 16. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

Ho appena finito di pagar tasse, on line, come usa oggi, porca miseria.
Ma non basteranno a pagare neanche una mazzetta.
Mi sento in colpa.
http://www.youtube.com/watch?v=sAQoXdlpFJw
Caro amico di penna….
Posted on 07. giu, 2011 by L.P. in Argomenti

Andando verso San Nicola, partendo da Potenza, è possibile notare, sulla sinistra, dopo l’incrocio ultimo creato, una frana. Sta lì da tanti di quei mesi che forse dovremmo cominciare a contare gli anni. Stringe la carreggiata, ma è tenera, sinuosa, accattivante. Speriamo non la ripristino mai, ormai ci siamo affezionati.
La Rai ha cacciato Santoro, dandogli anche un bel gruzzolo. Perché non piaceva al re.
La trasmissione più seguita, ovviamente, un’azienda seria, perbacco, la cancella. Scontato.
Pare sottraesse voti al re. Quindi doveva essere convincente. E allora, via.
Berlusconi si sta facendo del male, oltre a farlo all’Italia.
Ha imboccato la strada del suicidio. Tipo Sansone e i Filistei. Solo che lui non merita di essere paragonato a Sansone, e gli italiani ai filistei. Ma forse sì, dai.
Il calcioscommesse va di nuovo di moda. Da domani tifo Barcellona.
Il governo abbasserà le tasse. Cribbio!
Non l’ha fatto quando si stava meglio e lo fa ora che siamo sul lastrico?
Bene, allora si poteva fare anche prima. Perché non l’hanno fatto? Per sadismo?
Oppure non si può fare ma lo si fa per attrarre consenso. Da irresponsabili. In entrambi i casi stiamo messi male.
Credo che abbiano perso la lucidità.
Proposta di legge per portare uffici ministeriali al nord, ed esplode la Polverini.
Casomai in Basilicata si può mandare il ministero della disoccupazione. Troverebbe competenza ed esperienza a iosa.
La giustizia in Basilicata è riflessiva, pacata, direi riposante.
Oggi hanno rinviato cause al 2014. Il ministero se ne fotte. Ma anche i cittadini, gli avvocati e le lucertole della Val Brembana, se è vero, come è vero, che protesto solo io. Forse sono io a sbagliare. E allora chiedo scusa, signori.
Ma ora arriva la mediazione, e, quindi, ciccia!
Appalto a Roma per la costruzione degli infissi al Colosseo. Era ora, Scajola ha sempre il moccolo al naso per il raffreddore.
Il vertice Lega – PDL si ripete la prossima settimana alla presenza del ministro Tremonti. Quello di ieri non valeva. Tremonti aveva la gita coi boy-scouts e non poteva intervenire.
E la finisco qui.
Un collega mi ha ribattezzato Massimo, quando dovrebbe sapere che mi chiamo Luciano.
E chissenefrega!
Giusto.
Colgo l’occasione per porgervi i miei ossequi. Estensibili alla signora e in famiglia.
Bacioni.
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